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INFORMAZIONE PREVIDENZIALE - Inps

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Note a sentenza 661<br />

la ragioneria ad emettere i mandati di pagamento, solo subordinatamente all’accreditamento<br />

delle somme corrispondenti da parte della Regione Sicilia sicché, costituendo<br />

tale accreditamento la copertura finanziaria dei crediti, il Comune non avrebbe potuto<br />

effettuare i pagamenti né a favore dell’AIAS né, una volta ceduti, a favore dell’INPS, a<br />

ciò ostando le regole della contabilità pubblica.<br />

Occorre, dunque, capire se tale credito possa ritenersi esigibile e, ove al quesito si<br />

dia risposta negativa, se la cessione di un credito inesigibile possa comunque avere efficacia<br />

solutoria dell’obbligazione previdenziale. Inoltre, occorre capire quando un credito<br />

possa considerarsi maturato: questione assolutamente centrale, dato che solo la cessione<br />

di un credito maturato produce l’effetto estintivo (cfr. art 1, co. 9 del d. l. 688/85).<br />

Ora, dalla lettura della scarna motivazione della Suprema Corte si evince un<br />

cambio di rotta rispetto all’impostazione ricavabile dalle passate pronunce, non supportato,<br />

tuttavia, da una ponderata ricognizione di tali questioni. Tale inversione di tendenza,<br />

come si tenterà di mostrare, è però poco condivisibile.<br />

Il riferimento alla esigibilità, spesso accompagnato da quello alla liquidità del<br />

credito, pur essendo richiamato da diverse disposizioni normative (3) non ha una esplicita<br />

definizione legale. Ciò nonostante il concetto di esigibilità ha un significato univoco:<br />

con esso si fa unanimemente riferimento, sia in dottrina sia in giurisprudenza (4),<br />

tanto, tipicamente, alla insussistenza di condizioni sospensive o di termini di pagamento<br />

a favore del debitore quanto, più genericamente, alla insussistenza di impedimenti<br />

giuridici all’esercizio della pretesa creditoria.<br />

Il problema, dunque, è se, nel caso in cui il debitore sia un ente pubblico, nel<br />

novero di tali impedimenti rientri anche l’assenza di un ordine di spesa effettuato tramite<br />

mandato di pagamento così come previsto dall’art. 270 del R.d. n. 827 del 1924.<br />

Secondo un risalente filone interpretativo (5), sorto in tema di obbligazioni pecuniarie<br />

aventi origine contrattuale e termine di scadenza certo (ma il discorso è analogo anche<br />

a fronte di obbligazioni di fonte legale come nel caso di specie), il diritto del privato all’esatto<br />

e tempestivo adempimento non può essere sacrificato dall’esigenza per l’ente pubblico<br />

di rispettare determinate procedure prescritte per l’emissione del titolo di spesa.<br />

Infatti, un’illimitata applicazione del principio secondo cui la pubblica amministrazione<br />

è esonerata dal dovere di eseguire la prestazione nei termini convenzionalmente<br />

o legalmente stabiliti, per la necessità di attendere l’esito dei procedimenti contabili<br />

e dei controlli amministrativi “determinerebbe una ingiustificata e illegittima degradazione<br />

del diritto soggettivo a interesse legittimo per effetto di atti della pubblica<br />

amministrazione emessi in ottemperanza a norme giuridiche che hanno la finalità di<br />

disciplinare l’organizzazione interna degli enti pubblici ma che non conferiscono a questi<br />

il potere di snaturare la posizione soggettiva dei privati” (6). A sostegno di tale indi-<br />

(3) Cfr. artt. 1243 e 1282 c.c..<br />

(4) Cfr. BIANCA, Diritto civile, vol. IV, 1993, pp. 184 e 485; SCHLESINGER, voce Compensazione<br />

(diritto civile), in Noviss. Dig. It., Torino, 1959, p. 723; nella giurisprudenza di legittimità si vedano, in<br />

particolare, Cass. Civ., sez. I, 04 settembre 2004, n. 17909, in Giur. It, 2005, p. 1145; Cass. Civ., sez. I,<br />

24 settembre 2002 n. 13859, in Rep. Giur. It., 2002, voce “Interessi”, n. 13; Cass. Civ., sez. lav., 24 gennaio<br />

1987, n. 690, in Rep. Foro. It., 1987, voce “Contabilità di Stato”, n. 41.<br />

(5) Vedi Cass. Civ., sez.Un., 08 giugno 1985, n. 3451, in Giur. It., I, 1, 1986, p. 430.<br />

(6) Cass. S.U. 3451/1985 cit.

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