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INFORMAZIONE PREVIDENZIALE - Inps

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654 Note a sentenza<br />

aver chiesto ed ottenuto un distinto decreto ingiuntivo per ogni fattura (o gruppo di fatture)<br />

non pagata, ben potendo essa chiedere un solo decreto ingiuntivo per la totalità<br />

del preteso credito - ed ha compensato, quindi, le spese di lite, in ragione appunto della<br />

reciproca soccombenza.<br />

Nel caso di specie le SS.UU. suggeriscono una lettura costituzionalmente orientata<br />

ai principi del giusto processo del dovere di lealtà e probità previsto dall’art. 88 cpc.<br />

Sulla base delle argomentazioni della Corte, vi sarebbe spazio anche per una<br />

rilettura costituzionalmente orientata dell’articolo 96 cpc., che ne ponga il precetto in<br />

correlazione con l’art. 111 della Carta costituzionale.<br />

Tale norma potrebbe essere posta a presidio di tutela del principio di ragionevole<br />

durata del processo sancito dall’art. 111.<br />

L’art. 96 cpc contiene la disciplina della responsabilità processuale aggravata per<br />

mala fede o colpa grave della parte soccombente, la quale si pone con carattere di specialità<br />

rispetto all’art. 2043 cc., di modo che tale responsabilità rientra concettualmente<br />

nel genere della responsabilità per fatti illeciti.<br />

La collocazione dell’art. 96 cpc. nell’ambito del comparto aquiliano comporta<br />

che l’onere della prova debba essere ripartito secondo la regola generale stabilita dall’articolo<br />

2697 cc., per cui colui che intende ottenere il risarcimento dei danni deve<br />

dare la prova sia dell’an che del quantum; il giudice non può liquidare il danno, neppure<br />

equitativamente, se dagli atti non risultino elementi atti ad identificarne concretamente<br />

l’esistenza.<br />

Come è stato osservato nella prassi applicativa questa impostazione ha comportato<br />

una limitata applicazione della norma pur dinanzi ad una palese sussistenza dell’elemento<br />

soggettivo da essa contemplato, ogniqualvolta non si riesca a fornire la deduzione<br />

e la prova del pregiudizio subito.<br />

Alla luce del principio del giusto processo, l’art. 96 cpc, pur inserendosi nel contesto<br />

della disciplina aquiliana, manifesta inoltre una funzione sanzionatoria di una<br />

condotta riprovevole e dannosa per l’intera collettività.<br />

Tale connotato sanzionatorio potrebbe tradursi in una agevolazione, sotto il profilo<br />

dell’allegazione e prova, degli oneri gravanti sul danneggiato.<br />

Come le SS.UU. evidenziano, in un quadro normativo evolutosi nella duplice<br />

direzione, sia di una sempre più accentuata e pervasiva valorizzazione della regola di<br />

correttezza e buona fede - siccome specificativa (nel contesto del rapporto obbligatorio)<br />

degli "inderogabili doveri di solidarietà", il cui adempimento è richiesto dall’art. 2<br />

della Costituzione - sia in relazione al canone del "giusto processo", di cui al novellato<br />

art. 111 della Costituzione, si impone all’interprete una nuova sensibilità ed un diverso<br />

approccio ermeneutico delle norme processuali.<br />

Angela Laganà<br />

Avvocato <strong>Inps</strong>

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