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Dossier acquari - Il carcere d'acqua - Enpa

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Per molti degli squali catturati per gli Acquari, tra cui lo spinarolo e lo smeriglio, non arriva<br />

neanche l’aiuto dal mondo della pesca (figuriamoci). L’Unione Europea, anziché proteggerli ne ha<br />

consentito la cattura, questo nonostante il bacino del mediterraneo (dati IUCN) presenta il più alto<br />

tasso di squali e razze minacciate al mondo. Una delle cause più comuni è la pesca accidentale,<br />

ossia la stessa che rifornisce spesso gli <strong>acquari</strong>. Delle 71 specie mediterranee di pesci cartilaginei<br />

solo 10 specie sono considerate non a rischio. Tra di essi non compare, purtroppo, il comune (negli<br />

<strong>acquari</strong>) squalo grigio, ne tanto meno lo smeriglio, e l’altrettanto comune (sempre in vasca)<br />

verdesca. Solo lo squalo palombo non è a rischio ma questo perché vive a 4000 metri di<br />

profondità. Povero palombo, quando viene acciuffato per gli educativi <strong>acquari</strong> si deve<br />

accontentare, nella migliore delle situazioni, di pochi metri di profondità.<br />

Purtroppo per gli animali, i parchi a tema con reclusi esposti, creano indubbiamente molto<br />

consenso. Milioni di visitatori all’anno sono così soddisfatti. Eppure le famiglie italiane che visitano<br />

le nuove strutture della cattività non sono molto diverse da quelle che nei decenni scorsi avevano<br />

deciso di abbandonare la brutta visione delle gabbie di uno zoo. Le nuove prigioni, infatti, le<br />

illuderanno di essere state dentro un mare ricco di vita e tranquillità. Tutti i dubbi sulla prigionia<br />

saranno stati esclusi da ogni possibile riflessione. <strong>Il</strong> mondo dei nuovi zoo, sempre più condizionato<br />

dai Fondi di Investimento internazionali quando non più direttamente da tentazioni azionare, ha<br />

per ora vinto. Esso, peraltro, presenta ancora un elevato potenziale di crescita. Secondo il<br />

PriceWaterhouse-Coopers (Global Entertainment and Media Ourlook), almeno fino al 2010 nell'area<br />

Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) il business dei parchi a tema toccherà i 5,2miliardi di dollari,<br />

con una crescita media annuale del 4,7 per cento. La cosa che ancora di più preoccupa è l’onda<br />

lunga che deve arrivare dagli Stati Uniti (11,7 miliardi), mentre tutta ignota è ancora l’influenza<br />

cinese a cui anche l’Acquario di Genova, gestito da Costa Edutainmet, sta fornendo la sua<br />

esperienza.<br />

Quanto poi possano incidere i gruppi imprenditoriali legati alla cattività nell’assetto mondiale del<br />

business dei Parchi Divertimento, e le loro ingerenze nell’economia italiana, ce lo dice il Report<br />

2007 redatto da TEA (Themed Entertainment Association) ed ERA (Economics Research<br />

Associates). Nei primi dieci gruppi al mondo specializzati nel divertimento compaiono ben due nomi<br />

che abbiamo già avuto modo di notare proprio a proposito degli investimenti nel settore della<br />

cattività in Italia. Al settimo posto, con 12 milioni di presenze, gli spagnoli di Parques Reunidos,<br />

mentre addirittura secondi, solo dopo il colosso Walt Disney Attraction, gli inglesi della Merlin con<br />

oltre 32 milioni di presenze annuali. I primi, come abbiamo visto, si sono acquistati Mirabilandia la<br />

quale, grazie al Comune di Ravenna che nulla fa per riprendersi i terreni ceduti per costruire lo<br />

zoo, vuole ora un parco faunistico con la holding di imprese italiane che comprende anche lo<br />

zoosafari di Fasano ed il Circo Medrano. I secondi, invece, in un sol boccone hanno prelevato<br />

l’intera Gardland. Sarà un caso ma entrambi i Parchi Divertimento, secondo il Report 2007 TEA-<br />

ERA presentano una variazione percentuale delle presenze pari a zero. C’è da credere che ora,<br />

grazie agli animali prigionieri, le cose cambieranno.<br />

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