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Giunta, come specifica nell’Avviso al Lettore, fondere ed integrare l’interesse per gli studi biblici ed<br />

ebraici molto in voga nella prima metà del Cinquecento (si veda per confronti testuali anche la<br />

traduzione del Pagnino da lui pubblicata nel 1528) con la Vulgata di San Girolamo. Edizione di<br />

notevole interesse f<strong>il</strong>ologico. Esemplare con tracce di polvere e alcune gore n.t., antiche note di<br />

possesso ms. al titolo. LA BIBBIA A STAMPA DA GUTENBERG A BODONI, 54 per altra ediz. Giuntine. [14326]<br />

177. BIBBIA ARABICA. Evangelium Sanctum Domini nostri Jesu Christi conscriptum<br />

a quatuor evangelistis sanctis, id est, Matthaeo, Marco, Luca, et Johanne. Rome, in<br />

typographia Medicea, MDXCI (1591), € 16.000<br />

in-folio, pp. 9-462, (1 contenente avviso e colophon); leg. leggermente posteriore in pergamena<br />

floscia, titolo ms. al dorso (rifatto). Splendida edizione figurata del primo evangelario in lingua araba<br />

con traduzione interlineare latina, composta da Antonius Sionita, (l’anno precedente era stata<br />

impressa un’edizione con <strong>il</strong> solo testo arabo). La Bibbia si presenta adorna di 149 finissime s<strong>il</strong>ografie<br />

a un terzo di pagina (molte di queste monogrammate “LP” per Luca Pennis o Leonardo Parasole),<br />

tratte dai significativi disegni di Antonio Tempesta. La ristampa del 1619 differisce dalla prima per<br />

l’aggiunta di 8 pp., contenenti <strong>il</strong> titolo e la prefazione. Artefice principale della Typographia Medicea<br />

fu l’orientalista G. B. Raimondi, che ne divenne più tardi proprietario; dopo la morte nel 1614, la<br />

tipografia interruppe l’attività e fu trasportata a Firenze. Con molta probab<strong>il</strong>ità, i fondi vennero poi<br />

acquistati da Cesare Malanimeus, <strong>il</strong> quale rimise in commercio le copie invendute dell’opera<br />

aggiungendovi una prefazione “lectori ph<strong>il</strong>arabico” con data 1774. Buon esemplare a pieni margini,<br />

ben conservato anche se con qualche foglio uniformemente brunito. SCHNURRER 318. LAMBRECHT<br />

3077 (Arabic-Latin edition), DARLOW & MOULE (Arabic edition), 1637 (Arabic-Latin edition), 1643<br />

(the 1619 reissue). BALAGNA 36-37. BRUNET II, 1122-23. OLSCHKI CHOIX, 13955. GRAESSE II, 531:<br />

“Les évang<strong>il</strong>es sont divisés par sections à la manière de l’église orientale, mais non pas en chapitres<br />

ni en versets. Il existe trois sortes d’exemplaires qui sont toutes en réalité de la date de 1591…”. [3320]<br />

178. LA BIBBIA. Cioè i Libri del Vecchio, e del Nuovo Testamento. Nuovamente<br />

traslatati (sic) in lingua Italiana, da Giovanni DIODATI, di nation Lucchese. MDCVII.<br />

(Genève, Jean de Tournes, 1607), € 4.800<br />

3 parti in 1 volume in-4° (mm 243x172), pagine (4), 847 (Vecchio Testamento); 178 (i Libri<br />

Apocrifi); 314 (Nuovo Testamento). Grande impresa tipografica al frontespizio, testo su due colonne,<br />

testatine, cap<strong>il</strong>ettera e finalini x<strong>il</strong>ografici. Lussuosa legatura inglese settecentesca in marocchino rosso<br />

con larga bordura dorata ai piccoli ferri sui piatti, titolo in oro al centro del piatto anteriore, ricchi<br />

fregi in oro ai comparti del dorso a cinque nervi. Prima edizione italiana della Bibbia Protestante,<br />

tradotta dall’ebraico e dal greco, nonchè commentata da Giovanni Diodati (1576-1649), convertito<br />

lucchese nato a Ginevra, amico di Paolo Sarpi e di M<strong>il</strong>ton, professore di Ebraico e di Teologia<br />

all’Accademia, attivo membro della comunità accademica ginevrina. La sua stesura era già pronta nel<br />

1603, quando Diodati, non ancora ventottenne, la presentò alla Compagnia dei Pastori di Ginevra.<br />

Questa traduzione fu di estrema importanza per le popolazioni di culto Valdese delle valli piemontesi,<br />

ed è alquanto rara, anche perché fu duramente avversata nei secoli dai cattolici. Esemplare di <strong>il</strong>lustre<br />

provenienza: fu prima nella collezione Hale e poi venne acquisito da Estelle Doheny (1875-1958),<br />

ricordata per essere stata fra le prime grandi collezioniste donne di libri antichi negli Stati Uniti.<br />

Piccoli strappi a alle note marginali di 4 carte, per <strong>il</strong> resto splendido esemplare. Alla carta di guardia<br />

ex libris Hale of Anderley, sotto altro ex libris Robert Blagden Hale, di cui è presente anche una nota<br />

di possesso, alla stessa carta con indicazione: “R.H.B. Hale 1854 May 5”; altro ex libris Estelle<br />

Doheny al contropiatto anteriore. La BIBBIA A STAMPA, n.116: “L’apparato di note, poste in margine<br />

e in calce, mescolate ai riferimenti biblici, segnala spesso soluzioni alternative … Nell’esemplare<br />

esposto non figura né l’editore né la città”. [13080]<br />

179. BIBLIA SACRA vulgatae editionis. Sixti V iussu recognita atque edita. Romae,<br />

sumptibus Andreae Brugiotti, apud haeredem Barthol. Zannetti, 1624, € 4.500<br />

8 vol. in-24 (mm 116x83), con oltre 5000 pp. complessive in caratt. corsivo e tondo. Magnifica<br />

legatura della prima metà del Settecento in pieno marocchino granata, larga bordura oro sui<br />

piatti, dorsi a nervi con tit. e ricchi fregi oro, tagli dorati. Elegante bordura a motivo<br />

archiettonico che racchiude <strong>il</strong> titolo di ciascun vol., ripetuta undici volte (i vol. I, III ed VIII

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