Concordanza del pronome autos nel greco biblico

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CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS NEL GRECO BIBLICO L. Cignelli - G. C. Bottini Nelle sintassi di greco biblico il pronome aujto/ß non viene trattato in forma specifica. Il suo significato polivalente e i suoi usi vengono generalmente presentati in differenti parti della sintassi. Il presente saggio intende offrire invece una visione, per quanto possibile, completa dei significati e della concordanza di questo pronome nel greco biblico (NT e LXX). Precisiamo prima i sensi di questo pronome (A), quindi parleremo della sua concordanza col termine di riferimento (B). A) Sensi di aujto/ß § 1. “Il pronome aujto/ß sta in mezzo tra i pronomi personali e i pronomi dimostrativi” (K.-G. § 468,1) ed “è usato come aggettivo e come pronome” (Smyth § 1204). Humbert lo chiama “pronome d’identità” e ne distingue due usi: uno “forte” o “dimostrativo”, quando si trova in posizione predicativa e attributiva, e uno “debole” o “anaforico”, quando si trova da solo; più precisamente, aujto/ß ha senso “dimostrativo” o individuante, quando significa “stesso” e “il medesimo”; ha senso “anaforico” e funge da pronome di terza persona, quando riprende un termine antecedente (§ 42-44; 47): nel primo caso è usato come aggettivo dimostrativo, nel secondo come pronome personale. Noi, con la maggior parte dei grammatici, distinguiamo tre usi di aujto/ß: 1) da solo, 2) come predicativo, 3) come attributivo e sostantivato (v. Smyth § 328 e 1204; Mar.-Paoli § 73; Moule 121s; Zorell, Lex. NT, s. v.). aujto/ß è quindi un pronome carico di sensi e di uso vastissimo - fino all’inflazione - nel greco biblico, dove fra l’altro riveste un notevole interesse per l’esegesi (v. Conyb.-Stock § 66s; Buttm. § 127,9; Zerw. § 199- 201; BDR § 277s; 297). 1) aujto/ß da solo § 2. Usato da solo e senza articolo, aujto/ß significa “is, egli / lui”; è praticamente pronome personale di terza persona, almeno nella grecità biblica LA 45 (1995) 143-164

CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS<br />

NEL GRECO BIBLICO<br />

L. Cig<strong>nel</strong>li - G. C. Bottini<br />

Nelle sintassi di <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong> il <strong>pronome</strong> aujto/ß non viene trattato in forma<br />

specifica. Il suo significato polivalente e i suoi usi vengono generalmente<br />

presentati in differenti parti <strong>del</strong>la sintassi. Il presente saggio intende offrire<br />

invece una visione, per quanto possibile, completa dei significati e <strong>del</strong>la<br />

concordanza di questo <strong>pronome</strong> <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong> (NT e LXX). Precisiamo<br />

prima i sensi di questo <strong>pronome</strong> (A), quindi parleremo <strong>del</strong>la sua concordanza<br />

col termine di riferimento (B).<br />

A) Sensi di aujto/ß<br />

§ 1. “Il <strong>pronome</strong> aujto/ß sta in mezzo tra i pronomi personali e i pronomi dimostrativi”<br />

(K.-G. § 468,1) ed “è usato come aggettivo e come <strong>pronome</strong>”<br />

(Smyth § 1204). Humbert lo chiama “<strong>pronome</strong> d’identità” e ne distingue due<br />

usi: uno “forte” o “dimostrativo”, quando si trova in posizione predicativa e attributiva,<br />

e uno “debole” o “anaforico”, quando si trova da solo; più precisamente,<br />

aujto/ß ha senso “dimostrativo” o individuante, quando significa “stesso”<br />

e “il medesimo”; ha senso “anaforico” e funge da <strong>pronome</strong> di terza persona,<br />

quando riprende un termine antecedente (§ 42-44; 47): <strong>nel</strong> primo caso è<br />

usato come aggettivo dimostrativo, <strong>nel</strong> secondo come <strong>pronome</strong> personale.<br />

Noi, con la maggior parte dei grammatici, distinguiamo tre usi di aujto/ß:<br />

1) da solo, 2) come predicativo, 3) come attributivo e sostantivato (v.<br />

Smyth § 328 e 1204; Mar.-Paoli § 73; Moule 121s; Zorell, Lex. NT, s. v.).<br />

aujto/ß è quindi un <strong>pronome</strong> carico di sensi e di uso vastissimo - fino<br />

all’inflazione - <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong>, dove fra l’altro riveste un notevole interesse<br />

per l’esegesi (v. Conyb.-Stock § 66s; Buttm. § 127,9; Zerw. § 199-<br />

201; BDR § 277s; 297).<br />

1) aujto/ß da solo<br />

§ 2. Usato da solo e senza articolo, aujto/ß significa “is, egli / lui”; è praticamente<br />

<strong>pronome</strong> personale di terza persona, almeno <strong>nel</strong>la grecità biblica<br />

LA 45 (1995) 143-164


144 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

(v. Conyb.-Stock § 13a; Robertson 679ss; Boatti § 222; M.-T. III,40s;<br />

Zerw. § 199; BDR § 277,3s), come pure <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> moderno (v. N. Grammatikh/<br />

129ss; BDR § 288 n. 3).<br />

Quest’uso assoluto di aujto/ß si verifica sia al nominativo che negli altri casi o<br />

casi obliqui (genit., dat., accus.), ha senso anaforico e non sempre ha un’enfasi<br />

particolare: così <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong>, mentre <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> classico almeno “il<br />

nominativo (di aujto/ß) è sempre enfatico” (Humbert § 42; v. K.-G. § 468 n. 6).<br />

Lxx Gen 3,16 pro\ß to\n a‡ndra sou hJ aÓpostrofh/ sou, kai« aujto/ß sou<br />

kurieu/sei “la tua inclinazione / tendenza (è) verso tuo marito, e / ma lui ti<br />

dominerà”: questo aujto/ß anaforico ha un’enfasi relativa. Cf. 11,11; 42,23;<br />

45,26; Es 21,3s; 1Re 9,11; 3Re 10,13; 11,2.20; 18,27.<br />

Gdc 17,7A e˙ge÷neto paida¿rion e˙k Bhqleem dh/mou Iouda e˙k thvß suggenei÷aß<br />

Iouda, kai« aujto\ß Leui÷thß, kai« aujto\ß parw¿ ˆkei e˙kei√ “ci fu un<br />

ragazzo di Betlemme, <strong>del</strong>la tribù di Giuda, <strong>del</strong>la parentela di Giuda, ed egli<br />

/ il quale era un levita che soggiornava là come forestiero”: qui i due aujto/ß<br />

anaforici sono ad abundantiam e in italiano si rendono bene col <strong>pronome</strong><br />

relativo (v. Mortari 65). Cf. Es 4,14.16; 8,16; Dt 3,28; 1Re 1,10.13; 17,42;<br />

18,15s; 2Re 23,20s; 2Esd 7,6; Tb 12,9; 1Mac 8,1; Sal 87,6; Is 27,7.<br />

Sap 6,12 Lampra» kai« aÓma¿ranto/ß e˙stin hJ sofi÷a kai« eujcerw◊ß qewrei√tai<br />

uJpo\ tw◊n aÓgapw¿ntwn aujth/n “Splendida e incorruttibile è la Sapienza<br />

e facilmente viene contemplata / si lascia contemplare da quelli che<br />

l’amano”: semplice uso anaforico di aujto/ß. Cf v. 14s; 3Re 3,26; v. 27 Do/te<br />

aujthˆv<br />

aujto/ “Dàteglielo”; Sir 47,8; Am 9,5s.14s.<br />

• Mt 24,3 Kaqhme÷nou de« aujtouv e˙pi« touv ⁄Orouß tw◊n ∆Elaiw◊n proshvlqon<br />

aujtw◊ˆ<br />

oi˚ maqhtai÷ “Ora, soggiornando Lui / mentre Lui soggiornava<br />

sul Monte degli Ulivi, gli si avvicinarono i discepoli”: come sopra, specialmente<br />

il dat. aujtw◊ˆ.<br />

Lc 19,2 Kai« i˙dou\ aÓnh\r ojno/mati kalou/menoß Zakcai√oß, kai« aujto\ß hn<br />

aÓrcitelw¿nhß kai« aujto\ß plou/sioß “Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, ed<br />

egli / il quale era capo dei pubblicani e per giunta ricco”: si noti l’uso<br />

abbondante di aujto/ß (v. W.-M. 200). Cf. 1,22; 2,28; 5,16s; 17,11.13.16;<br />

22,41; 11,14; 24,14; Mc 14,13; Gv 4,45; Gal 2,9; Ap 19,15.<br />

§ 3. Al nominativo spesso, e a volte negli altri casi, aujto/ß ha valore enfatico,<br />

più o meno come l’it. “lui” (v. Moulton I, 86; BDR § 277,3s; 284,3). Winer<br />

però esagera quando sostiene che l’uso <strong>biblico</strong> di aujto/ß come soggetto sia<br />

praticamente identico a quello classico, e quindi sempre più o meno enfatico<br />

(v. W.-M. 186s). Naturalmente l’enfasi, quando c’è, si desume dal contesto.


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 145<br />

All’inizio <strong>del</strong>la proposizione o in posizione prolettica, cioè messo prima <strong>del</strong><br />

suo determinato o <strong>del</strong> verbo, così pure <strong>nel</strong>l’anafora o ripetizione e <strong>nel</strong>le<br />

antitesi, aujto/ß è di norma enfatico (v. Smyth § 1213; Abel § 33b).<br />

Lxx Sal 61,2s Oujci« tw◊ˆ qew◊ˆ uJpotagh/setai hJ yuch/ mou; par∆ aujtouv<br />

ga»r to\ swth/rio/n mou: 3 kai« ga»r aujto\ß qeo/ /ß mou kai« swth/r mou “L’anima<br />

mia non si sottometterà a Dio? Da lui infatti (è / viene) la mia salvezza. Sì,<br />

(è) Lui (nessun altro) il mio Dio e il mio salvatore”. Cf. 21,29; 23,2; 32,9;<br />

42,3; 44,12; 54,23; 90,3; 94,7; 99,3; 129,8; 148,1-5; Gen 20,5; Es 5,7; Dt<br />

1,38s; 29,12; 31,23 aujto\ß estai meta» souv “Lui stesso sarà con te!”; Gs<br />

24,17; Gdc 9,19; 1Re 10,11; 2Re 19,10; 3Re 3,27 aujth\ hJ mh/thr aujtouv “lei<br />

(non l’altra) (è) sua madre”; 18,39 aujto\ß oJ qeo/ß “Lui (è) Dio!”; 2Par 25,14;<br />

Tb 5,18S; 10,12; 11,14S; 13,2-4S; 2Mac 1,12; 7,37; 8,23; Sap 6,16; 14,8;<br />

Sir 21,27; 34,14; 46,8; Os 2,25; Ml 2,17; Is 35,4; 63,9s; 65,21; Dn 4,37;<br />

6,27; Teod. Dn 5,19.<br />

Sir 13,3 plou/sioß hjdi÷khsen, kai« aujto\ß prosenebrimh/sato: ptwco\ß<br />

hjdi÷khtai, kai« aujto\ß prosdehqh/setai “Chi è ricco è solito offendere, e<br />

proprio lui per giunta si mette a sbuffare; chi è povero è l’offeso, e proprio<br />

lui deve anche chiedere scusa”. Cf. v. 5 e˙a»n echˆß, sumbiw¿setai÷ soi kai«<br />

aÓpokenw¿sei se, kai« aujto\ß ouj pone÷sei “Se per caso sei possidente, (il<br />

ricco) ti frequenterà e ti svaligerà / per svaligiarti, e lui personalmente / e<br />

quanto a lui, non (ne) sentirà rimorso”.<br />

Sal 94,5 aujtouv e˙stin hJ qa¿lassa, kai« aujto\ß e˙poi÷hsen aujth/n “di Lui<br />

è il mare, e / perché Lui (nessun altro) lo ha fatto”, “suo è il mare: è lui che<br />

lo ha fatto” (Mortari 236). Cf. v. 4 ta» u¢yh tw◊n ojre÷wn aujtouv ei˙sin “le<br />

altezze dei monti sono di Lui”; 21,30; Gen 11,7; 27,37; 50,21; Lv 26,45; Dt<br />

17,17; 18,15 aujtouv aÓkou/sesqe “lui / lo ascolterete / dovete ascoltare”;<br />

1Mac 2,65 aujtouv aÓkou/ete pa¿saß ta»ß hJme÷raß “lui ascoltate tutti i giorni!”;<br />

Is 65,16s.<br />

Sal 32,21 e˙n aujtw◊<br />

ˆ eujfranqh/setai hJ kardi÷a hJmw◊n “in Lui gioirà il<br />

nostro cuore” (Mortari 137): non solo il genitivo (v. BDR § 277,4), ma<br />

anche gli altri casi obliqui di aujto/ß hanno valore enfatico se in prima<br />

posizione. Cf. 65,17; Es 1,12; Dt 18,5 aujto\n e˙xele÷xato ku/rioß oJ qeo/ß sou<br />

“lui (Levi) si è scelto il Signore tuo Dio”; 1Mac 2,64; 2Mac 10,4; Pr 7,1a;<br />

Sir 43,26; Is 51,2 kai« e˙ka¿lesa aujto\n kai« eujlo/ghsa aujto\n kai« hjga¿phsa<br />

aujto\n kai« e˙plh/quna aujto/n “e (Io) lo (Abramo + Sara) chiamai e lo benedissi<br />

e lo amai e lo moltiplicai”: l’anafora dà enfasi ad aujto/n (cf. Dt 32,10;<br />

• Gv 10,17s; 20,15).


146 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

• Mt 1,21 te÷xetai de« ui˚o\n kai« kale÷seiß to\ o¡noma aujtouv ∆Ihsouvn: aujto\ß<br />

ga»r sw¿sei to\n lao\n aujtouv aÓpo\ tw◊n aapplemartiw◊n aujtw◊n “(Essa) poi partorirà<br />

un figlio e tu lo / che tu chiamerai Gesù, perché Lui (“e nessun altro”: W.-M.<br />

187) salverà il suo popolo dai loro peccati”. Cf. 3,11; 11,14; 16,20; Mc 1,8 e˙gw»<br />

e˙ba¿ptisa uJma◊ß u¢dati, aujto\ß de\ bapti/sei e˙n pneu/mati aapplegi÷wØ “Io vi ho<br />

battezzati con acqua, ma Lui vi battezzerà con Spirito Santo”: qui l’enfasi di<br />

aujto/ß è dovuta all’antitesi con ejgw/ (v. Abel § 33b); 3,13; 14,44; Lc 1,17; 5,14;<br />

10,1; 24,21; At 16,37; 28,28; Gv 2,25; 9,21; 1Gv 4,10; Ef 5,27; Eb 5,2; 13,17;<br />

Gc 1,13; 2,6s; Ap 19,12 ei˙ mh\ aujto/ß “se non Lui (solo)”.<br />

Mt 2,2 eidomen ga»r aujtouv to\n aÓste÷ra e˙n thˆv<br />

aÓnatolhˆv “Abbiamo visto<br />

infatti la stella di Lui in oriente”. Cf. 5,3 Maka¿rioi oi˚ ptwcoi« tw◊ˆ pneu/mati,<br />

o¢ti aujtw◊n e˙stin hJ basilei÷a tw◊n oujranw◊n “Beati i poveri in spirito,<br />

perché di essi (non di altri) è il regno dei cieli”; 7,26; 14,16; Mc 12,37; Lc<br />

9,35 aujtouv aÓkou/ete “Lui (non altri) ascoltate (sempre)!”; 20,44; 24,31 (v.<br />

BDR § 277,4); Gv 3,19; 4,34; 6,53; 9,6.21.27; Ef 2,10 aujtouv ga¿r e˙smen<br />

poi÷hma “Di Lui infatti siamo fattura / creatura” (v. Robertson 681); 5,26;<br />

6,9.<br />

Col 1,16s ta» pa¿nta di∆ aujtouv kai« ei˙ß aujto\n ektistai: 17 kai« aujto/ß<br />

e˙stin pro\ pa¿ntwn kai« ta» pa¿nta e˙n aujtw◊ˆ<br />

sune÷sthken “Tutte le cose sono<br />

state create per opera di Lui e in vista di Lui; e Lui è prima di tutte le cose e<br />

tutte sussistono in Lui”. Cf. v. 19s; 2,9; 1Cor 1,30; Ef 2,18; Gv 1,2s; Eb<br />

11,19; 1Pt 5,11 aujtw◊ˆ<br />

to\ kra¿toß “A Lui il potere”; • 1Clem. 34,2 e˙x aujtouv<br />

ga¿r e˙stin ta» pa¿nta “Da Lui infatti sono / vengono tutte le cose”.<br />

§ 4. L’enfasi è totale quando aujto/ß sostituisce il nome di Dio oppure <strong>del</strong><br />

Messia / Cristo: è 1) l’aujto/ß divino e 2) l’aujto/ß cristologico, il “Lui” kat∆<br />

e˙xoch/n, il “Lui” con cui i mistici indicano il solo importante (v. Buttm.<br />

127,9; W.-M. 183.187). E’ usato con questo senso forte sia al nominativo<br />

che nei casi obliqui.<br />

1) L’aujto/ß divino. Lxx 1Re 3,18 Ku/rioß aujto/ß “(E’) Lui il Signore!”.<br />

Cf. Es 34,29 e˙n tw◊ˆ<br />

lalei√n aujto\n aujtw◊ˆ<br />

“mentre egli (Mosè) parlava a Lui”;<br />

v. 35 sullalei√n aujtw◊ˆ<br />

“parlare / conversare con Lui”; 1Re 6,9; 1Mac 2,61<br />

pa¿nteß oi˚ e˙lpi÷zonteß e˙p∆ aujto\n oujk aÓsqenh/sousin “tutti quelli che<br />

sperano in Lui non saranno deboli” (<strong>nel</strong> contesto, peraltro fortemente<br />

religioso, non compare mai un nome divino); 3,22; 4,24 (= Sal 117,1) ei˙ß<br />

to\n ai˙w◊na to\ eleoß aujtouv “in eterno (è / dura) la misericordia di Lui / la<br />

Sua misericordia”.<br />

Sir 43,27 To\ pa◊n e˙stin aujto/ß “Lui è tutto”. Cf. v. 23.28; 5,6; 15,12;<br />

16,11s; 45,15.22; 51,29; Pr 30,4; Gb 11,4 Kaqaro/ß ei˙mi toi√ß ergoiß kai«


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 147<br />

a‡memptoß e˙nanti÷on aujtouv “Sono puro <strong>nel</strong>le (mie) opere / di opere e irreprensibile<br />

davanti a Lui”; 24,12; 34,21; Sal 105,29.32; Os 10,2; Lam 3,1.3.10.<br />

• Eb 13,5 aujto\ß ga»r eirhken “Lui infatti ha detto”. Cf. Mc 12,32s; 2Pt<br />

3,14; 1Gv 4,19.<br />

2) L’aujto/ß cristologico. Lxx Gen 3,15 ecqran qh/sw aÓna» me÷son sou<br />

kai« aÓna» me÷son thvß gunaiko\ß kai« aÓna» me÷son touv spe÷rmato/ß sou kai« aÓna»<br />

me÷son touv spe÷rmatoß aujthvß: aujto/ß sou thrh/sei kefalh/n, kai« su\ thrh/seiß<br />

aujtouv pte÷rnan “Porrò inimicizia tra te e la donna e tra la tua discendenza<br />

e la sua discendenza: Lui mirerà alla tua testa e / mentre tu mirerai al<br />

suo calcagno”. Cf. 49,10; Sal 44,12; Mi 5,1; Is 53,5.11s.<br />

• Mt 8,17 …o¢pwß plhrwqhˆv<br />

to\ rapplehqe«n dia» ∆Hsai?ou touv profh/tou<br />

le÷gontoß, Aujto\ß ta»ß aÓsqenei÷aß hJmw◊n elaben kai« ta»ß no/souß e˙ba¿stasen<br />

“…perché si adempisse l’oracolo / ciò che era stato detto (da Dio) mediante<br />

il profeta Isaia quando diceva: - Lui / E’ Lui che ha preso le nostre infermità<br />

e si è addossato le (nostre) malattie (cf. Is 53,4TM)”. Cf. 3,11; 26,15s;<br />

Mc 6,14 to\ o¡noma aujtouv “il nome di Lui”; 14,44 aujto/ß e˙stin “è Lui”; Lc<br />

1,17; 2,21s.38; 24,7.21.23s; At 13,28-30; 20,35 (v. Robertson 679); 22,18;<br />

Ef 4,10s; 2Pt 3,4.<br />

1Gv 3,6 pa◊ß oJ e˙n aujtw◊ˆ<br />

me÷nwn oujc aapplemarta¿nei: pa◊ß oJ aapplemarta¿nwn oujc<br />

e˚w¿raken aujto\n oujde« egnwken aujto/n “Chiunque rimane in Lui non pecca;<br />

chiunque pecca non Lo ha veduto né Lo ha conosciuto”. Cf. v. 1-3; 2,12.25;<br />

2Gv 6; Gv 20,7.9.15.<br />

Nota 1. Già il <strong>greco</strong> classico usava aujto/ß invece <strong>del</strong> nome <strong>del</strong> maestro o <strong>del</strong> padrone.<br />

E’ noto il detto Aujto\ß efa “Ipse dixit”, “L’ha detto lui”, riferito al filosofo Pitagora<br />

(Diògene Laerzio 8,1,46; cf. Origene, C. Cels. 1,7). Il termine era usato anche per<br />

Socrate, come apprendiamo da Aristofane (Nub. 220; v. Smyth § 1209d).<br />

Nota 2. In Gv 1,18; 1Gv 3,3.5.7.16; 2Tm 2,12s e˙kei√noß “Quegli / Lui” è più o<br />

meno l’equivalente <strong>del</strong>l’aujto/ß cristologico; e così ou∞toß “Costui / Questi” in Lc<br />

2,34; At 9,20.22; 13,27.<br />

§ 5. La posizione prolettica rafforza l’enfasi di aujto/ß, come pure degli altri<br />

pronomi (v. § 3; W.-M. 193 n. 1a). Ciò è conforme alla stilistica greca che<br />

ama collocare le parole più importanti all’inizio e alla fine <strong>del</strong>la proposizione<br />

(v. Smyth § 1213; 3028). L’enfasi è ancora più forte quando aujto/ß è<br />

accompagnato da un’apposizione: tale costruzione viene considerata “aramaismo”<br />

(v. M.-T. III, 41; Zerw. § 204).<br />

Lxx Sal 86,5 aujto\ß e˙qemeli÷wsen aujth/n, oJ u¢yistoß “Lui l’ha fondata,<br />

l’Altissimo!” (si noti l’iperbato). Cf. Es 6,27 aujto\ß Aarwn kai« Mwushvß


148 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

“lui / loro, Aronne e Mosè; 2Re 14,26; 2Esd 7,6; Gdt 3,8; Tb 4,19BA;<br />

2Mac 11,7; Bel (Dn 14,) 36.<br />

• Lc 3,23 aujto\ß hn ∆Ihsouvß aÓrco/menoß wapplesei« e˙tw◊n tria¿konta “Lui,<br />

Gesù, quando dava inizio alla sua opera, aveva circa trent’anni”. Cf. v. 16;<br />

24,15; Mt 3,4; 17,8; Mc 6,17 e 22 lv; Gv 2,24; 9,13; 1Cor 15,28 [kai«]<br />

aujto\ß oJ ui˚o/ß “anche lui, il Figlio” (Cei); Ef 2,20; 1Ts 3,11; 5,23; Eb 11,11.<br />

Nota 1. In alcuni degli esempi citati aujto/ß potrebbe essere inteso come predicativo<br />

(v. § 11).<br />

Nota 2. A volte l’apposizione precede aujto/ß: Lxx Dt 26,8 e˙xh/gagen hJma◊ß ku/rioß e˙x<br />

Ai˙gu/ptou aujto\ß e˙n i˙scu/i mega¿lhˆ “il Signore ci fece uscire dall’Egitto, Lui stesso,<br />

con forza grande”. Cf. Gen 44,17; 1Re 17,37; 2Esd 12 (Ne 2),20; Sal 23,10 (v.<br />

Mortari 124); • 1Pt 5,10.<br />

Nota 3. aujto/ß posposto al suo antecedente e preceduto da kai÷ avverbio o particella<br />

additiva (“anche / pure”) ha valore appositivo e corrisponde al latino et ipse “anche<br />

lui = parimenti / ugualmente / altrettanto” (v. K.-G. § 468,2 n. 2f): Lxx Gen 4,4<br />

Abel h¡/negken kai« aujto\ß aÓpo\ tw◊n prwtoto/kwn tw◊n proba¿twn aujtouv “Abele offrì<br />

anche lui / parimenti dei primogeniti <strong>del</strong>le sue greggi”. Cf. v. 22; 22,24; 1Re 14,21;<br />

Sal 37,11; Sir 18,29; • Mt 27,57; Mc 1,19; Lc 1,36 ∆Elisa¿bet hJ suggeni÷ß sou kai«<br />

aujth\ sunei÷lhfen ui˚o/n “Elisabetta, la tua parente, ha concepito anch’essa / ugualmente<br />

un figlio”; At 8,13; Eb 4,10; 1Gv 2,6; Ap 14,17. – C’è chi vede in kai« aujto/ß<br />

un “septuagintismo” o un “netto semitismo”, ma forse non è il caso di insistere in<br />

questa direzione trattandosi di una locuzione comune a tutta la grecità; in Luca, poi,<br />

kai« aujto/ß da solo, senza un antecedente <strong>nel</strong>la medesima proposizione, non ha in<br />

genere alcuna enfasi ed è semplice <strong>pronome</strong> di 3a persona (v. § 2; BDR § 277 n. 3).<br />

Nota 4. Nei Lxx Es 2,8 c’è l’uso prolettico <strong>del</strong>l’articolo di valore pronominale,<br />

sinonimo di aujto/ß (v. “L’articolo” § 2,1): hJ de« ei•pen aujthˆv hJ quga¿thr Faraw “Ed<br />

essa, la figlia <strong>del</strong> Faraone, le disse”. – Qualcosa di simile si ha in 1Pt 4,14 to\ thvß<br />

do/xhß kai« to\ touv qeouv pneuvma e˙f∆ uJma◊ß aÓnapau/etai “lo (Spirito) / quello <strong>del</strong>la<br />

gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi” (ibid. nr. 2).<br />

§ 6. Nei casi obliqui aujto/ß sostituisce spesso, <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong>, il <strong>pronome</strong><br />

riflessivo, specialmente al genitivo (v. W.-M. 188s; Robertson 688; Zerw.<br />

§ 210s; BDR § 283 n. 6); ma non raramente si ha la lv che normalizza il<br />

testo. Tale sostituzione è già attestata <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> classico (v. Smyth § 1228a;<br />

Mar.-Paoli § 210,1).<br />

Lxx Gen 2,24 eºneken tou/tou katalei÷yei a‡nqrwpoß to\n pate÷ra<br />

aujtouv kai« th\n mhte÷ra aujtouv kai« proskollhqh/setai pro\ß th\n gunai√ka<br />

aujtouv (sempre aujtouv per e˚autouv) “Per questo l’uomo lascerà suo padre e<br />

sua madre e si unirà a sua moglie”. Cf. 37,26; Es 2,11; 34,35A; Gdc<br />

16,19B; 2Mac 6,21; Sal 67,36; Ep. Ier 25; • Mt 1,24; 19,9; Mc 7,33; 12,44;<br />

At 15,22; 20,30 (con lv); Eb 5,3; 11,23; 1Pt 2,24; 2Pt 1,9.


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 149<br />

Sir 30,4 e˙teleu/thsen aujtouv oJ path/r, kai« wappleß oujk aÓpe÷qanen: o¢moion<br />

ga»r aujtw◊ˆ<br />

kate÷lipen met∆ aujto/n “E’ morto suo padre, ma (è) come non<br />

fosse morto, perché ha lasciato dietro a sé uno simile a sé”. Cf. 13,15; 33,12<br />

e˙x aujtw◊n hJgi÷asen kai« pro\ß aujto\n h¡ggisen il Signore “(alcuni) di loro (li)<br />

ha santificati e avvicinati a sé”; 47,23; Gen 41,38; 43,34; Es 6,23 elaben de«<br />

Aarwn th\n Elisabeq… aujtw◊ˆ gunai√ka “Allora Aronne si prese (in)<br />

moglie Elisabetta…”; v. 25; Lv 15,13.28s; 20,25 (? cf. lv); Dt 29,12; Gdc<br />

16,19B h¡rxato tapeinw◊sai aujto/n Sansone “incominciò a indebolirsi”;<br />

19,1B; 2Re 7,23 touv lutrw¿sasqai aujtw◊ˆ lao/n “per redimersi un popolo”;<br />

2Par 32,27B; Gdt 2,10 lv; Sap 15,16; Mi 3,4; Zc 9,3 lv; Is 42,22(?).<br />

• Fil 3,21 metaschmati÷sei to\ sw◊ma thvß tapeinw¿sewß hJmw◊n su/mmorfon<br />

tw◊ˆ sw¿mati thvß do/xhß aujtouv kata» th\n e˙ne÷rgeian touv du/nasqai<br />

aujto\n kai« uJpota¿xai aujtw◊ˆ (lv e˚autw◊ˆ) ta» pa¿nta “renderà il nostro misero<br />

corpo conforme al suo corpo glorioso, in virtù <strong>del</strong> potere (che ha) Lui stesso<br />

perfino (kai÷) di sottomettersi tutte le cose” (v. Zerw. § 210). Cf. Gv 13,32;<br />

2Pt 2,1 lv.<br />

Gv 2,24 aujto\ß de« ∆Ihsouvß oujk e˙pi÷steuen aujto\n (lv e˚auto\n) aujtoi√ß<br />

dia» to\ aujto\n ginw¿skein pa¿ntaß “Ma Lui, Gesù, non si affidava a loro<br />

perché (li) conosceva tutti”. Cf. 20,10; Ap 8,6 e 18,7; 9,11 con lv (genit.);<br />

Mt 8,18; Mc 1,27 lv; Lc 23,12; At 14,17.<br />

Nota 1. Quest’uso bivalente, non riflessivo e riflessivo, di aujto/ß può creare<br />

difficoltà d’interpretazione (v. Robertson 226). Cf. ad es. Ef 1,5; 2,16; Col 1,20;<br />

1Ts 4,14; Gc 1,25; 5,20; 1Gv 5,10 lv (v. Zerw. § 211).<br />

Nota 2. Le forme abbreviate auJtouv, auJtw◊ˆ,<br />

auJto/n ecc. <strong>del</strong> <strong>pronome</strong> riflessivo<br />

e˚autouv ecc. (v. Smyth § 329) sono ancora presenti <strong>nel</strong>le edizioni meno recenti <strong>del</strong><br />

NT <strong>greco</strong> (v. M.-G., Concord. NT 130s) e <strong>nel</strong>le edizioni dei Lxx curate da Swete e<br />

da Rahlfs (cf. Gen 41,11; 47,23B; Es 21,8; Gdc 8,33A; 1Re 12,22; 2Re 6,10; 3Re<br />

18,43; 2Par 32,29; 35,14; Est 8,11; 1Mac 1,62; 10,54; 12,43; 2Mac 8,29-31; 14,15;<br />

Sap 7,27; Is 34,14; Ez 33,6; 45,22; 47,10; • 4Mac 13,46; Ps. Salom. 8,10), ma sono<br />

scomparse o quasi <strong>nel</strong>le più recenti edizioni <strong>del</strong> NT (v. Thack. 190; Zerw. § 210;<br />

BDR § 64,1). – A volte però la forma abbreviata è legittima e dev’essere originale:<br />

per es. nei Lxx 1Mac 12,43 e˙pe÷taxen toi√ß fi÷loiß aujtouv kai« tai√ß duna¿mesin<br />

aujtouv uJpakou/ein aujtouv wappleß auJtouv Trifone “ordinò ai suoi amici e alle sue forze<br />

(militari) / truppe di obbedire a lui (= Gionata) come a se stesso” (v. Robertson<br />

226; Zorell, Lex. NT, s.v. auJtouv, hvß, ouv).<br />

§ 7. 1) Talvolta, ma raramente, aujto/ß è un vero <strong>pronome</strong> dimostrativo,<br />

sinonimo di ou∞toß “questo” o e˙kei√noß “quello”.<br />

Lxx 3Re 11,12 plh\n e˙n tai√ß hJme÷raiß sou ouj poih/sw aujta» dia» Dauid<br />

to\n pate÷ra sou “Però nei tuoi giorni / durante la tua vita non farò queste<br />

cose / ciò per amore di Davide tuo padre”. Cf. Sir 15,1 ÔO fobou/menoß


150 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

ku/rion poih/sei aujto/ “Chi teme il Signore farà questo / ciò (quanto detto<br />

precedentemente)”; Ger 23,20.<br />

2) aujto/ß è <strong>pronome</strong> dimostrativo anche quando è l’antecedente: a) <strong>del</strong> <strong>pronome</strong><br />

relativo o b) <strong>del</strong> suo equivalente, il participio attributivo; e si traduce<br />

“colui, colei, quella cosa / quello / ciò” (v. K.-G. § 468,2 n. 4). Non ha enfasi<br />

se posposto, ce l’ha se anteposto al relativo (v. Smyth § 1216) o al participio.<br />

a) Lxx Pr 18,13 o§ß aÓpokri÷netai lo/gon pri«n aÓkouvsai, aÓfrosu/nh aujtw◊ˆ<br />

e˙stin kai« o¡/neidoß “Chi / Colui che dà una risposta prima di aver ascoltato,<br />

è stolto e biasimevole”. Cf. 17,13; 1Mac 8,1.11.<br />

• Mt 5,39 o¢stiß se rappleapi÷zei ei˙ß th\n dexia»n siago/na ªsouº, stre÷yon<br />

aujtw◊ˆ<br />

kai« th\n a‡llhn “a colui che / a chiunque ti schiaffeggia alla guancia<br />

destra, porgi anche l’altra / la sinistra”. Cf. v. 41; 12,32.50; 18,6; Mc 4,25<br />

o§ß oujk ecei, kai« o§ ecei aÓrqh/setai aÓp∆ aujtouv “a colui che / a chi non ha<br />

sarà tolto anche quello che ha”; Lc 20,18; Gv 6,39; 1Gv 3,17.<br />

Gal 6,16 o¢soi tw◊ˆ kano/ni tou/twØ stoich/sousin, ei˚rh/nh e˙p∆ aujtou\ß kai«<br />

eleoß “(sia) pace e misericordia su tutti coloro che / su quanti cammineranno<br />

secondo / seguiranno questa regola”. Cf. Gv 1,12.<br />

b) Lxx 3Re 18,17 Ei˙ su\ ei• aujto\ß oJ diastre÷fwn to\n Israhl; “Sei tu<br />

colui che perverte Israele?”.<br />

Ger 38/31,30 touv fago/ntoß to\n o¡mfaka ai˚mwdia¿sousin oi˚ ojdo/nteß<br />

aujtouv “si allegheranno i denti di colui che avrà mangiato l’uva acerba”. Cf.<br />

10,16; 28/51,19; Zc 5,5; Tb 4,7 e 19S; Ec 1,9.11.<br />

• Mt 5,40 tw◊ˆ<br />

qe÷lonti÷ soi kriqhvnai kai« to\n citw◊na¿ sou labei√n, a‡feß<br />

aujtw◊ˆ<br />

kai« to\ i˚ma¿tion “a colui che vuole chiamarti in giudizio / farti causa e<br />

/ per prendere la tua tunica, lascia anche il mantello”. Cf. 4,16; 25,29; Ef<br />

4,10; Gc 4,17 (v. Abel § 33g n. II); Ap 1,5s; 2,7.<br />

Nota. 1Cor 1,24 aujtoi√ß de« toi√ß klhtoi√ß “ma per coloro che sono chiamati” (Cei):<br />

aujtoi√ß è preso come <strong>pronome</strong> dimostrativo, ma può essere preso anche - e meglio,<br />

crediamo - come intensivo (v. § 11,1) rispetto a hJmi√n sottinteso (espresso invece <strong>nel</strong><br />

v. par. 18): “ma per (noi) stessi chiamati (da Dio)” (v. “L’articolo” § 9,2). Cf. un<br />

es. analogo nei Lxx Nm 34,8 (v. § 11,2).<br />

§ 8. 1) Benché molto usato, tuttavia l’aujto/ß <strong>del</strong> <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong> non raggiunge,<br />

fuori <strong>del</strong> genitivo, la frequenza con cui il <strong>pronome</strong> corrispondente viene<br />

usato <strong>nel</strong>le nostre lingue (v. Smyth § 1214; W.-M. 179s; Abel § 33f). Di qui<br />

il bisogno di integrarlo <strong>nel</strong>la traduzione di non pochi testi.


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 151<br />

Lxx 2Mac 7,25 touv de« neani÷ou mhdamw◊ß prose÷contoß proskalesa¿menoß<br />

oJ basileu\ß th\n mhte÷ra parh/ˆnei gene÷sqai touv meiraki÷ou su/mboulon<br />

e˙pi« swthri÷aØ “Siccome però il ragazzo non (gli) prestava la minima<br />

attenzione, il re (Antioco) chiamò a sé la madre e (la) esortava a farsi consigliera<br />

<strong>del</strong> fanciullo in vista <strong>del</strong>la salvezza / per salvarlo”. Cf. 7,26s; Es 23,4;<br />

24,6-8; Gdc 14,16sB; 1Re 3,18; 4Re 6,21; 1Par 10,13; Sal 50,6; Pr 7,13; Gb<br />

17,1; Sir 6,27; Is 38,21; Ger 33/36,2; Teod. Bel (Dn 14,)26.<br />

• Mc 14,22 e˙sqio/ntwn aujtw◊n labw»n a‡rton eujlogh/saß eklasen kai«<br />

edwken aujtoi√ß “mentre essi mangiavano, (Egli) prese un pane, pronunciò<br />

la benedizione, (lo) spezzò e (lo) diede loro”. Cf. v. 5; 6,5.41; Mt 14,3;<br />

26,26; Lc 11,28; 14,4; 15,5.8s; 19,31; At 9,27; 11,25s; 16,19 (v. BDR § 278<br />

n. 3); Gv 16,14s; 19,13; 1Cor 11,24s; 1Tm 5,1; 2Pt 2,4.<br />

2) Ma si registra anche il fatto contrario. A volte il <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong> usa aujto/ß<br />

(e altri pronomi) dove l’equivalente italiano viene per lo più omesso,<br />

almeno <strong>nel</strong>lo scritto (v. Conyb.-Stock § 66s; Abel § 33g-h). Ciò si verifica<br />

specialmente quando aujto/ß è usato come genitivo possessivo (cf. Lxx Nm<br />

19,7.13; 1Re 14,27; 4Re 4,27; Gdt 4,10s; • Mt 5,2; 6,16s; At 9,40; Ap 2,18;<br />

10,2) oppure come prolessi, in genitivo o altro caso, di qualche elemento<br />

<strong>del</strong>la proposizione dipendente: tale prolessi “idioma semiticum sapit”<br />

(Zerw. § 206s; v. Buscemi, “Prolessi” 49-54).<br />

Lxx Lv 4,3 prosa¿xei peri« thvß aapplemarti÷aß aujtouv, h∞ß h¢marten, mo/scon<br />

e˙k bow◊n a‡mwmon tw◊ˆ kuri÷wØ il sommo sacerdote “offrirà al Signore, per il<br />

[suo] peccato che avrà commesso, un giovenco senza difetto”. Cf. Gen 2,2;<br />

Dt 28,45; 3Re 16,19s; 1Par 16,9.12; 2Par 9,12; Am 2,4; Ger 27/50,45; Bar<br />

2,1.9; Ez 18,27s; Sus (Dn 13,)52; Teod. Dn 9,14.<br />

• Gv 2,23 wappleß de« hn e˙n toi√ß ÔIerosolu/moiß e˙n tw◊ˆ pa¿sca, e˙n thˆv<br />

e˚orthˆv,<br />

polloi« e˙pi÷steusan ei˙ß to\ o¡noma aujtouv qewrouvnteß aujtouv ta» shmei√a a±<br />

e˙poi÷ei “Ora, mentre stava a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa<br />

molti credettero <strong>nel</strong> suo nome vedendo / perché vedevano i [suoi] segni che<br />

faceva”. Cf. 16,4; Lc 11,22; At 3,10; Gd 15 (v. W.-M. 279).<br />

3) Così pure è semitismo, e in <strong>greco</strong> <strong>del</strong> tutto pleonastico, l’uso di aujto/ß<br />

dopo il <strong>pronome</strong> relativo - o dopo il participio attributivo o sostantivato (cf.<br />

Lxx Lv 7,14; 4Re 21,12; • Mt 5,40; Gc 4,17) - e generalmente <strong>nel</strong>lo stesso<br />

caso <strong>del</strong> relativo (v. Conyb.-Stock § 69; Huber § 31,2; Robertson 722s;<br />

Zerw. § 201-203; BDR § 297,1; M.-G., Concord. NT 712). – S. Girolamo<br />

ne parla, a proposito <strong>del</strong> Sal 83,6, come di un idiotismo ebraico non trasferibile<br />

<strong>nel</strong> buon latino (Ep. 106,54).


152 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

Lxx 4Re 8,5 kai« i˙dou\ hJ gunh/, h∞ß e˙zwpu/rhsen to\n ui˚o\n aujthvß<br />

Elisaie… “ed ecco la donna il cui figlio Eliseo aveva fatto rivivere…”. Cf.<br />

Gen 1,11s (v. BA 1,75); Lv 15,4b; Nm 19,22; 35,34; Gdc 16,29A; Sal 18,4;<br />

83,6 maka¿rioß aÓnh/r, ou∞ e˙stin hJ aÓnti÷lhmyiß aujtouv para» souv, ku/rie<br />

“Beato l’uomo il cui soccorso viene da te, Signore” (Mortari 219); 143,15;<br />

Ec 2,21; Gb 30,6; Gn 2,7; Na 3,8; Ger 11,11; Ez 23,20; Teod. Dn 5,23. –<br />

Un esempio analogo si ha in Is 51,7 aÓkou/sate÷ mou, oi˚ ei˙do/teß kri÷sin,<br />

lao/ß mou, ou∞ oJ no/moß mou e˙n thˆv<br />

kardi÷aØ uJmw◊n “Ascoltatemi, (voi) che<br />

conoscete la giustizia, popolo mio <strong>nel</strong> cui cuore (è) la mia legge”: qui uJmw◊n<br />

è usato pleonasticamente.<br />

Dt 17,1 Ouj qu/seiß kuri÷wØ tw◊ˆ qew◊ˆ sou mo/scon h£ pro/baton e˙n w—ˆ e˙stin<br />

e˙n aujtw◊ˆ<br />

mw◊moß “Non sacrificherai al Signore Dio tuo un vitello o una pecora<br />

in cui c’è difetto”. Cf. 4,7s; 12,18; Gen 19,29; Es 6,26; 8,17s; 12,30; Gdc<br />

14,17A; 4Re 19,10; 2Esd 12 (Ne 2),17; 2Mac 12,27 lv; Ec 4,9; Zc 1,4; Is<br />

48,17; Ger 7,14; 11,12; 49/42,3; Ez 11,15; 20,25; 23,22; Dn 9,18; • Ap 7,2.<br />

• Mc 7,25 gunh\… h∞ß ei•cen to\ quga¿trion aujthvß pneuvma aÓka¿qarton…<br />

“una donna…, la cui figliola aveva uno spirito immondo…”. Cf. 1,7 (v.<br />

Buttm. § 143,1); Lc 3,16 (cf. At 13,25 dove c’è la costr. normale); Gv 1,27;<br />

Ap 13,12.<br />

Ap 7,9 kai« i˙dou\ o¡cloß polu/ß, o§n aÓriqmhvsai aujto\n oujdei«ß e˙du/nato “ed<br />

ecco una gran folla che nessuno poteva contare”. Cf. 3,8; 20,8 (v. M.-T.<br />

IV,156); Lxx Nm 34,13; 35,25; Dt 17,15; 1Mac 7,16; Sal 104,26; Am 4,7;<br />

9,12 (cit. in At 15,17) pa¿nta eqnh, e˙f∆ ou§ß e˙pike÷klhtai to\ o¡noma¿ mou e˙p∆<br />

aujtou/ß “tutte le nazioni su cui è stato invocato il mio nome”; Is 29,11; Ger<br />

40/33,3; • 1Clem. 21,9.<br />

Nota 1. Non sempre aujto/ß si trova <strong>nel</strong>lo stesso caso o con la stessa costruzione <strong>del</strong><br />

relativo: Lxx Gen 21,23 … thˆv<br />

ghˆv<br />

hˆ∞<br />

su\ parwØ/khsaß e˙n aujthˆv<br />

“… alla terra in cui tu<br />

hai soggiornato”. Cf. 24,3; Lv 15,4a.16.26a; Nm 13,19 (es. già rilevato da S.<br />

Agostino, De doctr. Chr. 2,13,20); 14,31; 19,2; Dt 1,22.33; 16,7.16; Gs 24,13.17;<br />

Gdc 16,26B; 18,5sA; 4Re 19,28.33; 2Esd 12 (Ne 2),8.12; Sal 73,2; Am 2,4; Gn<br />

4,10 (v. Conyb.-Stock § 69d-e).<br />

Nota 2. Il <strong>pronome</strong> aujto/ß può essere sostituito da un avverbio (cf. Lxx Gen 35,15;<br />

39,20; Es 6,4; 8,18; 12,13; Lv 20,22; Nm 14,24; Dt 4,5.27; Ez 47,9; Dn 9,7; • Mc<br />

9,3) e, viceversa, l’avverbio da aujto/ß (cf. Lxx Lv 6,21; 3Re 13,31; Ger 7,10.30; Ez<br />

11,17; • Ap 17,9). – Anche l’avverbio relativo può essere seguito, pleonasticamente,<br />

da quello dimostrativo: Lxx Gen 20,13 ei˙ß pa¿nta to/pon, ou∞ e˙a»n<br />

ei˙se÷lqwmen e˙kei√… “in ogni luogo dove per caso entreremo…”. Cf. 24,5; 40,3; Es<br />

20,24; 30,36; Gdc 19,26; 1Re 14,11; Gb 38,26; Ger 7,12; 22,26; 51/45,35; Ez<br />

11,16; 46,24; Teod. Dn 9,7; • Ap 12,6.14 (v. Conyb.-Stock § 87; Zerw. § 202).


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 153<br />

Nota 3. Ha corrispondenza in it. la presenza pleonastica di aujto/ß sia <strong>nel</strong> <strong>greco</strong><br />

classico (v. Smyth § 1215) che in quello <strong>biblico</strong>, come nei Lxx Gen 21,13 kai« to\n<br />

ui˚o\n de« thvß paidi÷skhß tau/thß ei˙ß eqnoß me÷ga poih/sw aujto/n “Ma anche il figlio di<br />

questa servetta lo farò / renderò una grande nazione”. Cf. 2,17; 28,13.22; Es 1,22;<br />

12,44; 35,1; Lv 14,16; 22,23s; Nm 14,31; 26,37; 31,18; Dt 1,17; 4,3; 9,21; 10,15;<br />

Gs 13,6; 1Mac 8,11; 2Mac 10,10; Sal 73,17; Is 1,7; Ger 43/36,14; Ez 16,58; Teod.<br />

Dn 5,23; • Mt 8,23.28 lv; 9,27; Lc 19,27; Gv 15,2; 18,11 (v. Robertson 683).<br />

Nota 4. In Gv 6,15; 12,24 aujto/ß è praticamente pleonastico (cf. 8,9 e Lxx Nm<br />

11,17 dove è omesso), ma serve a dare enfasi alla proposizione (v. Zerw. § 198 n.<br />

1). Cf. Lxx Es 21,3s. – C’è uso pleonastico di aujto/ß anche in Lc 12,15 oujk e˙n tw◊ˆ<br />

perisseu/ein tini« hJ zwh\ aujtouv e˙stin e˙k tw◊n uJparco/ntwn aujtw◊ˆ “nonostante<br />

l’abbondanza / anche <strong>nel</strong>l’abbondanza la vita di uno (lett. “a / per uno la sua vita”)<br />

non dipende dai suoi averi”: aujtouv è pleonasmo rispetto al dat. possessivo tini÷, il<br />

quale va unito - crediamo - al verbo principale e˙sti÷n più che all’infinitiva e˙n tw◊ˆ<br />

perisseu/ein, come pensa Zorell (Lex. NT, s. v. perisseu/w 1b). Cf. anche Rm 4,5;<br />

Ap 21,8; Lxx Gen 16,3; Lv 7,14.<br />

4) Nel <strong>greco</strong>, sia classico che <strong>biblico</strong>, la coordinazione di due o più proposizioni<br />

relative si fa più spesso col semplice kai÷ (cf. Lxx Pr 30,25; • Lc<br />

2,20; 6,49; 1Tm 6,12) oppure con kai÷ più aujto/ß, mentre <strong>nel</strong>le nostre lingue<br />

si fa di regola ripetendo il <strong>pronome</strong> relativo, specie quando esso non ha la<br />

stessa funzione logica <strong>del</strong> precedente (v. Smyth § 2517; Mar.-Paoli<br />

§ 210,4c; W.-M. 186; Robertson 723s; BDR § 297,3).<br />

Lxx Ger 17,5 ∆Epikata¿ratoß oJ a‡nqrwpoß, o§ß th\n e˙lpi÷da ecei e˙p∆<br />

a‡nqrwpon kai« sthri÷sei sa¿rka braci÷onoß aujtouv e˙p∆ aujto/n, kai« aÓpo\ kuri÷ou<br />

aÓposthˆv<br />

hJ kardi÷a aujtouv “Maledetto l’uomo che ripone la sua speranza<br />

/ confida in un uomo, e / che appoggi il suo braccio di carne su di lui,<br />

e il cui cuore si stacchi dal Signore”. Cf. v. 7; Gen 26,18; Es 9,19; 32,13; Dt<br />

8,9; 11,12; Gs 24,13; 2Esd 5,11; Sal 25,10; 31,2 maka¿rioß aÓnh/r, ou∞ ouj mh\<br />

logi÷shtai ku/rioß aapplemarti÷an, oujde« estin e˙n tw◊ˆ sto/mati aujtouv do/loß<br />

“Beato l’uomo a cui il Signore non ìmputa peccato e <strong>nel</strong>la cui bocca non<br />

c’è inganno” (Mortari 134); 77,3; 87,6; 93,12; 143,11s; 145,5; Ec 7,26; Is<br />

5,28; 9,5; 42,24; 43,19; Sap 5,10; 16,9; Gn 4,10; Ez 23,20; Teod. Dn 5,11.<br />

• Lc 17,31 e˙n e˙kei÷nhˆ thˆv<br />

hJme÷raØ o§ß estai e˙pi« touv dw¿matoß kai« ta» skeu/h<br />

aujtouv e˙n thˆv<br />

oi˙ki÷aØ, mh\ kataba¿tw a°rai aujta¿ “In quel giorno chi starà sulla<br />

terrazza e i cui arnesi (saranno) / e avrà gli arnesi in casa, non scenda a<br />

prenderli”. Cf. 13,4; Gv 13,26 ∆Ekei√no/ß e˙stin wØ∞ e˙gw» ba¿yw to\ ywmi÷on kai«<br />

dw¿sw aujtw◊ˆ “E’ colui per il quale io intingerò il boccone e glielo darò / e al<br />

quale (lo) darò”; 1Cor 8,6; Col 2,14; Eb 11,4; 1Pt 2,22; 2Pt 2,3; Ap 17,2.<br />

Nota 1. La stessa costruzione si verifica col participio attributivo o sostantivato<br />

equivalente a una proposizione relativa: Ap 2,18 Ta¿de le÷gei oJ ui˚o\ß touv qeouv, oJ<br />

ecwn tou\ß ojfqalmou\ß aujtouv wappleß flo/ga puro\ß kai« oi˚ po/deß aujtouv o¢moioi


154 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

calkoliba¿nwØ “Queste cose dice il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi come<br />

fiamma di fuoco e i cui piedi (sono) simili a ottone”.<br />

Nota 2. Ma si trova anche la costruzione corrispondente a quella più normale <strong>nel</strong>le<br />

nostre lingue con o - più spesso - senza kai÷ tra le proposizioni relative: Lxx Sal<br />

31,1 (cit. in Rm 4,7) Maka¿rioi w—n aÓfe÷qhsan ai˚ aÓnomi÷ai kai« w—n e˙pekalu/fqhsan<br />

ai˚ aapplemarti÷ai “Beati coloro le cui iniquità sono state rimesse e i cui peccati sono<br />

stati coperti” (Mortari 134); Gen 24,7 ku/rioß oJ qeo\ß touv oujranouv kai« oJ qeo\ß thvß<br />

ghvß, o§ß elabe÷n me e˙k touv oikou touv patro/ß mou… , o§ß e˙la¿lhse÷n moi…“Il Signore<br />

Dio <strong>del</strong> cielo e Dio <strong>del</strong>la terra, il quale mi prese dalla casa di mio padre…, il quale<br />

mi parlò…”. Cf. Es 6,4; Nm 18,13; 1Re 9,23; 12,21; 4Re 20,17; 2Par 5,6; 6,15; Sir<br />

14,20 (con kai÷); Am 2,3; Is 41,8s; Ger 8,2 (con kai÷); • Lc 7,22D; At 4,10; 24,6.8;<br />

Gv 3,26; Rm 9,4s; 1Cor 15,1s; Fil 3,18s; Eb 1,2s; 13,7; 1Pt 1,8.12; 2,22-24.<br />

§ 9. 1) aujto/ß si riferisce abitualmente, eccetto l’uso prolettico (v. § 5; 8,2),<br />

a ciò che precede ed è quindi anaforico (v. Smyth § 1214). Il riferimento<br />

specifico si ricava dal contesto prossimo o remoto (v. Smyth § 1208; 1253;<br />

Buttm. § 127,8; W.-M. 181-184; Robertson 683s; Boatti § 226).<br />

Lxx Gn 1,3 kate÷bh ei˙ß Iopphn kai« eu∞ren ploi√on badi÷zon ei˙ß Qarsiß<br />

kai« edwken to\ nauvlon aujtouv kai« e˙ne÷bh ei˙ß aujto\ touv pleuvsai met∆ aujtw◊n<br />

ei˙ß Qarsiß e˙k prosw¿pou kuri÷ou Giona “scese a Giaffa e / dove trovò una<br />

nave diretta a Tarsis; pagò il [suo] nolo e salì in essa per navigare con loro<br />

(= gli altri passeggeri) alla volta di Tarsis, (lontano) dal volto <strong>del</strong> Signore”.<br />

Cf. Gen 27,37; 28,18; Es 23,5; 24,12; Nm 31,19; Gdc 4,7; Dt 18,2.5 (aujto/ß<br />

è Levi); 26,10; 1Re 17,35 (aujto/ß si riferisce a le÷wn <strong>del</strong> v. 34); 4Re 13,20s;<br />

Tb 5,2BA; 10,14S (aujtou/ß = i genitori di Tobia; cf. v. 9); Gdt 6,6.19;<br />

1Mac 3,20.22; 5,5; Sal 17,15 (aujtoi÷ = “i miei nemici” <strong>del</strong> v. 4); 38,7;<br />

54,16. 22.24; 62,10 (aujtoi÷ = “gli empi”; v. Mortari 172 n. 4); Sir 7,3; 15,1<br />

e 7 (aujth/n è la Sapienza); 32,1s; Zc 13,9; Is 43,13; Ger 5,1; 34/27,14<br />

(aujtoi÷ = “i falsi profeti” <strong>del</strong> v. 9); Sus (Dn 13,)54.58; Teod. Bel (Dn 14,)8.<br />

• Mc 1,31 proselqw»n h¡geiren aujth\n krath/saß thvß ceiro/ß: kai« aÓfhvken<br />

aujth\n oJ pureto/ß, kai« dihko/nei aujtoi√ß “(Egli) si avvicinò e la sollevò<br />

prendendo(la) per la mano: la febbre la lasciò ed (essa) si mise a servirli (=<br />

Gesù con i presenti; cf. v. 29)”. Cf. 3,20; 9,20.48; Mt 4,23 (aujtw◊n sono gli<br />

abitanti <strong>del</strong>la Galilea); 11,1 (aujtw◊n devono essere gli abitanti sottintesi <strong>del</strong>la<br />

città dove Gesù si è recato a predicare, non “i dodici discepoli” ricordati<br />

<strong>nel</strong> primo emistichio); 12,9; 13,54; 19,7; Lc 14,8; 21,21 (v. Abel § 33i<br />

nota); 23,34 (aujtoi√ß sono i crocifissori, che siamo tutti…); v. 51; At 10,9s;<br />

15,5; 22,19; Gv 15,6; 1Gv 2,25 (aujto/ß = il Figlio); 4,4s (aujtoi÷ sono gli<br />

“pseudoprofeti” <strong>del</strong> v. 1); 1Cor 15,10; 1Ts 5,3; 1Tm 4,16; Eb 13,5; 1Pt<br />

3,14.


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 155<br />

Nota. Lxx Es 2,1 elaben tw◊n qugate÷rwn Leui kai« escen aujth/n il padre di Mosè<br />

“prese (una) <strong>del</strong>le figlie di Levi e la sposò”: aujth/n riprende il <strong>pronome</strong> indefinito<br />

tina¿, antecedente sottinteso <strong>del</strong> genitivo partitivo tw◊n qugate÷rwn. Cf. Sal 38,7<br />

qhsauri÷zei kai« ouj ginw¿skei ti÷ni suna¿xei aujta¿ l’uomo “accumula (tesori) e non<br />

sa per chi li raccolga” (Mortari 149): aujta¿ esplicita l’oggetto incluso in<br />

qhsauri÷zei.<br />

2) Non sempre però è facile cogliere il riferimento preciso di aujto/ß, di<br />

qui le varie traduzioni e le diverse opinioni degli esegeti. Diamo qualche<br />

esempio.<br />

Mc 6,56 pareka¿loun aujto\n iºna ka£n touv kraspe÷dou touv i˚mati÷ou<br />

aujtouv a‚ywntai: kai« o¢soi a£n h¢yanto aujtouv e˙sw¿ ˆzonto “lo pregavano di<br />

poter toccare almeno l’orlo <strong>del</strong> suo mantello; e quanti lo toccarono ricuperavano<br />

la salute”: il secondo aujtouv si riferisce a touv kraspe÷dou touv<br />

i˚mati÷ou “l’orlo <strong>del</strong> mantello” oppure al primo aujtouv “suo / di lui”? E’ più<br />

probabile che si riferisca a quest’ultimo. Cf. 2,15.<br />

Lc 2,22 o¢te e˙plh/sqhsan ai˚ hJme÷rai touv kaqarismouv aujtw◊n kata» to\n<br />

no/mon Mwu¨se÷wß, aÓnh/gagon aujto\n ei˙ß ÔIeroso/luma parasthvsai tw◊ˆ<br />

kuri÷wØ “quando si compirono i giorni <strong>del</strong>la loro purificazione secondo la<br />

Legge di Mosè, (essi) Lo portarono su a Gerusalemme per presentar(lo) /<br />

offrir(lo) al Signore”: Winer - Moulton riferiscono aujtw◊n “loro” a “madre<br />

e figlio”, Maria e Gesù (p. 183), e così già Origene - Girolamo (In Luc.<br />

hom. 14,2ss); invece R. Laurentin lo riferisce ai “giudei” o “abitanti di<br />

Gerusalemme” (I Vangeli <strong>del</strong>l’Infanzia di Cristo, Torino 1985, 109s.267s).<br />

Secondo questa interpretazione aujtw◊n è usato proletticamente rispetto a<br />

ÔIeroso/luma (v. § 8,2). Cf. Eb 8,8; Ap 14,11.<br />

Gv 8,44 o¢tan lalhˆv<br />

to\ yeuvdoß, e˙k tw◊n i˙di÷wn lalei√, o¢ti yeu/sthß e˙sti«n<br />

kai« oJ path\r aujtouv il diavolo, “quando dice la menzogna, dice <strong>del</strong> suo perché<br />

è menzognero e il padre di essa”: l’esegesi corrente, e preferibile, riferisce<br />

aujtouv a to\ yeuvdoß: “è menzognero e padre <strong>del</strong>la menzogna” (Cei; v.<br />

W.-M. 142 e 181 n. 4; BDR § 282 n. 4). Così già S. Girolamo (In Marcum<br />

1,24; CCL 78,466). Cf. 19,32.<br />

§ 10. La locuzione oJ de÷ (articolo con valore pronominale; v. “L’articolo” §<br />

2) è sinonimo di aujto/ß senza enfasi speciale (v. Smyth § 1112; Abbott-<br />

Smyth, s. v. aujto/ß 1,2; BDR § 277,3). Ciò risulta ad es. dal confronto di Lc<br />

11,28 aujto\ß de« ei•pen con Lc 11,46 oJ de« ei•pen, dove la trad. non può essere<br />

che la stessa: “Ma Lui rispose”; la Vg traduce nei due casi: “At ille”.<br />

Qui pure de÷ è congiunzione o avversativa o copulativa / metabatica (di<br />

passaggio). Nel primo caso si rende con “ma / però / invece…”: Lxx Gdc


156 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

11,36B; 4Re 4,2.16; Est 4,4; 2Mac 6,19; 7,8; 14,32.44; Sap 12,26; • Mt<br />

9,31; 15,23-27; 24,2; Mc 1,45; 14,31; Lc 1,29; 12,14; 14,4 oi˚ de« hJsu/casan<br />

“Ma essi tacquero”; – <strong>nel</strong> secondo caso, con “e / allora / poi / ora / intanto /<br />

quindi…”: Lxx Gen 22,1.7; 24,18; Es 3,4; Rt 2,13; 3,16; 4Re 5,3; Pr 7,22;<br />

• Mt 2,14; 4,20; 28,9; Mc 14,46; Lc 10,26s.37; At 7,2; 9,40 hJ de« h¡noixen<br />

tou\ß ojfqalmou\ß aujthvß “Allora / Ed essa aprì gli occhi” (v. Moule 123).<br />

2) aujto/ß predicativo<br />

§ 11. 1) Usato come predicativo (senza articolo), aujto/ß significa “ipse,<br />

stesso / in persona / direttamente / da sé / da solo / proprio / perfino…” (v.<br />

Smyth § 1209; Mar.-Paoli § 73,2). Serve in genere a dare enfasi al termine<br />

cui si riferisce, il quale, se è un <strong>pronome</strong> personale, può essere sottinteso (v.<br />

K.-G. § 454,2 n. 7; Smyth § 1208). E’ “l’aujto/ß intensivo” (Rob.-Davis §<br />

376). Più precisamente, questo aujto/ß si usa “in antitesi di varie specie e per<br />

tutte le persone” (W.-M. 187); esprime “opposizione, distinzione, esclusione,<br />

ecc.” (Abbott-Smith, s. v. 1,1); e può stare sia prima che dopo il termine di<br />

riferimento: messo prima, ha in genere più enfasi (v. K.-G. § 468, 2b).<br />

Lxx Es 33,14 Aujto\ß proporeu/somai÷ sou kai« katapau/sw se “(Io)<br />

stesso (non un altro) camminerò davanti a te e ti darò riposo”: notare l’ellissi<br />

di e˙gw¿. Cf. Lv 26,28; 1Re 9,19 ∆Egw¿ ei˙mi aujto/ß “Sono io stesso /<br />

proprio io”, oppure con Brenton: “I am he” (I,366), prendendo aujto/ß come<br />

<strong>pronome</strong> personale (v. § 2); 2Mac 15,37s; Gb 1,21; 18,2; Is 28,20; • 4Mac<br />

11,3. – Così pure in latino: ipse venio “vengo (io) stesso” (S. Girolamo, In<br />

Marcum 1,31; CCL 78,469,363).<br />

Es 33,15 Ei˙ mh\ aujto\ß su\ poreu/hˆ, mh/ me aÓnaga¿ghˆß e˙nteuvqen “Se non<br />

vieni proprio Tu / Tu stesso / in persona, non farmi salire da qui”. Cf. 5,11<br />

aujtoi« uJmei√ß “voi stessi”; 23,9; Gen 31,6 kai« aujtai« de« oidate “E anche<br />

(voi) stesse sapete”; 42,19; Nm 11,16; Gs 6,18 uJmei√ß aujtoi÷ “voi stessi”;<br />

Gdc 19,30B (con ellissi di uJmei√ß come in Gen 31,6); 2Re 2,20; 3Re 18,7 Ei˙<br />

su\ ei• aujto/ß, ku/rie÷ mou Hli÷ou; “Sei proprio tu, mio signore Elia?”: ma<br />

Brenton traduce: “My lord Eliu, art thou indeed he?” (I, 476); 1Mac 13,3;<br />

2Mac 1,18; Sal 43,5 su\ ei• aujto\ß oJ basileu/ß mou “Sei proprio tu il mio re”<br />

(Mortari 155); Dn 6,17; Bel (Dn 14,)11.<br />

Dt 18,2 ku/rioß aujto\ß klhvroß aujtouv, kaqo/ti ei•pen aujtw◊ˆ “Il Signore<br />

stesso / in persona / direttamente (sarà) la sua sorte / porzione, come (Egli)<br />

ha detto a lui (Levi + figli; cf. v. 5)”. Cf. 3,22; 26,8; 1Re 10,19; 3Re 18,21


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 157<br />

ei˙ de« oJ Baal aujto/ß, poreu/esqe ojpi÷sw aujtouv “se invece (lo è, Dio) Baal<br />

stesso / proprio Baal, camminate dietro a lui”, o “se invece lo (è) Baal,…”.<br />

Is 63,9a ouj pre÷sbuß oujde« a‡ggeloß, aÓll∆ aujto\ß ku/rioß eswsen aujtou\ß<br />

dia» to\ aÓgapa◊n aujtou\ß kai« fei÷desqai aujtw◊n “Non (già) un ambasciatore<br />

né un messaggero, ma proprio il Signore / il Signore stesso / personalmente<br />

/ da sé li ha salvati, perché li amava e li risparmiava”. Cf. 3,14; 2Par 32,30;<br />

2Esd 14 (Ne 4),11; Est 1,7; 2Mac 3,2; Ez 33,8; Bel (Dn 14,)8; • 1Esd 8,55;<br />

4Mac 4,20; Sal 151,3 aujto\ß ku/rioß, aujto\ß ei˙sakou/ei “Il Signore stesso,<br />

proprio Lui esaudisce” (v. Brenton I, 787): la ripetizione di aujto/ß enfatizza<br />

ulteriormente il soggetto ku/rioß (cf. Rm 8,23).<br />

• Lc 24,39 idete ta»ß cei√ra¿ß mou kai« tou\ß po/daß mou o¢ti e˙gw¿ ei˙mi<br />

aujto/ß “Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio Io (nessun<br />

altro)!”. Cf. At 10,26; 22,20; 24,16; 25,22; Rm 7,25; 9,3; 15,14a; 16,2 e˙mouv<br />

aujtouv “di me stesso”; 1Cor 9,20 e 27 (ellissi di e˙gw¿); 2Cor 10,1; • Erma,<br />

Sim. 9,11,5.<br />

Lc 22,71b aujtoi« ga»r hjkou/samen aÓpo\ touv sto/matoß aujtouv “(Noi) stessi<br />

infatti (l’)abbiamo sentito dalla sua bocca”: si noti l’ellissi di hJmei√ß. Cf. 11,4;<br />

Gv 4,42; Rm 8,23; 2Cor 1,4.9; Gal 2,1; 2Ts 1,4 aujtou\ß hJma◊ß “noi stessi”.<br />

Lc 6,42 pw◊ß du/nasai le÷gein tw◊ˆ aÓ<strong>del</strong>fw◊ˆ<br />

sou, ∆A<strong>del</strong>fe÷, a‡feß e˙kba¿lw<br />

to\ ka¿rfoß to\ e˙n tw◊ˆ ojfqalmw◊ˆ sou, aujto\ß th\n e˙n tw◊ˆ ojfqalmw◊ˆ souv doko\n<br />

ouj ble÷pwn; “Come puoi dire a tuo fratello: - Fratello, permetti che io tolga<br />

la pagliuzza che è <strong>nel</strong> tuo occhio! - quando (tu) stesso non vedi la trave che<br />

è <strong>nel</strong> tuo occhio?”: di nuovo l’ellissi <strong>del</strong> <strong>pronome</strong> personale. Cf. 2,35 kai«<br />

souv de« aujthvß th\n yuch\n dieleu/setai rappleomfai÷a “e una spada trapasserà<br />

anche l’anima di te stessa / e anche a te stessa una spada trapasserà l’anima”;<br />

11,46.52; At 2,22; 18,15; 20,30 e˙x uJmw◊n aujtw◊n aÓnasth/sontai<br />

a‡ndreß… “da voi stessi sorgeranno uomini…”; 21,24; 24,8; Mc 6,31 uJmei√ß<br />

aujtoi÷ “voi soli”; Rm 15,14b; 1Cor 7,35 pro\ß to\ uJmw◊n aujtw◊n su/mforon<br />

“per l’utilità di voi stessi”; 1Ts 3,3; 4,9; 1Pt 1,15; 2,5; • Erma Vis. 3,9,10;<br />

Mand. 2,2; Sesto, Sent. 295.<br />

Gv 16,27 aujto\ß ga»r oJ path\r filei√ uJma◊ß, o¢ti uJmei√ß e˙me« pefilh/kate<br />

“difatti il Padre stesso vi vuol bene, perché voi già lo volete a me”. Cf.<br />

3,28; 4,2; 5,36; 14,10 lv. 11 dia» ta» erga aujta¿ “per le opere stesse”; 3Gv<br />

12; Mc 12,36s; At 5,36 lv; Rm 8,21.26; 1Cor 11,14 hJ fu/siß aujth/ “la<br />

natura stessa / da sola”; 2Cor 11,14; 1Ts 4,16; Eb 9,24; 10,1; 1Pt 2,24; Ap<br />

21,3; • Erma, Sim. 6,1,6.<br />

Rm 9,17 Ei˙ß aujto\ touvto e˙xh/geira¿ se o¢pwß e˙ndei÷xwmai e˙n soi« th\n du/nami÷n<br />

mou “Ti ho suscitato proprio / appunto per questo: per mostrare in / attra-


158 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

verso te la mia potenza”. Cf. 13,6; 2Cor 2,3 touvto aujto/ “questo / così appunto”;<br />

Gal 2,10 (v. BDR § 290 n. 6); At 24,15 aujtoi« ou∞toi “costoro stessi”;<br />

Lxx Dt 32,6 aujto\ß ou∞toß “Costui stesso / proprio Costui” (v. Robertson 705).<br />

Nota. Quando aujto/ß è predicativo di un nome proprio o di un titolo personale, questo<br />

di norma non ha articolo (v. Smyth § 1207): Lxx Os 11,5 katwØ/khsen<br />

Efraim<br />

e˙n Ai˙gu/ptwØ kai« Assour aujto\ß basileu\ß aujtouv “Efraim abitò in Egitto e Assur<br />

stesso (fu) suo re”. Cf. Dt 18,2 e Is 63,9a (citati sopra); 1Par 26,26; • Mc 12,36s; Lc<br />

3,23; Gv 2,24 aujto\ß ∆Ihsouvß “Gesù stesso / personalmente”, ma anche: “Lui,<br />

Gesù” (v. § 5); Eb 11,11. – In Mt 3,4 aujto\ß oJ ∆Iwa¿nnhß “Giovanni stesso”; Gv<br />

2,24 lv aujto\ß oJ ∆Ihsouvß “Gesù stesso” l’articolo è anaforico.<br />

2) L’aujto/ß predicativo, oltre l’uso intensivo o enfatico, ha pure l’uso<br />

riflessivo (v. Smyth § 1233-1237), ma poco attestato <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> <strong>biblico</strong> (v.<br />

Robertson 689s; BDR § 288,1).<br />

Lxx Es 20,23 qeou\ß crusou\ß ouj poih/sete uJmi√n aujtoi√ß “non farete per<br />

voi stessi / non vi farete dèi d’oro”. Cf. Nm 32,24; 34,7.10 (id.): ma v. 8<br />

aujtoi√ß senza uJmi√n; 35,11.<br />

Dt 17,7 (cf. 1Cor 5,13 cit. appresso) e˙xarei√ß to\n ponhro\n e˙x uJmw◊n<br />

aujtw◊n “toglierai / eliminerai il malvagio di tra voi stessi”. Cf. 13,6; 19,19;<br />

22,21.24; 24,7 (id.).<br />

• 1Cor 5,13 e˙xa¿rate to\n ponhro\n e˙x uJmw◊n aujtw◊n “Togliete il<br />

malvagio di tra voi stessi!”. Cf. 11,13 e˙n uJmi√n aujtoi√ß kri÷nate “Giudicate<br />

tra / da voi stessi” (v. Rob.-Davis § 377).<br />

3) A volte l’aujto/ß predicativo è praticamente un aggettivo dimostrativo,<br />

specie <strong>nel</strong> corpo lucano (v. Moulton I, 91; Robertson 686; Boatti § 222). Turner<br />

cita anche qualche testo dei Lxx (v. M.-T. III,194), a cui possiamo aggiungere<br />

esempi <strong>del</strong>la letteratura extrabiblica (v. BDR § 288 n. 4). Quest’uso<br />

di aujto/ß è passato <strong>nel</strong> <strong>greco</strong> moderno: sto/ e÷toß auto/ “in quest’anno”.<br />

Lxx Tb 2,9BA e˙n aujthˆv thˆv<br />

nukti« aÓne÷lusa qa¿yaß “quella notte tornai<br />

dopo aver seppellito”. Cf. 14,9S; 2Esd 5,3; Est 1,2; 8,1; 9,2.11.<br />

Teod. Dn 5,5 e˙n aujthˆv<br />

thˆv<br />

w‚raØ e˙xhvlqon da¿ktuloi ceiro\ß aÓnqrw¿pou kai«<br />

egrafon “In quell’ora uscirono fuori dita di mano d’uomo e / che si misero<br />

a scrivere (cf. 3,6.15)”: i Lxx hanno e˙n aujthˆv thˆv<br />

w‚raØ e˙kei÷nhˆ “in quell’ora<br />

stessa” = “subito” (v. BDR § 288 n. 4), come in Lv 22,23. Cf. Lxx Dn 2,19;<br />

• 1Esd 8,62.<br />

• Lc 10,7 e˙n aujthˆv de« thˆ<br />

v oi˙ki÷aØ me÷nete e˙sqi÷onteß kai« pi÷nonteß ta» par∆<br />

aujtw◊n “In quella casa poi rimanete(ci) mangiando e bevendo quello che<br />

hanno”. Cf. 12,12; 10,21; 13,1.31.


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 159<br />

Lc 24,13 Kai« i˙dou\ du/o e˙x aujtw◊n e˙n aujthˆv<br />

thˆv<br />

hJme÷raØ hsan poreuo/menoi<br />

ei˙ß kw¿mhn aÓpe÷cousan stadi÷ouß e˚xh/konta aÓpo\ ∆Ierousalh/m “Ed ecco che<br />

in quel giorno due di loro andavano a un villaggio distante da Gerusalemme<br />

sessanta stadi”. Cf. At 16,18; • Erma, Vis. 3,1,2; 3,10,7.<br />

Nota. Nei testi citati aujto/ß, pur essendo più o meno l’equivalente di un dimostrativo,<br />

non cessa tuttavia di avere la forza enfatica <strong>del</strong>l’“ipse” latino (v. Conyb.-<br />

Stock § 86e), favorita spesso dal contesto, e sta per auto\ß ou∞toß / e˙kei√noß (v. BDR<br />

§ 288,2). Per cui ad es. Teod. Dn 5,5 e˙n aujthˆv<br />

thˆv<br />

w‚raØ può esser tradotto: “in<br />

quell’ora stessa / proprio in quell’ora”; • Lc 2,38 aujthˆv thˆv<br />

w‚raØ “ipsa hora” (Vg);<br />

24,13 e˙n aujthˆv<br />

thˆv<br />

hJme÷raØ “in quello stesso giorno” (Cei).<br />

3) oJ aujto/ß attributivo e sostantivato<br />

§ 12. Usato 1) come attributo di un altro termine e 2) da solo come sostantivato,<br />

aujto/ß è sempre preceduto dall’articolo e significa “idem”, medesimo<br />

/ identico / lo stesso”. Esprime identità con persona o cosa già nominata<br />

o comunque nota; oppure indica persone o cose <strong>del</strong>la stessa specie,<br />

uguali per quantità, qualità, grandezza ecc. (v. Robertson 687; Zorell, Lex.<br />

NT, s. v. 1).<br />

Si distingua bene tra posizione attributiva (con articolo) e posizione<br />

predicativa (senza art.) di aujto/ß: 1Cor 12,11 to\ aujto\ pneuvma “idem Spiritus”<br />

(Vg), “il medesimo / lo stesso / l’identico Spirito”, quello cioè già<br />

ricordato e quindi noto; invece Rm 8,26 aujto\ to\ pneuvma “ipse Spiritus”<br />

(Vg), “lo Spirito stesso / in persona / direttamente”, non per interposta persona<br />

(v. W.-M. 139; BDR § 288; M.-G., Concord. NT 129s).<br />

1) oJ aujto/ß attributivo. Lxx 2Mac 3,33 poioume÷nou de« touv aÓrciere÷wß to\n<br />

i˚lasmo\n oi˚ aujtoi« neani÷ai pa¿lin e˙fa¿nhsan tw◊ˆ ÔHliodw¿rwØ e˙n tai√ß aujtai√ß<br />

e˙sqh/sesin e˙stolisme÷noi “Ora, mentre il sommo sacerdote faceva (il rito<br />

<strong>del</strong>)l’espiazione, apparvero di nuovo ad Eliodoro i medesimi giovani vestiti<br />

con i medesimi abiti (di prima, <strong>del</strong>la precedente apparizione: cf. v. 26)”. Cf.<br />

10,5; 12,8; Est 5,8; Tb 3,7B; Gb 31,15 gego/namen de« e˙n thˆv aujthˆv koili÷aØ<br />

“siamo nati <strong>nel</strong> medesimo grembo”; Sap 15,7s; 17,13; 19,16; Am 2,7; Ep.<br />

Ier 70; Bel (Dn 14,) 23.39; • 4Mac 10,13.<br />

• 1Cor 10,3s pa¿nteß to\ aujto\ pneumatiko\n brw◊ma efagon 4 kai«<br />

pa¿nteß to\ aujto\ pneumatiko\n epion po/ma “tutti mangiarono il medesimo /<br />

l’identico cibo spirituale e tutti bevvero la medesima / l’identica bevanda<br />

spirituale”, non di altra specie. Cf. 12,4-6.8s.11; 2Cor 1,6; 4,13; Fil 1,30;<br />

2,2; Rm 12,4; Eb 10,1.11; Mt 26,44; Lc 7,38 lv; 23,40; Gc 3,10s; 2Pt 3,7; •<br />

1Clem. 20,5.8.


160 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

2) oJ aujto/ß sostantivato. Lxx Sal 2,2 oi˚ a‡rconteß sunh/cqhsan e˙pi« to\ aujto\<br />

kata» touv kuri÷ou kai« kata» touv cristouv aujtouv “i principi si sono radunati<br />

allo stesso (luogo) / insieme contro il Signore e contro il suo Cristo”. Cf.<br />

4,9 la stessa locuzione con senso temporale: “a un tempo” (Mortari 95);<br />

18,10 (ib. 117 n. 3); 132,1; Dt 12,15; 1Re 12,24r; 2Re 2,13.16; 3Re 3,18<br />

kata» to\ aujto/ “allo stesso luogo / insieme”; 7,10; Tb 10,13S; Gb 33,6; Sir<br />

34,26; Ger 13,14; Teod. Sus (Dn 13,)14; Draco (Dn 14,)27; • At 1,15; 2,1<br />

(v. BDR § 233 n. 2); 14,1 kata» to\ aujto/ = wapplesau/twß “allo stesso modo” (v.<br />

Zorell, Lex. NT, s. v. 1d).<br />

Sal 101,28 (cit. in Eb 1,12) su\ de« oJ aujto\ß ei• “ma tu sei lo stesso / il<br />

medesimo”, quello di sempre. Cf. 3Re 12,24r; 4Re 25,17; 1Mac 8,27; Pr<br />

6,13; Sap 19,10; Ez 45,25.<br />

• Mt 5,46 oujci« kai« oi˚ telw◊nai to\ aujto\ poiouvsin; “Non fanno lo stesso<br />

/ la medesima cosa / altrettanto anche i pubblicani?”. Cf. 27,44 (v. Buttm.<br />

§ 131,10); Lc 6,23; At 15,27; Rm 2,1; 1Cor 1,10; Ef 6,9; Fil 2,2; 3,1; 1Ts<br />

2,14; Eb 2,14.<br />

Eb 13,8 ∆Ihsouvß Cristo\ß e˙cqe«ß kai« sh/meron oJ aujto/ß kai« ei˙ß tou\ß<br />

ai˙w◊naß “Gesù Cristo (è) lo stesso / il medesimo ieri, oggi e nei secoli /<br />

sempre!”. Cf. Rm 10,12.<br />

Nota 1. Nei Lxx oJ aujto/ß è raro e lo si trova per lo più nei testi greci originali; in<br />

quelli tradotti il suo equivalente è spesso ei–ß “unus, unico / solo”. Cf. ad es. Es<br />

12,49 e Nm 9,14 dove l’originale ebraico è reso dai Lxx con no/moß ei–ß e dalla Vg<br />

rispettivamente “eadem lex” e “praeceptum idem”; inoltre Lv 22,28; Nm 15,16;<br />

1Re 2,34 (v. Zorell, Lex. VT, s. v. dja 4); 3Re 3,17; Sap 17,16; 18,12; • Lc 17,34;<br />

1Cor 12,9.13; Fil 2,2. – Lo stesso uso ha unus <strong>nel</strong> latino cristiano. Cf. ad es. S.<br />

Girolamo, In Marcum 1,25 (CCL 78,467): “Hoc adversus eos, qui putant et nos et<br />

animalia unam animam (una medesima / stessa anima) habere et unum spiritum (il<br />

medesimo spirito) trahere”.<br />

Nota 2. Nel NT oJ aujto/ß compare due volte costruito col dativo, come <strong>nel</strong> classico<br />

(v. Smyth § 1500; W.-M. 186; BDR § 194 n. 1): 1Cor 11,5 e≠n ga¿r e˙stin kai« to\<br />

aujto\ thˆv<br />

e˙xurhme÷nhˆ la donna che prega e profetizza senza velo “è infatti una sola e<br />

medesima cosa / tutt’uno con la (donna) rasata”; 1Pt 5,9 ei˙do/teß ta» aujta» tw◊n<br />

paqhma¿twn thˆv e˙n ko/smwØ uJmw◊n aÓ<strong>del</strong>fo/thti e˙pitelei√sqai “ben sapendo di consumare<br />

/ subire le medesime sofferenze dei vostri fratelli (sparsi) <strong>nel</strong> mondo”: pare<br />

sia questo il senso migliore di questo verso variamente inteso dai traduttori. Cf. già<br />

Lxx Sap 18,11 dhmo/thß basilei√ ta» aujta» pa¿scwn “il plebeo soffriva le stesse cose<br />

/ pene <strong>del</strong> re”.<br />

Nota 3. Ef 4,10 oJ kataba»ß aujto/ß e˙stin kai« oJ aÓnaba»ß uJpera¿nw pa¿ntwn tw◊n<br />

oujranw◊n “Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i<br />

cieli” (Cei): qui aujto/ß (senza articolo) è tradotto come fosse oJ aujto/ß “idem”,<br />

“il medesimo / lo stesso”. Il testo va tradotto “Colui (aujto/ß) che discese è


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 161<br />

anche colui che ascese…”: aujto/ß <strong>pronome</strong> dimostrativo (v. § 7,2); oppure<br />

“Colui appunto che discese è anche colui che ascese…”: aujto/ß predicativo <strong>del</strong><br />

participio sostantivato oJ kataba¿ß (v. § 11,1; Zerw., Analysis 432: “aujto/ß ipse,<br />

non: idem”).<br />

B) <strong>Concordanza</strong> di aujto/ß<br />

§ 13. L’aujto/ß predicativo e attributivo concorda in genere, numero e caso<br />

col termine cui si riferisce (v. § 11s). L’aujto/ß <strong>pronome</strong>, invece, presenta<br />

varie forme di concordanza (v. Buttm. § 127,7; W.-M. 181s. 788; Robertson<br />

683s; BDR § 282).<br />

1) Concorda di norma in genere e numero col termine cui si riferisce.<br />

Lxx Gen 2,18 Ouj kalo\n ei•nai to\n a‡nqrwpon mo/non: poih/swmen aujtw◊ˆ<br />

(dat. sing. m.) bohqo\n kat∆aujto/n (accus. sing. m.) “Non (è) bene che l’uomo<br />

sia / stia solo: facciamogli un aiuto conforme a lui”. Cf. v. 19.22; 3,6;<br />

1Re 1,22s; 10,1; Sap 1,1s; Ez 34,11s.<br />

• Lc 1,36 kai« i˙dou\ ∆Elisa¿bet hJ suggeni÷ß sou kai« aujth\ (nom. sing. f.)<br />

sunei÷lhfen ui˚o\n e˙n gh/rei aujthvß (gen. sing. f.) “Ed ecco Elisabetta, la tua<br />

parente, anche lei ha concepito un figlio <strong>nel</strong>la / nonostante la sua vecchiaia”.<br />

Cf. v. 49-51.59; 2,28; Mt 5,1-4; 10,11s; 14,12; Mc 5,24; 8,22s.<br />

2) Quando aujto/ß <strong>pronome</strong> si riferisce a più termini di genere diverso,<br />

allora: a) o si mette al neutro b) oppure concorda col termine più vicino o<br />

più importante.<br />

a) Lxx Am 5,22 kai« e˙a»n e˙ne÷gkhte÷ moi oJlokautw¿mata kai« qusi÷aß<br />

uJmw◊n, ouj prosde÷xomai aujta¿ “anche se per caso mi porterete dei vostri<br />

olocausti e sacrifici, non li accetterò”. Cf. Es 9,19; Lv 14,6; 19,9s; 20,27;<br />

25,18; Sal 42,3.<br />

b) Lc 4,6 Soi« dw¿sw th\n e˙xousi÷an tau/thn a‚pasan kai« th\n do/xan<br />

aujtw◊n, o¢ti e˙moi« parade÷dotai kai« w—ˆ e˙a»n qe÷lw di÷dwmi aujth/n “A te darò<br />

tutta questa potestà e la loro gloria, perché a me (essa) è stata consegnata e<br />

la do a chiunque (io) voglia”. Cf. Lxx Gen 6,7; Es 22,29; Is 51,2.<br />

3) Spesso però la concordanza di aujto/ß <strong>pronome</strong> è fatta a senso riguardo<br />

sia al genere che al numero o a tutt’e due. Da notare che la concordanza a<br />

senso è un fatto libero e che dipende da motivi di ordine psicologico, da<br />

individuare caso per caso.


162 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

a) Talvolta aujto/ß non concorda <strong>nel</strong> genere col termine cui si riferisce<br />

(= costr. a senso).<br />

Lxx 2Re 8,7 elaben Dauid tou\ß clidw◊naß tou\ß crusouvß (m.), oi≠<br />

hsan e˙pi« tw◊n pai÷dwn tw◊n Adraazar basile÷wß Souba, kai« h¡negken aujta»<br />

(n.) ei˙ß Ierousalhm “Davide prese le collane d’oro, che stavano sui servi di<br />

Adraazar re di Suba, e le portò a Gerusalemme”: ma aujta¿ potrebbe essere<br />

l’equivalente di tauvta “queste cose / ciò”, come in 3Re 11,12 (v. § 7,1).<br />

3Re 11,28 ei•den Salwmwn to\ paida¿rion (n.) o¢ti aÓnh\r ergwn e˙sti÷n,<br />

kai« kate÷sthsen aujto\n (m.) e˙pi« ta»ß a‡rseiß oikou Iwshf “Salomone vide<br />

che il giovane era uomo d’azione / attivo / intraprendente, e lo costituì<br />

prefetto dei tributi <strong>del</strong>la / <strong>nel</strong>la casa di Giuseppe”. Cf. 11,2; Gen 3,15 (v.<br />

§ 18,2); 17,16; Lv 17,14; 20,23; 22,28; Nm 14,31; Dt 7,22s; 9,13s; Gdc<br />

8,14; 13,5; 1Re 1,27s; 2,11; 9,11; 2Re 7,13s; Tb 6,12-15; 1Mac 8,11; Sal<br />

2,8s; Os 11,1s; Ger 32/25,15; 34/27,11; Ez 34,13s.<br />

• Mt 28,19 poreuqe÷nteß oun maqhteu/sate pa¿nta ta» eqnh (n.)<br />

bapti÷zonteß aujtou\ß (m.) ei˙ß to\ o¡noma touv patro\ß ktl. “Andate dunque e<br />

fate discepole tutte le genti battezzandoli/le <strong>nel</strong> nome <strong>del</strong> Padre ecc.”. Cf.<br />

25,32.<br />

Mc 5,23 To\ quga¿trio/n (n.) mou e˙sca¿twß ecei, iºna e˙lqw»n e˙piqhˆvß<br />

taȧ<br />

cei√raß aujthˆv<br />

(f.) iºna swqhˆv<br />

kai« zh/shˆ “La mia figliola è in fin di vita: vieni a<br />

imporle le mani perché sia salva e viva!”. Cf. v. 41; 6,28; Mt 14,11; At<br />

28,28; Rm 2,26 (v. Abel § 33i,3).<br />

Nota. Anche oJ de÷, equivalente di aujto/ß, talvolta non concorda <strong>nel</strong> genere col<br />

termine cui si riferisce. Cf. Mt 21,28-30; At 9,4s.<br />

b) Ancora più spesso aujto/ß non concorda <strong>nel</strong> numero col termine di<br />

riferimento (= costr. a senso).<br />

Lxx Gen 1,27 e˙poi÷hsen oJ qeo\ß to\n a‡nqrwpon, kat∆ ei˙ko/na qeouv e˙poi÷hsen<br />

aujto/n, a‡rsen kai« qhvlu e˙poi÷hsen aujtou/ß “Dio fece l’uomo, lo fece a<br />

immagine di Dio, maschio e femmina li fece”: qui a‡nqrwpoß è una unità<br />

duale. Cf. 5,1s; 6,13; Sir 16,30; 17,1-3; 49,10 pareka¿lesan ga»r to\n<br />

Iakwb kai« e˙lutrw¿santo aujtou\ß e˙n pi÷stei e˙lpi÷doß i dodici Profeti<br />

“consolarono infatti Giacobbe e li / lo redensero con una ferma speranza”:<br />

Giacobbe è una figura collettiva.<br />

Gdc 7,4B ⁄Eti oJ lao\ß (s.) polu/ß: kate÷negkon aujtou\ß (pl.) pro\ß to\<br />

u¢dwr, kai« e˙kkaqarw◊ soi aujto\n (s.) e˙kei√ “Il popolo è ancora molto /<br />

troppo: portali/lo giù all’acqua e là te lo selezionerò”, dice Dio a Gedeone.<br />

Cf. Es 4,23; 19,14; Nm 11,17; 31,18.54; Dt 4,7; Gs 15,63; 1Re 14,22;


CONCORDANZA DEL PRONOME AUTOS 163<br />

15,24; 2Re 7,24; 3Re 12,7; 4Re 17,19; Sal 54,14-16; 105,40s; Ab 2,15; Ml<br />

2,17; Zc 8,7s; Is 5,13; Ger 6,19; 23,22; Bar 2,29; 4,25.<br />

• Mc 6,34 e˙xelqw»n ei•den polu\n o¡clon (s.) kai« e˙splagcni÷sqh e˙p∆<br />

aujtou/ß (pl.), o¢ti hsan wappleß pro/bata mh\ econta poime÷na, kai« h¡rxato<br />

dida¿skein aujtou\ß polla¿ Gesù “uscì e vide una gran folla, ne ebbe compassione<br />

perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnar loro<br />

molte cose”. Cf. v. 11; 7,14.<br />

Lc 13,23 ei•pen de÷ tiß (s.) aujtw◊ˆ, Ku/rie, ei˙ ojli÷goi oi˚ swØzo/menoi; oJ de«<br />

ei•pen pro\ß aujtou/ß (pl.) “Allora uno / un tale gli disse / chiese: - Signore, son<br />

pochi quelli che si salvano? - Ma Egli rispose loro”. Cf. At 7,34; Mt 8,4<br />

(aujtoi√ß si riferisce al collettivo tw◊ˆ i˚erei√ “al sacerdote = ai sacerdoti”: cf. lv e<br />

Lxx Ez 44,30s); 1Pt 3,13s; Lxx Es 32,33B (sul ti«ß collettivo v. W.-M. 787).<br />

2Cor 5,19 qeo\ß hn e˙n Cristw◊ˆ ko/smon (s.) katalla¿sswn e˚autw◊ˆ,<br />

mh\<br />

logizo/menoß aujtoi√ß (pl.) ta» paraptw¿mata aujtw◊n “Dio in Cristo riconciliava<br />

a sé un mondo (di peccatori) non imputando ad essi le loro trasgressioni”.<br />

Cf. Mt 1,21; 15,8.10; Lc 1,77; 1Gv 4,4s; Gd 15; • Did. 12,5.<br />

Nota. 1Gv 5,16 ∆Ea¿n tiß idhˆ to\n aÓ<strong>del</strong>fo\n aujtouv aapplemarta¿nonta aapplemarti÷an mh\ pro\ß<br />

qa¿naton, ai˙th/sei kai« dw¿sei aujtw◊ˆ zwh/n, toi√ß aapplemarta¿nousin mh\ pro\ß qa¿naton<br />

“Se uno vedrà suo fratello commettere un peccato che non (è) per la morte / non<br />

mortale, chieda e (Dio) gli darà la vita, a quanti (cioè) peccano non per la morte /<br />

mortalmente”: qui aujtw◊ˆ col suo antecedente to\n aÓ<strong>del</strong>fo/n ha senso collettivo,<br />

come risulta dall’apposizione plurale toi√ß aapplemarta¿nousin (v. W.-M. 665).<br />

c) Talvolta aujto/ß non concorda né in genere né in numero col termine<br />

di riferimento (= doppia costr. a senso).<br />

Lxx Dt 7,17 Polu\ to\ eqnoß (n. s.) touvto h£ e˙gw¿, pw◊ß dunh/somai e˙xoleqreuvsai<br />

aujtou//ß (m. pl.); “Questa nazione è più grande di me, come potrò<br />

sterminarli/la?”. Cf. 20,10; Gen 28,22; Es 22,18; Nm 3,6.15; 20,10; Gs<br />

12,23; 1Re 3,18; 2Re 8,2; 4Re 6,18; 21,3.14; 2Esd (Ne)11,9; Sal 135,10s;<br />

Gl 2,17; Ab 2,2.14; Ger 7,28; 23,8; 25,9; Teod. Bel (Dn 14,)8.<br />

• At 8,5 Fi÷lippoß de« katelqw»n ei˙ß po/lin (f. s.) thvß Samarei÷aß e˙kh/russen<br />

aujtoi√ß (m. pl.) to\n Cristo/n “A sua volta Filippo, sceso in una<br />

città <strong>del</strong>la Samaria, si mise a predicar loro / ad essi il Cristo”. Cf. 16,10; Lc<br />

10,7; Mt 13,54; 24,45; Mc 5,10; Gv 17,2; 1Gv 4,3s (v. W.-M. 788); 2Cor<br />

2,12s; Ef 5,11s.<br />

Lino Cig<strong>nel</strong>li, ofm - G. Claudio Bottini, ofm<br />

Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem


164 L. CIGNELLI - G. C. BOTTINI<br />

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—, Analysis = Zerwick M., Analysis philologica Novi Testamenti, Romae 1966 3 .<br />

Zorell, Lex. NT = Zorell F., Lexicon Graecum Novi Testamenti, Parisiis 1961 3.<br />

—, Lex. VT = Zorell F., Lexicon Hebraicum et Aramaicum Veteris Testamenti, Romae 1948.

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