Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

04.06.2013 Views

La richiesta era di una riduzione a 36 ore motivata dai ritmi di lavoro e dall'usura psico-fisica sopportata dai lavoratori a causa dei ritmi imposti dalle macchine, e come opportunità di aumentare l'occupazione (179). Alla Riv si dibatte sulla riduzione d'orario e dei suoi costi all'azienda. La riduzione richiesta era la seguente: per il 1° e 2° turno una riduzione annua di circa 206 ore, e 84 ore per il turno di notte. Per la Fiom la riduzione d'orario richiesta dalla componente comunista della Ci sarebbe costata all'azienda un onere del 3% (180). La proposta di riduzione d'orario nel 1956 non sarà patrimonio della sola Fiom, ma scelta condivisa anche dalla Cisl e Uil. Il primo risultato, seppur modesto, dopo mesi di trattative con la Direzione si otterrà nel 1957 con 12 ore di riduzione per sei mesi di lavoro, anche il relazione al raggiungimento di determinati traguardi produttivi. Accordo sottoscritto dalla sola Cisl e Uil. Il motivo dell'esclusione della Cgil? Ce lo spiega Carlo Borra: "Dalle trattative sono esclusi gli elementi della C.G.I.L., in quanto si ritiene, e l'esperienza del passato ce lo conferma, che la loro impostazione oltranzista non permetterebbe una facile composizione d'un problema che necessita molto equilibrio delle parti e soprattutto nessun loro doppio fine" (181). La sistematica esclusione della Fiom sulla specifica trattativa dell'orario a Villar verrà denunciata da Sergio Garavini , il quale dirà che "La trattativa separata si rivela ai lavoratori per quello che: un sistema che fa comodo al padrone per concedere meno possibile ai lavoratori(...). E il momento anche alla RIV di porsi sul terreno della azione sindacale unitaria per imporre una trattativa unitaria che porti a soluzioni positive per le rivendicazioni dei lavoratori" (182). Una costante della riduzione dell'orario di lavoro era anche quello di giungere alla settimana lavorativa di cinque giornate, non dimenticando il fatto particolare che gran parte dei dipendenti erano donne, le quali, giunte a casa, avevano ancora l'onere della famiglia. Una miglioramento della qualità della vita, quindi "Signori padroni, avete parlato molto dei rapporti umani, quale migliore occasioni vi si presenterebbe ora per dimostrare che veramente la salute, le migliori condizioni economiche, più tempo libero per lo svago da dedicare alla famiglia dei nostri dipendenti vi stanno veramente a cuore?" (183). Quelle 12 ore di riduzione saranno il trampolino di lancio per ulteriori conquiste in questo campo nei decenni a seguire. Intanto nel 1956, anno ricorrente il Cinquantenario della nascita della Riv, un operaio alle officine guadagnava 65 mila lire al mese, e a Villar Perosa circolava un mezzo motorizzato ogni sette persone, con la più alta percentuale italiana del tempo (184). ARRIVA LA SKF Tra il 1959 e il 1960 l'economia italiana comincia ad avere un risveglio: la disoccupazione in provincia di Torino passa dalle 55.000 unità del 1958 alle 48.000 del 1959. Stava iniziando una fase di massima espansione del sistema produttivo italiano che copre il periodo dal 1959 al 1963. Alla Riv questo si manifesta anche con un notevole ricorso alle ore di straordinario sia nei giorni normali sia in quelli festivi. Intanto nel 1959 avvengono due fatti di per sé significativi: il lancio del primo razzo cosmico sovietico, il "LuniK II", il quale raggiunse il suolo lunare; l'incontro tra Khrustciov ed Eisenhower. Il missile cosmico era un segnale politico e militare della forza dell'Urss nel campo della ricerca, il secondo l'inizio di un possibile processo di distensione tra i due blocchi.

All'interno della Riv, la Fiom e la Cisl continuano a parlare sovente lingue diverse, ma la contrapposizione si sta trasformando in confronto, il quale troverà sempre maggiori momenti d'azione comune col passare degli anni. Alla Riv qualcosa si stava muovendo. Sta arrivando la Skf. Nel novembre del 1963, col diffondersi di voci e tensioni tra i lavoratori Riv sui possibili accordi che stavano intercorrendo tra la Riv e la Skf, su "L'Eco del Chisone" si legge di accordi puramente tecnici, "di una forma di integrazione economica a livello di produzione e di mercato. In parole povere, mentre prima le due sigle erano in concorrenza sia sul piano della produzione tecnica come sul piano del mercato, da oggi in poi agiranno in maniera complementare. Poiché è sempre vero l'unione fa la forza , non rimane altro da fare che constatare in maniera positiva l'accaduto" (185). Tuttavia il settimanale, solo alcuni mesi dopo, comincia a percepire la possibile colonizzazione del colosso svedese sulla Riv, chiedendosi se l'azienda di Agnelli correva il rischio di essere relegata a semplice parente povero di una famiglia ricca, oppure aveva ancora qualche possibilità di svolgere un ruolo primario come industria nazionale. Questa sensazione di smobilitazione non poteva che creare preoccupazioni anche "Per il buon nome di un'azienda che, nata nella nostra zona per volere di uno dei Capitani d'industria più notevoli del Paese, ha avuto indubbi meriti nel progresso del pinerolese, e ha detto qualcosa al Paese stesso" (186). Chi era la Skf? Una grande azienda svedese di cuscinetti con stabilimenti in Germania, Francia e Olanda e con quasi 60.000 dipendenti contro i 18.000 della Riv. Alcuni mesi dopo sempre il settimanale pinerolese si chiedeva che cosa stava succedendo alla Riv, se era ancora sotto la storica sigla data dal suo fondatore, Roberto Incerti Villar, oppure era già stata totalmente assorbita dalla Skf. Se alcuni mesi prima "L'Eco" riteneva infondate le voci e gli allarmismi, oggi è la realtà a seminare l'inquietudine del passaggio di proprietà all'industria svedese. Dopo neppure una settimana dagli interrogativi posti, Gianni Agnelli illustra la situazione durante il raduno annuale degli azionisti Riv. Inserendo in un quadro rassicurante il futuro dell'azienda, Agnelli sostiene che l'attuale congiuntura e il Mercato Comune Europeo ponevano la necessità alla Riv di una nuova sfida competitiva sul mercato, sfida che doveva essere vinta per conseguire un certa sicurezza produttiva a lungo termine. L'unica strada percorribile per raggiungere questa meta era allearsi con il più grande produttori di cuscinetti a sfera: la Skf. Snocciolando le cifre dell'intesa tutto diventa chiaro: il Gruppo apparterrà per il 77,5% alla Skf e il restante 22,5% agli azionisti Riv. L'Avvocato tranquillizzerà tutti sostenendo che non vi sarebbe stato un suo disimpegno di responsabilità verso l'azienda e che, con il programma di rinnovamento in corso, la Riv-Skf di Villar avrebbe continuato a restare un'importante unità produttiva. Era reale l'esistenza di problemi produttivi sul mercato europeo del cuscinetto, anche se poi, come avremo modo di affrontare, l'assorbimento della Riv da parte della Skf e la crisi industriale di quegli anni verranno utilizzati dall'azienda per comprimere l'occupazione e mettere alle corde tutta l'opposizione sindacale. "La strategia di Agnelli era di fare l'accordo con la Skf prima che la concorrenza di questa multinazionale - ricorda Eugenio Morero - avesse potuto creare delle difficoltà alla Riv. Agnelli acquistò il 25% delle azioni Skf, in cambio ha avuto il mercato italiano. Però fatti i conti sul piano dell'occupazione c'erano troppi operai e chi ha pagato è stata la Riv" (187).

All'interno <strong>della</strong> <strong>Riv</strong>, la Fiom e la Cisl continuano a parlare sovente lingue diverse, ma la<br />

contrapposizione si sta trasformando in confronto, <strong>il</strong> quale troverà sempre maggiori momenti<br />

d'azione comune col passare degli anni.<br />

Alla <strong>Riv</strong> qualcosa si stava muovendo. Sta arrivando la Skf.<br />

Nel novembre del 1963, col diffondersi di voci e tensioni tra i lavoratori <strong>Riv</strong> sui possib<strong>il</strong>i accordi<br />

che stavano intercorrendo tra la <strong>Riv</strong> e la Skf, su "L'Eco del Chisone" si legge di accordi puramente<br />

tecnici, "di una forma di integrazione economica a livello di produzione e di mercato. In parole<br />

povere, mentre prima le due sigle erano in concorrenza sia sul piano <strong>della</strong> produzione<br />

tecnica come sul piano del mercato, da oggi in poi agiranno in maniera complementare. Poiché è<br />

sempre vero l'unione fa la forza , non rimane altro da fare che constatare in maniera positiva<br />

l'accaduto" (185).<br />

Tuttavia <strong>il</strong> settimanale, solo alcuni mesi dopo, comincia a percepire la possib<strong>il</strong>e colonizzazione del<br />

colosso svedese sulla <strong>Riv</strong>, chiedendosi se l'azienda di Agnelli correva <strong>il</strong> rischio di essere relegata a<br />

semplice parente povero di una famiglia ricca, oppure aveva ancora qualche possib<strong>il</strong>ità di svolgere<br />

un ruolo primario come industria nazionale. Questa sensazione di smob<strong>il</strong>itazione non poteva che<br />

creare preoccupazioni anche "Per <strong>il</strong> buon nome di un'azienda che, nata nella nostra zona per volere<br />

di uno dei Capitani d'industria più notevoli del Paese, ha avuto indubbi meriti nel progresso del<br />

pinerolese, e ha detto qualcosa al Paese stesso" (186).<br />

Chi era la Skf? Una grande azienda svedese di cuscinetti con stab<strong>il</strong>imenti in Germania, Francia e<br />

Olanda e con quasi 60.000 dipendenti contro i 18.000 <strong>della</strong> <strong>Riv</strong>.<br />

Alcuni mesi dopo sempre <strong>il</strong> settimanale pinerolese si chiedeva che cosa stava succedendo alla <strong>Riv</strong>,<br />

se era ancora sotto la storica sigla data dal suo fondatore, Roberto Incerti V<strong>il</strong>lar, oppure era già stata<br />

totalmente assorbita dalla Skf. Se alcuni mesi prima "L'Eco" riteneva infondate le voci e gli<br />

allarmismi, oggi è la<br />

realtà a seminare l'inquietudine del passaggio di proprietà all'industria svedese.<br />

Dopo neppure una settimana dagli interrogativi posti, Gianni Agnelli <strong>il</strong>lustra la situazione durante <strong>il</strong><br />

raduno annuale degli azionisti <strong>Riv</strong>.<br />

Inserendo in un quadro rassicurante <strong>il</strong> futuro dell'azienda, Agnelli sostiene che l'attuale congiuntura<br />

e <strong>il</strong> Mercato Comune Europeo ponevano la necessità alla <strong>Riv</strong> di una nuova sfida competitiva sul<br />

mercato, sfida che doveva essere vinta per conseguire un certa sicurezza produttiva a lungo termine.<br />

L'unica strada percorrib<strong>il</strong>e per raggiungere questa meta era allearsi con <strong>il</strong> più grande produttori di<br />

cuscinetti a sfera: la Skf. Snocciolando le cifre dell'intesa tutto diventa chiaro: <strong>il</strong> Gruppo apparterrà<br />

per <strong>il</strong> 77,5% alla Skf e <strong>il</strong> restante 22,5% agli azionisti <strong>Riv</strong>.<br />

L'Avvocato tranqu<strong>il</strong>lizzerà tutti sostenendo che non vi sarebbe stato un suo disimpegno di<br />

responsab<strong>il</strong>ità verso l'azienda e che, con <strong>il</strong> programma di rinnovamento in corso, la <strong>Riv</strong>-Skf di<br />

V<strong>il</strong>lar avrebbe continuato a restare un'importante unità produttiva.<br />

Era reale l'esistenza di problemi produttivi sul mercato europeo del cuscinetto, anche se poi, come<br />

avremo modo di affrontare, l'assorbimento <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> da parte <strong>della</strong> Skf e la crisi industriale di quegli<br />

anni verranno ut<strong>il</strong>izzati dall'azienda per comprimere l'occupazione e mettere alle corde tutta<br />

l'opposizione sindacale. "La strategia di Agnelli era di fare l'accordo con la Skf prima che la<br />

concorrenza di questa multinazionale - ricorda Eugenio Morero - avesse potuto creare delle<br />

difficoltà alla <strong>Riv</strong>. Agnelli acquistò <strong>il</strong> 25% delle azioni Skf, in cambio ha avuto <strong>il</strong> mercato italiano.<br />

Però fatti i conti sul piano dell'occupazione c'erano troppi operai e chi ha pagato è stata la <strong>Riv</strong>"<br />

(187).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!