SPARTACUS Questionario sul film - Francesca Gasperini
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<strong>SPARTACUS</strong><br />
di Alice Franca, classe II^ G, a.s. 2007/’08<br />
<strong>Questionario</strong> <strong>sul</strong> <strong>film</strong>:<br />
1. Ricostruisci il percorso di Spartaco dalla sua terra<br />
d’origine alla scuola per gladiatori, alle tappe del suo viaggio<br />
verso la libertà. Precisa, quando lo ritieni opportuno, a quale<br />
paesi/città moderni corrispondono i luoghi da te segnalati.<br />
2. Qual era la speranza di vita per uno schiavo-gladiatore?<br />
Poteva godere di qualche privilegio?<br />
3. Prima della rivolta c’è una scena in particolare in cui<br />
Spartaco rivendica la propria dignità di uomo. Di quale<br />
scena si tratta?<br />
4. Qual era il piano di Spartaco dopo la rivolta degli schiavi?<br />
Con l’aiuto di chi intendeva realizzarlo? Perché il piano<br />
fallisce?<br />
5. Cosa significa l’espressione “morituri te salutant” rivolta dagli schiavi-gladiatori ai<br />
nobili romani? Cosa significa l’acronimo “S.P.Q.R.” che si nota <strong>sul</strong>lo sfondo durante<br />
le assemblee senatorie? Fai una piccola ricerca per scoprirlo, avvalendoti anche<br />
delle tue conoscenze della lingua latina.<br />
6. Cerca notizie storiche <strong>sul</strong>la vicenda di Spartaco per appurare se il finale del <strong>film</strong><br />
rispecchia fedelmente la vicenda reale.<br />
7. Nel <strong>film</strong>, al macro-tema dell’assenza di libertà (con le conseguenze che si<br />
riflettono su chi è schiavo) sono collegati due micro-temi quali il sentimento<br />
dell’amicizia e il desiderio di conoscenza, aspetti questi che caratterizzano l’uomo<br />
libero distinguendolo dallo schiavo-animale.<br />
Facendo riferimento alle scene del <strong>film</strong> in cui ti sembra di ravvisare tali filoni<br />
tematici, esponi prima le tue personali riflessioni a riguardo, quindi poniti alcune<br />
domande che scaturiscono in te da tali riflessioni.<br />
1. Spartaco proveniva dalla Tracia, adesso divisa tra Grecia, Bulgaria e Turchia.<br />
Prestò servizio come militare in Macedonia, ma dopo la sua diserzione fu ridotto<br />
in schiavitù e venduto come gladiatore alla scuola di gladiatori di Capua. Qui<br />
iniziò una rivolta a capo di un esercito di gladiatori e si rifugiò alle pendici del<br />
Vesuvio. Il suo esercito di schiavi continuò ad ingrandirsi e saccheggiò molte<br />
città nella Campania, nella Lucania (odierna Basilicata) e nell’Apulia, a nord-ovest<br />
del Gargano. Nel 72 a.C. risalì la penisola italica e attraversò gli Appennini,<br />
fermandosi a Modena con l’intenzione di attraversare le Alpi, ma abbandonando<br />
il progetto ripartì tentando di portare la rivolta anche nella Lucania meridionale<br />
e in Sicilia. Nel centro Italia, nel Piceno, affrontò Crasso con successo e<br />
attraversò il Bruzio, l’odierna Calabria, per incontrare a Brindisi i pirati cilici<br />
che lo avrebbero aiutato a fuggire fornendogli navi, ma questi vennero meno<br />
all’impegno perché corrotti dai romani. Allora Spartaco divise in due parti
l’esercito: la prima fu sbaragliata da Crasso nella Piana di Sele, vicino all’odierna<br />
Salerno, mentre la seconda, campeggiata da Spartaco, tentò di risalire la<br />
penisola, ma fu vinta anche questa da Crasso che fece crocifiggere i superstiti<br />
della battaglia lungo la Via Appia che si estendeva fino a Brindisi, Capua,<br />
Benevento e Taranto.<br />
2. La speranza di vita di uno schiavo gladiatore era minima. La loro vita consisteva<br />
nell’allenarsi tutto il giorno al fine di diventare forti per intrattenere i romani<br />
con i loro duelli. I gladiatori combattevano fino alla morte: la maggior parte<br />
delle volte morivano nel duello, uccisi dal loro avversario, ma alcuni morivano<br />
nell’addestramento, che era quindi incredibilmente duro e rischioso. Per questo<br />
la speranza di vita di un gladiatore era veramente bassa: ai pericolosissimi duelli<br />
si aggiungeva un allenamento altrettanto rischioso. Solitamente gli schiavi non<br />
godevano di alcun privilegio ma nella scuola, ogni sera, veniva data ai gladiatori<br />
una donna, perché si potessero divertire. La donna era come un premio per<br />
essere sopravvissuti all’allenamento quotidiano. Anche a Spartaco la prima notte<br />
fu data una donna, Varinia, di cui si innamorerà.<br />
3. Spartaco è un personaggio con una grande dignità. Lo si nota nella scena in cui<br />
gli viene data per una notte una donna: Varinia. Appena entrato in camera con la<br />
sua donna si accorge di essere spiato da Batiato e dall’allenatore, che volevano<br />
osservare come si sarebbe comportato con Varinia, visto che non aveva mai<br />
avuto una donna in vita sua. Spartaco viene deriso e umiliato dai due uomini e<br />
proprio qui rivendica la sua dignità di uomo urlando più volte “non sono un<br />
animale!”. Questa scena è molto significativa in quanto ci mostra in che modo<br />
venivano trattati gli schiavi, quasi come animali e il forte senso di dignità che<br />
comunque preservavano anche in quelle condizioni.<br />
4. Spartaco desiderava diventare libero, lasciare la penisola italica e vivere una<br />
vita libera assieme agli altri schiavi rivoltosi. Per andarsene chiese aiuto ai<br />
pirati cilici, che gli promisero di fargli trovare delle navi al porto di Brindisi in<br />
cambio di oro. Spartaco non riuscì a realizzare il suo piano perché Crasso,<br />
incaricato di reprimere la rivolta degli schiavi, convinse i pirati a tradire<br />
Spartaco in cambio di una grande somma di denaro. Infatti a Brindisi Spartaco<br />
non trovò le navi promesse. Intanto Crasso avanzava da Roma verso Brindisi e<br />
Spartaco fu costretto dalle truppe di Lucullo sbarcate a Brindisi a risalire la<br />
penisola e ad affrontare il nemico. Nel frattempo un esercito guidato da<br />
Pompeo sbarcava in Calabria. Spartaco sperava di riuscire a sconfiggere Crasso,<br />
ma non sapeva che al suo esercito si sarebbero uniti quello di Lucullo e quello di<br />
Pompeo, grazie a un passo segreto negli Appennini. In questo modo Spartaco si<br />
ritrovò accerchiato e venne sconfitto.<br />
5. L’espressione morituri te salutant significa “coloro che stanno per morire ti<br />
salutano”. Questa era la tipica frase che i gladiatori rivolgevano ai nobili in<br />
onore dei quali dovevano combattere prima dello scontro, cioè della morte di<br />
uno o di entrambi.
L’acronimo S.P.Q.R. significa “Senatus PopulusQue Romanus”, cioè “Il Senato e il<br />
Popolo romano”. Questo sta ad indicare i patrizi e i plebei.<br />
Può anche essere inteso come “Senatus PopulusQue Romae” che significa “Il<br />
Senato e il Popolo di Roma”.<br />
6. Nel <strong>film</strong> Spartaco viene portato a Roma con Antonino. I due vengono fatti<br />
combattere a morte: Spartaco riesce ad uccidere Antonino risparmiandogli la<br />
pena della crocifissione che sarebbe toccata al vincitore. Quindi il protagonista<br />
è l’ultimo schiavo a essere crocifisso lungo la Via Appia. Nella realtà morì in<br />
battaglia, anche se il suo corpo non venne mai ritrovato.<br />
7. Nel <strong>film</strong> Spartacus al tema dell’assenza di libertà sono collegati i temi<br />
dell’amicizia e del desiderio di conoscenza. Il tema dell’assenza di libertà è la<br />
base dell’intero <strong>film</strong>. Spartaco, come ogni schiavo, desidera più di ogni altra<br />
cosa al mondo essere libero e lotta per questo fino alla morte. La condizione di<br />
schiavo è uguale a quella di un animale, è terribile e distrugge la dignità di un<br />
uomo, per questo Spartaco ha deciso di arrivare a sacrificare la propria vita per<br />
dare un esempio significativo di come si può lottare per ciò in cui si crede e per<br />
la libertà agli altri schiavi come lui per spingerli alla rivolta. La libertà è un<br />
requisito necessario per vivere, ma non vivere nel senso di respirare o di avere<br />
sangue nelle vene ma nel senso di lottare per realizzare un sogno, provar<br />
emozioni ed essere felici. Forse anche questo ha spinto Spartaco alla ribellione:<br />
non aveva niente da perdere oltre ad una vita che non amava e per questo cerca<br />
di avere una vita migliore da uomo libero. Un uomo libero aveva una vita migliore<br />
perchè non solo non veniva trattato come un animale e poteva decidere da solo<br />
della propria vita, ma anche perché a un uomo libero è concessa una dignità e un<br />
senso dell’onore che uno schiavo, dopo aver vissuto del tempo in quelle<br />
condizioni, perde. Spartaco, oltre a non dover più combattere come gladiatore,<br />
voleva anche ottenere la libertà di amare chi desiderava, cioè Varinia, anch’essa<br />
desiderosa di poter amare un solo uomo da lei scelto.<br />
Il tema dell’amicizia è molto forte nel <strong>film</strong> e lo si nota nella solidarietà che gli<br />
schiavi avevano gli uni con gli altri, nell’unità dell’esercito e nel profondo<br />
rispetto che tutti avevano verso il loro comandante. Inoltre ci sono varie scene<br />
in cui questo tema è molto presente, come quella in cui, davanti a Crasso, Glabro<br />
e le rispettive mogli, Spartaco deve combattere in un duello a morte con un<br />
gladiatore della sua stessa scuola. Quest’ultimo, nonostante prevalga <strong>sul</strong><br />
protagonista, gli risparmia la vita in nome dell’amicizia che li legava. Questo<br />
gesto, però, gli costa la vita, infatti è questa la sorte di un gladiatore che<br />
disobbedisce all’ordine di uccidere l’avversario in un duello a morte. Il<br />
messaggio che trasmette questa scena è forte e chiaro: si può dare la vita per i<br />
propri amici e ciò in cui si crede.<br />
Un’altra scena in cui si può notare il forte legame di amicizia tra i personaggi è<br />
quella in cui, verso la fine del <strong>film</strong>, Crasso cerca di trovare tra i superstiti<br />
Spartaco. Crasso minaccia lo schiavo di crocifiggere tutti i sopravvissuti della
attaglia se non si fosse consegnato a lui. Ma proprio mentre Spartaco sta per<br />
alzarsi in piedi e consegnarsi a Crasso tutti gli schiavi si alzano e affermano di<br />
essere Spartaco per salvare il loro leader e per dimostrargli la loro solidarietà.<br />
Il legame che univa tutti i componenti dell’esercito al loro comandante era così<br />
solido da spingere gli schiavi a sacrificarsi per lui. Gli schiavi a questo punto<br />
preferiscono essere tutti crocifissi e seguire lo stesso destino di Spartaco pur<br />
di non lasciar morire da solo il loro comandante.<br />
Un’altra scena significativa è il duello a morte tra Antonino e Spartaco. Il<br />
vincitore e quindi il superstite sarebbe stato crocifisso. Ognuno dei due cerca<br />
di uccidere l’altro nel duello per risparmiargli l’agonia della crocifissione. Il<br />
duello viene vinto da Spartaco che in questo modo evita all’amico una morte<br />
dolorosa. Anche in questa scena possiamo notare il forte legame che unisce i<br />
due personaggi, pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro.<br />
Il desiderio di conoscenza è qualcosa di insito nell’uomo. Tutti gli uomini hanno<br />
bisogno di conoscere, hanno questa necessità, è qualcosa che fa parte della<br />
natura umana. Anche Spartaco desidera conoscere e questo lo notiamo nelle<br />
varie scene in cui chiede ad Antonino di raccontare una poesia o di cantare.<br />
Quando Antonino gli dice di voler combattere Spartaco glielo vieta dicendogli<br />
che tutti possono combattere ma non tutti sanno cantare e sono istruiti.<br />
Queste parole simboleggiano il profondo rispetto che Spartaco nutriva per la<br />
cultura e l’arte e l’attenzione che aveva nel voler mantenere in vita quella<br />
persona istruita che poteva insegnare agli altri. Antonino all’interno<br />
dell’esercito di Spartaco simboleggia la conoscenza e la fonte da cui gli altri<br />
potevano acquisirla. La conoscenza è strettamente legata alla libertà: infatti, al<br />
giorno d’oggi, chi non ha una cultura viene spesso influenzato e alcune volte<br />
truffato, poiché la mancanza di conoscenza porta ad essere più ingenui e quindi<br />
ad avere una limitata libertà nelle scelte.<br />
Questo <strong>film</strong> è molto significativo e ci fa riflettere su temi importanti come<br />
quello della schiavitù o quello della libertà. Ma perché esisteva la schiavitù?<br />
Come si può umanamente decidere chi è schiavo e chi no segnando la vita di una<br />
persona? Come potevano i romani restare indifferenti di fronte a questa<br />
ingiusta disparità? I romani erano quindi un popolo che amava i duelli, i<br />
combattimenti e il sangue e che non aveva umanità? Forse la schiavitù esiste<br />
perché è una situazione determinata dall’indole violenta del genere umano. In<br />
ogni secolo l’uomo è sempre stato dominato da grandi manie di conquista: è nella<br />
natura umana desiderare potere, ricchezza e gloria e la via più facile per<br />
ottenere tutto questo è quella di sottomettere un altro popolo per sfruttarlo<br />
assieme alle risorse del suo territorio. È così che l’uomo, scegliendo sempre la<br />
via più semplice e breve, sottomette altri uomini uguali a lui solamente per<br />
l’egoistico desiderio di ricchezza. Anche il pensare prima di tutto a se stessi è<br />
qualcosa che fa parte della natura umana e infatti l’uomo arriva a distruggere la<br />
vita di una persona togliendogli la libertà solo per il proprio tornaconto. Forse
per questo motivo la schiavitù è esistita, forse è perché ognuno pensava solo al<br />
proprio benessere che i romani riuscivano a restare indifferenti verso chi era<br />
nella condizione di schiavo.<br />
Ma l’amicizia che ruolo ha nel <strong>film</strong>? Sicuramente molto importante: ci sono tante<br />
scene in cui si dà la vita per i propri amici. Ma allora, forse, l’egoismo non è così<br />
forte e l’amicizia e l’amore riescono a distruggerlo. Questo però implica che<br />
l’egoismo prevale se non si prova né amicizia né amore verso il prossimo. Forse è<br />
per questo che accorriamo sempre in aiuto dei nostri amici, ma restiamo<br />
indifferenti qualunque cosa accada alle persone che non conosciamo.<br />
E il desiderio di conoscenza? Se è così forte nell’uomo allora perché non<br />
desideriamo conoscere gli altri e la situazione in cui si trovano per poterli<br />
comprendere? Perché i romani si interessavano alla cultura e non alla condizione<br />
che distruggeva l’animo delle persone ridotte in schiavitù? Forse chiudevano gli<br />
occhi solo per non vedere il dolore che infliggevano alle altre persone. Ma<br />
perché oggigiorno ci interessiamo di letteratura, cinema, scienze, musica, ma<br />
non ci interessiamo dell’animo altrui? Forse perché ci spaventa venire a<br />
conoscenza delle cose terribili che affliggono l’uomo, forse perché è più facile<br />
interessarsi a qualcosa che si può reperire facilmente, leggendola su un libro o<br />
guardando la TV, forse perché è difficile cercare nel profondo dell’animo umano<br />
per capirne le sofferenze. Per questo chiudiamo gli occhi.<br />
Questo <strong>film</strong> racchiude preziosi insegnamenti e ci fa pensare <strong>sul</strong>le ingiustizie<br />
che ci sono in questo mondo e che sono originate solo ed esclusivamente<br />
dall’egoismo dell’uomo.