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falso luogo di stampa (Cosmopoli). La tipologia di grafia fa ipotizzare una stesura del<br />

manoscritto intorno alla metà del XVIII secolo, in una fase antecedente alla stampa, così come<br />

alcune varianti testuali confermerebbero. Il presente manoscritto risulta infatti particolarmente<br />

importante poichè alcuni Sonetti tramandano una “lectio” differente: in particolare si vedano i<br />

ff. 64r (sonetto XXXVI), 64v (sonetto LXXXVI) e 83r (sonetto LXII; la numerazione in caratteri<br />

romani è desunta dalla ristampa “Le poesie di Gioanni Baffo patrizio veneto”, Catania 1926).<br />

Interessante sottolineare che <strong>il</strong> nome dell’autore e <strong>il</strong> titolo non compaiono nè nel testo nè sul<br />

dorso del volume. Apollinaire nel 1910 definiva <strong>il</strong> Baffo “le plus grand poète priapique qui ait<br />

jamais existé et en même temps l’un des poètes les plus lyriques du XVIIIe siècle”.<br />

Conservazione assai fresca. DBIT V, pp. 163-166. [10530]<br />

8. BANDELLO, Matteo. Canti XI composti dal Bandello de le Lodi de la<br />

S.Lucrezia Gonzaga di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicitia, e con<br />

altre cose per dentro poeticamente descritte. (Segue:) Le Tre Parche da esso<br />

Bandello cantate… Manoscritto cartaceo, Venezia, fine XVII secolo, € 3.500<br />

mm 150x210, ff. 269, elegantemente vergati in inchiostro bruno, in bella e ordinata grafia.<br />

Completo e perfettamente conservato, in semplice legatura coeva di cartoncino grigio. Rime<br />

scritte nel 1537-1538 dal Bandello quando divenne precettore di Lucrezia Gonzaga, ove ne<br />

celebra la bellezza e la virtù. Le “Tre Parche” sono capitoli in terza rima per la nascita di Giano,<br />

primogenito di Caterina Fregoso. La sola edizione a stampa di questi poemi di Bandello fu<br />

quella di Agens del 1545 (“Si stampavano in Guienna ne la città di Agen per Antonio<br />

Reboglio”, 202 ff. a stampa). Estremamente raro, fu <strong>il</strong> primo libro stampato nella città di Agens<br />

(STC French Books, p.69). Matteo Bandello, <strong>il</strong> più <strong>il</strong>lustre scrittore piemontese del<br />

Rinascimento (n. a Castelnuovo Scrivia nel 1485), ebbe una vita assai travagliata, iniziata con<br />

una vocazione religiosa ben presto spentasi. Ebbe subito irrequieti rapporti mondani, politici e<br />

letterari con potenti signori ed <strong>il</strong>lustri dame del tempo. Nel presente codice gli errori del testo a<br />

stampa furono corretti. La provenienza è indicata sul primo foglio bianco: “copia fatta<br />

dall’esemplare esistente nella <strong>Libreria</strong> dei PP. Domenicani di Venezia sulle Zattere: Le post<strong>il</strong>le<br />

marginali son copiate dalle originali di mano del A. Zeni sull’esemplare stesso”. Altre<br />

provenienze del presente ms. sono “Prof. Federico Patetta – Gianfranco Galeani Napione”.<br />

[4785]<br />

9. BARBARINI MAL FUGGITI. Scritt(u)ra politica e curiosa”. Manoscritto<br />

anonimo, 1700 ca. € 1.750<br />

Volume in-8, ff. 75, (3 bianchi) in chiara ed uniforme grafia in inchiostro bruno, legatura coeva<br />

p. perg. Trattatello di contenuto morale, f<strong>il</strong>osofico e storico-politico che mette in guardia nob<strong>il</strong>i,<br />

principi e potenti della terra circa le alterne vicende della fortuna, “la quale ha spesse volte per<br />

proprietà di non alzare, se non per abbattere” (f. 2v.). Il tema centrale è costituito dalla varia<br />

fortuna della “Casa Barberini, i quali inalzati al Pontificato d’Urbano al supremo Governo del<br />

mondo, credevano con lo spazio di 21 anni che ressero haver fabricato inespugnab<strong>il</strong>e ostacolo<br />

contro l’infelicità…” (f.6v. e 7r.); poi, però, l’elezione del nuovo Papa Innocenzo X<br />

(Giambattista Pamph<strong>il</strong>i) e gli eccessi di Francesco ed Antonio Barberini, che lo zio Urbano VIII<br />

aveva nominato cardinali ed altre vicende, fecero mutare <strong>il</strong> corso della fortuna, cosicché “li<br />

signori Barbarini partirono dalla Corte di Roma, non per tema d’imaginato castigo…ma solo<br />

per non soffrire di vivere disprezzati ove furono riveriti…” (f. 75r.). Interessante spaccato di<br />

storia di Roma e e della corte pontificia nel XVII secolo. [9026]<br />

10. Caccia - COMPAGNIA DEI PIATTELLI. Manoscritto cartaceo, con 4 grandi<br />

acquerelli di straordinari trofei venatori. Firenze 1610-1674, P. a. r.<br />

in-folio (mm 345x250), ff. 197 vergati al recto e al verso, legatura originale in p. pergamena,<br />

titolo manoscritto al dorso e al piatto anteriore. Al foglio di guardia emblema della compagnia,<br />

ultimo f., con strappo nel margine, dedica manoscritta “All’<strong>il</strong>lustrissimo Sig. Cavalieri”.

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