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INFORMAZIONE PREVIDENZIALE - Inps

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604 Covello<br />

3. — IL CONTENZIOSO GIUDIZIARIO<br />

Il legislatore nel modificare la normativa in tema di benefici previdenziali degli<br />

ex esposti ad amianto (dalla fonte normativa originaria legge n. 257 del 1992 passando<br />

per la legge 271 del 1993 fino ad arrivare all’art. 1, comma 567, della legge 23 dicembre<br />

2005 n. 266 legge Finanziaria 2006) ha evidentemente agito in piena consapevolezza<br />

avendo ben presente la sostanziale modifica della sua finalità e la sostanza della<br />

legge, che, ideata per sostenere l’economia dei settori interessati e per ridurre i “costi<br />

sociali” della bonifica (quindi circoscritta ai pochi lavoratori interessati), si modificava<br />

andando ad assolvere fondamentalmente una funzione “risarcitoria” del rischio dell’insorgenza<br />

della malattia, riguardando la generalità dei lavoratori esposti.<br />

La limitazione del campo di applicazione della legge n. 257 del 1992, in sintonia<br />

con il senso della legge e con le altre agevolazioni concesse, che aveva lo scopo di<br />

confermare la sua funzione di ammortizzatore sociale e di contenere i potenziali beneficiari<br />

nelle previsioni iniziali di 2000 persone, veniva dunque abolita dalla legge di<br />

conversione n. 271/1993, con l’evidente intenzione di bandire ogni selezione che<br />

potesse derivare dal riferimento alla tipologia dell’attività produttiva del datore di<br />

lavoro.<br />

L’eliminazione di quella che doveva essere in origine una precisazione ha in<br />

realtà comportato un vero e proprio stravolgimento della normativa, determinando un<br />

ampliamento del beneficio previdenziale per tutti i lavoratori esposti all’amianto per<br />

un periodo superiore ai dieci anni.<br />

Probabilmente, però, il legislatore non aveva previsto appieno il numero dei<br />

potenziali beneficiari sulla base delle nuove disposizioni che, dalle iniziali previsioni<br />

(all’incirca duemila) si avvicinava alle numerose decine di migliaia (nel giugno del<br />

2006 le domande approvate erano 160.000), con un esponenziale incremento dei<br />

costi.<br />

Secondo le fonti ufficiali INAIL, dal 2000 al 2006, il numero totale delle domande<br />

presentate dall’entrata in vigore della legge n. 257/1992 è di 544.400, di cui n.<br />

487.600 da lavoratori assicurati INAIL, n. 38.900 da lavoratori non assicurati INAIL,<br />

n. 17.900 da lavoratori con curricula “misti” (INAIL - non INAIL, ad esempio ferrovieri,<br />

postali); il numero di domande presentate dopo la riforma del 2003 è 290.900.<br />

Il numero delle certificazioni emesse per periodi lavorativi dall’entrata in vigore<br />

della legge n. 257/1992 è di 483.200 di cui n. 294.200 positive (solo per lavoratori<br />

assicurati INAIL, di questi 122.800 per periodi superiori a dieci anni, e 29.900 per<br />

periodi inferiori ai dieci anni, quindi non utili ai benefici previdenziali), n. 189.000<br />

negative, di cui 177.800 per lavoratori INAIL e 11.200 per lavoratori non INAIL; nel<br />

triennio 2004-2006 il totale delle certificazioni emesse è di 114.900.<br />

La ripartizione percentuale per settore lavorativo delle certificazioni positive rilasciate<br />

dall’INAIL (dati aggiornati al maggio 2006) è di 58,4 % per l’industria metalli,<br />

20,3 % per l’industria fabbricazione mezzi di trasporto, 6 % per l’industria dei trasporti,<br />

4,1 % per l’industria meccanica, 2,6 % per l’industria chimica, 1,7 % per l’industria<br />

elettrica, 1,2 % attività immobiliari, 1,1 % costruzioni, 4,6 % per altri settori.<br />

Dalle fonti di bilancio INPS risulta invece una stima di costo medio di un pensio-

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