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Dossier acquari - Il carcere d'acqua - Enpa

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<strong>acquari</strong>. Per ognuno di loro la struttura è infatti unica. Tale peculiarità non solo li autorizza ad<br />

invitare (ovviamente a pagamento) le scuole, ma anche a convenzionarsi con le Università,<br />

soprattutto nei campi dell’acquacoltura e della ittiologia. Così mentre gli studenti dell’Università di<br />

Bologna tirocinanti ad Imola credono fermamente che nell’<strong>acquari</strong>o possono applicare quanto non<br />

è stato possibile fare sugli animali impagliati, il Preside afferma soddisfatto che (a proposito di<br />

<strong>acquari</strong>ologia) si tratta di un primo passo verso altri tipi di collaborazione, quale quello<br />

dell’educazione alimentare al consumo di prodotto ittico!<br />

Dimenticavamo gli studi dei tirocinanti di Imola: “Simbiosi tra il pesce pagliaccio e l’anemone” e<br />

“Ricostruzione di un ambiente idoneo ad ospitare lo sviluppo di uno squalo bamboo”. Ricordiamoci<br />

entrambi gli argomenti perché avremo più volte occasione di rincontrarli.<br />

Nello stesso anno di Imola, inaugurava in Sardegna l’<strong>acquari</strong>o di Alghero. Le vasche sono meno di<br />

cinquanta e nessuna supera i 40.000 litri. L’attività è individuale e opera, oltre che nella<br />

esposizione di pesci e rettili, anche nella costruzione degli <strong>acquari</strong> e nella loro manutenzione. Fa<br />

tutto da sé. L’intestatario è lo stesso che anima la struttura la quale, sempre in virtù della sua<br />

unicità, scrive alle scuole che l’<strong>acquari</strong>o è “in continuo sviluppo sia per l’ampliamento degli impianti<br />

che per la ricerca di animali rari ed interessanti”. Gli studenti di Alghero cresceranno perciò<br />

sapendo che ogni anno l’esposizione ingrassa di nuove specie, sia mediterranee che tropicali, tra<br />

cui squali (e tra questi il pinna nera), murene giganti, pesci scorpione, piranha, pesci pietra e<br />

grandi tartarughe marine. Questo spiegherà, informano all’<strong>acquari</strong>o, il perché visitandolo si potrà<br />

notare la presenza in vasca di specie non considerate in elenco. E per quelle che non si trovano in<br />

vasca rispetto all’elenco? Nessuna paura, è tutto normale. L’<strong>acquari</strong>o di Alghero, infatti, è forse<br />

l’unico che dichiara, sebbene a modo suo, che i pesci in vasca possono stare male o, addirittura<br />

l’argomento più tabù di tutti, morire! Oltre ad essere scambiati con Università e altri <strong>acquari</strong>, gli<br />

animali possono infatti essere provvisoriamente trasferiti in vasche di quarantena o lasciarci le<br />

“pinne”. Causa la fortuna, qui la mortalità è però molto contenuta. E’ legittimo chiedersi a questo<br />

punto rispetto a quali parametri è contenuta la mortalità, considerato che nessuna struttura<br />

dichiara quanti animali e perché muoiono!<br />

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