Le officine Riv: il centro della ragnatela. - Alp Cub

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04.06.2013 Views

"12 marzo, Legione di Torino, n. 219/15 11 marzo, ore 10. Stabilimento Villar Perosa, Torino. Numero 5000 operai per un'ora scopo ottenere liberazione camerati fermati giorni precedenti ed immediato aumento paga. (Colonnello Scognamiglio)" "12 marzo, Tenenza di Torino Po, n. 79/27 Ore 13 oggi 150 donne stabilimento Villar Perosa et 500 operai stabilimento metallurgico Fornara Torino astenevansi lavoro ore una, reclamando miglioramenti economici et liberazione camerati fermati giorni precedenti. Nessun incidente. (Sottotenente Conturbia)" 13 marzo, Tenenza di Pinerolo, n. 216/4 Ore 10 tredici marzo 1943 tremila operai primo e secondo turno officine Villar Perosa (Torino) segnale sirena cessavano lavoro at scopo ottenere aumento paga et generi razionati rimanendo in luogo. Lavoro non è stato ripreso. Nessun incidente. (Maresciallo Franchini)" "16 marzo, Tenenza di Pinerolo, n. 216/4 Seguito segnalazione pari numero tredici corrente comunicasi che operai officine di Villa Perosa (Torino) hanno ripreso normale lavoro ore 12sedici marzo. (Maresciallo Franchini)" "21 marzo, Compagnia di Pinerolo, n. 251/47 Arma Pinerolo (Torino) prime ore 21 marzo 1943 proceduto arresto 43 operai officine Riv Pellice di cui 11donne et 3 Officine Meccaniche Pinerolo sospetti promotori astensione lavoro stabilimento suddetti. (Capitano Turin)" (64) "22 marzo, Compagni di Pinerolo, n. 251/49 Arma Pinerolo (Torino) prime ore 22 marzo 1943 proceduto arresto 10 operai officine Riv Villar Perosa e 2 officine meccaniche Pinerolo sospetti promotori astensione lavoro stabilimenti suddetti. (Capitano Turin)" La Liberazione trova la sua proiezione concreta nella fabbriche con i Comitati di Liberazione aziendali, composta dai rappresentanti dei vari partiti che avevano partecipato alla Resistenza, con il compitgo di favorire la ricostruzione delle aziende, la ripresa demnocratica con il ripristino dlle libertà sindacali. Anche il processo di epurazione tocca la Riv di Villar: il direttore generale ing. bertolone, con altri dirigenti aziendali, viene sostituito in seguito alle votazioni avvenute nelle assemblee nel refettorio. Il clima incandescente non tollereva chi si era sporcato le mani col regime, o semplicemente, aveva usato il pugno di ferro nella fabbrica con gli operai. Ma per l’ing. Bertolone l’epurazione dura poco “ perché mandar avanti una fabbrica non è facile: Infatto dopo tre mesi si sono resi conto che la fabbrica era tutta da ricostruire e si è amndato a chiamare Bertolone. Si deve dire che è grazie a Bertolone che la Riv è ritornata ad essere quella che era. “ (65) Le opinioni sull'epurazione di Bertolone non sono concordi. Emilio Travers racconta che Bertolone non venne estromesso dopo la Liberazione "dai partigiani, bensì dai "grandi", i "grandi" più in alto di lui (66). Insomma c'era chi aspettava di prendere il suo posto, e anche tra i dirigenti di altre aziende vi era un certo astio contro Bertolone" (67). Carlo Borra è fautore della tesi che "gli stessi che avevano presieduto all'epurazione, i membri del CLN aziendale, andarono presto in delegazione dall'ing. Bertolone pregandolo di ritornare a prendere le redini dell'azienda" (68). La figura dell'ing. Bertolone si staglia nella storia della dirigenza Riv: un tipo energico, proprio come il padrone delle ferriere. Quando passava lui in Riv nessuno fiatava. "Favorito di buona e

prestante corporatura, quando passava con la sua pipa fra i vari reparti dell'officina, - ricorda Carlo Borra - seguito dallo scodazzo dei dirigenti e capi dei reparti attraversati, incuteva allora prima della Liberazione, ma anche dopo, seppur in tono ridotto, un senso di soggezione. La voce passava di reparto in reparto: c'é Bertolone! E tutti cercavano di mettersi a posto per non subire i suoi richiami che non guardavano in faccia nessuno. Era certamente un tipo duro che ai subalterni non dava molte confidenze" (69). Non era solo soggezione, ma anche paura. L'ing. Bertolone era temuto e quando passava in fabbrica calava il gelo. Era già stato previsto tutto un sistema di preavviso per mettere in guardia del suo passaggio in officina. Bastava un pur minima infrazione (essere colti a fumare una sigaretta) che Bertolone, senza neppure fermarsi, faceva un gesto con il capo verso malcapitato, ed era cura del responsabile del personale che lo seguiva procedere al licenziamento dell'operaio. Un giorno ha visto un operaio che raddrizzava un punzone sulla sua macchina da lavoro. Ha fatto un breve segno con la testa e un'ora dopo quell'operaio era licenziato (70). La fama diffusa sull'ingegnere di essere un "duro" non venne mai smentita in quegli anni sotto la dittatura fascista, e nei suoi confronti il timore era molto diffuso tra le maestranze. Arroganza che si è parzialmente mitigata dopo la liberazione, con il cambiare del contesto storico e politico. Certamente in alcuni momenti nella gestione della Riv contava più lui di Agnelli. Una figura che sapeva muoversi con destrezza anche nei momenti più difficile: "Bertolone era padrone assoluto della Riv. Quando ha visto che le cose cambiavano - sostiene Emilio Travers, operaio Riv, comunista e partigiano - ci ha aiutato. Eravamo in contatto io e Costantino con Bertolone. Bertolone ci veniva a trovare nei boschi. Durante il fascismo si è adeguato; ci ha fatta rilasciare dai tedeschi dei lasciapassare. Aveva una certa autorità e coraggio. Aveva nascosto del materiale, dove adesso ci sono le forge, nei sotterranei: materie prime, macchinari pronti per poter rimontare in fabbrica. Poi ha fatto murare tutto" (71). L'ingegner Bertolone é stato sicuramente una figura storica alla Riv di Villar: è ancora Emilio Travers a definirlo "Lungimirante, coraggioso e intelligente". Ha saputo interpretare più copioni e più personaggi, restando sempre fedele a se stesso: uomo di comando, abile nel trasformismo politico, senza mai soggiacere al servilismo, sapendo cogliere e capire i cambiamenti che avvenivano nella società (72). In camicia nera nella prima fase del fascismo, duro e inflessibile verso gli operai durante il ventennio; amico e alleato dei partigiani, ma senza palese debolezza nell'arte del comando nell'officina, mediatore fra le forze in conflitto, avendo già sentito che il regime fascista era ormai in decomposizione; intelligente e intraprendente da concepire l'epurazione come una breve parentesi, per poi essere richiamato con tutti gli onori in officina per dirigere la ricostruzione della Riv con le sue indubbie capacità, e questo merito gli è stato riconosciuto da tutti; per poi riprendere saldamente in mano (ammesso che l'abbia mai veramente abbandonata) la tolda del comando, e nuovamente guidare con salda determinazione e con il pugno del tecnocrate l'azienda che Agnelli gli aveva affidato concedendogli, in più di un'occasione, carta bianca. Per Bertolone i regimi politici, le ideologie passavano, mentre immutata doveva restare la gerarchia di fabbrica e della società. Tanto si sa qual era l'Agnelli-pensiero: ciò che va bene per la Fiat ( e la Riv) va bene per l'Italia, e comunque si è filogovernativi per definizione, prendendo poi le dovute misure e distanze. Se è vero che durante la resistenza "Anche l'ing. Pietro Bertolone, il cav. Arturo Prever, l'ing. Ambrogio Turati, che rappresentavano il mondo industriale della zona, erano entrati in diretto contatto col CLN e con i comandi partigiani" (73), tuttavia la storia del rapporto tra Bertolone e la

"12 marzo, <strong>Le</strong>gione di Torino, n. 219/15<br />

11 marzo, ore 10. Stab<strong>il</strong>imento V<strong>il</strong>lar Perosa, Torino. Numero 5000 operai per un'ora scopo<br />

ottenere liberazione camerati fermati giorni precedenti ed immediato aumento paga. (Colonnello<br />

Scognamiglio)"<br />

"12 marzo, Tenenza di Torino Po, n. 79/27<br />

Ore 13 oggi 150 donne stab<strong>il</strong>imento V<strong>il</strong>lar Perosa et 500 operai stab<strong>il</strong>imento metallurgico Fornara<br />

Torino astenevansi lavoro ore una, reclamando miglioramenti economici et liberazione camerati<br />

fermati giorni precedenti. Nessun incidente. (Sottotenente Conturbia)"<br />

13 marzo, Tenenza di Pinerolo, n. 216/4<br />

Ore 10 tredici marzo 1943 trem<strong>il</strong>a operai primo e secondo turno <strong>officine</strong> V<strong>il</strong>lar Perosa (Torino)<br />

segnale sirena cessavano lavoro at scopo ottenere aumento paga et generi razionati rimanendo in<br />

luogo. Lavoro non è stato ripreso. Nessun incidente. (Maresciallo Franchini)"<br />

"16 marzo, Tenenza di Pinerolo, n. 216/4<br />

Seguito segnalazione pari numero tredici corrente comunicasi che operai <strong>officine</strong> di V<strong>il</strong>la Perosa<br />

(Torino) hanno ripreso normale lavoro ore 12sedici marzo. (Maresciallo Franchini)"<br />

"21 marzo, Compagnia di Pinerolo, n. 251/47<br />

Arma Pinerolo (Torino) prime ore 21 marzo 1943 proceduto arresto 43 operai <strong>officine</strong> <strong>Riv</strong> Pellice<br />

di cui 11donne et 3 Officine Meccaniche Pinerolo sospetti promotori astensione lavoro stab<strong>il</strong>imento<br />

suddetti. (Capitano Turin)" (64)<br />

"22 marzo, Compagni di Pinerolo, n. 251/49<br />

Arma Pinerolo (Torino) prime ore 22 marzo 1943 proceduto arresto 10 operai <strong>officine</strong> <strong>Riv</strong> V<strong>il</strong>lar<br />

Perosa e 2 <strong>officine</strong> meccaniche Pinerolo sospetti promotori astensione lavoro stab<strong>il</strong>imenti suddetti.<br />

(Capitano Turin)"<br />

La Liberazione trova la sua proiezione concreta nella fabbriche con i Comitati di Liberazione<br />

aziendali, composta dai rappresentanti dei vari partiti che avevano partecipato alla Resistenza, con <strong>il</strong><br />

compitgo di favorire la ricostruzione delle aziende, la ripresa demnocratica con <strong>il</strong> ripristino dlle<br />

libertà sindacali.<br />

Anche <strong>il</strong> processo di epurazione tocca la <strong>Riv</strong> di V<strong>il</strong>lar: <strong>il</strong> direttore generale ing. bertolone, con altri<br />

dirigenti aziendali, viene sostituito in seguito alle votazioni avvenute nelle assemblee nel refettorio.<br />

Il clima incandescente non tollereva chi si era sporcato le mani col regime, o semplicemente, aveva<br />

usato <strong>il</strong> pugno di ferro nella fabbrica con gli operai. Ma per l’ing. Bertolone l’epurazione dura poco<br />

“ perché mandar avanti una fabbrica non è fac<strong>il</strong>e: Infatto dopo tre mesi si sono resi conto che la<br />

fabbrica era tutta da ricostruire e si è amndato a chiamare Bertolone. Si deve dire che è grazie a<br />

Bertolone che la <strong>Riv</strong> è ritornata ad essere quella che era. “ (65)<br />

<strong>Le</strong> opinioni sull'epurazione di Bertolone non sono concordi. Em<strong>il</strong>io Travers racconta che Bertolone<br />

non venne estromesso dopo la Liberazione "dai partigiani, bensì dai "grandi", i "grandi" più in alto<br />

di lui (66). Insomma c'era chi aspettava di prendere <strong>il</strong> suo posto, e anche tra i dirigenti di altre<br />

aziende vi era un certo astio contro Bertolone" (67). Carlo Borra è fautore <strong>della</strong> tesi che "gli stessi<br />

che avevano presieduto all'epurazione, i membri del CLN aziendale, andarono presto in delegazione<br />

dall'ing. Bertolone pregandolo di ritornare a prendere le redini dell'azienda" (68).<br />

La figura dell'ing. Bertolone si staglia nella storia <strong>della</strong> dirigenza <strong>Riv</strong>: un tipo energico, proprio<br />

come <strong>il</strong> padrone delle ferriere. Quando passava lui in <strong>Riv</strong> nessuno fiatava. "Favorito di buona e

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