Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub
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dopo, nell'estate del medesimo anno. O si tratta di un altro tentativo, oppure i due episodi sono stati confusi tra di loro. 42_.Cfr., IL PIONIERE. Giornale partigiano e progressista, 18 agosto 1944, n. 8-anno 1°. 43_. Colloquio con Emilio Travers, Inverso Pinasca, 15 febbraio 1999. 44_. Il Comandante, Caro Marcellin, lettera dattiloscritta, 30 luglio 1944, Archivio privato Paolo Favout (APCF). 45_. Pier Cesare Morero (Intervista a cura di), La bandiera rossa del 1° Maggio sulla Riv in barba ai nazifascisti, "L'Eco del Chisone", 29 aprile 1993. Remo Beux, individuato dai fascisti, fugge nel giugno dello stesso anno entrando nelle formazioni partigiane di "Giustizia e Libertà", Carlotta Genre, per le sue azioni di coraggio compiute durante la Resistenza, si guadagnerà il titolo di Lotta oltre il riconoscimento di partigiana combattente. 46_. Non è l'unica bandiera rossa a sventolare in val Chisone. Nel luglio del 1944 i partigiani" Han pure fatto uno scherzetto a S. Germano issando ina gran bandiera rossa -scrive Paolo Favout a Marcellino Maggiorino- con la scritta "Giustizia e Libertà" sul pennone dello Stabilimento Wideman, sul terrazzo stesso dove Vi è una postazione di pesanti Nazifasciste!!!" ( Il Comandante, Caro Marcellin, cit.). 47_. Questo accade il 26 aprile del 1945. "I partigiani scendono in paese e coadiuvati dagli elettricisti della RIV impiantano linee telefoniche coi vari comandi. La popolazione festante issa bandiere e bandierine tricolori. E' stata questa una grave imprudenza perché colonne tedesche scendevano ancora dalla val Chisone e Germanasca, molestate continuamente dai partigiani, che sparavano sulla colonna in marcia, ed erano addirittura inferocite. Il 26 aprile, infatti, mentre si lavora attivamente per i lavori di installazione delle linee di comunicazione, arriva da Perosa, verso le ore 13, una colonna che, dispostasi a ventaglio, rastrella il paese. Per rappresaglia dei tedeschi, perché alcuni partigiani presa di mira un'auto con ufficiale e sottufficiali, vengono catturati i seguenti operai della RIV, di servizio in divisa da pompieri: Micca Sincero, Bourcet Pio, Bruno Maurizio, Bertone Pierino, Alemani Dante, Godino Giovanni, Data Giuseppe e con loro il partigiano Comba Giovanni di Perosa. E senza alcun processo vengono immediatamente fucilati dinnanzi alla rotonda ingresso della RIV" ( D. Carlo Gay (Parroco)- G. Binaschi (Vescovo), Giorni difficili a Villar Perosa durante la guerra 1940-1945, opuscolo stampato, Villar Perosa, giugno 1945, p. 17). I tre giovani partigiani, impiccati il 14 agosto 1944 all'albero ippocastano posto davanti all'ingresso della "rotonda" della Riv, erano il geom. Tallia Galoppo Lorisi di Pinerolo, Niero Tibaldo e Alessandro Laggiard di Perosa Argentina. La scelta di uccidere i tre giovani partigiani davanti alle officine Riv, e non tramite fucilazione come avevano chiesto i partigiani, non era certamente casuale: " Evidentemente il nemico aveva scelto tale mezzo e località -scrive don Carlo Gay- per impressionare e terrorizzare la popolazione e particolarmente le masse operaie RIV" (D. Carlo Gay (Parroco)- G: Binaschi (Vescovo), OP. cit., pag. 21) 48_. Pier Cesare Morero, Il commando partigiano assale la cassa Riv a Pinerolo, "L'Eco del Chisone" del 24 novembre 1994. Cfr. Ugo Flavio Piton, "Per pa^ eisublia^ (Per non dimenticare), cit, pp.403-404. Secondo Roberto Malan l'esproprio delle casse Riv sono state due: "Ricordo che in una di queste due occasioni, dovendo fare arrivare in val Pellice quanto preso alla RIV, mandai due dei più sicuri fra i miei partigiani, gente non giovanissima, Guido Benech e Rino Coi"sson, che da San Germano, e poi Pramollo, portarono il tutto in val Pellice, con due enormi sacchi da montagna, essendo tutte le buste fatte di lirette e moneta piccola" (Roberto Mala, Op. cit., pag. 111). La seconda azione è stata quella guidata da Emilio Travers. 49_. Purtroppo il 1945 inizierà con un tragico avvenimento nelle officine Riv. Il 20 febbraio 1945 un attentato coinvolge le officine: alle 7,25 una bomba ad orologeria, collegata al sistema di bollatura, esplode dilaniando tre operai: Manera Edoardo, Bert Agnese e Torano Beux Albertina. Il vescovo di Pinerolo menziona di questo fatto in un suo carteggio, con una lettera al parroco Carlo
Gay di Villar Perosa. In essa, porgendo solidarietà per i parenti e preghiere per le vittime, scrive che "Un mezzo pazzo, che poi fu arrestato, ha messo una bomba nello stabilimento Riv di Villar Perosa, che scoppiando, uccise tre operai. Per fortuna il tram in quel giorno, fu ritardato, del resto le vittime potevano essere più numerose" (cit. in La chiesa Pinerolese durante la Resistenza, cit. pag. 116). 50_. Cfr. Mario Nebbiolo, Memorie di questo travagliato Secolo Ventesimo, Pinerolo, Compupress, 1992, pp. 54. 51_. Angela Trabucco, op. Cit., pg.63 52_. Colloquio con Carlo Borra, Pinerolo, 10 giugno 1992. 53_. Cit. in Speciale / Gli scioperi del marzo '43, Torino, "Nuova Società", 1 marzo 1973, p. 27. Cfr. Giorgio Gardiol ( a cura di), Villar Perosa: un giorno del marzo '43, "L'Eco delle Valli Valdesi", 22 aprile 1983, p. 7. 54_. Ibidem, p. 28 55_. Carlo Borra, Op. cit., pag. 32. 56_. Cit. Nemo Polliotti, Scioperi operai del marzo 1943, S. Pietro val Lemina, scheda n. 6, settembre 1998 cit., p. 5. 57_. Ibidem, p. 5. 58_. Cit. in Speciale/Gli scioperi del marzo '43, cit, pag. 29 59_. Cfr. Nemo Polliotti, Op. cit., p. 8. 60_. Cit. in Speciale/Gli scioperi del marzo '43, cit. p. 29. 61_. Gli operai arrestati per gli scioperi del 1943, e deferiti al Tribunale Speciale, furono 87 in tutto. Della Riv troviamo Giai Miniet Mario, Traverso Giuseppe, Traverso Angelo, Di Gregorio Giacomo, Fiorio Vitale, Giustetto Biagio, Enrico Secondo Annibale, Latino Giuseppe, Negro Giovanni, Verduna Giacomo, Rochon Amedeo, Giacomino Natalina, Granghetto Elsa, Baravalle Olga, Bessone Margherita ( citato in Speciale/Gli scioperi del marzo '43, cit, p. 19) 62_. Cit. in Ugo Flavio Piton, " Voucasioun, metìe e proufesioun de ma Gent", Perosa Argentina, Grafica Valchisone Editrice, Collana Ma Gent-8, p. 314. 62_. Giorgio Rochat, Gli scioperi del marzo 1943 nel Pinerolese, Torre Pellice, "La Beidana", n. 17/1992, pagg. 63-70. Nel testo sono riportati anche i rapporti che riguardano gli scioperi nelle altre aziende del Pinerolese. 63_. E' quasi sicuro un errore di trascrizione: si tratta di Villar Perosa e non di Villar Pellice, dove la Riv non aveva insediamenti. I rapporti venivano prima trasmessi a Torino, e di qui, sempre per telefono, a Roma ( questi documenti sono conservati presso l'Archivio storico dello Stato maggiore esercito a Roma). I diversi passaggi potevano condurre a degli errori di trascrizione. 64_. Angela Trabucco, Op. cit., pag. 63. 65_. Colloquio con Carlo Borra, Pinerolo, 10 giugno 1992. 66_. Cit. in Ugo Flavio Piton, "Per pa^ eisublia^ ( Per non dimenticare), cit., p. 418. 67_. Cfr. Colloquio con Emilio Travers, Inverso Pinasca, 8 febbraio 1998. 68_. Carlo Borra, Op. cit., cit. p. 119. 69_. Ibidem, p. 117. 70_. Cfr. Colloquio con Emilio Travers, Inverso Pinasca, 8 febbraio 1999. 71_. Colloquio con Emilio Travers, Inverso Pinasca, 17 marzo 1993. 72_. L'opera di mediazione fatta dall'ingegner Bertolone servì a volte a evitare tragedie maggiori. Il 4 novembre del 1944 i partigiani a Villar Perosa catturano tre tedeschi: uno di questi, nel tentativo di fuggire, viene ucciso e gli altri due tenuti prigionieri. Si innesca subito il meccanismo della rappresaglia tedesca, palesandosi il rischio della fucilazione di 25 civili. In questa occasione, scrive il parroco don Carlo Gay, "l'Ing. Bertolone, Direttore Generale della RIV, per mezzo del Comitato di Liberazione di Torino ottiene dal comando partigiano Val Pellice la consegna di sei austriaci e tedeschi prigionieri: vengono offerti e accettati dal Comando di Divisione Tedesca di Asti in sostituzione dei due soldati tedeschi catturati dai partigiani.
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dopo, nell'estate del medesimo anno. O si tratta di un altro tentativo, oppure i due episodi sono stati<br />
confusi tra di loro.<br />
42_.Cfr., IL PIONIERE. Giornale partigiano e progressista, 18 agosto 1944, n. 8-anno 1°.<br />
43_. Colloquio con Em<strong>il</strong>io Travers, Inverso Pinasca, 15 febbraio 1999.<br />
44_. Il Comandante, Caro Marcellin, lettera datt<strong>il</strong>oscritta, 30 luglio 1944, Archivio privato Paolo<br />
Favout (APCF).<br />
45_. Pier Cesare Morero (Intervista a cura di), La bandiera rossa del 1° Maggio sulla <strong>Riv</strong> in barba ai<br />
nazifascisti, "L'Eco del Chisone", 29 apr<strong>il</strong>e 1993.<br />
Remo Beux, individuato dai fascisti, fugge nel giugno dello stesso anno entrando nelle formazioni<br />
partigiane di "Giustizia e Libertà", Carlotta Genre, per le sue azioni di coraggio compiute durante la<br />
Resistenza, si guadagnerà <strong>il</strong> titolo di Lotta oltre <strong>il</strong> riconoscimento di partigiana combattente.<br />
46_. Non è l'unica bandiera rossa a sventolare in val Chisone. Nel luglio del 1944 i partigiani" Han<br />
pure fatto uno scherzetto a S. Germano issando ina gran bandiera rossa -scrive Paolo Favout a<br />
Marcellino Maggiorino- con la scritta "Giustizia e Libertà" sul pennone dello Stab<strong>il</strong>imento<br />
Wideman, sul terrazzo stesso dove Vi è una postazione di pesanti Nazifasciste!!!" ( Il Comandante,<br />
Caro Marcellin, cit.).<br />
47_. Questo accade <strong>il</strong> 26 apr<strong>il</strong>e del 1945. "I partigiani scendono in paese e coadiuvati dagli<br />
elettricisti <strong>della</strong> RIV impiantano linee telefoniche coi vari comandi.<br />
La popolazione festante issa bandiere e bandierine tricolori. E' stata questa una grave imprudenza<br />
perché colonne tedesche scendevano ancora dalla val Chisone e Germanasca, molestate<br />
continuamente dai partigiani, che sparavano sulla colonna in marcia, ed erano addirittura inferocite.<br />
Il 26 apr<strong>il</strong>e, infatti, mentre si lavora attivamente per i lavori di installazione delle linee di<br />
comunicazione, arriva da Perosa, verso le ore 13, una colonna che, dispostasi a ventaglio, rastrella <strong>il</strong><br />
paese.<br />
Per rappresaglia dei tedeschi, perché alcuni partigiani presa di mira un'auto con ufficiale e<br />
sottufficiali, vengono catturati i seguenti operai <strong>della</strong> RIV, di servizio in divisa da pompieri: Micca<br />
Sincero, Bourcet Pio, Bruno Maurizio, Bertone Pierino, Alemani Dante, Godino Giovanni, Data<br />
Giuseppe e con loro <strong>il</strong> partigiano Comba Giovanni di Perosa. E senza alcun processo vengono<br />
immediatamente fuc<strong>il</strong>ati dinnanzi alla rotonda ingresso <strong>della</strong> RIV" ( D. Carlo Gay (Parroco)- G.<br />
Binaschi (Vescovo), Giorni diffic<strong>il</strong>i a V<strong>il</strong>lar Perosa durante la guerra 1940-1945, opuscolo<br />
stampato, V<strong>il</strong>lar Perosa, giugno 1945, p. 17).<br />
I tre giovani partigiani, impiccati <strong>il</strong> 14 agosto 1944 all'albero ippocastano posto davanti all'ingresso<br />
<strong>della</strong> "rotonda" <strong>della</strong> <strong>Riv</strong>, erano <strong>il</strong> geom. Tallia Galoppo Lorisi di Pinerolo, Niero Tibaldo e<br />
Alessandro Laggiard di Perosa Argentina. La scelta di uccidere i tre giovani partigiani davanti alle<br />
<strong>officine</strong> <strong>Riv</strong>, e non tramite fuc<strong>il</strong>azione come avevano chiesto i partigiani, non era certamente<br />
casuale: " Evidentemente <strong>il</strong> nemico aveva scelto tale mezzo e località -scrive don Carlo Gay- per<br />
impressionare e terrorizzare la popolazione e particolarmente le masse operaie RIV" (D. Carlo Gay<br />
(Parroco)- G: Binaschi (Vescovo), OP. cit., pag. 21)<br />
48_. Pier Cesare Morero, Il commando partigiano assale la cassa <strong>Riv</strong> a Pinerolo, "L'Eco del<br />
Chisone" del 24 novembre 1994.<br />
Cfr. Ugo Flavio Piton, "Per pa^ eisublia^ (Per non dimenticare), cit, pp.403-404.<br />
Secondo Roberto Malan l'esproprio delle casse <strong>Riv</strong> sono state due: "Ricordo che in una di queste<br />
due occasioni, dovendo fare arrivare in val Pellice quanto preso alla RIV, mandai due dei più sicuri<br />
fra i miei partigiani, gente non giovanissima, Guido Benech e Rino Coi"sson, che da San Germano,<br />
e poi Pramollo, portarono <strong>il</strong> tutto in val Pellice, con due enormi sacchi da montagna, essendo tutte le<br />
buste fatte di lirette e moneta piccola" (Roberto Mala, Op. cit., pag. 111). La seconda azione è stata<br />
quella guidata da Em<strong>il</strong>io Travers.<br />
49_. Purtroppo <strong>il</strong> 1945 inizierà con un tragico avvenimento nelle <strong>officine</strong> <strong>Riv</strong>. Il 20 febbraio 1945<br />
un attentato coinvolge le <strong>officine</strong>: alle 7,25 una bomba ad orologeria, collegata al sistema di<br />
bollatura, esplode d<strong>il</strong>aniando tre operai: Manera Edoardo, Bert Agnese e Torano Beux Albertina. Il<br />
vescovo di Pinerolo menziona di questo fatto in un suo carteggio, con una lettera al parroco Carlo