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LA RESISTENZA DA (RI)SCOPRIRE<br />
È ancora lungo il cammino da percorrere perché si abbia una precisa coscienza del<br />
rilevante contributo che i Meridionali hanno dato alla Resistenza. Ma non è una<br />
coincidenza che, laddove siano stati apprestati archivi che documentano<br />
compiutamente i profili delle donne e degli uomini che scelsero di lottare per la<br />
democrazia e la libertà, emerga nettamente l’importanza <strong>della</strong> partecipazione di<br />
quanti venivano dal Sud.<br />
L’elenco che segue, tratto dal sito dell’Istituto Piemontese per la Storia <strong>della</strong><br />
Resistenza, racconta di ben 128 uomini e donne nati a Foggia che hanno avuto<br />
riconoscimenti per la loro partecipazione alla Resistenza e di cui fino ad oggi vi era<br />
scarsa conoscenza.<br />
Tra di essi ci sono comandanti partigiani, caduti e deportati, ad ulteriore conferma<br />
che il vento <strong>della</strong> Liberazione soffiò forte in tutta Italia.<br />
È utile precisare, come si rileva dal sito, che “Nel 1992 gli Istituti piemontesi per la<br />
Storia <strong>della</strong> Resistenza hanno avviato sotto la direzione di Claudio Dellavalle una<br />
ricerca che si proponeva di riprendere l’indagine sulla quantificazione del movimento<br />
partigiano [omissis]”<br />
“L’obiettivo era di ricostruire in modo sistematico il profilo quantitativo e<br />
sociologico dell’esercito partigiano su scala regionale attraverso l’analisi dei singoli<br />
combattenti, analisi che permette ora di affrontare in modo meno approssimativo il<br />
nodo cruciale del rapporto del movimento partigiano e la società in cui esso operava<br />
o di cui era l’espressione [omissis]”<br />
“La documentazione presa in esame è quella prodotta dalla Commissione regionale<br />
piemontese per il riconoscimento delle qualifiche partigiane [omissis] costituita con<br />
altre dieci Commissioni regionali dal Decreto Luogotenenziale 21 agosto 1945, n.<br />
518”.<br />
Le qualifiche previste dal decreto erano due, quella di “partigiano” e quella di<br />
“patriota”, quest’ultima per coloro che avevano collaborato e contribuito attivamente<br />
alla lotta di liberazione, sia militando nelle formazioni partigiane per un periodo<br />
minore di quello previsto, sia prestando costante e notevole aiuto alle formazioni<br />
partigiane.<br />
La Commissione piemontese utilizzò un ulteriore 3° livello, quello di “benemerito”<br />
per riconoscere coloro che avevano svolto un’opera di supporto alle forze<br />
combattenti.<br />
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