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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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Nel patto sindacale unitario del 1944, tra la corrente socialista, comunista e democristiana,<br />

cominciavano ad aprirsi crepe sempre più profonde. <strong>Le</strong> divisioni ideologiche era forti, dopo l'unità<br />

antifascista si apre l'era <strong>della</strong> contrapposizione tra l'Occidente e <strong>il</strong> blocco Sovietico. La guerra<br />

fredda era ormai cominciata: <strong>il</strong> segnale esplicito erano state le due bombe atomiche lanciate dagli<br />

americani sul Giappone nell'agosto del 1945.<br />

<strong>Le</strong> tensioni politiche si riversavano con prepotenza all'interno del sindacato, e si può dire che la<br />

caratteristica più r<strong>il</strong>evante del sindacato nel dopoguerra è la sua politicizzazione. In modo<br />

particolare era evidente l'adeguamento, da parte <strong>della</strong> componente sindacale comunista, alla linea<br />

strategica del Pci, con un rapporto di cinghia di trasmissione che fa emergere una nuova<br />

concezione del sindacato, da strumento puramente rivendicativo e difensivo <strong>della</strong> classe operaia,<br />

alla funzione di rappresentante <strong>della</strong> nazione intera all'interno di una prospettiva di ricostruzione<br />

politica ed economica.<br />

Quando l'unità sindacale si incrina questo avviene per la rigida spaccatura del mondo in blocchi<br />

contrapposti e per i dissensi che fiorivano fra i partiti, ma quelle divisioni mediavano già un<br />

conflitto presente all'interno del movimento sindacale: tra chi voleva contenere l'iniziativa delle<br />

rivendicazione dei lavoratori in un quadro di compatib<strong>il</strong>ità con le esigenze del capitale e delle<br />

politica economica del governo, e chi voleva difendere l'autonomia <strong>della</strong> iniziativa operaia, a<br />

salvaguardia del posto di lavoro, di un salario accettab<strong>il</strong>e e di spazi di libertà democratiche.<br />

Comunque, fin dall'inizio del 1947, <strong>il</strong> governo Usa comincia ad allarmarsi per la forza <strong>della</strong> sinistra<br />

in Italia, la quale aveva<br />

ottenuto vantaggi nelle elezioni amministrative del 1946, e persegue essenzialmente tre obiettivi:1)<br />

rafforzamento delle forze politiche centriste; 2) salvaguardare un sistema socio-economico di<br />

mercato; 3)inserire la politica estera italiana nel contesto strategico <strong>della</strong> struttura Nato.<br />

La mozione <strong>della</strong> Corrente sindacale cristiana al 1° Congresso <strong>della</strong> Cg<strong>il</strong> di Firenze ribadiva i<br />

principi che poi furono motivo fondamentale <strong>della</strong> scissione. Secondo essa <strong>il</strong> sindacato doveva: 1)<br />

rendersi nella sua azione indipendente da ogni partito politico; 2) rispettare la pluralità delle<br />

opinioni politiche e la fede religiosa degli associati; 3) contenere la sua attività nello specifico<br />

campo sindacale.<br />

La ruggine era profonda, radicata in concezione culturali diverse. I m<strong>il</strong>itanti <strong>della</strong> corrente cristiana<br />

nel sindacato r<strong>il</strong>evavano ciò che li divideva dai comunisti:" Non siano anticomunisti dichiarati,<br />

come qualcuno vorrebbe. Semplicemente perché come lavoratori abbiamo dei motivi fondamentali<br />

che ci uniscono a tutti gli altri lavoratori, di qualunque idea siano, perché come cristiani<br />

auspichiamo una fraternità che è contraria a qualunque anti.<br />

Però, per chiarezza, appunto come lavoratori e come cristiani non approviamo e siamo decisamente<br />

contrari a certe posizioni comuniste. Così come cristiani avversiamo <strong>il</strong> loro dichiarata materialismo<br />

che per forza di cose riduce la nostra persona ad<br />

essere calcolata al massimo a peso di muscoli e di fosfati, così come lavoratori contrastiamo <strong>il</strong><br />

metodo comunista di fare di ogni<br />

questione sindacale un agganciamento ai fini del loro partito" (97).<br />

E' indubbio che la cultura <strong>della</strong> corrente sindacale cristiana e quella dei comunisti era<br />

profondamente diverse. Il dettato di fede faceva dire alla corrente sindacale moderata che le<br />

differenze sociali e politiche non dovevano dare adito a contrasti insanab<strong>il</strong>i, a logiche di lotta di<br />

classe, perché ogni uomo è creatura di Dio, al di là <strong>della</strong> classe sociale di appartenenza. Capitale e<br />

lavoro sostengono entrambi la società economica, pur avendo a volte interessi divergenti, ma mai<br />

contrapposti e sempre ricomponib<strong>il</strong>i secondo una f<strong>il</strong>osofia sociale interclassista. La cultura

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