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Il pensiero federalista di Gianfranco Miglio - Consiglio Regionale ...

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Ex uno plures. Appunti sul federalismo ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> <strong>Miglio</strong><br />

potere dei partiti sul sistema politico – parlamentare puro e quello<br />

delle Partecipazioni Statali nella sfera economica. È cruciale<br />

<strong>di</strong>stinguere bene l’impianto del decisionismo migliano perché<br />

alla fine la sua ricerca <strong>di</strong> una <strong>di</strong>alettica amico – nemico è proprio<br />

rivolta contro lo ‘stato assistenziale dei partiti’, e la DC in specie<br />

che ne è stata la grande levatrice nel ciclo postbellico.<br />

<strong>Il</strong> primo motivo <strong>di</strong> scontro riguarda la me<strong>di</strong>a durata storica<br />

e ha come obiettivo polemico la costruzione stessa dello “Stato<br />

italiano”: “L’equivoco è nato un secolo e mezzo fa, quando una<br />

sparuta ma attiva classe <strong>di</strong>rigente, educatasi oltr’alpe, impose,<br />

alle popolazioni della penisola, ideologie e modelli istituzionali<br />

che, essendo il prodotto <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni climatiche, etniche e storiche<br />

ben <strong>di</strong>verse, non furono mai intimamente accettati. Soltanto<br />

il letargo in cui vivevano quelle popolazioni – e vegetavano le<br />

loro culture autoctone (specie quelle dell’Italia peninsulare e insulare)<br />

– permise <strong>di</strong> credere che, a meri<strong>di</strong>one delle Alpi, si fosse<br />

formato un nuovo “Stato nazionale” <strong>di</strong> tipo europeo” 10 .<br />

<strong>Il</strong> secondo motivo <strong>di</strong> scontro riguarda l’impianto che ha generato<br />

da un lato la preminenza della forma statuale come condensazione<br />

del Politico, dall’altro un sistema parlamentare puro,<br />

responsabile della soggezione del governo alle corporazioni, alle<br />

clientele e alle ren<strong>di</strong>te partitiche che ne sono derivate: stiamo<br />

parlando naturalmente della Costituzione nata nel 194 . <strong>Miglio</strong><br />

si de<strong>di</strong>ca con sistematico impegno a decostruire non solo la seconda<br />

parte, quella or<strong>di</strong>namentale dei poteri, principale imputato<br />

della costruzione <strong>di</strong> un sistema “senza Sovrano”, ma anche la<br />

prima, ritenuta inestricabilmente connessa, dei “valori”. Questo<br />

approccio unitario è tipico <strong>di</strong> <strong>Miglio</strong> e lo contrad<strong>di</strong>stingue dalle<br />

iniziative meramente funzionaliste che si intraprenderanno, per<br />

via parlamentare, che non hanno finora raggiunto l’obiettivo <strong>di</strong><br />

rendere almeno più flessibile l’articolazione dei poteri pubblici.<br />

<strong>Il</strong> rigore <strong>di</strong> una metodologia avalutativa consente allo stu<strong>di</strong>oso<br />

<strong>di</strong> riconoscere, <strong>di</strong>etro alle retoriche dell’autorappresentazione<br />

encomiastica che ha da sempre circondato la Carta Costituzionale,<br />

la reale struttura del potere che essa ha istituito e legittimato:<br />

l’ Amministrazione “non era affatto la parte subor<strong>di</strong>nata, secondaria<br />

e servente, rispetto ai ‘rami alti’, dell’or<strong>di</strong>namento: era, al<br />

10 Cfr. <strong>Gianfranco</strong> <strong>Miglio</strong>: “L’impossibile stato nazionale” (1976), ora in <strong>Il</strong> nerbo e<br />

le briglie del potere. Scritti brevi <strong>di</strong> critica politica (1945 – 1988), ed. <strong>Il</strong> Sole 24 Ore,<br />

Milano 19 , p. 77.<br />

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