La colelitiasi in età pediatrica. Il punto di vista del clinico - SIGENP

Key Points
Rettocolite ulcerosa
• La mesalazina è efficace nel
trattamento della rettocolite
ulcerosa lieve-moderata
• La terapia combinata, orale e
topica, è superiore alla sola terapia
orale o topica
• Le nuove formulazioni che consentono
la singola somministrazione
orale risultano ugualmente
efficaci e potrebbero migliorare
l’aderenza alla terapia
Malattia di Crohn
• La mesalazina ad alto dosaggio
ha un modesto effetto nella
malattia di Crohn ileale attiva,
mentre non vi sono prove riguardo
la sua utilità nella prevenzione
delle riaccensioni
• Un limitato effetto della mesalazina
è stato dimostrato nella
prevenzione della recidiva chirurgica
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IBD Highlights
nalisi clinica ed endoscopica dei pazienti con sola localizzazione sinistra della RCU con attività
lieve-moderata evidenziò risultati sostanzialmente sovrapponibili (guarigione della mucosa
69% vs 61%) (4). Questi ultimi dati sono stati supportati anche da una recente
metanalisi (5) circa la prevenzione delle riaccensioni. In 7 trials clinici randomizzati con
complessivamente 2.745 pazienti la frequenza delle riaccensioni non era significativamente
diversa tra la monosomministrazione e il trattamento convenzionale (Rischio Relativo, RR,
per la riaccensione = 0.94; 95% CI: 0.82-1.08). La non-compliance (RR=0.87; 95% CI:
0.46-1.66) e la frequenza di eventi avversi erano sovrapponibili con i due regimi terapeutici
(RR=1.08; 95% CI: 0.97-1.20).
noViTà nel TraTTaMenTo della MalaTTia di croHn
Contrariamente alle precedenti metanalisi nelle quali la mesalazina non risultò offrire alcun
vantaggio né nell’induzione né nel mantenimento della remissione nella malattia di Crohn,
recenti studi evidenziano qualche beneficio di un trattamento ad alto dosaggio (4 g/die) nella
malattia di Crohn lieve-moderata a localizzazione ileo-cecale (5). Per quanto concerne la
malattia di Crohn a localizzazione colica non vi sono evidenze sull’efficacia della mesalazina.
Altrettanto dibattuto è il suo impiego nel mantenimento della remissione, anche se un recente
studio ha dimostrato nell’analisi per protocollo l’efficacia nel ridurre il rischio delle riaccensioni
(RR=0.79; 95% CI=0.66-0.95, NNT=13)(6). In molte linee-guida, attualmente, la
mesalazina non è considerata una valida terapia di primo approccio.
Nella prevenzione della recidiva post-chirurgica, la mesalazina (oltre 2 g/die) offre qualche
vantaggio rispetto al placebo nella Crohn a localizzazione ileale, ma non nella localizzazione
colica. Metanalisi recenti indicano la NNT con 10-12 (7) e 16-19 (8) per prevenire 1 recidiva
postchirurgica endoscopica. Per quanto concerne la recidiva clinica, la differenze tra mesalazina
e placebo raggiunge un 15% che può essere considerata clinicamente rilevante (9).
eVenTi aVVersi alla Mesalazina
Generalmente la mesalazina è ben tollerata, ma eventi avversi possono manifestarsi nel 15%
degli adulti e sono dipendenti dal dosaggio usato e comprendono nausea, cefalea, diarrea, e
rash cutaneo. Una rara forma di intolleranza può manifestarsi come colite acuta con diarrea
muco-ematica. Come tutti gli aminosalicilati, la mesalazina è associata a nefrotossicità
(nefrite interstiziale e sindrome nefrosica). La patogenesi è incerta, ma da uno studio basato
su popolazione il rischio (OR 1.60, CI 1.14 - 2.26 rispetto alla normalità) sembra legato alla
severità della malattia di base piuttosto che al tipo di mesalazina o al suo dosaggio (10). Il
controllo annuale della creatininemia può essere utile come monitoraggio, anche se la sua
efficacia nel prevenire il problema renale non è mai stata provata.
BiBliografia
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