Il colesterolo, amico-nemico Prosciutto e formaggio - Nell'attesa
Il colesterolo, amico-nemico Prosciutto e formaggio - Nell'attesa
Il colesterolo, amico-nemico Prosciutto e formaggio - Nell'attesa
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nell’attesa...<br />
settimanale di prevenzione medica e di solidarietà diretto da Michele Guccione<br />
anno 7 n. 9 del 5 marzo 2012 - edizioni nell’attesa s.a.s. Palermo - da un’idea del Dott. Diego Fabra - www.nellattesa.it - e-mail: redazione@nell’attesa.it<br />
<strong>Prosciutto</strong> e <strong>formaggio</strong><br />
editoriale di Michele Guccione - micheleguccione@nellattesa.it<br />
V i<br />
racconto la storia di una signora di età avanzata,<br />
che, dopo avere trascorso una vita agiata e avere<br />
messo su una bellissima casa e una famiglia felice,<br />
rimasta vedova, si è chiusa in se stessa. Vive praticamente<br />
da sola in una specie di castello circondato da un parco;<br />
avrebbe i mezzi per viaggiare in continuazione e rifarsi una<br />
vita, ma non esce mai e ogni giorno mangia una cosa sola:<br />
due fette di prosciutto e due fette di provola. Non sta a me giudicare, ma<br />
quando mi hanno riferito di questa situazione mi è venuta in mente l'immagine<br />
di tanti anziani rimasti soli e che vivono lontani dai figli. Abbandonati<br />
alle "cure" delle badanti rumene, cadono in depressione e cominciano a non<br />
uscire più da casa. Si trascurano, non leggono più, pian piano abbandonano<br />
anche la televisione, fino a farsi morire di debolezza. Ma l'immagine più<br />
crudele che mi resta impressa da queste situazioni è lo stato del loro frigorifero:<br />
sostanzialmente vuoto di roba fresca, contiene solo avanzi, più o meno<br />
rinsecchiti o ammuffiti.<br />
E quello che mi lascia ancora più sgomento è che quando i figli vanno a trovarli<br />
non se ne accorgono, pensano semmai se la badante ha fatto la cresta<br />
sulla spesa o se ha correttamente somministrato le medicine prescritte. Ora,<br />
se ben ci pensiamo, non è colpa della badante: se l'anziano insiste e dice<br />
"quell'avanzo non lo gettare, è peccato, lo mangerò più in là", la ragazza esegue<br />
la volontà dell'anziano. E' arduo sperare che l'atteggiamento e l'attenzione<br />
dei figli migliorino. Non posso, dunque, che rivolgermi agli anziani che<br />
mi leggono. La vita va vissuta fino all'ultimo, non nella dissolutezza o nello<br />
spreco, ma nel rispetto per se stessi e per Chi questa vita ci ha donato. Un<br />
anziano ha già dato tutto negli anni passati, adesso deve ricevere. E se non<br />
può ricevere da chi lo circonda, deve ricevere da se stesso.<br />
Per questo il modello da seguire non è quello della vedova che va avanti a<br />
prosciutto e <strong>formaggio</strong> temendo che i soldi un giorno finiscano "e se c'è bisogno<br />
come si fa?". <strong>Il</strong> modello che vi consiglio è quello degli anziani che,<br />
potendosi ancora muovere, vanno a scuola di ballo e partecipano spesso a<br />
gite sociali. E' quello di chi, potendo seguire una dieta normale, varia la propria<br />
alimentazione e si prende anche il gusto di andare al mercato a scegliere<br />
la merce fresca. <strong>Il</strong> modello è di chi, non potendo fare nulla di tutto ciò<br />
e, pur sofferente, apre la finestra e gode del miracolo di un raggio di sole.<br />
E allora? Non fatevi mancare il consiglio e il conforto di un saggio medico<br />
di famiglia, di un nutrizionista che ami la vita, di un fisioterapista che abbia<br />
amore per le vostre articolazioni, di uno psicologo pieno di ottimismo. Sono<br />
amici che aiutano a vedere la luce quando tutto è buio.<br />
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<strong>Il</strong> <strong>colesterolo</strong>, <strong>amico</strong>-<strong>nemico</strong><br />
di Roberto Tobia - farmacista - info@farmaciabonsignore.it<br />
<strong>Il</strong> <strong>colesterolo</strong> è una sostanza normalmente presente<br />
nel sangue, in parte introdotta attraverso l’alimentazione<br />
(<strong>colesterolo</strong> esogeno) e per la maggior parte<br />
sintetizzata soprattutto nel fegato, ma anche nell’intestino<br />
e nelle ghiandole produttrici di ormoni steroidei,<br />
come la corteccia surrenale, i testicoli e le ovaie<br />
(<strong>colesterolo</strong> endogeno).<br />
<strong>Il</strong> <strong>colesterolo</strong> svolge nell’organismo importanti funzioni e pertanto non<br />
può essere considerato a priori il <strong>nemico</strong> da combattere: esso rappresenta<br />
il precursore della sintesi di molti ormoni, della vitamina D e<br />
dei sali biliari, motivo per il quale, in sua assenza, le ghiandole si troverebbero<br />
in seria difficoltà, la vitamina D non favorirebbe l’assorbimento<br />
del calcio con conseguente indebolimento delle ossa e senza la<br />
bile anche la digestione sarebbe compromessa. Tuttavia è importante<br />
che il suo quantitativo nel sangue rimanga entro certi limiti, per evitare<br />
che si possa parlare di “ipercolesterolemia”, uno tra i fattori di<br />
rischio più importanti per le malattie cardiovascolari. <strong>Il</strong> valore oggi<br />
ritenuto ottimale è di 180/200 mg di <strong>colesterolo</strong> per decilitro di sangue,<br />
dato rilevante, ma non assoluto perché collegato ad altri fattori.<br />
Oltre al valore totale, chi esegue un prelievo del sangue troverà nel<br />
referto altri due dati: LDL-<strong>colesterolo</strong> e HDL-<strong>colesterolo</strong>. Le LDL (lipoproteine<br />
a bassa densità) trasportano il <strong>colesterolo</strong> dal fegato alle cellule<br />
dei tessuti. <strong>Il</strong> loro eccesso non viene assorbito dai tessuti, ma si<br />
Dott. Caterina D’anna<br />
Psicologa - Psicoterapeuta<br />
Specialista in Psicologia del Ciclo di Vita Università di Pavia<br />
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segue a pagina 8
nell’attesa...<br />
5 marzo 2012<br />
posturologia<br />
Gli esiti dello screening multidisciplinare di posturologia<br />
hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa<br />
Con la consegna ai genitori<br />
degli esiti delle visite<br />
eseguite sui 16 giovanissimi<br />
aderenti si è concluso<br />
il primo screening multidisciplinare<br />
di posturologia lanciato<br />
dal nostro giornale e<br />
realizzato con successo grazie all’adesione<br />
del Dott. Giuseppe Alagna (podologo-posturologo),<br />
del Dott. Francesco Ansemo (odontoiatra-gnatologo-posturologo),<br />
della Dott.ssa<br />
Manuela Pulvirenti (oculista del Centro<br />
Domus), della Dott.ssa Giulia D’<strong>amico</strong> (logopedista<br />
del Ce.d.Ap.) e del Dott. Matteo<br />
Sclafani (psicologo del Ce.d.Ap). Li abbiamo<br />
sentiti per avere un resoconto finale.<br />
ALAGNA “Un momento estremamente soddisfacente.<br />
<strong>Il</strong> confronto con gli altri specialisti<br />
è stato un’occasione di crescita professionale.<br />
Gli esami hanno confermato la funzione<br />
adattativa del piede ad altre problematiche.<br />
Le alterazioni individuate a suo carico sono la<br />
conseguenza di disfunzioni che interessano gli<br />
occhi o la bocca. Per quanto attiene alla mia<br />
valutazione sono solo 4 i bambini per i quali si<br />
è consigliato un intervento correttivo. Per i<br />
più piccoli si è suggerito di sottoporli a nuovi<br />
controlli tra uno-due anni perché, vista l’età,<br />
è consigliabile intervenire quando lo sviluppo<br />
neurologico del piede sarà completo. E’ stato<br />
un momento informativo importante per i<br />
genitori che si sono dichiarati soddisfatti”.<br />
ANSELMO “Un dato comune emerso dallo<br />
screening è che una discreta percentuale dei<br />
bambini presenta una mal occlusione dentale.<br />
Un problema a fronte del quale generalmente<br />
si dà l’indicazione al trattamento perché<br />
spesso, migliorando la conformazione delle<br />
arcate dentarie, si hanno benefici anche sulla<br />
postura. Le diffuse mal occlusioni nei bambini<br />
di oggi sono dovute alla ristretta conformazione<br />
della loro bocca a causa della sua<br />
scarsa funzione. Una bocca che funziona<br />
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bene, invece, non va incontro a dismorfosi.<br />
Nei nostri bambini, a causa di un’alimentazione<br />
fatta prevalentemente di cibi liquidi o<br />
semisolidi, manca lo stimolo alla funzione<br />
masticatoria con la conseguenza del mancato<br />
corretto sviluppo dei mascellari. Le loro bocche<br />
quindi restano più piccole e i denti permanenti<br />
non vengono fuori bene perché non<br />
c’è spazio sufficiente. Ma la ridotta dimensione<br />
dei mascellari determina un minore spazio<br />
anche per la lingua, favorendo una deglutizione<br />
scorretta. Un problema che merita di essere<br />
posto sotto controllo a partire dal pediatra.<br />
Le dismorfosi osservate nei casi in esame<br />
riguardano comunque la popolazione generale.<br />
Nel 30-40% dei casi visitati per guidare la<br />
crescita dei mascellari abbiamo consigliato un<br />
trattamento ortodontico funzionale”.<br />
PULVIRENTI “L’incontro e il confronto tra noi<br />
specialisti è stato un momento di arricchimento<br />
professionale che ci ha permesso di<br />
uscire da quella consuetudine che ci vede<br />
concentrati solo su un organo, portandoci<br />
invece a considerare il soggetto dalla testa ai<br />
piedi. E’ stato sorprendente prendere atto<br />
della correlazione tra i disturbi muscolari visivi<br />
o quelli relativi alla deglutizione o all’occlusione<br />
dentale e i problemi di relazione.<br />
Tra i casi esaminati, il 50% ha presentato problemi<br />
agli occhi. Una percentuale che sale al<br />
90% se consideriamo la totalità dei soggetti<br />
che hanno bisogno di un intervento odontoiatrico<br />
o posturale o logopedico. Un campione<br />
interessante che contribuisce a rimarcare<br />
l’importanza della prevenzione e della cura.<br />
Ai genitori abbiamo consegnato una relazione<br />
nella quale sono evidenziati i campi da esaminare<br />
più approfonditamente con ulteriori<br />
visite specialistiche”.<br />
D’AMICO “ <strong>Il</strong> 25-30% dei bambini visitati ha<br />
presentato alterazioni articolatorie e fonologiche<br />
a causa di una postura linguale erronea<br />
che in molti casi è favorita da abitudini vizia-<br />
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2<br />
te. Dall’esame è emerso che circa il 30% dei<br />
bambini necessiterebbe di una terapia miofunzionale<br />
per correggere la postura linguale e<br />
quelle abitudini orali errate - conseguenti<br />
all’uso del ciuccio o del biberon, oltre una<br />
certa età, o al mordersi il labbro, al rosicchiarsi<br />
le unghie - a cui possono associarsi fattori<br />
altrettanto importanti come le adenoidi<br />
ipertrofiche o le riniti allergiche. Per i diversi<br />
casi nei quali si è osservata la presenza di una<br />
respirazione orale, abbiamo suggerito ai genitori<br />
dei piccoli pazienti di consultare un otorinolaringoiatra.<br />
E’ stato interessante notare nei<br />
bambini dagli 8 anni in su la presenza di compensi<br />
posturali errati per effetto di una deglutizione<br />
atipica che, trascurata nel momento<br />
dell’insorgenza, ha portato ad uno scompenso<br />
di tutte le forze muscolari e non solo a livello<br />
della bocca. L’elemento rilevante è l’importanza<br />
dell’intervento precoce perché più è<br />
grande bambino più sono gravi le alterazioni.<br />
E’ preferibile intervenire in termini di prevenzione<br />
quando il bambino è tra i 4 e i 6 anni”.<br />
SCLAFANI “E’ stato un momento particolarmente<br />
importante per i genitori perché hanno<br />
avuto modo di scoprire nuovi aspetti e alcune<br />
difficoltà dei propri figli di cui non erano<br />
a conoscenza. Ma questa integrazione pluridisciplinare<br />
ha rappresentato un approccio<br />
altrettanto interessante e arricchente per noi<br />
professionisti perché ci ha permesso di guardare<br />
il bambino a 360 gradi e vedere quanto<br />
gli aspetti di tipo organico possano interagire<br />
con quelli di tipo psicologico, fino alla determinazione<br />
di disturbi dell’apprendimento. <strong>Il</strong><br />
confronto tra prospettive differenti ha fatto<br />
sì che anch’io vedessi il bambino in un’altra<br />
ottica. Per quanto riguarda il recupero delle<br />
difficoltà riscontrate sui bambini, abbiamo<br />
relazionato ai genitori le indicazioni sulle<br />
priorità di intervento, ribadendo la nostra disponibilità<br />
ad un’eventuale collaborazione, ma<br />
lasciandoli liberi di scegliere gli specialisti a<br />
cui affidarsi”.
nell’attesa...<br />
La nutraceutica<br />
è un<br />
s e t t o r e<br />
della farmacologia<br />
che utilizza i<br />
componenti e i<br />
principi attivi<br />
degli alimenti a fini terapeutici.<br />
Ma perché utilizzare questo tipo<br />
di sostanze? Ed è sempre consigliabile?<br />
Per rispondere a queste<br />
e ad altre domande abbiamo<br />
sentito Carlo M. Barbagallo,<br />
Professore Associato di Medicina<br />
interna all’Università degli studi<br />
di Palermo e Dirigente medico<br />
presso la Divisione di Medicina<br />
interna e Dislipidemie genetiche<br />
del Policlinico di Palermo.<br />
“<strong>Il</strong> termine nutraceutico – esordisce<br />
- è un neologismo che<br />
fonde le parole nutrizionale e<br />
farmaceutico. Rientrano in questa<br />
categoria i principi attivi, gli<br />
integratori alimentari (i prodotti<br />
alimentari destinati ad integrare<br />
le normali diete), gli alimenti<br />
funzionali (cioé arricchiti<br />
da componenti con specifiche<br />
funzioni terapeutiche o protettive)<br />
e i preparati a base di<br />
5 marzo 2012<br />
farmacologia<br />
Nutraceutica: la scienza degli alimenti che curano<br />
<strong>Il</strong> prof. Carlo Barbagallo mette in guardia da un uso sconsiderato e senza il controllo del medico<br />
di Giusy Egiziana Munda - giusymunda@nellattesa.it<br />
piante officinali”.<br />
La maggior parte dei nutraceutici<br />
ha origine vegetale, ma esistono<br />
anche sostanze di derivazione<br />
animale come l’olio di<br />
pesce. In quanto considerati al<br />
pari di alimenti, l’immissione in<br />
commercio di questi preparati è<br />
poco controllata dalla legislatura<br />
europea. “Con la conseguenza<br />
– precisa il prof. Barbagallo -<br />
che abbiamo disponibili, in tutti<br />
i settori terapeutici, una grande<br />
quantità di preparati che però<br />
non sono stati sottoposti, come<br />
i farmaci tradizionali, all’iter<br />
sperimentale canonico delle<br />
molecole classiche che utilizziamo<br />
in terapia”.<br />
L’iter che un farmaco segue<br />
prima di essere immesso in<br />
commercio è piuttosto lungo.<br />
“Partendo dalla dimostrazione<br />
in vitro dei possibili effetti di<br />
una sostanza – spiega il<br />
Professore – si passa alla sperimentazione<br />
sugli animali e sull’uomo<br />
solo dopo l’analisi dell’efficacia<br />
e della tollerabilità.<br />
<strong>Il</strong> controllo dei loro effetti continua<br />
anche dopo l’immissione<br />
30/04/2012<br />
<strong>Il</strong> Prof. Carlo Barbagallo<br />
in commercio”. Ma per i nutraceutici<br />
non avviene lo stesso.<br />
“Sono, infatti, utilizzati in terapia<br />
senza evidenze rilevanti –<br />
rivela il Prof. Barbagallo -.<br />
Spesso esistono solo dei dati<br />
dedotti da studi clinici di piccola<br />
entità, non controllati, e non<br />
vi sono, o non sono particolarmente<br />
robusti, i presupposti<br />
teorici della loro efficacia. E’<br />
necessario quindi estrapolare<br />
3<br />
da tutti i composti quelli che<br />
hanno un’efficacia realmente<br />
documentabile”.<br />
<strong>Il</strong> controllo medico è assolutamente<br />
importante, soprattutto<br />
perché sono necessarie basi culturali<br />
adeguate del prescrittore.<br />
“In Italia – avverte<br />
Barbagallo - spesso i nutraceutici<br />
vengono consigliati anche da<br />
personale sanitario non medico<br />
(ad esempio dietisti), ma questo<br />
rappresenta un problema<br />
perché è necessario che tali<br />
molecole vengano maneggiate<br />
da personale addestrato. La<br />
derivazione naturale, non è di<br />
per sé una certezza d’innocuità,<br />
basti pensare che molti farmaci<br />
classici hanno un’estrazione<br />
vegetale e che, anche in natura,<br />
esistono sostanze tossiche.<br />
Trattandosi di sostanze estranee<br />
al nostro organismo, si deve<br />
aver presente che accanto<br />
all’effetto farmacologico, esiste<br />
la possibilità di eventi<br />
avversi, con la differenza che la<br />
minore sorveglianza li rende<br />
meno prevedibili”.<br />
segue a pagina 4
nell’attesa...<br />
Morbo di Parkinson, grave<br />
malattia degenerativa<br />
di Francesco Sanfilippo - francescosanfilippo@nellattesa.it<br />
La malattia di<br />
Parkinson fu<br />
descritta per<br />
la prima volta da<br />
James Parkinson<br />
in un libretto intitolato<br />
“Trattato<br />
sulla paralisi agitante” pubblicato<br />
nel 1817. In realtà, il termine<br />
era inappropriato perché i malati<br />
di Parkinson non sono paralizzati,<br />
perciò si cominciò a utilizzare<br />
il termine parkinsonismo<br />
idiopatico (idiopatico vuol dire<br />
“di cui non si conosce la causa”).<br />
Tuttavia, il termine più corretto<br />
in italiano è “malattia di<br />
Parkinson”, in onore del medico<br />
che per primo l’ha descritta.<br />
DEGENERAzIONE DELLE CELLULE<br />
Si tratta di un disturbo del sistema<br />
nervoso centrale caratterizzato<br />
principalmente da degenerazione<br />
di alcune cellule nervose<br />
(neuroni) situate in una zona profonda<br />
del cervello e denominate<br />
sostanza nera. Queste cellule<br />
producono un neurotrasmettitore,<br />
cioè una sostanza chimica<br />
che trasmette messaggi, a neuroni<br />
in altre zone del cervello. <strong>Il</strong><br />
neurotrasmettitore in questione,<br />
chiamato dopamina, é responsabile<br />
dell’attivazione di un circuito<br />
che controlla il movimento.<br />
Con la riduzione di almeno il 50%<br />
di questi neuroni viene a mancare<br />
un’adeguata stimolazione dei<br />
recettori, che sono situati in una<br />
zona del cervello chiamata striata,<br />
per cui si assiste allo sviluppo<br />
della malattia. Quest’ultima si<br />
riscontra nella stessa percentua-<br />
Nel numero 1<br />
Editoriale:<br />
Un Mezzogiorno più forte per uscire dalla crisi<br />
La storia di Concetta: esempio di povertà<br />
Via Oreto, un fiume di pioggia che crea danni<br />
Disagi, immondizia e frastuoni: il meglio<br />
dei mercatini<br />
Scuola elementare Cavallari: un barlume<br />
di speranza<br />
Erasmus, esempio di vera cooperazione<br />
La settimana del Palermo Calcio<br />
Aiuti alle imprese per la nostra economia<br />
Le soluzioni al capezzale del piccolo commercio<br />
Uno strumento di morte sotto casa nostra<br />
Casa della Gioia: serve l’aiuto di tutti<br />
Le rubriche: Salute - Tecnologia - Ricette<br />
I giochi: Cruciverba e Sudoku<br />
<strong>Il</strong> racconto: Dialogo tra Filippu e Mastru Simula<br />
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le nei due sessi ed è presente in<br />
tutto il mondo. I sintomi possono<br />
comparire a qualsiasi età, anche<br />
nei giovani (Malattia di Parkinson<br />
giovanile), seppur quest’evento<br />
sia molto raro prima dei 20/40<br />
anni. Comunque, l’età media di<br />
comparsa della malattia è intorno<br />
ai 60 anni. La malattia di<br />
Parkinson è presente in tutte le<br />
popolazioni del mondo e interessa<br />
circa 150-200 persone ogni<br />
100.000 abitanti. In Italia circa<br />
250.000 persone ne sono affette.<br />
La malattia di Parkinson è<br />
comunque solo una delle sindromi<br />
parkinsoniane o parkinsonismi.<br />
<strong>Il</strong> Parkinsonismo, infatti, è<br />
un termine generico con il quale<br />
s’intendono sia la malattia di<br />
Parkinson sia tutte le sindromi<br />
che si manifestano con sintomi<br />
simili. La malattia di Parkinson è,<br />
generalmente, caratterizzata da<br />
tremore, da rigidità e da lentezza<br />
dei movimenti.<br />
<strong>Il</strong> primo giornale dedicato ai quartieri della città di Palermo<br />
malattie degenerative<br />
4<br />
Stress e Parkinson,<br />
un rapporto problematico<br />
5 marzo 2012<br />
di Angela Ganci - Psicologo psicoterapeuta - angela.ganci@virgilio.it<br />
Soprattutto se<br />
eccessivo e<br />
protratto, lo<br />
stress determina,<br />
e in molti casi<br />
accelera, il processo<br />
di invecchiamento<br />
del sistema nervoso,<br />
e più, in generale, dell’organismo.<br />
“Lo stress è causa di deterioramento<br />
precoce in molte<br />
patologie croniche, innanzitutto<br />
la malattia di Alzheimer - afferma<br />
il Prof. Francesco Scoppa,<br />
dirigente medico presso l’ambulatorio<br />
di Neurologia del<br />
Policlinico di Palermo -. Per<br />
quanto riguarda il morbo di<br />
Parkinson i dati sono meno chiari.<br />
Non esiste un rapporto diretto<br />
tra stress e sviluppo della<br />
malattia, ma fattori stressanti a<br />
livello psicofisico (quali cattiva<br />
alimentazione o umore depresso)<br />
potrebbero favorirla attraverso<br />
l’abbassamento delle difese<br />
segue da pagina 3: NUTRACEUTICA, LA SCIENZA DEGLI ALIMENTI<br />
Vi è poi un altro problema rilevante legato al fatto che i preparati<br />
commerciali nutraceutici sono delle miscele di diversi composti. “Le<br />
dosi delle singole sostanze attive – sottolinea il professore - non sempre<br />
sono sufficienti a determinare l’effetto terapeutico propagandato<br />
e quindi i differenti preparati sono difficilmente comparabili tra<br />
di loro. La conseguenza è un mare magnum di formulazioni commerciali,<br />
tra le quali è imprescindibile un’accurata conoscenza della singola<br />
prescrizione”.<br />
Quali considerazioni possiamo trarre da questa premessa? “Che bisogna<br />
affidarsi a personale esperto – afferma Barbagallo -. Partendo da<br />
tali presupposti, bisogna sottolineare che esiste un’ampio spettro di<br />
sostanze valide, con risvolti importanti dal punto di vista terapeutico.<br />
Per esempio, nella prevenzione cardiovascolare e nel trattamento<br />
dell’ipercolesterolemia, in particolare, abbiamo a disposizione<br />
diversi preparati, alcuni dei quali con basi teoriche e dimostrazioni<br />
cliniche valide che ne confermano l’efficacia clinica”.<br />
CAF - UIL<br />
immunitarie. Essi avrebbero<br />
quindi un ruolo nella sintomatologia<br />
parkinsoniana, con la<br />
morte lenta e progressiva della<br />
sostanza nera, un’area cerebrale<br />
che controlla i movimenti<br />
volontari. Possono anche alterare<br />
il sistema nervoso autonomo<br />
che regola i movimenti involontari,<br />
scatenando sintomi vegetativi,<br />
disturbi del sonno, stitichezza,<br />
o abbassamento della voce,<br />
che insorgono anni prima di<br />
quelli motori, tra cui tremori e<br />
rigidità muscolare”.<br />
Lo stress non è solo chiamato in<br />
causa nella comparsa della<br />
patologia, poiché, dopo la diagnosi,<br />
inizia il faticoso cammino<br />
per imparare a convivere con<br />
inevitabili difficoltà e altrettanto<br />
prevedibili scoraggiamenti.<br />
“E’ essenziale accettare l’idea<br />
della malattia dal momento che<br />
non esiste una cura definitiva –<br />
continua Scoppa –. La vita di un<br />
malato di Parkinson in fase<br />
avanzata è limitata, perché non<br />
sarà in grado di compiere movimenti<br />
automatici, come camminare,<br />
che richiederanno concentrazione<br />
e sforzo, ovvero più di<br />
un atto motorio alla volta, come<br />
camminare e rispondere al cellulare.<br />
Se questi ostacoli causano<br />
tensioni, accettarli le diminuisce,<br />
libera le energie utili ad<br />
aggirarli e ridimensiona anche<br />
altri fastidi, come gli effetti collaterali<br />
dei farmaci. Così dallo<br />
stress si può passare al piacere<br />
di reinventarsi, consapevoli dei<br />
propri limiti, ma orgogliosi di<br />
ogni nuova conquista e per non<br />
essersi arresi”.<br />
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Asma e sovrappeso, un serio<br />
problema spesso correlato<br />
di M. Stefania Leto Barone - Allergologo - stefanialetobarone@gmail.com<br />
5 marzo 2012<br />
malattie metaboliche<br />
Negli ultimi anni le abitudini alimentari degli italiani,<br />
e non solo, sono cambiate. Insieme a questi<br />
cambiamenti, è variata anche l’incidenza di<br />
Lo squilibrio tra le sostanze nutritive introdotte attraverso<br />
l’iperalimentazione e il ridotto dispendio<br />
energetico, prodotto da uno stile di vita sedentario,<br />
malattie infiammatorie croniche tra le quali l’asma e<br />
determina da un punto di vista oggettivo l’obesità. Tra<br />
l’obesità. Entrambe le patologie sono, infatti, in cre-<br />
le cause dell’obesità ritroviamo un intreccio di fattori<br />
scente aumento ed hanno un forte impatto sulla salute<br />
genetici, socioculturali, educativi e psicologici. I fattori<br />
pubblica come costi diretti e indiretti. Di fatto aumen-<br />
psicologici alle volte ne costituiscono la principale<br />
ta la richiesta di visite specialistiche, la prescrizione di farmaci costo- causa, altre volte ne sono una conseguenza e favoriscono l’instaurarsi<br />
e l’assenza per malattia dal posto di lavoro, gravando sui bilanci del si dello stato cronico della malattia. Condizioni di vuoto affettivo e di<br />
SNN e sulle tasche dei già tartassati cittadini. Ricordiamo che per asma “solitudine interiore” possono favorire comportamenti di rifugio nel<br />
s’intende una patologia a carico del polmone caratterizzata da un’o- cibo: la mancanza di qualcosa può essere sopperita attraverso il manstruzione<br />
reversibile; mentre una persona è definita obesa quando il giare che riempie. L’atto di ingurgitare, se da un lato colma in qual-<br />
suo indice di massa corporea (BMI) è > 30. Questo valore si ottiene da che modo la sofferenza, il dolore e ne favorisce il suo sfogo, dall’altro<br />
una semplice formula: peso in kg/altezza². Per valori compresi tra 25 ne è la sua più evidente espressione. Altre cause psicologiche posso-<br />
e 30, si parla di sovrappeso. Alcuni studiosi hanno dimostrato come esino essere lo stato ansioso o depressivo della persona, la difficoltà a<br />
ste un’associazione tra l’incremento del BMI e l’insorgenza di asma, vivere e gestire le emozioni, la scarsa tolleranza alla frustrazione, il<br />
tuttavia il meccanismo preciso di associazione non è stato ancora sco- vivere relazioni interpersonali importanti ambivalenti o ancora la<br />
perto. Esistono di fatto diverse ipotesi: secondo alcuni autori l’adipe negazione del problema a livello familiare. L’instaurarsi della malattia<br />
del paziente obeso potrebbe interferire negativamente sulla normale ed il suo evolversi porta progressivamente l’obeso a perdere la sua<br />
fisiologia del polmone; un’altra teoria sarebbe correlata alla presenza autostima, anche perché prova senza successo a perdere peso; a ver-<br />
di sostanze infiammatorie che nel paziente obeso sono aumentate e da gognarsi del proprio corpo fino a rifiutarlo; a sentirsi sempre più insi-<br />
qui portare all’asma; un’altra ancora mette in relazione i diversi fatcuro di se stesso; a diventare facile vittima di scherzi, soprattutto<br />
tori di rischio comuni sia all’asma sia all’obesità, quali la vita sedenta- quando la patologia riguarda l’età adolescenziale; ad auto-escluderria<br />
e i fattori dietetici alimentari. Per infiammazione s’intende una si da gruppi e attività da svolgere insieme ad altre persone. L’obeso<br />
reazione che il nostro organismo attiva nei confronti di stimoli irritati- mangia per sedare l’ansia, per non pensare, per non sentire il peso<br />
vi, di lesioni o d’infezioni. La nutrizione può influenzare l’infiamma- della sua tristezza e dell’isolamento emotivo in cui si trova. L’obesità,<br />
zione sia perché alcuni alimenti contengono sostanze con azione pro in tal senso, è una risposta adattiva da parte del soggetto ad una<br />
infiammatoria, sia perché alcune diete sono povere di sostanze nutriti- situazione di difficoltà, è un comportamento di natura psicosomatica.<br />
ve ad azione antinfiammatoria.<br />
La sua famiglia è anch’essa in difficoltà, non sa come comunicare con<br />
segue a pagina 6 segue a pagina 7<br />
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di alcuni componenti può<br />
essere impiegato per aiutare<br />
l’organismo per il contrasto<br />
dei processi ossidativi<br />
delle pareti arteriose<br />
5
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5 marzo 2012<br />
malattie metaboliche<br />
Attenzione all’ipercolesterolemia, patologia diffusa<br />
che può sfociare in gravi malattie<br />
L’ipercolesterolemia,<br />
cioé<br />
l’alto tasso di<br />
<strong>colesterolo</strong> nel<br />
sangue, è una<br />
patologia molto<br />
diffusa; purtroppo,<br />
però, non presentando sintomi<br />
diretti, finisce per il manifestarsi<br />
solo quando sfocia in<br />
malattie più gravi ad essa concatenate.<br />
Trattandosi di un disturbo<br />
metabolico, legato appunto al<br />
metabolismo dei lipidi (dislipidemia),<br />
sono collegate altre patologie<br />
come diabete, malattie<br />
cardiovascolari, aterosclerosi,<br />
ipertensione, insufficienza renale.<br />
Per diagnosticarla si fa riferimento<br />
a tre parametri: <strong>colesterolo</strong><br />
totale, l’HDL, comunemente<br />
conosciuto come il <strong>colesterolo</strong><br />
“buono”, LDL, quello “cattivo”.<br />
Valori facilmente individuabili<br />
attraverso un semplice prelievo<br />
di sangue. A generare l’alto tasso<br />
di <strong>colesterolo</strong> possono essere<br />
diversi fattori: da uno stile di<br />
vita poco salutare, caratterizzato<br />
da un’alimentazione scorretta<br />
e poca attività fisica, all’ereditarietà.<br />
Quando si hanno familiari<br />
che soffrono di tali disturbi, biso-<br />
di Anna Sampino - annasampino@nellattesa.it<br />
gna dunque fare attenzione alle<br />
proprie abitudini alimentari e<br />
adottare piuttosto piccoli accorgimenti<br />
in via preventiva.<br />
“Alcuni pazienti giovani, per<br />
esempio - spiega il dott. Enrico<br />
Bonuso, biologo nutrizionista, -<br />
hanno tassi di <strong>colesterolo</strong> molto<br />
alti e sono costretti a ricorrere<br />
ad una terapia farmacologica. In<br />
molti di questi casi, è ereditario<br />
e sarebbe quindi possibile ridurne<br />
gli effetti con una corretta<br />
dieta alimentare, che riporti<br />
l’HDL e LDL ai giusti valori fisiologici”.<br />
Mangiare sano e fare una moderata,<br />
ma costante, attività fisica<br />
segue da pagina 5: ASMA E SOVRAPPESO, UN SERIO PROBLEMA<br />
Tra i cibi implicati nell’infiammazione, ci sono quelli da “fast-food”, in<br />
altre parole fritture, cibi precotti e dolciumi. I cibi invece che hanno<br />
un’azione antinfiammatoria comprendono gli acidi grassi polinsaturi o<br />
monoinsaturi presenti nei pesci, nell’olio di oliva, nell’avocado, nelle<br />
noci e nelle nocciole; i fattori antiossidanti come la vitamina A, C e E<br />
ed i composti fitochimici come carotenoidi e flavonoidi. Quando si<br />
parla di obesità, non è possibile non menzionare la leptina, un ormone<br />
coinvolto nella regolazione dell’assunzione di cibo. E’ prodotto dagli<br />
adipociti, vale a dire le cellule del tessuto adiposo, in maniera direttamente<br />
proporzionale alla massa grassa, e come organo bersaglio ha<br />
il sistema nervoso centrale, più precisamente l'ipotalamo, dando un<br />
segnale negativo alla sensazione di fame. Ha, tra le svariate funzioni,<br />
il compito d’indurre il senso di sazietà ed aumentare la spesa energetica.<br />
E’ interessante notare come, a parità di BMI, le donne presentino<br />
un valore di leptina circolante nel sangue pari a 5-10 volte superiori<br />
rispetto ad un uomo. Di fatto, nonostante la relazione tra asma e obesità<br />
non sia per nulla chiara, è indubbio che una qualche correlazione<br />
esista e come questa sia ad oggi oggetto di studio da parte dei ricercatori<br />
delle comunità scientifiche. Uno stile di vita sano, con cibi poveri<br />
di grassi e ricchi di sostanze antiossidanti, e una modesta attività fisica,<br />
può quindi avere ripercussioni positive anche sul nostro respiro.<br />
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aiuta dunque a bilanciare il<br />
metabolismo lipidico del nostro<br />
organismo. Aggiunge Bonuso: “È<br />
necessario seguire un preciso<br />
percorso alimentare di almeno<br />
dodici settimane (tre mesi), al<br />
termine del quale, se i valori non<br />
si sono ridotti, si dovrà ricorrere<br />
ai farmaci. In ogni caso, il primo<br />
passo è una dieta equilibrata<br />
che, a sua volta, farà anche perdere<br />
peso. Non dimentichiamo<br />
infatti che l’HDL e LDL sono lipidi,<br />
cioè grassi”.<br />
Ma quali sono i cibi che aiutano a<br />
ridurre il <strong>colesterolo</strong>? “Consumare<br />
più frutta e verdura che<br />
contengono fitosteroli, sostanze<br />
che contrastano l’assorbimento di<br />
lipidi; sostituire alle carni grasse<br />
le carni bianche come il petto di<br />
pollo o il tacchino, carne equina<br />
e, soprattutto, il pesce; optare<br />
per un’acqua minerale povera di<br />
sodio. Poi, è essenziale ridurre il<br />
consumo di zuccheri semplici e di<br />
carboidrati, come pasta e pane,<br />
meglio se integrali. Infine, evitare<br />
latticini e formaggi stagionati;<br />
ma, se proprio non se ne può fare<br />
a meno, meglio di tanto in tanto<br />
scegliere mozzarella, ricotta e<br />
caciottina”.<br />
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dell’efficacia e dell’integrazione<br />
nel confronto con le terapie mediche”. E’<br />
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questo il titolo del corso di omeopatia che si<br />
svolgerà, a partire dal prossimo 21 aprile, con il patrocinio<br />
dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia<br />
dell’Arnas Civico di Palermo. Per otto fine settimana (il<br />
sabato, dalle 9 alle 17, e la domenica, dalle 9 alle 14)<br />
omeopati ed esperti di medicina integrata saliranno in cattedra per un<br />
totale di 120 ore, divise in 80 ore di didattica e 40 ore di pratica clinica.<br />
<strong>Il</strong> percorso formativo, realizzato dalla scuola di medicina integrata<br />
di Palermo – spiegano - ha l’obiettivo di insegnare agli allievi gli<br />
approcci clinico-terapeutici offerti dalla omeopatia e fornire una conoscenza<br />
delle principali metodiche integrative, ormai indispensabili per<br />
tutti gli operatori sanitari. Tra le finalità del primo anno,l’acquisizione<br />
della capacità diagnostico-prescrittiva nel paziente acuto.<br />
<strong>Il</strong> corso è rivolto a medici, farmacisti, veterinari, odontoiatri, ostetrici,<br />
biologi, psicologi e studenti iscritti agli ultimi due anni di discipline<br />
medico-scientifiche. Tra i docenti Giorgio Ciaccio, Nunzio Riccardo<br />
Nocifora e Giuseppe Scaglione. Durante ogni seminario si terranno<br />
esercitazioni pratiche con utilizzo di moduli interattivi e casi clinici<br />
simulati o con pazienti. Le lezioni si svolgeranno nell’aula dell’Unità<br />
operativa di Ginecologia ed Ostetricia dell’Arnas Civico di Palermo<br />
diretta dal professore Luigi Alio, coordinatore del corso.<br />
Si comincia sabato 21 aprile con i principi fondamentali dell’omeopatia:<br />
legge dei simili, dosi infinitesimali, sperimentazione omeopatica.<br />
Inoltre, preparazione di medicine omeopatiche, cenni di posologia ed<br />
esempi di terapia.<br />
<strong>Il</strong> Centro Studi di Medicina Integrata (Cesmi), presente a Palermo dal<br />
2005 ha istituito, già dal alcuni anni, il corso triennale in Medicina<br />
omeopatica con l’obiettivo di diffondere semepre più tra i soggetti del<br />
mondo sanitario la conoscenza della pratica omeopatica<br />
Per informazioni è possibile contattare la segreteria organizzativa al<br />
numero 0916269859 o il dottor Angelo Saladino al 335 8313303. E-mail<br />
cifopsrl@virgilio.it.<br />
segue da pagina 6 - CONSIGLIATI<br />
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lui e finisce o per comunicare con messaggi contraddittori o per essere<br />
assente” un’assenza che riguarda la qualità del tempo passato<br />
insieme. Nel primo caso, alla censura del comportamento alimentare<br />
dell’obeso, in alcuni momenti, si contrappone un comportamento verbale<br />
di rinforzo quando si perde la pazienza con frasi del tipo “zitto e<br />
mangia!” o quando per dimostrare affetto ci si riduce ad acquistare<br />
doni alimentari; in entrambe le situazioni involontariamente si asseconda<br />
la malattia. Nel secondo caso, è possibile che la difficoltà<br />
comunicativa venga scambiata per disinteresse. Esiti di tutto ciò sono<br />
l’assenza di dialogo e l’instaurarsi di un circolo vizioso in cui obesità<br />
e malessere psicologico si alimentano a vicenda. Una psicoterapia<br />
familiare potrebbe in questi casi essere utile per cogliere la natura<br />
profonda del disagio, ricercare un equilibrio psicofisico e del sistema<br />
familiare.<br />
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Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Ferraro alessandraferraro@nellattesa.it<br />
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Comitato etico scientifico: Diego Fabra coordinatore - Giovanni Alberti medicina<br />
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Distribuzione: edizioni nell’attesa s.a.s.<br />
Stampa: Sprint s.a.s. Via Telesino 18/a Palermo<br />
Questo numero è stato chiuso in tipografia il 29 febbraio 2012. Una copia: Euro<br />
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degli autori. E’ consentita la riproduzione anche parziale citandone la fonte.
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11 marzo (turno 22)<br />
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Cascioferro B. via N. Martoglio 4<br />
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Orlando F. via N. Garzilli 56<br />
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Ponte Oreto via Oreto 322/a<br />
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deposita sulle pareti dei vasi sanguigni, fenomeno che costituisce il<br />
punto d’inizio dell’aterosclerosi, ragion per cui le LDL sono chiamate<br />
anche “<strong>colesterolo</strong> cattivo”. Le lipoproteine ad alta densità o HDL veicolano<br />
invece il <strong>colesterolo</strong> dalla periferia dell’organismo verso il fegato,<br />
favorendo la rimozione delle placche aterosclerotiche dalle pareti<br />
dei vasi e meritando l’appellativo di “<strong>colesterolo</strong> buono”. In caso di<br />
ipercolesterolemia, un primo passo è senz’altro quello di mantenere il<br />
peso corporeo ideale, o ridurlo se in eccesso: a volte si osserva la riduzione<br />
del <strong>colesterolo</strong> ematico. Consigliabile anche praticare una certa<br />
attività fisica (è sufficiente una passeggiata di mezz’ora al giorno!) ed<br />
evitare il fumo, gli alcolici e, se possibile, le situazioni di stress.<br />
Qualora il medico decidesse d’intraprendere un trattamento farmacologico,<br />
quest’ultimo non deve mai sostituirsi alla dieta, ma affiancarsi<br />
ad essa. Anche la natura, come sempre, offre qualche rimedio: l’aglio<br />
somma all’effetto antipertensivo un’azione ipolipidemizzante e ipocolesterolemizzante<br />
e aiuta dunque a prevenire la malattia aterosclerotica.<br />
Ultimamente gli sono state attribuite proprietà afrodisiache,<br />
secondo studi resi noti in Gran Bretagna, cosa che ha fatto impennare<br />
le vendite di aglio tra i sudditi della Regina: siamo in attesa di sapere<br />
com’è andata... <strong>Il</strong> problema maggiore del consumo di aglio rimane il<br />
famigerato alito che non sempre favorisce la vita sociale, motivo per il<br />
quale si consiglia di assumerlo sotto forma di integratori appositamente<br />
formulati. È opportuno evitarne l’assunzione nei pazienti anemici,<br />
in quelli con problemi di stomaco, in gravidanza e durante l’allattamento.<br />
L’olio di germe di grano deve la sua azione benefica sull’aterosclerosi<br />
al contenuto in acidi grassi essenziali (oleico, linoleico<br />
e linolenico) e beta-sitosterolo. La Garcinia Cambogia è un arbusto originario<br />
del sud-est asiatico, la cui parte utilizzata sono i frutti che contengono<br />
nella buccia l’acido idrossicitrico. Quando l’ingestione di cibo<br />
supera le necessità dell’organismo, la parte eccedente viene immagazzinata<br />
sotto forma di tessuto adiposo, grazie ad un enzima che viene<br />
inibito appunto dall’acido idrossicitrico, pertanto l’assunzione di<br />
Garcinia limita la conversione dei principi nutritivi in grassi. Per queste<br />
caratteristiche è utilizzata anche come coadiuvante nelle diete dimagranti.<br />
Molto utile l’aumento del consumo di pesce nella dieta per l’elevato<br />
contenuto in acidi grassi insaturi, ma, per chi proprio il pesce<br />
non lo sopporta, esistono in commercio integratori alimentari a base di<br />
olio di pesce, ricchi di acidi grassi polinsaturi omega 3. Infine l’anti<strong>colesterolo</strong><br />
naturale per eccellenza è la lecitina di soia in cui abbondano<br />
gli acidi linoleico e linolenico, che favoriscono la riduzione della colesterolemia<br />
e preservano l’elasticità delle pareti dei vasi sanguigni.