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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione Marzo 2007 Il padre che Dio ha scelto per Sé Salvami Regina
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Marzo 2007<br />
Il padre che Dio<br />
ha scelto per Sé<br />
Salvami Regina
Victor Toniolo<br />
All’annunzio dell’angelo la Vergine<br />
accolse nella fede la tua parola,<br />
e per l’azione mister iosa dello Spirito Santo<br />
concepì e con ineffabile amore portò<br />
in grembo il primogenito dell’umanità nuova,<br />
che doveva compiere le promesse di Israele<br />
e rivelarsi al mondo come il Salvatore atteso dalle genti.<br />
Annunciazione del Barocci –<br />
Pinacoteca Vaticana<br />
(Prefazio <strong>della</strong> Solennità dell’Annunciazione del Signore)
Salvami<br />
Regina<br />
Periodico dell’Associazione<br />
Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />
<strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Anno IX, numero 46, Marzo 2007<br />
Direttore responsabile:<br />
Zuccato Alberto<br />
Redazione e Amministrazione:<br />
Via San Marco, 2A<br />
30034 Mira (VE)<br />
CCP 13805353<br />
Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99<br />
Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione<br />
in Abbonamento Postale - D. L.<br />
353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />
art. 1, comma 2, DR PD<br />
www.araldi.org<br />
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Con la collaborazione<br />
dell’Associazione<br />
Privata Internazionale di Fedeli<br />
di Diritto Pontificio<br />
ArAldi del VAngelo<br />
Consiglio di redazione:<br />
Guy Gabriel de Ridder, Juliane<br />
Vasconcelos A. Campos, Luis Alberto<br />
Blanco Cortés, Mariana Morazzani<br />
Arráiz, Severiano Antonio<br />
de Oliveira<br />
In <strong>It</strong>alia:<br />
Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />
00165 Roma<br />
Tel. sede operativa<br />
a Mira (VE): 041 560 08 91<br />
Montaggio:<br />
Equipe di arti grafiche<br />
degli Araldi del Vangelo<br />
Stampa e rilegatura:<br />
Istituto Veneto di Arti Grafiche<br />
Gli articoli di questa <strong>rivista</strong> potranno essere<br />
riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />
firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.<br />
SommariO<br />
Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />
Il patriarca dei<br />
due testamenti (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />
La voce del Papa –<br />
I bambini e i mezzi<br />
di comunicazione sociale<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />
Commento al Vangelo –<br />
La Legge o la Bontà?<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />
L’uomo che<br />
Dio chiamò papà<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />
Litanie di San Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />
Araldi nel Mondo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />
Un dolce e soave dono:<br />
l’amicizia cristiana<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30<br />
La tomba di San Paolo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33<br />
Gesù Cristo e<br />
il dolore: da quest’unione<br />
è nata la Chiesa<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36<br />
La parola dei Pastori . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38<br />
È accaduto nella Chiesa<br />
e nel mondo<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40<br />
Testimonianze –<br />
“Io ero in prigione e voi<br />
siete venuti da Me”<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45<br />
Storia per bambini…<br />
Don Beppi e la<br />
“Vergine Brutta”- II<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46<br />
I santi di<br />
ogni giorno<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />
Vista d’uccello<br />
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50
Affetto per il prossimo e felicità<br />
Vi ringrazio per avermi inviato la <strong>rivista</strong><br />
Salvami Regina – Araldi del Vangelo.<br />
Prima di andare a dormire leggo<br />
un po’ e scopro quanto tempo ho<br />
perso per non aver letto una <strong>rivista</strong> così<br />
piacevole in vita mia, mi comunica<br />
tanto affetto per il prossimo e felicità.<br />
Gerlando A.<br />
Favara (AG)<br />
La <strong>rivista</strong> nelle carceri<br />
Spero sempre che la Santissima<br />
Madre nostra porti a buon fine questo<br />
mondo che è molto corrotto. Io<br />
vado in visita nelle carceri e porto la<br />
vostra <strong>rivista</strong> mosto istruttiva.<br />
Lina B.<br />
Livorno (LI)<br />
Un piacere per i detenuti<br />
I nostri sinceri ringraziamenti per<br />
il dono <strong>della</strong> prestigiosa pubblicazione<br />
“Araldi del Vangelo” alla Biblioteca<br />
di questa Stabilimento Penitenziale<br />
nel corso dell’anno appena trascorso.<br />
La lettura di questa <strong>rivista</strong> è un<br />
piacere per coloro che, per le più svariate<br />
ragioni, si trovano detenuti, e<br />
vedono nella lettura una forma sublime<br />
di passare il tempo, fatto questo<br />
che ci spinge a dirigerci a Vostra Eccellenza<br />
per sollecitare il rinnovo <strong>della</strong><br />
vostra offerta.<br />
Vitor Rodrigues<br />
Coordinatore dei Servizi di Educazione<br />
Stabilimento Prigionale<br />
Oporto – Portogallo<br />
Spilla <strong>della</strong> Madonna di Fatima<br />
Sono molto devoto alla Madonna<br />
di Fatima, ogni anno il 13 maggio organizzo<br />
i festeggiamenti in suo onore. Ho<br />
il vostro giornale “Salvami Regina –<br />
Scrivono i lettori<br />
Salvami Regina · Marzo 2007<br />
Araldi del Vangelo che trovo stupendo<br />
e ogni volta che lo leggo, mi piace sempre<br />
di più. Ho visto sulla copertina la<br />
bellissima spilla, se era possibile averne<br />
altre, così farò conoscere anche alle<br />
persone questa bellissima effigie, affinché<br />
le persone la possano portare sempre<br />
con loro, e che li possa aiutare nel<br />
cammino, che sia di pace e amore.<br />
Gaetano V.<br />
Acciaroli (SA)<br />
Tutti siamo chiamati<br />
ad essere santi<br />
Mi sono trovata bene con voi, la vostra<br />
<strong>rivista</strong> mi ha tenuto buona compagnia<br />
per tutto l’anno passato. L’aspetto<br />
sempre con ansia perché mi piace<br />
il modo di commentare il Vangelo e le<br />
bellissime Immagini che contemplano<br />
questo capolavoro. Inoltre mi piace<br />
leggere le storie dei Santi, persone come<br />
noi e non extra terrestri come qualcuno<br />
è portato a pensare e cioè che sono<br />
persone prescelte a diventare sante.<br />
In realtà tutti siamo chiamati ad essere<br />
tali. I santi hanno solo amato Gesù con<br />
tutta l’anima, lo hanno seguito fino in<br />
fondo senza voltarsi indietro.<br />
Daniela P.<br />
Campodipietra (CB)<br />
Natale così dolce, vero ed amato<br />
Con le lacrime agli occhi, dopo<br />
aver letto il vostro meraviglioso articolo<br />
“L’incanto del Natale in Germania”,<br />
che mi ha fatto rivivere le intense,<br />
indescrivibile emozioni <strong>della</strong> mia<br />
fanciullezza in Germania, del Natale<br />
così dolce, vero, amato di quando ero<br />
bambina, devo ringraziarvi per il conforto,<br />
la gioia, la “pienezza” che il vostro<br />
giornale sa darmi.<br />
Genny T.<br />
Cercemaggiore (CB)<br />
L’editoriale e il commento<br />
al Vangelo sono speciali<br />
Cortesemente chiedo se mi potete<br />
rispedire il mensile del mese di<br />
dicembre 2006, non riesco più a trovarlo<br />
e avrei piacere conservarlo con<br />
le altre copie in mio possesso, mi<br />
dà modo di approfondire e imparare.<br />
Ritengo interessante l’Editoriale<br />
e commento al Vangelo. Insomma è<br />
una <strong>rivista</strong> che fa piacere avere.<br />
Luciano C.<br />
Verona (VR)<br />
Prego il rosario ogni giorno<br />
con più devozione<br />
È da tempo che volevo ringraziarvi<br />
dei regali che mi avete mandato.<br />
L’emozione più forte è stato quando<br />
ho ricevuto il libretto con il Santo<br />
Rosario. Da quando l’ho ricevuto<br />
prego ogni giorno con più devozione.<br />
Giuseppe P.<br />
Catiglione (TO)<br />
Può migliorare molto<br />
la mia formazione<br />
Ho ricevuto, per mezzo di un amico,<br />
la vostra preziosa Rivista mensile. Dopo<br />
averla letta attentamente, confesso<br />
che mi ha causato una notevole impressione.<br />
Mi rendo conto che essa ha riportato<br />
a galla molte questioni che avevo,<br />
in un certo senso sotterrate, sopite e<br />
quasi dimenticate nel corso degli anni.<br />
Sono convinto che la mia formazione<br />
possa migliorare molto, avendo come<br />
appoggio questo prestigioso strumento.<br />
Per questo desidero abbonarmi.<br />
Javier Pérez<br />
Las Palmas de Gran Canaria, Spagna<br />
Rinforzo nella catechesi<br />
Mi piace leggere tutti gli articoli.<br />
Sono catechista, uso le riviste per rinforzare<br />
certi temi. Quello che ho utilizzato<br />
maggiormente è stato quello<br />
dell’Eucaristia (nell’anno dell’Eucaristia<br />
e anche oggi), nelle mie lezioni<br />
di catechesi, e non solo: come ministra<br />
straordinaria <strong>della</strong> Comunione<br />
agli anziani.<br />
Maria Natália Lima Portela<br />
São Vicente de Lafões, Portogallo
para Si<br />
Poste Poste <strong>It</strong>aliane <strong>It</strong>aliane s.p.a. s.p.a. - - Spedizione Spedizione in in Abbonamento Abbonamento Postale Postale - - D. D. L. L. 353/2003 353/2003 (conv. (conv. in in L. L. 27/02/2004 27/02/2004 n° n° 46) 46) art. art. 1, 1, comma comma 2, 2, DR DR PD PD - - Periodico Periodico dell’Associazione dell’Associazione Madonna Madonna di di Fatima Fatima - - Maria, Maria, Stella Stella <strong>della</strong> <strong>della</strong> Nuova Nuova Evangelizzazione<br />
Evangelizzazione<br />
Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />
Marzo 2007<br />
Il padre che Dio<br />
ha scelto per Sé<br />
Salvami Regina<br />
Statua di<br />
San Giuseppe,<br />
Lima, Perù<br />
(Fotos: Timothy Ring)<br />
E ditoriale<br />
Il patrIarca<br />
deI due testamentI<br />
Se gli uomini potessero vedere Dio come Lui è, in tutto il suo infinito splendore,<br />
la vita non sarebbe una prova, non ci sarebbe neppure bisogno <strong>della</strong> virtù <strong>della</strong><br />
Fede, che c’è data per poter credere in quello che non vediamo. Per credere che<br />
un Dio Si era fatto uomo come noi, forse sarà stato necessario un atto di fede maggiore,<br />
da parte loro, di quello di chi, duemila anni dopo l’Ascensione, è nato ed è stato educato<br />
in seno alla Chiesa Cattolica.<br />
Gli Apostoli, per esempio, convissero per tre anni con il Messia, nella vita di tutti<br />
i giorni, camminando al suo fianco nei viaggi apostolici, osservando le sue reazioni<br />
umane, come la fatica ed il sonno, la fame, la sete, la tristezza o la gioia. Questi<br />
aspetti umani di Gesù causavano in loro una non piccola difficoltà nel vedere in Lui<br />
l’Unigenito di Dio.<br />
È diventata celebre l’indagine fatta da Gesù presso chi Gli era più intimo, durante<br />
un viaggio a Cesarea: “A detta del popolo, chi è il Figlio dell’Uomo?” In quest’occasione<br />
si può verificare quanto le persone in generale, e gli stessi Apostoli, vedessero<br />
in Lui gli aspetti umani, e non la divinità. Soltanto Pietro fu capace di affermare:<br />
“Tu sei il Figlio di Dio”, atteggiamento singolare, per il quale, al di là <strong>della</strong> Fede, fu<br />
necessaria una rivelazione del Padre. Fu allora che Gesù istituì il Papato: “...su questa<br />
pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16, 13-18).<br />
Ma, questo avvenimento veramente grandioso, che si svolse, forse, sul ciglio <strong>della</strong><br />
strada, all’ombra di qualche albero frondoso, mentre si riposavano un po’, per recuperare<br />
le forze prima di proseguire il viaggio.<br />
Chi avesse visto questa scena e non avesse avuto molta fede avrebbe potuto congetturare<br />
che lì stava per nascere un’istituzione destinata ad attraversare la Storia fino<br />
alla fine dei tempi? Assolutamente no. Senza la grazia di Dio, chi ha conosciuto<br />
Gesù a Nazaret, mentre conduceva la vita di un artigiano, non sarebbe stato capace<br />
di vedere in Lui se non il figlio del falegname.<br />
* * *<br />
Attraverso quest’ottica, diventa più facile comprendere uno dei grandi meriti di<br />
San Giuseppe: credere, fin dal primo momento, nonostante le apparenze umane,<br />
che il suo figlio adottivo era il Messia, il Figlio di Dio.<br />
Questa fede gli ha valso la più alta dignità a cui un uomo può aspirare. Essere<br />
sposo di Maria, la Madre di Dio, e padre per diritto, del Figlio di Dio! Che potentato<br />
ha avuto un così grande potere, al punto da dare ordini a Dio? E che re ha avuto<br />
corte tanto sfarzosa da superare la gloria di convivere con persone di tanto alta condizione<br />
come Gesù e Maria?<br />
Ciò nonostante Giuseppe, sebbene fosse discendente di Davide ed esercitasse il<br />
patrio potere sul Figlio di Dio, visse tutta la sua esistenza come un onesto falegname.<br />
Forse, anche, un po’ disprezzato dai suoi conterranei, per il fatto di non aver<br />
ambizione e per essersi rifiutato di riscuotere lucri sproporzionati al suo lavoro, come<br />
avrebbero fatto altri. Tutto, in lui, era apparentemente comune. Tuttavia la sua<br />
fede in Gesù gli conferiva una statura superiore a quella dello stesso Abramo, realizzando<br />
in lui la figura del maggior patriarca dell’Antico Testamento, come anche<br />
<strong>della</strong> Santa Chiesa, nata dal Sacro costato di Cristo.<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina
I bambini e i mezzi<br />
di comunicazione sociale<br />
Le complesse sfide che<br />
l’educazione contemporanea<br />
deve affrontare,<br />
sono spesso collegate alla<br />
diffusa influenza dei<br />
media nel nostro mondo. Come aspetto<br />
del fenomeno <strong>della</strong> globalizzazione<br />
e facilitati dal rapido sviluppo <strong>della</strong> tecnologia,<br />
i media delineano fortemente<br />
l’ambiente culturale (cfr. Giovanni<br />
Paolo II, Lett. ap. Il Rapido Sviluppo,<br />
3). In verità, vi è chi afferma che l’influenza<br />
formativa dei media è in competizione<br />
con quella <strong>della</strong> scuola, <strong>della</strong><br />
Chiesa e, forse, addirittura con quella<br />
<strong>della</strong> famiglia. “Per molte persone, la<br />
realtà corrisponde a ciò che i media definiscono<br />
come tale” (Pontificio Consiglio<br />
delle Comunicazioni Sociali, Aetatis<br />
Novae, 4).<br />
Salvami Regina · Marzo 2007<br />
La voce deL PaPa<br />
La crescente influenza formativa dei mezzi di comunicazione sociale presenta una sfida<br />
ai genitori, alla Chiesa e alla scuola. Impone loro il dovere di insegnare ai bambini a<br />
scegliere la verità, il bene e la bellezza e a rigettare la turpitudine e la volgarità.<br />
Responsabilità dei genitori,<br />
<strong>della</strong> Chiesa e <strong>della</strong> scuola<br />
Il rapporto tra bambini, media ed<br />
educazione può essere considerato<br />
da due prospettive: la formazione dei<br />
bambini da parte dei media e la formazione<br />
dei bambini per rispondere<br />
in modo appropriato ai media. Emer-<br />
ge una specie di reciprocità che punta<br />
alle responsabilità dei media come<br />
industria e al bisogno di una partecipazione<br />
attiva e critica da parte dei<br />
lettori, degli spettatori e degli ascoltatori.<br />
Dentro questo contesto, l’adeguata<br />
formazione ad un uso corretto<br />
dei media è essenziale per lo sviluppo<br />
culturale, morale e spirituale dei<br />
bambini.<br />
In che modo questo bene comune<br />
deve essere protetto e promosso?<br />
Educare i bambini ad essere selettivi<br />
nell’uso dei media è responsabilità<br />
dei genitori, <strong>della</strong> Chiesa e <strong>della</strong><br />
scuola. Il ruolo dei genitori è di primaria<br />
importanza. Essi hanno il diritto<br />
e il dovere di garantire un uso<br />
prudente dei media, formando la<br />
coscienza dei loro bambini affinché<br />
siano in grado di esprimere giudizi<br />
validi e obiettivi che li guideranno<br />
nello scegliere o rifiutare i programmi<br />
proposti (cfr Giovanni Paolo II,<br />
Esort. ap. Familiaris consortio, 76).<br />
Nel fare questo, i genitori dovrebbero<br />
essere incoraggiati e sostenuti<br />
dalla scuola e dalla parrocchia, nella<br />
certezza che questo difficile, seb-<br />
bene gratificante, aspetto dell’essere<br />
genitori è sostenuto dall’intera comunità.<br />
Sulla via <strong>della</strong> bellezza,<br />
<strong>della</strong> verità e <strong>della</strong> bontà<br />
L’educazione ai media dovrebbe<br />
essere positiva. Ponendo i bambini<br />
di fronte a quello che è esteticamente<br />
e moralmente eccellente,<br />
essi vengono aiutati a sviluppare<br />
la propria opinione, la prudenza<br />
e la capacità di discernimento. È<br />
qui importante riconoscere il valore<br />
fondamentale dell’esempio dei<br />
genitori e i vantaggi nell’introdurre<br />
i giovani ai classici <strong>della</strong> letteratura<br />
infantile, alle belle arti e alla<br />
musica nobile. Mentre la letteratura<br />
popolare avrà sempre il proprio<br />
posto nella cultura, la tentazione di<br />
far sensazione non dovrebbe essere<br />
passivamente accettata nei luoghi<br />
di insegnamento. La bellezza, quasi<br />
specchio del divino, ispira e vivifica<br />
i cuori e le menti giovanili, mentre<br />
la bruttezza e la volgarità hanno<br />
un impatto deprimente sugli atteggiamenti<br />
ed i comportamenti.
Osservatore Romano<br />
Nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni, il Papa ha manifestato preoccupazione per l’educazione dei bambini<br />
Come l’educazione in generale,<br />
quella ai media richiede formazione<br />
nell’esercizio <strong>della</strong> libertà. Si tratta<br />
di una responsabilità impegnativa.<br />
Troppo spesso la libertà è presentata<br />
come un’instancabile ricerca del piacere<br />
o di nuove esperienze. Questa<br />
è una condanna, non una liberazione!<br />
La vera libertà non condannerebbe<br />
mai un individuo – soprattutto un<br />
bambino – all’insaziabile ricerca <strong>della</strong><br />
novità. Alla luce <strong>della</strong> verità, l’autentica<br />
libertà viene sperimentata come<br />
una risposta definitiva al “sì” di Dio<br />
all’umanità, chiamandoci a scegliere,<br />
non indiscriminatamente ma deliberatamente,<br />
tutto ciò che è buono, vero<br />
e bello. I genitori sono i guardiani<br />
di questa libertà e, dando gradualmente<br />
una maggiore libertà ai loro<br />
bambini, li introducono alla profonda<br />
gioia <strong>della</strong> vita (cfr. Discorso al V Incontro<br />
Mondiale delle Famiglie, Valencia,<br />
8/7/2006).<br />
Questo desiderio profondamente<br />
sentito di genitori ed insegnanti di<br />
educare i bambini nella via <strong>della</strong> bellezza,<br />
<strong>della</strong> verità e <strong>della</strong> bontà può<br />
essere sostenuto dall’industria dei<br />
media solo nella misura in cui pro-<br />
muove la dignità fondamentale dell’essere<br />
umano, il vero valore del<br />
matrimonio e <strong>della</strong> vita familiare, le<br />
conquiste positive ed i traguardi dell’umanità.<br />
Da qui, la necessità che i<br />
media siano impegnati nell’effettiva<br />
formazione e nel rispetto dell’etica<br />
viene vista con particolare interesse<br />
ed urgenza non solo dai genitori, ma<br />
anche da coloro che hanno un senso<br />
di responsabilità civica.<br />
Esortazione ai responsabili dei<br />
mezzi di comunicazione sociale<br />
Mentre si afferma che molti operatori<br />
dei media vogliono fare quello<br />
che è giusto (cfr. Pontificio Consiglio<br />
delle Comunicazioni Sociali, Etica<br />
nelle comunicazioni sociali, 4), occorre<br />
riconoscere che quanti lavorano<br />
in questo settore si confrontano<br />
con “pressioni psicologiche e dilemmi<br />
etici speciali” (Aetatis Novae, 19)<br />
che a volte vedono la competitività<br />
commerciale costringere i comunicatori<br />
ad abbassare gli standard.<br />
Ogni tendenza a produrre programmi<br />
– compresi film d’animazione<br />
e video games – che in nome<br />
del divertimento esaltano la violen-<br />
za, riflettono comportamenti antisociali<br />
o volgarizzano la sessualità<br />
umana, è per<strong>versione</strong>, ancor di più<br />
quando questi programmi sono rivolti<br />
a bambini e adolescenti. Come<br />
spiegare questo “divertimento”<br />
agli innumerevoli giovani innocenti<br />
che sono nella realtà vittime<br />
<strong>della</strong> violenza, dello sfruttamento<br />
e dell’abuso? A tale proposito, tutti<br />
dovrebbero riflettere sul contrasto<br />
tra Cristo che “prendendoli fra le<br />
braccia [i bambini] e imponendo loro<br />
le mani li benediceva” (Mc 10,16)<br />
e quello che chi scandalizza uno di<br />
questi piccoli per lui “è meglio per<br />
lui che gli sia messa al collo una pietra<br />
da mulino” (Lc 17,2). Faccio<br />
nuovamente appello ai responsabili<br />
dell’industria dei media, affinché<br />
formino ed incoraggino i produttori<br />
a salvaguardare il bene comune, a<br />
sostenere la verità, a proteggere la<br />
dignità umana individuale e a promuovere<br />
il rispetto per le necessità<br />
<strong>della</strong> famiglia.<br />
(Messaggio per la 41ª Giornata<br />
Mondiale delle Comunicazioni<br />
Sociali, 24/1/2007)<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 7
Appello ad una<br />
nuova Evangelizzazione<br />
La vostra presenza qui mi<br />
fa pensare alla V Conferenza<br />
Generale dell’EpiscopatoLatinoamericano<br />
e dei Caraibi, che ho<br />
convocato ad Aparecida, in Brasile, e<br />
che avrò il piacere di inaugurare. (...)<br />
Questa Conferenza, in continuità<br />
con le quattro precedenti, è chiamata<br />
a dare un<br />
rinnovato impulsoall’Evangelizzazione<br />
in questa<br />
vasta regione<br />
del mondo eminentementecattolica,<br />
nella quale<br />
vive gran parte<br />
<strong>della</strong> comunità<br />
dei credenti. È<br />
necessario proclamare<br />
in modo<br />
integrale il<br />
Messaggio <strong>della</strong><br />
Salvezza, affin-<br />
Salvami Regina · Marzo 2007<br />
in America Latina<br />
Le sfide che la Chiesa affronta in America Latina portano il Papa a lanciare,<br />
nella V Conferenza Generale del CELAM, una nuova Evangelizzazione, la quale invita i<br />
cristiani ad essere veri discepoli di Gesù Cristo.<br />
ché riesca ad impregnare<br />
le radici<br />
<strong>della</strong> cultura<br />
e s’incarni nel momento storico latinoamericano<br />
attuale, per rispondere<br />
meglio ai suoi bisogni e alle sue legittime<br />
aspirazioni. (...)<br />
Necessità urgente di una<br />
nuova Evangelizzazione<br />
La Chiesa in America Latina affronta<br />
sfide enormi: il cambiamento<br />
Il Papa, con l’attenzione rivolta al viaggio apostolico in Brasile:<br />
“dare un impulso rinnovato all’evangelizzazione”<br />
culturale generato da una comunicazione<br />
sociale che condiziona i modi di<br />
pensare e i costumi di milioni di persone;<br />
i flussi migratori, con tante ripercussioni<br />
sulla vita familiare e sulla<br />
pratica religiosa nei nuovi ambiti; la<br />
riapparizione di interrogativi su come<br />
i popoli devono assumere la loro memoria<br />
storica e il loro futuro democratico;<br />
la globalizzazione,<br />
il secolarismo,<br />
la povertà<br />
crescente e il deterioramentoeco-<br />
Osservatore Romano<br />
logico, soprattutto<br />
nelle grandi città, e<br />
anche la violenza e<br />
il narcotraffico.<br />
Di fronte a tutto<br />
ciò, si osserva il<br />
bisogno urgente di<br />
una nuova Evangelizzazione,<br />
che<br />
ci spinga ad approfondire<br />
i valori<br />
<strong>della</strong> nostra fede,<br />
affinché siano<br />
linfa e configu-
ino l’identità di questi amati popoli<br />
che un giorno hanno ricevuto la luce<br />
del Vangelo. Perciò risulta opportuno<br />
il tema scelto come guida per<br />
le riflessioni di questa Conferenza:<br />
“Discepoli e missionari di Gesù Cristo,<br />
perché i nostri popoli in Lui abbiano<br />
vita”.<br />
In effetti, la V Conferenza deve<br />
far sì che ogni cristiano divenga un<br />
vero discepolo di Gesù Cristo, inviato<br />
da Lui come apostolo, e, come diceva<br />
Papa Giovanni Paolo II, “non<br />
certo di rievangelizzazione, bensì di<br />
una nuova evangelizzazione. Nuova<br />
nel suo ardore, nei suoi metodi e nelle<br />
sue espressioni”, affinché la Buona<br />
Novella si radichi nella vita e nella<br />
coscienza di tutti gli uomini e le<br />
donne dell’America Latina (Discorso<br />
di apertura <strong>della</strong> XIX Assemblea<br />
del Consiglio dell’Episcopato Latinoamericano,<br />
Port-au-Prince, Haiti,<br />
9 marzo 1983).<br />
Bisogna alimentare la fede<br />
Cari Fratelli, gli uomini e le donne<br />
dell’America Latina hanno una grande<br />
sete di Dio. Quando nella vita delle<br />
comunità si prova la sensazione di<br />
sentirsi orfani rispetto a Dio Padre,<br />
diviene vitale l’opera dei Vescovi, dei<br />
sacerdoti e degli altri agenti di pastorale,<br />
che rendano testimonianza, come<br />
Cristo, del fatto che Dio Padre è<br />
sempre Amore provvidente che si è<br />
rivelato in suo Figlio.<br />
Quando la fede non si alimenta<br />
<strong>della</strong> preghiera e <strong>della</strong> meditazione<br />
<strong>della</strong> Parola divina, quando la vita<br />
sacramentale langue, allora prosperano<br />
le sette e i nuovi gruppi pseudo-religiosi,<br />
provocando l’allontanamento<br />
dalla Chiesa da parte di molti<br />
cattolici. Nel non ricevere risposte<br />
alle loro aspirazioni più profonde,<br />
risposte che potrebbero trovare<br />
nella vita di fede condivisa, si producono<br />
anche situazioni di vuoto spiri-<br />
tuale. Nell’opera evangelizzatrice è<br />
fondamentale ricordare sempre che<br />
il Padre e il Figlio hanno mandato lo<br />
Spirito Santo nella Pentecoste, e che<br />
questo stesso Spirito continua a dare<br />
impulso alla vita <strong>della</strong> Chiesa. Per<br />
questo è importante il senso di appartenenza<br />
ecclesiale, dove il cristiano<br />
cresce e matura nella comunione<br />
con i suoi fratelli, figli di uno stesso<br />
Dio e Padre.<br />
“Io sono la Vita, la Verità e la Vita.<br />
Nessuno viene al Padre se non per<br />
mezzo di me” (Gv 14, 6). Come ha<br />
indicato il mio venerato predecessore<br />
Giovanni Paolo II, “Gesù Cristo<br />
è, dunque, la risposta definitiva alla<br />
domanda sul senso <strong>della</strong> vita, agli<br />
interrogativi fondamentali che assillano<br />
anche oggi tanti uomini e donne<br />
del Continente americano” (Esortazione<br />
Apostolica Ecclesia in America,<br />
n. 10). Solo vivendo intensamente<br />
il loro amore per Gesù Cristo e<br />
dedicandosi generosamente al servizio<br />
<strong>della</strong> carità, i suoi discepoli saranno<br />
testimoni eloquenti e credibili<br />
dell’immenso amore di Dio per ogni<br />
essere umano. In tal modo, amando<br />
con lo stesso amore di Dio, diventeranno<br />
agenti <strong>della</strong> trasformazione<br />
del mondo, instaurando in esso una<br />
nuova civiltà, che l’amato Papa Paolo<br />
VI chiamava giustamente “la civiltà<br />
dell’amore”.<br />
Vivere in coerenza con la fede<br />
Per il futuro <strong>della</strong> Chiesa in America<br />
Latina e nei Caraibi è importante<br />
che i cristiani approfondiscano e<br />
assumano lo stile di vita proprio dei<br />
discepoli di Gesù: semplice e gioioso,<br />
con una fede salda radicata nel più intimo<br />
del loro cuore e alimentata dalla<br />
preghiera e dai sacramenti. In effetti<br />
la fede cristiana si nutre soprattutto<br />
<strong>della</strong> celebrazione domenicale dell’Eucaristia,<br />
nella quale si realizza un<br />
incontro comunitario, unito e specia-<br />
le con Cristo, con la sua vita e la sua<br />
parola.<br />
Il vero discepolo cresce e matura<br />
nella famiglia, nella comunità parrocchiale<br />
e diocesana; diviene missionario<br />
quando annuncia la persona di<br />
Cristo e il suo Vangelo in tutti gli ambiti:<br />
la scuola, l’economia, la cultura,<br />
la politica e i mezzi di comunicazione<br />
sociale. In modo particolare, i<br />
frequenti fenomeni di sfruttamento e<br />
ingiustizia, di corruzione e violenza,<br />
sono un appello pressante affinché i<br />
cristiani vivano con coerenza la loro<br />
fede e si sforzino di ricevere una salda<br />
formazione dottrinale e spirituale,<br />
contribuendo così all’edificazione<br />
di una società più giusta, più umana<br />
e cristiana.<br />
È un dovere importante incoraggiare<br />
i cristiani affinché, animati dal loro<br />
spirito di fede e di carità, si adoperino<br />
instancabilmente per offrire nuove<br />
opportunità a quanti vivono nella povertà<br />
o nelle zone periferiche più abbandonate,<br />
affinché possano essere<br />
protagonisti attivi del proprio sviluppo,<br />
portando loro un messaggio di fede,<br />
di speranza e di solidarietà. (...)<br />
Chiediamo a Maria, modello di<br />
madre nella Santa Famiglia e Madre<br />
<strong>della</strong> Chiesa, Stella dell’Evangelizzazione,<br />
di guidare con la sua intercessione<br />
materna le comunità ecclesiali<br />
dell’America Latina e dei Caraibi<br />
e di assistere i partecipanti alla<br />
V Conferenza affinché trovino le vie<br />
più adeguate perché quei popoli abbiano<br />
la vita in Cristo ed edifichino,<br />
nel cosiddetto “Continente <strong>della</strong> speranza”,<br />
un futuro degno per ogni uomo<br />
e ogni donna. Vi incoraggio tutti<br />
nel vostro lavoro e vi imparto di cuore<br />
la mia Benedizione Apostolica.<br />
(Discorso ai partecipanti<br />
<strong>della</strong> Riunione Plenaria <strong>della</strong><br />
Pontificia Commissione per<br />
l’America Latina, 20/1/2007)<br />
Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La <strong>versione</strong> integrale di<br />
questi documenti può essere trovata in www.salvamiregina.it/lavocedelpapa<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina
La Legge o la Bontà?<br />
10 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
commento aL vangeLo – 5ª domenica di Quaresima<br />
Nell’episodio <strong>della</strong> donna adultera, gli evangelisti non rivelano tutto<br />
quanto era sotteso alla trama ordita dai farisei per collocare Gesù<br />
di fronte al seguente dilemma: condannare la peccatrice a morte,<br />
violando la legge romana, o salvarle la vita, screditando la Legge<br />
di Mosè. Gesù ha proclamato una sentenza di misericordia.<br />
I – Gesù è venuto<br />
a perdonare<br />
I Vangeli sono il testamento <strong>della</strong><br />
Misericordia. L’annuncio del<br />
maggior atto di bontà che ci sia stato<br />
in tutta l’opera <strong>della</strong> creazione –<br />
l’Incarnazione del Verbo – è il fron-<br />
Padre João Scognamiglio Clá Dias<br />
Presidente Generale<br />
1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.<br />
2 Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e<br />
tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi,<br />
li ammaestrava. 3 Allora gli scribi e i farisei<br />
gli conducono una donna sorpresa in adulterio<br />
e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: “Maestro,<br />
questa donna è stata sorpresa in flagrante<br />
adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato<br />
di lapidare donne come questa. Tu<br />
che ne dici?”. 6 Questo dicevano per metterlo<br />
alla prova e per avere di che accusarlo. Ma<br />
Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per<br />
tespizio, l’apertura <strong>della</strong> sua narrazione.<br />
La forma brillante con cui<br />
questa termina ci lascia senza sapere<br />
se non è ancora più bella e commovente:<br />
la crocifissione e morte di<br />
Gesù per ristabilire l’armonia tra<br />
Dio e l’umanità.<br />
a Vangelo A<br />
La Bontà divina unisce sostanziosamente<br />
questi due estremi, la Grotta<br />
di Betlemme e il Calvario, attraverso<br />
una sequenza ricchissima di avvenimenti<br />
traboccanti d’amore per i miserabili:<br />
“Infatti il Figlio dell’Uomo è venuto<br />
a cercare e a salvare quello che era<br />
terra. 7 E siccome insistevano nell’interrogarlo,<br />
alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza<br />
peccato, scagli per primo la pietra contro di<br />
lei”. 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.<br />
9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno<br />
per uno, cominciando dai più anziani fino agli<br />
ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in<br />
mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna,<br />
dove sono? Nessuno ti ha condannata?”.<br />
11 Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù<br />
le disse: “Neanch’io ti condanno; và e d’ora in<br />
poi non peccare più” (Gv 8, 1-11)..
Timothy Ring<br />
La donna adultera è condotta davanti a Gesù, che smonta la trama dei farisei<br />
perduto” (Lc 19, 10). Questa gioia che<br />
Gesù ha nel perdonare traspare nelle<br />
dottrine, nei consigli e persino nelle<br />
parabole da Lui elaborate con lo scopo<br />
preciso che i suoi ascoltatori comprendano<br />
meglio la sua misericordia.<br />
In quest’ottica sono da leggere le parabole<br />
del figliol prodigo (Lc 15, 11-<br />
32), quella <strong>della</strong> pecorella smarrita<br />
(Lc 15, 4-7) e quella <strong>della</strong> dracma perduta<br />
(Lc 15, 8-10). L’euforia di coloro<br />
che incontra, in ognuno di questi tre<br />
casi, riflette la contentezza dello stesso<br />
Cristo nel promuovere il ritorno di<br />
un’anima sulla via <strong>della</strong> grazia.<br />
Cristo e l’adultera – Cattedrale di Avila, Spagna<br />
Egli è il Buon Pastore che prende<br />
la pecorella, la quale imprudentemente<br />
si era staccata dal gregge e la riconduce<br />
all’ovile, al fine di infonderle<br />
nuova vita in una maniera sovrabbondante.<br />
Egli la porta sulle sue stesse<br />
spalle, mentre i Cieli si riempiono di<br />
un giubilo persino maggiore di quello<br />
causato dalla stessa perseveranza dei<br />
giusti (cfr. Gv. 10, 11-16; Lc 15, 4-7).<br />
All’interno di quest’atmosfera<br />
d’amore, non abbiamo mai visto Gesù,<br />
nel corso <strong>della</strong> sua vita pubblica,<br />
assumere il minimo atteggiamento dispregiativo<br />
nei confronti di chicches-<br />
sia: samaritani, centurione, cananei,<br />
pubblicani, ecc. A tutti invariabilmente<br />
si rivolgeva con divina attenzione e<br />
affetto: “Imparate da Me che sono mite<br />
e umile di cuore”(Mt 11, 29). Nessuno<br />
si è avvicinato a Lui in cerca di una<br />
guarigione, di un perdono o consolazione,<br />
senza essere pienamente esaudito.<br />
Tale è stato il suo infinito impegno<br />
a fare il bene, soprattutto ai più<br />
bisognosi: “Non sono venuto per chiamare<br />
i giusti, ma i peccatori”(Mc 2, 17);<br />
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;<br />
per questo mi ha consacrato con l’unzione,<br />
e mi ha mandato (...), per predi-<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 11
Timothy Ring<br />
care un anno di grazia del Signore” (Lc<br />
4, 18-19). Lo stesso Apostolo dirà più<br />
tardi: “Cristo Gesù è venuto nel mondo<br />
per salvare i peccatori e di questi il primo<br />
sono io.” (1º Tm 1, 15).<br />
Malizia dei farisei<br />
Come “è bello durante la notte credere<br />
nella luce” ( 1 ), così la Bontà sostanziale<br />
di Gesù diventa ancor più luminosa<br />
ai nostri occhi quando si trova in<br />
contrasto con un’opposizione tutta fatta<br />
di malizia. Questa noi la incontriamo,<br />
radicale e costante, dall’inizio alla<br />
fine del Vangelo. Già il Precursore,<br />
nel distinguere tra coloro che lo circondavano<br />
alcuni farisei, li aveva rimproverati:<br />
“Razza di vipere! Chi vi ha suggerito<br />
di sottrarvi all’ira imminente? (...)<br />
Non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo<br />
Abramo per padre!” (Mt 3, 7-9).<br />
Sono così numerose le invettive<br />
degli scribi e farisei contro Gesù, in<br />
virtù <strong>della</strong> sua misericordia, che riprodurremmo<br />
una buona parte dei<br />
Vangeli se cercassimo di essere minuziosi<br />
nelle citazioni a questo riguardo.<br />
Ricordiamo il passo in cui essi arrivano<br />
a chiamarLo posseduto del demonio<br />
(Gv 8, 52; 10, 20; Lc 11, 15), distorcono<br />
le sue parole e affermazioni<br />
(Mc 14, 58), Lo perseguitano con<br />
12 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
I farisei che accusavano l’adultera si sentono accusati da Gesù<br />
intensità crescente (Gv capp.7-11) fino<br />
a condannarLo a morte, e Lo accusano<br />
di essere rivoluzionario, perché,<br />
secondo loro, sollevava il popolo<br />
contro il potere civile e affermava<br />
che non doveva essere pagata l’imposta<br />
all’imperatore (Lc 23, 2).<br />
È nello scontro<br />
tra la Bontà<br />
infinita e il falso<br />
amore alla Legge<br />
che si svolge<br />
il dramma del<br />
Vangelo di oggi<br />
Gesù, la Misericordia sostanziale,<br />
non è meno duro verso di loro.<br />
“Se aveste compreso che cosa significa:<br />
Misericordia io voglio e non sacrificio,<br />
non avreste condannato individui senza<br />
colpa “ (Mt. 12, 7). Per sette volte,<br />
Gesù li chiama ipocriti, con l’espressione:<br />
“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti”,<br />
per attribuire loro – ogni volta<br />
–un peccato (cfr. Mt 23, 13-29).<br />
Odio contro la bontà di Gesù<br />
Questa indisposizione farisaica<br />
contro Gesù aveva come motivo<br />
implicito la sua infinita misericordia,<br />
virtù specifica di Dio: “Chi è da<br />
Dio ascolta le parole di Dio: per questo<br />
voi non le ascoltate, perché non siete<br />
da Dio” (Gv 8, 47). E, soprattutto,<br />
perché non volevano essere veri figli<br />
di Dio, ma piuttosto figli del diavolo<br />
(Gv 8, 44). Oltre a questa terribile<br />
ascendenza che è loro attribuita da<br />
Gesù, ricevono anche il titolo di “ladri”<br />
(Gv 10, 10), “omicida” (id), “vipere”<br />
(Mt 12, 34).<br />
Ora, l’odio farisaico contro la Bontà<br />
si dovrebbe anche riflettere nella repulsione<br />
che manifestavano in relazione<br />
ai bisognosi. È quindi nel contrasto<br />
con l’acidità dei farisei e scribi contro i<br />
peccatori che vediamo risplendere ancor<br />
più la Bontà di Cristo. Essa diventa<br />
storica quando arriva ai limiti estremi<br />
di assolvere una Maddalena (Lc 7,<br />
47 – 48) o, in cima al Calvario, il buon<br />
ladrone (Lc 23, 43).<br />
I farisei si indignavano contro questi<br />
atteggiamenti di Gesù perché il loro<br />
puritanesimo procedeva da una<br />
falsa giustizia, tutta fatta di orgoglio,<br />
e per questo si allontanavano dai miserabili,<br />
li disprezzavano e non mo-
stravano mai sentimenti di compassione<br />
verso qualsiasi bisognoso.<br />
È nello scontro tra la Bontà infinita<br />
e il falso amore alla Legge che si<br />
svolge il dramma del Vangelo di oggi.<br />
II – L’epIsodIo deLLa<br />
donna aduLtera<br />
1 Gesù si avviò allora verso il<br />
monte degli Ulivi.<br />
Secondo quanto dice Alcuino ( 2 ),<br />
Gesù passava il giorno predicando nel<br />
Tempio di Gerusalemme e, all’imbrunire,<br />
ritornava a Betania per riposare<br />
in casa di Lazzaro. Secondo questo<br />
versetto, in quell’occasione, siccome<br />
era l’ultima sera di festa, è possibile<br />
che Gesù abbia passato la notte in preghiera,<br />
al Monte degli Ulivi. Chi commenta<br />
meglio questo passo è Don Andrés<br />
Fernandez Truyols, SJ: “Terminato<br />
il ministero apostolico di ogni giorno, reso<br />
più arduo dalle discussioni alle quali<br />
i suoi eterni avversari lo obbligavano,<br />
e che non gli lasciavano un momento di<br />
riposo, mentre i suoi ascoltatori tornavano<br />
ognuno alla loro casa, Gesù si ritirò<br />
sul monte degli Ulivi. Non sembra che si<br />
sia allontanato fino a Betania, cosa che<br />
sarebbe stata probabilmente indicata<br />
dall’autore. La cosa più probabile è che<br />
abbia passato la notte in una tenda o in<br />
una grotta; forse in quella che fu considerata<br />
da molti come la Grotta dell’Agonia<br />
o, caso mai, in quella che si trova quasi<br />
in cima al monte, e che la tradizione<br />
ha consacrato come la cattedra degli insegnamenti<br />
di Gesù, sulla quale Sant’Elena<br />
ha edificato una basilica. In questo<br />
modo, tanto dall’una come dall’altra,<br />
Gesù poteva dirigersi rapidamente al<br />
Tempio attraverso la porta orientale, che<br />
doveva coincidere più o meno con quella<br />
oggi chiamata Porta d’Oro. Del resto,<br />
il Monte degli Ulivi era un luogo familiare<br />
a Gesù” ( 3 ).<br />
2 Ma all’alba si recò di nuovo nel<br />
tempio e tutto il popolo andava<br />
da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.<br />
Nessuno potrà mai immaginare<br />
l’irresistibile forza d’attrazione esercitata<br />
da Gesù nei confronti di chi Lo<br />
veniva a conoscere. Di questa ne danno<br />
un’idea i Vangeli, che costituiscono<br />
mere sintesi di meraviglie indescrivibili.<br />
Tale è il suo impegno a fare<br />
il bene che, subito alle prime luci dell’alba,<br />
Egli va al Tempio, sicuramente<br />
già seguito da altri lungo il cammino.<br />
Al suo ingresso tutti convergono<br />
intorno a Lui per ascoltarLo. Era<br />
l’inizio di una nuova lunga giornata<br />
di predicazione in forma di conversazione,<br />
nella quale avrebbero potuto<br />
prender parte attiva, con domande<br />
o commenti, ognuno dei presenti, in<br />
un’atmosfera del tutto amena e familiare.<br />
Per questo, Egli si Sedette e co-<br />
Che cosa<br />
sarebbe accaduto<br />
all’uomo<br />
implicato nella<br />
medesima colpa?<br />
“Se uno commette<br />
adulterio con<br />
la moglie del<br />
suo prossimo,<br />
l’adultero<br />
e l’adultera<br />
dovranno esser<br />
messi a morte”<br />
(Lc 20, 10)<br />
minciò ad insegnare. All’improvviso,<br />
quel sacro convivio fu interrotto da<br />
un fatto insolito.<br />
L’adultera viene<br />
presentata a Gesù<br />
3 Allora gli scribi e i farisei gli<br />
conducono una donna sorpresa in<br />
adulterio e, postala nel mezzo ...<br />
L’adultera fu collocata al centro<br />
<strong>della</strong> moltitudine, affinché fosse giudicata,<br />
come autrice di un crimine e,<br />
in questo modo, ipso facto, stabilirono<br />
Gesù come giudice.<br />
Questo fatto, inevitabilmente, solleva<br />
un’importante questione: che cosa<br />
sarà mai accaduto all’uomo implicato<br />
nella medesima colpa?Quale la ragione<br />
per cui lui non è stato presentato a Gesù,<br />
in quest’occasione? Ora, il testo <strong>della</strong><br />
Scrittura è perentorio sull’obbligatorietà<br />
<strong>della</strong> punizione per entrambi: “Se<br />
uno commette adulterio con la moglie<br />
del suo prossimo, l’adultero e l’adultera<br />
dovranno esser messi a morte”(Lv 20,<br />
10); o ancora : “Quando un uomo verrà<br />
colto in fallo con una donna maritata,<br />
tutti e due dovranno morire: l’uomo che<br />
ha peccato con la donna e la donna. Così<br />
toglierai il male da Israele” (Dt 22, 22).<br />
Gli autori sollevano varie ipotesi<br />
a questo riguardo; non ne troviamo,<br />
tuttavia, nessuna che porti all’estremo<br />
la sfiducia in relazione alla perfidia di<br />
quegli scribi e farisei. Ci sia permesso,<br />
conoscendo la consumata cattiveria<br />
che era loro caratteristica, sollevare<br />
un sospetto sulla “fuga” del colpevole<br />
adultero: non sarà stato egli complice<br />
dei suoi mandanti in modo che conseguissero<br />
un flagrante? In questo caso,<br />
probabilmente, l’adultera sarebbe stata<br />
indotta al crimine, lasciandosi coinvolgere<br />
più per ingenuità e per l’inclinazione<br />
delle sue passioni, che per dolo.<br />
Arriva qui la domanda classica:<br />
“A chi ha giovato il crimine?” Già all’epoca<br />
di Daniele, gli accusatori non<br />
erano riusciti ad acciuffare il presunto<br />
socio di Susanna nell’adulterio calunniosamente<br />
inventato dai due giudici<br />
anziani. Nel caso del Vangelo di<br />
oggi, chi era il criminale? La donna<br />
si sarebbe rifiutata di dichiararlo? Ci<br />
sorprende la facilità con cui gli scribi<br />
e i farisei hanno trovato un’adultera,<br />
che si era introdotta nel Tempio, proprio<br />
a quell’ora e in tali circostanze,<br />
tanto favorevoli per architettare una<br />
scena show che coinvolgesse Gesù.<br />
Si aggiunga quest’altro dato: due<br />
creature umane, adulte, che andas-<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 13
sero a perpetrare un crimine punito<br />
con la pena di morte immediata, per<br />
quanto primitive fossero, avrebbero<br />
cercato di proteggersi da quel rischio<br />
di essere colti in flagrante. Ora, il caso<br />
in questione si realizzò in condizioni<br />
tali da far pensare che difficilmente<br />
non sia stato pianificato da terzi,<br />
interessati al suo conseguimento.<br />
I farisei invocano una<br />
legge in disuso<br />
4 gli dicono: “Maestro, questa<br />
donna è stata sorpresa in flagrante<br />
adulterio. 5 Ora Mosè, nella<br />
Legge, ci ha comandato di lapidare<br />
donne come questa. Tu che ne<br />
dici?”. 6 Questo dicevano per metterlo<br />
alla prova e per avere di che<br />
accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si<br />
mise a scrivere col dito per terra.<br />
L’espressione “sorpresa in flagrante<br />
adulterio” conferisce ancor più sostanza<br />
all’ipotesi di un crimine pianificato<br />
da varie persone, con uno scopo che diventerà<br />
esplicito nella rivelazione contenuta<br />
nel versetto seguente. Oltretutto,<br />
l’affermazione fortemente categorica<br />
da parte loro evitava che fossero accusati<br />
da Gesù rispetto alle prove, perché<br />
neppure la donna stessa cercava<br />
di difendersi. Forse, per la delicatezza<br />
<strong>della</strong> sua anima femminile, non faceva<br />
neppure delle insinuazioni su chi fosse<br />
il suo complice in quel crimine.<br />
Flavio Giuseppe, famoso storico<br />
giudeo di quei tempi – e dunque, in<br />
un certo modo, insospettabile -, ci racconta<br />
che era caduta in disuso la legge<br />
che puniva con la pena di morte i rei<br />
condannati per questo tipo di crimine.<br />
Rigorismo in mezzo alla<br />
rilassatezza generale dei costumi<br />
Sotto il regno di Erode, la corruzione<br />
dei costumi a Gerusalemme era<br />
giunta ai limiti estremi. Chissà se questa<br />
era una circostanza propizia ai farisei<br />
e scribi per creare, in Gesù, l’impasse<br />
di come procedere in quel caso<br />
di adulterio. Comunque sia, “sotto<br />
l’apparenza dello zelo per la Legge, que-<br />
1 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
gli uomini ipocriti e vendicativi preparavano<br />
a Gesù una trappola mal dissimulata:<br />
Erano sicuri che Colui che chiamavano<br />
ironicamente con l’epiteto di<br />
‘amico di peccatori e pubblicani’ Si sarebbe<br />
mostrato indulgente con la colpevole;<br />
ed allora essi Lo avrebbero accusato<br />
di violare la Legge divina in un<br />
punto fondamentale” ( 4 ).<br />
Sulla stessa linea, commenta Don<br />
Andrés Fernandez Truyols, SJ: “ La<br />
domanda, apparentemente rispettosa e<br />
persino onorifica per Gesù, era in realtà<br />
insidiosa. Se Lui si fosse pronunciato<br />
per il castigo, lo avrebbero tacciato di<br />
essere duro; se avesse assolto, sarebbe<br />
stato accusato di violare la Legge” ( 5 ).<br />
D’altra parte, vale la pena osservare<br />
il contrasto tra i fedeli, che ascoltano<br />
estasiati le parole del Salvatore, e la<br />
Decidendo per<br />
l’una o l’altra<br />
soluzione, Gesù,<br />
o si sarebbe<br />
sollevato contro il<br />
potere romano, o si<br />
sarebbe dichiarato<br />
in disaccordo<br />
rispetto a Mosè e,<br />
pertanto, rispetto<br />
al Sinedrio<br />
furia dei dottori <strong>della</strong> Legge e dei farisei<br />
nel condannare Gesù. “Mentre i pacifici<br />
e i semplici ammiravano le parole<br />
del Salvatore, gli scribi e i farisei Gli facevano<br />
domande, non per apprendere,<br />
ma per ordire trappole alla verità” ( 6 ).<br />
Vogliono rendere Gesù reo<br />
<strong>della</strong> sua stessa sentenza<br />
È diventato famoso il dilemma<br />
creato dai farisei a proposito del pagamento<br />
dell’imposta, se a Cesare o al<br />
Tempio. Quel “rendete dunque a Cesa-<br />
re quello che è di Cesare e a Dio quello<br />
che è di Dio”(Mt 22, 21) ha segnato<br />
la Storia. Il caso portato alla luce dalla<br />
Liturgia di oggi fu montato con un’abilità<br />
di gran lunga maggiore. Decidendo<br />
per l’una o l’altra soluzione, Gesù,<br />
o si sarebbe sollevato contro il potere<br />
romano, o si sarebbe dichiarato discordante<br />
rispetto a Mosè e, pertanto,<br />
rispetto al Sinedrio. Se la sua sentenza<br />
fosse stata a favore <strong>della</strong> lapidazione,<br />
sicuramente i suoi nemici avrebbero<br />
cercato di consegnarLo a Pilato con<br />
l’accusa di aver violato la legge imposta<br />
da Roma alle province conquistate<br />
e alle sue suffragane: il diritto di vita e<br />
di morte gli apparteneva con esclusività.<br />
Senza contare che avrebbero avuto<br />
elementi per sollevare il popolo contro<br />
la sua radicalità e intransigenza.<br />
Gesù contro Mosè...<br />
Se Gesù l’avesse assolta, avrebbero<br />
fomentato i fedeli per il fatto che Lui<br />
si opponeva alla Legge di Mosè e Lo<br />
avrebbero trascinato al Sinedrio per essere<br />
scomunicato e consegnato all’autorità<br />
romana. Probabilmente, “volevano<br />
mettere Cristo in opposizione con la<br />
Legge di Mosè, dando ad intendere che<br />
Lo consideravano un altro Mosè, il quale<br />
portava una legge più perfetta di quella<br />
del primo. Tutto era fatto per incentivar-<br />
Lo e provocarLo, in modo che Lui prendesse<br />
posizione contro la Legge di Mosè,<br />
dando loro l’occasione di accusarLo.<br />
Che dici Tu a questo? Contrapponendolo<br />
a Mosè, come se Lo elevassero al di<br />
sopra di Mosè. Tu, che sei più grande di<br />
Mosè, a cui non si applicano le sue leggi,<br />
perché non ne promulghi un’altra migliore<br />
e più perfetta, che ne dici? Approvi<br />
o disapprovi la sentenza <strong>della</strong> legge mosaica?<br />
Con tutti i mezzi, cercano di metterLo<br />
nella tentazione di dire qualcosa<br />
contro Mosè, di fronte a tutto quel pubblico,<br />
visto che Lo riconoscono come superiore<br />
al grande legislatore ( 7 ).<br />
Gesù risponde per iscritto<br />
Richiama moltissimo all’attenzione<br />
l’inedita attitudine del Divino Maestro,<br />
di chinarsi, rimanendo seduto,
per mettersi a scrivere “col dito sulla<br />
terra”. Gesù si trovava vicino al cortile<br />
delle donne, nella galleria del Tesoro, e<br />
non sappiamo in che modo fosse fatto<br />
il pavimento di questo locale. Comunque<br />
sia, probabilmente quanto scritto<br />
avrebbe avuto la possibilità di essere<br />
letto da altri. Consideriamo<br />
il fatto che<br />
gli scribi e i farisei si<br />
fossero sistemati vicino<br />
a Nostro Signore<br />
e che, inoltre, fossero<br />
in piedi, quindi<br />
in una posizione per<br />
cui non era difficile<br />
per loro leggere i caratteri<br />
che Egli aveva<br />
disegnato. Gesù<br />
che scrive. In tutta la<br />
narrazione dei Vangeli<br />
è l’unica occasione<br />
in cui questo<br />
avviene. Come possiamo<br />
immaginare<br />
la forma delle lettere<br />
e la sequenza delle<br />
parole? Evidentemente,<br />
saranno sicuramente<br />
state le più<br />
belle tra tutte quelle<br />
possibili. Qualcosa<br />
di leggibile sarebbe<br />
dovuto rimanere<br />
per terra, forse impresso<br />
sulla stessa<br />
polvere <strong>della</strong> strada.<br />
Che cosa avrà scritto<br />
Lui in quel momento?<br />
Più avanti<br />
tratteremo di questo particolare.<br />
Timothy Ring<br />
Gesù solleva la questione dal<br />
piano giuridico a quello morale<br />
7 E siccome insistevano nell’interrogarlo,<br />
alzò il capo e disse loro:<br />
“Chi di voi è senza peccato, scagli<br />
per primo la pietra contro di lei”.<br />
Nel Deuteronomio troviamo la<br />
chiara obbligatorietà che il primo testimone<br />
di un crimine, punito con la<br />
pena di morte, lanci la prima pietra:<br />
“Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia<br />
la prima contro di lui per metterlo a<br />
morte; poi la mano di tutto il popolo”<br />
(Dt 13, 10). O, come più avanti: “La<br />
mano dei testimoni sarà la prima contro<br />
di lui per farlo morire; poi la mano<br />
di tutto il popolo” ( Dt 17, 7).<br />
Che cosa avrà scritto Gesù per terra?<br />
Davanti al Signore si trovavano<br />
maestri <strong>della</strong> Legge e farisei, esperti<br />
nel dominio di queste conoscenze<br />
relative alla giurisprudenza. Pertanto,<br />
Gesù non si tira indietro, pronuncia<br />
la sentenza, ma, a proposito <strong>della</strong><br />
sua esecuzione, approfitta dell’occasione<br />
per trasferire la problematica<br />
dal campo giuridico ad un piano molto<br />
più elevato, ossia, a quello morale.<br />
Frase divinamente celebre, se essa<br />
fosse impressa in forma indelebile nei<br />
nostri cuori, saremmo convinti <strong>della</strong><br />
nostra indegnità, <strong>della</strong> nostra insufficienza,<br />
dei nostri peccati, ecc., e non<br />
saremmo aspri con nessuno, e neppure<br />
rimprovereremmo con durezza di<br />
cuore i colpevoli. Dolcezza, umiltà e<br />
compassione costituirebbero l’essenza<br />
del nostro relazionarci con gli altri, e<br />
così, attireremmo la<br />
benevolenza di Dio<br />
e saremmo causa<br />
di edificazione del<br />
prossimo.<br />
“Credo che Cristo<br />
abbia voluto criticarli,<br />
e non solo dava a<br />
intendere che potevano<br />
peccare, in quanto<br />
uomini, e che erano<br />
peccatori di fatto<br />
– in altre parole, che<br />
erano macchiati di<br />
peccati come la generalità<br />
degli uomini<br />
– ma anche che erano<br />
ipocriti: pieni di<br />
iniquità nel loro intimo,<br />
mentre all’esterno<br />
fingevano santità<br />
e zelo religioso, occupandosi<br />
<strong>della</strong> lapidazione<br />
di quella donna.<br />
Li ha rimproverati<br />
come in quell’altra<br />
occasione in cui<br />
li ha chiamati sepolcri<br />
imbiancati (Mt<br />
23, 27). Li ha feriti,<br />
pertanto, nell’intimo<br />
<strong>della</strong> coscienza,<br />
quando ha detto<br />
loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli<br />
per primo la pietra contro di lei’, dando<br />
a intendere che essi erano colpevoli<br />
di quel peccato o di altri più grandi. Ma<br />
questa accusa è tanto accorta che non<br />
sembra essere Lui che la fa, ma la coscienza<br />
di ognuno di loro. Il Salvatore li<br />
rimette alle loro stesse coscienze, stabilendole<br />
come giudici, come se Lui ignorasse<br />
ciò che c’era in esse. In certo modo,<br />
è proprio del diritto naturale che chi<br />
accusa o condanna qualcuno sia libero<br />
dal peccato che gli rimprovera” ( 8 ).<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 1
Sergio Hollmann<br />
“Nessuno ti ha condannata?”. Va’ e d’ora in poi non<br />
peccare più” – disse Gesù alla peccatrice<br />
Può un uomo giudicare<br />
un altro uomo?<br />
Cristo e l’adultera – Cattedrale di Salamanca, Spagna<br />
È insuperabilmente magistrale questa<br />
risposta di Nostro Signore, dunque<br />
Egli non assume la funzione di giudice,<br />
che gli avevano offerto gli scribi e i farisei,<br />
quanto piuttosto quella di Maestro,<br />
conforme al titolo utilizzato da loro nel<br />
proporGli il giudizio (v.4). Come Altissimo<br />
Consigliere, Gesù ricorda loro<br />
che un giudice, nonostante i suoi peccati<br />
o colpe, può – e anzi deve – giudicare<br />
e condannare, se fosse necessario;<br />
1 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
tuttavia, solleva loro uno spinoso problema:<br />
può un peccatore essere l’esecutore<br />
<strong>della</strong> giustizia di Dio?<br />
L’unico, vero e competente Giudice<br />
è Nostro Signore Gesù Cristo: “Il Padre<br />
infatti non giudica nessuno ma ha<br />
rimesso ogni giudizio al Figlio” ( Gv 5,<br />
22). Tutti coloro che in forma competente<br />
giudicano un altro uomo, per diritto<br />
naturale, positivo o divino, lo fanno<br />
per delega di Gesù. Quella sentenza<br />
morale lanciata contro uomini orgogliosi<br />
che ipocritamente si reputa-<br />
vano santi e immacolati, di per se stessa<br />
non li avrebbe trattenuti nella loro<br />
determinazione a far rispettare la<br />
Legge, se questo fosse stato realmente<br />
il loro obiettivo esclusivo. Che mai<br />
avrà fatto Gesù per impedirglielo?<br />
Scrivendo, Gesù accusava<br />
gli accusatori<br />
8 E chinatosi di nuovo, scriveva<br />
per terra.<br />
Per quanto San Girolamo non sia<br />
seguito dalla maggioranza degli autori,<br />
sembra avere interamente ragione<br />
nella sua analisi riguardo questo punto.<br />
Non crediamo sia sulla buona strada<br />
l’opinione di alcuni commentatori, che<br />
Gesù scriveva senza un obiettivo definito,<br />
come se volesse semplicemente significare<br />
il suo disinteresse per la questione<br />
sollevata, o per guadagnare tempo.<br />
Tutto porta a credere che i peccati,<br />
degni del medesimo castigo, commessi<br />
dagli accusatori, apparivano in quello<br />
scritto apparentemente informale.<br />
Sant’Ambrogio è anche lui fautore di<br />
questa ipotesi di San Gerolamo.<br />
Se così infatti è stato, Gesù ha proceduto<br />
con suprema saggezza e, oltretutto,<br />
con somma bontà, poiché<br />
avrebbe potuto fare una contraccusa<br />
pubblica verso ognuno di loro e invece<br />
non lo ha fatto. In modo del tutto<br />
contrario, metteva loro a disposizione<br />
il suo totale perdono. Sarebbe bastato<br />
un pentimento interiore e una richiesta<br />
di misericordia, seppure implicita,<br />
affinché tutti uscissero da quella situazione<br />
in completa armonia con Dio e<br />
perfino tra loro stessi. Gesù offriva loro<br />
questa grande opportunità, ma...<br />
9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono<br />
uno per uno, cominciando<br />
dai più anziani fino agli ultimi.<br />
Rimase solo Gesù con la donna<br />
là in mezzo.<br />
Questa narrazione contribuisce, ancor<br />
più, alla possibilità che quanto scritto<br />
per terra fosse in relazione con i peccati<br />
di ognuno degli accusatori. Non
avrà Gesù iniziato dai più vecchi? Se<br />
il semplice enunciato <strong>della</strong> sentenza li<br />
avesse convinti tutti, la rinuncia sarebbe<br />
dovuta essere collettiva e concomitante.<br />
Il fatto di essersi ritirati uno alla<br />
volta indica che la conclusione che non<br />
era conveniente rimanere lì, è stata individuale<br />
e successiva. D’altro canto, se<br />
è vera l’interpretazione di San Gerolamo<br />
e di Sant’Ambrogio, quegli uomini<br />
non riconobbero i loro peccati e non<br />
chiesero perdono per questi.<br />
Il peccato non compensa<br />
10 Alzatosi allora Gesù le disse:<br />
“Donna, dove sono? Nessuno ti<br />
ha condannata?”. 11 Ed essa rispose:<br />
“Nessuno, Signore”. E Gesù le<br />
disse: “Neanch’io ti condanno; và<br />
e d’ora in poi non peccare più.<br />
L’adultera notando che i suoi accusatori<br />
si stavano ritirando, cominciò<br />
a sentire dentro di lei un crescente<br />
sollievo, che giunse al culmine dopo<br />
l’uscita dell’ultimo. La prospettiva<br />
<strong>della</strong> morte per lapidazione l’aveva<br />
spaventata e aveva promosso una<br />
constatazione frequente nei peccatori<br />
pentiti: il peccato non compensa!<br />
La grande vergogna e umiliazione<br />
davanti a quel numeroso pubblico<br />
forse l’avranno fatta soffrire ancora<br />
di più.<br />
L’ultima terribile prova: il santissimo<br />
sguardo di Gesù: Il Sacro Volto,<br />
integro nella sua divina moralità,<br />
la purezza e la verginità nella loro essenza,<br />
contemplati dal delirio carnale<br />
pieno di vergogna e pentito... Solo<br />
un ardente sentimento avrebbe salvato<br />
dal meritato castigo quella povera<br />
anima: una richiesta di perdono! Gesù<br />
non esigerà da lei una dichiarazione<br />
esplicita e formale, solo le manifesterà<br />
la sua insuperabile delicatezza:<br />
“Nessuno ti ha condannata?”<br />
Rispettando la Legge,<br />
Gesù è misericordioso<br />
Con un procedimento tanto saggio<br />
quanto insolito, nessuno più<br />
avrebbe potuto accusare il Mae-<br />
stro di non aver preso in considerazione<br />
la Legge di Mosè e, pertanto,<br />
di essere stato esageratamente indulgente.<br />
Egli non aveva ripetuto<br />
se non la stessa attitudine dei fari-<br />
Gesù, l’unico che<br />
avrebbe avuto<br />
diritto a lanciare<br />
dalla prima fino<br />
all’ultima pietra,<br />
concede alla<br />
peccatrice una bella<br />
esperienza <strong>della</strong><br />
grandezza <strong>della</strong><br />
sua misericordia<br />
sei e, oltretutto, Egli aveva condotto<br />
la peccatrice a dichiarare: “Nessuno,<br />
Signore”. Seguendo l’esempio<br />
di tutti, nemmeno Lui l’avrebbe<br />
condannata.<br />
Così, “la libera dalla trappola<br />
che le hanno teso i cacciatori” (cfr.<br />
Sl 124, 7), conferma la Legge, fa risplendere<br />
nuovamente la sua dignità,<br />
mette in fuga i suoi nemici, produce<br />
ancor più ammirazione, rispetto<br />
e sottomissione nel popolo<br />
che Lo attorniava e perdona la povera<br />
peccatrice, lasciandola andare<br />
con un avvertimento: “Non peccare<br />
più”. Con questo ammonimento,<br />
Egli le concedeva ancora la sua grazia,<br />
senza la quale nessuna virtù si<br />
pratica stabilmente.<br />
III – GLI accusatorI sono<br />
statI GIudIcatI, La peccatrIce<br />
è stata perdonata<br />
Che magnifica lezione di penitenza,<br />
di perdono e <strong>della</strong> necessità <strong>della</strong> perseveranza,<br />
offerta ad ognuno di noi in<br />
questa valle di lacrime nella quale siamo<br />
stati concepiti e viviamo!<br />
Gesù, l’unico che avrebbe avuto<br />
diritto a lanciare dalla prima fino all’ultima<br />
pietra, concede alla peccatrice<br />
una bella esperienza <strong>della</strong> grandezza<br />
<strong>della</strong> sua misericordia. Lì lei si<br />
è sentita veramente amata dall’infinita<br />
bontà di un Cuore sacro, umano<br />
e divino. E la felicità che, in maniera<br />
equivoca, aveva ricercato nel peccato,<br />
l’ha incontrata nel perdono e nella<br />
benevolenza di Colui che gli scribi<br />
e i farisei avevano scelto come giudice:<br />
il Maestro.<br />
Coloro che si appoggiavano alla<br />
Legge per accusare ne sono usciti<br />
giudicati, la peccatrice pentita, che<br />
avrebbe dovuto essere uccisa, se ne è<br />
andata in grazia di Dio. Nessuno mai<br />
è stato o sarà tanto intransigente con<br />
l’errore quanto Gesù, nessuno più<br />
mite di Lui verso i peccatori.<br />
Questo è un ennesimo episodio<br />
del Vangelo in cui traspaiono, da un<br />
lato, l’infinita bontà del Sacro Cuore<br />
di Gesù, che arde in fiamme di desiderio<br />
di perdonare e, all’estremo opposto,<br />
la durezza d’animo degli scribi<br />
e farisei, che non solo rifiutano questo<br />
perdono, persino per se stessi, ma<br />
non riconoscono mai con umiltà le<br />
loro rispettive colpe.<br />
Quando si difende la Legge per<br />
puro egoismo, non solo non si ha la<br />
forza per praticarla, ma non si accetta<br />
neanche la bontà!<br />
1 ) Edmond Rostand, Chantecler.<br />
2 ) Cfr. San Tommaso d’Aquino, Catena<br />
Aurea, in Gv.<br />
3 ) Vida de Nuestro Señor Jesucristo,<br />
BAC, Madrid, 1954, pagg. 395-396<br />
4 ) FILLION, Vida de Nuestro Señor Jesucristo,<br />
Voluntad, Madrid, 1926, t.<br />
III, pag. 391<br />
5 ) TRUYOLS, op. cit., pag. 396.<br />
6 ) San Tommaso d’Aquino, “Catena<br />
Aurea”, in Gv<br />
7 ) Don Juan de MALDONADO SJ,<br />
Comentarios a los cuatro Evangelios,<br />
BAC, Madrid, 1956, vol. III,<br />
pag. 519.<br />
8 ) MALDONADO, op. cit., pag. 522.<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 17
Gustavo Kralj<br />
Vi sono alcuni uomini,<br />
nella Storia, la cui<br />
grandezza oltrepassa<br />
qualsiasi leggenda<br />
e prosciuga anche<br />
la più ricca capacità di immaginazione.<br />
Tali uomini sembrano essere oggetto di<br />
una speciale predilezione di Dio, che<br />
Si compiace di adornare accuratamente<br />
le sue anime con lo splendore delle<br />
virtù e di rarissimi doni. Predestinati<br />
fin dalla nascita, la loro vita si svolge tra<br />
avventure straordinarie e sorprendenti<br />
che ora favoriscono l’adempimento<br />
<strong>della</strong> loro missione, ora si erigono come<br />
ostacoli insuperabili, dando occasione<br />
a slanci di fiducia e audacia che<br />
rendono la loro persona ancora più degna<br />
di ammirazione.<br />
Nell’Antico Testamento ci imbattiamo<br />
in racconti di questo genere ad<br />
ogni piè sospinto. Rimaniamo esta-<br />
1 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
L’uomo che Dio<br />
chiamò papà<br />
San Giuseppe non sarà mai debitamente<br />
conosciuto e venerato da noi se lo consideriamo<br />
soltanto come un povero falegname <strong>della</strong> Galilea,<br />
ripetendo così nella nostra epoca, a distanza<br />
di ventuno secoli, la triste cecità<br />
degli abitanti di Nazaret.<br />
siati di fronte al potere di un Mosè,<br />
che con il semplice gesto di sollevare<br />
il suo bastone ha diviso le acque del<br />
mare in due gigantesche pareti liquide,<br />
o davanti alla serena autorità di<br />
Giosuè, che non ha avuto dubbi nell’ordinare<br />
al sole stesso di fermare il<br />
suo corso. Più avanti ci impressionano<br />
la forza di Sansone, nel caricarsi<br />
sulle spalle le porte di Gaza e lo zelo<br />
ardente del profeta Elia, che fa cessare<br />
la pioggia per tre anni. La Provvidenza<br />
Divina a tutti costoro ha concesso<br />
il dominio sulla natura, questa<br />
fede che muove montagne e le fa saltare<br />
come capretti...<br />
Tali prodigi sottolineavano il potere<br />
giusto e inflessibile del Creatore<br />
e miravano, soprattutto, ad educare<br />
un’umanità macchiata dal peccato originale,<br />
sulla quale ancora non si erano<br />
riversati i benefici <strong>della</strong> Redenzione.<br />
Clara Isabel Morazzani<br />
Una nuova economia <strong>della</strong> grazia<br />
Sopraggiunta la maturità dei tempi,<br />
le manifestazioni dell’onnipotenza<br />
divina, lungi dal diminuire, hanno raggiunto<br />
un auge di profondità e splendore.<br />
Nel Nuovo Testamento,però,<br />
la grandezza si nasconde molte volte<br />
sotto i veli <strong>della</strong> comune esistenza<br />
umana, ciò è permesso da Dio per<br />
aumentare i nostri meriti e purificare<br />
ancor più la nostra fede.<br />
L’esempio paradigmatico di questa<br />
nuova economia <strong>della</strong> grazia, noi lo<br />
vediamo realizzarsi in un uomo la cui<br />
vita è trascorsa nell’umiltà e nel silenzio,<br />
ma che ha meritato di udire dalle<br />
labbra dell’Uomo-Dio il dolce nome<br />
di papà!<br />
Senza dubbio, Mosè, nell’aprire il<br />
mare in due parti, o Giosuè, nel fermare<br />
il sole, hanno segnato in modo<br />
indelebile le future generazioni: ma,
cos’è mai l’aver sottomesso gli elementi,<br />
creature inanimate, rispetto<br />
all’onore supremo di essere obbedito<br />
da Colui di cui dice il salmista: “Ma<br />
più potente delle voci di<br />
grandi acque, più potente<br />
dei flutti del mare,<br />
potente nell’alto è il Signore”<br />
(Sl 93, 4), e che<br />
più tardi fu visto da<br />
Malachia quando disse:<br />
“Per voi invece, cultori<br />
del mio nome, sorgerà<br />
il sole di giustizia<br />
con raggi benefici” (Ml<br />
3, 20)? Che cosa vale<br />
aver caricato sulle spalle<br />
le porte di Gaza, in<br />
confronto alla gloria di<br />
stringere fra le braccia<br />
Colui che ha affermato<br />
di Se stesso: “Io sono<br />
la porta delle pecore”<br />
(Gv 10, 7)? Si può<br />
fare una qualche comparazione<br />
tra il profeta<br />
che ha fatto fermare<br />
la pioggia e il patriarca<br />
le cui preghiere hanno<br />
accelerato la “pioggia<br />
del Giusto che viene dai<br />
Cieli” (Cfr. Is 45, 8)?<br />
Una delle più<br />
alte vocazioni<br />
<strong>della</strong> Storia<br />
Victor Toniolo<br />
San Giuseppe, l’uomo<br />
giusto per eccellenza,<br />
il glorioso sposo<br />
di Maria e padre putativo del Figlio<br />
di Dio, è certamente uno dei santi<br />
più venerati dalla devozione popolare.<br />
Nonostante ciò, sentiamo parlare<br />
di lui quasi soltanto come “l’artigiano<br />
di Nazaret” o come “il patrono<br />
dei lavoratori”. Questi titoli sono<br />
del tutto legittimi, ma sono lungi dal<br />
darci l’idea <strong>della</strong> vetta di santità a cui<br />
Dio ha ritenuto bene elevarlo. Egli<br />
non sarà mai debitamente conosciuto<br />
e venerato da noi se, ripetendo anche<br />
nella nostra epoca la triste cecità degli<br />
abitanti di Nazaret, lo consideria-<br />
mo soltanto come un povero falegname<br />
<strong>della</strong> Galilea.<br />
Per non renderci colpevoli di un<br />
errore che potrebbe essere qualifica-<br />
“Il Signore si è già scelto un uomo secondo il<br />
suo cuore” ( 1 Sm 13, 14).<br />
Sacra Famiglia – Liebfrauenmünster, Ingolstadt, Germania<br />
to come “calunnia agiografica”, faremo<br />
in modo di analizzare la verità relativa<br />
a quest’uomo destinato ad una<br />
delle più alte vocazioni <strong>della</strong> Storia.<br />
Dio sceglie sempre il più bello<br />
Dio Onnipotente, per il quale<br />
“niente è impossibile” (Lc 1, 37) e<br />
che tutto governa con sapienza infinita,<br />
possiede qualcosa che potremmo<br />
chiamare il suo “unico limite”: nel<br />
creare, Egli non può scegliere niente<br />
di meno bello e perfetto, o che non<br />
sia per la sua gloria. Fin dall’eternità,<br />
nel determinare l’Incarnazione del<br />
Verbo, il Padre ha voluto che – nonostante<br />
l’apparenza di povertà e umiltà<br />
attraverso cui Si sarebbe manifestato,<br />
e che avrebbero<br />
contribuito alla sua<br />
maggiore esaltazione –<br />
la venuta di suo Figlio<br />
al mondo si rivestisse<br />
<strong>della</strong> suprema bellezza<br />
conveniente a Dio.<br />
Così, dispose che Egli<br />
fosse concepito da una<br />
Vergine, concepita a<br />
sua volta senza peccato<br />
originale, unendo in Sé<br />
le gioie <strong>della</strong> maternità<br />
al fiore <strong>della</strong> verginità.<br />
Tuttavia, per completare<br />
il quadro, si rendeva<br />
necessaria la presenza<br />
di qualcuno che proiettasse<br />
nella terra la propria<br />
“ombra del Padre”.<br />
Per tale missione<br />
Dio destinò Giuseppe,<br />
al quale potremmo<br />
applicare le parole <strong>della</strong><br />
Scrittura, che si riferiscono<br />
al suo antenato<br />
Davide: “Il Signore si è<br />
già scelto un uomo secondo<br />
il suo cuore” (1º<br />
Sm 13, 14).<br />
Uomo giusto<br />
per eccellenza<br />
Tenendo conto dell’assioma<br />
latino: “nemo<br />
summus fit repente” e l’azzeccato detto<br />
di Napoleone: “l’educazione di un<br />
bambino inizia cent’anni prima che<br />
nasca”, è probabile che, tenendo conto<br />
<strong>della</strong> sua missione e del suo ruolo<br />
di educatore nei confronti del Bambino-Dio,<br />
Giuseppe sia stato santificato<br />
già nel seno materno, come lo è<br />
stato Giovanni Battista nel ventre di<br />
Santa Elisabetta. Questa tesi è difesa<br />
da diversi autori e si può sintetizzare<br />
nelle parole di San Bernardino da<br />
Siena: “Sempre quando la grazia divina<br />
sceglie qualcuno per qualche favore<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 1
speciale o per un qualche stato elevato,<br />
gli concede tutti i doni necessari alla<br />
sua missione, doni che la ornano abbondantemente”.<br />
La lode di Giuseppe, come il Vangelo<br />
ce la delinea, si racchiude in<br />
un’unica e breve frase: era giusto. Tale<br />
elogio, che a prima vista è di una<br />
laconicità sconcertante, non ha niente<br />
di mediocre. Nel linguaggio biblico,<br />
l’aggettivo “giusto” designa tutte le<br />
virtù riunite assieme. Nell’AnticoTestamento,<br />
giusto è colui a cui la Chiesa<br />
dà il nome di santo: giustizia e santità<br />
esprimono la medesima realtà.<br />
Lo stesso silenzio delle Scritture<br />
a questo riguardo ci rivela un aspetto<br />
fondamentale <strong>della</strong> sua perfezione:<br />
la contemplazione. San Giuseppe<br />
è il modello dell’anima contemplativa,<br />
più desiderosa di pensare che di<br />
agire, sebbene il suo compito di falegname<br />
lo portasse a consacrare tanto<br />
tempo al lavoro. In lui vediamo realizzarsi<br />
l’insegnamento di San Tommaso:<br />
la contemplazione è superiore<br />
all’azione, tuttavia, ancora più perfetta<br />
è la congiunzione dell’una e dell’altra<br />
in una stessa persona.<br />
Nel segare la legna, fabbricare un<br />
mobile o un aratro, Giuseppe manteneva<br />
sempre il suo spirito rivolto al<br />
soprannaturale, elevandosi all’aspetto<br />
più sublime delle cose e considerando<br />
il tutto dall’ottica di Dio. La<br />
sua condotta rifletteva la serietà e<br />
l’altissima intenzione con la quale<br />
sempre agiva, e questo contribuiva<br />
alla maggior perfezione dei lavori da<br />
lui eseguiti. La sua umile condizione<br />
di lavoratore manuale non diminuiva<br />
per nulla la sua nobiltà. Riuniva<br />
in sé, in forma mirabile, le due classi<br />
sociali: come erede legittimo del<br />
trono di Davide, conservava nel suo<br />
portamento e aspetto, la distinzione<br />
e l’eleganza proprie di un principe,<br />
unendole, tuttavia, ad una gioiosa<br />
semplicità di carattere. Per lui, più<br />
importante <strong>della</strong> nobiltà di sangue è<br />
quella che si ottiene con lo splendore<br />
<strong>della</strong> virtù; e questa, egli la possedeva<br />
in abbondanza.<br />
20 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
La Provvidenza, intanto,<br />
lo destinava ad ottenere<br />
il più alto onore<br />
che si possa attribuire<br />
ad una creatura concepita<br />
nel peccato originale<br />
e lo collocava in posizione<br />
che non aveva proporzione<br />
rispetto a tutto<br />
il resto degli uomini. Dice<br />
San Gregorio Nazianzeno:<br />
“Il Signore ha coniugato<br />
in Giuseppe, come<br />
in un sole, tutto quanto<br />
gli altri santi hanno,<br />
tutti insieme, di luce e di<br />
splendore”. Tutte le glorie<br />
si accumulano in quest’uomo<br />
incomparabile,<br />
la cui esistenza terrena<br />
trascorre entro un’elevatezza<br />
ignorata dai suoi<br />
conoscenti e compatrioti,<br />
in un silenzio e sobrietà<br />
quasi completi.<br />
Ammirevole<br />
consonanza tra due anime vergini<br />
Nell’Antico Testamento, la verginità<br />
ancora non aveva acquisito<br />
il prestigio di cui cominciò a godere<br />
nell’Era Cristiana. Anzi proprio al<br />
contrario, chi non metteva su famiglia,<br />
o fosse impossibilitato a generare<br />
figli, era considerato maledetto<br />
da Dio. “L’attesa del Messia dominava<br />
a tal punto gli spiriti, che il disprezzo<br />
del matrimonio equivaleva ad un rifiuto<br />
disonorevole di contribuire alla venuta<br />
di Colui che doveva restaurare il<br />
regno di Israele” ( 1 ). Secondo l’opinione<br />
generalizzata, Giuseppe, mosso da<br />
uno speciale suggerimento dello Spirito<br />
Santo, aveva deciso di rimanere<br />
vergine per tutta la vita. Tuttavia, non<br />
volendo distinguersi dagli altri, contrariando<br />
i costumi del suo tempo, si<br />
era rassegnato a contrarre matrimonio,<br />
convinto che il Signore, avendogli<br />
ispirato questo buon proposito, lo<br />
avrebbe aiutato a portarlo a termine.<br />
Cedendo, dunque, alle esigenze<br />
sociali, decise di chiedere la mano di<br />
Maria, che egli probabilmente già conosceva,<br />
poiché entrambi appartenevano<br />
alla medesima tribù e abitavano<br />
nello stesso villaggio. Tutto indica che<br />
a quell’epoca i genitori di Maria erano<br />
morti ed Ella viveva sotto la tutela di<br />
un qualche parente. Senza prendere<br />
in considerazione l’opinione <strong>della</strong> giovane,<br />
il suo tutore le comunicò soltanto<br />
di aver accettato la richiesta di un<br />
pretendente ad essere suo marito.<br />
È risaputo che Maria, fin dall’infanzia,<br />
aveva consacrato al Signore la sua<br />
verginità. Comunque, abituata ad obbedire,<br />
si inchinò alla decisione dei<br />
suoi parenti, convinta che questa fosse<br />
la manifesta volontà <strong>della</strong> Provvidenza.<br />
Se conservava alcun dubbio, questo<br />
deve essersi dissipato quando seppe<br />
che il prescelto era Giuseppe, il nobile<br />
discendente <strong>della</strong> stirpe di Davide, nella<br />
cui anima Ella già aveva visto, grazie<br />
al suo acuto dono del discernimento,<br />
le altissime qualità poste da Dio.<br />
Prima delle nozze, Maria sentiva<br />
il bisogno di far conoscere al suo promesso<br />
sposo il voto di verginità, sot-
to pena di nullità del matrimonio. Lo<br />
fece in forma seria e decisa, parlando<br />
con tutta la sincerità del suo innocente<br />
cuore. Giuseppe pensò che stesse<br />
ascoltando una voce del Cielo e riconobbe,<br />
emozionato, la mano <strong>della</strong><br />
Provvidenza che esaudiva le sue preghiere:<br />
È impossibile farsi un’idea del<br />
grado di concordia di queste due anime,<br />
nel rivelarsi reciprocamente i loro<br />
più intimi misteri. Da questo istante,<br />
Giuseppe cominciò ad essere il modello<br />
perfetto del devoto <strong>della</strong> Madonna.<br />
Possiamo ben immaginare che, già<br />
in questo primo incontro, la grazia lo<br />
toccò in maniera speciale, portandolo<br />
a consacrarsi come schiavo d’amore di<br />
Colei che, più che sposa, già considerava<br />
come Signora e Regina..<br />
Proporzionato a Gesù e Maria<br />
Il contratto matrimoniale avrà dovuto<br />
essere concordato tra le due famiglie.<br />
Un punto al quale si era soliti<br />
dare una scrupolosa importanza,<br />
soprattutto tra persone di nobile origine,<br />
era l’uguaglianza di condizio-<br />
Sergio Hollmann<br />
San Giuseppe è<br />
stato il protettore<br />
<strong>della</strong> verginità di<br />
Maria, sua<br />
casta sposa<br />
Nozze di Maria<br />
e Giuseppe,<br />
Opera del Beato<br />
Angelico – Museo<br />
del Prado, Madrid<br />
ni. Tanto Maria quanto<br />
Giuseppe erano <strong>della</strong> tribù<br />
di Giuda e discendenti<br />
di Davide. Più, però, di<br />
qualsiasi requisito sociale,<br />
su quel matrimonio<br />
aleggiava, fin dall’eternità,<br />
un disegno divino.<br />
Per la realizzazione <strong>della</strong><br />
volontà dell’Altissimo, lo<br />
sposo doveva essere proporzionato<br />
alla sposa, il padre al figlio, al fine di<br />
assumere con tutta la dignità l’onore<br />
di essere il padre adottivo di Dio. Un<br />
uomo solo è stato creato e preparato<br />
per questa missione, interamente all’altezza<br />
di esercitarla: San Giuseppe.<br />
Egli era ben proporzionato a Gesù<br />
Cristo e a Maria Santissima.<br />
Per farci un’idea esatta <strong>della</strong> grandezza<br />
<strong>della</strong> sua personalità, dobbiamo<br />
immaginarlo come una <strong>versione</strong> maschile<br />
<strong>della</strong> Madonna, l’uomo dotato<br />
di sapienza, forza e purezza sufficienti<br />
per governare le due creature più eccelse<br />
uscite dalle mani di Dio: l’Umanità<br />
santissima di Nostro Signore e la<br />
Regina degli angeli e degli uomini.<br />
In Israele le nozze corrispondevano<br />
giuridicamente ai matrimoni di<br />
oggi. A partire da questa cerimonia<br />
– nella quale lo sposo collocava un<br />
anello d’oro al dito <strong>della</strong> sua promessa,<br />
dicendo: “Questo è l’anello con il<br />
quale ti unisci a me davanti a Dio, secondo<br />
il rito di Mosè” – entrambi cominciavano<br />
ad appartenere in forma<br />
irrevocabile l’uno all’altro e potevano<br />
considerarsi sposi. Tuttavia, la coabitazione<br />
era in generale ritardata di<br />
un anno, per dar tempo alla sposa di<br />
completare il corredo e al marito di<br />
preparare la casa.<br />
Maria e Giuseppe, fedeli osservanti<br />
<strong>della</strong> Legge, si attennero a tutte queste<br />
formalità. Ma un segreto Divino<br />
avvolgeva il loro caso concreto, di cui<br />
certamente nessun testimone dell’avvenimento<br />
– parenti e amici – arrivò a<br />
sospettare. Lì stavano “due anime vergini<br />
che si promettevano mutua fedeltà,<br />
una fedeltà che sarebbe consistita nel<br />
mantenere entrambi la verginità” ( 2 ).<br />
Quanto più una persona<br />
soffre, più è degna d’amore<br />
In questo intervallo tra la cerimonia<br />
delle nozze e il matrimonio vero<br />
e proprio, Maria ricevette la visita<br />
dell’Arcangelo Gabriele. Il Vangelo<br />
di Matteo lo mette bene in chiaro<br />
nell’affermare: “Prima che andassero<br />
a vivere insieme si trovò incinta per<br />
opera dello Spirito Santo” (Mt 1, 18).<br />
Sarebbe superfluo dilungarci qui sui<br />
dettagli dell’Annunciazione e dell’Incarnazione<br />
del Verbo, già ben conosciuti<br />
e tante volte commentati. Un<br />
punto soltanto bisogna metter bene<br />
in chiaro: pochi giorni dopo questo<br />
avvenimento, Maria si diresse affrettatamente<br />
al piccolo villaggio sulle<br />
montagne <strong>della</strong> Giudea dove abitavano<br />
i suoi cugini, Zaccaria ed Elisabetta.<br />
Buona parte dei commentatori<br />
difende l’idea che Giuseppe abbia<br />
accompagnato la sua sposa nel viaggio<br />
di andata e, trascorsi tre mesi, andò<br />
a prenderLa. Tale opinione sembra<br />
ben fondata, poiché la gioventù<br />
di Maria e le difficoltà di un penoso<br />
percorso erano ragioni in più per<br />
muovere la sollecitudine di uno sposo<br />
fedele e zelante, come era il suo.<br />
Dopo il ritorno a Nazaret, egli non<br />
tardò a capire i primi segnali <strong>della</strong> gravidanza<br />
<strong>della</strong> sua sposa. All’inizio,<br />
stentò a crederci, credendosi vittima<br />
di un’allucinazione. Passati, però, alcuni<br />
giorni, non poté più dubitare del-<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 21
Una nobiltà<br />
più splendente<br />
del sole<br />
S<br />
i tenga conto che la nobiltà<br />
umana può essere considerata<br />
nella sua causa,<br />
nella sua essenza e nella sua azione.<br />
Considerandola nella sua<br />
causa, è la nobiltà di origine, in<br />
cui fu singolarissimo San Giuseppe,<br />
poiché ha la sua origine<br />
in una triplice dignità: corporale,<br />
spirituale e celeste. Una dignità<br />
reale, sacerdotale e profetica<br />
che è celestiale, perché predire<br />
il futuro è soltanto di Dio.<br />
Davide fu re, Abramo patriarca,<br />
Natan profeta, e i tre furono<br />
sorpassati da San Giuseppe.<br />
San Giuseppe era nobile nella<br />
sua essenza, vale a dire, nella sua<br />
stessa persona, perché troviamo<br />
in essa triplice nobiltà: egli fu giusto<br />
nella sua anima, raggiunse la<br />
dignità di sposo <strong>della</strong> Regina del<br />
Cielo ed ebbe il compito di padre<br />
nutritivo del Figlio di Dio.<br />
Anche nelle sue opere egli<br />
diede prova, al mondo intero, di<br />
una singolare nobiltà. Ricevette<br />
in casa sua il Salvatore del mondo,<br />
Lo condusse sano e salvo attraverso<br />
vari paesi, Lo servì e<br />
alimentò per molti anni col suo<br />
lavoro ed il suo sudore.<br />
Questi sono i raggi che emette<br />
la nobiltà del santissimo Giuseppe,<br />
rendendola più splendente<br />
del sole stesso.<br />
(Don Isidoro de Isolano,<br />
Summa dei doni di<br />
San Giuseppe)<br />
22 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
la palese realtà davanti ai suoi occhi.<br />
Maria portava in seno un bambino.<br />
In questo momento scoppiò, come<br />
un violento turbine, il dramma nella<br />
vita di San Giuseppe. Forse la prova<br />
più terribile che una semplice creatura<br />
umana – prescindendo dalla Santissima<br />
Vergine nel corso <strong>della</strong> Passione<br />
– abbia mai affrontato.<br />
Questa era, in realtà, la divina volontà<br />
del Bambino che Si formava<br />
nelle purissime viscere di Maria. Egli<br />
desiderava che la sua nascita avvenisse<br />
col sigillo indelebile del dolore santamente<br />
accettato, per insegnarci che<br />
quanto più una persona soffre, tanto<br />
più è degna d’amore. Il padre adottivo<br />
che aveva scelto come immagine<br />
del suo Padre Celeste, Egli lo sottometteva<br />
a una dura prova, dandogli<br />
l’opportunità di portare il suo eroismo<br />
a vertici inimmaginabili. Nel contempo,<br />
appariva con maggior splendore<br />
la verginità <strong>della</strong> Madonna.<br />
L’eroe <strong>della</strong> fede<br />
La perplessità di Giuseppe non<br />
consisteva, come avevano pensato alcuni<br />
Padri antichi, nel dubitare <strong>della</strong><br />
fedeltà <strong>della</strong> sua sposa. Tale ipotesi<br />
cozza contro la nostra devozione,<br />
poiché sbiadisce la perfezione eminente<br />
raggiunta dal santo Patriarca e,<br />
oltretutto, Dio non avrebbe permesso<br />
che l’onore verginale di Maria potesse<br />
essere ferito da un sospetto nello<br />
spirito di Giuseppe. Il testo dell’Auctor<br />
imperfecti esprime con bellissime<br />
parole l’atteggiamento da lui assunto<br />
di fronte al fatto.<br />
“O inestimabile lode di Maria! San<br />
Giuseppe credeva più nella castità <strong>della</strong><br />
sua sposa che in quello che i suoi occhi<br />
vedevano, più nella grazia che nella natura.<br />
Vedeva chiaramente che la sua sposa<br />
era madre e non poteva credere che fosse<br />
adultera; credete che era più possibile<br />
che una donna concepisse senza uomo<br />
che Maria avesse potuto peccare” ( 3 ).<br />
La sua angoscia diventava tanto<br />
più lancinante quanto più vedeva risplendere<br />
la virtù nel volto angelico di<br />
Maria. Da un lato, l’evidenza gli bal-<br />
zava agli occhi, dall’altro, considerava<br />
al di là di ogni pensiero la possibilità<br />
che quella creatura tanto innocente<br />
avesse commesso peccato. Ora,<br />
se il concepimento di Maria era opera<br />
soprannaturale, che cosa faceva lui<br />
lì? Non stava forse offendendo Dio,<br />
intromettendosi in un mistero per lui<br />
incomprensibile, il quale gli si prefigurava<br />
come assolutamente divino?<br />
Non sarebbe stato egli un intruso, che<br />
ingarbugliava i piani dell’Altissimo?<br />
Giuseppe non giudicò. Sospese il<br />
giudizio <strong>della</strong> carne davanti agli imperscrutabili<br />
disegni di Dio. Soggiogò<br />
la ragione umana alla fede incrollabile<br />
e cercò un’uscita al caso, dunque, come<br />
riassume San Tommaso. Fin dall’inizio<br />
scartò l’ipotesi di denunciar-<br />
La, come esigeva il Deuteronomio, secondo<br />
il quale una donna avrebbe dovuto<br />
subire la pena <strong>della</strong> lapidazione.<br />
Era convinto dell’innocenza di Maria<br />
e tremava davanti a quest’idea.<br />
Esisteva anche l’opzione del ripudio:<br />
la Legge di Mosè permetteva all’uomo<br />
di cacciare sua moglie, dandogli<br />
il libello di divorzio. Ma questa<br />
possibiltà lo ripugnava ugualmente,<br />
poiché avrebbe attentato contro la reputazione<br />
<strong>della</strong> Santa Vergine. In un<br />
piccolo villaggio, dove tutti gli abitanti<br />
si conoscevano, tale atteggiamento<br />
avrebbe dato margine a sospetti sul<br />
comportamento di Maria: per quale<br />
motivo il marito L’avrebbe allontanata<br />
all’improvviso? Nel futuro, la Vergine<br />
avrebbe sempre portato con sè il<br />
marchio <strong>della</strong> moglie rifiutata.<br />
La soluzione ideata da Giuseppe<br />
non si trovava nei libri <strong>della</strong> Legge,<br />
ma partì dal suo cuore: “Decise di licenziarLa<br />
in segreto” (Mt 1, 19). Agendo<br />
in questo modo, salvaguardava la<br />
fama <strong>della</strong> sua sposa, poiché Ella sarebbe<br />
stata vista come una povera giovane<br />
abbandonata dalla crudeltà di un<br />
uomo senza parola. La colpa sarebbe<br />
ricaduta interamente su di lui.<br />
In questo passo <strong>della</strong> sua vita, Giuseppe<br />
rivelò lo splendore <strong>della</strong> sua<br />
nobile anima, la sua saggezza e la sua<br />
umiltà elevate al grado eroico. Infatti,
a lui potremmo applicare queste belle<br />
parole di un autore francese: “L’eroe<br />
è un grande cuore che ignora se stesso,<br />
una grande anima che si dimentica<br />
di se stessa. (...) tutte le debolezze <strong>della</strong><br />
nostra povera natura umana sono concentrate<br />
intorno a questo egoismo<br />
che fa di ognuno di noi il centro<br />
dell’Universo. L’eroe è colui<br />
rompe questo circolo<br />
stretto dove tutte le nature,<br />
anche le più dotate,<br />
vegetano o languiscono.<br />
Questo<br />
“io” che in alcuni è<br />
re, in lui, per tutta<br />
la sua vita, rimane<br />
schiavo” ( 4 ).<br />
Si dimenticòcompletamente<br />
di se stesso, preferendoscreditarsi<br />
davanti all’opinione<br />
pubblica, piuttosto<br />
che vedere macchiato il<br />
prestigio di Maria.<br />
Oltre a ciò, rinunciava anche<br />
alla sua stessa felicità: doveva<br />
abbandonare la Madonna, il<br />
maggior tesoro <strong>della</strong> terra. Questa<br />
era una sofferenza immensa, poiché<br />
per lui la convivenza con Maria significava<br />
un vero Paradiso. Da Lei aveva<br />
imparato, nei suoi gesti più semplici,<br />
lezioni eccelse di sapienza e di bontà,<br />
nel contemplarLa, si sentiva più vicino<br />
a Dio. E si vedeva ora obbligato a<br />
sacrificare quello che più apprezzava<br />
nella sua vita! Avrebbe passato i suoi<br />
giorni lontano, venerando un mistero<br />
che non aveva inteso.<br />
Sergio Hollmann<br />
“Prendi questo glorioso Santo per maestro”<br />
S<br />
oltanto chiedo, per amor di Dio, che lo confermi<br />
chi non crede in me, e vedrà per esperienza propria<br />
com’è vantaggioso raccomandarsi ed avere<br />
devozione a questo glorioso Patriarca. Soprattutto le persone<br />
di preghiera dovrebbero essergli affezionate. Infatti<br />
non so come possano pensare alla Regina degli Angeli<br />
e al lungo tempo che passò col Bambino Gesù, senza rin-<br />
Per alcuni giorni, Giuseppe maturò<br />
la sua decisione, risoluto a metterla<br />
in pratica. Una notte, nuvolosa<br />
e senza luna, trovò l’occasione propizia,<br />
preparò i suoi poveri averi e<br />
San Giuseppe – Parrocchia dei<br />
Gesuiti - Santander, Spagna<br />
si sdraiò per riprendere le forze prima<br />
<strong>della</strong> partenza. Poco a poco, per<br />
un’azione angelica, il suo cuore afflitto<br />
si rasserenò ed egli si addormentò<br />
profondamente. Come anticamente<br />
con Abramo, il Signore aveva atteso<br />
fino all’ultimo istante per scagliare<br />
il colpo fatale. Nel mezzo <strong>della</strong> notte<br />
gli apparve un angelo, che annuncia-<br />
va: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere<br />
di prendere con te Maria, tua sposa,<br />
perché quel che è generato in lei viene<br />
dallo Spirito Santo. Essa partorirà<br />
un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli<br />
infatti salverà il suo popolo dai suoi<br />
peccati” (Mt 1, 20-21).<br />
“Chi semina nelle lacrime<br />
mieterà con giubilo”<br />
(Sl 126, 5)<br />
È impossibile misurare<br />
la gioia di Giuseppe<br />
quando si risvegliò dal<br />
sogno. Subito all’alba,<br />
corse per incontrarsi<br />
con la sua sposa.<br />
E come si sentiva<br />
ora ancor più preso<br />
dalla venerazione<br />
e tenerezza che culminavano<br />
nell’ardente desiderio<br />
di servirLa! Certamente<br />
non disse nulla a<br />
Maria, ma la gioiosa espressione<br />
del suo aspetto era più<br />
eloquente delle sue parole. In<br />
ginocchio, adorò Dio nel seno virginale<br />
di sua Madre, primo tabernacolo<br />
nel quale Si era degnato di abitare<br />
sulla terra. Un Dio che era anche<br />
suo figlio, poiché le parole dell’angelo<br />
manifestavano con chiarezza<br />
l’autorità a lui concessa sul frutto <strong>della</strong><br />
sua sposa: “un figlio a cui metterai<br />
il nome di Gesù”.<br />
Paternità nuova, unica e speciale<br />
La paternità di San Giuseppe in relazione<br />
a Cristo è stata un tema molto<br />
discusso dagli autori. Le qualifiche<br />
graziare San Giuseppe per tutto il bene che ha fatto loro.<br />
Chi non trova un maestro che gli dia orientamento nella<br />
preghiera, prenda questo glorioso Santo per maestro, e<br />
non sbaglierà strada.<br />
(Santa Teresa di Gesù,<br />
Libro <strong>della</strong> Vita)<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 23
Gustavo Kralj<br />
La vita di San Giuseppe è stata una continua contemplazione di Gesù<br />
Statua dell’Oratorio di San Giuseppe, Montreal, Canada<br />
si moltiplicano: padre legale, padre<br />
putativo, padre nutritivo, padre adottivo,<br />
padre verginale... ognuna di loro<br />
definisce aspetti di quest’uomo eccezionale.<br />
Don Bonifacio Llamera OP<br />
sembra esser arrivato ad una conclusione<br />
soddisfacente:<br />
“La paternità di San Giuseppe in relazione<br />
a Gesù è certamente distinta da<br />
qualsiasi altra paternità naturale, sia fisica<br />
o adottiva. È vera paternità, ma<br />
molto singolare. E’ una paternità nuova,<br />
unica e speciale, perché non procede<br />
dalla generazione secondo la natura,<br />
2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
ma è fondata su un vincolo morale interamente<br />
reale. Questa paternità singolare<br />
è tanto reale, quanto è vero il vincolo<br />
matrimoniale tra Maria e Giuseppe. (...)<br />
Questa paternità di San Giuseppe,<br />
tanto mirabile quanto difficile da<br />
definirsi in una parola, è confermata<br />
e chiarita dai Santi Padri e autori di<br />
opere sul Santo Patriarca, i quali hanno<br />
concentrato in tre vincoli principali<br />
la sottile realtà che unisce San Giuseppe<br />
a Gesù: il diritto, che è coniugale; la<br />
verginità e l’«autorità che adornano il<br />
mistero di San Giuseppe” ( 5 ).<br />
Nell’enciclica Quamquam pluries,<br />
il Papa Leone XIII ha affermato: “È<br />
vero che la dignità <strong>della</strong> Madre di Dio è<br />
tanto alta che niente la può oltrepassare.<br />
Tuttavia, come esiste tra la Vergine e San<br />
Giuseppe un laccio coniugale, non c’è<br />
il minimo dubbio che egli si è avvicinato<br />
più di ogni altro a questa dignità sovreminente<br />
che colloca la Madre di Dio<br />
molto al di sopra di tutte le creature.”<br />
Una creatura che dà<br />
consigli al Creatore...<br />
Quante volte San Giuseppe ha<br />
avuto tra le braccia il Divino Infante?<br />
Il giorno intero nella convivenza col<br />
Bambino Gesù, osservandoLo pregare,<br />
parlare, fare tutti gli atti <strong>della</strong> sua<br />
vita comune...In questa contemplazione<br />
costante, per la quale egli aveva<br />
un’anima meravigliosamente adatta,<br />
riceveva grazie straordinarie e si<br />
lasciava mo<strong>della</strong>re. A volte, il Bambino<br />
si fermava davanti a lui e diceva:<br />
“Vi chiedo un consiglio: come la devo<br />
fare questa cosa?” e San Giuseppe si<br />
commuoveva, considerando che chi<br />
stava chiedendogli un consiglio era lo<br />
stesso Figlio di Dio!<br />
A quest’uomo la Provvidenza concesse<br />
labbra sufficientemente pure<br />
e un’umiltà molto grande per fare<br />
questa cosa formidabile: rispondere<br />
a Dio. Alla creatura plasmata dalle<br />
mani del Creatore egli dava consigli!<br />
Era stato lui il predestinato ad esercitare<br />
una vera autorità sulla Madonna<br />
e il Bambino Gesù, il privilegiato<br />
che aveva raggiunto un’altissima intimità<br />
con Gesù e Maria, il beato a cui<br />
era stata concessa la grazia di morire<br />
tra le braccia di Dio, suo Figlio, e <strong>della</strong><br />
Madre di Dio, sua Sposa!<br />
“Il vincitore lo farò sedere presso<br />
di me, sul mio trono” (Ap 3, 21)<br />
“Quello dunque che Dio ha congiunto,<br />
l’uomo non lo separi” (Mt 19,<br />
6). Se, nel corso <strong>della</strong> sua esistenza<br />
terrena, Giuseppe è stato l’inseparabile<br />
compagno <strong>della</strong> Vergine Maria,<br />
condividendo i suoi dolori e le<br />
sue gioie, è inconcepibile che nel-
l’eternità questa convivenza non abbia<br />
attinto la sua pienezza. Ora, perchè<br />
la convivenza sia perfetta, è necessario<br />
essere uniti e guardarsi. Per<br />
questa ragione, una nutrita corrente<br />
di teologi difende la tesi che “senza<br />
l’assunzione gloriosa di Giuseppe in<br />
corpo e anima, la Sacra Famiglia ricostituita<br />
in Cielo avrebbe avuto una nota<br />
discordante nella sua esaltazione e<br />
gloria” ( 6 ).<br />
A questo riguardo, San Francesco<br />
di Sales afferma:<br />
Litanie di San Giuseppe<br />
La devozione a San Giuseppe, casto Sposo <strong>della</strong><br />
Santissima Vergine, è stata particolarmente<br />
raccomandata dagli ultimi Papi, fra i quali si distacca<br />
S.S. Giovanni Paolo II, di felice memoria, il quale<br />
lo ha proposto come modello per le famiglie cristiane<br />
(Redemptoris Custos), seguendo la scia di uno dei suoi<br />
predecessori, il Papa Leone XIII: “I padri di famiglia<br />
trovino in Giuseppe la migliore personificazione <strong>della</strong><br />
Signore, abbi pietà di noi.<br />
Gesù Cristo, abbi<br />
pietà di noi.<br />
R/. Signore, abbi pietà di noi.<br />
Gesù Cristo, ascoltaci.<br />
R/. Gesù Cristo, esaudiscici.<br />
Dio, Padre celeste,<br />
abbi pietà di noi<br />
Dio, Figlio Redentore del mondo,<br />
Dio Spirito Santo,<br />
Santissima Trinità, unico Dio,<br />
Santa Maria<br />
prega per noi<br />
S. Giuseppe<br />
Inclito figlio di Davide<br />
Luce dei Patriarchi<br />
Sposo <strong>della</strong> Madre di Dio<br />
Custode purissimo <strong>della</strong> Vergine<br />
“Se è vero quello che dobbiamo<br />
credere, che cioè, in virtù del Santissimo<br />
Sacramento che riceviamo, i nostri<br />
corpi devono risuscitare nel giorno<br />
del Giudizio Finale, come possiamo<br />
dubitare che Nostro Signore abbia<br />
fatto salire al Cielo, in corpo e anima,<br />
il glorioso San Giuseppe, lui che<br />
ha avuto l’onore e la grazia di tenerLo<br />
tante volte tra le sue braccia benedette?<br />
Non rimane alcun dubbio, dunque,<br />
che San Giuseppe è in Cielo in<br />
corpo e anima”<br />
Tu che nutristi il Figlio di Dio<br />
Solerte difensore di Cristo<br />
Capo <strong>della</strong> Sacra Famiglia<br />
O Giuseppe giustissimo<br />
O Giuseppe castissimo<br />
O Giuseppe prudentissimo<br />
O Giuseppe obbedientissimo<br />
O Giuseppe fedelissimo<br />
Specchio di pazienza<br />
Amante <strong>della</strong> povertà<br />
Esempio agli operai<br />
Decoro <strong>della</strong> vita domestica<br />
Custode dei vergini<br />
Sostegno delle famiglie<br />
Conforto dei sofferenti<br />
Speranza degli infermi<br />
Patrono dei moribondi<br />
Terrore dei demoni<br />
Protettore <strong>della</strong> S. Chiesa<br />
Agnello di Dio, che togli i peccati<br />
del mondo,<br />
.<br />
1 ) Michel Gasnier, José, o silencioso,<br />
Quadrante, São Paulo, 1995, pag.<br />
42.<br />
2 ) Michel Gasnier, op. cit., pag. 49<br />
3 ) Federico Suarez, José, esposo de Maria,<br />
Ed. Prumo, Lisboa, 1986, pag.<br />
45.<br />
4 ) Guy de Robien, L’ideal français dans<br />
un coeur breton, Plon, 1917<br />
5 ) Teología de San José, BAC, Madrid,<br />
1953, pp. 53ss<br />
6 ) Michel Gasnier, op. cit., pag. 152.<br />
sollecitudine paterna e <strong>della</strong> vigilanza; gli sposi, un perfetto<br />
esempio d’amore, di pace, di fedeltà coniugale; le<br />
vergini, a loro volta, in lui trovino il modello e il protettore<br />
dell’integrità verginale” (Quanquam pluries).<br />
La Litania di San Giuseppe, nel mettere in risalto<br />
le sue virtù eccelse, ci incita più facilmente a imitarlo,<br />
nello stesso tempo in cui imploriamo la sua potente<br />
intercessione.<br />
R/. perdonaci, o Signore<br />
Agnello di Dio, che togli i peccati<br />
del mondo,<br />
R/. esaudiscici, o Signore<br />
Agnello di Dio, che togli i peccati<br />
del mondo,<br />
R/. abbi pietà di noi.<br />
V/. Egli fu costituito capo <strong>della</strong> sua<br />
casa.<br />
R/. e fu fatto principe sopra i suoi<br />
beni.<br />
Preghiamo. O Dio, che nella tua<br />
ineffabile provvidenza, Ti degnasti<br />
di scegliere San Giuseppe per essere<br />
lo Sposo <strong>della</strong> tua Santissima<br />
Madre, fa’ ti preghiamo, che venerandolo<br />
come protettore qui in terra,<br />
meritiamo di averlo per intercessore<br />
nel cielo! Tu che vivi e regni<br />
nei secoli. Amen<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 2
Un giorno di missione co<br />
Gioia ed emozione nel ricevere la visita<br />
di Maria, a Corumbatai (Brasile)<br />
Accoglienza festosa alla Scuola Materna<br />
Municipale a Borda da Mata (Brasile)<br />
2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
“S<br />
piegatemi chi siete...” – è la richiesta<br />
frequente fatta agli Araldi,<br />
durante le visite alle famiglie,<br />
con la Statua Pellegrina dell’Immacolato<br />
Cuore di Maria.<br />
– Araldo vuol dire messaggero. Noi siamo<br />
messaggeri del Vangelo.<br />
La spiegazione continua con l’esposizione<br />
dettagliata delle finalità dell’Istituzione,<br />
il regime di vita, diviso tra la preghiera<br />
e l’evangelizzazione, il significato<br />
dell’abito ecc. Durante la conversazione,<br />
si presenta l’occasione buona per l’invito<br />
alla Messa Solenne che sarà celebrata<br />
quel giorno, nella chiesa parrocchiale o<br />
nella comunità, con il contributo del Coro<br />
degli Araldi che parteciperà alla Liturgia.<br />
Cosí, casa dopo casa, i giovani Araldi invitano<br />
le famiglie ad andare in chiesa, facendo<br />
echeggiare nelle anime una campana<br />
che, per alcuni, era muta da molto tempo.<br />
La fisionomia materna <strong>della</strong> statua – in<br />
realtà è Maria Santissima che tocca il fon-<br />
Tra una faccenda quotidiana e l’altra, la luce di Maria<br />
consola i cuori, a Santa Barbara do Oeste (Brasile)<br />
araLdi ne
L mondo<br />
n gli Araldi<br />
do dei cuori con la grazia divina – e la prospettiva<br />
di partecipare ad una celebrazione<br />
particolarmente bella, fanno diventare<br />
l’invito quasi irresistibile.<br />
Alla fine <strong>della</strong> giornata, si nota in città<br />
un movimento insolito, in direzione<br />
<strong>della</strong> chiesa. Quando suonano le trombe<br />
per il corteo d’entrata <strong>della</strong> Messa, il<br />
luogo è affollato. Gli accordi risuonano,<br />
la grazia commuove le fibre più profonde<br />
dell’anima e l’emozione fa sgorgare<br />
da molti occhi lacrime di gioia – o pentimento<br />
– e all’interno dei cuori Dio dirige<br />
una sinfonia che le orecchie non sentono,<br />
ma che si manifesta nei frutti <strong>della</strong><br />
con<strong>versione</strong>. Buona parte dei presenti<br />
non sono frequentatori abituali <strong>della</strong><br />
parrocchia...<br />
Numerose sono le testimonianze di<br />
persone che da decenni non ricevevano i<br />
sacramenti e, con la visita <strong>della</strong> Statua Pellegrina,<br />
non hanno resistito all’invito <strong>della</strong><br />
grazia e si sono riconciliate con Dio.²<br />
Di comune accordo con i parroci, i fedeli sono invitati<br />
a fare un’ora di adorazione eucaristica con gli<br />
Araldi (nella foto, Borda da Mata – Brasile)<br />
Per dar continuità all’azione evangelizzatrice, si formano<br />
gruppi di famiglie che riceveranno nelle loro case una<br />
volta al mese l’Icona del Cuore Immacolato di Maria<br />
(nella foto Ouro Fino – Brasile)<br />
Nell’anniversario dell’edificazione <strong>della</strong> Basilica <strong>della</strong> Madonna del Carmelo, a Borda da Mata (Brasile), i fedeli<br />
si salutano vicino alla statua <strong>della</strong> Vergine di Fatima (a sinistra) ed applaudono dopo l’incoronazione (a destra).<br />
Mons. Ricardo Pedro Filho Opraem, Arcivescovo di Pouso Alegre, ha presieduto la Celebrazione eucaristica.<br />
A chiusura <strong>della</strong> missione, Don Edson dos Santos, Rettore <strong>della</strong> Basilica, ha benedetto 23 Icone.<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 27
3<br />
2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
Un giorno con Maria<br />
Nelle ampie installazioni del Collegio Araldi<br />
del Vangelo Internazionale si sono riunite<br />
il 28 gennaio le famiglie dell’Apostolato<br />
dell’Icona e dei Messaggeri di Fatima, per un giorno<br />
di preghiere e studi sotto lo sguardo materno di Maria.<br />
La giornata si è conclusa con la Messa celebrata<br />
da Padre João Scognamiglio Clá Dias.<br />
Quasi 3mila fedeli hanno applaudito l’Oratorio di<br />
Natale, presentato dal Coro e Orchestra Internazionale<br />
degli Araldi (foto1), e la cerimonia di incoronazione<br />
<strong>della</strong> statua del Cuore Immacolato di Maria<br />
(foto3).<br />
A lato del Collegio, sono finalmente iniziate le<br />
opere di costruzione del Centro Mariano (foto 2), grazie<br />
agli sforzi e alla generosità di numerosi donatori.<br />
Campagna Misericordia<br />
Padre Caio Newton Fonseca (a sinistra) consegna<br />
a Don Lauro Firmino (al centro) il contributo di R$<br />
39.317,00 (15.122 euro) <strong>della</strong> campagna Misericordia<br />
per la Parrocchia <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Concezione,<br />
a Lagoinha (Brasile). A destra, Mons. Benedito Beni<br />
dos Santos, Vescovo di Lorena (Brasile).<br />
2<br />
1<br />
Per la costruzione del Centro Pastorale <strong>della</strong><br />
Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, di Joinville<br />
(Brasile), è stata fatta una donazione di R$ 20.850,00<br />
(8.019 euro) consegnata da Padre Luis Henrique<br />
Alves (a sinistra) a Don Ademir Bauler (al centro).
Guatemala – Portando conforto e solidarietà agli<br />
anziani <strong>della</strong> Casa di Riposo San Domenico<br />
Ecuador – Percorrendo le stanze dei malati<br />
dell’Ospedale del Niño, a Guataquil.<br />
<strong>It</strong>alia – La statua del Cuore Immacolato di Maria con i<br />
bambini <strong>della</strong> catechesi <strong>della</strong> parrocchia di San Nicola,<br />
a Capelle dei Marsi, e il suo parroccho P. Mariano<br />
Legeren, degli Araldi del Vangelo.<br />
India – Cresce il numero di vocazioni. Nella foto, gli<br />
aspiranti di Banglore.<br />
Brasile – Visita di Mons. Paulo Lopes de Farias,<br />
Arcivescovo di Diamantina (Minas Gerais, Brasile),<br />
al seminario degli Araldi.<br />
<strong>It</strong>alia – Udienza del Cardinale Angelo Scola,<br />
Patriarca di Venezia, al Diac. José Francisco<br />
Hernández Medina, Araldo.<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 2
Un dono dolce e soave:<br />
Alcuni personaggi sono<br />
difficili da dimenticare.<br />
Uno di<br />
questi era un anziano<br />
sacerdote, che sicuramente<br />
aveva già passato gli ottant’anni.<br />
Un uomo proprio interessante,<br />
che non cercava in nessun mo-<br />
Gustavo Kralj<br />
30 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
l’amicizia cristiana<br />
Un amico vero è come un tesoro, dice la<br />
Scrittura. Quando lo troviamo, dobbiamo saperlo<br />
custodire con cura.<br />
do di nascondere l’età; al contrario,<br />
andava fiero delle decadi vissute come<br />
un guerriero, delle battaglie vinte.<br />
Magro e un po’ curvo, si muoveva<br />
con una certa difficoltà. Possedeva<br />
però, una straordinaria vivacità e<br />
gioia d’animo, e questo molte volte<br />
sorprendeva i giovani con cui aveva a<br />
Carlo Toniolo<br />
che fare, poiché l’idea <strong>della</strong> vecchiaia<br />
è frequentemente associata a quella<br />
<strong>della</strong> decrepitezza e tristezza.<br />
Quattro cose buone<br />
quando si invecchia<br />
Gli anni rendono raffinati i buoni vini e consolidano le vere amicizie<br />
Un giorno una persona lo elogiò<br />
per il fatto di avere buona disposizio-
ne, malgrado l’età. Con un lieve sorriso<br />
sulle labbra, egli replicò:<br />
— Non si illuda, figlio mio! Le cose<br />
buone sono quelle nuove, quelle<br />
vecchie non servono a niente...<br />
L’intonazione <strong>della</strong> voce e un certo<br />
luccichio birichino nello sguardo del<br />
vispo anziano, davano ad intendere<br />
che egli non formulasse un principio,<br />
ma preparasse qualche battuta di spirito.<br />
Infatti, subito continuò:<br />
— Nel piccolo villaggio dove sono<br />
nato, le persone erano solite dire che<br />
quattro cose sono buone quando sono<br />
vecchie: il vino vecchio da bere, il<br />
legno vecchio da bruciare, i libri vecchi<br />
da leggere e le amicizie vecchie su<br />
cui contare.<br />
Il sacerdote sorrise soddisfatto, mentre<br />
alcune persone vicine si guardavano<br />
a vicenda, annuendo con la testa in segno<br />
di approvazione. Quanto al vino, al<br />
legno e ai libri, non c’è molto da discutere.<br />
Ma in cosa consiste esattamente il<br />
valore di un’amicizia, soprattutto intesa<br />
sotto il prisma cristiano?<br />
Tre gradi di egoismo<br />
Osservando la natura, vediamo che<br />
ci sono animali gregari, i quali hanno<br />
come peculiarità il vivere in gruppo. Per<br />
esempio, le laboriose api nei loro alveari<br />
e le tranquille pecorelle formano piccole<br />
“società” semplici e armoniose.<br />
Gli uomini, però, trasferiscono alle<br />
proprie relazioni sociali le qualità<br />
e i difetti inerenti alla loro complessa<br />
natura.<br />
Purtroppo, abbiamo dentro di noi<br />
varie tendenze cattive. Una di queste,<br />
oltremodo dura, è il fatto che l’uomo<br />
sia per natura egoista, vale a dire,<br />
portato a cercare in primo luogo<br />
il proprio interesse; in un grado maggiore<br />
a preoccuparsi soltanto del suo<br />
interesse; e nei casi estremi, a vedere<br />
in qualunque altro interesse un nemico<br />
potenziale...<br />
L’amicizia supera la<br />
barriera dell’egoismo<br />
Stabilita così questa barriera dell’egoismo<br />
tra gli uomini, con molta<br />
L’autentica amicizia oltrepassa le barriere dell’egoismo<br />
ragione riconosciamo il merito e il valore<br />
di chi si sforza di oltrepassarla.<br />
Prendiamo, per esempio, due uomini<br />
che si vedono con frequenza e cominciano<br />
a salutarsi. A partire da questo<br />
momento, uno comincerà a riferirsi<br />
all’altro come ad un “conoscente”.<br />
Ormai non sono più degli estranei. Se<br />
uno comincia a partecipare con assiduità<br />
a qualche attività dell’altro, o di<br />
lavoro, o di divertimento, diventa un<br />
“compagno” o “collega”.<br />
Prima che arrivi ad essere di fatto<br />
un “amico”, avrà bisogno di salire molti<br />
gradini nel duro compito di scalare<br />
e superare il suddetto muro dell’egoismo.<br />
Quanti saranno disposti a farlo?<br />
Alcuni precetti <strong>della</strong><br />
buona amicizia<br />
Perché due persone possano considerarsi<br />
“amiche” ci sono alcune<br />
condizioni da osservare. Molte volte<br />
è necessario rinunciare alla propria<br />
volontà.<br />
— Usciamo.<br />
— Preferisco rimanere.<br />
— Va bene...resterò qui con te.<br />
Se uno non è disposto a fare questo,<br />
non è un amico.<br />
Vogliamo parlare? È necessario<br />
saper tacere, saper ascoltare, presta-<br />
re attenzione ad un tema poco interessante.<br />
È necessario presentare le<br />
cose che piacciono senza far violenza<br />
all’interesse dell’altro né monopolizzare<br />
la conversazione.<br />
Saper giungere all’ora esatta ed<br />
andarsene al momento opportuno.<br />
Essere sempre presenti, ma restare<br />
assenti quando questo è necessario.<br />
Presentarci come utili e solleciti, ma<br />
non insinuarsi come indispensabili.<br />
Essere capaci di attirare l’attenzione<br />
e lasciarla libera senza problemi.<br />
L’altro ha difetti? Bisogna saperli<br />
sopportare, se è necessario, indicarli<br />
con tatto, stendendo nel contempo<br />
la mano in aiuto per correggerli. Soprattutto,<br />
avere sempre presente che<br />
anche noi siamo portatori di pecche<br />
che devono essere emendate.<br />
Il fondamento naturale<br />
dell’amicizia: la reciprocità<br />
Ci saranno sicuramente divergenze,<br />
forse anche dispute. Una vera<br />
amicizia possiede umiltà per chiedere<br />
e dare perdono, ha in sé la forza<br />
per curare le ferite e deve, dopo una<br />
scossa, diventare più forte di prima.<br />
Il suo fondamento naturale è la reciprocità.<br />
Chi spera di ricevere, deve<br />
essere disposto a dare. Senza questo,<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 31<br />
Frank Seifert / Getty Images
non è abbastanza sincero.<br />
Esiste, poi, un grado superiore<br />
di amicizia che denota<br />
nobiltà d’animo, vale a dire<br />
quando in una relazione si<br />
è più disposti a dare che a<br />
ricevere.<br />
L’amore del prossimo,<br />
l’essenza dell’amicizia<br />
cristiana<br />
Fin qui, abbiamo considerato<br />
l’amicizia sotto l’aspetto<br />
meramente naturale. Anche<br />
così però, leggendo questi<br />
punti presi a casaccio, si<br />
capisce subito come sia raro<br />
e, pertanto, prezioso incontrare<br />
persone che rientrino<br />
in questi requisiti. Già<br />
gli antichi greci lo hanno riconosciuto<br />
e hanno valorizzato<br />
molto l’uomo integro<br />
che si comporta come<br />
un vero amico, considerando<br />
quanto sia difficile incontrarne<br />
uno. Aristotele<br />
giunge ad affermare: “Avere<br />
molti amici equivale a non<br />
averne nessuno”.<br />
Ancora un passo dunque,<br />
deve essere fatto, in questa ripida strada<br />
delle relazioni umane, e sarà compiuto<br />
dal Cristianesimo. All’amicizia<br />
naturale, già tanto difficile da essere<br />
praticata, Nostro Signore Gesù Cristo<br />
aggiunge altre esigenze, chiamando gli<br />
uomini alla maggiore perfezione. Innanzi<br />
tutto, ci chiede di amare gli altri<br />
come noi stessi; poi di amare persino<br />
chi ci maltratta e, infine, colloca Se<br />
stesso – Uomo-Dio – come modello<br />
dell’amore cui tutti gli uomini devono<br />
avere tra loro: “Amatevi gli uni gli altri,<br />
come Io vi ho amato” (Gv 15, 12).<br />
Non si può concepire un modello<br />
d’amicizia più alto e perfetto di questo<br />
al quale ci invita il Salvatore. Egli<br />
oltrepassa di gran lunga le migliori<br />
aspettative degli antichi classici, poiché<br />
va contro i più radicati costumi e<br />
difetti umani. Egli sembra essere al di<br />
là <strong>della</strong> limitata portata <strong>della</strong> nostra<br />
32 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
François Boulay<br />
ne: “Quanto più altruista è<br />
l’uomo, tanto più egli è soggiogato<br />
dagli egoisti”. Un<br />
melanconico invito a creare<br />
relazioni umane tanto<br />
fredde quanto impietose.<br />
Una società costruita a<br />
partire da principi come<br />
questo, diverrebbe un raggruppamento<br />
umano privo<br />
di affetto, dove non troverebbe<br />
posto l’amicizia, ma<br />
solo l’egoismo. Gli uomini<br />
si conoscerebbero, ma non<br />
sarebbero amici. Vivrebbero<br />
insieme, ma non come<br />
compagni. Abiterebbero<br />
lo stesso territorio e, nel<br />
contempo, non sarebbero<br />
niente di più che estranei.<br />
Il Divino Amico<br />
Così, aveva ragione<br />
l’esperto sacerdote menzionato<br />
all’inizio di queste righe<br />
nell’attribuire tanto valore<br />
all’amicizia, soprattut-<br />
Il fondamento dell’amicizia cristiana è l’amore<br />
verso il prossimo, insegnato da Gesù<br />
Gesù e i piccoli,<br />
Chiesa di San Patrizio – New Orleans, USA<br />
to a quelle antiche, ratificate<br />
dagli anni. Un vero amico<br />
è un dono prezioso, conquistato<br />
in un’ardua battaglia<br />
povera natura. È proprio vero! Tanta contro l’egoismo umano, nemico sem-<br />
generosità e abnegazione sono possipre latente nei nostri cuori. Allo stesso<br />
bili soltanto con un aiuto celeste: la modo in cui il passare del tempo raffi-<br />
grazia, questo dono offerto da Dio na i sapori del buon vino, lo scorrere<br />
per elevare l’uomo fino alla sua divi- degli anni ci permette di separare adena<br />
statura.<br />
guatamente le vere amicizie da quelle<br />
L’amicizia cristiana è, dunque, un che sono false e interessate.<br />
dono soprannaturale, un dolce e soa- E l’amicizia cristiana?<br />
ve frutto dell’amore al prossimo, su- Senza dubbio, possiamo riconoblime<br />
ideale indicato dal Salvatore scere in essa uno dei doni più dol-<br />
nel Vangelo.<br />
ci e soavi offerti dall’infinita bontà di<br />
Quando l’amicizia è sostituita<br />
dal mero interesse<br />
Nostro Signore Gesù Cristo alla povera<br />
umanità. Ma quest’amicizia sarà<br />
autentica solo se avrà in un solido<br />
Ecco a quante sofferenze si espon- amore verso Dio, la principale ragiogono<br />
le tristi società che bandiscono ne <strong>della</strong> sua esistenza. Allora sì, sarà<br />
dal loro seno la carità cristiana, que- un poderoso sostegno e lenitivo nelle<br />
sto fattore ineguagliabile di armo- amarezze di questa vita e continuenia.<br />
Una dimostrazione di ciò, la legrà per l’eternità, dove godremo <strong>della</strong><br />
giamo nella pessimistica penna di un suprema amicizia di Colui che, oltre<br />
noto scrittore tedesco, infelicemen- ad essere Padre, è il Divino Amico di<br />
te influenzato da idee poco cristia- tutti gli uomini.²
La tomba di San Paolo<br />
Dai tempi più antichi<br />
fino al XIX secolo,<br />
considerate le necessità<br />
difensive dell’epoca,<br />
le città europee<br />
erano circondate da mura all’interno<br />
delle quali erano racchiusi i pa-<br />
David Domingues<br />
La localizzazione <strong>della</strong> tomba dell’Apostolo, nella Basilica<br />
di San Paolo Fuori le Mura, non è mai stata contestata in 20<br />
secoli di storia <strong>della</strong> Chiesa. I recenti lavori di archeologia<br />
hanno confermato una solida tradizione romana.<br />
lazzi, i templi, gli edifici pubblici e le<br />
abitazioni private, garantendo protezione<br />
e sicurezza tanto ai cittadini<br />
quanto ai loro beni materiali.<br />
Fuori del perimetro urbano si<br />
estendevano i campi che, a seconda<br />
<strong>della</strong> situazione, erano coltivati o<br />
Vittorio Toniolo<br />
semplicemente abbandonati. Al primo<br />
segnale di pericolo, i pochi abitanti<br />
lì residenti correvano a rifugiarsi<br />
nella città fortificata..<br />
Anche Roma ha ricevuto dai suoi<br />
fondatori – i fratelli Romolo e Remo,<br />
secondo la leggenda – delle mura per<br />
L’odierna Basilica di San Paolo Fuori le Mura evoca lo splendore dell’edificio originale, iniziato da Costantino<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 33
La Basilica<br />
originale descritta<br />
da un poeta<br />
Il poeta Prudenzio ha visto<br />
la Basilica di San Paolo<br />
Fuori le Mura una volta<br />
conclusasi la sua costruzione,<br />
al tempo dell’Imperatore Onorio<br />
(395-423), e così l’ha descritta:<br />
“Un principe magnanimo ha consacrato<br />
il tempio e lo ha coperto di<br />
sontuose decorazioni. Ha fatto ri-<br />
3 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
vestire di lamine d’oro le travi, affinché<br />
la luce del suo interno fosse<br />
dorata come la luce dell’aurora.<br />
Per sostenere il tetto, ha messo delle<br />
colonne di marmo di Paro, disposte<br />
in quattro file. Sopra il grande<br />
arco ha disteso mosaici magnifici,<br />
di vari colori, come i prati in fiore<br />
in primavera”.<br />
Cristo Benedicente – Mosaico del sec. XIII<br />
Basilica di San Paolo Fuori le Mura, Roma<br />
David Domingues<br />
la sua difesa. Con il passare degli anni<br />
e con la crescita dell’urbe, ne sono<br />
state costruite altre. Al tempo dell’Imperatore<br />
Aureliano (270-275) tali<br />
mura, di 6 metri di altezza e 3,5 di<br />
spessore, si estendevano per 20 chilometri.<br />
La basilica costruita<br />
da Costantino<br />
Nel IV secolo, tuttavia, Costantino<br />
decise di costruire una basilica sopra<br />
un cimitero localizzato vicino alla<br />
Via Ostiense, la strada che conduceva<br />
al porto di Ostia. Che cosa voleva<br />
l’Imperatore, nel far costruire questa<br />
chiesa fuori dal recinto di mura – extra<br />
muros, in latino – alla mercé dei<br />
nemici, in mezzo ai prati dove pascolavano<br />
le greggi?<br />
Onorare la tomba di San Paolo,<br />
l’Apostolo dei Gentili, che si trovava<br />
in quel punto esatto.<br />
Venti Secoli di presenza<br />
incontestata<br />
La Basilica di San Paolo Fuori le<br />
Mura ha dovuto far fronte a diversi<br />
cataclismi. Nonostante tutto, le forze<br />
<strong>della</strong> natura non sono mai state sufficienti<br />
a far cadere l’edificio, o a farlo<br />
abbandonare, né tanto meno hanno<br />
diminuito l’afflusso dei pellegrini.<br />
Diversamente da altri luoghi santi<br />
di Roma, la presenza delle spoglie<br />
dell’Apostolo nella Basilica non sono<br />
mai state contestate. Non c’è mai stata<br />
la necessità di fare una verifica per<br />
calmare gli animi o confutare gli “spiriti<br />
forti”.<br />
Il più recente studio archeologico<br />
Alcuni mesi fa, approfittando dei<br />
lavori di restauro in corso in questo<br />
tempio, il Cardinale Arciprete, Andrea<br />
Cordero di Montezemolo, ha<br />
suggerito agli archeologi del Vaticano<br />
di fare qualche studio sulla tomba<br />
di San Paolo, che si trova sotto l’altare<br />
<strong>della</strong> confessione.<br />
Come succede nelle chiese così<br />
antiche, l’accesso alla tomba era<br />
chiuso, data la necessità di rimuo-
Fabio Kobyashi<br />
vere alcuni elementi dei sotterranei<br />
<strong>della</strong> Basilica. È stata<br />
praticata, a questo scopo,<br />
un’apertura di 70 cm, che<br />
ha messo in comunicazione<br />
col sepolcro; dopo circa<br />
16 secoli, era la prima volta<br />
che vedeva nuovamente<br />
la luce. Sopra il sarcofago,<br />
gli archeologi hanno potuto<br />
riconoscere chiaramente<br />
l’iscrizione: “Paolo Apostolo<br />
Mart.” (Paolo Apostolo e<br />
Martire)<br />
In dichiarazioni alla stampa,<br />
il Cardinale Montezemolo<br />
evidenzia che non ci possono<br />
essere dubbi quanto alla<br />
veridicità delle conclusioni<br />
di questi lavori archeologici:<br />
Fabio Kobayashi<br />
“La tomba di San Paolo<br />
non è mai stata toccata.<br />
L’iscrizione dà sicurezza<br />
quanto al fatto che quella<br />
è la tomba. Esiste un’assoluta<br />
concordanza, da venti secoli, sul fatto<br />
che la sepoltura di San Paolo è lì. Si<br />
poteva vedere o no, in tempi preceden-<br />
Un’imponente statua di San Paolo domina<br />
l’atrio di fronte alla Basilica<br />
ti, poiché era stata coperta da diverse<br />
cose, ma il fatto che la sepoltura è li ed<br />
è quella, io direi che nessuno, oggi, può<br />
Misure <strong>della</strong> tomba<br />
A<br />
Particolare dell’altare sotto il quale si trova la tomba di San Paolo<br />
metterlo in dubbio. Che cosa<br />
faremo nel futuro? Stiamo<br />
studiando l’eventuale possibilità<br />
di procedere anche a una<br />
esplorazione interna. Consulteremo<br />
il Papa perché dia<br />
l’autorizzazione, e vedremo il<br />
da fare.”<br />
* * *<br />
Dalla sua sepoltura,<br />
l’Apostolo dei Gentili continua<br />
a esercitare un’irresistibile<br />
attrazione e a proclamare,<br />
con la semplice presenza<br />
delle sue sacre spoglie, la veracità<br />
<strong>della</strong> Chiesa.<br />
E lì i suoi resti mortali<br />
hanno il meritato riposo,<br />
mentre la sua anima gode<br />
<strong>della</strong> gloria celeste, come<br />
egli stesso ha affermato:<br />
“Ho combattuto la buona<br />
battaglia, ho terminato la mia<br />
corsa, ho conservato la fede.<br />
Ora mi resta solo la corona di<br />
giustizia che il Signore, giusto giudice,<br />
mi consegnerà in quel giorno” (2Tim<br />
4,7-8). ²<br />
lcuni dati tecnici sulla<br />
tomba di San Paolo,<br />
offerti dall’archeologo<br />
del Vaticano Giorgio Filippi:<br />
“Il sarcofago ha una lunghezza<br />
di 2,55m, una larghezza<br />
di 1,25 e 0,97 di altezza. È appoggiato<br />
sopra un livello di pavimento<br />
formato da cocciopesto<br />
(un miscuglio di frammenti<br />
di argilla e cemento), che costituisce<br />
il piano sul quale erano<br />
collocate le lastre del pavimento<br />
<strong>della</strong> Basilica dei Tre Imperatori,<br />
risalente all’anno 390. Pertanto,<br />
il sarcofago si appoggia<br />
su questo livello, a 130cm sotto<br />
il piano attuale.”<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 3
Nuestro Padre Jesús de la Sentencia, Sevilla / Foto: Sergio Hollman<br />
Qual è il ruolo del dolore<br />
nella vita dell’uomo?<br />
Deve essere desiderato o<br />
detestato? È inevitabile?<br />
Questioni come queste,<br />
che possono presentarsi<br />
ad ogni uomo,<br />
popolavano la mente del<br />
celebre scrittore cattolico<br />
francese Joris-Karl<br />
Huysmans (1848-1907)<br />
quando scriveva una<br />
delle sue grandi opere,<br />
“L’Oblat”, <strong>della</strong> quale<br />
trascriviamo di seguito<br />
un brano.<br />
3 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
Nel tentativo di comprendere<br />
la ragion<br />
d’essere di questa terribile<br />
benefattrice, si<br />
dovrebbe risalire alla<br />
prima età del mondo, entrare in quell’Eden<br />
dove, non appena Adamo ha<br />
conosciuto il peccato, è sorta la sofferenza.<br />
Essa è stata la primogenita delle<br />
opere dell’uomo, e da allora lo perseguita<br />
sulla terra e persino oltre la tomba,<br />
fin sulle soglie del Paradiso.<br />
Essa è stata la figlia espiatrice <strong>della</strong><br />
disobbedienza, quella che il Battesimo,<br />
che spegne il peccato originale,<br />
non ha estinto. All’acqua del sacramento,<br />
ha aggiunto l’acqua delle lacrime.<br />
Per quanto gli sia stato possibile,<br />
ha pulito le anime con le due sostanze<br />
prese dallo stesso corpo dell’uomo:<br />
l’acqua ed il sangue.<br />
Odiosa a tutti e detestata, ha martirizzato<br />
le generazioni che si sono<br />
succedute. Da padre in figlio, l’Antichità<br />
ha trasmesso l’odio e la paura<br />
per questa commissaria delle opere<br />
divine, questa torturatrice, incomprensibile<br />
per il paganesimo che l’ha<br />
Gesù Cristo<br />
e il dolore: da<br />
quest’unione è<br />
nata la Chiesa<br />
eletta a dea malvagia non placabile<br />
dalle orazioni e dalle offerte.<br />
Ha proceduto per secoli sotto il<br />
peso <strong>della</strong> maledizione dell’umanità.<br />
Stanca di ispirare, nel suo compito riparatore,<br />
soltanto collere e schiamazzi,<br />
ha aspettato – anch’essa – con impazienza<br />
la venuta del Messia che doveva<br />
redimerla dalla sua abominevole<br />
fama e distruggere l’esecrabile stigma<br />
che aveva con sè.<br />
Essa Lo aspettava come Redentore,<br />
ma anche come lo Sposo che le era<br />
destinato fin dalla caduta. A Lui riservava<br />
le sue violenze amorose fino<br />
ad allora represse perché, nel compimento<br />
<strong>della</strong> sua triste e santa missione,<br />
essa soltanto poteva distribuire<br />
torture quasi intollerabili; riduceva le<br />
sue desolanti carezze in rapporto alle<br />
persone; non si consegnava interamente<br />
ai disperati che la rigettavano<br />
e la ingiuriavano, anche quando presentivano<br />
che semplicemente li spiava,<br />
senza approssimarsi troppo a loro.<br />
Essa fu di fatto una magnifica<br />
amante solo con l’Uomo-Dio, la cui<br />
capacità di sofferenza oltrepassava
ciò che lei aveva conosciuto. Si è trascinata<br />
accanto a Lui in quella notte<br />
spaventosa in cui, solo e abbandonato<br />
in una grotta, Egli si assumeva i<br />
peccati del mondo. Ed essa si è eccitata<br />
talmente che Lo ha abbracciato<br />
ed è divenuta grandiosa.<br />
Essa era talmente terribile che Egli<br />
è svenuto al suo contatto. La sua Agonia<br />
è stato il suo fidanzamento. Il suo<br />
simbolo di fede, come quello di qualsiasi<br />
sposa, è stato un anello, ma un<br />
anello enorme che di anello aveva appena<br />
la forma e, oltre ad essere un<br />
simbolo di matrimonio, era un emblema<br />
di regalità, una corona. Con questo<br />
diadema, lei ha cinto il capo del<br />
suo Sposo, prima ancora che i giudei<br />
avessero intrecciato la corona di spine<br />
da lei ordinata, e la fronte divina si è<br />
cinta di un sudore di rubini e si è adornata<br />
di un gioiello di perle di sangue.<br />
Lei Lo ha saziato con le uniche carezze<br />
di cui era capace, e cioè, con<br />
tormenti atroci e sovrumani. E come<br />
sposa fedele, si è unita a Lui e non<br />
Lo ha più abbandonato. Maria Santissima,<br />
Maddalena e le sante donne<br />
non avevano potuto seguirLo in tutti<br />
i luoghi. La sofferenza, invece, Lo ha<br />
accompagnato al pretorio, da Erode,<br />
da Pilato. Lei ha esaminato le striscie<br />
di cuoio dei flagelli, ha rettificato la<br />
treccia delle spine, ha affilato il ferro<br />
<strong>della</strong> lancia e appuntito gelosamente<br />
la punta dei chiodi.<br />
E quando è arrivato il momento<br />
supremo delle nozze- mentre Maria,<br />
Maddalena e Giovanni rimanevano<br />
in lacrime ai piedi <strong>della</strong> croce –<br />
lei, come la povertà di cui parla San<br />
Francesco di Assisi, è salita deliberatamente<br />
al letto del patibolo, e dall’unione<br />
di questi due reietti <strong>della</strong> ter-<br />
ra è nata la Chiesa. In fiotti di sangue<br />
e acqua, lei è uscita dal cuore sacrificato.<br />
Ed è stata la fine. Divenuto impassibile,<br />
Cristo sfuggiva per sempre<br />
ai suoi amplessi. Lei è rimasta vedova<br />
nell’esatto momento in cui era stata,<br />
alla fine, amata, ma scendeva dal<br />
Calvario riabilitata da questo amore,<br />
riscattata da questa morte.<br />
Tanto vituperata quanto il Messia,<br />
si era elevata con Lui e, anche lei,<br />
aveva dominato il mondo dall’alto<br />
<strong>della</strong> Croce. La sua missione veniva<br />
ratificata e nobilitata. D’ora in avanti,<br />
lei era comprensibile per i cristiani<br />
e sarebbe stata amata, fino alla fine<br />
dei tempi, da anime che l’avrebbero<br />
chiamata per affrettare l’espiazione<br />
dei loro peccati e quelli degli altri,<br />
per amarla in memoria e imitazione<br />
<strong>della</strong> Passione di Cristo Nostro Signore.²<br />
L’Antichità ha trasmesso l’odio e la paura del dolore; il paganesimo l’ha eretta a divinità malvagia non placabile<br />
con le orazioni e le offerte<br />
Morte di Socrate, di J.L.David, Metropolitan Museum of Art, Nuova York<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 37<br />
Gustavo Kralj
I<br />
Maria, specchio splendente<br />
l tema prescelto per questa<br />
solenne Seduta Pubblica<br />
– “L’Immacolata,<br />
Madre di tutti gli uomini,<br />
icona <strong>della</strong> bellezza e<br />
<strong>della</strong> carità divina” – vuol giustamente<br />
mettere in risalto la singolare partecipazione<br />
dell’Immacolata Vergine Maria,<br />
Madre di Dio e Madre di tutti gli<br />
uomini, al mistero di Dio, mistero eccelso<br />
di bellezza e di carità. Dio, Uno e<br />
Trino, che diffonde la sua bellezza e la<br />
sua carità nel mondo da Lui creato, comunica,<br />
in modo particolare queste sue<br />
qualità alle creature umane per mezzo<br />
del perfettissimo Mediatore, il suo Figlio<br />
Gesù Cristo, mo<strong>della</strong>ndole e santificandole<br />
con la potenza dello Spirito<br />
Santo, affinché siano sante e immacolate<br />
al suo cospetto nella carità (cfr<br />
Ef 1,4).<br />
Luogo primordiale di<br />
Maria nella creazione<br />
Maria di Nazareth eccelle tra tutte<br />
le creature quale specchio fulgidis-<br />
La ParoLa dei Pastori<br />
<strong>della</strong> bellezza divina<br />
Il messaggio del Cardinale Tarcisio Bertone alla<br />
solenne Assemblea Pubblica delle Accademie Pontificie,<br />
mette in risalto l’importanza di Maria nella scoperta<br />
<strong>della</strong> “via pulchritudinis”.<br />
Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B.<br />
Segretario di Stato di Sua Santità<br />
simo <strong>della</strong> bellezza divina perché, essendo<br />
stata “preservata” dal peccato<br />
originale e colmata “di grazia”, è<br />
talmente animata e pervasa dalla carità<br />
dello Spirito Santo, da diventare<br />
il prototipo <strong>della</strong> persona umana che,<br />
nella maniera più totale e senza alcuna<br />
riserva, accoglie il Figlio di Dio<br />
nell’ora tragica <strong>della</strong> sua Passione come<br />
in quella <strong>della</strong> Risurrezione. Rimanendo<br />
profondamente unita a Cristo<br />
crocifisso e risorto, Maria si rivela<br />
Madre di tutta l’umanità e, in particolare,<br />
dei discepoli del Figlio.<br />
Nella sua prima Lettera enciclica<br />
Deus caritas est Sua Santità, facendo<br />
riferimento proprio alle parole pronunciate<br />
da Gesù in croce: “Ecco tua<br />
madre” (Gv 19,27), ha affermato che,<br />
sotto la croce del Figlio, “Maria è diventata,<br />
di fatto, Madre di tutti i credenti.<br />
Alla sua bontà materna, come<br />
alla sua purezza e bellezza verginale,<br />
si rivolgono gli uomini di tutti i tempi<br />
e di tutte le parti del mondo nelle loro<br />
necessità e speranze, nelle loro gioie e<br />
sofferenze, nelle loro solitudini come<br />
anche nella condivisione comunitaria.<br />
E sempre sperimentano il dono <strong>della</strong><br />
sua bontà, sperimentano l’amore inesauribile<br />
che ella riversa dal profondo<br />
del suo cuore. Le testimonianze<br />
di gratitudine, a lei tributate in tutti i<br />
continenti e in tutte le culture, sono il<br />
riconoscimento di quell’amore puro<br />
che non cerca sé stesso, ma semplicemente<br />
vuole il bene” (n. 42).<br />
Maria, figura <strong>della</strong> Chiesa<br />
La Chiesa, che ad imitazione <strong>della</strong><br />
Vergine Maria è chiamata ad accogliere<br />
il Figlio di Dio nella storia e<br />
nelle vicende di ogni popolo e cultura,<br />
contemplando la singolare e luminosa<br />
figura di Maria, scopre e comprende<br />
sempre meglio la sua identità<br />
di madre, discepola e maestra. Per<br />
questo il Concilio Vaticano II “ha posto<br />
in evidenza che la Madre del Signore<br />
non è figura marginale nell’ambito<br />
<strong>della</strong> fede e nel panorama<br />
<strong>della</strong> teologia, poiché essa, per la sua
intima partecipazione alla storia <strong>della</strong><br />
salvezza, «riunisce in sé in qualche<br />
modo e riverbera i massimi dati <strong>della</strong><br />
fede»” (Congregazione per l’Educazione<br />
Cattolica, La Vergine Maria nella<br />
formazione intellettuale e spirituale,<br />
D. 5). Maria perciò diventa «fondamentale<br />
per il “pensare” cristiano»<br />
(Giovanni Paolo II, Lettera ai sacerdoti<br />
per il Giovedì Santo 1995; il suo<br />
mistero ci illumina sul mistero <strong>della</strong><br />
Chiesa e viceversa.<br />
Necessità <strong>della</strong> misericordia di Dio<br />
G<br />
La mariologia e la “via<br />
pulchritudinis”<br />
Questa solenne Seduta Pubblica,<br />
che vede protagoniste la Pontificia<br />
Accademia dell’Immacolata e la Pontificia<br />
Accademia Mariana Internazionale,<br />
è occasione propizia di cui il<br />
Sommo Pontefice si avvale per rivolgere<br />
un caloroso incoraggiamento a<br />
tutti i cultori di Mariologia, affinché<br />
si impegnino sempre più ed intensifichino<br />
la loro attività nell’ambito dei<br />
Nella nostra epoca che è “contrassegnata in modo<br />
particolare dal mistero dell’iniquità” esiste un barlume<br />
di speranza: la misericordia di Dio.<br />
iovanni Paolo II (...) ha<br />
denunciato nella società<br />
odierna la volontà di<br />
eliminare la religione sia<br />
dalla vita pubblica che da<br />
quella privata: “Nel rigettare le leggi divine<br />
e i principi morali, attenta apertamente<br />
alla famiglia. In diversi modi, cerca di<br />
imbavagliare la voce di Dio nel cuore degli<br />
uomini; vuole fare di Dio il grande assente<br />
nella cultura e nella coscienza dei<br />
popoli”. Ciò ha condizionato soprattutto<br />
il secolo XX, un secolo “contraddistinto<br />
in modo particolare dal mistero<br />
dell’iniquità, che continua a marcare la<br />
realtà del mondo in questo nuovo secolo,<br />
già nella sua prima decade.”<br />
Chi non vede in questa diagnosi<br />
un modo di discernere molto simile,<br />
anche se con i suoi tratti caratteristici,<br />
a quello che abbiamo fatto noi, vescovi<br />
spagnoli, sintetizzabile nel fatto<br />
che il nostro problema più radicale è<br />
quello <strong>della</strong> negazione di Dio, quello<br />
Cardinale Antonio Cañizares Llovera<br />
Arcivescovo di Toledo<br />
di vivere come se Dio non esistesse,<br />
messo in risalto e propugnato tramite<br />
la diffusione allarmante all’interno<br />
<strong>della</strong> nostra società del laicismo ideologico<br />
ed escludente?<br />
Stiamo vivendo momenti molto<br />
complicati. In tutta onestà, e con<br />
una fede viva, è necessario riconoscere<br />
che abbiamo bisogno <strong>della</strong> misericordia<br />
di Dio per riprendere con speranza<br />
il cammino. Esprimo perfettamente<br />
la mia opinione quando, osservando<br />
la situazione <strong>della</strong> Spagna,<br />
dell’Europa, del mondo, faccio mie le<br />
parole del Papa Giovanni Paolo II in<br />
Polonia, ampiamente sviluppate prima<br />
nella sua Enciclica Dives in misericordia:<br />
per noi, nella situazione in<br />
cui viviamo, per il mondo e per l’uomo<br />
“esiste soltanto una fonte di speranza:<br />
la misericordia di Dio”.<br />
In questo giorno di Sant’Ildefonso,<br />
testimone <strong>della</strong> misericordia divina,<br />
vogliamo ripetere con fede: “Ge-<br />
Centri di studio e nel campo delle<br />
pubblicazioni scientifiche, prestando<br />
particolare attenzione ad una metodologia<br />
rispettosa dell’interazione feconda<br />
tra la via veritatis e la via pulchritudinis,<br />
che si compendiano nella<br />
via caritatis.<br />
(Lettera al Cardinale Paul<br />
Poupard in occasione dell’Assemblea<br />
Pubblica delle Accademie<br />
Pontificie, 20/11/2006)<br />
sù, mi affido a Voi!Da questo annuncio,<br />
che esprime la fiducia nell’amore<br />
onnipotente di Dio, abbiamo un bisogno<br />
particolare in questo nostro tempo<br />
in cui l’uomo si sente sconcertato<br />
di fronte alle molteplici manifestazioni<br />
del male. È necessario che l’invocazione<br />
<strong>della</strong> misericordia di Dio<br />
sgorghi dal profondo dei cuori pieni<br />
di sofferenza, di inquietudine e di<br />
incertezza, ma nel contempo pieni di<br />
una ineffabile fonte di speranza”.<br />
L’origine di questa fonte inesauribile–<br />
che è Cristo, il Figlio unico del<br />
Padre, ricco di misericordia – noi la<br />
troviamo nella sempre Vergine Maria,<br />
Madre di Dio, come ha dimostrato<br />
tanto acutamente Sant’Ildefonso<br />
nei suoi insegnamenti e nella sua vita<br />
di schiavo di Maria.<br />
(Brani dell’omelia nella<br />
Messa di apertura del XIV centenario<br />
<strong>della</strong> nascita di Santo Ildefonso di<br />
Toledo, 23/1/2007)
550 anni del Collegio Capranica<br />
“La qualità del clero dipende dalla<br />
serietà <strong>della</strong> sua formazione!” – ha affermato<br />
Benedetto XVI, nell’udienza<br />
concessa il 19 gennaio ai professori<br />
e alunni del Collegio Capranica di<br />
Roma.<br />
Il Santo Padre ha messo in risalto<br />
l’importanza di quest’opera iniziata<br />
550 anni fa dal Cardinale Domenico<br />
Capranica, che ha dato vita ad un<br />
seminario destinato esclusivamente al<br />
perfezionamento di futuri sacerdoti, in<br />
particolare dei candidati meno favoriti.<br />
Lo zelo del Cardinal Capranica,<br />
relativamente alla dimensione spirituale<br />
nella formazione integrale degli<br />
alunni del collegio – ha osservato il<br />
Papa – ha portato all’apertura di uno<br />
spazio per l’educazione caritativa e<br />
per l’esperienza pastorale. Così, ha<br />
fatto in modo che i futuri sacerdoti ,<br />
oltre a praticare i sacramenti, si dedicassero<br />
anche all’assistenza ai malati<br />
e al servizio parrocchiale nelle diverse<br />
chiese di Roma.<br />
La soppressione del celibato<br />
non risolve il problema<br />
<strong>della</strong> crisi di vocazioni.<br />
Ha causato una grande ripercussione<br />
in Europa l’articolo nel quale<br />
il giornalista Vittorio Messori rifiuta<br />
l’illusoria tesi secondo cui, ammettendo<br />
al sacerdozio uomini sposati, la<br />
Chiesa risolverebbe il problema <strong>della</strong><br />
grande crisi di vocazioni.<br />
Comincia chiarendo che i pastori<br />
protestanti, i pope <strong>della</strong> Chiesa Ortodossa<br />
e i rabbini ebrei possono sposarsi<br />
e, nel contempo, queste religio-<br />
0 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
ni affrontano crisi vocazionali uguali<br />
e, in certi casi, perfino superiori a<br />
quelle <strong>della</strong> Chiesa Cattolica. “Il matrimonio,<br />
pertanto, non sarebbe la soluzione<br />
al problema <strong>della</strong> scarsezza del<br />
clero” – ha concluso.<br />
La pratica <strong>della</strong> castità perfetta,<br />
continua il giornalista, risale alle origini<br />
del Cristianesimo. Nella Chiesa<br />
occidentale, San Girolamo, Sant’Ambrogio<br />
e Sant’Agostino “sono d’accordo<br />
sulla verginità, celibato o continenza,<br />
non solo per i sacerdoti, ma anche<br />
per i diaconi”. Sulla base di uno<br />
studio fatto dal Cardinale Alfons Stickler,<br />
ex bibliotecario e archivista del<br />
Vaticano, aggiunge che “mai, neanche<br />
nei documenti più antichi, il celibato<br />
è stato considerato una novità: è<br />
sempre stato un dato indiscutibile <strong>della</strong><br />
Tradizione primitiva”.<br />
Chiesa<br />
di Oura –<br />
Nagasaki,<br />
Giappone<br />
Il Giappone vuole dichiarare<br />
molte delle proprie chiese<br />
“Patrimonio dell’Umanità”<br />
Secondo quanto informa l’agenzia<br />
“Notizie Ecclesiali”, le autorità <strong>della</strong><br />
regione di Nagasaki hanno deciso di<br />
proporre all’UNESCO che 49 delle<br />
140 chiese cattoliche locali siano dichiarate<br />
“Patrimonio dell’Umanità”.<br />
L’obiettivo dell’iniziativa, secondo<br />
quanto informano i promotori <strong>della</strong><br />
proposta, è fare in modo che i tem-<br />
pli cattolici siano simbolo <strong>della</strong> libertà<br />
religiosa.<br />
Fin dal secolo XVI i cattolici del<br />
Giappone hanno sofferto molte persecuzioni,<br />
che si sono estese fino al<br />
XIX secolo. A partire da allora si sono<br />
costruite nuove chiese, soprattutto<br />
nella regione di Nagasaki, dove<br />
era fiorente una numerosa popolazione<br />
cattolica.<br />
Astinenza e fedeltà coniugale:<br />
metodo efficace contro l’AIDS<br />
La Segreteria <strong>della</strong> Salute del governo<br />
messicano includerà l’astinenza,<br />
per le persone celibi e la fedeltà<br />
coniugale per quelle sposate, nelle<br />
raccomandazioni che dà ai giovani riguardo<br />
la prevenzione delle malattie<br />
sessualmente trasmissibili.<br />
“Praticare l’astinenza è un buon<br />
metodo, il più sicuro, praticare la fedeltà<br />
è un buon metodo” – ha dichiarato<br />
alla stampa Maurizio Hernandez<br />
Ávila, Sottosegretario di Prevenzione<br />
e Promozione <strong>della</strong> Salute.<br />
Il Papa battezza tredici bambini<br />
Nella festa del Battesimo del Signore,<br />
Benedetto XVI ha battezzato<br />
sei bambine e sette bambini durante la<br />
Messa celebrata nella Cappella Sistina.<br />
Nell’omelia, il Papa ha messo in risalto<br />
l’importanza <strong>della</strong> famiglia “fondata<br />
sul matrimonio, culla dell’amore”.<br />
Ha spiegato che il Battesimo ci rende<br />
figli adottivi di Dio e che il Padre Celeste<br />
ripete ad ogni bambino battezzato<br />
quelle parole dirette a Gesù, sulle<br />
rive del Giordano: “Tu sei mio figlio”.<br />
Ha altresì ricordato: “La Famiglia di<br />
Dio si costruisce nella famiglia concreta<br />
<strong>della</strong> Chiesa. L’uomo non potrà avere<br />
Dio come Padre – già lo dicevano gli<br />
antichi scrittori cristiani – se non avrà<br />
anche la Chiesa come madre”.<br />
Televisione cattolica via Internet<br />
Ha superato tutte le aspettative l’inizio<br />
delle emissioni di “Diocesi TV”, la<br />
televisione via Internet lanciata il 24<br />
gennaio dalla Diocesi di Malaga, Spagna.<br />
Quasi 6 mila internauti, il primo
giorno, hanno obbligato i responsabili<br />
ad un intenso ritmo di lavoro per ampliare<br />
la larghezza <strong>della</strong> banda.<br />
Come ha spiegato Ana Medina,<br />
direttrice dell’iniziativa, inizialmente<br />
sono stati messi a disposizione del<br />
pubblico solo tre programmi, ripetuti<br />
nel corso <strong>della</strong> giornata. “Questo, comunque”,<br />
ha aggiunto, “è solo un piccolo<br />
seme che nasce con la vocazione<br />
di trasformarsi in un grande progetto”.<br />
Le scuole cattoliche sono<br />
le preferite in Australia<br />
Secondo informazioni dell’agenzia<br />
Fides, i collegi cattolici confermano la<br />
loro posizione di scuole più apprezzate<br />
dalle famiglie australiane, per offrire<br />
istruzione di qualità a costi accessibili.<br />
Secondo una recente indagine realizzata<br />
nello Stato di Vittoria, nel sud del<br />
paese, più del 70% delle famiglie pre-<br />
Settimana di preghiera<br />
per l’Unità dei Cristiani<br />
“ Fa udire i sordi e fa parlare i muti!” (Mc 7, 37).<br />
Su questo suggestivo tema, è stata realizzata<br />
a Roma, dal 18 al 25 gennaio, la Settimana di<br />
Preghiera per l’Unità dei Cristiani.<br />
Nella giornata di chiusura, Festa <strong>della</strong> Con<strong>versione</strong><br />
di San Paolo, il Papa ha presieduto la celebrazione dei<br />
Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura.<br />
Nell’omelia, Benedetto XVI ha messo in risalto<br />
l’importanza dell’ascolto <strong>della</strong> Parola di Dio e del<br />
dialogo sincero e leale. “Non siamo infatti noi a fare o<br />
ad organizzare l’unità <strong>della</strong> Chiesa. La Chiesa non fa se<br />
stessa e non vive di se stessa, ma <strong>della</strong> parola creatrice<br />
che viene dalla bocca di Dio. (...) Perciò l’ascolto del Dio<br />
che parla implica anche l’ascolto reciproco, il dialogo tra<br />
le Chiese e le Comunità ecclesiali. Il dialogo onesto e leale<br />
costituisce lo strumento imprescindibile <strong>della</strong> ricerca<br />
dell’unità”.<br />
Hanno partecipato alla cerimonia, rappresentanti<br />
delle altre confessioni cristiane di Roma: Gennadios<br />
ferisce iscrivere i propri figli negli istituti<br />
cattolici, anche se devono sopportare<br />
una spesa leggermente maggiore<br />
rispetto alle scuole pubbliche.<br />
La qualità dell’insegnamento nelle<br />
scuole cattoliche attira anche famiglie<br />
di altre religioni. Così, nello Stato del<br />
Queensland, situato a nord-ovest del<br />
paese, circa il 25% degli alunni iscritti<br />
non sono cattolici. I genitori si sentono<br />
attratti dalla serietà, dalla competenza<br />
dei professori e, soprattutto, dall’insieme<br />
dei valori morali che trovano nelle<br />
istituti di insegnamento cattolici.<br />
Eroica madre sulla<br />
strada degli altari<br />
Sull’esempio di Santa Gianna Beretta<br />
Molla, un’altra giovane madre di famiglia<br />
si trova sul cammino <strong>della</strong> gloria<br />
degli altari: la Serva di Dio Maria Cecilia<br />
Perrin di Buide, nata a Punta Alta,<br />
Osservatore Romano<br />
Argentina. Il processo di beatificazione<br />
è stato aperto nel febbraio di quest’anno<br />
dall’Arcivescovo di Bahia Blanca,<br />
Mons. Guillermo José Garlatti.<br />
Nel febbraio del 1984, quando si<br />
trovava in attesa del suo primo figlio,<br />
le fu comunicata una terribile diagnosi:<br />
soffriva di un cancro forse ormai<br />
irreversibile. I medici le proposero<br />
di prendere in considerazione un<br />
“aborto terapeutico”, come tentativo<br />
di salvarle la vita. Lei si rifiutò categoricamente,<br />
anche se sapeva che<br />
questa decisione rendeva impossibile<br />
la propria sopravvivenza.<br />
Cinque mesi dopo nacque sua figlia,<br />
Maria Augustina e il primo marzo del<br />
1985, a 28 anni d’età. morì la madre.<br />
In difesa del diritto di nascere<br />
Ha prodotto un risultato positivo e<br />
immediato la grande manifestazione<br />
Zervos, arcivescovo ortodosso dell’<strong>It</strong>alia; John Flack,<br />
direttore dell’Anglican Center di Roma; e il pastore<br />
Holger Milkau, decano <strong>della</strong> Chiesa Evangelica- Luterana<br />
in <strong>It</strong>alia.<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 1
ealizzata il 5 febbraio davanti all’Assemblea<br />
Nazionale dei Deputati di<br />
Panama, in difesa del più fondamentale<br />
diritto umano, quello di nascere.<br />
Attualmente il Codice Penale di<br />
questo paese permette l’aborto in<br />
due situazioni: violazione carnale o<br />
fecondazione assistita non consentita,<br />
e gravi problemi di salute che mettano<br />
in rischio la vita <strong>della</strong> madre o<br />
del nascituro.<br />
Approfittando dei dibattiti in corso<br />
nell’Assemblea per modificazioni<br />
<strong>della</strong> legislazione penale, il governo<br />
ha presentato un progetto che mira<br />
ad ampliare le cause di depenalizzazione<br />
dell’aborto.<br />
Di fronte a questa minaccia al diritto<br />
di esseri umani indifesi, l’Arcivescovo<br />
di Città del Panama, Mons.<br />
José Dimas Cedeño Delgado, ha convocato<br />
tutti i cattolici a riunirsi davanti<br />
all’Assemblea Nazionale, con<br />
l’obbiettivo di “accompagnare i deputati<br />
e invitarli a difendere il maggior bene:<br />
la vita.” La manifestazione è stata<br />
appoggiata dal movimento Alleanza<br />
Panamense per la Vita e supportata<br />
da diverse istituzioni civiche.<br />
Di conseguenza, si è alzata un’ondata<br />
di proteste contro il progetto del<br />
governo, che ha portato al suo ritiro.<br />
Secondo quanto ha dichiarato alla<br />
stampa il deputato Wigberto Quintero,<br />
membro <strong>della</strong> Commissione di<br />
Governo, saranno mantenute nel Codice<br />
Penale, così come stanno, le attuali<br />
norme restrittive sull’aborto.<br />
“Ho smesso di essere<br />
soldato <strong>della</strong> Spagna per<br />
essere soldato di Cristo”<br />
Il Monastero <strong>della</strong> Purissima Concezione,<br />
delle suore clarisse di Salamanca,<br />
ha ricevuto una postulante<br />
speciale: Matilde de Luis Araujo, 27<br />
anni, soldato dell’esercito spagnolo.<br />
Ella ha prestato servizio in un Reggimento<br />
di Ingegneria ed ha condotto<br />
la vita dura e pericolosa dei soldati.<br />
Tuttavia, nonostante il suo entusiasmo<br />
per gli esercizi militari, sentiva nell’anima<br />
un invito a fare un passo più eleva-<br />
2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
to, più eroico. “Mi sono resa conto che,<br />
per cambiare il mondo, dovevo cominciare<br />
a cambiare me stessa” ha detto.<br />
Così, indossando l’uniforme militare,<br />
ha attraversato con passo fermo<br />
e deciso la massiccia porta del monastero,<br />
cosciente che stava entrando<br />
non per cessare la sua vita di combattente,<br />
ma per continuarla su un piano<br />
più elevato: essere un “miles Christi”.<br />
È stato ciò che ha dichiarato in<br />
presenza del colonnello del suo reggimento,<br />
del suo capitano e <strong>della</strong> sua<br />
famiglia, riunita per il commiato. “Ho<br />
smesso di essere soldato <strong>della</strong> Spagna<br />
per essere soldato di Cristo”.<br />
Santuario dei martiri messicani<br />
Sono ricominciati nuovamente il 5<br />
febbraio, nella città di Guadalajara,<br />
Messico, i lavori di costruzione del<br />
Santuario dei Martiri Messicani.<br />
Il monumentale edificio, simbolo<br />
<strong>della</strong> fedeltà a Cristo e <strong>della</strong> costanza<br />
e valore dei martiri, avrà una capacità<br />
di 12 mila persone. In celebrazioni speciali,<br />
l’atrio e la piazza di fronte potranno<br />
ricevere fino a 50 mila fedeli.<br />
Secondo quanto ha spiegato il<br />
Cardinale Juan Sandoval Iñiguez,<br />
Arcivescovo di Guadalajara, due sono<br />
i motivi che hanno portato alla costruzione<br />
di questo Santuario: da un<br />
lato, onorare la memoria dei martiri<br />
mantenendo viva la loro presenza tra<br />
il popolo di Dio, dall’altro lato, supplire<br />
alla necessità di un ampio spazio<br />
dove si possano realizzare celebrazioni<br />
per un gran numero di persone,<br />
molto frequenti in questa grande<br />
città cattolica.<br />
Intorno al Santuario ci saranno impianti<br />
per opere di carità, come la Caritas<br />
Diocesana, una clinica di assistenza,<br />
una scuola di infermeria per formare<br />
principalmente donne bisognose e<br />
una locanda con refettorio per ricevere<br />
i pellegrini e per l’assistenza ai poveri.<br />
Enciclica di Benedetto XVI,<br />
la più venduta <strong>della</strong> storia<br />
Solo in <strong>It</strong>alia sono state vendute in<br />
un anno – da gennaio 2006 a gennaio<br />
2007 – un milione e 400 mila copie<br />
<strong>della</strong> prima enciclica del Papa Benedetto<br />
XVI, Deus caritas est. Secondo<br />
un’informazione data dalla Libreria<br />
Editrice Vaticana, che detiene i diritti<br />
d’autore di tutti i documenti pontifici,<br />
il successo dell’enciclica è internazionale:<br />
tre edizioni in tedesco, tre in<br />
spagnolo, una in russo, una in cinese<br />
e una in Braille, per i ciechi.<br />
Approvazione pontificia<br />
<strong>della</strong> Comunità cattolica Shalom<br />
La comunità cattolica Shalom è<br />
stata approvata dalla Santa Sede come<br />
Associazione Privata Internazionale<br />
di Fedeli di Diritto Pontificio.<br />
“È una grazia ricevuta in vista dell’edificazione<br />
<strong>della</strong> Chiesa e al servizio<br />
dell’umanità”, ha detto il suo fondatore<br />
Moises Louro de Azevedo Filho.<br />
“Un carisma ha ragione di esistere solo<br />
se è al servizio dell’edificazione <strong>della</strong><br />
Chiesa”, ha aggiunto.<br />
La Comunità Shalom, fondata nel<br />
1982, a Fortaleza, Brasile, è costituita<br />
da uomini e donne, e annovera sacerdoti,<br />
persone consacrate e coppie<br />
sposate. Possiede più di due mila<br />
membri che operano in 41 diocesi del<br />
Brasile e in 11 città di altri paesi.<br />
Comunità di Sant’Egidio:<br />
39 anni di esistenza<br />
Due azioni importanti hanno sottolineato<br />
le commemorazioni del 39º<br />
anniversario <strong>della</strong> Comunità di Sant’Egidio,<br />
a Roma, il giorno 8 febbraio.<br />
La prima è stata l’udienza concessa<br />
dal Papa Benedetto XVI ai rappresentanti<br />
e ai vescovi amici di questa istituzione<br />
ecclesiale. Tra i presenti, spiccavano<br />
Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo<br />
di Terni – Narni – Amelia e consigliere<br />
spirituale del movimento, e il prof.<br />
Andrea Riccardi, suo fondatore.<br />
“La Comunità di Sant’Egidio, mettendo<br />
al centro <strong>della</strong> propria esistenza<br />
la preghiera e la liturgia, vuole farsi<br />
prossima di coloro che sperimentano<br />
situazioni di disagio e di emarginazione<br />
sociale. Per il cristiano l’uomo,
anche se lontano, non è mai un estraneo.”<br />
– ha detto il Papa.<br />
La seconda atto è stata la Messa<br />
celebrata nella Basilica di San Giovanni<br />
in Laterano dal Cardinale Paul<br />
Poupard, Presidente del Pontificio<br />
Consiglio per la Cultura e il Dialogo<br />
Interreligioso. La celebrazione<br />
ha contato sulla presenza di numerose<br />
autorità ecclesiastiche e civili, e<br />
membri del Corpo Diplomatico.<br />
Fondata a Roma, nel febbraio del<br />
1968, la Comunità di Sant’Egidio ha<br />
oggi più di 50mila membri che operano<br />
in 70 paesi.<br />
Istituti secolari commemorano<br />
il 60º anniversario del<br />
riconoscimento pontificio<br />
Circa 500 membri di istituti secolari<br />
di tutto il mondo si sono riuniti a<br />
Roma, nei giorni 3 e 4 febbraio, per<br />
commemorare presso la Cattedra di<br />
Pietro il 60º anniversario <strong>della</strong> Costituzione<br />
Apostolica Provida Mater Ecclesia,<br />
del 2 febbraio 1947, con la quale<br />
il Papa Pio XII ha concesso il riconoscimento<br />
pontificio a questa forte<br />
realtà ecclesiale.<br />
L’incontro è stato organizzato dalla<br />
Conferenza Mondiale degli Istituti<br />
Secolari (CMIS) e ha visto tra i<br />
suoi espositori il Cardinale Franc Rodé,<br />
Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per<br />
gli Istituti di Vita Consacrata e per le<br />
Società di Vita Apostolica, e il Cardinale<br />
George Cottier OP, teologo<br />
emerito <strong>della</strong> Casa Pontificia.<br />
Nell’udienza concessa ai partecipanti<br />
il giorno 3 febbraio, il Papa Benedetto<br />
XVI ha diretto loro parole<br />
di stimolo: “Annunciate la bellezza di<br />
Dio e <strong>della</strong> sua creazione. Sull’esempio<br />
di Cristo, siate obbedienti all’amore,<br />
uomini e donne di mitezza e misericordia,<br />
capaci di percorrere le strade del<br />
mondo facendo solo del bene. (...)La<br />
Chiesa ha bisogno anche di voi per dare<br />
completezza alla sua missione. Siate<br />
seme di santità gettato a piene mani<br />
nei solchi <strong>della</strong> Storia”.<br />
I membri degli istituti secolari si<br />
impegnano a compiere nel mondo<br />
la loro missione evangelizzatrice, vivendo<br />
nella pratica i consigli evangelici<br />
di povertà, obbedienza e castità.<br />
“La nostra vocazione significa vivere<br />
nel secolo, come tutti i laici, ma anche<br />
nella piena consacrazione, come<br />
tutte le persone consacrate”, spiega<br />
Ewa Kusz, Presidente <strong>della</strong> CMIS.<br />
Aumenta in Spagna<br />
l’adorazione perpetua al<br />
Santissimo Sacramento<br />
A Talavera de la Reina, più di 700<br />
fedeli hanno risposto “sì” ad un invito<br />
a partecipare all’adorazione perpetua<br />
di Gesù Sacramentato, nella<br />
chiesa del Convento <strong>della</strong> Carmelitane<br />
Scalze. “È stata una vera esplosione<br />
dello Spirito Santo”, ha commentato<br />
l’organizzatore, Don Justo Lofen.<br />
Per coprire i 168 turni settimanali di<br />
un’ora, sono necessarie circa 350 persone.<br />
Talavera ha iniziato con più del<br />
doppio, unendosi a Madrid, Toledo, Siviglia<br />
ed altre città spagnole dove già è<br />
introdotta l’adorazione perpetua.<br />
Processo di canonizzazione di<br />
più di 61 martiri spagnoli<br />
Mons. Juan Antonio Reig Pla, Vescovo<br />
di Cartagena, Spagna, ha dichiarato<br />
aperto il processo di canonizzazione<br />
di 61 martiri <strong>della</strong> persecuzione<br />
religiosa attuata in questo<br />
paese tra il 1936 e il 1939: sacerdoti,<br />
religiosi, seminaristi e semplici laici,<br />
assassinati per odio alla fede. Numerosi<br />
familiari delle vittime hanno assistito<br />
alla cerimonia di apertura.<br />
Secondo documenti e testimonianze<br />
oculari, la maggioranza di loro<br />
fu uccisa a colpi di arma da fuoco<br />
o a pugnalate. Molti hanno subito<br />
torture prima di morire: uno di loro<br />
fu interrato vivo; ad altri i boia hanno<br />
strappato gli occhi, tagliato le orecchie<br />
o li hanno trascinati per le strade<br />
<strong>della</strong> città, come è avvenuto col Parroco<br />
del Carmelo, Don Sotero González<br />
Lerma, che fu poi anche appeso<br />
alla facciata <strong>della</strong> chiesa e bruciato.<br />
125º anniversario <strong>della</strong><br />
Chiesa nel Borneo<br />
La Chiesa Cattolica nella regione<br />
di Sarawak, nel Borneo malaio, festeggia<br />
il 125º anniversario <strong>della</strong> sua<br />
nascita: la prima missione che ha portato<br />
il Vangelo in questa regione è<br />
partita da un piccolo gruppo di Missionari<br />
di San Giuseppe di Mill Hill<br />
i quali, compiendo sforzi notevoli, vi<br />
sono arrivati nel 1881.<br />
Da allora, la Chiesa è cresciuta attraverso<br />
lo zelo pastorale dei missionari,<br />
delle sorelle e dei laici che hanno<br />
creduto al progetto di evangelizzare<br />
le popolazioni locali. Nel 1894<br />
i missionari hanno costruito la scuola<br />
di San Giuseppe ed una chiesa a<br />
Kuching. Nel 1932 è stato ordinato il<br />
primo sacerdote locale, Don Joseph<br />
Chin Ting Huong.<br />
Attualmente, l’Arcidiocesi di Kuching<br />
occupa un territorio popolato<br />
da più di un milione di persone, delle<br />
quali 153 mila sono fedeli cattolici,<br />
divisi in 10 parrocchie.<br />
Per ricordare il felice evento e<br />
ringraziare il Signore di questo dono,<br />
la Chiesa del Borneo ha celebrato<br />
una solenne Eucarestia presieduta<br />
da Mons. Salvatore Pennacchio<br />
Delegato Apostolico. Hanno partecipato<br />
l’Arcivescovo di Kuching,<br />
Mons. John Ha, l’Arcivescovo emerito<br />
Mons. Datuk Peter Chung, nu-<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 3
merosi sacerdoti e religiosi, e più di<br />
mille fedeli.<br />
India: governo concede un<br />
premio ad una suora cattolica<br />
L’autorità civile in India riconosce,<br />
a livello nazionale, il contributo<br />
essenziale dato dalla comunità<br />
cattolica nel campo dell’educazione<br />
e dei servizi sociali. Con questo<br />
spirito è stato concesso a Suor Cyril<br />
Mooney – religiosa di origine irlandese,<br />
appartenente all’Istituto <strong>della</strong><br />
Beata Vergine Maria – il premio<br />
“Padma Shri Award”, il più alto riconoscimento<br />
concesso dal governo<br />
di questo paese alle persone che si<br />
sono distinte nel campo delle opere<br />
sociali.<br />
Suor Cyril, oggi settantenne,<br />
giunse in India quando ne aveva appena<br />
20. Da 50 anni lavora nell’assistenza<br />
e nel recupero di bambini<br />
orfani, abbandonati, poveri, schiavizzati,<br />
senza famiglia. Dal 1973 si<br />
trova a Calcutta e svolge la sua benemerita<br />
attività nella Casa di Loreto,<br />
dedita all’assistenza all’infanzia.<br />
Ha fondato nel 1979 una scuola<br />
che accoglie oggi 1400 bambini bisognosi.<br />
“La mia missione è dare istruzione<br />
e una vita degna ai più poveri tra i poveri.<br />
Il mio motto è tratto dal Vangelo:<br />
dà gratuitamente quello che hai rice-<br />
Salvami Regina · Marzo 2007<br />
vuto e riceverai cento volte tanto” – ha<br />
detto suor Cyril Mooney.<br />
Donato al Papa<br />
un prezioso<br />
manoscritto biblico<br />
I Papiri Bodmer 14 e 15 (P75) sono<br />
stati donati al Papa dal nordamericano<br />
Frank J. Hanna e dalla sua famiglia.<br />
Datati in un periodo tra il 175 e 225<br />
dell’Era Cristiana, questi papiri contengono<br />
circa metà dei Vangeli di Luca<br />
e Giovanni, inclusa la <strong>versione</strong> manoscritta<br />
più antica del Padre Nostro.<br />
Essi sono stati scritti in Egitto –<br />
ha spiegato il Cardinale Jean Louis<br />
Tauran Archivista e Bibliotecario<br />
del Vaticano, durante un’udienza<br />
con Benedetto XVI. Ora “la Biblioteca<br />
del Papa possiede la più antica<br />
testimonianza del Vangelo di Luca e<br />
uno dei più antichi Vangeli di Giovanni”,<br />
ha aggiunto il Cardinale.<br />
I papiri Bodmer, per un totale di<br />
144 pagine, costituiscono il manoscritto<br />
più antico contenente i testi<br />
dei due Vangeli uniti.<br />
“Quasi sicuramente, esso era destinato<br />
ad una piccola comunità, una<br />
parrocchia egiziana di lingua greca<br />
che, come è abituale in tutte le liturgie<br />
cristiane, leggeva il Vangelo durante<br />
la Celebrazione eucaristica”,<br />
spiega L’Osservatore Romano, nella<br />
sua edizione del 24/01/2007.<br />
Una Bibbia di più di 5 mila metri<br />
Una preziosa opera d’arte che armonizza<br />
il cristianesimo con la cultura<br />
cinese: la Sacra Scrittura, copiata<br />
con ricchezza di dettagli in una tela di<br />
raso bianco di altissima qualità.<br />
Con 5007 metri di lunghezza, questo<br />
raro esemplare <strong>della</strong> Bibbia si<br />
compone di 900 mila caratteri artistici<br />
scritti con la massima cura in 50 volumi<br />
di 100 metri ognuno.<br />
Ogni volume pesa otto chili e,<br />
quando è arrotolato, misura circa 35<br />
centimetri di diametro per 70 di lunghezza.<br />
Per arrotolarlo, si è usato un<br />
tipo di legno profumato molto prezioso,<br />
lavorato a mano. La cassa che<br />
contiene i 50 volumi è una preziosa<br />
opera artigianale con applicazioni in<br />
bronzo nei quattro angoli. Il lucchetto<br />
riproduce una antica scultura cinese<br />
che simbolizza la felicità, come a<br />
dire che il contenuto <strong>della</strong> cassa è la<br />
felicità dell’uomo.<br />
Tutti i particolari dell’opera hanno<br />
il loro significato. La tela di seta bianca<br />
simbolizza la sacralità e la purezza;<br />
il bordo di seta celeste rappresenta il<br />
Cielo, la seta verde che serve da copertina<br />
per i volumi arrotolati esprime<br />
la vitalità <strong>della</strong> terra creata dal Signore;<br />
la fascia di seta rossa (colore<br />
nazionale <strong>della</strong> Cina) con la quale sono<br />
legati i volumi è emblema <strong>della</strong> vita,<br />
<strong>della</strong> positività, dell’energia.<br />
ApostolAto MAriA reginA del terzo Millennio<br />
L’opera consiste nel portare di casa in<br />
casa un’icona con l’immagine del Cuore<br />
Immacolato di Maria, così come apparve<br />
a Fatima, che sarà accolta, ogni mese in un<br />
giorno stabilito da ciascuna famiglia partecipante.<br />
Per l’occasione si leggerà un brano<br />
del Vangelo, seguito da alcuni minuti<br />
di riflessione. Si reciterà il santo Rosario<br />
e finalmente si rinnoverà la consacrazione<br />
<strong>della</strong> famiglia a Gesù per mezzo di Maria.<br />
Circostanza propizia per invitare parenti,<br />
amici e vicini.<br />
Ogni gruppo di 30 famiglie che desiderano<br />
ospitare l’icona una volta al mese, richiede<br />
l’esistenza di un Coordinatore(trice),<br />
che riceve dal parroco un mandato in questo<br />
senso durante la cerimonia di consegna<br />
ufficiale dell’icona in chiesa. Chiunque<br />
può essere Coordinatore(trice), meglio<br />
una coppia di coniugi.<br />
Entri in contatto con noi pEr: Fax: 06 39 76 22 47 Ed E-mail: icona@araldi.org,<br />
lasciando il suo numEro tElEFonico. sarà da noi contattata.
“Io ero in<br />
prigione e siete<br />
venuti da Me”<br />
Attraverso i mezzi più inattesi, arriva alle prigioni la divulgazione<br />
del Rosario, accendendo una luce di speranza per coloro che si sono<br />
traviati e che vogliono ritornare sulla buona strada.<br />
Alcune lettere ricevute, manifestano in modo<br />
significativo questi sentimenti.<br />
“Il Signore deve darmi forza”<br />
A causa delle circostanze <strong>della</strong> vita,<br />
oggi mi trovo privata <strong>della</strong> mia libertà,<br />
a superare la nostalgia di mia<br />
madre e dei miei due figli. Ho con me<br />
il mio rosario, il libro “Preghiere di<br />
tutti i giorni” ed anche il mio calendario<br />
del 2006, nel quale segno tutti<br />
i giorni passati lontano dai miei figli.<br />
Ho divulgato il nome dell’Associazione<br />
qui dentro ed ho saputo che chi ne<br />
era interessata ha ricevuto una risposta<br />
da parte vostra. Solo Dio sa quanto<br />
sia difficile stare lontana dai miei<br />
figli! Ma sono sicura che il Signore mi<br />
darà la forza per vincere la battaglia.<br />
– P.M.S.<br />
“Ho chiesto di dare un’occhiata”<br />
Sto scontando una pena nel penitenziario<br />
di X... Qui ho conosciu-<br />
testimonianze<br />
to un ragazzo nelle mie stesse condizioni.<br />
Un giorno, l’ho visto leggere<br />
dei libretti che ho trovato interessanti<br />
e gli ho chiesto di farmi dare un’occhiata.<br />
Ho notato che si trattava <strong>della</strong><br />
storia dell’apparizione <strong>della</strong> Madonna<br />
di Fatima ai tre pastorelli, in Portogallo.<br />
Ma ciò che ha risvegliato di<br />
più il mio interesse è stato il fatto che<br />
il libretto ci insegna a pregare il rosario.<br />
Devo confessarvi che, nonostante<br />
mi dichiari cattolico, purtroppo non<br />
so pregarlo. Per questo vi sto scrivendo,<br />
chiedendo che, per favore, mi siano<br />
inviati i libricini <strong>della</strong> Madonna di<br />
Fatima. Molte grazie e che Dio vi benedica<br />
tutti. – J.V.S.<br />
“Sarà di grande utilità”<br />
Katsumassa Sakurata<br />
Sono in prigione, nel presidio di<br />
N... e vorrei, se fosse possibile, rice-<br />
vere qualche pubblicazione sulla Madonna<br />
di Fatima. Sarà molto utile qui<br />
in carcere qualsiasi tipo di materiale<br />
biblico, foglietti, libretti sulla Madonna,<br />
che ci portino un messaggio di pace<br />
e possano addolcire il nostro dolore<br />
e la nostra sofferenza. Molte grazie<br />
anticipatamente, di cuore. – I.P.L.<br />
“Solo la parola di Dio<br />
può darci conforto”<br />
Ho avuto il suo indirizzo attraverso<br />
un’amica che ho conosciuto in<br />
questo luogo orribile, infatti mi trovo<br />
in prigione. Mi piacerebbe chiederle<br />
un rosario. In questo posto solamente<br />
Gesù Cristo può aiutarci. Solo<br />
la parola di Dio può darci conforto.<br />
Concludo questa lettera aspettando<br />
con ansia una risposta, impaziente<br />
di ricevere un rosario. – L.T.S.<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina
Joaquin Matus<br />
Don Beppi e la “Vergine Brutta” – II<br />
B<br />
ene, ora possiamo continuare<br />
la storia di Don<br />
Beppi. Vi ho già raccontato<br />
di come egli era diventato<br />
parroco di quella<br />
piccola cittadina in mezzo alle montagne.<br />
In cima alla collina più alta si<br />
trovava la chiesa matrice, e sull’altare<br />
maggiore vi era una statua <strong>della</strong> Vergine,<br />
nota per non essere esattamente<br />
un modello di bellezza... Diciamo<br />
la verità: era brutta, anzi, proprio<br />
brutta. Trascorsero gli anni, e tutti gli<br />
sforzi di Don Beppi per sostituirla<br />
vennero frustrati. I fedeli l’apprezza-<br />
Salvami Regina · Marzo 2007<br />
storia Per bambini…o Per aduLti Pieni di Fede?<br />
Quando mancavano poco più di cento metri per<br />
raggiungere di nuovo le strade pavimentate del quartiere<br />
antico, avvenne il disastro...<br />
Mariana Morazzani Arráiz<br />
Vicepresidente Generale<br />
vano così tanto che il parroco non poteva<br />
più nemmeno far cenno all’ipotesi<br />
di toglierla dalla chiesa.<br />
Sembrava, allora, che Don Beppi<br />
avesse desistito, visto che non toccò<br />
più l’argomento. Invece per chi lo<br />
conosceva bene, questo suo atteggiamento<br />
rappresentava un cattivo segnale.<br />
Posso garantirvi che lui sapeva<br />
essere più testardo di tutti i suoi parrocchiani<br />
messi insieme.<br />
Per farla breve, arrivò il mese di<br />
agosto, e con questo la grande processione<br />
<strong>della</strong> Patrona, che percorreva<br />
le principali strade <strong>della</strong> cittadi-<br />
na, con tutto quanto si è soliti fare in<br />
queste occasioni: banda musicale, e<br />
confraternite varie. Era prevista perfino<br />
la partecipazione del prefetto.<br />
Una sera, durante una riunione<br />
con gli organizzatori, Don Beppi fece<br />
la seguente comunicazione:<br />
– Quest’anno estenderemo la processione<br />
alle case nuove, a nord <strong>della</strong><br />
città.<br />
– Ma il percorso diventa molto più<br />
lungo! – disse il signor Manuele, un<br />
barbuto commerciante.<br />
Essendo lui il capo dei caricatori<br />
del pesantissimo baldacchino, pre-
se paura immaginando la sua schiena<br />
piegata lungo tutto il percorso di alcune<br />
miglia, sotto il torrido sole estivo.<br />
– Signor Manuele – rispose Don<br />
Beppi – il tragitto sarà, effettivamente,<br />
molto più lungo, ma reputo <strong>della</strong><br />
massima importanza che la statua<br />
<strong>della</strong> Vergine estenda la sua benedizione<br />
al quartiere nuovo. Così, ho già<br />
parlato con Mantovani, che ci presterà<br />
il suo autocarro. Su questo monteremo<br />
il baldacchino e faremo tutto<br />
il percorso in modo degno...e senza<br />
rompere la schiena a nessuno.<br />
Si discusse ancora un po’ <strong>della</strong><br />
questione, ma, alla fine, tutti concordarono<br />
di buon grado. In verità, il signor<br />
Manuele fu molto sollevato con<br />
la storia dell’autocarro, perché questo<br />
lo avrebbe liberato dal sacrificio di<br />
prendersi sulle spalle il terribile peso.<br />
Così fu. Alcuni giorni prima <strong>della</strong><br />
processione, portarono l’autocarro<br />
al deposito dietro la sede parrocchiale.<br />
Era uno di quei vecchi e rudimentali<br />
veicoli anteguerra, coi pneumatici<br />
duri e le molle arcaiche. Ma, alla fine,<br />
ben agghindato coi fiori e ghirlande,<br />
nell’insieme risultò bello. L’unica<br />
cosa che stonava, evidentemente,<br />
era la statua. Uscendo alla luce del<br />
sole, nemmeno tutte le decorazioni<br />
che le avevano messo riuscivano a nascondere<br />
la sua bruttura. I confratelli<br />
guardavano di sottecchi il parroco,<br />
ma costui rimase zitto.<br />
– Che bello! Il prete ormai si è abituato<br />
alla Vergine Brutta!<br />
* * *<br />
Cominciò la processione. Tutto<br />
procedeva come al solito, ed il popolo<br />
seguiva contento, pregando e cantando.<br />
Ad un certo punto, come era<br />
stato combinato, il vecchio autocarro<br />
si avviò verso il quartiere nuovo.<br />
Lì non esistevano strade pavimentate,<br />
e i viottoli di nuda terra erano talmente<br />
pieni di buche e canaletti che<br />
molta gente vacillava nel procedere.<br />
Scivolando sulla ghiaia, l’autocarro si<br />
scuoteva come un bue selvatico e, durante<br />
il tragitto, lo sventurato Mantovani<br />
malediceva il momento in cui<br />
aveva dato il suo assenso all’azzardata<br />
idea di fare questa strada.<br />
Gli abitanti del quartiere nuovo si<br />
rallegravano per la considerazione di<br />
cui il parroco li aveva fatti oggetto e<br />
gioiosamente facevano cenni con i fazzoletti<br />
dai marciapiedi e dalle finestre.<br />
I partecipanti alla processione, tuttavia,<br />
temevano per la statua, che avanzava<br />
sballottata qua e là lungo l’accidentato<br />
percorso. Era tale l’apprensione, che<br />
un grande spazio vuoto si venne a poco<br />
a poco aprendo nella moltitudine intorno<br />
al baldacchino motorizzato. Don<br />
Beppi, nel frattempo, seguiva tranquillo<br />
e sicuro. La struttura in legno era<br />
stata saldamente fissata alla carrozzeria<br />
dell’autocarro, e non si scuoteva in<br />
nessuna occasione. Ma... come avrebbe<br />
potuto l’antichissima statua sopportare<br />
le forti e continue scosse?<br />
Continuava la recita del rosario, inframmezzata<br />
da canti. Con sollievo, il<br />
popolo già avvistava nuovamente, poco<br />
più avanti, le vie pavimentate. Quegli<br />
ultimi passi, tuttavia, erano i peggiori di<br />
tutti quanti. I fedeli pregavano a voce<br />
più alta, i musici suonavano con maggior<br />
vigore. Mantovani tentava a tutti<br />
i costi di guidare il suo vecchio veicolo<br />
sui punti meno accidentati. Don Beppi<br />
si manteneva in silenzio.<br />
Per farla breve, la Vergine Brutta non<br />
riuscì a superare quel fatidico tratto.<br />
Quando mancavano poco più di<br />
cento metri per raggiungere le strade<br />
buone del quartiere antico, l’autocarro<br />
derapò e si rovesciò in un grande<br />
fossato. La violenta caduta produsse<br />
nella vecchia statua l’effetto di<br />
un calcio di cavallo: essa si ruppe in<br />
mille pezzi, sollevando una nuvola di<br />
polvere e calcinacci.<br />
Un grande grido si alzò dalla moltitudine.<br />
Ma non fu soltanto per la distruzione<br />
<strong>della</strong> Vergine Brutta: disfatta<br />
la grossa buccia di malta, ne uscì<br />
scintillante una meravigliosa statua<br />
d’argento, con un aspetto così bello e<br />
innocente come quello di alcune famose<br />
opere d’arte medievali.<br />
Stupefatti, Don Beppi e i fedeli<br />
compresero in un istante il perché<br />
dell’esistenza del deforme pezzo di<br />
“scultura” che si era appena frantumata:<br />
in un passato remoto, in situazione<br />
di imminente pericolo, qualcuno<br />
aveva ricoperto in gran fretta la<br />
mirabile statua d’argento con quella<br />
pasta di argilla e gesso, per proteggerla<br />
dai barbari o dai ladri. E così<br />
“scolpì” la Vergine Brutta, la quale ebbe<br />
il merito di difendere, per secoli,<br />
dalla furia dei malfattori la preziosa<br />
statua d’argento, la Vergine Bella.<br />
Condotta trionfalmente in chiesa,<br />
la Vergine Bella fu solennemente intronizzata,<br />
in mezzo a canti ed esclamazioni<br />
<strong>della</strong> moltitudine entusiasta.<br />
* * *<br />
Contemplando la magnifica statua<br />
sull’altare, Don Beppi meditava:<br />
“Quante altre meraviglie avrà posto<br />
Dio nella Santa Chiesa, nascoste agli<br />
occhi degli uomini, per venire alla luce<br />
in tutto il loro splendore, al giusto<br />
momento?”<br />
La sera, tuttavia, prima di dormire,<br />
egli rievocò gli avvenimenti di<br />
quel giorno. In verità, tutto era stato<br />
pianificato da lui – le strade piene di<br />
buche, il vecchio autocarro dai pneumatici<br />
duri e le molle rotte – in modo<br />
che la statua andasse in pezzi. Alla<br />
mente gli venne lo scrupolo di aver<br />
fatto il bene, agendo in quella maniera.<br />
Si chiese di non aver forse commesso<br />
una mancanza, distruggendo<br />
deliberatamente una statua <strong>della</strong><br />
Vergine alla quale il popolo portava<br />
devozione, per quanto brutta essa<br />
fosse?<br />
Il giorno successivo, andò in chiesa<br />
di primo mattino ed ebbe la soddisfazione<br />
di vedere un grande numero<br />
di fedeli davanti alla statua recentemente<br />
scoperta. E due novità: molti<br />
fiori e una moltitudine di innocenti<br />
bambini che rivolgevano alla Madre<br />
di Dio le loro infantili preghiere.<br />
Questo tolse ogni scrupolo a Don<br />
Beppi: in fin dei conti – concluse – il<br />
tutto era stato opera <strong>della</strong> stessa Vergine<br />
Bella che, per mezzo del suo parroco,<br />
aveva scelto quel momento per<br />
rivelarsi ai suoi figli e al mondo.²<br />
Marzo 2007 · Salvami Regina 7
1. Domenica delle Palme, inizio<br />
<strong>della</strong> Settimana Santa.<br />
San Gilberto, vescovo (+1245).<br />
Costruì la Cattedrale di Dornoch,<br />
Scozia, e vari ospizi per i poveri.<br />
2. Beato Guglielmo Apor, vescovo<br />
e martire (+1945). Durante la Seconda<br />
Guerra Mondiale, quando era Vescovo<br />
di Györ, Ungheria, fu colpito<br />
a morte da alcuni soldati russi, mentre<br />
difendeva alcune ragazze rifugiate<br />
in un edificio <strong>della</strong> diocesi, e morì<br />
tre giorni dopo.<br />
3. San Sisto I, papa (+128). È<br />
stato il sesto papa dopo San<br />
Pietro.<br />
4. San Benedetto<br />
Massarari, religioso<br />
(+1589). Nacque a<br />
Messina, discendente<br />
da schiavi africani, fu<br />
chiamato “il moro” o<br />
“il nero”. Nell’Ordine<br />
dei Frati Minori,<br />
a Palermo, esercitò le<br />
funzioni di cuoco, superiore,<br />
maestro di novizi<br />
e di nuovo cuoco.<br />
5. Giovedì Santo, istituzione<br />
dell’Eucaristia.<br />
Santa Giuliana di Liegi, vergine<br />
(+1258). Religiosa agostiniana, molto<br />
devota al Santissimo Sacramento.<br />
Ebbe visioni e rivelazioni che portarono<br />
il Papa Urbano IV ad istituire la<br />
Solennità del Corpus Domini per tutta<br />
la Chiesa.<br />
6. Venerdì Santo, Passione del Signore.<br />
Sant’Eutichio, vescovo (+582). Patriarca<br />
di Costantinopoli, lottò coraggiosamente<br />
per l’ortodossia <strong>della</strong> fede.<br />
7. Sant’Enrico Walpole e Beato<br />
Alessandro Rawlins, sacerdoti e mar-<br />
tiri (+1595). Incarcerati, torturati e<br />
impiccati per il fatto di esercitare il<br />
ministero sacerdotale, durante il regno<br />
di Elisabetta I di Inghilterra.<br />
8. Domenica di Pasqua, Resurrezione<br />
del Signore.<br />
Sant’Amanzio di Como, vescovo<br />
(+449). Di origine inglese, fu Vescovo<br />
di Como, dove costruì una basilica<br />
in onore di San Pietro e San Paolo,<br />
per accogliere le reliquie dei due<br />
Apostoli, che aveva portato da Roma.<br />
David Domingues<br />
San Sisto I - Basilica di San Paolo<br />
Fuori le Mura, Roma<br />
9. Lunedì dell’Angelo. Si ricorda<br />
l’incontro dell’angelo con le donne<br />
accorse al sepolcro, dopo la Resurrezione.<br />
Santa Valdetrude (+688). Sorella<br />
di Santa Aldegunda, sposa di<br />
San Vincenzo Madelgario e madre<br />
di quattro santi. Di comune accordo<br />
con suo marito, che si fece monaco,<br />
entrò in un monastero da lei stessa<br />
fondato.<br />
10. San Fulberto, vescovo (+1029).<br />
Promosse la devozione alla Vergine<br />
Maria come Regina di Misericordia.<br />
11. Beata Elena Guerra, vergine<br />
(+1914). Fondò a Lucca, la Congregazione<br />
delle Oblate dello Spirito<br />
Santo per l’educazione <strong>della</strong> gioventù<br />
femminile.<br />
12. Beato Lorenzo, sacerdote (+<br />
sec. XIV). Religioso dell’Ordine di<br />
San Gerolamo, nel monastero di<br />
Belém, Portogallo. Con la sua esimia<br />
pietà, attirò molti penitenti che a lui<br />
ricorrevano.<br />
13. Beata Ida di Boulogne,<br />
vedova (+1113). Sposa<br />
di Eustachio II, Conte di<br />
Boulogne, educò pietosamente<br />
i suoi figli, tra<br />
i quali Goffredo di Buglione.<br />
Dopo la morte<br />
di suo marito, si dedicò<br />
interamente alle opere<br />
di pietà e di carità.<br />
14. Beata Isabella<br />
Calduch Rovira, vergine<br />
e martire (+1936). Religiosa<br />
Clarissa, molto devota<br />
al Santissimo Sacramento<br />
ed alla Vergine Maria, uccisa per<br />
odio alla fede durante la persecuzione<br />
religiosa in Spagna.<br />
15. Domenica <strong>della</strong> Divina Misericordia.<br />
Sant’Ortario, abate (+ sec. XI).<br />
Nel monastero di Landelle, Francia,<br />
condusse una vita di austerità e orazione<br />
e si prese cura dei poveri e degli<br />
infermi.<br />
16. San Turibio, vescovo (+ sec.<br />
V). Nato a Torino, divenne Vescovo di<br />
Astorga, Spagna. Combattè con tutte<br />
le forze l’eresia di Prisciliano, che si<br />
stava propagando in questo paese.
17. Beata Clara Gambacorti,<br />
religiosa (+1419). Rimase vedova<br />
molto giovane e fondò a Pisa<br />
il primo monastero domenicano<br />
di stretta osservanza, del quale fu<br />
eletta abbadessa. Diede generosa<br />
accoglienza nel monastero alla<br />
vedova e alle figlie dell’uomo<br />
che anni prima aveva assassinato<br />
suo padre e i suoi fratelli.<br />
18. San Giovanni Isauro, monaco<br />
(+ dopo il 842). Nell’isola di<br />
Egina, Grecia, difese fermamente<br />
il culto delle immagini sante.<br />
19. Sant’Elfego, vescovo e martire<br />
(+1012). Era Vescovo di Canterbury<br />
quando i normanni invasero<br />
l’Inghilterra. Siccome non volle<br />
abbandonare il suo gregge, fu imprigionato<br />
e barbaramente assassinato<br />
perché si rifiutò di pagare<br />
il proprio riscatto col denaro delle<br />
elemosine raccolte per i poveri.<br />
20. San Vione, vescovo (+804).<br />
Nacque nella Frigia e fu inviato<br />
dall’imperatore Carlo Magno ad<br />
evangelizzare la Sassonia. Nominato<br />
Vescovo di Osnabruck, affrontò<br />
molte fatiche per amore<br />
di Cristo.<br />
Sergio Hollmann<br />
21. Sant’Anselmo, vescovo e<br />
dottore <strong>della</strong> Chiesa (+1109).<br />
Sant’Apollonio, filosofo e martire<br />
(+185). Cittadino romano<br />
eminente, fu denunciato come<br />
cristiano e fece davanti al prefetto<br />
Perennio e al Senato di Roma<br />
un’insigne apologia del Cristianesimo.<br />
In seguito confermò col suo sangue<br />
la testimonianza <strong>della</strong> fede.<br />
22. III Domenica di Pasqua.<br />
San Maryahb (“Il Signore chiama”),<br />
martire (+341). Arcidiacono<br />
in Persia, ucciso durante la persecuzione<br />
del re Sapor II.<br />
23. San Giorgio, martire (+ sec.<br />
IV).<br />
San Giorgio - Vetrata <strong>della</strong><br />
Cattedrale di Colonia, Germania<br />
Sant’Adalberto, vescovo e martire<br />
(+997).<br />
Beata Teresa Maria <strong>della</strong> Croce (Teresa<br />
Manetti), vergine (+1910). Fondò<br />
a Campi Bisenzio, la Congregazione<br />
delle Carmelitane di Santa Teresa.<br />
24. San Fedele di Sigmaringa, sacerdote<br />
e martire (+1622).<br />
Beata Maria Elisabetta Hesselblad,<br />
vergine (+1957). Nata in una famiglia<br />
luterana <strong>della</strong> Svezia, si convertì a<br />
32 anni. Restaurò l’Ordine di Santa<br />
Brigida, molto impegnata nella<br />
contemplazione, nella carità verso<br />
i poveri e nell’unità dei cristiani.<br />
25. San Marco, Evangelista.<br />
San Erminio, abate e vescovo<br />
(+737). Impiegava il massimo<br />
sforzo nell’orazione e ricevette lo<br />
spirito di profezia.<br />
26. Beati Domenico e Gregorio,<br />
sacerdoti (+ sec. XIII). Due<br />
padri domenicani che percorsero<br />
insieme le terre di Aragona in<br />
Spagna, mendicando tutto il giorno<br />
il cibo e annunciando a tutti la<br />
Parola di Dio.<br />
27. Beata Caterina, vergine<br />
(+1565). Entrò nell’Ordine <strong>della</strong><br />
Penitenza di San Domenico e visse<br />
reclusa per 51 anni, dedita alla<br />
contemplazione delle cose divine.<br />
28. San Pietro Chanel, sacerdote<br />
e martire (+1841).<br />
San Luigi Maria Grignion de<br />
Montfort, sacerdote (+1716).<br />
Beata Maria Luisa di Gesù<br />
Trichet, vergine (+1759). Prima<br />
religiosa e prima superiora <strong>della</strong><br />
Congregazione delle Figlie <strong>della</strong><br />
Sapienza, fondata da San Luigi<br />
Maria Grignion de Montfort.<br />
29. IV Domenica di Pasqua.<br />
Santa Caterina da Siena, vergine<br />
e dottore <strong>della</strong> Chiesa (+1380).<br />
Sant’Ugo, abate (+1109). Resse<br />
per 61 anni il celebre monastero<br />
di Cluny, come zelantissimo custode<br />
e promotore <strong>della</strong> vita monastica.<br />
30. San Pio V, papa (+1572).<br />
Beata Paolina Von Mallinckrodt,<br />
Vergine (+1881). Fondò a Paderborn,<br />
Germania, l’istituzione delle<br />
Suore <strong>della</strong> Carità Cristiana. Dedicò<br />
la vita a prendersi cura dei bambini<br />
poveri e ciechi e ad aiutare i malati<br />
ed abbandonati.
Vista d’uccello<br />
Capita spesso di interpretare male la realtà.<br />
Infatti riteniamo che quanto più da vicino la<br />
analizziamo, più profondamente la<br />
conosciamo. Sarà vero?<br />
Q<br />
ualche tempo fa, ho<br />
ricevuto da un amico<br />
l’invito ad assistere<br />
a un documentario<br />
in video, una collezione<br />
di filmati aerei di alcune regioni<br />
dell’Europa. Il suo regista ha avuto<br />
il buon gusto di non fare molti commenti,<br />
limitandosi a dare brevi informazioni,<br />
soltanto il minimo indispensabile<br />
affinché lo spettatore potesse<br />
localizzarsi.<br />
0 Salvami Regina · Marzo 2007<br />
Padre Antonio Guerra<br />
Il film si intitolava in spagnolo, se<br />
non mi sbaglio, “A vista de pájaro”,<br />
cioè “Vista d’uccello”. Nome suggestivo<br />
e perfino poetico, che evoca la<br />
visione di una regione contemplata<br />
dall’alto, con gli occhi di un uccello.<br />
Nell’insieme, era un’opera molto<br />
felice. In alcune immagini la telecamera<br />
ha compiuto giri completi<br />
intorno alle evocative rovine di una<br />
plurisecolare abbazia, incorniciata da<br />
gradevoli coltivazioni di un verde vi-<br />
Val d’Orcia – Toscana<br />
vo e impeccabile. In un altro tratto,<br />
un prestigioso caseggiato abbellito da<br />
cipressi, emergeva come isola in mezzo<br />
alla foschia misteriosa di una mattina<br />
d’autunno.<br />
Degli amici che con me assistevano<br />
alla proiezione, alcuni sono nati<br />
nel Continente Europeo e altri vi sono<br />
vissuti per un tempo considerevole,<br />
quindi, spesso qualcuno riconosceva<br />
una regione che aveva avuto occasione<br />
di visitare e le sommarie spie-<br />
Foto: Getty Images
Foto: Getty Images<br />
gazioni del film erano completate dai<br />
commenti del piccolo gruppo di spettatori.<br />
Curiosamente, molte osservazioni<br />
manifestavano una sorpresa: “Oh,<br />
ma quella villa? Com’è bella vista<br />
dall’alto!” Oppure: “Pensavo di conoscere<br />
tanto bene questa città... ma,<br />
vista dall’alto, sembra un’altra, assume<br />
un’altra dimensione!”<br />
Infatti, la realtà considerata con<br />
“la vista d’uccello” è quasi sempre<br />
meravigliosa e sublime, mentre con<br />
“vista di uomo”, si trova frequentemente<br />
pregiudicata da una delle debolezze<br />
umane, che è quella di attaccarsi<br />
con facilità ai dettagli. La maggior<br />
parte delle volte, più che di aiutare<br />
a capirla, ciò distorce la realtà.<br />
In parole povere, si chiama “vista<br />
corta” o, se si vuole, mediocrità.<br />
Questa è una delle grandi fonti di attrito<br />
fra gli uomini, quando ognuno,<br />
attento solo all’esiguo spazio che riesce<br />
– o vuole- vedere davanti a sé,<br />
non comprende il procedimento dell’altro,<br />
anche stando a poca distanza.<br />
Potrebbero essere menzionati<br />
un’infinità di azioni malvagie che<br />
derivano da queste prospettive ristrette.<br />
Basti, qui, ricordarne una:<br />
le “viste corte” sono spesso in relazione<br />
ad una visione meramente<br />
materiale delle cose, senza considerare<br />
la realtà soprannaturale<br />
che sta al di sopra di tutto quanto<br />
vediamo intorno a noi. Dio ha creato<br />
l’universo come un grande e ammirevole<br />
insieme per glorificarLo.<br />
In lui, niente esiste senza che ci sia<br />
una ragion d’essere. Quando noi ci<br />
dimentichiamo di questo, corriamo<br />
il grave rischio di dimenticare la finalità<br />
<strong>della</strong> Creazione, primo passo<br />
per relegare all’oblio lo stesso<br />
Creatore.<br />
L’ipotetico uccello del documentario<br />
osservava dall’alto il panorama,<br />
nel quale le centinaia di piccole componenti<br />
formavano un insieme incantevole<br />
e meraviglioso. Anche noi, uomini,<br />
se ci sforziamo di analizzare<br />
tutto da un alto punto di osservazione<br />
– ossia, soprannaturale- potremo<br />
capire che perfino le cose più comuni<br />
e ordinarie acquistano importanza.<br />
Infatti, per chi ha fede, nulla è insignificante.<br />
Allora, non sarebbe salutare, oltre<br />
che più virtuoso, cercare sempre<br />
la “vista d’uccello”, invece di accontentarci<br />
e accomodarci alla prosaica<br />
e abituale “vista d’uomo”? ²<br />
Alicante – Spagna
Sergio Hollmann<br />
Maria Santissima<br />
del Buon Successo<br />
– Casa degli<br />
Araldi del Vangelo,<br />
Siviglia – Spagna<br />
Q<br />
uanta angoscia provava la Madre pietosa,<br />
nel vedere le pene di suo Figlio! Quale<br />
uomo non avrebbe pianto se avesse visto la<br />
Madre di Cristo in un così grande supplizio?<br />
(Stabat Mater, 4-5)