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Foggia, da un folto gruppo di autorità civili e militari di Ascoli Piceno e <strong>della</strong><br />

Daunia”, così nei ricordi trascritti del Pedretti.<br />

Foggia, 21 ottobre 1947<br />

Le salme di Luigi e Vincenzo Biondi vengono tumulate nel Cimitero di Foggia,<br />

Cappella del Sacramento. Unica lapide in pietra levigata di Apricena, due foto, una<br />

frase “Caduti in Ascoli Piceno il 3 ottobre 1943 nella lotta partigiana contro il<br />

nazifascismo per un’Italia democratica libera indipendente”.<br />

La notizia viene riportata anche su “Il Nuovo Giornale d’Italia” utima edizione del<br />

23 ottobre 1947 sotto il titolo “I funerali dei due giovanissimi del San Marco”:<br />

“Nello spazio di poche ore l’ANPI cittadina ha organizzato una austera cerimonia<br />

in omaggio dei due giovanissimi caduti nella battaglia del San Marco che, dopo<br />

quattro anni di tumulazione nel cimitero comunale, erano stati reclamati dalla<br />

famiglia per essere definitivamente tumulati in suolo natio, nella lontana Foggia.<br />

I due giovani eroi, Luigi e Vincenzo Biondi da Foggia, il primo <strong>della</strong> classe 1927 e<br />

il secondo <strong>della</strong> classe 1924, erano tra i primissimi corsi ad aumentare le fila <strong>della</strong><br />

formazione Colle San Marco comandata dal partigiano tenente Spartaco Perini. Tra<br />

i primi a raggiungere le rocce in vetta al colle e tra gli ultimi a cedere alla<br />

preponderante forza del nemico invasore. Han ceduto infatti per la forza di sorella<br />

morte che li sorprendeva con le armi in mano e col cuore stretto tra i denti.<br />

Al funerale han partecipato oltre a una rappresentanza <strong>della</strong> formazione Colle San<br />

Marco al seguito <strong>della</strong> bandiera, tutte le autorità civili e militari.<br />

Han salutato gli eroi il padre che accompagnava i feretri, il cappellano partigiano<br />

Sante Nespese e il comandante <strong>della</strong> San Marco tenente Perini”.<br />

Sarà poi lo stesso Pedretti, nel 1963, con una lettera pubblicata da “La Gazzetta di<br />

Foggia” a “far osservare, a chi di competenza, che, mentre in Italia tutta si celebra la<br />

ricorrenza del XX Anniversario <strong>della</strong> Resistenza, Foggia che annovera antifascisti<br />

convinti, patrioti ed eroici Caduti, fa passare, pressoché inosservata questa storica<br />

ricorrenza”.<br />

L’Amministrazione comunale di Foggia, Sindaco l’avvocato Carlo Forcella, Vice<br />

Sindaco il professor Salvatore Imbimbo, accoglie l’appello e nella seduta del 30<br />

settembre 1963: “Sono le 19,30 – i Consiglieri comunali sono in aula, lo spazio<br />

riservato al pubblico è gremitissimo” ricorda il Pedretti, continuando con le parole<br />

introduttive del Sindaco: “all’inizio di questa seduta di Consiglio credo doveroso<br />

ricordare che in questi giorni ricorre il ventesimo anniversario dell’inizio <strong>della</strong><br />

Resistenza.<br />

In questi giorni ricorrono soprattutto le 4 Giornate di Napoli…”<br />

(interruzione)<br />

Le interruzioni e le rimostranze ostruzionistiche saranno più di una decina, fino a<br />

che i consiglieri del MSI (Movimento Sociale Italiano) e del PDIUM (Partito<br />

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