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La RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA della DANCALIA ... - LAC

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periodico di infomazione cartografica<br />

<strong>DANCALIA</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>RAPPRESENTAZIONE</strong><br />

<strong>CARTOGRAFICA</strong> <strong>della</strong> <strong>DANCALIA</strong><br />

tra STORIA e ESPLORAZIONE<br />

Come è NATA la NuOvA CARTA<br />

Q U A D E R N I<br />

F E B B R A I O 2 0 1 2


2<br />

<strong>La</strong> <strong>RAPPRESENTAZIONE</strong><br />

<strong>CARTOGRAFICA</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>DANCALIA</strong><br />

tra STORIA<br />

e ESPLORAZIONE<br />

di Luca Lupi<br />

Foto cortesia Autore, cartografia Collezione Luca Lupi, Centro di documentazione e studi sulla Dancalia italiana<br />

<strong>La</strong> descrizione cartografica deL<strong>La</strong> dancaLia<br />

è strettamente Legata aL<strong>La</strong> tormentata<br />

quanto appassionante storia deLL’espLorazione<br />

di questa regione africana 1 .<br />

quasi sconosciuta e maL descritta per moLti secoLi,<br />

soLo di recente è stata oggetto<br />

di una nuova carta dettagLiata reaLizzata<br />

daL<strong>La</strong> Litografia artistica cartografica di firenze<br />

e curata daLL’autore deL presente articoLo.<br />

si coLma così <strong>La</strong> cronica mancanza di una moderna<br />

e affidabiLe rappresentazione cartografica<br />

deL<strong>La</strong> macro regione deLL’afar,<br />

oggi disponibiLe per tutti.<br />

1) descritta ampiamente nei volumi Dancalia. L’esplorazione dell’Afar, un’avventura italiana, igm-tagete edizioni 2009.<br />

Q


Dancalia<br />

3


4<br />

Dancalia<br />

Q


elle varie esplorazioni e viaggi in Etiopia effettuati<br />

nel Medio Evo e nel Rinascimento la Dancalia<br />

era stata toccata dagli europei solo marginalmente. Poche<br />

descrizioni, molto imprecise, non derivate da una conoscenza<br />

diretta non avevano contribuito a svelare i segreti<br />

<strong>della</strong> misteriosa regione. Pochissimi avevano tentato di<br />

attraversala e tra questi solo alcuni rimasti incolumi. <strong>La</strong><br />

Dancalia desertica del bassopiano, a differenza dell’Abissinia,<br />

storica regione dell’altopiano, continuò a rimanere<br />

una terra sconosciuta.<br />

Occorre quindi arrivare agli inizi del XIX secolo perché i<br />

Dancalia<br />

primi occidentali, dopo i Romani, gli italiani e i portoghesi,<br />

tornino nuovamente in Etiopia e si avventurino in Dancalia.<br />

In quel secolo le potenze coloniali europee iniziarono<br />

ad affacciarsi sul continente africano, che in breve tempo<br />

divenne il nuovo campo su cui si esercitavano le loro mire<br />

espansionistiche. <strong>La</strong> prevista apertura del canale di Suez<br />

(1869), strategicamente importantissima perché permetteva<br />

di raggiungere le Indie senza circumnavigare l’Africa,<br />

fece sì che le nuove potenze coloniali, soprattutto Francia<br />

ed Inghilterra, concentrassero maggiormente gli sforzi<br />

verso le regioni africane che si affacciavano sul Mar Rosso.<br />

Nella pagina precedente: 1884 - Abissinia e coste adiacenti del Mar Rosso. Carta tratta dalla originale compilata per cura dell’Ufficio Informazioni<br />

del quartier mastro generale del Ministero <strong>della</strong> Guerra inglese. <strong>La</strong> carta fu realizzata nel 1884 ma pubblicata in seguito all’occupazione italiana<br />

di Massaua del 1885; venne ridotta dalla Map of Abyssinia and adjacent Red Sea coast, alla scala di 1:584.000 portandovi alcune modificazioni<br />

e varianti. Scala: 1:1.750.000.<br />

Sotto: 1885 - Cora G., Carta originale del paese degli Afâr o Danakil e regioni limitrofe tra Massaua, Aden, Zeila e lo Scioa nord costrutta e<br />

disegnata da Guido Cora, scala 1: 1.500.000, stampato da P. Salussolia, Torino.<br />

5


6<br />

Dancalia<br />

L’espansione delle nuove potenze coloniali europee<br />

nell’area del Mar Rosso spinse anche l’Italia, da poco unificata<br />

(1860), ad intraprendere una sua piccola iniziativa<br />

in Africa Orientale, dove l’approccio era più facile per la<br />

presenza già radicata di missioni cattoliche e per il già avvenuto<br />

invio massiccio d’esploratori italiani a preparare il<br />

terreno. Il governo italiano si pose seriamente il problema<br />

dell’esplorazione <strong>della</strong> Dancalia, soprattutto a partire dal<br />

1869, quando, tramite Giuseppe Sapeto e poi tramite la<br />

Compagnia Rubattino, acquistò la Baia di Assab. Diventava<br />

fondamentale trovare una via che dal Mar Rosso portasse<br />

direttamente all’altopiano abissino per far funzionare lo<br />

‘stabilimento’ di Assab come punto di partenza per una<br />

penetrazione economica in Etiopia.<br />

1896 - Porzione orientale <strong>della</strong> Carta dell’Eritrea e dell’Abissinia con parte delle regioni a sud del Goggiam, dello Scioa e dell´Aussa disegnata da<br />

Domenico Locchi (scala 1: 900.000).<br />

Q


Le esplorazioni italiane<br />

<strong>La</strong> maggior parte delle spedizioni in Dancalia nell’epo-<br />

ca pre-coloniale e negli anni successivi ebbe quindi come<br />

finalità ‘dichiarata’ l’esplorazione geografica di un’area<br />

sconosciuta con annessa la finalità ‘nascosta’ di un tentativo<br />

di penetrazione economica, sostenuto prima dalle<br />

varie ‘compagnie africane’ nate in quegli anni e poi direttamente<br />

dai governi italiani. Scoprire una via per l’altopiano<br />

diventò il problema principale d’ogni esploratore<br />

italiano, delle società geografiche e commerciali, dei militari.<br />

Per far questo occorreva<br />

però addentrarsi all’interno<br />

<strong>della</strong> Dancalia. Ma era estremamente<br />

difficile e pericoloso.<br />

Dal 1800 pochi temerari si<br />

cimentarono in vari tentativi,<br />

tentando di attraversare la depressione<br />

dell’Afar soprattutto<br />

dal Mar Rosso all’altopiano<br />

abissino. Tra questi esploratori<br />

europei, gli italiani, alcuni dei<br />

quali direttamente appoggiati<br />

dalla Società Geografica Italiana,<br />

ebbero un ruolo da protagonisti<br />

distinguendosi soprattutto<br />

per l’esplorazione <strong>della</strong> porzione<br />

settentrionale dell’Afar,<br />

la Dancalia appunto. Quindi<br />

il contributo nella conoscenza<br />

geografica <strong>della</strong> regione dato<br />

dagli italiani fu indiscutibilmente<br />

superiore a tutti gli altri,<br />

nonostante ciò la conoscenza<br />

cartografica <strong>della</strong> Dancalia nel<br />

XIX secolo risultava ancora<br />

molto lacunosa con intere zone<br />

inesplorate. Praticamente si conoscevano<br />

solo i bordi esterni,<br />

lungo le rive del Mar Rosso,<br />

lungo il ciglione dell’altopiano<br />

abissino e sul limite dell’altopiano<br />

hararino al confine con<br />

la regione somala.<br />

Le quattro carte che riporto<br />

in questo articolo come esempio<br />

(dal 1884-85, periodo di alcuni<br />

significativi eccidi di spe-<br />

Dancalia<br />

dizioni esplorative italiane e <strong>della</strong> conseguente occupazione<br />

militare delle coste <strong>della</strong> Dancalia, al 1896 anno <strong>della</strong><br />

tragica battaglia di Adua), alcune, disegnate da cartografi<br />

del calibro di Guido Cora e Domenico Locchi, chiariscono<br />

come la conoscenza geografica interna <strong>della</strong> regione fosse<br />

completamente sconosciuta.<br />

1896 - Porzione orientale <strong>della</strong> Carta “Seconda edizione <strong>della</strong> nuova carta<br />

dei dominii e protettorati italiani nell’Eritrea e regioni Limitrofe (Sudan<br />

- Abissinia - Harar). Nuova carta dei dominii e protettorati italiani nell’Eritrea<br />

e regioni Limitrofe” - realizzata dal Ministero <strong>della</strong> Guerra italiano.<br />

7


8<br />

Dancalia<br />

Nei primi anni del XX secolo la situazione <strong>della</strong> cono-<br />

scenza geografica dell’area migliorò molto, soprattutto<br />

grazie al concreto impegno di molti italiani, ma la conoscenza<br />

complessiva <strong>della</strong> regione dancala rimase alquanto<br />

sommaria. Il livello di conoscenze <strong>della</strong> Dancalia risulta<br />

chiarissimo dall’osservazione di una carta come quella di<br />

Dante Odorizzi del 1907.<br />

Il disegno riporta molti elementi nella porzione più<br />

1907 - Schizzo <strong>della</strong> Dancalia settentrionale e costiera eseguito da Dante Odorizzi e allegato alla sua monografia (Odorizzi D., <strong>La</strong> Dancalia settentrionale).<br />

Q


settentrionale <strong>della</strong> depressione, derivati dai rilievi effettuati<br />

dallo stesso Odorizzi e dalle indicazioni dei vari<br />

esploratori italiani che vi erano stati (Marinelli, Tancredi<br />

e al.), ma a sud <strong>della</strong> Piana del Sale (Dancalia centrale e<br />

meridionale) praticamente la carta è bianca, ad eccezione<br />

di alcuni grandi rilievi come il vulcano Mussa Alli. Tra le<br />

varie inesattezze che si possono osservare, macroscopica<br />

è la mancanza del lago Afrera (Giulietti). Probabilmente<br />

l’autore, pur sapendo dell’esistenza di un ‘mare interno’,<br />

1922 – Porzione orientale <strong>della</strong> carta <strong>della</strong> Colonia Eritrea, Ministero Delle Colonie, Direzione Generale<br />

Degli Affari Politici, Ufficio Cartografico. Di M. Checchi, G. Giardi, A. Mori (Scala 1:500.000).<br />

Dancalia<br />

ha scelto di non disegnarlo visto la mancanza assoluta di<br />

parametri geografici indicanti la posizione, la forma, ecc..<br />

Le convenzioni (1908) tra l’Italia con la sua colonia Eritrea<br />

e l’Etiopia per delimitare i confini lungo la Dancalia contribuirono<br />

un po’ di più alla delimitazione generica sulle<br />

carte geografiche delle aree di rispettiva appartenenza<br />

ma risultarono ancora molto indicative come si desume<br />

ad esempio dall’osservazione di una carta realizzata dai<br />

cartografi del Ministero Delle Colonie nel 1922.<br />

Carte incomplete e imprecise<br />

Le carte degli anni Venti del XX<br />

secolo riportavano solamente i bordi<br />

estremi del triangolo dell’Afar, cioè<br />

<strong>della</strong> ‘nostra’ Dancalia, e solo poche<br />

località, e con molte imprecisioni alcuni<br />

dei rilievi maggiori, posizionando<br />

erroneamente fiumi, vulcani, etc.<br />

Affermava l’Ing. Luigi Luiggi, Senatore<br />

del Regno: «Chi avesse voluto, fin<br />

verso la metà del 1928, preparare una<br />

carta <strong>della</strong> “Terra dei Danakil” si sarebbe<br />

trovato bene imbarazzato a causa <strong>della</strong><br />

assoluta mancanza di dati sicuri, basati<br />

sopra una esplorazione del paese, condotta<br />

con criterio scientifico. Della Dancalia<br />

si sapeva solo che era un regione<br />

sommariamente arida e torrida, con una<br />

popolazione scarsissima, completamente<br />

nomade, poverissima e che, la sua stessa<br />

miseria rendeva feroce. Perciò fino al<br />

1928 notizie dall’interno assolutamente<br />

non esistevano e una carta <strong>della</strong> Dancalia<br />

si sarebbe dovuta tracciare a somiglianza<br />

di quelle dei geografi portoghesi,<br />

che visitarono parte dell’Abissinia e che<br />

dopo segnati i confini, all’incirca, di una<br />

regione poi, per riempire lo spazio vuoto,<br />

vi scrivevano “Hic sunt leones”». In<br />

effetti a ridosso <strong>della</strong> colonia italiana<br />

Eritrea nata intorno allo stabilimento<br />

di Assab, l’entroterra <strong>della</strong> regione<br />

dancala era praticamente quasi sconosciuto<br />

e le carte risultavano ancora<br />

largamente bianche cioè senza descrizione<br />

riportando la fantastiche<br />

parole: «regione inesplorata».<br />

9


10<br />

Dancalia<br />

L’espansione coloniale italiana<br />

Un ulteriore forte impulso alla conoscenza cartografica<br />

dell’area arrivò dalle tre più importanti spedizioni private<br />

degli anni venti, Paolo Vinassa de Regny (1919-29), Ludovico<br />

Marcello Nesbitt (1928) e Raimondo Franchetti (1929),<br />

ma soprattutto dietro la spinta politica del governo fascista<br />

che mirava ad una maggiore espansione territoriale a<br />

danno dell’Etiopia.<br />

L’Istituto Geografico Militare divenne il punto dove convogliare<br />

ogni notizia di carattere geografico soprattutto<br />

Foglio 11, EDD, edizione 1934 (Istituto Geografico Militare). Area del<br />

Sultanato del Biru, del lago Giulietti e <strong>della</strong> catena vulcanica dell’Erta<br />

Ale. Eritrea (scala 1: 400.000 carta dimostrativa del 1934) Si notano riportati<br />

tutti gli itinerari delle spedizioni che hanno esplorato quest’area<br />

<strong>della</strong> Dancalia settentrionale. I dati rilevati da quelle spedizioni italiane<br />

hanno contribuito a costruire le prime carte particolareggiate dell’area.<br />

sull’area inesplorata <strong>della</strong> Dancalia e sempre più dettagli<br />

cominciarono a comparire nelle carte <strong>della</strong> regione. Ottimo<br />

esempio il foglio 11, EDD <strong>della</strong> carta dimostrativa dell’I.G.M.<br />

del 1934 scala 1: 400.000, dove si vede come tutti gli elementi<br />

cartografici acquisiti a partire dalla metà del secolo precedente<br />

furono utilizzati per la compilazione. Fondamentale<br />

l’apporto di conoscenze dato dalle spedizioni italiane.<br />

L’Italia fascista mirava sempre più ad estendere le sue<br />

frontiere dall’Eritrea verso l’Etiopia e la guerra di conquista<br />

coloniale era ormai da tempo in fase di preparazione.<br />

Dalla comparazione delle carte precedenti si nota, ad esempio, come<br />

gli elementi cartografici rilevati dalla spedizione Nesbitt del 1928 siano<br />

stati utilizzati per ricostruire l’area del massiccio vulcanico dell’Erta Ale,<br />

mentre quelli <strong>della</strong> spedizione Franchetti del 1928-29 siano stati utilizzati<br />

per ricostruire l’area del lago Giulietti (Afrera).<br />

Q


1936 - Carta IGM, TAV. XXXIII scala 1:3.000.000.<br />

<strong>La</strong> conoscenza geografica delle aree di confine e la fornitura<br />

di un supporto cartografico adatto per le truppe dette<br />

un ulteriore impulso alle rappresentazioni cartografiche<br />

delle aree di confine e anche <strong>della</strong> Dancalia.<br />

Durante le operazioni <strong>della</strong> guerra d’Etiopia (1935-36)<br />

nella sede di Firenze l’Istituto Geografico Militare proseguiva<br />

i lavori di assemblaggio <strong>della</strong> numerosa mole di dati<br />

provenienti dalle sezioni africane. Grazie a questo nuovo<br />

impulso fu terminata la carta scala 1:1.000.000 dell’Africa<br />

Orientale che da 8 fogli fu portata a 14 con l’aggiunta di<br />

Dancalia<br />

regioni <strong>della</strong> Somalia e di quella al confine col Sudan. Da<br />

questa carta fu derivata anche una moderna carta scala 1:<br />

3.000.000 a colori ipsometrici che andò a sostituire la vecchia<br />

carta del 1906 al 4 milioni (TAV. XXXIII). In questa carta<br />

a grande scala si osserva ancora la netta differenza tra<br />

la quantità di nozioni geografiche riportate nella porzione<br />

orientale (Dancalia) rispetto a quella occidentale (Abissinia<br />

o altopiano etiopico).<br />

L’unica rappresentazione cartografica alternativa alle<br />

carte militari dell’I.G.M. all’epoca fu quella realizzata nel<br />

11


12<br />

Dancalia<br />

1937-38 dalla Consociazione Turistica Italiana CTI (denomi-<br />

nazione del Touring Club Italiano TCI a partire dal 1938 a<br />

seguito <strong>della</strong> campagna di italianizzazione dei nomi stranieri).<br />

L’intera area <strong>della</strong> Dancalia è rappresentata nel foglio<br />

2 in scala 1:1.000.00 di una edizione del 1938 di sei<br />

fogli che coprono l’intera area dell’AOI, racchiusi in un<br />

cofanetto in cartone con fasci littori. Estratti di queste carte<br />

servirono anche come supporto per la famosa Guida<br />

dell’Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica Italiana,<br />

Milano, 1938.<br />

<strong>La</strong> conquista di quell’enorme territorio negli anni seguenti<br />

impegnò l’I.G.M. a cartografare sistematicamente<br />

tutte le nuove amplissime regioni impegnando molteplici<br />

missioni su tutto il nato impero coloniale italiano poi nominato<br />

Africa Orientale Italiana (AOI). Alcuni importanti<br />

contributi geografici furono portati anche dalle spedizioni<br />

scientifiche italiane che incominciarono ad esplorarare con<br />

i nuovi territori conquistati, specialmente alla ricerca di risorse<br />

minerarie. Tra queste il più significativo contributo<br />

cartografico fu dato nel 1937-38 dalla spedizione geologica<br />

1937 - TCI: Carta <strong>della</strong> Dancalia settentrionale e costiera. Sono riportati nella carta tratteggiate in rosso le principali vie o carovaniere. In basso a<br />

sinistra sono riportati i luoghi degli eccidi.<br />

Q


Dancalia<br />

dell’ A.G.I.P. nella Dancalia meridionale, ovviamente alla<br />

ricerca di petrolio.<br />

Poi nuove esigenze di carattere strategico costrinsero<br />

l’Istituto a concentrare i propri sforzi in determinate aree.<br />

L’alleanza dell’Italia fascista con la Germania nazista inasprì<br />

moltissimo i rapporti con la Francia e l’Inghilterra e la<br />

possibilità di uno scontro armato anche nelle colonie africane<br />

spinse l’Italia ad approfondire le conoscenze topografiche<br />

sulle regioni confinanti con le colonie delle potenze<br />

ormai ostili. Su richiesta del Ministero dell’Africa Italiana,<br />

l’Istituto Geografico Militare inviò nel 1937 nella Dancalia<br />

centrale e meridionale il capitano Giovanni Braca ed il capitano<br />

Renzo Comolli, perché eseguissero un accurato rilievo<br />

topografico di tutta l’area di confine tra l’Eritrea italiana e<br />

la Somalia francese, le frontiere orientali dell’Aussa e quelle<br />

fra Somalia francese e inglese.<br />

A fianco: Schema <strong>della</strong> copertura dei rilievi eseguiti durante la Campagna<br />

cartografica dell’Istituto Geografico Militare del 1937-38.<br />

Sotto: 1939 - Cartografia dell’Area centrale dell’Aussa ricavata dai rilievi<br />

effettuati dalla spedizione Braca-Comolli del 1937-38.<br />

13


14<br />

Dancalia<br />

I rilievi cartografici alla scala 1:100.000 e quelli sulla<br />

climatologia furono effettuati fino al 1938 per 2750 chilometri,<br />

tutto intorno alla colonia francese, per un totale<br />

di 15.100 Kmq., con una permanenza sul luogo di oltre 9<br />

mesi. Quindi alle conoscenze geografiche <strong>della</strong> regione si<br />

aggiunse un maggior dettaglio soprattutto nelle aree confinanti<br />

la colonia francese, mentre nelle regioni nord la<br />

rappresentazione cartografica rimase ancora molto vaga.<br />

Con la caduta dell’AOI e la restaurazione di Hailè Selassiè<br />

sostenuto dagli Inglesi tutta l’area rimase di esclusivo dominio<br />

anglosassone. Dalla foglio Asmara sheet ND 37 stampato<br />

nel 1945 dalla Army Map Service e dal suo ingrandimento<br />

si può capire bene quanto ancora fosse sconosciuta<br />

la vera geografia <strong>della</strong> Dancalia settentrionale.<br />

1945 - Army Map Service UK, Asmara sheet ND 37.<br />

Q


Le carte militari americane<br />

e quelle delle compagnie petrolifere<br />

A partire dal 1963 una squadra di cartografi dell’esercito<br />

americano U.S. Army Map Service fu dislocata ad Addis<br />

Abeba e nel tempo fu sviluppato anche un programma<br />

chiamato Ethiopia-United States Mapping Mission che<br />

comprendeva inizialmente un programma di copertura<br />

con aerofotogrammetria di tutta l’area, Dancalia compresa,<br />

al fine di realizzare le prime carte militari americane<br />

con i metodi moderni dell’epoca. Con l’aiuto americano<br />

fu così creata in quel periodo la Ethiopian Mapping<br />

Authority che collaborò alle campagne cartografiche.<br />

Queste specifiche carte, Joint Operation Graphics (JOG) scala<br />

1:250.000, avevano lo scopo principale di fornire supporto<br />

alle operazioni aerotattiche combinate delle forze<br />

terrestri ed aeree. Queste carte però erano esclusivamente<br />

destinate ai militari e quindi non ebbero mai una diffusione<br />

esterna.<br />

East Africa index Joint Operation Graphics (JOG), scala 1:250.000.<br />

Dancalia<br />

<strong>La</strong> realizzazione di una migliore cartografia dell’areadancala<br />

incominciò ad interessare le compagnie petrolifere<br />

anglosassoni che però intelligentemente coinvolsero<br />

anche alcuni esperti italiani. Nel 1967 il prof. Enrico Marchesini<br />

aveva avuto, da Mobil Petroleum Ethiopia Inc. e da<br />

Esso Exploration Inc., l’incarico di effettuare uno studio<br />

geologico strutturale dell’Arcipelago Dahlach e di una<br />

vasta porzione <strong>della</strong> costa Eritrea. Il programma <strong>della</strong><br />

consulenza prevedeva la stesura di una cartografia geologica<br />

e lo studio <strong>della</strong> fratturazione, da estrapolare non solo<br />

dalla lettura delle foto aeree, ma anche da mosaici ottenuti<br />

dall’assemblaggio delle foto stesse. Il prof. Giovanni Merla<br />

ebbe l’idea di produrre anche una cartografia topomorfica<br />

del territorio interessato dalla copertura fotografica ricevuta<br />

per la realizzazione del progetto. Tale carta, diceva,<br />

avrebbe non solo reso migliore la veste grafica del progetto,<br />

ma anche e soprattutto approfondito il dettaglio topografico<br />

e morfologico di una zona dell’Afar, dove ancora<br />

15


16<br />

Dancalia<br />

al 1967 esistevano solamente poche rappre-<br />

sentazioni cartografiche ed a piccola scala,<br />

così insieme al prof. Merla e alla Geomap di<br />

Firenze dette vita a questa carta. <strong>La</strong> carta Topomorphic<br />

Map of Northern Afar Ethiopia (1968)<br />

– copre una vasta porzione, circa 80.000 Km2 dell’Afar o Regione Dancala, compresa tra<br />

12°00’ e 15°00’ di latitudine Nord e tra 39°45<br />

e 43°15’ di longitudine est da Greenwich. <strong>La</strong><br />

carta, composta di quattro fogli, ha una scala<br />

di 1:250.000. Questa rappresentazione fu realizzata<br />

col metodo dello slotted templates che<br />

si basa sul principio che la foto aerea è una<br />

proiezione centrale e che le distanze reali sul<br />

terreno dal punto principale sono proporzionali<br />

a quelle sulle foto, rispetto al centro del<br />

fotogramma stesso. Il metodo sfrutta inoltre<br />

le caratteristiche ed i vantaggi del relief displa- Topomorphic map of northern Afar, Ethiopia, scala 1:250,000; sheet 4 Mersa Fatma,<br />

cement in quanto ogni spostamento dal foto- Geomap Cartographic Center, Firenze, 1968<br />

centro lungo la radiale non causa errori di<br />

posizione ma solo variazioni di scala. Quindi questa carta componenti delle spedizioni di Giorgio Marinelli ed Haroun<br />

risultò essere abbastanza curata ma con forti variazioni di Tazieff che per conto del CNR italiano e del CNRS francese<br />

fattori di scala da punto a punto.<br />

organizzarono in questa interessantissima area una serie<br />

Questa ‘recente’ base cartografica fu in seguito utiliz- di campagne esplorative nel periodo 1967-1974. Nel 1972<br />

zata per la realizzazione di alcune carte geologiche dai fu pubblicata la prima carta geologica <strong>della</strong> Dancalia settentrionale<br />

e centrale, scala 1:500.000, Geological map of Danakil<br />

depression, Northern Afar, Ethiopia. Questa carta aveva<br />

come base cartografica la carta <strong>della</strong> Geomap sulla quale<br />

fu inseriti tutti i rilievi geologici ed anche i nomi <strong>della</strong><br />

complicatissima toponomastica locale.<br />

Gli studi scientifici e conseguentemente anche le realizzazioni<br />

cartografiche furono interrotte a seguito degli<br />

avvenimenti storici e bellici che resero l’area molto pericolosa.<br />

Nel 1974 col colpo di stato del DERG, costituito da militari<br />

di estrazione marxista-leninista, e la caduta di Hailè<br />

Selassiè, l’area entrò improvvisamente in una spirale di<br />

violenta repressione. <strong>La</strong> nuova Etiopia entrò nella sfera<br />

politica e militare dell’Unione Sovietica. In questo periodo<br />

furono così prodotte delle dettagliate carte militari russe<br />

scala 1:500.000 e ad altre diverse scale, di difficile reperibilità<br />

e utilizzo.<br />

Carte géologique de la dépressions des Danakil, Afar septentrional,<br />

Éthiopie - Geological map of Danakil depression, Northern Afar, Ethiopia<br />

- Centre National de la Recherce Scientifique (France), Consiglio<br />

Nazionale delle Ricerche (Italy), Geotechnip, Nantes, 1972.<br />

Q


<strong>La</strong> cartografia più recente, ancora lacunosa<br />

Negli anni seguenti, dal 1974 al 2000 furono poi messe<br />

a disposizione di tutti le moderne carte topografiche-aeronautiche<br />

americane sempre in scala 1:500.000 chiamate Tactical<br />

Pilotage Chart (TPC). Queste carte di misure 145×105 cm,<br />

più precise e dettagliate delle Operational Navigation Chart<br />

(ONC) in scala 1:1.000.000 da cui derivano, sono di ottima<br />

fattura dal punto di vista <strong>della</strong> morfologia ma presentano<br />

ancora troppe lacune ed imprecisioni e soprattutto troppo<br />

poche informazioni di natura geografica escursionistica.<br />

Particolare di una carta TPC nell’area compresa tra Massaua e il Golfo<br />

di Zula.<br />

Per quanto riguarda le carte etiopiche messe in libero<br />

commercio, la Ethiopian Mapping Authority nel 1987 mette<br />

in vendita la Ethiopia Tourist Map scala 1:2.000.000 che<br />

è ancora venduta e reperibile, dove la Dancalia, a parte<br />

l’indicazione <strong>della</strong> strada costruita dagli italiani Assab-<br />

Dessiè, del lago Afrera e del sito del ritrovamento di Lucy<br />

(erroneamente posizionato a molta distanza dalla vera<br />

collocazione) lascia praticamente vuota tutta l’area.<br />

<strong>La</strong> carta praticamente salta a piè pari le informazioni<br />

sull’intero triangolo dell’Afar. <strong>La</strong> Ethiopian Mapping<br />

Agency (EMA), creata nel 1954 il governo federale etiopico<br />

tramite il Ministero dell’Educazione, che attualmente<br />

produce cartografia dello dal sito http://www.ema.gov.et/<br />

Default.aspx circa la copertura delle carte topografiche digitali<br />

stato fornisce i seguenti dati: 5% alla scala 1:50.000,<br />

35% alla scala 1: 250,000 (solo i contorni), 100% alla scala<br />

1:1,000,000 e non risulta quindi che esista nessuna carta<br />

“dedicata” dell’intero triangolo dell’Afar.<br />

<strong>La</strong> canadese International Travel Maps commercializza<br />

tutt’oggi la carta Ethiopia in scala 1:2.000.000 che sembra<br />

Ethiopian Mapping Authority 1987, Ethiopia Tourist Map, scala<br />

1:2.000.000.<br />

Dancalia<br />

Collage di varie carte TPC a copertura di una vasta area <strong>della</strong> Dancalia<br />

settentrionale e centrale.<br />

17


18<br />

Dancalia<br />

riportare la morfologia delle TCP, ma che è praticamente<br />

priva delle notizie a carattere geografico, le nuove strade,<br />

le piste, i principali centri abitati, insomma totalmente insufficiente<br />

per un viaggiatore, esploratore ed escursionista<br />

che voglia visitare la regione <strong>della</strong> Dancalia.<br />

<strong>La</strong> Carta geologico-escursionistica <strong>della</strong> Dancalia<br />

Fino a ieri non esisteva una cartografia dettagliata, con<br />

basi topografiche certe e con informazioni a carattere geografico<br />

precise e dettagliate, messa liberamente a disposizione<br />

di tutti quelli che volessero visitare, esplorare e spostarsi con<br />

cognizione nell’area. In considerazione dell’indiscutibile ‘primato’<br />

italiano legato all’esplorazione e alla conoscenza <strong>della</strong><br />

Dancalia al quale l’autore ha dedicato quindici anni di studi<br />

che lo hanno portato alla realizzazione dei grandi volumi<br />

“Dancalia. L’esplorazione dell’Afar, un’avventura italiana”, lo<br />

stesso autore ha deciso di colmare questa lacuna.<br />

Per intraprendere questa delicata operazione è sembrato<br />

logico che fossero ancora una volta gli italiani gli autori di un<br />

lavoro cartografico dettagliato e che fosse svolto a Firenze,<br />

patria dei natali di molti esploratori dancali, sede dell’Istituto<br />

Etiopia - International Travel Maps, scala 1:2.000.000.<br />

Immagine frontale <strong>della</strong> carta geologica ed escursionistica con sovrarpposto<br />

il retro carta con i due riquadri riportanti gli ingrandimenti<br />

“geografici” delle aree più interessanti.<br />

Geografico Militare, <strong>della</strong> Geomap, e di molti altri cartografi<br />

che hanno contribuito in passato alla descrizione dell’area in<br />

questione.<br />

Al progetto ha lavorato lo stesso autore avvalendosi<br />

dell’esperienza dei tecnici <strong>della</strong> Litografia Artistica Cartografica<br />

(<strong>LAC</strong>) di Firenze e <strong>della</strong> collaborazione di alcuni scienziati<br />

e geologi italiani di chiara fama internazionale che<br />

hanno lavorato ed esplorato la Dancalia a partire dagli anni<br />

Sessanta fino ai giorni nostri. È nata così la Carta geologicoescursionistica<br />

<strong>della</strong> Dancalia appositamente concepita per<br />

descrivere ed esplorare questa particolare area geografica.<br />

Una carta ‘dedicata’, quindi, per inquadrare tutto il triangolo<br />

dell’Afar, la ‘nostra’ Dancalia, realizzata ad una scala sufficientemente<br />

grande e ricca di dettagli ed informazioni che<br />

consentisse una agevole consultazione all’utente, e che in<br />

considerazione dell’eccezionalità scientifica dell’area avesse<br />

anche una rigorosa base geologica.<br />

Q


Dancalia<br />

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20<br />

Dancalia<br />

Dancalia - <strong>La</strong> nascita <strong>della</strong> nuova carta<br />

di Marco Barbieri<br />

Dancalia - Regione dell’AfAR, AfRicA. carta geologico-escursionistica in rilievo e carto-guida escursionistica.<br />

Scale 1:950.000 - 1:600.000 - 1:300.000<br />

negli ultimi due mesi del 2012, per la verità in tempi record,<br />

abbiamo lavorato in stretta collaborazione con luca lupi -<br />

geologo, esploratore di zone vulcaniche in tutto il mondo, uno<br />

dei massimi esperti <strong>della</strong> regione dancala - alla realizzazione di<br />

una carta unica nel suo genere: la carta geologico-escursionistica<br />

<strong>della</strong> regione dell’afar, che è uscita in triplice versione, una carta<br />

in rilievo geologica, una carta in rilievo geografica e una cartoguida<br />

piegata.<br />

il Professor Enrico Bonatti <strong>della</strong> lamont Doherty Earth<br />

Observatory <strong>della</strong> columbia University ha curato il coordinamento<br />

scientifico. la supervisione <strong>della</strong> parte geologica e vulcanologica è<br />

stata curata dai Professori Mauro Rosi e Roberto Santa croce, del<br />

Dipartimento di Scienze <strong>della</strong> Terra dell’Università di Pisa.<br />

Dicevamo “lavoro unico nel suo genere” per vari motivi.<br />

Ricordiamo che la Dancalia, situata tra Eritrea, Etiopia, Gibuti<br />

e Somalia, è una regione affascinante dal punto di vista<br />

dell’ambiente naturale, degli straordinari fenomeni geologici che<br />

la caratterizzano ed infine dal punto di vista storico. Ebbene non<br />

esisteva, prima di questa carta, una base cartografica aggiornata<br />

e precisa <strong>della</strong> regione.<br />

l’arch. Gianni Meucci <strong>della</strong> lac e luca lupi hanno lavorato<br />

alla sua realizzazione sulla base di un modello digitale del terreno<br />

generato ex-novo, dei documenti cartografici e storici preesistenti,<br />

delle informazioni presenti sul web e sopratutto da quelle raccolte<br />

da luca durante i suoi numerosi viaggi e ricerche.<br />

È nata così una nuova base cartografica dettagliata ed<br />

aggiornata, valida per la scala 1:950.000.<br />

Parallelamente il geol. Marco Zazzeri <strong>della</strong> lac, con supervisione<br />

del Prof. Santa croce, del prof. Rosi e di luca lupi, ha<br />

disegnato una carta geologica di sintesi, provvedendo agli accorpamenti<br />

necessari a partire dai lavori realizzati dallo stesso Santa<br />

croce ed altri geologi italiani e francesi negli anni ‘70.<br />

Q


Dancalia - <strong>La</strong> nascita <strong>della</strong> nuova carta<br />

<strong>La</strong> carto-guida<br />

Stampata su due lati del foglio, la carto-guida ha il lato fronte<br />

eguale alla carta in rilievo, ossia con una carta geografica e<br />

geologica alla scala 1:950.000 dell’intero triangolo dell’afar; il retro<br />

invece contiene due carte geografiche, che rappresentano esplosi<br />

alle scale 1:600.000, e 1:300.000 <strong>della</strong> zona più interessante<br />

dell’afar settentrionale o “Danakil” (la “Dancalia” vera e propria,<br />

termine da noi italiani esteso a tutta l’area afar) dal punto di vista<br />

geologico: l’Erta ale, la Piana del Sale e il Dallol.<br />

Splendide fotografie di luca lupi, con precisi riferimenti in<br />

carta dei soggetti <strong>della</strong> carta, completano l’opera, che diventa così<br />

un prezioso documento a supporto di una spedizione in questa<br />

zona affascinante dal punto di vista dell’ambiente naturale e degli<br />

straordinari fenomeni geologici che vi si trovano.<br />

Le carte in riLievo<br />

Dancalia<br />

con i dati altimetrici del terreno ad alta risoluzione è stato<br />

costruito un modello digitale del rilievo, dato “in pasto” ad una<br />

macchina fresatrice a controllo numerico. così è stato realizzato un<br />

calco in gesso, che funzionerà da matrice per la termo-formatura di<br />

numerose copie <strong>della</strong> plastico cartografico <strong>della</strong> Dancalia, una volta<br />

stampata la carta su film in PVc. il rilievo è una rappresentazione<br />

estremamente fedele <strong>della</strong> realtà morfologica dell’area, che,<br />

incrociato con i dati geologici, permetterà una lettura critica delle<br />

complesse strutture vulcaniche presenti nell’area. nell’ultima fase<br />

del lavoro è stato deciso di produrre due differenti carte in rilievo,<br />

utilizzando la stessa matrice tridimensionale: una carta geologica<br />

ed una carta geografica con colorazione di fondo per fasce<br />

altimetriche, destinata ad un pubblico di appassionati più vasto.<br />

abbiamo voluto descrivere per sommi capi l’iter di realizzazione di queste carte geologiche e geografiche, corredando l’articolo di<br />

fotografie del gruppo di lavoro nelle varie fasi di lavoro. Per testimoniare la complessità intrinseca di un lavoro di questo genere e, di<br />

conseguenza, l’interesse, la passione e l’entusiasmo di ognuno di noi.<br />

a cura di: Luca Lupi - Vulcano Esplorazioni<br />

coordinamento scientifico: Enrico Bonatti - <strong>La</strong>mont Doherty Earth Observatory, Columbia University<br />

Vulcanologia: Mauro rosi, roBErto santacrocE - Dipartimento di Scienze <strong>della</strong> Terra, Università di Pisa<br />

coordinamento per la rappresentazione cartografica: Marco BarBiEri - L.A.C. Firenze<br />

Rappresentazione cartografica: Gianni MEucci, Marco ZaZZEri, siMonE cau, MassiMo cEcchi - L.A.C. Firenze<br />

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Dancalia<br />

Dancalia - <strong>La</strong> nuova carta<br />

Q


Dancalia - Le nuove carte in rilievo<br />

Dancalia<br />

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via del romito, 11/13 r<br />

50134 firenze, italy<br />

tel. +39 055 483 557<br />

fax +39 055 483 690<br />

info@lac-cartografia.it<br />

www.lac-cartografia.it<br />

Il presente documento è scaricabile in formato PDF dal sito: www.lac-cartografia.it/magazine

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