Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub
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ambasciatore, e " così un giorno<br />
arrivò un macchinone con un altro tipo, un piccolino, nervosetto nel fisico,; arrivò con un'aria e con<br />
un atteggiamento estremamente deciso. Senza preamboli disse chiaramente: "<strong>Le</strong>i è <strong>il</strong> comandante?".<br />
"Sì". "Non sono venuto assolutamente per discutere; son venuto perché <strong>il</strong> senatore tiene molto<br />
all'ingegner Bertolone e mi ha autorizzato a venire da lei e a fare questo...". E mi diede un libretto di<br />
assegni firmato in bianco e disse:" Scriva la cifra che vuole, ed è sua" " (77).<br />
Quell'uomo era Valletta. La risposta ricevuta è un netto diniego a questa proposta di<br />
mercanteggiamento, oltre una minaccia per la sua vita se non si fosse allontanato più che<br />
celermente.<br />
Passavano le settimane ed era evidente che Pietro Bertolone non sarebbe stato abbandonato dai<br />
capitani dell'industria, oltre e ovviamente dalla Fiat, e dalle stesse forze politiche vicine ad essi.<br />
Disposizioni dal Cln torinese non giungevano, e non ne sarebbero giunte, a proposito <strong>della</strong> sorte di<br />
Bertolone, questo perché "<strong>il</strong> vecchio Giovanni Agnelli finanziava tutti i partiti <strong>della</strong> Resistenza, non<br />
uno escluso. Nella riunione dove si parlò di questo caso fui tacciato dal rappresentante <strong>della</strong><br />
Democrazia cristiana, che in quel momento era un certo Guglielmone, padrone <strong>della</strong> Banca Balbis e<br />
Guglielmone di Pinerolo, di essere un bandito di strada. Erano tutti preoccupati di non perderei<br />
contributi <strong>della</strong> FIAT, tranne i miei che cercavano invece di dire: "Va be', studiamo come risolvere<br />
<strong>il</strong> caso!"<br />
Neppure i comunisti accettarono di votare contro <strong>il</strong> mio comportamento" (78).<br />
Una soluzione si doveva trovare e viene trovata. Bertolone firma un impegno nel quale nessun<br />
uomo doveva più essere portato via dalla valle e viene r<strong>il</strong>asciato. Da quel momento nessun operaio<br />
viene più inviato a lavorare in Alto Adige, Austria o Germania e l'ingegnere inizia ad offrire la sua<br />
collaborazione (79): " Bisogna dire che Bertolone ci ha aiutati in altri modi; quando avevamo<br />
bisogno di vivere, glielo mandavamo a dire, lui riforniva un certo magazzino, ci segnalava quale, e<br />
noi andavamo a sfondare la porta. Doveva sembrare un'azione di forza, un furto, per non scoprire<br />
lui, e permetterci a noi di rifornirci di quei viveri di cui avevamo sempre bisogno"(80).<br />
Questa "reclusione" di alcuni settimane tra le montagne concedeva a Bertolone la giustificazione,<br />
di fronte ai tedeschi, dei suoi comportamenti che potevano essere considerate troppo morbide verso<br />
le iniziative dei partigiani.<br />
<strong>Le</strong> pressioni delle forze partigiane servivano proprio a sollecitare le azione <strong>della</strong> dirigenza <strong>Riv</strong> e nel<br />
contempo a giustificarle. E' esemplificativo un fatto accaduto nel giugno del 1944. Durante un<br />
rastrellamento nel vallone di Paramollo e Vaccera due operai <strong>della</strong> <strong>Riv</strong>, reparto grossa torneria,<br />
Jahier Edvico e Sappe Eduardo, vengono prelevati dalle loro case e deportati. I due operai erano<br />
perfettamente in regolo: non appartenevano a classi richiamate, muniti di un regolare lasciapassare<br />
b<strong>il</strong>ingue r<strong>il</strong>asciato dalla Direzione <strong>Riv</strong>. I partigiani ritengono responsab<strong>il</strong>e la Direzione <strong>Riv</strong> di questi<br />
soprusi perpetrati dalla forze di occupazione tedesche, quindi inviano una lettera all'ing. Bertolone,<br />
all'ing. Prever e a sig. Tomassetti, tutti dirigenti dello stab<strong>il</strong>imento di V<strong>il</strong>lar.<br />
Il tono <strong>della</strong> missiva è esplicito: " risulta chiara che la responsab<strong>il</strong>ità di questo barbaro atto, ricade<br />
esclusivamente sulla direzione dello stab<strong>il</strong>imento, di V<strong>il</strong>lar Perosa.<br />
Per tanto r<strong>il</strong>ascio un termine massimo di gg. otto dalla data di pubblicazione di questa medesima<br />
onde avere precisi inconfutab<strong>il</strong>i chiarimenti in proposito ad un termine massimo di gg. 20, onde<br />
vengano svolte da questa direzione tutte le pratiche atte, in suddetto limite di tempo a fare rientrare<br />
in senso alle loro famiglie, i due deportati, dopo di che verrà preceduto inesorab<strong>il</strong>mente contro <strong>il</strong><br />
responsab<strong>il</strong>e di questa ignota deportazione" (81). E' inut<strong>il</strong>e dirlo che con questo tipo di intervento la<br />
<strong>Riv</strong> aveva poi tutte le carte in regola per cercare di intercedere sul comando tedesco e far rientrare<br />
queste azioni di repressione (82).