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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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qualunque modo priv<strong>il</strong>egiare gli iscritti alla Cisl e alla U<strong>il</strong>. Però i problemi concreti per gli operai<br />

erano uguali per tutti" (124).<br />

Da quegli anni inizia la lenta emorragia di voti <strong>della</strong> Cisl (e <strong>della</strong> U<strong>il</strong>), a favore <strong>della</strong> lista<br />

Indipendenti, fondata da Venturi, ex comunista uscito dalle f<strong>il</strong>e <strong>della</strong> Cg<strong>il</strong> e del Pci. Dal 1960, con <strong>il</strong><br />

nuovo gruppo dirigente <strong>della</strong> Cisl, guidato da Tonino Chiriotti, lo spazio di consenso, a fase<br />

alterne, <strong>della</strong> Cisl si allarga. Dall'inizio degli anni Sessanta Cg<strong>il</strong>, ma in particolare Cisl e U<strong>il</strong>,<br />

dovranno comunque fare i conti con l'azione di disturbo degli Indipendenti, inoltre la maggior<br />

combattività e iniziativa <strong>della</strong> Cisl la farà scontrare contro le maglie repressive dell'azienda.<br />

Astrattamente era parola comune nel sindacato l'idea di non dividere i lavoratori, di porsi uniti<br />

contro la controparte padronale. Nel 1957 la Fiom <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> di V<strong>il</strong>lar fa la proposta alla Cisl e U<strong>il</strong> di<br />

presentare per l'elezione <strong>della</strong> Commissione Interna una lista unica, senza denominazione sindacale,<br />

formata di lavoratori proposti in ogni reparto dai compagni di lavoro e che godano la loro fiducia. In<br />

questo modo "non sarebbero più così i sindacati a comporre le liste dei candidati, al di fuori <strong>della</strong><br />

volontà dei lavoratori, ma gli operai direttamente, - scrive <strong>il</strong> giornale socialcomunista - che sono poi<br />

in definitiva coloro che la loro rappresentanza eleggono" (125).<br />

Propaganda o sincera proposta? Certamente le difficoltà erano molte, e la paura di veder prevalere<br />

nella lista unitaria candidati non graditi era diffusa. La Cg<strong>il</strong> era molto radicata in fabbrica,<br />

aggressiva nei momenti di maggior tensione e molti dei suoi esponenti erano conosciuti e quindi<br />

poteva sperare di aver<br />

l'egemonia . La Cisl temeva di essere in minoranza e farsi ingabbiare in proposte politiche in cui<br />

non si riconosceva, quindi era plausib<strong>il</strong>e la sua diffidenza ad un'unità che poteva non essere<br />

mortificante per la propria identità.<br />

Il confronto scontro fra Cg<strong>il</strong> e Cisl, e queste con la <strong>Riv</strong>, avviene, oltre con i classici volantini, con<br />

due giornalini di fabbrica. La Cisl lasciava la sua voce a "Informatore Sindacale Cisl", diretto, e in<br />

buona parte scritto, da Carlo Borra. Il giornalino cislino viene alla luce nel novembre del 1950,<br />

pubblica 51 numeri, diffuso in circa in alcune migliaia di copie, e termina<br />

la propria vita nell'apr<strong>il</strong>e del 1956. Compito del foglio era quello di rendere visib<strong>il</strong>i tra gli iscritti e<br />

nelle fabbriche del pinerolese le idee del sindacato di orientamento cattolico.<br />

Anche la Fiom aveva alla <strong>Riv</strong> di V<strong>il</strong>lar un proprio giornalino: "Il 7B V<strong>il</strong>lar. Giornale dei lavoratori<br />

<strong>della</strong> <strong>Riv</strong>" (esisteva anche "Il 7B. Giornale dei lavoratori <strong>della</strong> <strong>Riv</strong>-Torino", diffuso tra gli operai<br />

<strong>Riv</strong> dello stab<strong>il</strong>imento Torinese). Perché si chiamava 7B? Era la sigla di un cuscinetto a sfere tipo,<br />

di diametro esterno di 72 mm, spessore 19, foro 30, peso 348 grammi e valore nel 1959 di lire 1830.<br />

Nasce nel 1952, stampato presso la tipografia Subalpina di Torino, diffuso in 1500 copie, con<br />

direttore Virg<strong>il</strong>io Bivi, operaio <strong>Riv</strong>, coadiuvato da Mario Mauro, Carlo Venturi, Apollonia<br />

Benedetto, S<strong>il</strong>vio Brondolo.<br />

Mario Mauro ricorda <strong>il</strong> forte attivismo che circondava la stampa del giornale, strumento di<br />

propaganda diffuso in fabbrica e sulla tranvia che collegava Pinerolo e Perosa Argentina con V<strong>il</strong>lar<br />

Perosa: "Impaginavo gli articoli, li battevo a macchina, portavo <strong>il</strong> materiale in tipografia,<br />

correggevo e portavo le bozze Torino, facevo i titolo, arrivava <strong>il</strong> giornale. Poi al mattino, al 1°<br />

turno, con la mia 1100 del 1936 andavo a Pinerolo , mentre Morero e Armandi prendevano <strong>il</strong> tram,<br />

poi al ponte Palestro prendevo Bonucci e lo portavo a Perosa al 1° turno e io andavo a V<strong>il</strong>lar ad<br />

aspettare che gli operai arrivassero e vedevano <strong>il</strong> giornale ogni quindici giorni. Dopo riprendevo<br />

Bonucci e lo riportavo a Perosa e Morero e Armandi a Pinerolo che prendevano <strong>il</strong> tram del turno<br />

centrale e vendevamo nuovamente <strong>il</strong> giornale. Poi andavamo alla sera ad aspettare quelli del<br />

secondo turno che uscivano e quelli <strong>della</strong> notte che entravano" (126).

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