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Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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Resistenza è complesso, sia per l'ambiguità che ha caratterizzato in gran parte i gruppi dirigenti<br />

industriali sia per la particolare personalità di Pietro Bertolone.<br />

Certo l'ingegnere si è mosso con cautela. Si sa, sempre essere cauti.<br />

D'altronde fino fino ad El Alemein, primavera del 1942, gli ambienti economici e industriali vanno<br />

a braccetto col regime. Poi l'inevitab<strong>il</strong>e sconfitta si avvicina: la catastrofe di El Elamein, Stalingrado<br />

e i bombardamenti alleati sul Nord fanno capire che gli eventi stanno prendendo velocemente una<br />

nuova piega. Così iniziano i distinguo dal regime, i dissensi velati e (molta) diplomazia dietro le<br />

quinti nel prendere i contatti con gli alleati. E con <strong>il</strong> 1943 i contatti con gli alleati si fanno più<br />

stretti. Agnelli in prima f<strong>il</strong>a: in un rapporto dell'ambasciata americana a Berna, conservato al<br />

Dipartimento di Stato di Washington, e datato 2 gennaio 1943, viene segnalato che "fra gli italiani<br />

disposti a collaborare vi era <strong>il</strong> commendator Agnelli, Torino" (74) .<br />

Il piede dalla staffa del regime fascista inizia a sollevarsi, mentre l'altro cerca di posizionarsi con<br />

sicurezza in quella dei futuri vincitori. Il salto <strong>della</strong> quaglia diventa uno sport molto diffuso per<br />

buona parte del ceto industriale.<br />

Anche per Pietro Bertolone inizia la sua via crucis , e per giungere dalla camicia nera ad amico dei<br />

partigiani di strada, tortuosa e impervia, ne ha dovuta percorrere.<br />

La "riconversione", se così si può chiamare, è una pagina che ci viene raccontata da Roberto<br />

Malan. Bertolone, un giorno tra <strong>il</strong> gennaio e <strong>il</strong> febbraio del 1944, si presenta con la sua macchina e<br />

accompagnato dal suo autista ai partigiani. Era andato a tastare <strong>il</strong> terreno, a cercare di capire la<br />

situazione. Arriva con un bel borsone pieno di bottiglie di grappa, cognac francese. Il discorso che<br />

fa è semplice: se avete bisogno di qualcosa io posso aiutarvi, basta rivolgervi a me.<br />

Vuole anche capire come i partigiani la pensano verso persone come lui: "Poi preoccupato,<br />

cominciò un discorso più impegnativo:" Come vi comportate voi con gente come me, che sono<br />

direttore ... sono un padrone, sono direttore di industria?". Io cercai di tranqu<strong>il</strong>lizzarlo: "Per carità,<br />

nessun problema, noi abbiamo deciso<br />

di rischiare la pelle, di prendere la strada <strong>della</strong> montagna, non riteniamo di dover obbligare nessuno<br />

a farlo; riteniamo però che<br />

chi volesse invece contrastare i valori <strong>della</strong> nostra lotta, dovremo invitarlo a fare una scelta" " (75).<br />

Il discorso dei partigiani a Bertolone era chiaro: non era obbligato a imbracciare le armi e salire in<br />

montagna, ma doveva dare anche <strong>il</strong> suo aiuto alla Resistenza. Il problema del momento era che,<br />

nonostante <strong>il</strong> sabotaggio dei partigiani, dei macchinari erano stati mandati in Alto Adige, e con le<br />

macchine cominciano a essere deportati anche degli operai specializzati <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> di V<strong>il</strong>lar.<br />

Nonostante l'invito dei partigiani a Bertolone di far cessare questa emigrazione forzata, nulla era<br />

cambiato con <strong>il</strong> passare dei giorni: decine di donne si lamentavano che i loro mariti erano inviati<br />

altrove, anche in Austria e Germania.<br />

Così, di fronte all'aggravarsi <strong>della</strong> situazione, viene presa la decisione." Mandai allora Andrea<br />

Sib<strong>il</strong>le, perché con l'educazione avuta a Modena andava "coi guanti bianchi", a prelevare l'ingegner<br />

Bertolone, di notte. Lo tenni una quindicina di giorni in una locanda a Poumeifré; aveva una stanza,<br />

mangiava in cucina, due uomini di guardia e nient'altro: "Ma, Malan, non è possib<strong>il</strong>e!...". Gli ho<br />

detto: "Guarda, Bertolone, non si scappa! Io te l'avevo detto: o vieni con noi in montagna, o non<br />

parte più nessun uomo, o ti processiamo". Naturalmente presi la precauzione di non processarlo sul<br />

campo, ma di chiedere istruzioni al comando regionale presso <strong>il</strong> CLN di Torino" (76).<br />

Pietro Guglielmone non era uno sconosciuto, e con <strong>il</strong> suo sequestro tutto l'entourage <strong>della</strong> <strong>Riv</strong> e<br />

<strong>della</strong> Fiat si muove per giungere ad una conclusione <strong>della</strong> vacanza forzata dell'ingegnere. La<br />

determinazione dei partigiani induce <strong>il</strong> senatore Agnelli a mandare direttamente un suo

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