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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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Si poteva evitare una scelta del genere? All'arrivo "<strong>della</strong> Skf non ci sono state preclusioni da parte<br />

nostra, consapevoli ormai <strong>della</strong> internazionalizzazione del mondo <strong>della</strong> produzione, pur consapevoli<br />

del rischio - racconta Tonino Chiriotti- che in questa prima fase l'arrivo di una multinazionale<br />

poteva significare una riduzione dell'occupazione. Questo perché in primo luogo venivano fatti gli<br />

interessi <strong>della</strong> casa madre e poi quelli dei paesi satelliti. Però dal punto di vista <strong>della</strong><br />

razionalizzazione produttiva e del mercato questa integrazione poteva essere vista positivamente"<br />

(188).<br />

Era opinione diffusa che la scelta fatta da Agnelli fosse stata quasi obbligatoria per l'azienda. Sulle<br />

pagine de "L'Eco del Chisone" si diffonde questo senso di incertezza che serpeggiava tra i<br />

lavoratori, sindacati e società pinerolese: <strong>il</strong> vantaggio per l'azienda c'era " ma, a quanto pare, <strong>il</strong><br />

vantaggio non è per le maestranze che intanto rischiano la disoccupazione (...) Ci sono esigenze di<br />

riconversione tecnica, ed è elogiab<strong>il</strong>e la volontà direzionale di attuarla; ma non crediamo che si<br />

possa ottenere con metodi che trasformano la maestranza in un'entità numerica preoccupata nei<br />

suoi componenti di diventare "a freddo", <strong>il</strong><br />

"capro espiatorio" o la "cavia" da sacrificarsi sull'altare di non bene precisate finalità" (189).<br />

L'anno dopo Gianni Agnelli, in un'intervista concessa a "L'Eco del Chisone", affermerà che la<br />

situazione <strong>Riv</strong> era produttivamente tranqu<strong>il</strong>la, che l'asse Torino-Goterborg aveva permesso di<br />

coprire un 10% del mercato del cuscinetto americano (190).<br />

Di questo avviso non sono i sindacati: "Il 7B" scrive che nel 1964 gli ut<strong>il</strong>i <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> erano stati di 22<br />

m<strong>il</strong>iardi su un fatturato di<br />

55 m<strong>il</strong>iardi e che l'impostazione europeistica del nuovo complesso <strong>Riv</strong>-Skf era guidata dall'obiettivo<br />

di massimizzare i profitti. "Massimo profitto per chi? Non evidentemente per i lavoratori <strong>della</strong> RIV<br />

che rischiano <strong>il</strong> licenziamento. Neanche per la gran massa degli azionisti che perdono voce in<br />

capitolo. Il massimo profitto ricavab<strong>il</strong>e dell'operazione è andato all'avv. Agnelli che controllava <strong>il</strong><br />

pacchetto di maggioranza <strong>della</strong> RIV" (191).<br />

La fusione era per i comunisti un attacco ai livelli di occupazione, al patrimonio di esperienze<br />

tecniche e di manodopera specializzata, e un grave colpo a potenziale produttivo dell'economia<br />

nazionale. Tutto questo avveniva in nome degli interessi privati di Agnelli.<br />

Con l'assorbimento <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> da parte <strong>della</strong> Skf mutano radicalmente i parametri <strong>della</strong> produzione.<br />

L'orientamento produttivo <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> era quello di fornire i tipi di cuscinetti richiesti dai clienti, e<br />

questo comportava una produzione di grande serie ( in particolare per la produzione Fiat) e una<br />

produzione di media e piccola serie.<br />

L'orientamento <strong>della</strong> Skf era quello di adattare <strong>il</strong> cliente al tipo di produzione effettuata nel<br />

complesso. Con questa impostazione si sarebbero effettuate solo produzioni di grande serie.<br />

Con la riduzione dei tipi di produzione veniva ridimensionata di conseguenza tutta una serie di<br />

lavorazione aus<strong>il</strong>iarie. I reparti di manutenzione, utens<strong>il</strong>eria e attrezzatura dovevano essere subire<br />

una forte contrazione oltre a trovare una loro diversa collocazione nel ciclo produttivo.<br />

Mentre negli stab<strong>il</strong>imenti di Pinerolo e Airasca <strong>il</strong> processo tecnologico era già a livello molto<br />

avanzato, a Torino e V<strong>il</strong>lar si ha l'immissione di nuova tecnologia, di una diversa organizzazione<br />

del lavoro oltre la soppressione <strong>della</strong> produzione di piccole e medie serie di cuscinetti (192).<br />

La storia trova la sua conclusione nel gennaio del 1979. Il gruppo Skf acquista <strong>il</strong> restante 22,5%<br />

delle azioni rimaste fuori dal suo controllo e diventa unico proprietario del pacchetto azionario <strong>della</strong><br />

società.

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