INFORMAZIONE PREVIDENZIALE - Inps
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568 Risi<br />
della trattativa perché Bruxelles dispone dei mezzi finanziari e politici per concretizzare<br />
le strategie. Responsabilità principale ma non unica perché la frammentazione del fronte<br />
sud condanna a volte le migliori intenzioni. Per accennare ad alcuni filoni di crisi che<br />
si ripercuotono sull’intero processo: l’isolamento che solo ora la Libia cerca di superare<br />
con i negoziati per un accordo di associazione, il primo in assoluto, con l’Unione; la<br />
controversia fra Algeria e Marocco sul Sahara occidentale; la inconsistenza delle organizzazioni<br />
regionali quali l’Unione del Maghreb Arabo e la Lega Araba.<br />
Il Consiglio europeo affronta di nuovo il tema delle migrazioni un anno dopo avere<br />
propugnato l’approccio globale. A dicembre 2006 il Consiglio europeo invita la<br />
Commissione ad applicarlo alle regioni vicine dell’est e del sud ed a tradurlo sul piano<br />
interno in rafforzate misure di cooperazione nella lotta alle immigrazioni illegali.<br />
L’accento si sposta sulla repressione in risposta all’allarme sociale, che si va diffondendo<br />
in Europa, per i focolai di tensione nelle periferie urbane e per la vicenda delle vignette<br />
blasfeme scoppiata in Danimarca in forme tali da mettere in discussione i rapporti fra<br />
Europa e comunità musulmane. Il linguaggio è esplicito: il Consiglio europeo è consapevole<br />
che, nel processo di creazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, l’Unione<br />
si confronta con “costanti e crescenti aspettative dei cittadini, che desiderano vedere<br />
risultati concreti in materia di crimine internazionale e terrorismo nonché di migrazioni”.<br />
Ciò nondimeno l’Unione non si chiude alle migrazioni legali, che procedono lungo il<br />
doppio binario della politica europea e delle politiche nazionali. E naturalmente promuove<br />
l’integrazione ed il dialogo interculturale, sebbene non specifichi se il dialogo riguarda<br />
le comunità presenti nell’Unione o i rapporti fra l’Unione ed i paesi terzi.<br />
Al quadro giuridico articolato fra competenze comunitarie e competenze nazionali<br />
fa riscontro un quadro politico altrettanto articolato fra le esigenze di ordine pubblico<br />
ed il richiamo ai principi democratici dei Trattati istitutivi, che dal 2000 si arricchiscono<br />
della Carta dei diritti fondamentali. La via d’uscita fra la spirale repressiva e la via<br />
democratica sta nel rapporto fra migrazioni e sviluppo. Ma è un rapporto costoso.<br />
4. — La Conferenza di Albufeira 2007<br />
A Lisbona (5 - 6 novembre 2007) i Ministri degli Esteri euro-mediterranei tengono<br />
la loro nona riunione ed adottano conclusioni condivise sui vari punti in agenda con uno<br />
sguardo rivolto alla successiva Conferenza di Albufeira. Riallacciano il filo del partenariato,<br />
messo in tensione dalla crisi del processo di pace in Medio Oriente e dalle altre<br />
crisi regionali, e ripropongono il tema delle migrazioni in relazione sia allo sviluppo sia<br />
all’occupazione. L’obiettivo strategico resta quello di un “quadro di cooperazione regionale”<br />
per valorizzare i vantaggi sociali ed economici delle migrazioni per i paesi di origine,<br />
transito, destinazione, nonché per continuare a contrastare l’immigrazione illegale. I<br />
Ministri degli Esteri danno così il viatico ai colleghi responsabili delle migrazioni.<br />
La Conferenza di Albufeira (18 - 19 novembre 2007) risente dell’alone di evento<br />
storico che la precede. Le conclusioni che adotta hanno un preambolo ampolloso. Al<br />
netto della retorica, il testo individua i quattro pilastri del quarto capitolo di<br />
Barcellona: immigrazione legale; migrazioni e sviluppo; immigrazione illegale; aspetti<br />
finanziari e di procedura. Ciascun pilastro è assortito da una serie di progetti che