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PACE, <strong>della</strong> DITTATURA che è il contrario <strong>della</strong> DEMOCRAZIA: i prodromi, il<br />

decorso, il periodo post-bellico a Foggia.<br />

I prodotti <strong>della</strong> guerra come l’arresto di ogni progresso civile, l’imbarbarimento<br />

degli animi e delle coscienze, e poi i militari morti sui vari fronti, ed i civili, e ancora<br />

i deportati, i prigionieri, i dispersi, e i mutilati e gli orfani e le vedove.<br />

Tornando per un attimo ancora al gioco di invertire le parti, mi viene una domanda:<br />

“Avremmo avuto una Resistenza al Sud?”.<br />

La storia dice che non ce ne fu occasione, né tempo, ma racconta di alcuni segni: i<br />

fatti di Bari, le giornate di Napoli, le diverse azioni individuali e collettive, in<br />

Capitanata come altrove, non organizzate, insofferenza che diventava ribellione.<br />

Quanti sanno <strong>della</strong> Repubblica di Maschito, piccolo centro del Vulture, che viene<br />

proclamata il 15 settembre 1943? La Prima Repubblica Partigiana d’Italia, la prima<br />

forma di autogoverno, in rivolta al regime fascista, che nacque spontaneamente in<br />

tutto il Paese. Ebbe vita breve, venti giorni, finché il Prefetto riprese il potere<br />

arrestandone il Sindaco, Domenico Bochiccio, che come primi atti del suo Consiglio<br />

in seduta pubblica aveva dichiarato la decadenza del regime fascista, la decadenza<br />

<strong>della</strong> Monarchia e l’istituzione <strong>della</strong> Repubblica.<br />

Allora, alla frase di Vittorio Fiore, intellettuale antifascista : “La resistenza<br />

cercatela anche al Sud”, pronunciata in occasione del cinquantesimo anniversario<br />

<strong>della</strong> Liberazione, con la quale invitava ad una ricerca più approfondita sul contributo<br />

<strong>della</strong> Puglia e del meridione alla lotta di Liberazione nazionale, mi permetto di dare<br />

un significato che va oltre l’ambito geografico, che investe invece quello<br />

antropologico, la gente, quella del Sud, nella fattispecie quella di Foggia, che fosse<br />

qui o altrove, perché emigrata per motivi di lavoro, militari sbandati, gente che non<br />

poteva rientrare e la sua partecipazione alla Resistenza.<br />

Foggia-Resistenza-Partigiani per anni è stato esclusivamente legato ai nomi dei<br />

fratelli Biondi, Vincenzo e Luigi, per molti solo una via cittadina, un bassorilievo<br />

come altri nella Villa comunale.<br />

A questi, più di recente, si è aggiunta la bella ed alta figura del tenore-partigiano<br />

Nicola Ugo Stame.<br />

Sembrava finito qui, al posto <strong>della</strong> parola “fine” un assillo però: “Possibile!!??”.<br />

Poi qualche scampolo di memoria è iniziato a riemergere, notizie qua e là. Come<br />

nel naufragio di una nave: tutto si sfascia, molto va a fondo, poco galleggia indeciso.<br />

Il tempo e le maree pian piano spiaggiano e restituiscono “rottami”, li sottraggono<br />

alla memoria del mare per restituirli a quella dell’uomo.<br />

È un lavorio lento, sempre più difficile.<br />

Concentrandomi solo su Foggia e la sua gente, ho messo insieme un po’ di pezzi,<br />

non tutti certamente, sottraendoli al naufragio <strong>della</strong> memoria. La speranza, e questa è<br />

l’occasione giusta, è che altri riprendano di qui, anche con una “rete” di interesse<br />

comune per la conoscenza.<br />

Foggia, marzo 2013<br />

R d S<br />

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