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LITIASI BILIARE

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<strong>LITIASI</strong> <strong>BILIARE</strong><br />

• Condizione patologica caratterizzata dalla<br />

presenza di calcoli nella colecisti<br />

(COLE<strong>LITIASI</strong>) e/o nelle vie biliari intra ed<br />

extraepatiche.<br />

• I calcoli si formano primitivamente nella<br />

colecisti e raggiungono per migrazione<br />

l’albero biliare.<br />

• In piu’ rare condizioni patologiche i calcoli<br />

possono formarsi direttamente in questa<br />

sede (<strong>LITIASI</strong> PRIMITIVA DEL<br />

COLEDOCO).<br />

• In relazione alla composizione chimica dei<br />

calcoli,possiamo distinguere tre forme:


Calcolosi pigmentaria<br />

• Calcoli multipli, piccoli, nerastri(black<br />

stones) e molto duri, opp. bruni(brown<br />

stones) e assai friabili.<br />

• Si tratta di calcoli composti da bilirubinato<br />

di calcio: la precipitazione dei pigmenti<br />

biliari avviene in presenza di un eccessivo<br />

contenuto biliare in bilirubina non coniugata<br />

o monoconiugata.<br />

• Si manifesta nel 10-20% della litiasi.<br />

• Correlata spesso a ben definiti fattori<br />

predisponenti o causali:<br />

cirrosi-stasi biliare-emolisi-infezioni


Calcolosi colesterolica(I)<br />

• I calcoli puri di colesterolo sono molto rari: sono<br />

dovuti ad una concentrazione biliare di<br />

colesterolo spiccatamente elevata.<br />

<br />

Il colesterolo, insolubile in acqua, viene<br />

mantenuto in soluzione nella bile grazie alla<br />

formazione di micelle, in associazione con<br />

fosfolipidi e sali biliari.<br />

Il triangolo di ADMIRAND e SMALL precisa il<br />

rapporto ottimale delle 3 componenti ai fini<br />

della solubilizzazione del colesterolo:<br />

[COLESTEROLO] 10%<br />

[FOSFOLIPIDI] 20%<br />

[SALI BILIARI] 80%


Calcolosi colesterolica(II)<br />

La litogenesi colesterinica si articola in<br />

due fasi:<br />

• 1)Fase di nucleazione: precipitazione di<br />

cristalli di colesterolo attorno ad un<br />

nucleo condensante, che puo’ essere<br />

costituito da concrezioni pigmentarie,<br />

cellule sfaldate dell’epitelio colecistico,<br />

batteri, glicoproteine, sali di calcio e<br />

corpi estranei.<br />

• 2)Fase di accrescimento: una volta<br />

formato il nucleo centrale di<br />

precipitazione del calcolo, l’accrescimento<br />

avviene per successiva apposizione,


Calcolosi mista<br />

• E’ in assoluto quella di piu’ frequente<br />

riscontro.<br />

• Costituita da una miscela di<br />

colesterolo(70%), sali di calcio, sali<br />

biliari, pigmenti biliari, proteine, acidi<br />

grassi e fosfolipidi.<br />

• Sono generalmente calcoli multipli,<br />

lisci e sfaccettati, di consistenza<br />

dura, con colorito cereo e tonalita’<br />

che tende al verdastro o al bianco in<br />

relazione alla prevalenza in pigmenti


QUADRO CLINICO<br />

• Nel 78% dei casi è silente al momento della<br />

diagnosi; nel 22% è sintomatica.<br />

• Il destino di una calcolosi asintomatica puo’<br />

essere: di rimanere tale per il resto della<br />

vita, di diventare sintomatica, di<br />

determinare una complicanza. Distinguiamo<br />

così:<br />

1) Quadro clinico della calcolosi della<br />

colecisti<br />

2) Quadro clinico della calcolosi della VBP<br />

3) Quadro clinico delle complicanze


1) Quadro clinico della<br />

calcolosi della colecisti(I)<br />

COLICA <strong>BILIARE</strong>: è la modalita’ piu’ tipica e<br />

frequente con la quale la calcolosi della colecisti<br />

si manifesta.<br />

<br />

• Improvviso ed intenso dolore, in completo<br />

benessere, dapprima localizzato all’ipocondrio dx,<br />

quindi irradiato all’epigastrio, al fianco e alla spalla<br />

omolaterali, all’angolo inferiore della scapola dx.<br />

• Il dolore è di tipo colico, in genere accompagnato a<br />

sudorazione, nausea, vomito.<br />

• Il pz. è agitato, sofferente.<br />

• E’ di rado accompagnata da un rialzo febbrile


Quadro clinico della<br />

calcolosi della colecisti(II)<br />

DISPEPSIA <strong>BILIARE</strong>: puo’ precedere la<br />

colica biliare.<br />

<br />

• Il pz. riferisce una storia clinica<br />

caratterizzata da una digestione lenta e<br />

laboriosa, peso epigastrico post-prandiale<br />

accompagnato da torpore e sonnolenza,<br />

eruttazioni e pirosi, nausea e vomito.<br />

• L’ intolleranza per i cibi grassi è marcata.<br />

• L’alvo è irregolare, in genere stitico,


• La calcolosi è frequente in altre<br />

condizioni morbose così da poter<br />

costituire addirittura definite<br />

sindromi cliniche:<br />

TRIADE DI SAINT: calcolosi<br />

colecisti-diverticolosi del grosso<br />

intestino-ernia iatale<br />

TETRADE DI CATTEL: triade di<br />

Saint ed ulcera peptica


2) Quadro clinico della<br />

calcolosi della VBP<br />

• Essa si esprime clinicamente con :<br />

ITTERO: insorge dopo circa 8-12 ore la colica, con le<br />

caratteristiche dell’ostruzione extraepatica, ad evoluzione<br />

acuta e transitoria o cronica ed ingravescente; l’ipercromia<br />

urinaria e l’ipocolia fecale sono direttamente correlate al<br />

grado di ritenzione di bilirubina.<br />

DOLORE: si manifesta sotto forma di coliche biliari tipiche,<br />

recidivanti.<br />

FEBBRE: per lo piu’ di tipo settico con brusche elevazioni a<br />

39-40°C ed altrettanto rapida caduta, accompagnata da<br />

brividi è espressione dell’ insorgenza di angiocolite!!


3) Quadro clinico delle complicanze (I)<br />

<strong>LITIASI</strong> DELLA VBP: secondaria a migrazione dei<br />

calcoli dalla colecisti; è una delle sequele piu’<br />

comuni della malattia, in genere seguita dal quadro<br />

clinico dell’ ostacolato deflusso bilio-duodenale. Il<br />

sovrapporsi di un processo flogistico da’ luogo all’<br />

insorgenza di angiocolite (con la caratteristica<br />

TRIADE sintomatologica di CHARCOT: doloreittero-febbre)<br />

COLECISTITE ACUTA: è la piu’ frequente<br />

complicanza della colelitiasi. Puo’ assumere una<br />

forma catarrale-purulenta-emorragica-gangrenosaflemmonosa.<br />

Nella manifestazione clinica tipica<br />

essa si manifesta con dolore, febbre elevata ed


3) Quadro clinico delle<br />

complicanze (II)<br />

IDROPE: quadro clinico particolare<br />

caratterizzato da una colecisti aumentata<br />

di volume, palpabile, dolente. E’ legato<br />

all’incunearsi di un calcolo nell’infudibolo o<br />

nel dotto cistico, con il risultato di un<br />

brusco ostacolo allo svuotamento della<br />

colecisti<br />

<br />

• Per la sovrapposizione di fenomeni infettivi<br />

ed ischemici essa puo’ complicarsi con un<br />

EMPIEMAGANGRENAPERFORAZIONE


3) Quadro clinico delle<br />

complicanze (III)<br />

COLECISTITE CRONICA: puo’ essere primitiva o<br />

l’evoluzione di una forma acuta. Caratterizzata da<br />

disturbi dispeptici e da saltuarie coliche, alternate<br />

a frequenti riacutizzazioni infiammatorieper il<br />

recidivare degli episodi di flogosi, la colecisti puo’<br />

divenire”esclusa”,a causa di un’ostruzione<br />

progressiva a liv.del cistico. E’ possibile la<br />

perforazione nel peritoneo libero, con l’istaurarsi<br />

di un quadro di peritonite biliare(coleperitoneo).<br />

FISTOLE BILIODIGESTIVE: si instaurano tra<br />

colecisti o cistico o coledoco da un lato ed il lume<br />

intestinale(duodeno, tenue, colon) o stomaco


3) Quadro clinico delle<br />

complicanze (IV)<br />

PAPILLITI CRONICHE: per il recidivare di<br />

episodi flogistici, di traumatismi prodotti da<br />

piccoli calcoli o di microlesioni causate dal<br />

passaggio di sferoliti di colesterolo. La<br />

sintomatologia è quella dispeptico-dolorosa; ad<br />

essa si puo’ associare il quadro dell’ostacolato<br />

deflusso bilio-duodenale.<br />

PANCREATITE ACUTA: causata da una lesione<br />

funzionale o organica della papilla di Vater e<br />

conseguente stasi pancreatica o reflusso biliowirsungiano.<br />

PANCREATITE CRONICA: la pancreatopatia puo’


DIAGNOSI<br />

La diagnosi di calcolosi biliare è fondata su dati:<br />

1)Dati clinici ed anamnestici: permettono di sospettare la<br />

malattia.<br />

2)Dati di laboratorio: consentono di indirizzare l’iter<br />

diagnostico. Non rivestono nella litiasi della colecisti non<br />

complicata un significato diagnostico specifico; essi<br />

acquistano un valore in caso di complicanze che si<br />

accompagnano a specifiche alterazioni<br />

biochimiche(leucocitosi, iperamilasemia) e spt. in caso di<br />

ittero.<br />

3)Dati radiologici e strumentali: forniscono il contributo piu’<br />

rilevante. L’iter diagnostico è diverso nel pz. non itterico, in<br />

fase di ittero e in corso di intervento chirurgico(diagnosi<br />

intraoperatoria).


DIAGNOSI<br />

A) DIAGNOSI NEL PZ. NON<br />

ITTERICO<br />

B) DIAGNOSI NEL PZ. ITTERICO<br />

C) DIAGNOSI<br />

INTRAOPERATORIA


A) DIAGNOSI NEL PZ.<br />

NON ITTERICO<br />

ECOGRAFIA: esame fondamentale per<br />

l’elevatissima accuratezza diagnostica, la mancanza<br />

di invasivita’, semplicita’ e ripetibilita’ della<br />

metodica, manegevolezza e costo contenuto degli<br />

strumenti. Permette di visualizzare la morfologia e<br />

lo stato di riempimento della colecisti, lo spessore<br />

e le caratteristiche della sua parete, la presenza di<br />

echi interni con il corrispettivo”cono<br />

d’ombra”posteriore(calcoli); di studiare il<br />

parenchima epatico, le v.b. intra-ed extra-epatiche<br />

ed il pancreas.<br />

COLANGIOGRAFIA PER VIA E.V.


B) DIAGNOSI NEL PZ.<br />

ITTERICO<br />

ECOGRAFIA: costituisce il primo step diagnostico,<br />

per accertare un’ectasia delle v.b. intra- ed<br />

extraepatiche(ittero ostruttivo).<br />

TAC<br />

COLANGIOGRAFIA PERCUTANEA<br />

TRANSEPATICA(TPC): sotto guida ecografica o<br />

TAC; puo’ essere utilizzata solo in caso di<br />

dilatazione dell’albero biliare e trova la sua<br />

indicazione piu’ corretta quando l’ostacolo si<br />

sospetta in sede prossimale.<br />

COLANGIOPANCREATOGRAFIA RETROGRADA<br />

ENDOSCOPICA( ERCP): è piu’ idonea per lo studio


C) DIAGNOSI<br />

INTRAOPERATORIA<br />

o COLANGIOGRAFIA INTRAOPERATORIA:<br />

permette di svelare l’esistenza di una<br />

calcolosi dell’epatocoledoco, di precisare il<br />

numero, la grandezza e la sede delle<br />

formazioni litiasiche; fornisce un quadro<br />

anatomo funzionale dell’intero albero<br />

biliare.<br />

o ECOGRAFIA INTRAOPERATORIA<br />

o COLEDOCOSCOPIA: permette l’<br />

osservazione endoluminale diretta delle v.b.


TERAPIA<br />

1) TERAPIA CONSERVATIVA<br />

2) TERAPIA CHIRURGICA<br />

3) TERAPIA ENDOSCOPICA


1) TERAPIA<br />

CONSERVATIVA<br />

TERAPIA LITOLITICA ORALE: somministrazione<br />

di acidi biliari( ac.chenodesossicolico ed ac.<br />

ursodesossicolico), che intervengono nel processo<br />

di solubilizzazione del colesterolo biliare.<br />

LITOTRIPSIA EXTRACORPOREA AD ONDE<br />

D’URTO: scarsamente utilizzata per il pericolo di<br />

complicanze legate alla migrazione dei frammenti(<br />

colica biliare 30%, colestasi 1%, pancreatite acuta<br />

1%).


2) TERAPIA CHIRURGICA<br />

o COLECISTECTOMIA LAPAROTOMICA o<br />

LAPAROSCOPICA: eseguibile per via retrograda o<br />

anterograda<br />

o COLEDOCOLITOTOMIA<br />

o SFINTEROPLASTICA TRANSDUODENALE:<br />

intervento elettivo quando alla litiasi del coledoco<br />

si associa una stenosi papillare.<br />

o DERIVAZIONI BILIODIGESTIVE: quando la VBP<br />

è eccessivamente dilatata, per la presenza di una<br />

calcolosi multipla e/o concomitante stenosi<br />

papillare. Puo’ essere realizzata sec. 3 procedure:<br />

a) COLEDOCODUODENOSTOMIA


3) TERAPIA ENDOSCOPICA<br />

SFINTEROTOMIA ENDOSCOPICA:<br />

le sue indicazioni principali sono<br />

rappresentate dalla litiasi della VBP e<br />

dalla papillite. Nella maggior parte dei<br />

casi i calcoli vengono espulsi<br />

spontaneamente nel duodeno, mentre<br />

in altri casi si precede alla loro<br />

rimozione per mezzo di una sonda “a<br />

cestello” o di un catetere a palloncino.

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