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Non avrebbe più cantato come professionista, organizzando solo alcuni concerti<br />
privati in favore di orfani di guerra.<br />
Un impresario sudamericano, ascoltata la sua voce, tenta di scritturarlo per una<br />
tournee in quell’America Latina dove aveva vissuto, , presso alcuni parenti <strong>della</strong><br />
mamma, dai sedici ai venti anni.<br />
Una possibile “via di fuga” dalla barbarie dell’occupazione nazifascista che Stame<br />
rifiutò con fermezza per non lasciare i suoi compagni, la sua missione.<br />
<strong>Gli</strong> azionisti di “Bandiera Rossa”<br />
Il Movimento Comunisti d’Italia, cui apparteneva Stame, era più noto come<br />
“Bandiera Rossa”. Scomparve intorno al 1946 e fu presto dimenticato, pur essendo<br />
stato tra i protagonisti <strong>della</strong> Resistenza nella capitale.<br />
Una formazione politica di cui si è sempre parlato poco e mai volentieri e che pur<br />
ha avuto – nei nove mesi dell’occupazione nazista – 186 caduti (tre volte quelli del<br />
PCI), 137 arrestati e deportati.<br />
I combattenti “riconosciuti” dal movimento furono 1.183 (cinque in più di quelli<br />
del PCI). Si trattava di comunisti lontani dalle logiche del partito, che rifiutarono la<br />
politica d’unità nazionale e il monolitismo nei rapporti interni al PCI, cercando una<br />
via alternativa e socialista.<br />
Per Silverio Corvisieri, che ha raccontato il percorso e le gesta di “Bandiera<br />
Rossa”, gli azionisti del Movimento Comunisti d’Italia videro nella Resistenza<br />
italiana il prologo di una rivoluzione proletaria.<br />
Fu Giovanni Amendola, deputato socialista, intellettuale e antifascista, a dire che<br />
non si può fare la storia <strong>della</strong> Resistenza a Roma senza esaminare obiettivamente<br />
l’attività svolta da “Bandiera Rossa”. Un movimento che seppe riunire nella stessa<br />
organizzazione il futuro ministro socialdemocratico Matteo Matteotti e lo scrittore<br />
Guido Piovene insieme ai sottoproletari di Centocelle e Primavalle, e che, pur senza<br />
aderire al CNL, riuscirà a collaborare strettamente con i servizi militari inglesi e<br />
americani e, al tempo stesso, avere principalmente la sua base tra i diseredati e le<br />
borgate.<br />
I militanti di “Bandiera Rossa” furono gli ultimi a lasciare le sedi di confino e le<br />
carceri dopo il 25 luglio 1943, ma i primi ad accorrere, dopo l’8 settembre, al fianco<br />
dei soldati impegnati nella difesa <strong>della</strong> capitale.<br />
Sempre Corvisieri rivendica a “Bandiera Rossa” l’onore del primo colpo sparato<br />
contro i tedeschi.<br />
Tra le azioni più eclatanti del movimento – che disponeva di una tipografia propria<br />
e tirava dodicimila copie clandestine del proprio giornale, duemila più de l’Unità – il<br />
furto di un’intera batteria contraerea, smontata e nascosta in una grotta.<br />
Il 7 novembre del 1943, anniversario <strong>della</strong> rivoluzione bolscevica, un aderente a<br />
“Bandiera Rossa” scala il famoso Alberone in via Appia, issandovi un drappo rosso<br />
con falce e martello.<br />
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