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persecuzioni subite, subito dopo la sua guarigione. All’occhiello la nota di appartenenza:<br />
‘Bibliothecae Colbertinae’ che attesta la presenza del volume nella biblioteca del celebre economista<br />
Jean-Baptiste Colbert (1619-1683). La legatura dogale – ancor più rara in quanto di mezzo secolo<br />
posteriore all’uso più frequente di legature di questo genere – è in marocchino rosso a cassoni, <strong>il</strong><br />
dorso a 5 nervi, con titolo e volute in oro. I piatti presentano un decoro ai piccoli ferri di gusto<br />
orientale su due livelli; al centro dei piatti <strong>il</strong> Leone di S.Marco, a quello anteriore è riportata la dedica<br />
AL D. P. PAOLO SARPI, mentre sull’inferiore è impressa la forma abbreviata di ‘TEOLOGO<br />
CONSULTORE DEL GOVERNO VENETO’. Si tratta dell’unico esempio noto di un volume proveniente<br />
con certezza dalla biblioteca di Paolo Sarpi; conservata presso la Biblioteca della Chiesa di S.Maria<br />
dei Servi, distrutta nel rogo del 1769. Questa edizione non si trova inclusa nel catalogo, in quanto<br />
posteriore al 1599, quando le Biblioteche dei Serviti inviarono alla sede centrale copia dei cataloghi<br />
locali. Questa donazione del Doge al teologo servita è impreziosita da una splendida miniatura<br />
“dogale” su pergamena di Alessandro MERLI, (mm 210x148): entro elaborata bordura con grottesche<br />
in oro, mascheroni e frutta; nel bas-de-page, stemma del Doge Leonardo Donà e la firma<br />
(parzialmente abrasa) in capitali in inchiostro scuro “Alessandr. Merli”. Al centro, dietro un<br />
drappeggio e sullo sfondo di classiche architetture, la Vergine con <strong>il</strong> Bambino in braccio affianca una<br />
Santa con corona e Palma (probab<strong>il</strong>mente Santa Caterina d’Alessandria) che regge in mano <strong>il</strong><br />
presente volume in legatura “dogale”. Il Donà è posto di ¾ e riccamente abbigliato in color porpora.<br />
Merito del Merli fu quello di aver rinnovato l’iconografia ormai stab<strong>il</strong>ita per le Commissioni dogali:<br />
chi riceve la nomina è presentato dal suo santo patrono ad un altro personaggio, spesso <strong>il</strong> Doge in<br />
persona. In una miniatura conservata all’Ermitage di S.Pietroburgo firmata dal Merli (inv. 14145) si<br />
vedono, analogamente alla presente, un personaggio presentato alla Vergine con <strong>il</strong> Bambino da San<br />
Girolamo, raffigurato con un modello di una chiesa in mano.La figura della Vergine, sia nella<br />
miniatura dell’Ermitage, sia nella presente, palesa <strong>il</strong> suo debito nei confronti della Pittura di Veronese<br />
e Tiziano. L’unico altro lavoro firmato dal Merli è un’altra Commissione (di Marino Grimani a<br />
Giovanni Andrea Vernier, capitano di Bergamo) conservata alla Biblioteca Marciana di Venezia (ms.<br />
It. 1350=8085).La miniatura, applicata sul secondo foglio di risguardo e protetta incollando al<br />
contropiatto anteriore una sguardia in carta decorata, è proprio per questo motivo freschissima nei<br />
colori, malgrado piccole mancanze di minio nella bordura dorata esterna, dovute all’espansione della<br />
colla ut<strong>il</strong>izzata per fissare la carta decorata alla sguardia bianca d’origine. Il fatto che <strong>il</strong> soffitto<br />
cassettonato della Chiesa di San Pietro a Maiella dei Servi di Maria sia stato decorato a metà Seicento<br />
da Mattia Preti con scene tratte dalla vita di Santa Caterina d’Alessandria, conferma la devozione dei<br />
Serviti nei confronti della Santa che regge <strong>il</strong> libro per <strong>il</strong> più celebre esponente dell’Ordine. Leonardo<br />
Donà, (1536-1612), fu eletto doge <strong>il</strong> 10.I.1606. Fervidamente religioso ma intransigente “antipapista”<br />
affrontò la minaccia dell’interdetto di papa Paolo V e riuscì ad annullarne gli effetti<br />
attraverso la battaglia condotta sul piano teologico-giuridico da Paolo Sarpi. L’intero dogato di<br />
Leonardo è ricordato per <strong>il</strong> legame con <strong>il</strong> Sarpi: “Prometteva largo premio a chi avesse scoperta e<br />
rivelata qualch’altra ulteriore macchinazione contro la vita del Sarpi…” (GRISELINI, Memorie di<br />
Paolo Servita, 1761). THIEME-BECKER XXIV, 418. DISEGNI VENETI A LENINGRADO, tav. 25.<br />
BÉNÉZIT IX, 511. [17059]<br />
141. TOLEDO, Francesco. Commentaria una cum quaestionibus in tres libros<br />
Aristotelis De anima. nunc recens magna cum d<strong>il</strong>igentia in lucem edita. Venetiis,<br />
apud Iuntas, 1586, € 3.400<br />
in-4, ff. (4), 183, (1), bella legatura veneziana strettamente coeva in piena pelle, duplice<br />
f<strong>il</strong>ettatura con terminazioni angolari a racemi e putti st<strong>il</strong>izzati; grande medaglione centrale con<br />
rotelle a girali e coppia di amorini, <strong>il</strong> tutto impresso in oro; dorso a scomparti con piccoli mazzi<br />
di fiori in oro. Bellissimi tagli dorati e cesellati, con rialzi in biacca. Impresa editoriale al titolo,<br />
testo su due colonne. Pregevole edizione, apparsa la prima volta a Roma nel 1572, di celebre<br />
commento aristotelico. Il Toledo fu teologo ed esegeta (Cordova 1532 - Roma 1596), divenne<br />
cardinale e fu coinvolto nella questione dell’assoluzione di Enrico IV. Ottimo esemplare, al<br />
titolo antica nota di possesso “Francisci Rami” e timbro “Capuccinorum Parthenici”.<br />
CAMERINI II, 916. MANCA AD ADAMS E STC. [17058]