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DAL SEICENTO AL NOVECENTO: LETTERATURA<br />
86. ALFIERI, Vittorio. Il Misogallo. Prose e Rime di Vittorio Alfieri da Asti.<br />
Londra (ma Firenze), 1799, € 1.200<br />
in-8 (mm 200x125), pp (8), 184, bella legatura coeva in marocchino rosso, triplice fletto oro ai<br />
piatti, titolo e fregi oro al dorso. Precede in antiporta <strong>il</strong> rame allegorico, raffigurante un pollaio<br />
con galli e galline che si beccano ed un gufo sull’albero che dà fiato ad una tromba da cui esce <strong>il</strong><br />
motto “Ils s’organisent”. Edizione originale genuina. “Chi ne sia stato l’editore non è noto, né<br />
si conosce <strong>il</strong> nome dell’amico G. A. che l’avrebbe esemplata su una delle dieci copie<br />
manoscritte fatte eseguire dall’Alfieri e, precisamente, sulla copia D. I.” (Parenti). Si distingue<br />
dalla contraffazione di Torino, che ha lo stesso numero di pagine, per la maggiore nitidezza ed<br />
alcuni particolari del rame allegorico e per <strong>il</strong> numero di righe di stampa delle ultime due pag.<br />
(rispettivamente 35 e 32 nell’originale, 38 e 28 nella contraffazione), oltre che per numerose<br />
altre diversità tipografiche (ad esempio a pag. 172 la nota 76 è completa nell’orig., parzialm.<br />
sostituita da puntini nella contraffaz.). Com’è noto, l’opera (che comprende 63 epigrammi, 46<br />
sonetti, un’ode e 5 brani di prosa), costituisce un violento attacco verso la Rivoluzione Francese<br />
e la Francia in generale, rea di aver tradito l’ideale di libertà, secondo l’Autore, deluso anche per<br />
<strong>il</strong> mancato risorgimento d’Italia. Ottimo esemplare, raro. BUSTICO n. 321. FAVA n. 430.<br />
PARENTI, LUOGHI FALSI, p. 126. [14826]<br />
87. BEROALDE DE VERVILLE, Francòis. Le Moyen de Parvenir. Nouvelle<br />
édition, corrigée de diverses fautes qui n’y étoient point & augmentée de Plusieurs<br />
autres. Tome Premier (et Tome second). A’ Chinon, de l’Imprimerie de François<br />
Rabelais, à la Pierre Ph<strong>il</strong>osophale l’Année Pantagrueline (sine data, inizio XVIII<br />
secolo), € 800<br />
2 vol. in-12, pp. (12), 267; (12), 542, pagine di titolo impresse in rosso e nero. Legatura coeva<br />
p.vitello, dorsi a nervi con titoli e fregi in oro (cerniere ab<strong>il</strong>mente restaurate). Edizione assai rara<br />
impressa secondo <strong>il</strong> frontespizio a Chinon, città francese patria di François Rabelais; ma<br />
presumib<strong>il</strong>mente ad Amsterdam nel 1719. La prima edizione, assai ridotta rispetto alla presente<br />
ristampa, vide la luce nel 1611. La presente, preceduta per la prima volta da una “Dissertation<br />
de M. de La Monnoye”, è una delle prime edizioni di questo trattato del famoso novellista<br />
Béroalde de Verv<strong>il</strong>le (Paris 1556-1626). Il racconto si articola attorno ad un banchetto, a cui<br />
partecipano personaggi antichi e contemporanei all’a., che alternano a riflessioni f<strong>il</strong>osofiche<br />
aneddoti burleschi e a tratti osceni. Bell’esemplare (piccolo restauro della carta in un angolo del<br />
foglio di titolo del primo vol.). BRUNET, I, 806. BRUNET, GÉOGRAFIE, 314. TCHEMERZINE, I, [13527]<br />
88. BOCCACCIO, Giovanni. Il Decamerone. Nuovamente corretto e con d<strong>il</strong>igentia<br />
stampato. Firenze, heredi di Ph<strong>il</strong> di Giunta, 1527 (ma Venezia, Pasinello, 1729),€ 3.200<br />
in-4 (mm 237x165), ff. (8, ult. b.), 248, marca tipografica giuntina all’inizio ed in fine.<br />
Splendida legatura intarsiata coeva, probab<strong>il</strong>mente romana, in marocchino con estesa e varia<br />
decorazione in oro ai piatti e al dorso a nervi (bordure varie, tondi ai piccoli ferri, intrecci<br />
lineari), tagli dorati e cesellati, dentelle int. Fedele contraffazione settecentesca impressa dal<br />
Pasinello per cura di Stefano Orlandelli, a spese di Joseph Smith, console inglese a Venezia nel<br />
1729, tirata in soli 300 esempl. (Bacchi della Lega per probab<strong>il</strong>e errore parla di trenta esempl.).<br />
L’edizione 1527 si pose come versione universalmente riconosciuta del testo sino a quella del<br />
Manelli del 1761, divenendo un simbolo della libera repubblica fiorentina, in quanto, come ebbe<br />
a dire <strong>il</strong> Foscolo, quasi tutti coloro che vi lavorarono (Bernardo Segni, Pier Vettori, Baccio e<br />
Bartolomeo Cavalcanti, Francesco Guidetti) morirono combattendo contro i Medici. La mitica<br />
rarità di quell’edizione indusse <strong>il</strong> Console Smith a finanziare nel 1729 questa preziosa<br />
contraffazione. Bellissimo esempl., assai marginoso (lievi restauri alle cerniere). GAMBA, 172,<br />
note. ZAMBRINI, 87. CAT. MOSTRA BOCCACCIO BIBL. LAURENZIANA, II, 71. OLSCHKI, CAT.<br />
XCV, n. 20. BACCHI DELLA LEGA, p.36. [13525]