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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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TRAMONTA L'IDEA DEL BUON PADRE.<br />

Con la crisi degli anni Sessanta e l'entrata in campo <strong>della</strong> Skf si frantuma, seppur lentamente, l'idea<br />

<strong>della</strong> fabbrica-famiglia, <strong>della</strong> fabbrica-v<strong>il</strong>laggio, <strong>della</strong> figura del buon padre tramandata dalla<br />

famiglia Agnelli (236).<br />

Certo, fino a quel momento la <strong>Riv</strong> significava <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio Agnelli, la creazione <strong>della</strong> chiesa e<br />

dell'oratorio giovan<strong>il</strong>e, di un ambulatorio e di un cinema, una colonia aziendale, un campo sportivo,<br />

un albergo a V<strong>il</strong>lar e uno a Pra Martino, la scuola materna e la scuola professionale. Non solo<br />

l'azienda aveva contribuito alla crescita di una banda musicale, <strong>della</strong> squadra di calcio, del suo<br />

gruppo sportivo aziendale foriero di miriade di attività sportive per tutti i dipendenti, così come <strong>il</strong><br />

gruppo culturale apriva le porte, a prezzi contenuti, a spettacoli teatrali e concerti, senza<br />

dimenticare la fornita biblioteca voluta dagli Agnelli per <strong>il</strong> bene culturale dei figli <strong>della</strong> vallata. Se<br />

poi si aveva bisogno di libri, biancheria intima o cioccolato, e molte altre merci, bastava recarsi<br />

all'ufficio assistenza e si potevano avere a prezzi fortemente scontati.<br />

Ma più che altro si era creato nella vallata una sorta di sicurezza psicologica di intimo legame tra la<br />

comunità, un travaso di linfa che alimentava reciprocamente le <strong>officine</strong> e la popolazione. Una sorta<br />

di radicata lealtà, fondata sulla salda morale montanara dove dall'orto di casa si guardava la<br />

ciminiera dell'officina che infondeva serenità, ma anche un pizzico di orgoglio di farne parte, anche<br />

se <strong>il</strong> padrone è sempre <strong>il</strong> padrone e fa i suoi interessi.<br />

Un cordone ombelicale costruito nel tempo che "servì a saldare <strong>il</strong> legame di subordinazione ma<br />

anche di affetto che la popolazione di V<strong>il</strong>lar Perosa ha da generazioni per la famiglia Agnelli. Avere<br />

avuto come concittadino e come podestà <strong>il</strong> Sen. Giovanni Agnelli prima, come concittadino e come<br />

sindaco l'Avv. Gianni Agnelli poi, è sempre stato motivo di orgoglio per i v<strong>il</strong>laresi" (237).<br />

Insomma, gli Agnelli erano parte integrante sotto tutti gli aspetti <strong>della</strong> storia <strong>della</strong> Valle. Un codice<br />

genetico di una comunità segnata dall'autorevole e altera figura del senatore Giovanni, <strong>il</strong> quale<br />

chiacchiera in patuà con i suoi concittadini, pronto a dirimere le beghe di paese come un buon<br />

padre.<br />

A V<strong>il</strong>lar si doveva partire dall'officina, per poi parlare <strong>della</strong> gente, <strong>della</strong> cultura e <strong>della</strong> stessa<br />

tradizione operaia, politica e sindacale. La società circostante non aveva una propria fisionomia<br />

autonoma, ma <strong>il</strong> brontolio sommesso <strong>della</strong> fabbrica assorbiva, macinava e rielaborava tutto <strong>il</strong><br />

vissuto di uomini e donne, di politica e di morale, indipendentemente dalla loro collocazione<br />

produttiva e sociale.<br />

<strong>Le</strong> <strong>officine</strong> <strong>Riv</strong> erano <strong>il</strong> <strong>centro</strong> <strong>della</strong> <strong>ragnatela</strong>: da quel concentrico tutto partiva e tutto arriva. Senza<br />

eccezioni.<br />

Senza dimenticare che l'influenza degli Agnelli si estendeva su tutto <strong>il</strong> Pinerolese, nei settori<br />

dell'economia, turistico, assistenziale: è sufficiente ricordare l'ospedale civ<strong>il</strong>e Edoardo Agnelli di<br />

Pinerolo.<br />

Un ruolo di primo piano ha anche avuto la scuola professionale <strong>Riv</strong>, elemento importante di<br />

formazione professionale, ma anche <strong>della</strong> strategia paternalistica e di creazione del consenso. La<br />

scuola non era solo luogo di preparazione tecnica, altamente specializzata a quei tempi, <strong>della</strong><br />

manodopera in grado di reggere alle innovazioni tecnologiche. Chi usciva dalla scuola professionale<br />

aveva anche interiorizzato la logica di subordinazione e di gerarchia dell'officina, l'abnegazione<br />

verso <strong>il</strong> lavoro e l'organizzazione <strong>della</strong> fabbrica, la riconoscenza verso <strong>il</strong> benefattore e datore di<br />

lavoro, quindi era potenzialmente indirizzato a svolgere ruoli di responsab<strong>il</strong>ità e di direzione<br />

produttiva: capi squadra, capi reparto, impiegati, revisori dei tempi di produzione e così via.

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