fistola anastomotica post colectomia. revisione ... - Carbone Editore
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Acta Chirurgica Mediterranea, 2009, 25: 119<br />
FISTOLA ANASTOMOTICA POST COLECTOMIA. REVISIONE DELLA LETTERATURA E DESCRI-<br />
ZIONE DI UN CASO CLINICO TRATTATO CON COLLA DI FIBRINA UMANA<br />
FRANCESCO SCIORTINO - IGNAZIO CIUCIO - GIACOMO GIANNONE - GIUSEPPE CACIOPPO - VINCENZO PROVENZANO -<br />
SALVATORE DEMMA - FILIPPO BARTOLOTTA<br />
Regione Sicilia ASP 6 - Distretto I - Ospedale Partinico - U.O. di Chirurgia Generale e d’Urgenza (Responsabile: Dr. F. Sciortino)<br />
[Anastomotic fistula after colectomy. Literature review and description of a clinical case treated with human fibrin glue]<br />
RIASSUNTO<br />
La <strong>fistola</strong> <strong>anastomotica</strong> è una grave e relativamente frequente<br />
complicanza della chirurgia del colon retto.<br />
Gli autori descrivono le basi del trattamento della <strong>fistola</strong><br />
<strong>anastomotica</strong> prendendo spunto da un caso di recente osservazione<br />
trattato con efficacia attraverso l’uso della colla di fibrina<br />
umana (Tissucol).<br />
Parole chiave: Fistola <strong>anastomotica</strong>, trattamento conservativo,<br />
chirurgia rettale<br />
Introduzione<br />
La <strong>fistola</strong> <strong>anastomotica</strong> (FA) è un neocanale<br />
patologico che si sviluppa entro o nelle vicinanze di<br />
un’anastomosi. Il canale permette il drenaggio nello<br />
stesso lume rettale, nel peritoneo, in organi cavi<br />
viciniori (vescica, utero, vagina) o direttamente<br />
all’esterno.<br />
La FA viene distinta in semplice formato da un<br />
solo tramite o complessa (più tramiti spesso tortuosi):<br />
a bassa o ad alta portata.<br />
Sulla base dei dati in letteratura si evince che<br />
la FA colonrettale in chirurgia oncologica rappresenta<br />
una grave e relativamente frequente complicanza<br />
(1) e si osserva in un range compreso tra il 2 e il<br />
20 % in relazione alle diverse casistiche, con una<br />
media intorno al 6% (2) .<br />
Verosimilmente si tratta di un dato sottostimato<br />
in quanto in una percentuale non trascurabile<br />
che, secondo alcuni autori supera anche l’80% dei<br />
casi, la <strong>fistola</strong> si sviluppa, almeno nella fase iniziale,<br />
in maniera a-paucisintomatica, venendo riscontrata<br />
occasionalmente durante indagini eseguiti per<br />
controllo (1) .<br />
La patogenesi della FA non è stata completamente<br />
definita.<br />
SUMMARY<br />
Colonrectal anastomosis fistula is a not rare and severe<br />
complication of colectomy.<br />
The authors describe the basics of treatment of anastomotic<br />
fistulas starting from the study of a recent observed case,<br />
treated effectively through the use of human fibrin glue<br />
(Tissucol).<br />
Parole chiave: Anastomotic fistula, conservative treatment,<br />
rectal surgery<br />
Si tratta verosimilmente di un meccanismo<br />
multifattoriale, dove alla base vi è l’evoluzione di<br />
una mini deiscenza o di uno scorretto appaiamento<br />
dei margini anastomotici che favorirebbero la formazione<br />
di un sinus su cui si accumulerebbe una<br />
raccolta di materiale intestinale e fecale.<br />
Da questa raccolta scaturisce un processo flogistico<br />
con ascessualizzazione e conseguente fistolizzazione.<br />
Il quadro clinico varia dall’assenza di<br />
sintomi sino ai segni clinici associati alla peritonite<br />
con insufficienza multi organo e mortalità che varia<br />
dal 10 al 50%. I più comuni segni clinici associati<br />
alla FA sono il dolore pelvico e la febbre.<br />
La FA si sviluppa in genere entro i primi 10<br />
giorni dal confezionamento dell’anastomosi ma<br />
sono stati anche descritti casi a lunga incubazione<br />
(6 mesi) a più difficile risoluzione, solitamente in<br />
pazienti sotto<strong>post</strong>i a terapia adiuvante e a radioterapia.<br />
La FA più abitualmente interessa la resezione<br />
bassa, in pazienti defedati, ipoalbuminemici, in stadio<br />
oncologico avanzato (3-9) .<br />
Le ultime osservazione indicano un ridimensionamento<br />
del fattore età. Sembrerebbe infatti che<br />
l’età di per se incida ben poco e che la maggior<br />
incidenza osservata in pazienti anziani sia correlata<br />
alle patologie concomitanti (10) .
120 F. Sciortino - I. Ciucio et Al.<br />
In considerazione che l’incidenza della FA non<br />
sia significativamente modificata durante gli ultimi<br />
25 anni, nonostante un miglioramento tecnologico<br />
dei dispositivi chirurgici, è possibile dedurre che le<br />
anastomosi meccaniche non incidano significativamente<br />
sulla incidenza della FA (11, 12) .<br />
Recenti studi suggeriscono come il trattamento<br />
chirurgico esteso alla metastasi epatica sincrona,<br />
qualora asportabile, non incrementa il rischio di<br />
complicanza anastomotiche. Per quanto concerne il<br />
tipo di approccio chirurgico, laparotomico o laparoscopico,<br />
i controversi dati in letteratura non consentono<br />
di trarre delle chiare conclusioni su quale, tra le<br />
due tecniche, sia più schiva da questa complicanza.<br />
Dagli ultimi studi tuttavia emerge sempre più<br />
la convinzione che il rischio in laparoscopia equivale<br />
a quello laparotomico, soprattutto quando l’anastomosi<br />
viene confezionata secondo i principi di<br />
una buona condotta chirurgica che consiste nella<br />
completa pulizia intestinale, nella buona vascolarizzazione<br />
dei margini di sezione, nell'assenza di tensione<br />
dei monconi da anastomizzare, nella precisione<br />
della tecnica di confezionamento dell'anastomosi<br />
e nel drenaggio ottimale, quando richiesto. Dati<br />
contrastanti emergono anche per il tipo di anastomosi<br />
(anastomosi diretta versus anastomosi J<br />
pouch).<br />
Viene di seguito riportata la nostra casistica<br />
concernente il trattamento dell’adenocarcinoma del<br />
retto con particolare riguardo all’incidenza e il trattamento<br />
della FA.<br />
Materiale e metodi<br />
Dal 10 gennaio 2001 al 10 agosto 2009, presso<br />
il reparto Chirurgico dell'Ospedale di Partinico,<br />
sono stati trattati 85 pazienti affetti da patologia rettale<br />
di natura oncologica. Di questi, 5 hanno ricevuto<br />
un trattamento palliativo per la gestione di complicanze<br />
occlusive (posizionamento di 2 stents<br />
colonrettali) ed emorragiche (coagulazione con<br />
Plasma di Argon in colonscopica in 3 casi).<br />
I rimanenti 80 pazienti sono stati trattati chirurgicamente:<br />
28 donne (35%); 52 Uomini (65%).<br />
La distribuzione in base all’età risultava essere:<br />
2 sotto i 40 anni; 10 tra i 41-50; 19 tra 51-60; 21<br />
tra 61-70; 23 tra 71-80; 5 sopra 80.<br />
La neoplasia ha interessato più frequente il<br />
retto superiore con 38 casi (47.5%), il retto medio è<br />
stato coinvolto in 33 casi (41.25%) mentre il retto<br />
distale in 9 casi (11.25%). Non sono stati inclusi i<br />
carcinomi sincroni.<br />
La distinzione in base allo stadio risultava<br />
essere: Stadio 0, 2 Casi (2.5 %); stadio I, 5 casi (6.5<br />
%); stadio II, 17 Casi (21,25 %); Stadio III 31 Casi<br />
(38.35%); Stadio IV 25 casi (31.255).<br />
Tutti gli interventi sono stati eseguiti per via<br />
laparotomia e di questi 22 (27.5%) in urgenza, mentre<br />
i casi di resezione allargata al fegato (resezione<br />
atipica) per metastasi sono stati 2 (2.5%).<br />
Nel dettaglio (Tab. 1), la tipologia degli interventi<br />
eseguiti è risultata essere: Resezione del retto<br />
sec. Hartmann definitiva 13 casi (16.5%); Resezione<br />
sec.Hartmann 4 casi (5%); resezione anteriore con<br />
ciecostomia 41 casi (51,25%); resezione addominoperineale<br />
sec. Miles 6 casi (7.5%); colostomia<br />
decompressiva 14 casi (17.5%); Asportazione endoscopica<br />
transanale 2 casi (2.5 %).<br />
Elezione Urgenza<br />
Resezione Anteriore Retto e Cecostomia 37 4<br />
Colostomia escludente su bacchetta 7 7<br />
Miles 6 0<br />
Resezione Sec. Hartmann 4 0<br />
Resezione Sec. Hartmann definitiva 2 11<br />
Asportazione trans-anale 2 0<br />
Tab. 1: Distribuzione degli interventi in base alla tecnica<br />
e al Timing Chirurgico.<br />
Complessivamente sono state confezionate 45<br />
(56.25%) anastomosi. Le complicanze a carico dell’anastomosi<br />
sono state: 2 (4,4%) casi di deiscenza;<br />
2 (4,4 %) casi di stenosi, un caso(2,2%) di emorragia<br />
e 3 (6,6%) casi di FA.<br />
Limitatamente alle FA, in tutti e 3 casi si trattava<br />
di pazienti di sesso maschile affetti da carcinoma<br />
rettale medio basso in stadio III. Le fistole sono<br />
state documentate obiettivamente (anorettoscopia) e<br />
radiologicamente (TC addome con e senza MdC).<br />
In un caso la diagnosi è stata accidentale dopo<br />
aver eseguito l’esame radiografico per altro motivo<br />
(TC controllo). La guarigione delle tre FA è avvenuto<br />
entro 20 giorni. Tutti sono stati inizialmente<br />
sotto<strong>post</strong>i ad una terapia di supporto consistente nel<br />
digiuno totale, nutrizione parenterale totale (NPT)<br />
ed antibiotico terapia (AT) endovenosa consistente<br />
in Metronidazolo 500 mg, 3 volte al giorno e<br />
Levofloxacina 500, mg una somministrazione giornaliera.<br />
Un caso è regredito rapidamente dopo i<br />
primi 5 giorni di terapia conservativa (regressione<br />
spontanea?).
Fistola <strong>anastomotica</strong> <strong>post</strong> <strong>colectomia</strong>. Revisione della letteratura... 121<br />
In un altro ancora, in seguito alla resistenza<br />
del trattamento conservativo, si è provveduto ad un<br />
approccio chirurgico in elezione attraverso laparotomia,<br />
toilette dello scavo pelvico, accostamento<br />
tramite punti di sutura staccati, dei margini anastomotici<br />
rinforzati con colla di fibrina e riposizionamento<br />
del drenaggio in sede perianastomotico.<br />
Infine, nell’ultimo caso, dopo nove giorni di<br />
trattamento conservativo con scarso beneficio,<br />
tenendo conto del basso performance status/ASA<br />
elevato, si è provveduto per via endoscopica, previo<br />
consenso informato, al drenaggio della cavità ascessuale<br />
ed all’infiltrazione della <strong>fistola</strong> con proteine<br />
plasmatiche umane coagulabili (Tissucol) che ha<br />
indotto una rapida risoluzione della cavità asessuale<br />
e del suo tramite.<br />
I tre degenti sono stati dimessi dopo circa due<br />
settimane di osservazione con la raccomandazione<br />
di sospendere gradualmente la terapia antibiotica e<br />
di sottoporsi a controlli periodici programmati.<br />
Discussione<br />
Uno stretto monitoraggio, specie nei primi<br />
giorni e nei soggetti a rischio è consigliato, allo<br />
scopo di ottenere una tempestiva diagnosi.<br />
Il controllo si effettua attraverso la valutazione<br />
quotidiana del drenaggio perianastomotico, dell’emocromo,<br />
della frequenza cardiaca e della temperatura<br />
corporea. Nel sospetto è bene effettuare un<br />
esame rettoscopico e clisma opaco con mezzo di<br />
contrasto (MdC) idrosolubile.<br />
L’ecografia addominale è utile nell’evidenziare<br />
raccolte intraperiotoneali e permette l’esecuzione<br />
di una puntura esplorativa per determinare le caratteristiche<br />
della raccolta e l’eventuale posizionamento<br />
di un drenaggio eco-guidato. In uno studio condotto<br />
da C.Eckmann, l’accertamento diagnostico<br />
più accurato è risultato essere la TAC con MdC<br />
(96,7%) che può fornire inoltre un quadro più chiaro<br />
e ampio del processo flogistico (10) .<br />
E’ bene precisare che un indagine in apparenza<br />
normale non esclude una FA in quanto l’uso di<br />
MdC idrosolubile iperosmolare può indurre una<br />
regressione temporanea dell’edema peri<strong>fistola</strong> con<br />
obliterazione della stessa durante l’esecuzione dell’esame.<br />
Nel caso di anastomosi basse, alcuni autori<br />
hanno pro<strong>post</strong>o l’uso della sonda ecografica rettale.<br />
E’in corso di valutazione il ruolo della RMN,<br />
metodica già ampiamente consolidata per l’alta sensibilità<br />
e specificità nello studio delle fistole anali.<br />
Così come per il trattamento di fistole in altre<br />
sedi e di altra natura, la FA del retto riconosce<br />
diversi approcci terapeutici. Distinguiamo un trattamento<br />
invasivo, mini invasivo e conservativo.<br />
Il trattamento chirurgico consiste nell’apertura<br />
dell’addome toilette dello scavo peritoneale<br />
mediante irrigazioni e posizionamento di drenaggi<br />
mirati. A questo punto sono possibili diverse opzioni.<br />
E’ possibile eseguire una asportazione della anastomosi<br />
comprendente il tratto fistoloso e riconfezionamento<br />
di una nuova anastomosi o di una stomia<br />
definitiva lasciando nella pelvi il moncone<br />
distale (Hartmann).<br />
Al fine di ridurre la portata della <strong>fistola</strong> è possibile<br />
eseguire invece una semplice stomia in un<br />
tratto prossimale all’anastomosi (solitamente ileo o<br />
ceco) lasciando immodificata l’anastomosi complicata<br />
o eseguire una chiusura dell’anastomosi attraverso<br />
punti chirurgici. In tutti i casi è consigliabile<br />
comunque, lasciare un drenaggio perianastomotico,<br />
nel caso non sia stato eseguito precedentemente o<br />
sia stato abolito precocemente, come spia di un<br />
eventuale recidiva.<br />
Il trattamento non invasivo tende a stimolare il<br />
processo di granulazione della <strong>fistola</strong> attraverso<br />
diverse tecniche come ad es. l’uso di antibiotici a<br />
largo spettro, il posizionamento, eco o TAC guidato,<br />
di drenaggio intraperitoneale al fine anche di<br />
evacuare eventuali raccolte e/o il posizionamento<br />
del catetere venoso centrale per consentire l’avvio<br />
alla NPT.<br />
Alcuni autori, tuttavia, sostengono che non sia<br />
imperativo il digiuno assoluto, ma quanto meno una<br />
dieta priva di scorie, costituita essenzialmente da<br />
nutrimenti elementari.<br />
Nel caso di fistole che drenano direttamente<br />
nel lume rettale, queste possono essere trattate<br />
mediante lavaggio in rettoscopia. Altri trattamenti<br />
alternativi o di supporto includono la infiltrazione<br />
transrettale di sostanze sclerosanti, di endosponge e<br />
di proteine plasmatiche umane coagulabili.<br />
L’utilizzo di anticorpi monoclinali anti TNF e<br />
di analoghi della somatostatina sono stati descritti<br />
esclusivamente per il trattamento di FA in pazienti<br />
operati per patologie benigne (Morbo di Crohn).<br />
Le indicazioni terapeutiche attuali non sono<br />
univoche. Alcune scuole in considerazione del<br />
rischio di peritonite stercoracea e/o di shock settico,<br />
propendono per un trattamento aggressivo fin dalla<br />
diagnosi, altri autori, sulla base della non rara<br />
regressione spontanea o indotta da terapia di supporto,<br />
propendono per un approccio mininvasivo.
122 F. Sciortino - I. Ciucio et Al.<br />
Controversie riguardano anche la prevenzione<br />
della FA attraverso il confezionamento di una stomia<br />
di protezione. Tale precauzione appare non<br />
limitare l’incidenza anche se sembra ridurre il<br />
rischio di fistole complicate a più tramiti (1) .<br />
A nostro avviso, il trattamento va individualizzato<br />
e modulato sulla base dei fattori prognostici<br />
emersi dalla comprensione dei meccanismi patogenetici<br />
e dal performance status (ASA) del paziente.<br />
In generale, per la prevenzione riteniamo<br />
razionale confezionare una stomia di protezione<br />
specie quando il trattamento chirurgico del tumore<br />
rettale sia stato effettuato in urgenza o si siano verificate<br />
difficoltà tecniche intraoperatorie.<br />
Per il paziente a basso rischio (bassa morbilità,<br />
<strong>fistola</strong> precoce, paucisimtomatico, ileostomia presente,<br />
drenaggio in situ, bassa portata) appare ragionevole<br />
un approccio conservativo basato sulla NPT<br />
e/o AT associato ad uno stretto monitoraggio con<br />
particolarmente attenzione al mantenimento della<br />
volemia e degli elettroliti plasmatici.<br />
E’ bene tener presente che non sempre il mancato<br />
drenaggio della FA testimonia un processo di<br />
guarigione e che un sinus cronico può persistere<br />
come reliquato della risoluzione della FA.<br />
Sulla base di queste premesse sembra opportuno<br />
sospendere l’AT gradualmente solo dopo almeno<br />
due settimane dalle regressione apparente e seguire<br />
un follow up di almeno sei mesi.<br />
Il trattamento chirurgico di nostra preferenza<br />
in prima battuta consiste nel suturare manualmente<br />
a punti staccati la <strong>fistola</strong>, previa cecostomia, lavaggio<br />
peritoneale e riposizionamento di drenaggio.<br />
Riserviamo tale approccio ai pazienti ad alto<br />
rischio (FA plurime o a più tramiti, a lunga incubazione,<br />
ad alta ma anche a bassa portata nel caso in<br />
cui il paziente sia immunocompromesso o presenti<br />
segni settici) o in tutti i casi di resistenza alla terapia<br />
conservativa.<br />
Tuttavia, per quest’ultima circostanza è bene<br />
tenere presente che numerosi studi, benché pecchino<br />
di campioni ridotti, suggeriscono come l’applicazione<br />
di colla di fibrina umana possa, in casi selezionati,<br />
evitare il ricorso alla chirurgia rappresentando<br />
una valida, rapida e sicura soluzione (14) .<br />
Anche in questa nostra singola esperienza l’infiltrazione<br />
di colla di fibrina (Tissucol) si è confermata<br />
essere efficacie nell’accelerare la granulazione<br />
e conseguentemente nella risoluzione del tramite<br />
fistoloso nonché sicura in quanto il folow-up a sei<br />
mesi è risultato essere negativo e privo di complicanze.<br />
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__________<br />
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