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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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La crisi <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> a metà degli anni Sessanta inizia a lasciare delle profonde ferita. Una forte<br />

riduzione degli occupati, aumenti dei ritmi di produzione e peggioramento delle condizioni di vita<br />

dei lavoratori. E' sicuramente una lacerazione per tutta la comunità v<strong>il</strong>larese e <strong>della</strong> vallata, per<br />

coloro che hanno identificato la loro vita con quella delle <strong>officine</strong> di Agnelli, una simbiosi che viene<br />

bruscamente tranciata facendo risaltare che <strong>il</strong> totem del profitto non lasciava spazio al<br />

sentimentalismo e<br />

alla riconoscenza, anche verso quegli operai che alla <strong>Riv</strong> avevano dedicato la loro stessa vita.<br />

<strong>Le</strong>ntamente, ma progressivamente, al velo paternalistico si sostituisce la logica <strong>della</strong> moderna<br />

imprenditoria, imposta, forse, più dalle necessità dei tempi e dalla globalizzazione dei mercati che<br />

dalla volontà <strong>della</strong> famiglia Agnelli. L'arrivo <strong>della</strong> Skf è <strong>il</strong> segnale che un ciclo si era concluso, <strong>il</strong><br />

vento stava cambiando. Così anche molti altri simboli lentamente cadranno nel corso degli anni: le<br />

palazzine degli impiegati operai verranno acquistate dai medesimi a prezzi di favore, tutte le<br />

principale opere volute dalla <strong>Riv</strong> (dal teatro al campo sportivo) verranno cedute all'amministrazione<br />

comunale e, più tardi, Agnelli lascerà, nel 1980, la carica di sindaco occupata dal nonno Giovanni<br />

fin dal 1895.<br />

Quella tenace tela di iuta - metafora e simbolo <strong>della</strong> faticosa e onesta vita - sulla quale era stata<br />

intrecciata la vita di tutta una società locale inizia lentamente a sf<strong>il</strong>acciarsi, a logorarsi incrinando<br />

quel disegno di sicurezza, di pacifica sobrietà, di serenità attorno al suono <strong>della</strong> sirena.<br />

Ma quella tela che così per tanto tempo ha sentito la mano tranqu<strong>il</strong>lizzante del buon padre a<br />

ricomporre ogni piccola frattura, ci fa dire che la <strong>Riv</strong> è riuscita a ottenere <strong>il</strong> consenso nelle <strong>officine</strong><br />

principalmente attraverso ad una politica paternalistica, e di atavico (e anche sincero) f<strong>il</strong>antropismo,<br />

e a tutta una serie di priv<strong>il</strong>egi che i lavoratori <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> avevano rispetto a quelli di altre aziende.<br />

Politica paternalistica - che, non bisogna negare, è stata accettata e interiorizzata per tutti i benefici<br />

che la vallata ne ha tratto- nella quale si è saputo inserire e dosare, con ab<strong>il</strong>ità e tempismo, forme di<br />

ricatto e di repressione verso i gruppi di avanguardia dell'iniziativa sindacale e politica, relegando a<br />

casi marginale le azione di stampo vallettiano, ampiamente usate alla Fiat e anche presso lo<br />

stab<strong>il</strong>imento <strong>Riv</strong> di Torino.<br />

Anzi, si può dire, che si è creata una profonda sinergia tra <strong>il</strong> rivendicazionismo sindacale e politico<br />

e la pratica f<strong>il</strong>antropico-paternalista, e se, proprio vogliamo, di <strong>il</strong>luminismo fam<strong>il</strong>iare degli Agnelli,<br />

e questo ha portato a quel benessere che per decenni è stato orgoglio di ogni v<strong>il</strong>larese.<br />

Un'analisi psicoanalitica che conduca alla conclusione che ogni condannato si riconosce e si<br />

immedesima nel proprio carnefice, e in questo caso l'operaio nel suo sfruttatore, sarebbe, per la <strong>Riv</strong>,<br />

sicuramente un paradigma interpretativo non adatto a comprendere le complesse relazione che, nel<br />

tempo, si sono intrecciati tra <strong>il</strong> mondo operaio, i luoghi di lavori, del vissuto individuale e<br />

collettivo e la figura del Senatore e dei suoi discendenti (238).<br />

La <strong>Riv</strong> è stata una vera e propria istituzione, caratterizzandosi per la sua solidità e autonomia, dotata<br />

di propri valori, riconosciuta e legittimità, che ha operato in piena e totale indipendenza, con<br />

proprie regole che producono consenso e ammirazione. E questa <strong>Riv</strong>-istituzione, fin dalla sua<br />

costituzione in quel lontano 1906, ha prodotto a sua immagine e somiglianza tutta la comunità che<br />

la circonda e l'ha difesa e protetta con <strong>il</strong> suo mantello paterno.<br />

Tre esempi sono emblematici di questo rispecchiarsi <strong>della</strong> vallata nel suo capitano d'industria.<br />

Quando <strong>il</strong> 16 dicembre 1945 <strong>il</strong> vecchio senatore Giovanni Agnelli muore è <strong>il</strong> comunista Anselmo<br />

Ferrero, davanti al municipio in presenza del feretro, a porgere l'ultimo saluto a nome <strong>della</strong><br />

cittadinanza: " Dalle soglie <strong>della</strong> Casa che per oltre 50 anni varcasti per essere guida di tutti i<br />

v<strong>il</strong>laresi, ricevi l'estremo saluto, <strong>il</strong> figliale tributo di riconoscenza e d'affetto dei Tuoi concittadini.

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