download.. - Gli Amici della Domenica
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PASQUALE BALSAMO<br />
Nato a Foggia il 4 settembre 1924, morto a Roma il 29 settembre 2005. Fu<br />
partigiano, giornalista,ideatore del notiziario RAI “Onda Verde” e dirigente ACI.<br />
Durante la Seconda Guerra Mondiale, a Roma, Balsamo è partigiano e aderente ai<br />
G.A.P. – Appena 19enne, è tra i protagonisti <strong>della</strong> strage di Via Rasella contro gli<br />
occupanti nazisti.<br />
Il giovane Pasquale, quel pomeriggio, faceva parte del gruppo di Comando che<br />
doveva agire in via Rasella. Vede arrivare i tedeschi mentre un gruppo di ragazzini,<br />
correndo, si addentrano verso la strada prendendo a calci un pallone. Velocemente si<br />
avventa nel gruppo dando un calcio alla palla, allontanandola in un’altra direzion. “A<br />
fjo de ‘na mignotta”, gli urlano arrabbiati i ragazzini, rigettandosi sulla palla ma<br />
fortunatamente lontano dall’incombente pericolo. L’organizzazione cerca di avvisare<br />
le persone in transito invitandole ad allontanarsi. Il resto è storia nota, immortalata<br />
anche in alcuni celebri film.<br />
Due settimane dopo lo arrestano mentre prepara un attentato contro Vittorio<br />
Mussolini, ma il commissario – in realtà per un suo interesse – lo fa ricoverare alla<br />
Neuro. Ci resta pochi giorni fino a quando non arriva un’ispezione <strong>della</strong> commissione<br />
medica tedesca. Balsamo si fa trovare accovacciato sulla ringhiera del letto,<br />
appollaiato come un uccello. <strong>Gli</strong> chiedono cosa faccia in quella posizione e lui, per<br />
tutta risposta e in un tedesco maccheronico risponde: “Pappagallen!”. Dopo cinque<br />
minuti i tedeschi se ne vanno, convinti di avere a che fare con un malato vero!<br />
Balsamo, con altri compagni, si arruola successivamente nella Brigata d’Assalto<br />
Cremona e combatte sul fronte del Senio, da Ravenna fino alla liberazione di<br />
Venezia, il 27 aprile 1945.<br />
“Pasquale Balsamo, audacissimo studente diciannovenne, fu arrestato e<br />
successivamente liberato credendo che appartenesse ad una banda di rapinatori.<br />
Essendo anche uno degli autori dell’agguato a via Rasella avrei fatto il mio dovere a<br />
farlo fucilare…”. Così racconta Kappler, il boia delle Ardeatine, a Renato Di Mario,<br />
comandante del carcere militare di Gaeta ove Kappler era ristretto, insieme a Reder, il<br />
boia di Marzabotto.<br />
Per il suo atto coraggioso e per la stessa iniziativa ottiene una medaglia di bronzo e<br />
una croce di guerra al valor militare dal Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.<br />
Dopo la seconda guerra mondiale al giornalismo ed entra come cronista all’’Unità.<br />
È sua la prima inchiesta giornalistica in Italia sulle borgate e la qualità <strong>della</strong> vita. Nel<br />
giornale diventa capocronista, notista politico e vi rimane fino al 1960.<br />
Lo vogliono a “Radio Praga”, a “Radio Mosca”, a “Radio Tirana” ma lui rifiuta.<br />
<strong>Gli</strong> propongono di tornare nella sua città di origine e dirigere la Federazione di<br />
Foggia del PCI, con la prospettiva di diventare successivamente deputato, ma rifiuta<br />
anche quella ipotesi. La politica di mestiere non fa per lui. [omissis]<br />
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