1) cosa è un corpus e cosa è la corpus linguistics (P)/

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04.06.2013 Views

- induttivo, che consistono nel ricavare una regola da molteplici usi linguistici; - deduttivo, il cui scopo è verificare la validità di una regola attraverso l’osservazione delle diverse occorrenze della stessa parola in contesti diversi. La partecipazione a processi di analisi di un corpus, di osservazione e generalizzazione di regole d’uso reale di una lingua, educa l’apprendente a porsi delle domande sui comportamenti linguistici, problematizzando le conoscenze impartite da grammatiche, dizionari e libri di testo, attraverso attività di tipo sia deduttivo sia induttivo. Tale approccio didattico, definito da Johns (1991) come “apprendimento guidato dai dati” (in inglese data-driven learning), coinvolge l’apprendente in un’attività di ricerca per individuare soluzioni a un problema (Gavioli 2001: 109-110). Attraverso l’ esame di un corpus, come si diceva, lo studente ha davanti a sé e in modo rapido svariati esempi dello stesso elemento lessicale, avendo così accesso diretto a numerose occorrenze di lingua in uso. Sul piano metodologico l’approccio può ricordare quello adottato da un insegnante che scrive alla lavagna alcune frasi e chiede agli studenti di capire qual sia la regola grammaticale che genera le realizzazioni linguistiche, ma proprio perchè un corpus fornisce più dati, l’insegnante deve trovare soluzioni pedagogicodidattiche diverse che rispondano a quesiti come: quali e quanti dati far consultare allo studente, come aiutare lo studente ad accedere ai dati, e così via (Zorzi 2001: 93-94). Dal canto suo, l’apprendente è partecipe di un processo di ricerca e scoperta, attraverso il quale acquisisce nozioni di analisi metalinguistica che potrà “investire” anche in contesti extrascolastici oltre che in altre classi di lingua (Escoubas 2008). La capacità di raggruppare e categorizzare dati alla ricerca di fenomeni fraseologici, l’abilità di osservare un uso linguistico reale, se potenziate, lo rendono, infatti, un apprendente autonomo (Aston 2001: 23), capace di problematizzare, laddove necessario, e di ricercare soluzioni attraverso l’azione, la ricerca, la scoperta. Le attività che lo studente svolge nell’analisi di un corpus (categorizzazione, raggruppamento e osservazione dei dati) presentano, come si diceva, i vantaggi didattici di una metodologia orientata alla soluzione di problemi (problem solving), secondo la quale la soluzione di un problema, la risposta a quesiti di ricerca potenziano le competenze linguistiche e facilitano la memorizzazione lessicale. L’apprendimento del vocabolario prende l’avvio dalla possibilità di “notare” una determinata parola (in inglese noticing). L’incontro reiterato dell’ elemento lessicale in significativi contesti d’uso ne consente la memorizzazione molto più attiva ed efficace di quanto non faccia la fredda e formale ripetizione mnemonica delle liste di nuovi vocaboli. Anche se la ricerca mostra che il lessico decontestualizzato è più difficile da imparare, è obiettivamente difficile procurarsi contesti multipli: è qui che l’uso di corpora diventa prezioso. Un approccio empirico fondato sull’analisi di comportamenti linguistici più che sulla conoscenze di norme d’uso linguistico ed il conseguente sviluppo di capacità metalinguistiche sono finalità didattiche che rendono valido l’apprendimento linguistico tramite l’impiego dei corpora in classe. L’apprendimento attivo di un “approccio guidato dai dati” è tra l’altro un passo avanti nell’educazione linguistica poiché, facendo uso di strumentazioni informatiche, risulta più prossimo all’universo giovanile che fa del computer un dispositivo indispensabile per la comunicazione e per la diffusione del sapere. 1 4

Caratteristiche lessicali da esplorare con i corpora In ambito didattico i corpora si rivelano particolarmente utili per esplorare alcune importanti caratteristiche del lessico che con altri mezzi, ad esempio con il dizionario, sono difficili da analizzare o da spiegare. Tra questi ricordiamo: --la frequenza [link a *liste di frequenza* Mod1]. Ottenere informazioni su questo aspetto è di grande importanza per l’insegnante che si accinga a programmare un intervento sistematico di insegnamento del lessico, in quanto la frequenza potrà essere uno dei criteri di selezione delle parole da insegnare e delle quali esplorare i principali aspetti attraverso le concordanze. Inoltre, sapere quali sono le parole contenuto (o piene) più ripetute in un corpus consente, ad esempio, di definire i temi salienti di quel particolare genere testuale e fornisce un eventuale stimolo per la successiva consultazione di concordanze. --la polisemia [link a *concordanze* Mod 1]. Spesso non è semplice individuare (e spiegare) i vari usi di parole frequenti e polisemiche, mentre attraverso le concordanze generate da un corpus, si possono osservare gli elementi chiave del contesto che permettono di distinguere tra i diversi significati e scegliere quello giusto. --la sinonimia (o meglio, la quasi-sinonimia). Anche in questo caso il modo migliore per far capire in quali circostanze due quasi-sinonimi sono effettivamente intercambiabili è quello di confrontare i contesti, cosa possibile attraverso le concordanze. Si veda l’esempio di concordanza di “al di là” [LINK a Esempio 1 di questo modulo]. In quali casi lo potremmo sostituire con “oltre” e in quali no? --La collocazione. Le concordanze consentono ad insegnanti e studenti di osservare le collocazioni tipiche di una parola (ad esempio, quale/i aggettivo/i si ‘colloca/no’ preferibilmente con un determinato sostantivo? Che tipo di sostantivo—concreto, astratto, animato, inanimato ecc—co-occorre in qualità di soggetto con un determinato verbo?); le collocazioni fisse o unità lessicali polirematiche (ad esempio “tazza da tè” oppure “ferro da stiro”); le espressioni semifisse (ad esempio “un anno/mese fa”); le frasi idiomatiche e/o i modi di dire (ad esempio “battere la fiacca”, “andare su tutte le furie”); le collocazioni atipiche che caratterizzano un registro particolare. Ciò che è davvero importante dal punto di vista dell’apprendimento del lessico è che le concordanze mettono in evidenza “pezzetti” di lingua (in inglese chunks), costituiti dalla parola “nodo” che ci interessa e da tutte quelle che con essa si combinano nei modi che abbiamo sopra indicato. L’uso delle concordanze sviluppa negli studenti la capacità di riconoscere i chunks e li aiuta a memorizzarli come tali per poterli recuperare nel corso della comunicazione scritta e orale. [Brodine. 1998: 173]. Esempio La vasta gamma di collocazioni di una parola evidenzia il tipo di associazioni che essa ha nell’uso. Stubbs (in Hunston, 2002: 118) osserva che la collocazione di “family” in inglese (family home, family friend, family holiday, family business, family reunion, family income, family gatherings, family outings, family bereavement) ne denota le caratteristiche semantiche di “famiglia come gruppo coeso di persone che agiscono come ununica entità” (ibidem, 118-119) 1 5

- induttivo, che consistono nel ricavare <strong>un</strong>a rego<strong>la</strong> da molteplici usi linguistici;<br />

- deduttivo, il cui scopo <strong>è</strong> verificare <strong>la</strong> validità di <strong>un</strong>a rego<strong>la</strong> attraverso<br />

l’osservazione delle diverse occorrenze del<strong>la</strong> stessa paro<strong>la</strong> in contesti diversi.<br />

La partecipazione a processi di analisi di <strong>un</strong> <strong>corpus</strong>, di osservazione e<br />

generalizzazione di regole d’uso reale di <strong>un</strong>a lingua, educa l’apprendente a porsi<br />

delle domande sui comportamenti linguistici, problematizzando le conoscenze<br />

impartite da grammatiche, dizionari e libri di testo, attraverso attività di tipo sia<br />

deduttivo sia induttivo. Tale approccio didattico, definito da Johns (1991) come<br />

“apprendimento guidato dai dati” (in inglese data-driven learning), coinvolge<br />

l’apprendente in <strong>un</strong>’attività di ricerca per individuare soluzioni a <strong>un</strong> problema<br />

(Gavioli 2001: 109-110).<br />

Attraverso l’ esame di <strong>un</strong> <strong>corpus</strong>, come si diceva, lo studente ha davanti a sé<br />

e in modo rapido svariati esempi dello stesso elemento lessicale, avendo così<br />

accesso diretto a numerose occorrenze di lingua in uso. Sul piano metodologico<br />

l’approccio può ricordare quello adottato da <strong>un</strong> insegnante che scrive al<strong>la</strong><br />

<strong>la</strong>vagna alc<strong>un</strong>e frasi e chiede agli studenti di capire qual sia <strong>la</strong> rego<strong>la</strong><br />

grammaticale che genera le realizzazioni linguistiche, ma proprio perch<strong>è</strong> <strong>un</strong><br />

<strong>corpus</strong> fornisce più dati, l’insegnante deve trovare soluzioni pedagogicodidattiche<br />

diverse che rispondano a quesiti come: quali e quanti dati far<br />

consultare allo studente, come aiutare lo studente ad accedere ai dati, e così via<br />

(Zorzi 2001: 93-94). Dal canto suo, l’apprendente <strong>è</strong> partecipe di <strong>un</strong> processo di<br />

ricerca e scoperta, attraverso il quale acquisisce nozioni di analisi metalinguistica<br />

che potrà “investire” anche in contesti extrasco<strong>la</strong>stici oltre che in altre c<strong>la</strong>ssi di<br />

lingua (Escoubas 2008). La capacità di raggruppare e categorizzare dati al<strong>la</strong><br />

ricerca di fenomeni fraseologici, l’abilità di osservare <strong>un</strong> uso linguistico reale, se<br />

potenziate, lo rendono, infatti, <strong>un</strong> apprendente autonomo (Aston 2001: 23),<br />

capace di problematizzare, <strong>la</strong>ddove necessario, e di ricercare soluzioni attraverso<br />

l’azione, <strong>la</strong> ricerca, <strong>la</strong> scoperta.<br />

Le attività che lo studente svolge nell’analisi di <strong>un</strong> <strong>corpus</strong> (categorizzazione,<br />

raggruppamento e osservazione dei dati) presentano, come si diceva, i vantaggi<br />

didattici di <strong>un</strong>a metodologia orientata al<strong>la</strong> soluzione di problemi (problem<br />

solving), secondo <strong>la</strong> quale <strong>la</strong> soluzione di <strong>un</strong> problema, <strong>la</strong> risposta a quesiti di<br />

ricerca potenziano le competenze linguistiche e facilitano <strong>la</strong> memorizzazione<br />

lessicale. L’apprendimento del vocabo<strong>la</strong>rio prende l’avvio dal<strong>la</strong> possibilità di<br />

“notare” <strong>un</strong>a determinata paro<strong>la</strong> (in inglese noticing). L’incontro reiterato dell’<br />

elemento lessicale in significativi contesti d’uso ne consente <strong>la</strong> memorizzazione<br />

molto più attiva ed efficace di quanto non faccia <strong>la</strong> fredda e formale ripetizione<br />

mnemonica delle liste di nuovi vocaboli. Anche se <strong>la</strong> ricerca mostra che il lessico<br />

decontestualizzato <strong>è</strong> più difficile da imparare, <strong>è</strong> obiettivamente difficile procurarsi<br />

contesti multipli: <strong>è</strong> qui che l’uso di corpora diventa prezioso.<br />

Un approccio empirico fondato sull’analisi di comportamenti linguistici più che<br />

sul<strong>la</strong> conoscenze di norme d’uso linguistico ed il conseguente sviluppo di<br />

capacità metalinguistiche sono finalità didattiche che rendono valido<br />

l’apprendimento linguistico tramite l’impiego dei corpora in c<strong>la</strong>sse.<br />

L’apprendimento attivo di <strong>un</strong> “approccio guidato dai dati” <strong>è</strong> tra l’altro <strong>un</strong><br />

passo avanti nell’educazione linguistica poiché, facendo uso di strumentazioni<br />

informatiche, risulta più prossimo all’<strong>un</strong>iverso giovanile che fa del computer <strong>un</strong><br />

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