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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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quello che vogliono. La Direzione premeva su di noi per avere l'assenso perché noi ci opponevamo:<br />

io dicevo che non poteva accettare questo perché avrebbe falsato l'esito delle elezioni <strong>della</strong> C.I.. Noi<br />

ci battevamo contro la Cg<strong>il</strong> sul piano <strong>della</strong> concorrenza, ma in modo leale" (130).<br />

Situazione analoga si verifica nel 1959, quando la <strong>Riv</strong> "punisce" tutti quei lavoratori, non<br />

concedendo le 15.000 del premio di fedeltà, che avevano aderito allo sciopero per <strong>il</strong> rinnovo del<br />

contratto di lavoro. Mentre per la Fiom la pratica del ricatto era<br />

ormai d'uso a V<strong>il</strong>lar, stizzita è la reazione di Carlo Borra che vede in tale atteggiamento un ostacolo<br />

verso ogni possib<strong>il</strong>ità di collaborazione tra azienda e sindacato. Il responsab<strong>il</strong>e provinciale <strong>della</strong><br />

Cisl denuncia <strong>il</strong> fatto che la <strong>Riv</strong> stava<br />

adottando i metodi usati dalla Fiat, non potendo negare <strong>il</strong> premio chi per mesi aveva contribuito allo<br />

sv<strong>il</strong>uppo dell'azienda per un semplice sciopero che "era un dovere di solidarietà con tutti i lavoratori<br />

<strong>della</strong> categoria, esercitando un chiaro diritto riconosciuto in tutti i paesi liberi" (131). Il messaggio<br />

era chiaro: si andava a infrangere i principi <strong>della</strong> stessa Costituzione repubblicana minando le<br />

fondamenta <strong>della</strong> democrazia.<br />

La Cisl si trovava a combattere contro gli scioperi politici <strong>della</strong> Fiom e la tendenza padronale che,<br />

con i premi antisciopero, ledevano <strong>il</strong> diritto di sciopero. Nel 1953 i cislini rammentano che "In<br />

Russia è proibito scioperare perché così vuole la dittatura comunista. Non siamo però d'accordo che<br />

nell'Italia democratica si giunga, con metodi subdoli, alle stesse arbitrarie conclusioni" (132).<br />

La reazione del sindacato di Borra era di profonda rabbia verso un padronato che invece di<br />

apprezzare la leale collaborazione, la moderazione <strong>della</strong> Cisl e U<strong>il</strong>, con <strong>il</strong> suo ostracismo dava<br />

spazio all'intervento <strong>della</strong> Cg<strong>il</strong>, molto più radicale e aggressiva nel prendere di petto i problemi e<br />

molto più capace di accattivarsi l'attenzione dei lavoratori.<br />

La risposta dell'Azienda, per la penna dell'ing. Bertolone, amministratore delegato e direttore<br />

generale, è netta, chiara e conclusiva: " Il Premio di Collaborazione costituisce un atto di liberalità<br />

da parte <strong>della</strong> Presidenza <strong>della</strong> RIV e pertanto non può essere oggetto di trattative con la C.I. -La<br />

concessione di tale premio, subordinatamente ai risultati produttivi, non potrà essere disposta in<br />

favore di quei dipendenti, impiegati e operai, che abbiamo costantemente adempiuto ai doveri di<br />

una leale concreta collaborazione aziendale"(133_).<br />

La Commissione Interna chiederà, attraverso una formale lettera del 2 settembre 1959, che la prima<br />

rata semestrale del premio di collaborazione venga corrisposto a tutti i dipendenti dello<br />

stab<strong>il</strong>imento. La questione rimarrà irrisolta: nel 1960 la <strong>Riv</strong> pagherà a tutti <strong>il</strong> premio di produzione<br />

del secondo semestre 1960, mentre gli scioperi contrattuali fatti nel 1958 priveranno quei lavoratori<br />

che avevano aderito nel premio di collaborazione del primo semestre 1959.<br />

Questo problema perdurerà nel tempo, mentre le posizioni <strong>della</strong> Cisl di V<strong>il</strong>lar, all'interno<br />

dell'evoluzione <strong>della</strong> sua linea<br />

sindacale, si inaspriscono col passare degli anni. Nel 1961 la Cisl, come d'altronde anche la Cg<strong>il</strong>,<br />

chiede una regolamentazione del premio di collaborazione "poiché non può esistere una normalità<br />

di rapporti ed una seria trattativa sindacale quando le libertà dei lavoratori sono condizionate da<br />

concessioni paternalistiche e discriminatorie. E' bene che la Direzione sappia che la Cisl è disposta<br />

alla collaborazione, non al serv<strong>il</strong>ismo!!" (134).<br />

La Cisl aveva considerato, almeno per tutti gli anni Cinquanta, <strong>il</strong> premio di collaborazione con una<br />

funzione pedagogica contro l'uso improprio dello sciopero, facendo aperta opera di dissuasione tra i

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