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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione Marzo 2007 Il padre che Dio ha scelto per Sé Salvami Regina

Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Marzo 2007<br />

Il padre che Dio<br />

ha scelto per Sé<br />

Salvami Regina


Victor Toniolo<br />

All’annunzio dell’angelo la Vergine<br />

accolse nella fede la tua parola,<br />

e per l’azione mister iosa dello Spirito Santo<br />

concepì e con ineffabile amore portò<br />

in grembo il primogenito dell’umanità nuova,<br />

che doveva compiere le promesse di Israele<br />

e rivelarsi al mondo come il Salvatore atteso dalle genti.<br />

Annunciazione del Barocci –<br />

Pinacoteca Vaticana<br />

(Prefazio <strong>della</strong> Solennità dell’Annunciazione del Signore)


Salvami<br />

Regina<br />

Periodico dell’Associazione<br />

Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />

<strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Anno IX, numero 46, Marzo 2007<br />

Direttore responsabile:<br />

Zuccato Alberto<br />

Redazione e Amministrazione:<br />

Via San Marco, 2A<br />

30034 Mira (VE)<br />

CCP 13805353<br />

Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99<br />

Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione<br />

in Abbonamento Postale - D. L.<br />

353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 2, DR PD<br />

www.araldi.org<br />

www.salvamiregina.it<br />

Con la collaborazione<br />

dell’Associazione<br />

Privata Internazionale di Fedeli<br />

di Diritto Pontificio<br />

ArAldi del VAngelo<br />

Consiglio di redazione:<br />

Guy Gabriel de Ridder, Juliane<br />

Vasconcelos A. Campos, Luis Alberto<br />

Blanco Cortés, Mariana Morazzani<br />

Arráiz, Severiano Antonio<br />

de Oliveira<br />

In <strong>It</strong>alia:<br />

Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />

00165 Roma<br />

Tel. sede operativa<br />

a Mira (VE): 041 560 08 91<br />

Montaggio:<br />

Equipe di arti grafiche<br />

degli Araldi del Vangelo<br />

Stampa e rilegatura:<br />

Istituto Veneto di Arti Grafiche<br />

Gli articoli di questa <strong>rivista</strong> potranno essere<br />

riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />

copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />

firmati è di responsabilità dei rispettivi autori.<br />

SommariO<br />

Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />

Il patriarca dei<br />

due testamenti (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />

La voce del Papa –<br />

I bambini e i mezzi<br />

di comunicazione sociale<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />

Commento al Vangelo –<br />

La Legge o la Bontà?<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10<br />

L’uomo che<br />

Dio chiamò papà<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18<br />

Litanie di San Giuseppe . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />

Araldi nel Mondo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />

Un dolce e soave dono:<br />

l’amicizia cristiana<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30<br />

La tomba di San Paolo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33<br />

Gesù Cristo e<br />

il dolore: da quest’unione<br />

è nata la Chiesa<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36<br />

La parola dei Pastori . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38<br />

È accaduto nella Chiesa<br />

e nel mondo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40<br />

Testimonianze –<br />

“Io ero in prigione e voi<br />

siete venuti da Me”<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45<br />

Storia per bambini…<br />

Don Beppi e la<br />

“Vergine Brutta”- II<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46<br />

I santi di<br />

ogni giorno<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />

Vista d’uccello<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50


Affetto per il prossimo e felicità<br />

Vi ringrazio per avermi inviato la <strong>rivista</strong><br />

Salvami Regina – Araldi del Vangelo.<br />

Prima di andare a dormire leggo<br />

un po’ e scopro quanto tempo ho<br />

perso per non aver letto una <strong>rivista</strong> così<br />

piacevole in vita mia, mi comunica<br />

tanto affetto per il prossimo e felicità.<br />

Gerlando A.<br />

Favara (AG)<br />

La <strong>rivista</strong> nelle carceri<br />

Spero sempre che la Santissima<br />

Madre nostra porti a buon fine questo<br />

mondo che è molto corrotto. Io<br />

vado in visita nelle carceri e porto la<br />

vostra <strong>rivista</strong> mosto istruttiva.<br />

Lina B.<br />

Livorno (LI)<br />

Un piacere per i detenuti<br />

I nostri sinceri ringraziamenti per<br />

il dono <strong>della</strong> prestigiosa pubblicazione<br />

“Araldi del Vangelo” alla Biblioteca<br />

di questa Stabilimento Penitenziale<br />

nel corso dell’anno appena trascorso.<br />

La lettura di questa <strong>rivista</strong> è un<br />

piacere per coloro che, per le più svariate<br />

ragioni, si trovano detenuti, e<br />

vedono nella lettura una forma sublime<br />

di passare il tempo, fatto questo<br />

che ci spinge a dirigerci a Vostra Eccellenza<br />

per sollecitare il rinnovo <strong>della</strong><br />

vostra offerta.<br />

Vitor Rodrigues<br />

Coordinatore dei Servizi di Educazione<br />

Stabilimento Prigionale<br />

Oporto – Portogallo<br />

Spilla <strong>della</strong> Madonna di Fatima<br />

Sono molto devoto alla Madonna<br />

di Fatima, ogni anno il 13 maggio organizzo<br />

i festeggiamenti in suo onore. Ho<br />

il vostro giornale “Salvami Regina –<br />

Scrivono i lettori<br />

Salvami Regina · Marzo 2007<br />

Araldi del Vangelo che trovo stupendo<br />

e ogni volta che lo leggo, mi piace sempre<br />

di più. Ho visto sulla copertina la<br />

bellissima spilla, se era possibile averne<br />

altre, così farò conoscere anche alle<br />

persone questa bellissima effigie, affinché<br />

le persone la possano portare sempre<br />

con loro, e che li possa aiutare nel<br />

cammino, che sia di pace e amore.<br />

Gaetano V.<br />

Acciaroli (SA)<br />

Tutti siamo chiamati<br />

ad essere santi<br />

Mi sono trovata bene con voi, la vostra<br />

<strong>rivista</strong> mi ha tenuto buona compagnia<br />

per tutto l’anno passato. L’aspetto<br />

sempre con ansia perché mi piace<br />

il modo di commentare il Vangelo e le<br />

bellissime Immagini che contemplano<br />

questo capolavoro. Inoltre mi piace<br />

leggere le storie dei Santi, persone come<br />

noi e non extra terrestri come qualcuno<br />

è portato a pensare e cioè che sono<br />

persone prescelte a diventare sante.<br />

In realtà tutti siamo chiamati ad essere<br />

tali. I santi hanno solo amato Gesù con<br />

tutta l’anima, lo hanno seguito fino in<br />

fondo senza voltarsi indietro.<br />

Daniela P.<br />

Campodipietra (CB)<br />

Natale così dolce, vero ed amato<br />

Con le lacrime agli occhi, dopo<br />

aver letto il vostro meraviglioso articolo<br />

“L’incanto del Natale in Germania”,<br />

che mi ha fatto rivivere le intense,<br />

indescrivibile emozioni <strong>della</strong> mia<br />

fanciullezza in Germania, del Natale<br />

così dolce, vero, amato di quando ero<br />

bambina, devo ringraziarvi per il conforto,<br />

la gioia, la “pienezza” che il vostro<br />

giornale sa darmi.<br />

Genny T.<br />

Cercemaggiore (CB)<br />

L’editoriale e il commento<br />

al Vangelo sono speciali<br />

Cortesemente chiedo se mi potete<br />

rispedire il mensile del mese di<br />

dicembre 2006, non riesco più a trovarlo<br />

e avrei piacere conservarlo con<br />

le altre copie in mio possesso, mi<br />

dà modo di approfondire e imparare.<br />

Ritengo interessante l’Editoriale<br />

e commento al Vangelo. Insomma è<br />

una <strong>rivista</strong> che fa piacere avere.<br />

Luciano C.<br />

Verona (VR)<br />

Prego il rosario ogni giorno<br />

con più devozione<br />

È da tempo che volevo ringraziarvi<br />

dei regali che mi avete mandato.<br />

L’emozione più forte è stato quando<br />

ho ricevuto il libretto con il Santo<br />

Rosario. Da quando l’ho ricevuto<br />

prego ogni giorno con più devozione.<br />

Giuseppe P.<br />

Catiglione (TO)<br />

Può migliorare molto<br />

la mia formazione<br />

Ho ricevuto, per mezzo di un amico,<br />

la vostra preziosa Rivista mensile. Dopo<br />

averla letta attentamente, confesso<br />

che mi ha causato una notevole impressione.<br />

Mi rendo conto che essa ha riportato<br />

a galla molte questioni che avevo,<br />

in un certo senso sotterrate, sopite e<br />

quasi dimenticate nel corso degli anni.<br />

Sono convinto che la mia formazione<br />

possa migliorare molto, avendo come<br />

appoggio questo prestigioso strumento.<br />

Per questo desidero abbonarmi.<br />

Javier Pérez<br />

Las Palmas de Gran Canaria, Spagna<br />

Rinforzo nella catechesi<br />

Mi piace leggere tutti gli articoli.<br />

Sono catechista, uso le riviste per rinforzare<br />

certi temi. Quello che ho utilizzato<br />

maggiormente è stato quello<br />

dell’Eucaristia (nell’anno dell’Eucaristia<br />

e anche oggi), nelle mie lezioni<br />

di catechesi, e non solo: come ministra<br />

straordinaria <strong>della</strong> Comunione<br />

agli anziani.<br />

Maria Natália Lima Portela<br />

São Vicente de Lafões, Portogallo


para Si<br />

Poste Poste <strong>It</strong>aliane <strong>It</strong>aliane s.p.a. s.p.a. - - Spedizione Spedizione in in Abbonamento Abbonamento Postale Postale - - D. D. L. L. 353/2003 353/2003 (conv. (conv. in in L. L. 27/02/2004 27/02/2004 n° n° 46) 46) art. art. 1, 1, comma comma 2, 2, DR DR PD PD - - Periodico Periodico dell’Associazione dell’Associazione Madonna Madonna di di Fatima Fatima - - Maria, Maria, Stella Stella <strong>della</strong> <strong>della</strong> Nuova Nuova Evangelizzazione<br />

Evangelizzazione<br />

Poste <strong>It</strong>aliane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Marzo 2007<br />

Il padre che Dio<br />

ha scelto per Sé<br />

Salvami Regina<br />

Statua di<br />

San Giuseppe,<br />

Lima, Perù<br />

(Fotos: Timothy Ring)<br />

E ditoriale<br />

Il patrIarca<br />

deI due testamentI<br />

Se gli uomini potessero vedere Dio come Lui è, in tutto il suo infinito splendore,<br />

la vita non sarebbe una prova, non ci sarebbe neppure bisogno <strong>della</strong> virtù <strong>della</strong><br />

Fede, che c’è data per poter credere in quello che non vediamo. Per credere che<br />

un Dio Si era fatto uomo come noi, forse sarà stato necessario un atto di fede maggiore,<br />

da parte loro, di quello di chi, duemila anni dopo l’Ascensione, è nato ed è stato educato<br />

in seno alla Chiesa Cattolica.<br />

Gli Apostoli, per esempio, convissero per tre anni con il Messia, nella vita di tutti<br />

i giorni, camminando al suo fianco nei viaggi apostolici, osservando le sue reazioni<br />

umane, come la fatica ed il sonno, la fame, la sete, la tristezza o la gioia. Questi<br />

aspetti umani di Gesù causavano in loro una non piccola difficoltà nel vedere in Lui<br />

l’Unigenito di Dio.<br />

È diventata celebre l’indagine fatta da Gesù presso chi Gli era più intimo, durante<br />

un viaggio a Cesarea: “A detta del popolo, chi è il Figlio dell’Uomo?” In quest’occasione<br />

si può verificare quanto le persone in generale, e gli stessi Apostoli, vedessero<br />

in Lui gli aspetti umani, e non la divinità. Soltanto Pietro fu capace di affermare:<br />

“Tu sei il Figlio di Dio”, atteggiamento singolare, per il quale, al di là <strong>della</strong> Fede, fu<br />

necessaria una rivelazione del Padre. Fu allora che Gesù istituì il Papato: “...su questa<br />

pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16, 13-18).<br />

Ma, questo avvenimento veramente grandioso, che si svolse, forse, sul ciglio <strong>della</strong><br />

strada, all’ombra di qualche albero frondoso, mentre si riposavano un po’, per recuperare<br />

le forze prima di proseguire il viaggio.<br />

Chi avesse visto questa scena e non avesse avuto molta fede avrebbe potuto congetturare<br />

che lì stava per nascere un’istituzione destinata ad attraversare la Storia fino<br />

alla fine dei tempi? Assolutamente no. Senza la grazia di Dio, chi ha conosciuto<br />

Gesù a Nazaret, mentre conduceva la vita di un artigiano, non sarebbe stato capace<br />

di vedere in Lui se non il figlio del falegname.<br />

* * *<br />

Attraverso quest’ottica, diventa più facile comprendere uno dei grandi meriti di<br />

San Giuseppe: credere, fin dal primo momento, nonostante le apparenze umane,<br />

che il suo figlio adottivo era il Messia, il Figlio di Dio.<br />

Questa fede gli ha valso la più alta dignità a cui un uomo può aspirare. Essere<br />

sposo di Maria, la Madre di Dio, e padre per diritto, del Figlio di Dio! Che potentato<br />

ha avuto un così grande potere, al punto da dare ordini a Dio? E che re ha avuto<br />

corte tanto sfarzosa da superare la gloria di convivere con persone di tanto alta condizione<br />

come Gesù e Maria?<br />

Ciò nonostante Giuseppe, sebbene fosse discendente di Davide ed esercitasse il<br />

patrio potere sul Figlio di Dio, visse tutta la sua esistenza come un onesto falegname.<br />

Forse, anche, un po’ disprezzato dai suoi conterranei, per il fatto di non aver<br />

ambizione e per essersi rifiutato di riscuotere lucri sproporzionati al suo lavoro, come<br />

avrebbero fatto altri. Tutto, in lui, era apparentemente comune. Tuttavia la sua<br />

fede in Gesù gli conferiva una statura superiore a quella dello stesso Abramo, realizzando<br />

in lui la figura del maggior patriarca dell’Antico Testamento, come anche<br />

<strong>della</strong> Santa Chiesa, nata dal Sacro costato di Cristo.<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina


I bambini e i mezzi<br />

di comunicazione sociale<br />

Le complesse sfide che<br />

l’educazione contemporanea<br />

deve affrontare,<br />

sono spesso collegate alla<br />

diffusa influenza dei<br />

media nel nostro mondo. Come aspetto<br />

del fenomeno <strong>della</strong> globalizzazione<br />

e facilitati dal rapido sviluppo <strong>della</strong> tecnologia,<br />

i media delineano fortemente<br />

l’ambiente culturale (cfr. Giovanni<br />

Paolo II, Lett. ap. Il Rapido Sviluppo,<br />

3). In verità, vi è chi afferma che l’influenza<br />

formativa dei media è in competizione<br />

con quella <strong>della</strong> scuola, <strong>della</strong><br />

Chiesa e, forse, addirittura con quella<br />

<strong>della</strong> famiglia. “Per molte persone, la<br />

realtà corrisponde a ciò che i media definiscono<br />

come tale” (Pontificio Consiglio<br />

delle Comunicazioni Sociali, Aetatis<br />

Novae, 4).<br />

Salvami Regina · Marzo 2007<br />

La voce deL PaPa<br />

La crescente influenza formativa dei mezzi di comunicazione sociale presenta una sfida<br />

ai genitori, alla Chiesa e alla scuola. Impone loro il dovere di insegnare ai bambini a<br />

scegliere la verità, il bene e la bellezza e a rigettare la turpitudine e la volgarità.<br />

Responsabilità dei genitori,<br />

<strong>della</strong> Chiesa e <strong>della</strong> scuola<br />

Il rapporto tra bambini, media ed<br />

educazione può essere considerato<br />

da due prospettive: la formazione dei<br />

bambini da parte dei media e la formazione<br />

dei bambini per rispondere<br />

in modo appropriato ai media. Emer-<br />

ge una specie di reciprocità che punta<br />

alle responsabilità dei media come<br />

industria e al bisogno di una partecipazione<br />

attiva e critica da parte dei<br />

lettori, degli spettatori e degli ascoltatori.<br />

Dentro questo contesto, l’adeguata<br />

formazione ad un uso corretto<br />

dei media è essenziale per lo sviluppo<br />

culturale, morale e spirituale dei<br />

bambini.<br />

In che modo questo bene comune<br />

deve essere protetto e promosso?<br />

Educare i bambini ad essere selettivi<br />

nell’uso dei media è responsabilità<br />

dei genitori, <strong>della</strong> Chiesa e <strong>della</strong><br />

scuola. Il ruolo dei genitori è di primaria<br />

importanza. Essi hanno il diritto<br />

e il dovere di garantire un uso<br />

prudente dei media, formando la<br />

coscienza dei loro bambini affinché<br />

siano in grado di esprimere giudizi<br />

validi e obiettivi che li guideranno<br />

nello scegliere o rifiutare i programmi<br />

proposti (cfr Giovanni Paolo II,<br />

Esort. ap. Familiaris consortio, 76).<br />

Nel fare questo, i genitori dovrebbero<br />

essere incoraggiati e sostenuti<br />

dalla scuola e dalla parrocchia, nella<br />

certezza che questo difficile, seb-<br />

bene gratificante, aspetto dell’essere<br />

genitori è sostenuto dall’intera comunità.<br />

Sulla via <strong>della</strong> bellezza,<br />

<strong>della</strong> verità e <strong>della</strong> bontà<br />

L’educazione ai media dovrebbe<br />

essere positiva. Ponendo i bambini<br />

di fronte a quello che è esteticamente<br />

e moralmente eccellente,<br />

essi vengono aiutati a sviluppare<br />

la propria opinione, la prudenza<br />

e la capacità di discernimento. È<br />

qui importante riconoscere il valore<br />

fondamentale dell’esempio dei<br />

genitori e i vantaggi nell’introdurre<br />

i giovani ai classici <strong>della</strong> letteratura<br />

infantile, alle belle arti e alla<br />

musica nobile. Mentre la letteratura<br />

popolare avrà sempre il proprio<br />

posto nella cultura, la tentazione di<br />

far sensazione non dovrebbe essere<br />

passivamente accettata nei luoghi<br />

di insegnamento. La bellezza, quasi<br />

specchio del divino, ispira e vivifica<br />

i cuori e le menti giovanili, mentre<br />

la bruttezza e la volgarità hanno<br />

un impatto deprimente sugli atteggiamenti<br />

ed i comportamenti.


Osservatore Romano<br />

Nella Giornata Mondiale delle Comunicazioni, il Papa ha manifestato preoccupazione per l’educazione dei bambini<br />

Come l’educazione in generale,<br />

quella ai media richiede formazione<br />

nell’esercizio <strong>della</strong> libertà. Si tratta<br />

di una responsabilità impegnativa.<br />

Troppo spesso la libertà è presentata<br />

come un’instancabile ricerca del piacere<br />

o di nuove esperienze. Questa<br />

è una condanna, non una liberazione!<br />

La vera libertà non condannerebbe<br />

mai un individuo – soprattutto un<br />

bambino – all’insaziabile ricerca <strong>della</strong><br />

novità. Alla luce <strong>della</strong> verità, l’autentica<br />

libertà viene sperimentata come<br />

una risposta definitiva al “sì” di Dio<br />

all’umanità, chiamandoci a scegliere,<br />

non indiscriminatamente ma deliberatamente,<br />

tutto ciò che è buono, vero<br />

e bello. I genitori sono i guardiani<br />

di questa libertà e, dando gradualmente<br />

una maggiore libertà ai loro<br />

bambini, li introducono alla profonda<br />

gioia <strong>della</strong> vita (cfr. Discorso al V Incontro<br />

Mondiale delle Famiglie, Valencia,<br />

8/7/2006).<br />

Questo desiderio profondamente<br />

sentito di genitori ed insegnanti di<br />

educare i bambini nella via <strong>della</strong> bellezza,<br />

<strong>della</strong> verità e <strong>della</strong> bontà può<br />

essere sostenuto dall’industria dei<br />

media solo nella misura in cui pro-<br />

muove la dignità fondamentale dell’essere<br />

umano, il vero valore del<br />

matrimonio e <strong>della</strong> vita familiare, le<br />

conquiste positive ed i traguardi dell’umanità.<br />

Da qui, la necessità che i<br />

media siano impegnati nell’effettiva<br />

formazione e nel rispetto dell’etica<br />

viene vista con particolare interesse<br />

ed urgenza non solo dai genitori, ma<br />

anche da coloro che hanno un senso<br />

di responsabilità civica.<br />

Esortazione ai responsabili dei<br />

mezzi di comunicazione sociale<br />

Mentre si afferma che molti operatori<br />

dei media vogliono fare quello<br />

che è giusto (cfr. Pontificio Consiglio<br />

delle Comunicazioni Sociali, Etica<br />

nelle comunicazioni sociali, 4), occorre<br />

riconoscere che quanti lavorano<br />

in questo settore si confrontano<br />

con “pressioni psicologiche e dilemmi<br />

etici speciali” (Aetatis Novae, 19)<br />

che a volte vedono la competitività<br />

commerciale costringere i comunicatori<br />

ad abbassare gli standard.<br />

Ogni tendenza a produrre programmi<br />

– compresi film d’animazione<br />

e video games – che in nome<br />

del divertimento esaltano la violen-<br />

za, riflettono comportamenti antisociali<br />

o volgarizzano la sessualità<br />

umana, è per<strong>versione</strong>, ancor di più<br />

quando questi programmi sono rivolti<br />

a bambini e adolescenti. Come<br />

spiegare questo “divertimento”<br />

agli innumerevoli giovani innocenti<br />

che sono nella realtà vittime<br />

<strong>della</strong> violenza, dello sfruttamento<br />

e dell’abuso? A tale proposito, tutti<br />

dovrebbero riflettere sul contrasto<br />

tra Cristo che “prendendoli fra le<br />

braccia [i bambini] e imponendo loro<br />

le mani li benediceva” (Mc 10,16)<br />

e quello che chi scandalizza uno di<br />

questi piccoli per lui “è meglio per<br />

lui che gli sia messa al collo una pietra<br />

da mulino” (Lc 17,2). Faccio<br />

nuovamente appello ai responsabili<br />

dell’industria dei media, affinché<br />

formino ed incoraggino i produttori<br />

a salvaguardare il bene comune, a<br />

sostenere la verità, a proteggere la<br />

dignità umana individuale e a promuovere<br />

il rispetto per le necessità<br />

<strong>della</strong> famiglia.<br />

(Messaggio per la 41ª Giornata<br />

Mondiale delle Comunicazioni<br />

Sociali, 24/1/2007)<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 7


Appello ad una<br />

nuova Evangelizzazione<br />

La vostra presenza qui mi<br />

fa pensare alla V Conferenza<br />

Generale dell’EpiscopatoLatinoamericano<br />

e dei Caraibi, che ho<br />

convocato ad Aparecida, in Brasile, e<br />

che avrò il piacere di inaugurare. (...)<br />

Questa Conferenza, in continuità<br />

con le quattro precedenti, è chiamata<br />

a dare un<br />

rinnovato impulsoall’Evangelizzazione<br />

in questa<br />

vasta regione<br />

del mondo eminentementecattolica,<br />

nella quale<br />

vive gran parte<br />

<strong>della</strong> comunità<br />

dei credenti. È<br />

necessario proclamare<br />

in modo<br />

integrale il<br />

Messaggio <strong>della</strong><br />

Salvezza, affin-<br />

Salvami Regina · Marzo 2007<br />

in America Latina<br />

Le sfide che la Chiesa affronta in America Latina portano il Papa a lanciare,<br />

nella V Conferenza Generale del CELAM, una nuova Evangelizzazione, la quale invita i<br />

cristiani ad essere veri discepoli di Gesù Cristo.<br />

ché riesca ad impregnare<br />

le radici<br />

<strong>della</strong> cultura<br />

e s’incarni nel momento storico latinoamericano<br />

attuale, per rispondere<br />

meglio ai suoi bisogni e alle sue legittime<br />

aspirazioni. (...)<br />

Necessità urgente di una<br />

nuova Evangelizzazione<br />

La Chiesa in America Latina affronta<br />

sfide enormi: il cambiamento<br />

Il Papa, con l’attenzione rivolta al viaggio apostolico in Brasile:<br />

“dare un impulso rinnovato all’evangelizzazione”<br />

culturale generato da una comunicazione<br />

sociale che condiziona i modi di<br />

pensare e i costumi di milioni di persone;<br />

i flussi migratori, con tante ripercussioni<br />

sulla vita familiare e sulla<br />

pratica religiosa nei nuovi ambiti; la<br />

riapparizione di interrogativi su come<br />

i popoli devono assumere la loro memoria<br />

storica e il loro futuro democratico;<br />

la globalizzazione,<br />

il secolarismo,<br />

la povertà<br />

crescente e il deterioramentoeco-<br />

Osservatore Romano<br />

logico, soprattutto<br />

nelle grandi città, e<br />

anche la violenza e<br />

il narcotraffico.<br />

Di fronte a tutto<br />

ciò, si osserva il<br />

bisogno urgente di<br />

una nuova Evangelizzazione,<br />

che<br />

ci spinga ad approfondire<br />

i valori<br />

<strong>della</strong> nostra fede,<br />

affinché siano<br />

linfa e configu-


ino l’identità di questi amati popoli<br />

che un giorno hanno ricevuto la luce<br />

del Vangelo. Perciò risulta opportuno<br />

il tema scelto come guida per<br />

le riflessioni di questa Conferenza:<br />

“Discepoli e missionari di Gesù Cristo,<br />

perché i nostri popoli in Lui abbiano<br />

vita”.<br />

In effetti, la V Conferenza deve<br />

far sì che ogni cristiano divenga un<br />

vero discepolo di Gesù Cristo, inviato<br />

da Lui come apostolo, e, come diceva<br />

Papa Giovanni Paolo II, “non<br />

certo di rievangelizzazione, bensì di<br />

una nuova evangelizzazione. Nuova<br />

nel suo ardore, nei suoi metodi e nelle<br />

sue espressioni”, affinché la Buona<br />

Novella si radichi nella vita e nella<br />

coscienza di tutti gli uomini e le<br />

donne dell’America Latina (Discorso<br />

di apertura <strong>della</strong> XIX Assemblea<br />

del Consiglio dell’Episcopato Latinoamericano,<br />

Port-au-Prince, Haiti,<br />

9 marzo 1983).<br />

Bisogna alimentare la fede<br />

Cari Fratelli, gli uomini e le donne<br />

dell’America Latina hanno una grande<br />

sete di Dio. Quando nella vita delle<br />

comunità si prova la sensazione di<br />

sentirsi orfani rispetto a Dio Padre,<br />

diviene vitale l’opera dei Vescovi, dei<br />

sacerdoti e degli altri agenti di pastorale,<br />

che rendano testimonianza, come<br />

Cristo, del fatto che Dio Padre è<br />

sempre Amore provvidente che si è<br />

rivelato in suo Figlio.<br />

Quando la fede non si alimenta<br />

<strong>della</strong> preghiera e <strong>della</strong> meditazione<br />

<strong>della</strong> Parola divina, quando la vita<br />

sacramentale langue, allora prosperano<br />

le sette e i nuovi gruppi pseudo-religiosi,<br />

provocando l’allontanamento<br />

dalla Chiesa da parte di molti<br />

cattolici. Nel non ricevere risposte<br />

alle loro aspirazioni più profonde,<br />

risposte che potrebbero trovare<br />

nella vita di fede condivisa, si producono<br />

anche situazioni di vuoto spiri-<br />

tuale. Nell’opera evangelizzatrice è<br />

fondamentale ricordare sempre che<br />

il Padre e il Figlio hanno mandato lo<br />

Spirito Santo nella Pentecoste, e che<br />

questo stesso Spirito continua a dare<br />

impulso alla vita <strong>della</strong> Chiesa. Per<br />

questo è importante il senso di appartenenza<br />

ecclesiale, dove il cristiano<br />

cresce e matura nella comunione<br />

con i suoi fratelli, figli di uno stesso<br />

Dio e Padre.<br />

“Io sono la Vita, la Verità e la Vita.<br />

Nessuno viene al Padre se non per<br />

mezzo di me” (Gv 14, 6). Come ha<br />

indicato il mio venerato predecessore<br />

Giovanni Paolo II, “Gesù Cristo<br />

è, dunque, la risposta definitiva alla<br />

domanda sul senso <strong>della</strong> vita, agli<br />

interrogativi fondamentali che assillano<br />

anche oggi tanti uomini e donne<br />

del Continente americano” (Esortazione<br />

Apostolica Ecclesia in America,<br />

n. 10). Solo vivendo intensamente<br />

il loro amore per Gesù Cristo e<br />

dedicandosi generosamente al servizio<br />

<strong>della</strong> carità, i suoi discepoli saranno<br />

testimoni eloquenti e credibili<br />

dell’immenso amore di Dio per ogni<br />

essere umano. In tal modo, amando<br />

con lo stesso amore di Dio, diventeranno<br />

agenti <strong>della</strong> trasformazione<br />

del mondo, instaurando in esso una<br />

nuova civiltà, che l’amato Papa Paolo<br />

VI chiamava giustamente “la civiltà<br />

dell’amore”.<br />

Vivere in coerenza con la fede<br />

Per il futuro <strong>della</strong> Chiesa in America<br />

Latina e nei Caraibi è importante<br />

che i cristiani approfondiscano e<br />

assumano lo stile di vita proprio dei<br />

discepoli di Gesù: semplice e gioioso,<br />

con una fede salda radicata nel più intimo<br />

del loro cuore e alimentata dalla<br />

preghiera e dai sacramenti. In effetti<br />

la fede cristiana si nutre soprattutto<br />

<strong>della</strong> celebrazione domenicale dell’Eucaristia,<br />

nella quale si realizza un<br />

incontro comunitario, unito e specia-<br />

le con Cristo, con la sua vita e la sua<br />

parola.<br />

Il vero discepolo cresce e matura<br />

nella famiglia, nella comunità parrocchiale<br />

e diocesana; diviene missionario<br />

quando annuncia la persona di<br />

Cristo e il suo Vangelo in tutti gli ambiti:<br />

la scuola, l’economia, la cultura,<br />

la politica e i mezzi di comunicazione<br />

sociale. In modo particolare, i<br />

frequenti fenomeni di sfruttamento e<br />

ingiustizia, di corruzione e violenza,<br />

sono un appello pressante affinché i<br />

cristiani vivano con coerenza la loro<br />

fede e si sforzino di ricevere una salda<br />

formazione dottrinale e spirituale,<br />

contribuendo così all’edificazione<br />

di una società più giusta, più umana<br />

e cristiana.<br />

È un dovere importante incoraggiare<br />

i cristiani affinché, animati dal loro<br />

spirito di fede e di carità, si adoperino<br />

instancabilmente per offrire nuove<br />

opportunità a quanti vivono nella povertà<br />

o nelle zone periferiche più abbandonate,<br />

affinché possano essere<br />

protagonisti attivi del proprio sviluppo,<br />

portando loro un messaggio di fede,<br />

di speranza e di solidarietà. (...)<br />

Chiediamo a Maria, modello di<br />

madre nella Santa Famiglia e Madre<br />

<strong>della</strong> Chiesa, Stella dell’Evangelizzazione,<br />

di guidare con la sua intercessione<br />

materna le comunità ecclesiali<br />

dell’America Latina e dei Caraibi<br />

e di assistere i partecipanti alla<br />

V Conferenza affinché trovino le vie<br />

più adeguate perché quei popoli abbiano<br />

la vita in Cristo ed edifichino,<br />

nel cosiddetto “Continente <strong>della</strong> speranza”,<br />

un futuro degno per ogni uomo<br />

e ogni donna. Vi incoraggio tutti<br />

nel vostro lavoro e vi imparto di cuore<br />

la mia Benedizione Apostolica.<br />

(Discorso ai partecipanti<br />

<strong>della</strong> Riunione Plenaria <strong>della</strong><br />

Pontificia Commissione per<br />

l’America Latina, 20/1/2007)<br />

Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La <strong>versione</strong> integrale di<br />

questi documenti può essere trovata in www.salvamiregina.it/lavocedelpapa<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina


La Legge o la Bontà?<br />

10 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

commento aL vangeLo – 5ª domenica di Quaresima<br />

Nell’episodio <strong>della</strong> donna adultera, gli evangelisti non rivelano tutto<br />

quanto era sotteso alla trama ordita dai farisei per collocare Gesù<br />

di fronte al seguente dilemma: condannare la peccatrice a morte,<br />

violando la legge romana, o salvarle la vita, screditando la Legge<br />

di Mosè. Gesù ha proclamato una sentenza di misericordia.<br />

I – Gesù è venuto<br />

a perdonare<br />

I Vangeli sono il testamento <strong>della</strong><br />

Misericordia. L’annuncio del<br />

maggior atto di bontà che ci sia stato<br />

in tutta l’opera <strong>della</strong> creazione –<br />

l’Incarnazione del Verbo – è il fron-<br />

Padre João Scognamiglio Clá Dias<br />

Presidente Generale<br />

1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.<br />

2 Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e<br />

tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi,<br />

li ammaestrava. 3 Allora gli scribi e i farisei<br />

gli conducono una donna sorpresa in adulterio<br />

e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: “Maestro,<br />

questa donna è stata sorpresa in flagrante<br />

adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato<br />

di lapidare donne come questa. Tu<br />

che ne dici?”. 6 Questo dicevano per metterlo<br />

alla prova e per avere di che accusarlo. Ma<br />

Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per<br />

tespizio, l’apertura <strong>della</strong> sua narrazione.<br />

La forma brillante con cui<br />

questa termina ci lascia senza sapere<br />

se non è ancora più bella e commovente:<br />

la crocifissione e morte di<br />

Gesù per ristabilire l’armonia tra<br />

Dio e l’umanità.<br />

a Vangelo A<br />

La Bontà divina unisce sostanziosamente<br />

questi due estremi, la Grotta<br />

di Betlemme e il Calvario, attraverso<br />

una sequenza ricchissima di avvenimenti<br />

traboccanti d’amore per i miserabili:<br />

“Infatti il Figlio dell’Uomo è venuto<br />

a cercare e a salvare quello che era<br />

terra. 7 E siccome insistevano nell’interrogarlo,<br />

alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza<br />

peccato, scagli per primo la pietra contro di<br />

lei”. 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.<br />

9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno<br />

per uno, cominciando dai più anziani fino agli<br />

ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in<br />

mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna,<br />

dove sono? Nessuno ti ha condannata?”.<br />

11 Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù<br />

le disse: “Neanch’io ti condanno; và e d’ora in<br />

poi non peccare più” (Gv 8, 1-11)..


Timothy Ring<br />

La donna adultera è condotta davanti a Gesù, che smonta la trama dei farisei<br />

perduto” (Lc 19, 10). Questa gioia che<br />

Gesù ha nel perdonare traspare nelle<br />

dottrine, nei consigli e persino nelle<br />

parabole da Lui elaborate con lo scopo<br />

preciso che i suoi ascoltatori comprendano<br />

meglio la sua misericordia.<br />

In quest’ottica sono da leggere le parabole<br />

del figliol prodigo (Lc 15, 11-<br />

32), quella <strong>della</strong> pecorella smarrita<br />

(Lc 15, 4-7) e quella <strong>della</strong> dracma perduta<br />

(Lc 15, 8-10). L’euforia di coloro<br />

che incontra, in ognuno di questi tre<br />

casi, riflette la contentezza dello stesso<br />

Cristo nel promuovere il ritorno di<br />

un’anima sulla via <strong>della</strong> grazia.<br />

Cristo e l’adultera – Cattedrale di Avila, Spagna<br />

Egli è il Buon Pastore che prende<br />

la pecorella, la quale imprudentemente<br />

si era staccata dal gregge e la riconduce<br />

all’ovile, al fine di infonderle<br />

nuova vita in una maniera sovrabbondante.<br />

Egli la porta sulle sue stesse<br />

spalle, mentre i Cieli si riempiono di<br />

un giubilo persino maggiore di quello<br />

causato dalla stessa perseveranza dei<br />

giusti (cfr. Gv. 10, 11-16; Lc 15, 4-7).<br />

All’interno di quest’atmosfera<br />

d’amore, non abbiamo mai visto Gesù,<br />

nel corso <strong>della</strong> sua vita pubblica,<br />

assumere il minimo atteggiamento dispregiativo<br />

nei confronti di chicches-<br />

sia: samaritani, centurione, cananei,<br />

pubblicani, ecc. A tutti invariabilmente<br />

si rivolgeva con divina attenzione e<br />

affetto: “Imparate da Me che sono mite<br />

e umile di cuore”(Mt 11, 29). Nessuno<br />

si è avvicinato a Lui in cerca di una<br />

guarigione, di un perdono o consolazione,<br />

senza essere pienamente esaudito.<br />

Tale è stato il suo infinito impegno<br />

a fare il bene, soprattutto ai più<br />

bisognosi: “Non sono venuto per chiamare<br />

i giusti, ma i peccatori”(Mc 2, 17);<br />

“Lo Spirito del Signore è sopra di me;<br />

per questo mi ha consacrato con l’unzione,<br />

e mi ha mandato (...), per predi-<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 11


Timothy Ring<br />

care un anno di grazia del Signore” (Lc<br />

4, 18-19). Lo stesso Apostolo dirà più<br />

tardi: “Cristo Gesù è venuto nel mondo<br />

per salvare i peccatori e di questi il primo<br />

sono io.” (1º Tm 1, 15).<br />

Malizia dei farisei<br />

Come “è bello durante la notte credere<br />

nella luce” ( 1 ), così la Bontà sostanziale<br />

di Gesù diventa ancor più luminosa<br />

ai nostri occhi quando si trova in<br />

contrasto con un’opposizione tutta fatta<br />

di malizia. Questa noi la incontriamo,<br />

radicale e costante, dall’inizio alla<br />

fine del Vangelo. Già il Precursore,<br />

nel distinguere tra coloro che lo circondavano<br />

alcuni farisei, li aveva rimproverati:<br />

“Razza di vipere! Chi vi ha suggerito<br />

di sottrarvi all’ira imminente? (...)<br />

Non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo<br />

Abramo per padre!” (Mt 3, 7-9).<br />

Sono così numerose le invettive<br />

degli scribi e farisei contro Gesù, in<br />

virtù <strong>della</strong> sua misericordia, che riprodurremmo<br />

una buona parte dei<br />

Vangeli se cercassimo di essere minuziosi<br />

nelle citazioni a questo riguardo.<br />

Ricordiamo il passo in cui essi arrivano<br />

a chiamarLo posseduto del demonio<br />

(Gv 8, 52; 10, 20; Lc 11, 15), distorcono<br />

le sue parole e affermazioni<br />

(Mc 14, 58), Lo perseguitano con<br />

12 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

I farisei che accusavano l’adultera si sentono accusati da Gesù<br />

intensità crescente (Gv capp.7-11) fino<br />

a condannarLo a morte, e Lo accusano<br />

di essere rivoluzionario, perché,<br />

secondo loro, sollevava il popolo<br />

contro il potere civile e affermava<br />

che non doveva essere pagata l’imposta<br />

all’imperatore (Lc 23, 2).<br />

È nello scontro<br />

tra la Bontà<br />

infinita e il falso<br />

amore alla Legge<br />

che si svolge<br />

il dramma del<br />

Vangelo di oggi<br />

Gesù, la Misericordia sostanziale,<br />

non è meno duro verso di loro.<br />

“Se aveste compreso che cosa significa:<br />

Misericordia io voglio e non sacrificio,<br />

non avreste condannato individui senza<br />

colpa “ (Mt. 12, 7). Per sette volte,<br />

Gesù li chiama ipocriti, con l’espressione:<br />

“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti”,<br />

per attribuire loro – ogni volta<br />

–un peccato (cfr. Mt 23, 13-29).<br />

Odio contro la bontà di Gesù<br />

Questa indisposizione farisaica<br />

contro Gesù aveva come motivo<br />

implicito la sua infinita misericordia,<br />

virtù specifica di Dio: “Chi è da<br />

Dio ascolta le parole di Dio: per questo<br />

voi non le ascoltate, perché non siete<br />

da Dio” (Gv 8, 47). E, soprattutto,<br />

perché non volevano essere veri figli<br />

di Dio, ma piuttosto figli del diavolo<br />

(Gv 8, 44). Oltre a questa terribile<br />

ascendenza che è loro attribuita da<br />

Gesù, ricevono anche il titolo di “ladri”<br />

(Gv 10, 10), “omicida” (id), “vipere”<br />

(Mt 12, 34).<br />

Ora, l’odio farisaico contro la Bontà<br />

si dovrebbe anche riflettere nella repulsione<br />

che manifestavano in relazione<br />

ai bisognosi. È quindi nel contrasto<br />

con l’acidità dei farisei e scribi contro i<br />

peccatori che vediamo risplendere ancor<br />

più la Bontà di Cristo. Essa diventa<br />

storica quando arriva ai limiti estremi<br />

di assolvere una Maddalena (Lc 7,<br />

47 – 48) o, in cima al Calvario, il buon<br />

ladrone (Lc 23, 43).<br />

I farisei si indignavano contro questi<br />

atteggiamenti di Gesù perché il loro<br />

puritanesimo procedeva da una<br />

falsa giustizia, tutta fatta di orgoglio,<br />

e per questo si allontanavano dai miserabili,<br />

li disprezzavano e non mo-


stravano mai sentimenti di compassione<br />

verso qualsiasi bisognoso.<br />

È nello scontro tra la Bontà infinita<br />

e il falso amore alla Legge che si<br />

svolge il dramma del Vangelo di oggi.<br />

II – L’epIsodIo deLLa<br />

donna aduLtera<br />

1 Gesù si avviò allora verso il<br />

monte degli Ulivi.<br />

Secondo quanto dice Alcuino ( 2 ),<br />

Gesù passava il giorno predicando nel<br />

Tempio di Gerusalemme e, all’imbrunire,<br />

ritornava a Betania per riposare<br />

in casa di Lazzaro. Secondo questo<br />

versetto, in quell’occasione, siccome<br />

era l’ultima sera di festa, è possibile<br />

che Gesù abbia passato la notte in preghiera,<br />

al Monte degli Ulivi. Chi commenta<br />

meglio questo passo è Don Andrés<br />

Fernandez Truyols, SJ: “Terminato<br />

il ministero apostolico di ogni giorno, reso<br />

più arduo dalle discussioni alle quali<br />

i suoi eterni avversari lo obbligavano,<br />

e che non gli lasciavano un momento di<br />

riposo, mentre i suoi ascoltatori tornavano<br />

ognuno alla loro casa, Gesù si ritirò<br />

sul monte degli Ulivi. Non sembra che si<br />

sia allontanato fino a Betania, cosa che<br />

sarebbe stata probabilmente indicata<br />

dall’autore. La cosa più probabile è che<br />

abbia passato la notte in una tenda o in<br />

una grotta; forse in quella che fu considerata<br />

da molti come la Grotta dell’Agonia<br />

o, caso mai, in quella che si trova quasi<br />

in cima al monte, e che la tradizione<br />

ha consacrato come la cattedra degli insegnamenti<br />

di Gesù, sulla quale Sant’Elena<br />

ha edificato una basilica. In questo<br />

modo, tanto dall’una come dall’altra,<br />

Gesù poteva dirigersi rapidamente al<br />

Tempio attraverso la porta orientale, che<br />

doveva coincidere più o meno con quella<br />

oggi chiamata Porta d’Oro. Del resto,<br />

il Monte degli Ulivi era un luogo familiare<br />

a Gesù” ( 3 ).<br />

2 Ma all’alba si recò di nuovo nel<br />

tempio e tutto il popolo andava<br />

da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.<br />

Nessuno potrà mai immaginare<br />

l’irresistibile forza d’attrazione esercitata<br />

da Gesù nei confronti di chi Lo<br />

veniva a conoscere. Di questa ne danno<br />

un’idea i Vangeli, che costituiscono<br />

mere sintesi di meraviglie indescrivibili.<br />

Tale è il suo impegno a fare<br />

il bene che, subito alle prime luci dell’alba,<br />

Egli va al Tempio, sicuramente<br />

già seguito da altri lungo il cammino.<br />

Al suo ingresso tutti convergono<br />

intorno a Lui per ascoltarLo. Era<br />

l’inizio di una nuova lunga giornata<br />

di predicazione in forma di conversazione,<br />

nella quale avrebbero potuto<br />

prender parte attiva, con domande<br />

o commenti, ognuno dei presenti, in<br />

un’atmosfera del tutto amena e familiare.<br />

Per questo, Egli si Sedette e co-<br />

Che cosa<br />

sarebbe accaduto<br />

all’uomo<br />

implicato nella<br />

medesima colpa?<br />

“Se uno commette<br />

adulterio con<br />

la moglie del<br />

suo prossimo,<br />

l’adultero<br />

e l’adultera<br />

dovranno esser<br />

messi a morte”<br />

(Lc 20, 10)<br />

minciò ad insegnare. All’improvviso,<br />

quel sacro convivio fu interrotto da<br />

un fatto insolito.<br />

L’adultera viene<br />

presentata a Gesù<br />

3 Allora gli scribi e i farisei gli<br />

conducono una donna sorpresa in<br />

adulterio e, postala nel mezzo ...<br />

L’adultera fu collocata al centro<br />

<strong>della</strong> moltitudine, affinché fosse giudicata,<br />

come autrice di un crimine e,<br />

in questo modo, ipso facto, stabilirono<br />

Gesù come giudice.<br />

Questo fatto, inevitabilmente, solleva<br />

un’importante questione: che cosa<br />

sarà mai accaduto all’uomo implicato<br />

nella medesima colpa?Quale la ragione<br />

per cui lui non è stato presentato a Gesù,<br />

in quest’occasione? Ora, il testo <strong>della</strong><br />

Scrittura è perentorio sull’obbligatorietà<br />

<strong>della</strong> punizione per entrambi: “Se<br />

uno commette adulterio con la moglie<br />

del suo prossimo, l’adultero e l’adultera<br />

dovranno esser messi a morte”(Lv 20,<br />

10); o ancora : “Quando un uomo verrà<br />

colto in fallo con una donna maritata,<br />

tutti e due dovranno morire: l’uomo che<br />

ha peccato con la donna e la donna. Così<br />

toglierai il male da Israele” (Dt 22, 22).<br />

Gli autori sollevano varie ipotesi<br />

a questo riguardo; non ne troviamo,<br />

tuttavia, nessuna che porti all’estremo<br />

la sfiducia in relazione alla perfidia di<br />

quegli scribi e farisei. Ci sia permesso,<br />

conoscendo la consumata cattiveria<br />

che era loro caratteristica, sollevare<br />

un sospetto sulla “fuga” del colpevole<br />

adultero: non sarà stato egli complice<br />

dei suoi mandanti in modo che conseguissero<br />

un flagrante? In questo caso,<br />

probabilmente, l’adultera sarebbe stata<br />

indotta al crimine, lasciandosi coinvolgere<br />

più per ingenuità e per l’inclinazione<br />

delle sue passioni, che per dolo.<br />

Arriva qui la domanda classica:<br />

“A chi ha giovato il crimine?” Già all’epoca<br />

di Daniele, gli accusatori non<br />

erano riusciti ad acciuffare il presunto<br />

socio di Susanna nell’adulterio calunniosamente<br />

inventato dai due giudici<br />

anziani. Nel caso del Vangelo di<br />

oggi, chi era il criminale? La donna<br />

si sarebbe rifiutata di dichiararlo? Ci<br />

sorprende la facilità con cui gli scribi<br />

e i farisei hanno trovato un’adultera,<br />

che si era introdotta nel Tempio, proprio<br />

a quell’ora e in tali circostanze,<br />

tanto favorevoli per architettare una<br />

scena show che coinvolgesse Gesù.<br />

Si aggiunga quest’altro dato: due<br />

creature umane, adulte, che andas-<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 13


sero a perpetrare un crimine punito<br />

con la pena di morte immediata, per<br />

quanto primitive fossero, avrebbero<br />

cercato di proteggersi da quel rischio<br />

di essere colti in flagrante. Ora, il caso<br />

in questione si realizzò in condizioni<br />

tali da far pensare che difficilmente<br />

non sia stato pianificato da terzi,<br />

interessati al suo conseguimento.<br />

I farisei invocano una<br />

legge in disuso<br />

4 gli dicono: “Maestro, questa<br />

donna è stata sorpresa in flagrante<br />

adulterio. 5 Ora Mosè, nella<br />

Legge, ci ha comandato di lapidare<br />

donne come questa. Tu che ne<br />

dici?”. 6 Questo dicevano per metterlo<br />

alla prova e per avere di che<br />

accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si<br />

mise a scrivere col dito per terra.<br />

L’espressione “sorpresa in flagrante<br />

adulterio” conferisce ancor più sostanza<br />

all’ipotesi di un crimine pianificato<br />

da varie persone, con uno scopo che diventerà<br />

esplicito nella rivelazione contenuta<br />

nel versetto seguente. Oltretutto,<br />

l’affermazione fortemente categorica<br />

da parte loro evitava che fossero accusati<br />

da Gesù rispetto alle prove, perché<br />

neppure la donna stessa cercava<br />

di difendersi. Forse, per la delicatezza<br />

<strong>della</strong> sua anima femminile, non faceva<br />

neppure delle insinuazioni su chi fosse<br />

il suo complice in quel crimine.<br />

Flavio Giuseppe, famoso storico<br />

giudeo di quei tempi – e dunque, in<br />

un certo modo, insospettabile -, ci racconta<br />

che era caduta in disuso la legge<br />

che puniva con la pena di morte i rei<br />

condannati per questo tipo di crimine.<br />

Rigorismo in mezzo alla<br />

rilassatezza generale dei costumi<br />

Sotto il regno di Erode, la corruzione<br />

dei costumi a Gerusalemme era<br />

giunta ai limiti estremi. Chissà se questa<br />

era una circostanza propizia ai farisei<br />

e scribi per creare, in Gesù, l’impasse<br />

di come procedere in quel caso<br />

di adulterio. Comunque sia, “sotto<br />

l’apparenza dello zelo per la Legge, que-<br />

1 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

gli uomini ipocriti e vendicativi preparavano<br />

a Gesù una trappola mal dissimulata:<br />

Erano sicuri che Colui che chiamavano<br />

ironicamente con l’epiteto di<br />

‘amico di peccatori e pubblicani’ Si sarebbe<br />

mostrato indulgente con la colpevole;<br />

ed allora essi Lo avrebbero accusato<br />

di violare la Legge divina in un<br />

punto fondamentale” ( 4 ).<br />

Sulla stessa linea, commenta Don<br />

Andrés Fernandez Truyols, SJ: “ La<br />

domanda, apparentemente rispettosa e<br />

persino onorifica per Gesù, era in realtà<br />

insidiosa. Se Lui si fosse pronunciato<br />

per il castigo, lo avrebbero tacciato di<br />

essere duro; se avesse assolto, sarebbe<br />

stato accusato di violare la Legge” ( 5 ).<br />

D’altra parte, vale la pena osservare<br />

il contrasto tra i fedeli, che ascoltano<br />

estasiati le parole del Salvatore, e la<br />

Decidendo per<br />

l’una o l’altra<br />

soluzione, Gesù,<br />

o si sarebbe<br />

sollevato contro il<br />

potere romano, o si<br />

sarebbe dichiarato<br />

in disaccordo<br />

rispetto a Mosè e,<br />

pertanto, rispetto<br />

al Sinedrio<br />

furia dei dottori <strong>della</strong> Legge e dei farisei<br />

nel condannare Gesù. “Mentre i pacifici<br />

e i semplici ammiravano le parole<br />

del Salvatore, gli scribi e i farisei Gli facevano<br />

domande, non per apprendere,<br />

ma per ordire trappole alla verità” ( 6 ).<br />

Vogliono rendere Gesù reo<br />

<strong>della</strong> sua stessa sentenza<br />

È diventato famoso il dilemma<br />

creato dai farisei a proposito del pagamento<br />

dell’imposta, se a Cesare o al<br />

Tempio. Quel “rendete dunque a Cesa-<br />

re quello che è di Cesare e a Dio quello<br />

che è di Dio”(Mt 22, 21) ha segnato<br />

la Storia. Il caso portato alla luce dalla<br />

Liturgia di oggi fu montato con un’abilità<br />

di gran lunga maggiore. Decidendo<br />

per l’una o l’altra soluzione, Gesù,<br />

o si sarebbe sollevato contro il potere<br />

romano, o si sarebbe dichiarato discordante<br />

rispetto a Mosè e, pertanto,<br />

rispetto al Sinedrio. Se la sua sentenza<br />

fosse stata a favore <strong>della</strong> lapidazione,<br />

sicuramente i suoi nemici avrebbero<br />

cercato di consegnarLo a Pilato con<br />

l’accusa di aver violato la legge imposta<br />

da Roma alle province conquistate<br />

e alle sue suffragane: il diritto di vita e<br />

di morte gli apparteneva con esclusività.<br />

Senza contare che avrebbero avuto<br />

elementi per sollevare il popolo contro<br />

la sua radicalità e intransigenza.<br />

Gesù contro Mosè...<br />

Se Gesù l’avesse assolta, avrebbero<br />

fomentato i fedeli per il fatto che Lui<br />

si opponeva alla Legge di Mosè e Lo<br />

avrebbero trascinato al Sinedrio per essere<br />

scomunicato e consegnato all’autorità<br />

romana. Probabilmente, “volevano<br />

mettere Cristo in opposizione con la<br />

Legge di Mosè, dando ad intendere che<br />

Lo consideravano un altro Mosè, il quale<br />

portava una legge più perfetta di quella<br />

del primo. Tutto era fatto per incentivar-<br />

Lo e provocarLo, in modo che Lui prendesse<br />

posizione contro la Legge di Mosè,<br />

dando loro l’occasione di accusarLo.<br />

Che dici Tu a questo? Contrapponendolo<br />

a Mosè, come se Lo elevassero al di<br />

sopra di Mosè. Tu, che sei più grande di<br />

Mosè, a cui non si applicano le sue leggi,<br />

perché non ne promulghi un’altra migliore<br />

e più perfetta, che ne dici? Approvi<br />

o disapprovi la sentenza <strong>della</strong> legge mosaica?<br />

Con tutti i mezzi, cercano di metterLo<br />

nella tentazione di dire qualcosa<br />

contro Mosè, di fronte a tutto quel pubblico,<br />

visto che Lo riconoscono come superiore<br />

al grande legislatore ( 7 ).<br />

Gesù risponde per iscritto<br />

Richiama moltissimo all’attenzione<br />

l’inedita attitudine del Divino Maestro,<br />

di chinarsi, rimanendo seduto,


per mettersi a scrivere “col dito sulla<br />

terra”. Gesù si trovava vicino al cortile<br />

delle donne, nella galleria del Tesoro, e<br />

non sappiamo in che modo fosse fatto<br />

il pavimento di questo locale. Comunque<br />

sia, probabilmente quanto scritto<br />

avrebbe avuto la possibilità di essere<br />

letto da altri. Consideriamo<br />

il fatto che<br />

gli scribi e i farisei si<br />

fossero sistemati vicino<br />

a Nostro Signore<br />

e che, inoltre, fossero<br />

in piedi, quindi<br />

in una posizione per<br />

cui non era difficile<br />

per loro leggere i caratteri<br />

che Egli aveva<br />

disegnato. Gesù<br />

che scrive. In tutta la<br />

narrazione dei Vangeli<br />

è l’unica occasione<br />

in cui questo<br />

avviene. Come possiamo<br />

immaginare<br />

la forma delle lettere<br />

e la sequenza delle<br />

parole? Evidentemente,<br />

saranno sicuramente<br />

state le più<br />

belle tra tutte quelle<br />

possibili. Qualcosa<br />

di leggibile sarebbe<br />

dovuto rimanere<br />

per terra, forse impresso<br />

sulla stessa<br />

polvere <strong>della</strong> strada.<br />

Che cosa avrà scritto<br />

Lui in quel momento?<br />

Più avanti<br />

tratteremo di questo particolare.<br />

Timothy Ring<br />

Gesù solleva la questione dal<br />

piano giuridico a quello morale<br />

7 E siccome insistevano nell’interrogarlo,<br />

alzò il capo e disse loro:<br />

“Chi di voi è senza peccato, scagli<br />

per primo la pietra contro di lei”.<br />

Nel Deuteronomio troviamo la<br />

chiara obbligatorietà che il primo testimone<br />

di un crimine, punito con la<br />

pena di morte, lanci la prima pietra:<br />

“Anzi devi ucciderlo: la tua mano sia<br />

la prima contro di lui per metterlo a<br />

morte; poi la mano di tutto il popolo”<br />

(Dt 13, 10). O, come più avanti: “La<br />

mano dei testimoni sarà la prima contro<br />

di lui per farlo morire; poi la mano<br />

di tutto il popolo” ( Dt 17, 7).<br />

Che cosa avrà scritto Gesù per terra?<br />

Davanti al Signore si trovavano<br />

maestri <strong>della</strong> Legge e farisei, esperti<br />

nel dominio di queste conoscenze<br />

relative alla giurisprudenza. Pertanto,<br />

Gesù non si tira indietro, pronuncia<br />

la sentenza, ma, a proposito <strong>della</strong><br />

sua esecuzione, approfitta dell’occasione<br />

per trasferire la problematica<br />

dal campo giuridico ad un piano molto<br />

più elevato, ossia, a quello morale.<br />

Frase divinamente celebre, se essa<br />

fosse impressa in forma indelebile nei<br />

nostri cuori, saremmo convinti <strong>della</strong><br />

nostra indegnità, <strong>della</strong> nostra insufficienza,<br />

dei nostri peccati, ecc., e non<br />

saremmo aspri con nessuno, e neppure<br />

rimprovereremmo con durezza di<br />

cuore i colpevoli. Dolcezza, umiltà e<br />

compassione costituirebbero l’essenza<br />

del nostro relazionarci con gli altri, e<br />

così, attireremmo la<br />

benevolenza di Dio<br />

e saremmo causa<br />

di edificazione del<br />

prossimo.<br />

“Credo che Cristo<br />

abbia voluto criticarli,<br />

e non solo dava a<br />

intendere che potevano<br />

peccare, in quanto<br />

uomini, e che erano<br />

peccatori di fatto<br />

– in altre parole, che<br />

erano macchiati di<br />

peccati come la generalità<br />

degli uomini<br />

– ma anche che erano<br />

ipocriti: pieni di<br />

iniquità nel loro intimo,<br />

mentre all’esterno<br />

fingevano santità<br />

e zelo religioso, occupandosi<br />

<strong>della</strong> lapidazione<br />

di quella donna.<br />

Li ha rimproverati<br />

come in quell’altra<br />

occasione in cui<br />

li ha chiamati sepolcri<br />

imbiancati (Mt<br />

23, 27). Li ha feriti,<br />

pertanto, nell’intimo<br />

<strong>della</strong> coscienza,<br />

quando ha detto<br />

loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli<br />

per primo la pietra contro di lei’, dando<br />

a intendere che essi erano colpevoli<br />

di quel peccato o di altri più grandi. Ma<br />

questa accusa è tanto accorta che non<br />

sembra essere Lui che la fa, ma la coscienza<br />

di ognuno di loro. Il Salvatore li<br />

rimette alle loro stesse coscienze, stabilendole<br />

come giudici, come se Lui ignorasse<br />

ciò che c’era in esse. In certo modo,<br />

è proprio del diritto naturale che chi<br />

accusa o condanna qualcuno sia libero<br />

dal peccato che gli rimprovera” ( 8 ).<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 1


Sergio Hollmann<br />

“Nessuno ti ha condannata?”. Va’ e d’ora in poi non<br />

peccare più” – disse Gesù alla peccatrice<br />

Può un uomo giudicare<br />

un altro uomo?<br />

Cristo e l’adultera – Cattedrale di Salamanca, Spagna<br />

È insuperabilmente magistrale questa<br />

risposta di Nostro Signore, dunque<br />

Egli non assume la funzione di giudice,<br />

che gli avevano offerto gli scribi e i farisei,<br />

quanto piuttosto quella di Maestro,<br />

conforme al titolo utilizzato da loro nel<br />

proporGli il giudizio (v.4). Come Altissimo<br />

Consigliere, Gesù ricorda loro<br />

che un giudice, nonostante i suoi peccati<br />

o colpe, può – e anzi deve – giudicare<br />

e condannare, se fosse necessario;<br />

1 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

tuttavia, solleva loro uno spinoso problema:<br />

può un peccatore essere l’esecutore<br />

<strong>della</strong> giustizia di Dio?<br />

L’unico, vero e competente Giudice<br />

è Nostro Signore Gesù Cristo: “Il Padre<br />

infatti non giudica nessuno ma ha<br />

rimesso ogni giudizio al Figlio” ( Gv 5,<br />

22). Tutti coloro che in forma competente<br />

giudicano un altro uomo, per diritto<br />

naturale, positivo o divino, lo fanno<br />

per delega di Gesù. Quella sentenza<br />

morale lanciata contro uomini orgogliosi<br />

che ipocritamente si reputa-<br />

vano santi e immacolati, di per se stessa<br />

non li avrebbe trattenuti nella loro<br />

determinazione a far rispettare la<br />

Legge, se questo fosse stato realmente<br />

il loro obiettivo esclusivo. Che mai<br />

avrà fatto Gesù per impedirglielo?<br />

Scrivendo, Gesù accusava<br />

gli accusatori<br />

8 E chinatosi di nuovo, scriveva<br />

per terra.<br />

Per quanto San Girolamo non sia<br />

seguito dalla maggioranza degli autori,<br />

sembra avere interamente ragione<br />

nella sua analisi riguardo questo punto.<br />

Non crediamo sia sulla buona strada<br />

l’opinione di alcuni commentatori, che<br />

Gesù scriveva senza un obiettivo definito,<br />

come se volesse semplicemente significare<br />

il suo disinteresse per la questione<br />

sollevata, o per guadagnare tempo.<br />

Tutto porta a credere che i peccati,<br />

degni del medesimo castigo, commessi<br />

dagli accusatori, apparivano in quello<br />

scritto apparentemente informale.<br />

Sant’Ambrogio è anche lui fautore di<br />

questa ipotesi di San Gerolamo.<br />

Se così infatti è stato, Gesù ha proceduto<br />

con suprema saggezza e, oltretutto,<br />

con somma bontà, poiché<br />

avrebbe potuto fare una contraccusa<br />

pubblica verso ognuno di loro e invece<br />

non lo ha fatto. In modo del tutto<br />

contrario, metteva loro a disposizione<br />

il suo totale perdono. Sarebbe bastato<br />

un pentimento interiore e una richiesta<br />

di misericordia, seppure implicita,<br />

affinché tutti uscissero da quella situazione<br />

in completa armonia con Dio e<br />

perfino tra loro stessi. Gesù offriva loro<br />

questa grande opportunità, ma...<br />

9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono<br />

uno per uno, cominciando<br />

dai più anziani fino agli ultimi.<br />

Rimase solo Gesù con la donna<br />

là in mezzo.<br />

Questa narrazione contribuisce, ancor<br />

più, alla possibilità che quanto scritto<br />

per terra fosse in relazione con i peccati<br />

di ognuno degli accusatori. Non


avrà Gesù iniziato dai più vecchi? Se<br />

il semplice enunciato <strong>della</strong> sentenza li<br />

avesse convinti tutti, la rinuncia sarebbe<br />

dovuta essere collettiva e concomitante.<br />

Il fatto di essersi ritirati uno alla<br />

volta indica che la conclusione che non<br />

era conveniente rimanere lì, è stata individuale<br />

e successiva. D’altro canto, se<br />

è vera l’interpretazione di San Gerolamo<br />

e di Sant’Ambrogio, quegli uomini<br />

non riconobbero i loro peccati e non<br />

chiesero perdono per questi.<br />

Il peccato non compensa<br />

10 Alzatosi allora Gesù le disse:<br />

“Donna, dove sono? Nessuno ti<br />

ha condannata?”. 11 Ed essa rispose:<br />

“Nessuno, Signore”. E Gesù le<br />

disse: “Neanch’io ti condanno; và<br />

e d’ora in poi non peccare più.<br />

L’adultera notando che i suoi accusatori<br />

si stavano ritirando, cominciò<br />

a sentire dentro di lei un crescente<br />

sollievo, che giunse al culmine dopo<br />

l’uscita dell’ultimo. La prospettiva<br />

<strong>della</strong> morte per lapidazione l’aveva<br />

spaventata e aveva promosso una<br />

constatazione frequente nei peccatori<br />

pentiti: il peccato non compensa!<br />

La grande vergogna e umiliazione<br />

davanti a quel numeroso pubblico<br />

forse l’avranno fatta soffrire ancora<br />

di più.<br />

L’ultima terribile prova: il santissimo<br />

sguardo di Gesù: Il Sacro Volto,<br />

integro nella sua divina moralità,<br />

la purezza e la verginità nella loro essenza,<br />

contemplati dal delirio carnale<br />

pieno di vergogna e pentito... Solo<br />

un ardente sentimento avrebbe salvato<br />

dal meritato castigo quella povera<br />

anima: una richiesta di perdono! Gesù<br />

non esigerà da lei una dichiarazione<br />

esplicita e formale, solo le manifesterà<br />

la sua insuperabile delicatezza:<br />

“Nessuno ti ha condannata?”<br />

Rispettando la Legge,<br />

Gesù è misericordioso<br />

Con un procedimento tanto saggio<br />

quanto insolito, nessuno più<br />

avrebbe potuto accusare il Mae-<br />

stro di non aver preso in considerazione<br />

la Legge di Mosè e, pertanto,<br />

di essere stato esageratamente indulgente.<br />

Egli non aveva ripetuto<br />

se non la stessa attitudine dei fari-<br />

Gesù, l’unico che<br />

avrebbe avuto<br />

diritto a lanciare<br />

dalla prima fino<br />

all’ultima pietra,<br />

concede alla<br />

peccatrice una bella<br />

esperienza <strong>della</strong><br />

grandezza <strong>della</strong><br />

sua misericordia<br />

sei e, oltretutto, Egli aveva condotto<br />

la peccatrice a dichiarare: “Nessuno,<br />

Signore”. Seguendo l’esempio<br />

di tutti, nemmeno Lui l’avrebbe<br />

condannata.<br />

Così, “la libera dalla trappola<br />

che le hanno teso i cacciatori” (cfr.<br />

Sl 124, 7), conferma la Legge, fa risplendere<br />

nuovamente la sua dignità,<br />

mette in fuga i suoi nemici, produce<br />

ancor più ammirazione, rispetto<br />

e sottomissione nel popolo<br />

che Lo attorniava e perdona la povera<br />

peccatrice, lasciandola andare<br />

con un avvertimento: “Non peccare<br />

più”. Con questo ammonimento,<br />

Egli le concedeva ancora la sua grazia,<br />

senza la quale nessuna virtù si<br />

pratica stabilmente.<br />

III – GLI accusatorI sono<br />

statI GIudIcatI, La peccatrIce<br />

è stata perdonata<br />

Che magnifica lezione di penitenza,<br />

di perdono e <strong>della</strong> necessità <strong>della</strong> perseveranza,<br />

offerta ad ognuno di noi in<br />

questa valle di lacrime nella quale siamo<br />

stati concepiti e viviamo!<br />

Gesù, l’unico che avrebbe avuto<br />

diritto a lanciare dalla prima fino all’ultima<br />

pietra, concede alla peccatrice<br />

una bella esperienza <strong>della</strong> grandezza<br />

<strong>della</strong> sua misericordia. Lì lei si<br />

è sentita veramente amata dall’infinita<br />

bontà di un Cuore sacro, umano<br />

e divino. E la felicità che, in maniera<br />

equivoca, aveva ricercato nel peccato,<br />

l’ha incontrata nel perdono e nella<br />

benevolenza di Colui che gli scribi<br />

e i farisei avevano scelto come giudice:<br />

il Maestro.<br />

Coloro che si appoggiavano alla<br />

Legge per accusare ne sono usciti<br />

giudicati, la peccatrice pentita, che<br />

avrebbe dovuto essere uccisa, se ne è<br />

andata in grazia di Dio. Nessuno mai<br />

è stato o sarà tanto intransigente con<br />

l’errore quanto Gesù, nessuno più<br />

mite di Lui verso i peccatori.<br />

Questo è un ennesimo episodio<br />

del Vangelo in cui traspaiono, da un<br />

lato, l’infinita bontà del Sacro Cuore<br />

di Gesù, che arde in fiamme di desiderio<br />

di perdonare e, all’estremo opposto,<br />

la durezza d’animo degli scribi<br />

e farisei, che non solo rifiutano questo<br />

perdono, persino per se stessi, ma<br />

non riconoscono mai con umiltà le<br />

loro rispettive colpe.<br />

Quando si difende la Legge per<br />

puro egoismo, non solo non si ha la<br />

forza per praticarla, ma non si accetta<br />

neanche la bontà!<br />

1 ) Edmond Rostand, Chantecler.<br />

2 ) Cfr. San Tommaso d’Aquino, Catena<br />

Aurea, in Gv.<br />

3 ) Vida de Nuestro Señor Jesucristo,<br />

BAC, Madrid, 1954, pagg. 395-396<br />

4 ) FILLION, Vida de Nuestro Señor Jesucristo,<br />

Voluntad, Madrid, 1926, t.<br />

III, pag. 391<br />

5 ) TRUYOLS, op. cit., pag. 396.<br />

6 ) San Tommaso d’Aquino, “Catena<br />

Aurea”, in Gv<br />

7 ) Don Juan de MALDONADO SJ,<br />

Comentarios a los cuatro Evangelios,<br />

BAC, Madrid, 1956, vol. III,<br />

pag. 519.<br />

8 ) MALDONADO, op. cit., pag. 522.<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 17


Gustavo Kralj<br />

Vi sono alcuni uomini,<br />

nella Storia, la cui<br />

grandezza oltrepassa<br />

qualsiasi leggenda<br />

e prosciuga anche<br />

la più ricca capacità di immaginazione.<br />

Tali uomini sembrano essere oggetto di<br />

una speciale predilezione di Dio, che<br />

Si compiace di adornare accuratamente<br />

le sue anime con lo splendore delle<br />

virtù e di rarissimi doni. Predestinati<br />

fin dalla nascita, la loro vita si svolge tra<br />

avventure straordinarie e sorprendenti<br />

che ora favoriscono l’adempimento<br />

<strong>della</strong> loro missione, ora si erigono come<br />

ostacoli insuperabili, dando occasione<br />

a slanci di fiducia e audacia che<br />

rendono la loro persona ancora più degna<br />

di ammirazione.<br />

Nell’Antico Testamento ci imbattiamo<br />

in racconti di questo genere ad<br />

ogni piè sospinto. Rimaniamo esta-<br />

1 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

L’uomo che Dio<br />

chiamò papà<br />

San Giuseppe non sarà mai debitamente<br />

conosciuto e venerato da noi se lo consideriamo<br />

soltanto come un povero falegname <strong>della</strong> Galilea,<br />

ripetendo così nella nostra epoca, a distanza<br />

di ventuno secoli, la triste cecità<br />

degli abitanti di Nazaret.<br />

siati di fronte al potere di un Mosè,<br />

che con il semplice gesto di sollevare<br />

il suo bastone ha diviso le acque del<br />

mare in due gigantesche pareti liquide,<br />

o davanti alla serena autorità di<br />

Giosuè, che non ha avuto dubbi nell’ordinare<br />

al sole stesso di fermare il<br />

suo corso. Più avanti ci impressionano<br />

la forza di Sansone, nel caricarsi<br />

sulle spalle le porte di Gaza e lo zelo<br />

ardente del profeta Elia, che fa cessare<br />

la pioggia per tre anni. La Provvidenza<br />

Divina a tutti costoro ha concesso<br />

il dominio sulla natura, questa<br />

fede che muove montagne e le fa saltare<br />

come capretti...<br />

Tali prodigi sottolineavano il potere<br />

giusto e inflessibile del Creatore<br />

e miravano, soprattutto, ad educare<br />

un’umanità macchiata dal peccato originale,<br />

sulla quale ancora non si erano<br />

riversati i benefici <strong>della</strong> Redenzione.<br />

Clara Isabel Morazzani<br />

Una nuova economia <strong>della</strong> grazia<br />

Sopraggiunta la maturità dei tempi,<br />

le manifestazioni dell’onnipotenza<br />

divina, lungi dal diminuire, hanno raggiunto<br />

un auge di profondità e splendore.<br />

Nel Nuovo Testamento,però,<br />

la grandezza si nasconde molte volte<br />

sotto i veli <strong>della</strong> comune esistenza<br />

umana, ciò è permesso da Dio per<br />

aumentare i nostri meriti e purificare<br />

ancor più la nostra fede.<br />

L’esempio paradigmatico di questa<br />

nuova economia <strong>della</strong> grazia, noi lo<br />

vediamo realizzarsi in un uomo la cui<br />

vita è trascorsa nell’umiltà e nel silenzio,<br />

ma che ha meritato di udire dalle<br />

labbra dell’Uomo-Dio il dolce nome<br />

di papà!<br />

Senza dubbio, Mosè, nell’aprire il<br />

mare in due parti, o Giosuè, nel fermare<br />

il sole, hanno segnato in modo<br />

indelebile le future generazioni: ma,


cos’è mai l’aver sottomesso gli elementi,<br />

creature inanimate, rispetto<br />

all’onore supremo di essere obbedito<br />

da Colui di cui dice il salmista: “Ma<br />

più potente delle voci di<br />

grandi acque, più potente<br />

dei flutti del mare,<br />

potente nell’alto è il Signore”<br />

(Sl 93, 4), e che<br />

più tardi fu visto da<br />

Malachia quando disse:<br />

“Per voi invece, cultori<br />

del mio nome, sorgerà<br />

il sole di giustizia<br />

con raggi benefici” (Ml<br />

3, 20)? Che cosa vale<br />

aver caricato sulle spalle<br />

le porte di Gaza, in<br />

confronto alla gloria di<br />

stringere fra le braccia<br />

Colui che ha affermato<br />

di Se stesso: “Io sono<br />

la porta delle pecore”<br />

(Gv 10, 7)? Si può<br />

fare una qualche comparazione<br />

tra il profeta<br />

che ha fatto fermare<br />

la pioggia e il patriarca<br />

le cui preghiere hanno<br />

accelerato la “pioggia<br />

del Giusto che viene dai<br />

Cieli” (Cfr. Is 45, 8)?<br />

Una delle più<br />

alte vocazioni<br />

<strong>della</strong> Storia<br />

Victor Toniolo<br />

San Giuseppe, l’uomo<br />

giusto per eccellenza,<br />

il glorioso sposo<br />

di Maria e padre putativo del Figlio<br />

di Dio, è certamente uno dei santi<br />

più venerati dalla devozione popolare.<br />

Nonostante ciò, sentiamo parlare<br />

di lui quasi soltanto come “l’artigiano<br />

di Nazaret” o come “il patrono<br />

dei lavoratori”. Questi titoli sono<br />

del tutto legittimi, ma sono lungi dal<br />

darci l’idea <strong>della</strong> vetta di santità a cui<br />

Dio ha ritenuto bene elevarlo. Egli<br />

non sarà mai debitamente conosciuto<br />

e venerato da noi se, ripetendo anche<br />

nella nostra epoca la triste cecità degli<br />

abitanti di Nazaret, lo consideria-<br />

mo soltanto come un povero falegname<br />

<strong>della</strong> Galilea.<br />

Per non renderci colpevoli di un<br />

errore che potrebbe essere qualifica-<br />

“Il Signore si è già scelto un uomo secondo il<br />

suo cuore” ( 1 Sm 13, 14).<br />

Sacra Famiglia – Liebfrauenmünster, Ingolstadt, Germania<br />

to come “calunnia agiografica”, faremo<br />

in modo di analizzare la verità relativa<br />

a quest’uomo destinato ad una<br />

delle più alte vocazioni <strong>della</strong> Storia.<br />

Dio sceglie sempre il più bello<br />

Dio Onnipotente, per il quale<br />

“niente è impossibile” (Lc 1, 37) e<br />

che tutto governa con sapienza infinita,<br />

possiede qualcosa che potremmo<br />

chiamare il suo “unico limite”: nel<br />

creare, Egli non può scegliere niente<br />

di meno bello e perfetto, o che non<br />

sia per la sua gloria. Fin dall’eternità,<br />

nel determinare l’Incarnazione del<br />

Verbo, il Padre ha voluto che – nonostante<br />

l’apparenza di povertà e umiltà<br />

attraverso cui Si sarebbe manifestato,<br />

e che avrebbero<br />

contribuito alla sua<br />

maggiore esaltazione –<br />

la venuta di suo Figlio<br />

al mondo si rivestisse<br />

<strong>della</strong> suprema bellezza<br />

conveniente a Dio.<br />

Così, dispose che Egli<br />

fosse concepito da una<br />

Vergine, concepita a<br />

sua volta senza peccato<br />

originale, unendo in Sé<br />

le gioie <strong>della</strong> maternità<br />

al fiore <strong>della</strong> verginità.<br />

Tuttavia, per completare<br />

il quadro, si rendeva<br />

necessaria la presenza<br />

di qualcuno che proiettasse<br />

nella terra la propria<br />

“ombra del Padre”.<br />

Per tale missione<br />

Dio destinò Giuseppe,<br />

al quale potremmo<br />

applicare le parole <strong>della</strong><br />

Scrittura, che si riferiscono<br />

al suo antenato<br />

Davide: “Il Signore si è<br />

già scelto un uomo secondo<br />

il suo cuore” (1º<br />

Sm 13, 14).<br />

Uomo giusto<br />

per eccellenza<br />

Tenendo conto dell’assioma<br />

latino: “nemo<br />

summus fit repente” e l’azzeccato detto<br />

di Napoleone: “l’educazione di un<br />

bambino inizia cent’anni prima che<br />

nasca”, è probabile che, tenendo conto<br />

<strong>della</strong> sua missione e del suo ruolo<br />

di educatore nei confronti del Bambino-Dio,<br />

Giuseppe sia stato santificato<br />

già nel seno materno, come lo è<br />

stato Giovanni Battista nel ventre di<br />

Santa Elisabetta. Questa tesi è difesa<br />

da diversi autori e si può sintetizzare<br />

nelle parole di San Bernardino da<br />

Siena: “Sempre quando la grazia divina<br />

sceglie qualcuno per qualche favore<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 1


speciale o per un qualche stato elevato,<br />

gli concede tutti i doni necessari alla<br />

sua missione, doni che la ornano abbondantemente”.<br />

La lode di Giuseppe, come il Vangelo<br />

ce la delinea, si racchiude in<br />

un’unica e breve frase: era giusto. Tale<br />

elogio, che a prima vista è di una<br />

laconicità sconcertante, non ha niente<br />

di mediocre. Nel linguaggio biblico,<br />

l’aggettivo “giusto” designa tutte le<br />

virtù riunite assieme. Nell’AnticoTestamento,<br />

giusto è colui a cui la Chiesa<br />

dà il nome di santo: giustizia e santità<br />

esprimono la medesima realtà.<br />

Lo stesso silenzio delle Scritture<br />

a questo riguardo ci rivela un aspetto<br />

fondamentale <strong>della</strong> sua perfezione:<br />

la contemplazione. San Giuseppe<br />

è il modello dell’anima contemplativa,<br />

più desiderosa di pensare che di<br />

agire, sebbene il suo compito di falegname<br />

lo portasse a consacrare tanto<br />

tempo al lavoro. In lui vediamo realizzarsi<br />

l’insegnamento di San Tommaso:<br />

la contemplazione è superiore<br />

all’azione, tuttavia, ancora più perfetta<br />

è la congiunzione dell’una e dell’altra<br />

in una stessa persona.<br />

Nel segare la legna, fabbricare un<br />

mobile o un aratro, Giuseppe manteneva<br />

sempre il suo spirito rivolto al<br />

soprannaturale, elevandosi all’aspetto<br />

più sublime delle cose e considerando<br />

il tutto dall’ottica di Dio. La<br />

sua condotta rifletteva la serietà e<br />

l’altissima intenzione con la quale<br />

sempre agiva, e questo contribuiva<br />

alla maggior perfezione dei lavori da<br />

lui eseguiti. La sua umile condizione<br />

di lavoratore manuale non diminuiva<br />

per nulla la sua nobiltà. Riuniva<br />

in sé, in forma mirabile, le due classi<br />

sociali: come erede legittimo del<br />

trono di Davide, conservava nel suo<br />

portamento e aspetto, la distinzione<br />

e l’eleganza proprie di un principe,<br />

unendole, tuttavia, ad una gioiosa<br />

semplicità di carattere. Per lui, più<br />

importante <strong>della</strong> nobiltà di sangue è<br />

quella che si ottiene con lo splendore<br />

<strong>della</strong> virtù; e questa, egli la possedeva<br />

in abbondanza.<br />

20 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

La Provvidenza, intanto,<br />

lo destinava ad ottenere<br />

il più alto onore<br />

che si possa attribuire<br />

ad una creatura concepita<br />

nel peccato originale<br />

e lo collocava in posizione<br />

che non aveva proporzione<br />

rispetto a tutto<br />

il resto degli uomini. Dice<br />

San Gregorio Nazianzeno:<br />

“Il Signore ha coniugato<br />

in Giuseppe, come<br />

in un sole, tutto quanto<br />

gli altri santi hanno,<br />

tutti insieme, di luce e di<br />

splendore”. Tutte le glorie<br />

si accumulano in quest’uomo<br />

incomparabile,<br />

la cui esistenza terrena<br />

trascorre entro un’elevatezza<br />

ignorata dai suoi<br />

conoscenti e compatrioti,<br />

in un silenzio e sobrietà<br />

quasi completi.<br />

Ammirevole<br />

consonanza tra due anime vergini<br />

Nell’Antico Testamento, la verginità<br />

ancora non aveva acquisito<br />

il prestigio di cui cominciò a godere<br />

nell’Era Cristiana. Anzi proprio al<br />

contrario, chi non metteva su famiglia,<br />

o fosse impossibilitato a generare<br />

figli, era considerato maledetto<br />

da Dio. “L’attesa del Messia dominava<br />

a tal punto gli spiriti, che il disprezzo<br />

del matrimonio equivaleva ad un rifiuto<br />

disonorevole di contribuire alla venuta<br />

di Colui che doveva restaurare il<br />

regno di Israele” ( 1 ). Secondo l’opinione<br />

generalizzata, Giuseppe, mosso da<br />

uno speciale suggerimento dello Spirito<br />

Santo, aveva deciso di rimanere<br />

vergine per tutta la vita. Tuttavia, non<br />

volendo distinguersi dagli altri, contrariando<br />

i costumi del suo tempo, si<br />

era rassegnato a contrarre matrimonio,<br />

convinto che il Signore, avendogli<br />

ispirato questo buon proposito, lo<br />

avrebbe aiutato a portarlo a termine.<br />

Cedendo, dunque, alle esigenze<br />

sociali, decise di chiedere la mano di<br />

Maria, che egli probabilmente già conosceva,<br />

poiché entrambi appartenevano<br />

alla medesima tribù e abitavano<br />

nello stesso villaggio. Tutto indica che<br />

a quell’epoca i genitori di Maria erano<br />

morti ed Ella viveva sotto la tutela di<br />

un qualche parente. Senza prendere<br />

in considerazione l’opinione <strong>della</strong> giovane,<br />

il suo tutore le comunicò soltanto<br />

di aver accettato la richiesta di un<br />

pretendente ad essere suo marito.<br />

È risaputo che Maria, fin dall’infanzia,<br />

aveva consacrato al Signore la sua<br />

verginità. Comunque, abituata ad obbedire,<br />

si inchinò alla decisione dei<br />

suoi parenti, convinta che questa fosse<br />

la manifesta volontà <strong>della</strong> Provvidenza.<br />

Se conservava alcun dubbio, questo<br />

deve essersi dissipato quando seppe<br />

che il prescelto era Giuseppe, il nobile<br />

discendente <strong>della</strong> stirpe di Davide, nella<br />

cui anima Ella già aveva visto, grazie<br />

al suo acuto dono del discernimento,<br />

le altissime qualità poste da Dio.<br />

Prima delle nozze, Maria sentiva<br />

il bisogno di far conoscere al suo promesso<br />

sposo il voto di verginità, sot-


to pena di nullità del matrimonio. Lo<br />

fece in forma seria e decisa, parlando<br />

con tutta la sincerità del suo innocente<br />

cuore. Giuseppe pensò che stesse<br />

ascoltando una voce del Cielo e riconobbe,<br />

emozionato, la mano <strong>della</strong><br />

Provvidenza che esaudiva le sue preghiere:<br />

È impossibile farsi un’idea del<br />

grado di concordia di queste due anime,<br />

nel rivelarsi reciprocamente i loro<br />

più intimi misteri. Da questo istante,<br />

Giuseppe cominciò ad essere il modello<br />

perfetto del devoto <strong>della</strong> Madonna.<br />

Possiamo ben immaginare che, già<br />

in questo primo incontro, la grazia lo<br />

toccò in maniera speciale, portandolo<br />

a consacrarsi come schiavo d’amore di<br />

Colei che, più che sposa, già considerava<br />

come Signora e Regina..<br />

Proporzionato a Gesù e Maria<br />

Il contratto matrimoniale avrà dovuto<br />

essere concordato tra le due famiglie.<br />

Un punto al quale si era soliti<br />

dare una scrupolosa importanza,<br />

soprattutto tra persone di nobile origine,<br />

era l’uguaglianza di condizio-<br />

Sergio Hollmann<br />

San Giuseppe è<br />

stato il protettore<br />

<strong>della</strong> verginità di<br />

Maria, sua<br />

casta sposa<br />

Nozze di Maria<br />

e Giuseppe,<br />

Opera del Beato<br />

Angelico – Museo<br />

del Prado, Madrid<br />

ni. Tanto Maria quanto<br />

Giuseppe erano <strong>della</strong> tribù<br />

di Giuda e discendenti<br />

di Davide. Più, però, di<br />

qualsiasi requisito sociale,<br />

su quel matrimonio<br />

aleggiava, fin dall’eternità,<br />

un disegno divino.<br />

Per la realizzazione <strong>della</strong><br />

volontà dell’Altissimo, lo<br />

sposo doveva essere proporzionato<br />

alla sposa, il padre al figlio, al fine di<br />

assumere con tutta la dignità l’onore<br />

di essere il padre adottivo di Dio. Un<br />

uomo solo è stato creato e preparato<br />

per questa missione, interamente all’altezza<br />

di esercitarla: San Giuseppe.<br />

Egli era ben proporzionato a Gesù<br />

Cristo e a Maria Santissima.<br />

Per farci un’idea esatta <strong>della</strong> grandezza<br />

<strong>della</strong> sua personalità, dobbiamo<br />

immaginarlo come una <strong>versione</strong> maschile<br />

<strong>della</strong> Madonna, l’uomo dotato<br />

di sapienza, forza e purezza sufficienti<br />

per governare le due creature più eccelse<br />

uscite dalle mani di Dio: l’Umanità<br />

santissima di Nostro Signore e la<br />

Regina degli angeli e degli uomini.<br />

In Israele le nozze corrispondevano<br />

giuridicamente ai matrimoni di<br />

oggi. A partire da questa cerimonia<br />

– nella quale lo sposo collocava un<br />

anello d’oro al dito <strong>della</strong> sua promessa,<br />

dicendo: “Questo è l’anello con il<br />

quale ti unisci a me davanti a Dio, secondo<br />

il rito di Mosè” – entrambi cominciavano<br />

ad appartenere in forma<br />

irrevocabile l’uno all’altro e potevano<br />

considerarsi sposi. Tuttavia, la coabitazione<br />

era in generale ritardata di<br />

un anno, per dar tempo alla sposa di<br />

completare il corredo e al marito di<br />

preparare la casa.<br />

Maria e Giuseppe, fedeli osservanti<br />

<strong>della</strong> Legge, si attennero a tutte queste<br />

formalità. Ma un segreto Divino<br />

avvolgeva il loro caso concreto, di cui<br />

certamente nessun testimone dell’avvenimento<br />

– parenti e amici – arrivò a<br />

sospettare. Lì stavano “due anime vergini<br />

che si promettevano mutua fedeltà,<br />

una fedeltà che sarebbe consistita nel<br />

mantenere entrambi la verginità” ( 2 ).<br />

Quanto più una persona<br />

soffre, più è degna d’amore<br />

In questo intervallo tra la cerimonia<br />

delle nozze e il matrimonio vero<br />

e proprio, Maria ricevette la visita<br />

dell’Arcangelo Gabriele. Il Vangelo<br />

di Matteo lo mette bene in chiaro<br />

nell’affermare: “Prima che andassero<br />

a vivere insieme si trovò incinta per<br />

opera dello Spirito Santo” (Mt 1, 18).<br />

Sarebbe superfluo dilungarci qui sui<br />

dettagli dell’Annunciazione e dell’Incarnazione<br />

del Verbo, già ben conosciuti<br />

e tante volte commentati. Un<br />

punto soltanto bisogna metter bene<br />

in chiaro: pochi giorni dopo questo<br />

avvenimento, Maria si diresse affrettatamente<br />

al piccolo villaggio sulle<br />

montagne <strong>della</strong> Giudea dove abitavano<br />

i suoi cugini, Zaccaria ed Elisabetta.<br />

Buona parte dei commentatori<br />

difende l’idea che Giuseppe abbia<br />

accompagnato la sua sposa nel viaggio<br />

di andata e, trascorsi tre mesi, andò<br />

a prenderLa. Tale opinione sembra<br />

ben fondata, poiché la gioventù<br />

di Maria e le difficoltà di un penoso<br />

percorso erano ragioni in più per<br />

muovere la sollecitudine di uno sposo<br />

fedele e zelante, come era il suo.<br />

Dopo il ritorno a Nazaret, egli non<br />

tardò a capire i primi segnali <strong>della</strong> gravidanza<br />

<strong>della</strong> sua sposa. All’inizio,<br />

stentò a crederci, credendosi vittima<br />

di un’allucinazione. Passati, però, alcuni<br />

giorni, non poté più dubitare del-<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 21


Una nobiltà<br />

più splendente<br />

del sole<br />

S<br />

i tenga conto che la nobiltà<br />

umana può essere considerata<br />

nella sua causa,<br />

nella sua essenza e nella sua azione.<br />

Considerandola nella sua<br />

causa, è la nobiltà di origine, in<br />

cui fu singolarissimo San Giuseppe,<br />

poiché ha la sua origine<br />

in una triplice dignità: corporale,<br />

spirituale e celeste. Una dignità<br />

reale, sacerdotale e profetica<br />

che è celestiale, perché predire<br />

il futuro è soltanto di Dio.<br />

Davide fu re, Abramo patriarca,<br />

Natan profeta, e i tre furono<br />

sorpassati da San Giuseppe.<br />

San Giuseppe era nobile nella<br />

sua essenza, vale a dire, nella sua<br />

stessa persona, perché troviamo<br />

in essa triplice nobiltà: egli fu giusto<br />

nella sua anima, raggiunse la<br />

dignità di sposo <strong>della</strong> Regina del<br />

Cielo ed ebbe il compito di padre<br />

nutritivo del Figlio di Dio.<br />

Anche nelle sue opere egli<br />

diede prova, al mondo intero, di<br />

una singolare nobiltà. Ricevette<br />

in casa sua il Salvatore del mondo,<br />

Lo condusse sano e salvo attraverso<br />

vari paesi, Lo servì e<br />

alimentò per molti anni col suo<br />

lavoro ed il suo sudore.<br />

Questi sono i raggi che emette<br />

la nobiltà del santissimo Giuseppe,<br />

rendendola più splendente<br />

del sole stesso.<br />

(Don Isidoro de Isolano,<br />

Summa dei doni di<br />

San Giuseppe)<br />

22 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

la palese realtà davanti ai suoi occhi.<br />

Maria portava in seno un bambino.<br />

In questo momento scoppiò, come<br />

un violento turbine, il dramma nella<br />

vita di San Giuseppe. Forse la prova<br />

più terribile che una semplice creatura<br />

umana – prescindendo dalla Santissima<br />

Vergine nel corso <strong>della</strong> Passione<br />

– abbia mai affrontato.<br />

Questa era, in realtà, la divina volontà<br />

del Bambino che Si formava<br />

nelle purissime viscere di Maria. Egli<br />

desiderava che la sua nascita avvenisse<br />

col sigillo indelebile del dolore santamente<br />

accettato, per insegnarci che<br />

quanto più una persona soffre, tanto<br />

più è degna d’amore. Il padre adottivo<br />

che aveva scelto come immagine<br />

del suo Padre Celeste, Egli lo sottometteva<br />

a una dura prova, dandogli<br />

l’opportunità di portare il suo eroismo<br />

a vertici inimmaginabili. Nel contempo,<br />

appariva con maggior splendore<br />

la verginità <strong>della</strong> Madonna.<br />

L’eroe <strong>della</strong> fede<br />

La perplessità di Giuseppe non<br />

consisteva, come avevano pensato alcuni<br />

Padri antichi, nel dubitare <strong>della</strong><br />

fedeltà <strong>della</strong> sua sposa. Tale ipotesi<br />

cozza contro la nostra devozione,<br />

poiché sbiadisce la perfezione eminente<br />

raggiunta dal santo Patriarca e,<br />

oltretutto, Dio non avrebbe permesso<br />

che l’onore verginale di Maria potesse<br />

essere ferito da un sospetto nello<br />

spirito di Giuseppe. Il testo dell’Auctor<br />

imperfecti esprime con bellissime<br />

parole l’atteggiamento da lui assunto<br />

di fronte al fatto.<br />

“O inestimabile lode di Maria! San<br />

Giuseppe credeva più nella castità <strong>della</strong><br />

sua sposa che in quello che i suoi occhi<br />

vedevano, più nella grazia che nella natura.<br />

Vedeva chiaramente che la sua sposa<br />

era madre e non poteva credere che fosse<br />

adultera; credete che era più possibile<br />

che una donna concepisse senza uomo<br />

che Maria avesse potuto peccare” ( 3 ).<br />

La sua angoscia diventava tanto<br />

più lancinante quanto più vedeva risplendere<br />

la virtù nel volto angelico di<br />

Maria. Da un lato, l’evidenza gli bal-<br />

zava agli occhi, dall’altro, considerava<br />

al di là di ogni pensiero la possibilità<br />

che quella creatura tanto innocente<br />

avesse commesso peccato. Ora,<br />

se il concepimento di Maria era opera<br />

soprannaturale, che cosa faceva lui<br />

lì? Non stava forse offendendo Dio,<br />

intromettendosi in un mistero per lui<br />

incomprensibile, il quale gli si prefigurava<br />

come assolutamente divino?<br />

Non sarebbe stato egli un intruso, che<br />

ingarbugliava i piani dell’Altissimo?<br />

Giuseppe non giudicò. Sospese il<br />

giudizio <strong>della</strong> carne davanti agli imperscrutabili<br />

disegni di Dio. Soggiogò<br />

la ragione umana alla fede incrollabile<br />

e cercò un’uscita al caso, dunque, come<br />

riassume San Tommaso. Fin dall’inizio<br />

scartò l’ipotesi di denunciar-<br />

La, come esigeva il Deuteronomio, secondo<br />

il quale una donna avrebbe dovuto<br />

subire la pena <strong>della</strong> lapidazione.<br />

Era convinto dell’innocenza di Maria<br />

e tremava davanti a quest’idea.<br />

Esisteva anche l’opzione del ripudio:<br />

la Legge di Mosè permetteva all’uomo<br />

di cacciare sua moglie, dandogli<br />

il libello di divorzio. Ma questa<br />

possibiltà lo ripugnava ugualmente,<br />

poiché avrebbe attentato contro la reputazione<br />

<strong>della</strong> Santa Vergine. In un<br />

piccolo villaggio, dove tutti gli abitanti<br />

si conoscevano, tale atteggiamento<br />

avrebbe dato margine a sospetti sul<br />

comportamento di Maria: per quale<br />

motivo il marito L’avrebbe allontanata<br />

all’improvviso? Nel futuro, la Vergine<br />

avrebbe sempre portato con sè il<br />

marchio <strong>della</strong> moglie rifiutata.<br />

La soluzione ideata da Giuseppe<br />

non si trovava nei libri <strong>della</strong> Legge,<br />

ma partì dal suo cuore: “Decise di licenziarLa<br />

in segreto” (Mt 1, 19). Agendo<br />

in questo modo, salvaguardava la<br />

fama <strong>della</strong> sua sposa, poiché Ella sarebbe<br />

stata vista come una povera giovane<br />

abbandonata dalla crudeltà di un<br />

uomo senza parola. La colpa sarebbe<br />

ricaduta interamente su di lui.<br />

In questo passo <strong>della</strong> sua vita, Giuseppe<br />

rivelò lo splendore <strong>della</strong> sua<br />

nobile anima, la sua saggezza e la sua<br />

umiltà elevate al grado eroico. Infatti,


a lui potremmo applicare queste belle<br />

parole di un autore francese: “L’eroe<br />

è un grande cuore che ignora se stesso,<br />

una grande anima che si dimentica<br />

di se stessa. (...) tutte le debolezze <strong>della</strong><br />

nostra povera natura umana sono concentrate<br />

intorno a questo egoismo<br />

che fa di ognuno di noi il centro<br />

dell’Universo. L’eroe è colui<br />

rompe questo circolo<br />

stretto dove tutte le nature,<br />

anche le più dotate,<br />

vegetano o languiscono.<br />

Questo<br />

“io” che in alcuni è<br />

re, in lui, per tutta<br />

la sua vita, rimane<br />

schiavo” ( 4 ).<br />

Si dimenticòcompletamente<br />

di se stesso, preferendoscreditarsi<br />

davanti all’opinione<br />

pubblica, piuttosto<br />

che vedere macchiato il<br />

prestigio di Maria.<br />

Oltre a ciò, rinunciava anche<br />

alla sua stessa felicità: doveva<br />

abbandonare la Madonna, il<br />

maggior tesoro <strong>della</strong> terra. Questa<br />

era una sofferenza immensa, poiché<br />

per lui la convivenza con Maria significava<br />

un vero Paradiso. Da Lei aveva<br />

imparato, nei suoi gesti più semplici,<br />

lezioni eccelse di sapienza e di bontà,<br />

nel contemplarLa, si sentiva più vicino<br />

a Dio. E si vedeva ora obbligato a<br />

sacrificare quello che più apprezzava<br />

nella sua vita! Avrebbe passato i suoi<br />

giorni lontano, venerando un mistero<br />

che non aveva inteso.<br />

Sergio Hollmann<br />

“Prendi questo glorioso Santo per maestro”<br />

S<br />

oltanto chiedo, per amor di Dio, che lo confermi<br />

chi non crede in me, e vedrà per esperienza propria<br />

com’è vantaggioso raccomandarsi ed avere<br />

devozione a questo glorioso Patriarca. Soprattutto le persone<br />

di preghiera dovrebbero essergli affezionate. Infatti<br />

non so come possano pensare alla Regina degli Angeli<br />

e al lungo tempo che passò col Bambino Gesù, senza rin-<br />

Per alcuni giorni, Giuseppe maturò<br />

la sua decisione, risoluto a metterla<br />

in pratica. Una notte, nuvolosa<br />

e senza luna, trovò l’occasione propizia,<br />

preparò i suoi poveri averi e<br />

San Giuseppe – Parrocchia dei<br />

Gesuiti - Santander, Spagna<br />

si sdraiò per riprendere le forze prima<br />

<strong>della</strong> partenza. Poco a poco, per<br />

un’azione angelica, il suo cuore afflitto<br />

si rasserenò ed egli si addormentò<br />

profondamente. Come anticamente<br />

con Abramo, il Signore aveva atteso<br />

fino all’ultimo istante per scagliare<br />

il colpo fatale. Nel mezzo <strong>della</strong> notte<br />

gli apparve un angelo, che annuncia-<br />

va: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere<br />

di prendere con te Maria, tua sposa,<br />

perché quel che è generato in lei viene<br />

dallo Spirito Santo. Essa partorirà<br />

un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli<br />

infatti salverà il suo popolo dai suoi<br />

peccati” (Mt 1, 20-21).<br />

“Chi semina nelle lacrime<br />

mieterà con giubilo”<br />

(Sl 126, 5)<br />

È impossibile misurare<br />

la gioia di Giuseppe<br />

quando si risvegliò dal<br />

sogno. Subito all’alba,<br />

corse per incontrarsi<br />

con la sua sposa.<br />

E come si sentiva<br />

ora ancor più preso<br />

dalla venerazione<br />

e tenerezza che culminavano<br />

nell’ardente desiderio<br />

di servirLa! Certamente<br />

non disse nulla a<br />

Maria, ma la gioiosa espressione<br />

del suo aspetto era più<br />

eloquente delle sue parole. In<br />

ginocchio, adorò Dio nel seno virginale<br />

di sua Madre, primo tabernacolo<br />

nel quale Si era degnato di abitare<br />

sulla terra. Un Dio che era anche<br />

suo figlio, poiché le parole dell’angelo<br />

manifestavano con chiarezza<br />

l’autorità a lui concessa sul frutto <strong>della</strong><br />

sua sposa: “un figlio a cui metterai<br />

il nome di Gesù”.<br />

Paternità nuova, unica e speciale<br />

La paternità di San Giuseppe in relazione<br />

a Cristo è stata un tema molto<br />

discusso dagli autori. Le qualifiche<br />

graziare San Giuseppe per tutto il bene che ha fatto loro.<br />

Chi non trova un maestro che gli dia orientamento nella<br />

preghiera, prenda questo glorioso Santo per maestro, e<br />

non sbaglierà strada.<br />

(Santa Teresa di Gesù,<br />

Libro <strong>della</strong> Vita)<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 23


Gustavo Kralj<br />

La vita di San Giuseppe è stata una continua contemplazione di Gesù<br />

Statua dell’Oratorio di San Giuseppe, Montreal, Canada<br />

si moltiplicano: padre legale, padre<br />

putativo, padre nutritivo, padre adottivo,<br />

padre verginale... ognuna di loro<br />

definisce aspetti di quest’uomo eccezionale.<br />

Don Bonifacio Llamera OP<br />

sembra esser arrivato ad una conclusione<br />

soddisfacente:<br />

“La paternità di San Giuseppe in relazione<br />

a Gesù è certamente distinta da<br />

qualsiasi altra paternità naturale, sia fisica<br />

o adottiva. È vera paternità, ma<br />

molto singolare. E’ una paternità nuova,<br />

unica e speciale, perché non procede<br />

dalla generazione secondo la natura,<br />

2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

ma è fondata su un vincolo morale interamente<br />

reale. Questa paternità singolare<br />

è tanto reale, quanto è vero il vincolo<br />

matrimoniale tra Maria e Giuseppe. (...)<br />

Questa paternità di San Giuseppe,<br />

tanto mirabile quanto difficile da<br />

definirsi in una parola, è confermata<br />

e chiarita dai Santi Padri e autori di<br />

opere sul Santo Patriarca, i quali hanno<br />

concentrato in tre vincoli principali<br />

la sottile realtà che unisce San Giuseppe<br />

a Gesù: il diritto, che è coniugale; la<br />

verginità e l’«autorità che adornano il<br />

mistero di San Giuseppe” ( 5 ).<br />

Nell’enciclica Quamquam pluries,<br />

il Papa Leone XIII ha affermato: “È<br />

vero che la dignità <strong>della</strong> Madre di Dio è<br />

tanto alta che niente la può oltrepassare.<br />

Tuttavia, come esiste tra la Vergine e San<br />

Giuseppe un laccio coniugale, non c’è<br />

il minimo dubbio che egli si è avvicinato<br />

più di ogni altro a questa dignità sovreminente<br />

che colloca la Madre di Dio<br />

molto al di sopra di tutte le creature.”<br />

Una creatura che dà<br />

consigli al Creatore...<br />

Quante volte San Giuseppe ha<br />

avuto tra le braccia il Divino Infante?<br />

Il giorno intero nella convivenza col<br />

Bambino Gesù, osservandoLo pregare,<br />

parlare, fare tutti gli atti <strong>della</strong> sua<br />

vita comune...In questa contemplazione<br />

costante, per la quale egli aveva<br />

un’anima meravigliosamente adatta,<br />

riceveva grazie straordinarie e si<br />

lasciava mo<strong>della</strong>re. A volte, il Bambino<br />

si fermava davanti a lui e diceva:<br />

“Vi chiedo un consiglio: come la devo<br />

fare questa cosa?” e San Giuseppe si<br />

commuoveva, considerando che chi<br />

stava chiedendogli un consiglio era lo<br />

stesso Figlio di Dio!<br />

A quest’uomo la Provvidenza concesse<br />

labbra sufficientemente pure<br />

e un’umiltà molto grande per fare<br />

questa cosa formidabile: rispondere<br />

a Dio. Alla creatura plasmata dalle<br />

mani del Creatore egli dava consigli!<br />

Era stato lui il predestinato ad esercitare<br />

una vera autorità sulla Madonna<br />

e il Bambino Gesù, il privilegiato<br />

che aveva raggiunto un’altissima intimità<br />

con Gesù e Maria, il beato a cui<br />

era stata concessa la grazia di morire<br />

tra le braccia di Dio, suo Figlio, e <strong>della</strong><br />

Madre di Dio, sua Sposa!<br />

“Il vincitore lo farò sedere presso<br />

di me, sul mio trono” (Ap 3, 21)<br />

“Quello dunque che Dio ha congiunto,<br />

l’uomo non lo separi” (Mt 19,<br />

6). Se, nel corso <strong>della</strong> sua esistenza<br />

terrena, Giuseppe è stato l’inseparabile<br />

compagno <strong>della</strong> Vergine Maria,<br />

condividendo i suoi dolori e le<br />

sue gioie, è inconcepibile che nel-


l’eternità questa convivenza non abbia<br />

attinto la sua pienezza. Ora, perchè<br />

la convivenza sia perfetta, è necessario<br />

essere uniti e guardarsi. Per<br />

questa ragione, una nutrita corrente<br />

di teologi difende la tesi che “senza<br />

l’assunzione gloriosa di Giuseppe in<br />

corpo e anima, la Sacra Famiglia ricostituita<br />

in Cielo avrebbe avuto una nota<br />

discordante nella sua esaltazione e<br />

gloria” ( 6 ).<br />

A questo riguardo, San Francesco<br />

di Sales afferma:<br />

Litanie di San Giuseppe<br />

La devozione a San Giuseppe, casto Sposo <strong>della</strong><br />

Santissima Vergine, è stata particolarmente<br />

raccomandata dagli ultimi Papi, fra i quali si distacca<br />

S.S. Giovanni Paolo II, di felice memoria, il quale<br />

lo ha proposto come modello per le famiglie cristiane<br />

(Redemptoris Custos), seguendo la scia di uno dei suoi<br />

predecessori, il Papa Leone XIII: “I padri di famiglia<br />

trovino in Giuseppe la migliore personificazione <strong>della</strong><br />

Signore, abbi pietà di noi.<br />

Gesù Cristo, abbi<br />

pietà di noi.<br />

R/. Signore, abbi pietà di noi.<br />

Gesù Cristo, ascoltaci.<br />

R/. Gesù Cristo, esaudiscici.<br />

Dio, Padre celeste,<br />

abbi pietà di noi<br />

Dio, Figlio Redentore del mondo,<br />

Dio Spirito Santo,<br />

Santissima Trinità, unico Dio,<br />

Santa Maria<br />

prega per noi<br />

S. Giuseppe<br />

Inclito figlio di Davide<br />

Luce dei Patriarchi<br />

Sposo <strong>della</strong> Madre di Dio<br />

Custode purissimo <strong>della</strong> Vergine<br />

“Se è vero quello che dobbiamo<br />

credere, che cioè, in virtù del Santissimo<br />

Sacramento che riceviamo, i nostri<br />

corpi devono risuscitare nel giorno<br />

del Giudizio Finale, come possiamo<br />

dubitare che Nostro Signore abbia<br />

fatto salire al Cielo, in corpo e anima,<br />

il glorioso San Giuseppe, lui che<br />

ha avuto l’onore e la grazia di tenerLo<br />

tante volte tra le sue braccia benedette?<br />

Non rimane alcun dubbio, dunque,<br />

che San Giuseppe è in Cielo in<br />

corpo e anima”<br />

Tu che nutristi il Figlio di Dio<br />

Solerte difensore di Cristo<br />

Capo <strong>della</strong> Sacra Famiglia<br />

O Giuseppe giustissimo<br />

O Giuseppe castissimo<br />

O Giuseppe prudentissimo<br />

O Giuseppe obbedientissimo<br />

O Giuseppe fedelissimo<br />

Specchio di pazienza<br />

Amante <strong>della</strong> povertà<br />

Esempio agli operai<br />

Decoro <strong>della</strong> vita domestica<br />

Custode dei vergini<br />

Sostegno delle famiglie<br />

Conforto dei sofferenti<br />

Speranza degli infermi<br />

Patrono dei moribondi<br />

Terrore dei demoni<br />

Protettore <strong>della</strong> S. Chiesa<br />

Agnello di Dio, che togli i peccati<br />

del mondo,<br />

.<br />

1 ) Michel Gasnier, José, o silencioso,<br />

Quadrante, São Paulo, 1995, pag.<br />

42.<br />

2 ) Michel Gasnier, op. cit., pag. 49<br />

3 ) Federico Suarez, José, esposo de Maria,<br />

Ed. Prumo, Lisboa, 1986, pag.<br />

45.<br />

4 ) Guy de Robien, L’ideal français dans<br />

un coeur breton, Plon, 1917<br />

5 ) Teología de San José, BAC, Madrid,<br />

1953, pp. 53ss<br />

6 ) Michel Gasnier, op. cit., pag. 152.<br />

sollecitudine paterna e <strong>della</strong> vigilanza; gli sposi, un perfetto<br />

esempio d’amore, di pace, di fedeltà coniugale; le<br />

vergini, a loro volta, in lui trovino il modello e il protettore<br />

dell’integrità verginale” (Quanquam pluries).<br />

La Litania di San Giuseppe, nel mettere in risalto<br />

le sue virtù eccelse, ci incita più facilmente a imitarlo,<br />

nello stesso tempo in cui imploriamo la sua potente<br />

intercessione.<br />

R/. perdonaci, o Signore<br />

Agnello di Dio, che togli i peccati<br />

del mondo,<br />

R/. esaudiscici, o Signore<br />

Agnello di Dio, che togli i peccati<br />

del mondo,<br />

R/. abbi pietà di noi.<br />

V/. Egli fu costituito capo <strong>della</strong> sua<br />

casa.<br />

R/. e fu fatto principe sopra i suoi<br />

beni.<br />

Preghiamo. O Dio, che nella tua<br />

ineffabile provvidenza, Ti degnasti<br />

di scegliere San Giuseppe per essere<br />

lo Sposo <strong>della</strong> tua Santissima<br />

Madre, fa’ ti preghiamo, che venerandolo<br />

come protettore qui in terra,<br />

meritiamo di averlo per intercessore<br />

nel cielo! Tu che vivi e regni<br />

nei secoli. Amen<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 2


Un giorno di missione co<br />

Gioia ed emozione nel ricevere la visita<br />

di Maria, a Corumbatai (Brasile)<br />

Accoglienza festosa alla Scuola Materna<br />

Municipale a Borda da Mata (Brasile)<br />

2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

“S<br />

piegatemi chi siete...” – è la richiesta<br />

frequente fatta agli Araldi,<br />

durante le visite alle famiglie,<br />

con la Statua Pellegrina dell’Immacolato<br />

Cuore di Maria.<br />

– Araldo vuol dire messaggero. Noi siamo<br />

messaggeri del Vangelo.<br />

La spiegazione continua con l’esposizione<br />

dettagliata delle finalità dell’Istituzione,<br />

il regime di vita, diviso tra la preghiera<br />

e l’evangelizzazione, il significato<br />

dell’abito ecc. Durante la conversazione,<br />

si presenta l’occasione buona per l’invito<br />

alla Messa Solenne che sarà celebrata<br />

quel giorno, nella chiesa parrocchiale o<br />

nella comunità, con il contributo del Coro<br />

degli Araldi che parteciperà alla Liturgia.<br />

Cosí, casa dopo casa, i giovani Araldi invitano<br />

le famiglie ad andare in chiesa, facendo<br />

echeggiare nelle anime una campana<br />

che, per alcuni, era muta da molto tempo.<br />

La fisionomia materna <strong>della</strong> statua – in<br />

realtà è Maria Santissima che tocca il fon-<br />

Tra una faccenda quotidiana e l’altra, la luce di Maria<br />

consola i cuori, a Santa Barbara do Oeste (Brasile)<br />

araLdi ne


L mondo<br />

n gli Araldi<br />

do dei cuori con la grazia divina – e la prospettiva<br />

di partecipare ad una celebrazione<br />

particolarmente bella, fanno diventare<br />

l’invito quasi irresistibile.<br />

Alla fine <strong>della</strong> giornata, si nota in città<br />

un movimento insolito, in direzione<br />

<strong>della</strong> chiesa. Quando suonano le trombe<br />

per il corteo d’entrata <strong>della</strong> Messa, il<br />

luogo è affollato. Gli accordi risuonano,<br />

la grazia commuove le fibre più profonde<br />

dell’anima e l’emozione fa sgorgare<br />

da molti occhi lacrime di gioia – o pentimento<br />

– e all’interno dei cuori Dio dirige<br />

una sinfonia che le orecchie non sentono,<br />

ma che si manifesta nei frutti <strong>della</strong><br />

con<strong>versione</strong>. Buona parte dei presenti<br />

non sono frequentatori abituali <strong>della</strong><br />

parrocchia...<br />

Numerose sono le testimonianze di<br />

persone che da decenni non ricevevano i<br />

sacramenti e, con la visita <strong>della</strong> Statua Pellegrina,<br />

non hanno resistito all’invito <strong>della</strong><br />

grazia e si sono riconciliate con Dio.²<br />

Di comune accordo con i parroci, i fedeli sono invitati<br />

a fare un’ora di adorazione eucaristica con gli<br />

Araldi (nella foto, Borda da Mata – Brasile)<br />

Per dar continuità all’azione evangelizzatrice, si formano<br />

gruppi di famiglie che riceveranno nelle loro case una<br />

volta al mese l’Icona del Cuore Immacolato di Maria<br />

(nella foto Ouro Fino – Brasile)<br />

Nell’anniversario dell’edificazione <strong>della</strong> Basilica <strong>della</strong> Madonna del Carmelo, a Borda da Mata (Brasile), i fedeli<br />

si salutano vicino alla statua <strong>della</strong> Vergine di Fatima (a sinistra) ed applaudono dopo l’incoronazione (a destra).<br />

Mons. Ricardo Pedro Filho Opraem, Arcivescovo di Pouso Alegre, ha presieduto la Celebrazione eucaristica.<br />

A chiusura <strong>della</strong> missione, Don Edson dos Santos, Rettore <strong>della</strong> Basilica, ha benedetto 23 Icone.<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 27


3<br />

2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

Un giorno con Maria<br />

Nelle ampie installazioni del Collegio Araldi<br />

del Vangelo Internazionale si sono riunite<br />

il 28 gennaio le famiglie dell’Apostolato<br />

dell’Icona e dei Messaggeri di Fatima, per un giorno<br />

di preghiere e studi sotto lo sguardo materno di Maria.<br />

La giornata si è conclusa con la Messa celebrata<br />

da Padre João Scognamiglio Clá Dias.<br />

Quasi 3mila fedeli hanno applaudito l’Oratorio di<br />

Natale, presentato dal Coro e Orchestra Internazionale<br />

degli Araldi (foto1), e la cerimonia di incoronazione<br />

<strong>della</strong> statua del Cuore Immacolato di Maria<br />

(foto3).<br />

A lato del Collegio, sono finalmente iniziate le<br />

opere di costruzione del Centro Mariano (foto 2), grazie<br />

agli sforzi e alla generosità di numerosi donatori.<br />

Campagna Misericordia<br />

Padre Caio Newton Fonseca (a sinistra) consegna<br />

a Don Lauro Firmino (al centro) il contributo di R$<br />

39.317,00 (15.122 euro) <strong>della</strong> campagna Misericordia<br />

per la Parrocchia <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Concezione,<br />

a Lagoinha (Brasile). A destra, Mons. Benedito Beni<br />

dos Santos, Vescovo di Lorena (Brasile).<br />

2<br />

1<br />

Per la costruzione del Centro Pastorale <strong>della</strong><br />

Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, di Joinville<br />

(Brasile), è stata fatta una donazione di R$ 20.850,00<br />

(8.019 euro) consegnata da Padre Luis Henrique<br />

Alves (a sinistra) a Don Ademir Bauler (al centro).


Guatemala – Portando conforto e solidarietà agli<br />

anziani <strong>della</strong> Casa di Riposo San Domenico<br />

Ecuador – Percorrendo le stanze dei malati<br />

dell’Ospedale del Niño, a Guataquil.<br />

<strong>It</strong>alia – La statua del Cuore Immacolato di Maria con i<br />

bambini <strong>della</strong> catechesi <strong>della</strong> parrocchia di San Nicola,<br />

a Capelle dei Marsi, e il suo parroccho P. Mariano<br />

Legeren, degli Araldi del Vangelo.<br />

India – Cresce il numero di vocazioni. Nella foto, gli<br />

aspiranti di Banglore.<br />

Brasile – Visita di Mons. Paulo Lopes de Farias,<br />

Arcivescovo di Diamantina (Minas Gerais, Brasile),<br />

al seminario degli Araldi.<br />

<strong>It</strong>alia – Udienza del Cardinale Angelo Scola,<br />

Patriarca di Venezia, al Diac. José Francisco<br />

Hernández Medina, Araldo.<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 2


Un dono dolce e soave:<br />

Alcuni personaggi sono<br />

difficili da dimenticare.<br />

Uno di<br />

questi era un anziano<br />

sacerdote, che sicuramente<br />

aveva già passato gli ottant’anni.<br />

Un uomo proprio interessante,<br />

che non cercava in nessun mo-<br />

Gustavo Kralj<br />

30 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

l’amicizia cristiana<br />

Un amico vero è come un tesoro, dice la<br />

Scrittura. Quando lo troviamo, dobbiamo saperlo<br />

custodire con cura.<br />

do di nascondere l’età; al contrario,<br />

andava fiero delle decadi vissute come<br />

un guerriero, delle battaglie vinte.<br />

Magro e un po’ curvo, si muoveva<br />

con una certa difficoltà. Possedeva<br />

però, una straordinaria vivacità e<br />

gioia d’animo, e questo molte volte<br />

sorprendeva i giovani con cui aveva a<br />

Carlo Toniolo<br />

che fare, poiché l’idea <strong>della</strong> vecchiaia<br />

è frequentemente associata a quella<br />

<strong>della</strong> decrepitezza e tristezza.<br />

Quattro cose buone<br />

quando si invecchia<br />

Gli anni rendono raffinati i buoni vini e consolidano le vere amicizie<br />

Un giorno una persona lo elogiò<br />

per il fatto di avere buona disposizio-


ne, malgrado l’età. Con un lieve sorriso<br />

sulle labbra, egli replicò:<br />

— Non si illuda, figlio mio! Le cose<br />

buone sono quelle nuove, quelle<br />

vecchie non servono a niente...<br />

L’intonazione <strong>della</strong> voce e un certo<br />

luccichio birichino nello sguardo del<br />

vispo anziano, davano ad intendere<br />

che egli non formulasse un principio,<br />

ma preparasse qualche battuta di spirito.<br />

Infatti, subito continuò:<br />

— Nel piccolo villaggio dove sono<br />

nato, le persone erano solite dire che<br />

quattro cose sono buone quando sono<br />

vecchie: il vino vecchio da bere, il<br />

legno vecchio da bruciare, i libri vecchi<br />

da leggere e le amicizie vecchie su<br />

cui contare.<br />

Il sacerdote sorrise soddisfatto, mentre<br />

alcune persone vicine si guardavano<br />

a vicenda, annuendo con la testa in segno<br />

di approvazione. Quanto al vino, al<br />

legno e ai libri, non c’è molto da discutere.<br />

Ma in cosa consiste esattamente il<br />

valore di un’amicizia, soprattutto intesa<br />

sotto il prisma cristiano?<br />

Tre gradi di egoismo<br />

Osservando la natura, vediamo che<br />

ci sono animali gregari, i quali hanno<br />

come peculiarità il vivere in gruppo. Per<br />

esempio, le laboriose api nei loro alveari<br />

e le tranquille pecorelle formano piccole<br />

“società” semplici e armoniose.<br />

Gli uomini, però, trasferiscono alle<br />

proprie relazioni sociali le qualità<br />

e i difetti inerenti alla loro complessa<br />

natura.<br />

Purtroppo, abbiamo dentro di noi<br />

varie tendenze cattive. Una di queste,<br />

oltremodo dura, è il fatto che l’uomo<br />

sia per natura egoista, vale a dire,<br />

portato a cercare in primo luogo<br />

il proprio interesse; in un grado maggiore<br />

a preoccuparsi soltanto del suo<br />

interesse; e nei casi estremi, a vedere<br />

in qualunque altro interesse un nemico<br />

potenziale...<br />

L’amicizia supera la<br />

barriera dell’egoismo<br />

Stabilita così questa barriera dell’egoismo<br />

tra gli uomini, con molta<br />

L’autentica amicizia oltrepassa le barriere dell’egoismo<br />

ragione riconosciamo il merito e il valore<br />

di chi si sforza di oltrepassarla.<br />

Prendiamo, per esempio, due uomini<br />

che si vedono con frequenza e cominciano<br />

a salutarsi. A partire da questo<br />

momento, uno comincerà a riferirsi<br />

all’altro come ad un “conoscente”.<br />

Ormai non sono più degli estranei. Se<br />

uno comincia a partecipare con assiduità<br />

a qualche attività dell’altro, o di<br />

lavoro, o di divertimento, diventa un<br />

“compagno” o “collega”.<br />

Prima che arrivi ad essere di fatto<br />

un “amico”, avrà bisogno di salire molti<br />

gradini nel duro compito di scalare<br />

e superare il suddetto muro dell’egoismo.<br />

Quanti saranno disposti a farlo?<br />

Alcuni precetti <strong>della</strong><br />

buona amicizia<br />

Perché due persone possano considerarsi<br />

“amiche” ci sono alcune<br />

condizioni da osservare. Molte volte<br />

è necessario rinunciare alla propria<br />

volontà.<br />

— Usciamo.<br />

— Preferisco rimanere.<br />

— Va bene...resterò qui con te.<br />

Se uno non è disposto a fare questo,<br />

non è un amico.<br />

Vogliamo parlare? È necessario<br />

saper tacere, saper ascoltare, presta-<br />

re attenzione ad un tema poco interessante.<br />

È necessario presentare le<br />

cose che piacciono senza far violenza<br />

all’interesse dell’altro né monopolizzare<br />

la conversazione.<br />

Saper giungere all’ora esatta ed<br />

andarsene al momento opportuno.<br />

Essere sempre presenti, ma restare<br />

assenti quando questo è necessario.<br />

Presentarci come utili e solleciti, ma<br />

non insinuarsi come indispensabili.<br />

Essere capaci di attirare l’attenzione<br />

e lasciarla libera senza problemi.<br />

L’altro ha difetti? Bisogna saperli<br />

sopportare, se è necessario, indicarli<br />

con tatto, stendendo nel contempo<br />

la mano in aiuto per correggerli. Soprattutto,<br />

avere sempre presente che<br />

anche noi siamo portatori di pecche<br />

che devono essere emendate.<br />

Il fondamento naturale<br />

dell’amicizia: la reciprocità<br />

Ci saranno sicuramente divergenze,<br />

forse anche dispute. Una vera<br />

amicizia possiede umiltà per chiedere<br />

e dare perdono, ha in sé la forza<br />

per curare le ferite e deve, dopo una<br />

scossa, diventare più forte di prima.<br />

Il suo fondamento naturale è la reciprocità.<br />

Chi spera di ricevere, deve<br />

essere disposto a dare. Senza questo,<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 31<br />

Frank Seifert / Getty Images


non è abbastanza sincero.<br />

Esiste, poi, un grado superiore<br />

di amicizia che denota<br />

nobiltà d’animo, vale a dire<br />

quando in una relazione si<br />

è più disposti a dare che a<br />

ricevere.<br />

L’amore del prossimo,<br />

l’essenza dell’amicizia<br />

cristiana<br />

Fin qui, abbiamo considerato<br />

l’amicizia sotto l’aspetto<br />

meramente naturale. Anche<br />

così però, leggendo questi<br />

punti presi a casaccio, si<br />

capisce subito come sia raro<br />

e, pertanto, prezioso incontrare<br />

persone che rientrino<br />

in questi requisiti. Già<br />

gli antichi greci lo hanno riconosciuto<br />

e hanno valorizzato<br />

molto l’uomo integro<br />

che si comporta come<br />

un vero amico, considerando<br />

quanto sia difficile incontrarne<br />

uno. Aristotele<br />

giunge ad affermare: “Avere<br />

molti amici equivale a non<br />

averne nessuno”.<br />

Ancora un passo dunque,<br />

deve essere fatto, in questa ripida strada<br />

delle relazioni umane, e sarà compiuto<br />

dal Cristianesimo. All’amicizia<br />

naturale, già tanto difficile da essere<br />

praticata, Nostro Signore Gesù Cristo<br />

aggiunge altre esigenze, chiamando gli<br />

uomini alla maggiore perfezione. Innanzi<br />

tutto, ci chiede di amare gli altri<br />

come noi stessi; poi di amare persino<br />

chi ci maltratta e, infine, colloca Se<br />

stesso – Uomo-Dio – come modello<br />

dell’amore cui tutti gli uomini devono<br />

avere tra loro: “Amatevi gli uni gli altri,<br />

come Io vi ho amato” (Gv 15, 12).<br />

Non si può concepire un modello<br />

d’amicizia più alto e perfetto di questo<br />

al quale ci invita il Salvatore. Egli<br />

oltrepassa di gran lunga le migliori<br />

aspettative degli antichi classici, poiché<br />

va contro i più radicati costumi e<br />

difetti umani. Egli sembra essere al di<br />

là <strong>della</strong> limitata portata <strong>della</strong> nostra<br />

32 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

François Boulay<br />

ne: “Quanto più altruista è<br />

l’uomo, tanto più egli è soggiogato<br />

dagli egoisti”. Un<br />

melanconico invito a creare<br />

relazioni umane tanto<br />

fredde quanto impietose.<br />

Una società costruita a<br />

partire da principi come<br />

questo, diverrebbe un raggruppamento<br />

umano privo<br />

di affetto, dove non troverebbe<br />

posto l’amicizia, ma<br />

solo l’egoismo. Gli uomini<br />

si conoscerebbero, ma non<br />

sarebbero amici. Vivrebbero<br />

insieme, ma non come<br />

compagni. Abiterebbero<br />

lo stesso territorio e, nel<br />

contempo, non sarebbero<br />

niente di più che estranei.<br />

Il Divino Amico<br />

Così, aveva ragione<br />

l’esperto sacerdote menzionato<br />

all’inizio di queste righe<br />

nell’attribuire tanto valore<br />

all’amicizia, soprattut-<br />

Il fondamento dell’amicizia cristiana è l’amore<br />

verso il prossimo, insegnato da Gesù<br />

Gesù e i piccoli,<br />

Chiesa di San Patrizio – New Orleans, USA<br />

to a quelle antiche, ratificate<br />

dagli anni. Un vero amico<br />

è un dono prezioso, conquistato<br />

in un’ardua battaglia<br />

povera natura. È proprio vero! Tanta contro l’egoismo umano, nemico sem-<br />

generosità e abnegazione sono possipre latente nei nostri cuori. Allo stesso<br />

bili soltanto con un aiuto celeste: la modo in cui il passare del tempo raffi-<br />

grazia, questo dono offerto da Dio na i sapori del buon vino, lo scorrere<br />

per elevare l’uomo fino alla sua divi- degli anni ci permette di separare adena<br />

statura.<br />

guatamente le vere amicizie da quelle<br />

L’amicizia cristiana è, dunque, un che sono false e interessate.<br />

dono soprannaturale, un dolce e soa- E l’amicizia cristiana?<br />

ve frutto dell’amore al prossimo, su- Senza dubbio, possiamo riconoblime<br />

ideale indicato dal Salvatore scere in essa uno dei doni più dol-<br />

nel Vangelo.<br />

ci e soavi offerti dall’infinita bontà di<br />

Quando l’amicizia è sostituita<br />

dal mero interesse<br />

Nostro Signore Gesù Cristo alla povera<br />

umanità. Ma quest’amicizia sarà<br />

autentica solo se avrà in un solido<br />

Ecco a quante sofferenze si espon- amore verso Dio, la principale ragiogono<br />

le tristi società che bandiscono ne <strong>della</strong> sua esistenza. Allora sì, sarà<br />

dal loro seno la carità cristiana, que- un poderoso sostegno e lenitivo nelle<br />

sto fattore ineguagliabile di armo- amarezze di questa vita e continuenia.<br />

Una dimostrazione di ciò, la legrà per l’eternità, dove godremo <strong>della</strong><br />

giamo nella pessimistica penna di un suprema amicizia di Colui che, oltre<br />

noto scrittore tedesco, infelicemen- ad essere Padre, è il Divino Amico di<br />

te influenzato da idee poco cristia- tutti gli uomini.²


La tomba di San Paolo<br />

Dai tempi più antichi<br />

fino al XIX secolo,<br />

considerate le necessità<br />

difensive dell’epoca,<br />

le città europee<br />

erano circondate da mura all’interno<br />

delle quali erano racchiusi i pa-<br />

David Domingues<br />

La localizzazione <strong>della</strong> tomba dell’Apostolo, nella Basilica<br />

di San Paolo Fuori le Mura, non è mai stata contestata in 20<br />

secoli di storia <strong>della</strong> Chiesa. I recenti lavori di archeologia<br />

hanno confermato una solida tradizione romana.<br />

lazzi, i templi, gli edifici pubblici e le<br />

abitazioni private, garantendo protezione<br />

e sicurezza tanto ai cittadini<br />

quanto ai loro beni materiali.<br />

Fuori del perimetro urbano si<br />

estendevano i campi che, a seconda<br />

<strong>della</strong> situazione, erano coltivati o<br />

Vittorio Toniolo<br />

semplicemente abbandonati. Al primo<br />

segnale di pericolo, i pochi abitanti<br />

lì residenti correvano a rifugiarsi<br />

nella città fortificata..<br />

Anche Roma ha ricevuto dai suoi<br />

fondatori – i fratelli Romolo e Remo,<br />

secondo la leggenda – delle mura per<br />

L’odierna Basilica di San Paolo Fuori le Mura evoca lo splendore dell’edificio originale, iniziato da Costantino<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 33


La Basilica<br />

originale descritta<br />

da un poeta<br />

Il poeta Prudenzio ha visto<br />

la Basilica di San Paolo<br />

Fuori le Mura una volta<br />

conclusasi la sua costruzione,<br />

al tempo dell’Imperatore Onorio<br />

(395-423), e così l’ha descritta:<br />

“Un principe magnanimo ha consacrato<br />

il tempio e lo ha coperto di<br />

sontuose decorazioni. Ha fatto ri-<br />

3 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

vestire di lamine d’oro le travi, affinché<br />

la luce del suo interno fosse<br />

dorata come la luce dell’aurora.<br />

Per sostenere il tetto, ha messo delle<br />

colonne di marmo di Paro, disposte<br />

in quattro file. Sopra il grande<br />

arco ha disteso mosaici magnifici,<br />

di vari colori, come i prati in fiore<br />

in primavera”.<br />

Cristo Benedicente – Mosaico del sec. XIII<br />

Basilica di San Paolo Fuori le Mura, Roma<br />

David Domingues<br />

la sua difesa. Con il passare degli anni<br />

e con la crescita dell’urbe, ne sono<br />

state costruite altre. Al tempo dell’Imperatore<br />

Aureliano (270-275) tali<br />

mura, di 6 metri di altezza e 3,5 di<br />

spessore, si estendevano per 20 chilometri.<br />

La basilica costruita<br />

da Costantino<br />

Nel IV secolo, tuttavia, Costantino<br />

decise di costruire una basilica sopra<br />

un cimitero localizzato vicino alla<br />

Via Ostiense, la strada che conduceva<br />

al porto di Ostia. Che cosa voleva<br />

l’Imperatore, nel far costruire questa<br />

chiesa fuori dal recinto di mura – extra<br />

muros, in latino – alla mercé dei<br />

nemici, in mezzo ai prati dove pascolavano<br />

le greggi?<br />

Onorare la tomba di San Paolo,<br />

l’Apostolo dei Gentili, che si trovava<br />

in quel punto esatto.<br />

Venti Secoli di presenza<br />

incontestata<br />

La Basilica di San Paolo Fuori le<br />

Mura ha dovuto far fronte a diversi<br />

cataclismi. Nonostante tutto, le forze<br />

<strong>della</strong> natura non sono mai state sufficienti<br />

a far cadere l’edificio, o a farlo<br />

abbandonare, né tanto meno hanno<br />

diminuito l’afflusso dei pellegrini.<br />

Diversamente da altri luoghi santi<br />

di Roma, la presenza delle spoglie<br />

dell’Apostolo nella Basilica non sono<br />

mai state contestate. Non c’è mai stata<br />

la necessità di fare una verifica per<br />

calmare gli animi o confutare gli “spiriti<br />

forti”.<br />

Il più recente studio archeologico<br />

Alcuni mesi fa, approfittando dei<br />

lavori di restauro in corso in questo<br />

tempio, il Cardinale Arciprete, Andrea<br />

Cordero di Montezemolo, ha<br />

suggerito agli archeologi del Vaticano<br />

di fare qualche studio sulla tomba<br />

di San Paolo, che si trova sotto l’altare<br />

<strong>della</strong> confessione.<br />

Come succede nelle chiese così<br />

antiche, l’accesso alla tomba era<br />

chiuso, data la necessità di rimuo-


Fabio Kobyashi<br />

vere alcuni elementi dei sotterranei<br />

<strong>della</strong> Basilica. È stata<br />

praticata, a questo scopo,<br />

un’apertura di 70 cm, che<br />

ha messo in comunicazione<br />

col sepolcro; dopo circa<br />

16 secoli, era la prima volta<br />

che vedeva nuovamente<br />

la luce. Sopra il sarcofago,<br />

gli archeologi hanno potuto<br />

riconoscere chiaramente<br />

l’iscrizione: “Paolo Apostolo<br />

Mart.” (Paolo Apostolo e<br />

Martire)<br />

In dichiarazioni alla stampa,<br />

il Cardinale Montezemolo<br />

evidenzia che non ci possono<br />

essere dubbi quanto alla<br />

veridicità delle conclusioni<br />

di questi lavori archeologici:<br />

Fabio Kobayashi<br />

“La tomba di San Paolo<br />

non è mai stata toccata.<br />

L’iscrizione dà sicurezza<br />

quanto al fatto che quella<br />

è la tomba. Esiste un’assoluta<br />

concordanza, da venti secoli, sul fatto<br />

che la sepoltura di San Paolo è lì. Si<br />

poteva vedere o no, in tempi preceden-<br />

Un’imponente statua di San Paolo domina<br />

l’atrio di fronte alla Basilica<br />

ti, poiché era stata coperta da diverse<br />

cose, ma il fatto che la sepoltura è li ed<br />

è quella, io direi che nessuno, oggi, può<br />

Misure <strong>della</strong> tomba<br />

A<br />

Particolare dell’altare sotto il quale si trova la tomba di San Paolo<br />

metterlo in dubbio. Che cosa<br />

faremo nel futuro? Stiamo<br />

studiando l’eventuale possibilità<br />

di procedere anche a una<br />

esplorazione interna. Consulteremo<br />

il Papa perché dia<br />

l’autorizzazione, e vedremo il<br />

da fare.”<br />

* * *<br />

Dalla sua sepoltura,<br />

l’Apostolo dei Gentili continua<br />

a esercitare un’irresistibile<br />

attrazione e a proclamare,<br />

con la semplice presenza<br />

delle sue sacre spoglie, la veracità<br />

<strong>della</strong> Chiesa.<br />

E lì i suoi resti mortali<br />

hanno il meritato riposo,<br />

mentre la sua anima gode<br />

<strong>della</strong> gloria celeste, come<br />

egli stesso ha affermato:<br />

“Ho combattuto la buona<br />

battaglia, ho terminato la mia<br />

corsa, ho conservato la fede.<br />

Ora mi resta solo la corona di<br />

giustizia che il Signore, giusto giudice,<br />

mi consegnerà in quel giorno” (2Tim<br />

4,7-8). ²<br />

lcuni dati tecnici sulla<br />

tomba di San Paolo,<br />

offerti dall’archeologo<br />

del Vaticano Giorgio Filippi:<br />

“Il sarcofago ha una lunghezza<br />

di 2,55m, una larghezza<br />

di 1,25 e 0,97 di altezza. È appoggiato<br />

sopra un livello di pavimento<br />

formato da cocciopesto<br />

(un miscuglio di frammenti<br />

di argilla e cemento), che costituisce<br />

il piano sul quale erano<br />

collocate le lastre del pavimento<br />

<strong>della</strong> Basilica dei Tre Imperatori,<br />

risalente all’anno 390. Pertanto,<br />

il sarcofago si appoggia<br />

su questo livello, a 130cm sotto<br />

il piano attuale.”<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 3


Nuestro Padre Jesús de la Sentencia, Sevilla / Foto: Sergio Hollman<br />

Qual è il ruolo del dolore<br />

nella vita dell’uomo?<br />

Deve essere desiderato o<br />

detestato? È inevitabile?<br />

Questioni come queste,<br />

che possono presentarsi<br />

ad ogni uomo,<br />

popolavano la mente del<br />

celebre scrittore cattolico<br />

francese Joris-Karl<br />

Huysmans (1848-1907)<br />

quando scriveva una<br />

delle sue grandi opere,<br />

“L’Oblat”, <strong>della</strong> quale<br />

trascriviamo di seguito<br />

un brano.<br />

3 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

Nel tentativo di comprendere<br />

la ragion<br />

d’essere di questa terribile<br />

benefattrice, si<br />

dovrebbe risalire alla<br />

prima età del mondo, entrare in quell’Eden<br />

dove, non appena Adamo ha<br />

conosciuto il peccato, è sorta la sofferenza.<br />

Essa è stata la primogenita delle<br />

opere dell’uomo, e da allora lo perseguita<br />

sulla terra e persino oltre la tomba,<br />

fin sulle soglie del Paradiso.<br />

Essa è stata la figlia espiatrice <strong>della</strong><br />

disobbedienza, quella che il Battesimo,<br />

che spegne il peccato originale,<br />

non ha estinto. All’acqua del sacramento,<br />

ha aggiunto l’acqua delle lacrime.<br />

Per quanto gli sia stato possibile,<br />

ha pulito le anime con le due sostanze<br />

prese dallo stesso corpo dell’uomo:<br />

l’acqua ed il sangue.<br />

Odiosa a tutti e detestata, ha martirizzato<br />

le generazioni che si sono<br />

succedute. Da padre in figlio, l’Antichità<br />

ha trasmesso l’odio e la paura<br />

per questa commissaria delle opere<br />

divine, questa torturatrice, incomprensibile<br />

per il paganesimo che l’ha<br />

Gesù Cristo<br />

e il dolore: da<br />

quest’unione è<br />

nata la Chiesa<br />

eletta a dea malvagia non placabile<br />

dalle orazioni e dalle offerte.<br />

Ha proceduto per secoli sotto il<br />

peso <strong>della</strong> maledizione dell’umanità.<br />

Stanca di ispirare, nel suo compito riparatore,<br />

soltanto collere e schiamazzi,<br />

ha aspettato – anch’essa – con impazienza<br />

la venuta del Messia che doveva<br />

redimerla dalla sua abominevole<br />

fama e distruggere l’esecrabile stigma<br />

che aveva con sè.<br />

Essa Lo aspettava come Redentore,<br />

ma anche come lo Sposo che le era<br />

destinato fin dalla caduta. A Lui riservava<br />

le sue violenze amorose fino<br />

ad allora represse perché, nel compimento<br />

<strong>della</strong> sua triste e santa missione,<br />

essa soltanto poteva distribuire<br />

torture quasi intollerabili; riduceva le<br />

sue desolanti carezze in rapporto alle<br />

persone; non si consegnava interamente<br />

ai disperati che la rigettavano<br />

e la ingiuriavano, anche quando presentivano<br />

che semplicemente li spiava,<br />

senza approssimarsi troppo a loro.<br />

Essa fu di fatto una magnifica<br />

amante solo con l’Uomo-Dio, la cui<br />

capacità di sofferenza oltrepassava


ciò che lei aveva conosciuto. Si è trascinata<br />

accanto a Lui in quella notte<br />

spaventosa in cui, solo e abbandonato<br />

in una grotta, Egli si assumeva i<br />

peccati del mondo. Ed essa si è eccitata<br />

talmente che Lo ha abbracciato<br />

ed è divenuta grandiosa.<br />

Essa era talmente terribile che Egli<br />

è svenuto al suo contatto. La sua Agonia<br />

è stato il suo fidanzamento. Il suo<br />

simbolo di fede, come quello di qualsiasi<br />

sposa, è stato un anello, ma un<br />

anello enorme che di anello aveva appena<br />

la forma e, oltre ad essere un<br />

simbolo di matrimonio, era un emblema<br />

di regalità, una corona. Con questo<br />

diadema, lei ha cinto il capo del<br />

suo Sposo, prima ancora che i giudei<br />

avessero intrecciato la corona di spine<br />

da lei ordinata, e la fronte divina si è<br />

cinta di un sudore di rubini e si è adornata<br />

di un gioiello di perle di sangue.<br />

Lei Lo ha saziato con le uniche carezze<br />

di cui era capace, e cioè, con<br />

tormenti atroci e sovrumani. E come<br />

sposa fedele, si è unita a Lui e non<br />

Lo ha più abbandonato. Maria Santissima,<br />

Maddalena e le sante donne<br />

non avevano potuto seguirLo in tutti<br />

i luoghi. La sofferenza, invece, Lo ha<br />

accompagnato al pretorio, da Erode,<br />

da Pilato. Lei ha esaminato le striscie<br />

di cuoio dei flagelli, ha rettificato la<br />

treccia delle spine, ha affilato il ferro<br />

<strong>della</strong> lancia e appuntito gelosamente<br />

la punta dei chiodi.<br />

E quando è arrivato il momento<br />

supremo delle nozze- mentre Maria,<br />

Maddalena e Giovanni rimanevano<br />

in lacrime ai piedi <strong>della</strong> croce –<br />

lei, come la povertà di cui parla San<br />

Francesco di Assisi, è salita deliberatamente<br />

al letto del patibolo, e dall’unione<br />

di questi due reietti <strong>della</strong> ter-<br />

ra è nata la Chiesa. In fiotti di sangue<br />

e acqua, lei è uscita dal cuore sacrificato.<br />

Ed è stata la fine. Divenuto impassibile,<br />

Cristo sfuggiva per sempre<br />

ai suoi amplessi. Lei è rimasta vedova<br />

nell’esatto momento in cui era stata,<br />

alla fine, amata, ma scendeva dal<br />

Calvario riabilitata da questo amore,<br />

riscattata da questa morte.<br />

Tanto vituperata quanto il Messia,<br />

si era elevata con Lui e, anche lei,<br />

aveva dominato il mondo dall’alto<br />

<strong>della</strong> Croce. La sua missione veniva<br />

ratificata e nobilitata. D’ora in avanti,<br />

lei era comprensibile per i cristiani<br />

e sarebbe stata amata, fino alla fine<br />

dei tempi, da anime che l’avrebbero<br />

chiamata per affrettare l’espiazione<br />

dei loro peccati e quelli degli altri,<br />

per amarla in memoria e imitazione<br />

<strong>della</strong> Passione di Cristo Nostro Signore.²<br />

L’Antichità ha trasmesso l’odio e la paura del dolore; il paganesimo l’ha eretta a divinità malvagia non placabile<br />

con le orazioni e le offerte<br />

Morte di Socrate, di J.L.David, Metropolitan Museum of Art, Nuova York<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 37<br />

Gustavo Kralj


I<br />

Maria, specchio splendente<br />

l tema prescelto per questa<br />

solenne Seduta Pubblica<br />

– “L’Immacolata,<br />

Madre di tutti gli uomini,<br />

icona <strong>della</strong> bellezza e<br />

<strong>della</strong> carità divina” – vuol giustamente<br />

mettere in risalto la singolare partecipazione<br />

dell’Immacolata Vergine Maria,<br />

Madre di Dio e Madre di tutti gli<br />

uomini, al mistero di Dio, mistero eccelso<br />

di bellezza e di carità. Dio, Uno e<br />

Trino, che diffonde la sua bellezza e la<br />

sua carità nel mondo da Lui creato, comunica,<br />

in modo particolare queste sue<br />

qualità alle creature umane per mezzo<br />

del perfettissimo Mediatore, il suo Figlio<br />

Gesù Cristo, mo<strong>della</strong>ndole e santificandole<br />

con la potenza dello Spirito<br />

Santo, affinché siano sante e immacolate<br />

al suo cospetto nella carità (cfr<br />

Ef 1,4).<br />

Luogo primordiale di<br />

Maria nella creazione<br />

Maria di Nazareth eccelle tra tutte<br />

le creature quale specchio fulgidis-<br />

La ParoLa dei Pastori<br />

<strong>della</strong> bellezza divina<br />

Il messaggio del Cardinale Tarcisio Bertone alla<br />

solenne Assemblea Pubblica delle Accademie Pontificie,<br />

mette in risalto l’importanza di Maria nella scoperta<br />

<strong>della</strong> “via pulchritudinis”.<br />

Cardinale Tarcisio Bertone, S.D.B.<br />

Segretario di Stato di Sua Santità<br />

simo <strong>della</strong> bellezza divina perché, essendo<br />

stata “preservata” dal peccato<br />

originale e colmata “di grazia”, è<br />

talmente animata e pervasa dalla carità<br />

dello Spirito Santo, da diventare<br />

il prototipo <strong>della</strong> persona umana che,<br />

nella maniera più totale e senza alcuna<br />

riserva, accoglie il Figlio di Dio<br />

nell’ora tragica <strong>della</strong> sua Passione come<br />

in quella <strong>della</strong> Risurrezione. Rimanendo<br />

profondamente unita a Cristo<br />

crocifisso e risorto, Maria si rivela<br />

Madre di tutta l’umanità e, in particolare,<br />

dei discepoli del Figlio.<br />

Nella sua prima Lettera enciclica<br />

Deus caritas est Sua Santità, facendo<br />

riferimento proprio alle parole pronunciate<br />

da Gesù in croce: “Ecco tua<br />

madre” (Gv 19,27), ha affermato che,<br />

sotto la croce del Figlio, “Maria è diventata,<br />

di fatto, Madre di tutti i credenti.<br />

Alla sua bontà materna, come<br />

alla sua purezza e bellezza verginale,<br />

si rivolgono gli uomini di tutti i tempi<br />

e di tutte le parti del mondo nelle loro<br />

necessità e speranze, nelle loro gioie e<br />

sofferenze, nelle loro solitudini come<br />

anche nella condivisione comunitaria.<br />

E sempre sperimentano il dono <strong>della</strong><br />

sua bontà, sperimentano l’amore inesauribile<br />

che ella riversa dal profondo<br />

del suo cuore. Le testimonianze<br />

di gratitudine, a lei tributate in tutti i<br />

continenti e in tutte le culture, sono il<br />

riconoscimento di quell’amore puro<br />

che non cerca sé stesso, ma semplicemente<br />

vuole il bene” (n. 42).<br />

Maria, figura <strong>della</strong> Chiesa<br />

La Chiesa, che ad imitazione <strong>della</strong><br />

Vergine Maria è chiamata ad accogliere<br />

il Figlio di Dio nella storia e<br />

nelle vicende di ogni popolo e cultura,<br />

contemplando la singolare e luminosa<br />

figura di Maria, scopre e comprende<br />

sempre meglio la sua identità<br />

di madre, discepola e maestra. Per<br />

questo il Concilio Vaticano II “ha posto<br />

in evidenza che la Madre del Signore<br />

non è figura marginale nell’ambito<br />

<strong>della</strong> fede e nel panorama<br />

<strong>della</strong> teologia, poiché essa, per la sua


intima partecipazione alla storia <strong>della</strong><br />

salvezza, «riunisce in sé in qualche<br />

modo e riverbera i massimi dati <strong>della</strong><br />

fede»” (Congregazione per l’Educazione<br />

Cattolica, La Vergine Maria nella<br />

formazione intellettuale e spirituale,<br />

D. 5). Maria perciò diventa «fondamentale<br />

per il “pensare” cristiano»<br />

(Giovanni Paolo II, Lettera ai sacerdoti<br />

per il Giovedì Santo 1995; il suo<br />

mistero ci illumina sul mistero <strong>della</strong><br />

Chiesa e viceversa.<br />

Necessità <strong>della</strong> misericordia di Dio<br />

G<br />

La mariologia e la “via<br />

pulchritudinis”<br />

Questa solenne Seduta Pubblica,<br />

che vede protagoniste la Pontificia<br />

Accademia dell’Immacolata e la Pontificia<br />

Accademia Mariana Internazionale,<br />

è occasione propizia di cui il<br />

Sommo Pontefice si avvale per rivolgere<br />

un caloroso incoraggiamento a<br />

tutti i cultori di Mariologia, affinché<br />

si impegnino sempre più ed intensifichino<br />

la loro attività nell’ambito dei<br />

Nella nostra epoca che è “contrassegnata in modo<br />

particolare dal mistero dell’iniquità” esiste un barlume<br />

di speranza: la misericordia di Dio.<br />

iovanni Paolo II (...) ha<br />

denunciato nella società<br />

odierna la volontà di<br />

eliminare la religione sia<br />

dalla vita pubblica che da<br />

quella privata: “Nel rigettare le leggi divine<br />

e i principi morali, attenta apertamente<br />

alla famiglia. In diversi modi, cerca di<br />

imbavagliare la voce di Dio nel cuore degli<br />

uomini; vuole fare di Dio il grande assente<br />

nella cultura e nella coscienza dei<br />

popoli”. Ciò ha condizionato soprattutto<br />

il secolo XX, un secolo “contraddistinto<br />

in modo particolare dal mistero<br />

dell’iniquità, che continua a marcare la<br />

realtà del mondo in questo nuovo secolo,<br />

già nella sua prima decade.”<br />

Chi non vede in questa diagnosi<br />

un modo di discernere molto simile,<br />

anche se con i suoi tratti caratteristici,<br />

a quello che abbiamo fatto noi, vescovi<br />

spagnoli, sintetizzabile nel fatto<br />

che il nostro problema più radicale è<br />

quello <strong>della</strong> negazione di Dio, quello<br />

Cardinale Antonio Cañizares Llovera<br />

Arcivescovo di Toledo<br />

di vivere come se Dio non esistesse,<br />

messo in risalto e propugnato tramite<br />

la diffusione allarmante all’interno<br />

<strong>della</strong> nostra società del laicismo ideologico<br />

ed escludente?<br />

Stiamo vivendo momenti molto<br />

complicati. In tutta onestà, e con<br />

una fede viva, è necessario riconoscere<br />

che abbiamo bisogno <strong>della</strong> misericordia<br />

di Dio per riprendere con speranza<br />

il cammino. Esprimo perfettamente<br />

la mia opinione quando, osservando<br />

la situazione <strong>della</strong> Spagna,<br />

dell’Europa, del mondo, faccio mie le<br />

parole del Papa Giovanni Paolo II in<br />

Polonia, ampiamente sviluppate prima<br />

nella sua Enciclica Dives in misericordia:<br />

per noi, nella situazione in<br />

cui viviamo, per il mondo e per l’uomo<br />

“esiste soltanto una fonte di speranza:<br />

la misericordia di Dio”.<br />

In questo giorno di Sant’Ildefonso,<br />

testimone <strong>della</strong> misericordia divina,<br />

vogliamo ripetere con fede: “Ge-<br />

Centri di studio e nel campo delle<br />

pubblicazioni scientifiche, prestando<br />

particolare attenzione ad una metodologia<br />

rispettosa dell’interazione feconda<br />

tra la via veritatis e la via pulchritudinis,<br />

che si compendiano nella<br />

via caritatis.<br />

(Lettera al Cardinale Paul<br />

Poupard in occasione dell’Assemblea<br />

Pubblica delle Accademie<br />

Pontificie, 20/11/2006)<br />

sù, mi affido a Voi!Da questo annuncio,<br />

che esprime la fiducia nell’amore<br />

onnipotente di Dio, abbiamo un bisogno<br />

particolare in questo nostro tempo<br />

in cui l’uomo si sente sconcertato<br />

di fronte alle molteplici manifestazioni<br />

del male. È necessario che l’invocazione<br />

<strong>della</strong> misericordia di Dio<br />

sgorghi dal profondo dei cuori pieni<br />

di sofferenza, di inquietudine e di<br />

incertezza, ma nel contempo pieni di<br />

una ineffabile fonte di speranza”.<br />

L’origine di questa fonte inesauribile–<br />

che è Cristo, il Figlio unico del<br />

Padre, ricco di misericordia – noi la<br />

troviamo nella sempre Vergine Maria,<br />

Madre di Dio, come ha dimostrato<br />

tanto acutamente Sant’Ildefonso<br />

nei suoi insegnamenti e nella sua vita<br />

di schiavo di Maria.<br />

(Brani dell’omelia nella<br />

Messa di apertura del XIV centenario<br />

<strong>della</strong> nascita di Santo Ildefonso di<br />

Toledo, 23/1/2007)


550 anni del Collegio Capranica<br />

“La qualità del clero dipende dalla<br />

serietà <strong>della</strong> sua formazione!” – ha affermato<br />

Benedetto XVI, nell’udienza<br />

concessa il 19 gennaio ai professori<br />

e alunni del Collegio Capranica di<br />

Roma.<br />

Il Santo Padre ha messo in risalto<br />

l’importanza di quest’opera iniziata<br />

550 anni fa dal Cardinale Domenico<br />

Capranica, che ha dato vita ad un<br />

seminario destinato esclusivamente al<br />

perfezionamento di futuri sacerdoti, in<br />

particolare dei candidati meno favoriti.<br />

Lo zelo del Cardinal Capranica,<br />

relativamente alla dimensione spirituale<br />

nella formazione integrale degli<br />

alunni del collegio – ha osservato il<br />

Papa – ha portato all’apertura di uno<br />

spazio per l’educazione caritativa e<br />

per l’esperienza pastorale. Così, ha<br />

fatto in modo che i futuri sacerdoti ,<br />

oltre a praticare i sacramenti, si dedicassero<br />

anche all’assistenza ai malati<br />

e al servizio parrocchiale nelle diverse<br />

chiese di Roma.<br />

La soppressione del celibato<br />

non risolve il problema<br />

<strong>della</strong> crisi di vocazioni.<br />

Ha causato una grande ripercussione<br />

in Europa l’articolo nel quale<br />

il giornalista Vittorio Messori rifiuta<br />

l’illusoria tesi secondo cui, ammettendo<br />

al sacerdozio uomini sposati, la<br />

Chiesa risolverebbe il problema <strong>della</strong><br />

grande crisi di vocazioni.<br />

Comincia chiarendo che i pastori<br />

protestanti, i pope <strong>della</strong> Chiesa Ortodossa<br />

e i rabbini ebrei possono sposarsi<br />

e, nel contempo, queste religio-<br />

0 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

ni affrontano crisi vocazionali uguali<br />

e, in certi casi, perfino superiori a<br />

quelle <strong>della</strong> Chiesa Cattolica. “Il matrimonio,<br />

pertanto, non sarebbe la soluzione<br />

al problema <strong>della</strong> scarsezza del<br />

clero” – ha concluso.<br />

La pratica <strong>della</strong> castità perfetta,<br />

continua il giornalista, risale alle origini<br />

del Cristianesimo. Nella Chiesa<br />

occidentale, San Girolamo, Sant’Ambrogio<br />

e Sant’Agostino “sono d’accordo<br />

sulla verginità, celibato o continenza,<br />

non solo per i sacerdoti, ma anche<br />

per i diaconi”. Sulla base di uno<br />

studio fatto dal Cardinale Alfons Stickler,<br />

ex bibliotecario e archivista del<br />

Vaticano, aggiunge che “mai, neanche<br />

nei documenti più antichi, il celibato<br />

è stato considerato una novità: è<br />

sempre stato un dato indiscutibile <strong>della</strong><br />

Tradizione primitiva”.<br />

Chiesa<br />

di Oura –<br />

Nagasaki,<br />

Giappone<br />

Il Giappone vuole dichiarare<br />

molte delle proprie chiese<br />

“Patrimonio dell’Umanità”<br />

Secondo quanto informa l’agenzia<br />

“Notizie Ecclesiali”, le autorità <strong>della</strong><br />

regione di Nagasaki hanno deciso di<br />

proporre all’UNESCO che 49 delle<br />

140 chiese cattoliche locali siano dichiarate<br />

“Patrimonio dell’Umanità”.<br />

L’obiettivo dell’iniziativa, secondo<br />

quanto informano i promotori <strong>della</strong><br />

proposta, è fare in modo che i tem-<br />

pli cattolici siano simbolo <strong>della</strong> libertà<br />

religiosa.<br />

Fin dal secolo XVI i cattolici del<br />

Giappone hanno sofferto molte persecuzioni,<br />

che si sono estese fino al<br />

XIX secolo. A partire da allora si sono<br />

costruite nuove chiese, soprattutto<br />

nella regione di Nagasaki, dove<br />

era fiorente una numerosa popolazione<br />

cattolica.<br />

Astinenza e fedeltà coniugale:<br />

metodo efficace contro l’AIDS<br />

La Segreteria <strong>della</strong> Salute del governo<br />

messicano includerà l’astinenza,<br />

per le persone celibi e la fedeltà<br />

coniugale per quelle sposate, nelle<br />

raccomandazioni che dà ai giovani riguardo<br />

la prevenzione delle malattie<br />

sessualmente trasmissibili.<br />

“Praticare l’astinenza è un buon<br />

metodo, il più sicuro, praticare la fedeltà<br />

è un buon metodo” – ha dichiarato<br />

alla stampa Maurizio Hernandez<br />

Ávila, Sottosegretario di Prevenzione<br />

e Promozione <strong>della</strong> Salute.<br />

Il Papa battezza tredici bambini<br />

Nella festa del Battesimo del Signore,<br />

Benedetto XVI ha battezzato<br />

sei bambine e sette bambini durante la<br />

Messa celebrata nella Cappella Sistina.<br />

Nell’omelia, il Papa ha messo in risalto<br />

l’importanza <strong>della</strong> famiglia “fondata<br />

sul matrimonio, culla dell’amore”.<br />

Ha spiegato che il Battesimo ci rende<br />

figli adottivi di Dio e che il Padre Celeste<br />

ripete ad ogni bambino battezzato<br />

quelle parole dirette a Gesù, sulle<br />

rive del Giordano: “Tu sei mio figlio”.<br />

Ha altresì ricordato: “La Famiglia di<br />

Dio si costruisce nella famiglia concreta<br />

<strong>della</strong> Chiesa. L’uomo non potrà avere<br />

Dio come Padre – già lo dicevano gli<br />

antichi scrittori cristiani – se non avrà<br />

anche la Chiesa come madre”.<br />

Televisione cattolica via Internet<br />

Ha superato tutte le aspettative l’inizio<br />

delle emissioni di “Diocesi TV”, la<br />

televisione via Internet lanciata il 24<br />

gennaio dalla Diocesi di Malaga, Spagna.<br />

Quasi 6 mila internauti, il primo


giorno, hanno obbligato i responsabili<br />

ad un intenso ritmo di lavoro per ampliare<br />

la larghezza <strong>della</strong> banda.<br />

Come ha spiegato Ana Medina,<br />

direttrice dell’iniziativa, inizialmente<br />

sono stati messi a disposizione del<br />

pubblico solo tre programmi, ripetuti<br />

nel corso <strong>della</strong> giornata. “Questo, comunque”,<br />

ha aggiunto, “è solo un piccolo<br />

seme che nasce con la vocazione<br />

di trasformarsi in un grande progetto”.<br />

Le scuole cattoliche sono<br />

le preferite in Australia<br />

Secondo informazioni dell’agenzia<br />

Fides, i collegi cattolici confermano la<br />

loro posizione di scuole più apprezzate<br />

dalle famiglie australiane, per offrire<br />

istruzione di qualità a costi accessibili.<br />

Secondo una recente indagine realizzata<br />

nello Stato di Vittoria, nel sud del<br />

paese, più del 70% delle famiglie pre-<br />

Settimana di preghiera<br />

per l’Unità dei Cristiani<br />

“ Fa udire i sordi e fa parlare i muti!” (Mc 7, 37).<br />

Su questo suggestivo tema, è stata realizzata<br />

a Roma, dal 18 al 25 gennaio, la Settimana di<br />

Preghiera per l’Unità dei Cristiani.<br />

Nella giornata di chiusura, Festa <strong>della</strong> Con<strong>versione</strong><br />

di San Paolo, il Papa ha presieduto la celebrazione dei<br />

Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura.<br />

Nell’omelia, Benedetto XVI ha messo in risalto<br />

l’importanza dell’ascolto <strong>della</strong> Parola di Dio e del<br />

dialogo sincero e leale. “Non siamo infatti noi a fare o<br />

ad organizzare l’unità <strong>della</strong> Chiesa. La Chiesa non fa se<br />

stessa e non vive di se stessa, ma <strong>della</strong> parola creatrice<br />

che viene dalla bocca di Dio. (...) Perciò l’ascolto del Dio<br />

che parla implica anche l’ascolto reciproco, il dialogo tra<br />

le Chiese e le Comunità ecclesiali. Il dialogo onesto e leale<br />

costituisce lo strumento imprescindibile <strong>della</strong> ricerca<br />

dell’unità”.<br />

Hanno partecipato alla cerimonia, rappresentanti<br />

delle altre confessioni cristiane di Roma: Gennadios<br />

ferisce iscrivere i propri figli negli istituti<br />

cattolici, anche se devono sopportare<br />

una spesa leggermente maggiore<br />

rispetto alle scuole pubbliche.<br />

La qualità dell’insegnamento nelle<br />

scuole cattoliche attira anche famiglie<br />

di altre religioni. Così, nello Stato del<br />

Queensland, situato a nord-ovest del<br />

paese, circa il 25% degli alunni iscritti<br />

non sono cattolici. I genitori si sentono<br />

attratti dalla serietà, dalla competenza<br />

dei professori e, soprattutto, dall’insieme<br />

dei valori morali che trovano nelle<br />

istituti di insegnamento cattolici.<br />

Eroica madre sulla<br />

strada degli altari<br />

Sull’esempio di Santa Gianna Beretta<br />

Molla, un’altra giovane madre di famiglia<br />

si trova sul cammino <strong>della</strong> gloria<br />

degli altari: la Serva di Dio Maria Cecilia<br />

Perrin di Buide, nata a Punta Alta,<br />

Osservatore Romano<br />

Argentina. Il processo di beatificazione<br />

è stato aperto nel febbraio di quest’anno<br />

dall’Arcivescovo di Bahia Blanca,<br />

Mons. Guillermo José Garlatti.<br />

Nel febbraio del 1984, quando si<br />

trovava in attesa del suo primo figlio,<br />

le fu comunicata una terribile diagnosi:<br />

soffriva di un cancro forse ormai<br />

irreversibile. I medici le proposero<br />

di prendere in considerazione un<br />

“aborto terapeutico”, come tentativo<br />

di salvarle la vita. Lei si rifiutò categoricamente,<br />

anche se sapeva che<br />

questa decisione rendeva impossibile<br />

la propria sopravvivenza.<br />

Cinque mesi dopo nacque sua figlia,<br />

Maria Augustina e il primo marzo del<br />

1985, a 28 anni d’età. morì la madre.<br />

In difesa del diritto di nascere<br />

Ha prodotto un risultato positivo e<br />

immediato la grande manifestazione<br />

Zervos, arcivescovo ortodosso dell’<strong>It</strong>alia; John Flack,<br />

direttore dell’Anglican Center di Roma; e il pastore<br />

Holger Milkau, decano <strong>della</strong> Chiesa Evangelica- Luterana<br />

in <strong>It</strong>alia.<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 1


ealizzata il 5 febbraio davanti all’Assemblea<br />

Nazionale dei Deputati di<br />

Panama, in difesa del più fondamentale<br />

diritto umano, quello di nascere.<br />

Attualmente il Codice Penale di<br />

questo paese permette l’aborto in<br />

due situazioni: violazione carnale o<br />

fecondazione assistita non consentita,<br />

e gravi problemi di salute che mettano<br />

in rischio la vita <strong>della</strong> madre o<br />

del nascituro.<br />

Approfittando dei dibattiti in corso<br />

nell’Assemblea per modificazioni<br />

<strong>della</strong> legislazione penale, il governo<br />

ha presentato un progetto che mira<br />

ad ampliare le cause di depenalizzazione<br />

dell’aborto.<br />

Di fronte a questa minaccia al diritto<br />

di esseri umani indifesi, l’Arcivescovo<br />

di Città del Panama, Mons.<br />

José Dimas Cedeño Delgado, ha convocato<br />

tutti i cattolici a riunirsi davanti<br />

all’Assemblea Nazionale, con<br />

l’obbiettivo di “accompagnare i deputati<br />

e invitarli a difendere il maggior bene:<br />

la vita.” La manifestazione è stata<br />

appoggiata dal movimento Alleanza<br />

Panamense per la Vita e supportata<br />

da diverse istituzioni civiche.<br />

Di conseguenza, si è alzata un’ondata<br />

di proteste contro il progetto del<br />

governo, che ha portato al suo ritiro.<br />

Secondo quanto ha dichiarato alla<br />

stampa il deputato Wigberto Quintero,<br />

membro <strong>della</strong> Commissione di<br />

Governo, saranno mantenute nel Codice<br />

Penale, così come stanno, le attuali<br />

norme restrittive sull’aborto.<br />

“Ho smesso di essere<br />

soldato <strong>della</strong> Spagna per<br />

essere soldato di Cristo”<br />

Il Monastero <strong>della</strong> Purissima Concezione,<br />

delle suore clarisse di Salamanca,<br />

ha ricevuto una postulante<br />

speciale: Matilde de Luis Araujo, 27<br />

anni, soldato dell’esercito spagnolo.<br />

Ella ha prestato servizio in un Reggimento<br />

di Ingegneria ed ha condotto<br />

la vita dura e pericolosa dei soldati.<br />

Tuttavia, nonostante il suo entusiasmo<br />

per gli esercizi militari, sentiva nell’anima<br />

un invito a fare un passo più eleva-<br />

2 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

to, più eroico. “Mi sono resa conto che,<br />

per cambiare il mondo, dovevo cominciare<br />

a cambiare me stessa” ha detto.<br />

Così, indossando l’uniforme militare,<br />

ha attraversato con passo fermo<br />

e deciso la massiccia porta del monastero,<br />

cosciente che stava entrando<br />

non per cessare la sua vita di combattente,<br />

ma per continuarla su un piano<br />

più elevato: essere un “miles Christi”.<br />

È stato ciò che ha dichiarato in<br />

presenza del colonnello del suo reggimento,<br />

del suo capitano e <strong>della</strong> sua<br />

famiglia, riunita per il commiato. “Ho<br />

smesso di essere soldato <strong>della</strong> Spagna<br />

per essere soldato di Cristo”.<br />

Santuario dei martiri messicani<br />

Sono ricominciati nuovamente il 5<br />

febbraio, nella città di Guadalajara,<br />

Messico, i lavori di costruzione del<br />

Santuario dei Martiri Messicani.<br />

Il monumentale edificio, simbolo<br />

<strong>della</strong> fedeltà a Cristo e <strong>della</strong> costanza<br />

e valore dei martiri, avrà una capacità<br />

di 12 mila persone. In celebrazioni speciali,<br />

l’atrio e la piazza di fronte potranno<br />

ricevere fino a 50 mila fedeli.<br />

Secondo quanto ha spiegato il<br />

Cardinale Juan Sandoval Iñiguez,<br />

Arcivescovo di Guadalajara, due sono<br />

i motivi che hanno portato alla costruzione<br />

di questo Santuario: da un<br />

lato, onorare la memoria dei martiri<br />

mantenendo viva la loro presenza tra<br />

il popolo di Dio, dall’altro lato, supplire<br />

alla necessità di un ampio spazio<br />

dove si possano realizzare celebrazioni<br />

per un gran numero di persone,<br />

molto frequenti in questa grande<br />

città cattolica.<br />

Intorno al Santuario ci saranno impianti<br />

per opere di carità, come la Caritas<br />

Diocesana, una clinica di assistenza,<br />

una scuola di infermeria per formare<br />

principalmente donne bisognose e<br />

una locanda con refettorio per ricevere<br />

i pellegrini e per l’assistenza ai poveri.<br />

Enciclica di Benedetto XVI,<br />

la più venduta <strong>della</strong> storia<br />

Solo in <strong>It</strong>alia sono state vendute in<br />

un anno – da gennaio 2006 a gennaio<br />

2007 – un milione e 400 mila copie<br />

<strong>della</strong> prima enciclica del Papa Benedetto<br />

XVI, Deus caritas est. Secondo<br />

un’informazione data dalla Libreria<br />

Editrice Vaticana, che detiene i diritti<br />

d’autore di tutti i documenti pontifici,<br />

il successo dell’enciclica è internazionale:<br />

tre edizioni in tedesco, tre in<br />

spagnolo, una in russo, una in cinese<br />

e una in Braille, per i ciechi.<br />

Approvazione pontificia<br />

<strong>della</strong> Comunità cattolica Shalom<br />

La comunità cattolica Shalom è<br />

stata approvata dalla Santa Sede come<br />

Associazione Privata Internazionale<br />

di Fedeli di Diritto Pontificio.<br />

“È una grazia ricevuta in vista dell’edificazione<br />

<strong>della</strong> Chiesa e al servizio<br />

dell’umanità”, ha detto il suo fondatore<br />

Moises Louro de Azevedo Filho.<br />

“Un carisma ha ragione di esistere solo<br />

se è al servizio dell’edificazione <strong>della</strong><br />

Chiesa”, ha aggiunto.<br />

La Comunità Shalom, fondata nel<br />

1982, a Fortaleza, Brasile, è costituita<br />

da uomini e donne, e annovera sacerdoti,<br />

persone consacrate e coppie<br />

sposate. Possiede più di due mila<br />

membri che operano in 41 diocesi del<br />

Brasile e in 11 città di altri paesi.<br />

Comunità di Sant’Egidio:<br />

39 anni di esistenza<br />

Due azioni importanti hanno sottolineato<br />

le commemorazioni del 39º<br />

anniversario <strong>della</strong> Comunità di Sant’Egidio,<br />

a Roma, il giorno 8 febbraio.<br />

La prima è stata l’udienza concessa<br />

dal Papa Benedetto XVI ai rappresentanti<br />

e ai vescovi amici di questa istituzione<br />

ecclesiale. Tra i presenti, spiccavano<br />

Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo<br />

di Terni – Narni – Amelia e consigliere<br />

spirituale del movimento, e il prof.<br />

Andrea Riccardi, suo fondatore.<br />

“La Comunità di Sant’Egidio, mettendo<br />

al centro <strong>della</strong> propria esistenza<br />

la preghiera e la liturgia, vuole farsi<br />

prossima di coloro che sperimentano<br />

situazioni di disagio e di emarginazione<br />

sociale. Per il cristiano l’uomo,


anche se lontano, non è mai un estraneo.”<br />

– ha detto il Papa.<br />

La seconda atto è stata la Messa<br />

celebrata nella Basilica di San Giovanni<br />

in Laterano dal Cardinale Paul<br />

Poupard, Presidente del Pontificio<br />

Consiglio per la Cultura e il Dialogo<br />

Interreligioso. La celebrazione<br />

ha contato sulla presenza di numerose<br />

autorità ecclesiastiche e civili, e<br />

membri del Corpo Diplomatico.<br />

Fondata a Roma, nel febbraio del<br />

1968, la Comunità di Sant’Egidio ha<br />

oggi più di 50mila membri che operano<br />

in 70 paesi.<br />

Istituti secolari commemorano<br />

il 60º anniversario del<br />

riconoscimento pontificio<br />

Circa 500 membri di istituti secolari<br />

di tutto il mondo si sono riuniti a<br />

Roma, nei giorni 3 e 4 febbraio, per<br />

commemorare presso la Cattedra di<br />

Pietro il 60º anniversario <strong>della</strong> Costituzione<br />

Apostolica Provida Mater Ecclesia,<br />

del 2 febbraio 1947, con la quale<br />

il Papa Pio XII ha concesso il riconoscimento<br />

pontificio a questa forte<br />

realtà ecclesiale.<br />

L’incontro è stato organizzato dalla<br />

Conferenza Mondiale degli Istituti<br />

Secolari (CMIS) e ha visto tra i<br />

suoi espositori il Cardinale Franc Rodé,<br />

Prefetto <strong>della</strong> Congregazione per<br />

gli Istituti di Vita Consacrata e per le<br />

Società di Vita Apostolica, e il Cardinale<br />

George Cottier OP, teologo<br />

emerito <strong>della</strong> Casa Pontificia.<br />

Nell’udienza concessa ai partecipanti<br />

il giorno 3 febbraio, il Papa Benedetto<br />

XVI ha diretto loro parole<br />

di stimolo: “Annunciate la bellezza di<br />

Dio e <strong>della</strong> sua creazione. Sull’esempio<br />

di Cristo, siate obbedienti all’amore,<br />

uomini e donne di mitezza e misericordia,<br />

capaci di percorrere le strade del<br />

mondo facendo solo del bene. (...)La<br />

Chiesa ha bisogno anche di voi per dare<br />

completezza alla sua missione. Siate<br />

seme di santità gettato a piene mani<br />

nei solchi <strong>della</strong> Storia”.<br />

I membri degli istituti secolari si<br />

impegnano a compiere nel mondo<br />

la loro missione evangelizzatrice, vivendo<br />

nella pratica i consigli evangelici<br />

di povertà, obbedienza e castità.<br />

“La nostra vocazione significa vivere<br />

nel secolo, come tutti i laici, ma anche<br />

nella piena consacrazione, come<br />

tutte le persone consacrate”, spiega<br />

Ewa Kusz, Presidente <strong>della</strong> CMIS.<br />

Aumenta in Spagna<br />

l’adorazione perpetua al<br />

Santissimo Sacramento<br />

A Talavera de la Reina, più di 700<br />

fedeli hanno risposto “sì” ad un invito<br />

a partecipare all’adorazione perpetua<br />

di Gesù Sacramentato, nella<br />

chiesa del Convento <strong>della</strong> Carmelitane<br />

Scalze. “È stata una vera esplosione<br />

dello Spirito Santo”, ha commentato<br />

l’organizzatore, Don Justo Lofen.<br />

Per coprire i 168 turni settimanali di<br />

un’ora, sono necessarie circa 350 persone.<br />

Talavera ha iniziato con più del<br />

doppio, unendosi a Madrid, Toledo, Siviglia<br />

ed altre città spagnole dove già è<br />

introdotta l’adorazione perpetua.<br />

Processo di canonizzazione di<br />

più di 61 martiri spagnoli<br />

Mons. Juan Antonio Reig Pla, Vescovo<br />

di Cartagena, Spagna, ha dichiarato<br />

aperto il processo di canonizzazione<br />

di 61 martiri <strong>della</strong> persecuzione<br />

religiosa attuata in questo<br />

paese tra il 1936 e il 1939: sacerdoti,<br />

religiosi, seminaristi e semplici laici,<br />

assassinati per odio alla fede. Numerosi<br />

familiari delle vittime hanno assistito<br />

alla cerimonia di apertura.<br />

Secondo documenti e testimonianze<br />

oculari, la maggioranza di loro<br />

fu uccisa a colpi di arma da fuoco<br />

o a pugnalate. Molti hanno subito<br />

torture prima di morire: uno di loro<br />

fu interrato vivo; ad altri i boia hanno<br />

strappato gli occhi, tagliato le orecchie<br />

o li hanno trascinati per le strade<br />

<strong>della</strong> città, come è avvenuto col Parroco<br />

del Carmelo, Don Sotero González<br />

Lerma, che fu poi anche appeso<br />

alla facciata <strong>della</strong> chiesa e bruciato.<br />

125º anniversario <strong>della</strong><br />

Chiesa nel Borneo<br />

La Chiesa Cattolica nella regione<br />

di Sarawak, nel Borneo malaio, festeggia<br />

il 125º anniversario <strong>della</strong> sua<br />

nascita: la prima missione che ha portato<br />

il Vangelo in questa regione è<br />

partita da un piccolo gruppo di Missionari<br />

di San Giuseppe di Mill Hill<br />

i quali, compiendo sforzi notevoli, vi<br />

sono arrivati nel 1881.<br />

Da allora, la Chiesa è cresciuta attraverso<br />

lo zelo pastorale dei missionari,<br />

delle sorelle e dei laici che hanno<br />

creduto al progetto di evangelizzare<br />

le popolazioni locali. Nel 1894<br />

i missionari hanno costruito la scuola<br />

di San Giuseppe ed una chiesa a<br />

Kuching. Nel 1932 è stato ordinato il<br />

primo sacerdote locale, Don Joseph<br />

Chin Ting Huong.<br />

Attualmente, l’Arcidiocesi di Kuching<br />

occupa un territorio popolato<br />

da più di un milione di persone, delle<br />

quali 153 mila sono fedeli cattolici,<br />

divisi in 10 parrocchie.<br />

Per ricordare il felice evento e<br />

ringraziare il Signore di questo dono,<br />

la Chiesa del Borneo ha celebrato<br />

una solenne Eucarestia presieduta<br />

da Mons. Salvatore Pennacchio<br />

Delegato Apostolico. Hanno partecipato<br />

l’Arcivescovo di Kuching,<br />

Mons. John Ha, l’Arcivescovo emerito<br />

Mons. Datuk Peter Chung, nu-<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 3


merosi sacerdoti e religiosi, e più di<br />

mille fedeli.<br />

India: governo concede un<br />

premio ad una suora cattolica<br />

L’autorità civile in India riconosce,<br />

a livello nazionale, il contributo<br />

essenziale dato dalla comunità<br />

cattolica nel campo dell’educazione<br />

e dei servizi sociali. Con questo<br />

spirito è stato concesso a Suor Cyril<br />

Mooney – religiosa di origine irlandese,<br />

appartenente all’Istituto <strong>della</strong><br />

Beata Vergine Maria – il premio<br />

“Padma Shri Award”, il più alto riconoscimento<br />

concesso dal governo<br />

di questo paese alle persone che si<br />

sono distinte nel campo delle opere<br />

sociali.<br />

Suor Cyril, oggi settantenne,<br />

giunse in India quando ne aveva appena<br />

20. Da 50 anni lavora nell’assistenza<br />

e nel recupero di bambini<br />

orfani, abbandonati, poveri, schiavizzati,<br />

senza famiglia. Dal 1973 si<br />

trova a Calcutta e svolge la sua benemerita<br />

attività nella Casa di Loreto,<br />

dedita all’assistenza all’infanzia.<br />

Ha fondato nel 1979 una scuola<br />

che accoglie oggi 1400 bambini bisognosi.<br />

“La mia missione è dare istruzione<br />

e una vita degna ai più poveri tra i poveri.<br />

Il mio motto è tratto dal Vangelo:<br />

dà gratuitamente quello che hai rice-<br />

Salvami Regina · Marzo 2007<br />

vuto e riceverai cento volte tanto” – ha<br />

detto suor Cyril Mooney.<br />

Donato al Papa<br />

un prezioso<br />

manoscritto biblico<br />

I Papiri Bodmer 14 e 15 (P75) sono<br />

stati donati al Papa dal nordamericano<br />

Frank J. Hanna e dalla sua famiglia.<br />

Datati in un periodo tra il 175 e 225<br />

dell’Era Cristiana, questi papiri contengono<br />

circa metà dei Vangeli di Luca<br />

e Giovanni, inclusa la <strong>versione</strong> manoscritta<br />

più antica del Padre Nostro.<br />

Essi sono stati scritti in Egitto –<br />

ha spiegato il Cardinale Jean Louis<br />

Tauran Archivista e Bibliotecario<br />

del Vaticano, durante un’udienza<br />

con Benedetto XVI. Ora “la Biblioteca<br />

del Papa possiede la più antica<br />

testimonianza del Vangelo di Luca e<br />

uno dei più antichi Vangeli di Giovanni”,<br />

ha aggiunto il Cardinale.<br />

I papiri Bodmer, per un totale di<br />

144 pagine, costituiscono il manoscritto<br />

più antico contenente i testi<br />

dei due Vangeli uniti.<br />

“Quasi sicuramente, esso era destinato<br />

ad una piccola comunità, una<br />

parrocchia egiziana di lingua greca<br />

che, come è abituale in tutte le liturgie<br />

cristiane, leggeva il Vangelo durante<br />

la Celebrazione eucaristica”,<br />

spiega L’Osservatore Romano, nella<br />

sua edizione del 24/01/2007.<br />

Una Bibbia di più di 5 mila metri<br />

Una preziosa opera d’arte che armonizza<br />

il cristianesimo con la cultura<br />

cinese: la Sacra Scrittura, copiata<br />

con ricchezza di dettagli in una tela di<br />

raso bianco di altissima qualità.<br />

Con 5007 metri di lunghezza, questo<br />

raro esemplare <strong>della</strong> Bibbia si<br />

compone di 900 mila caratteri artistici<br />

scritti con la massima cura in 50 volumi<br />

di 100 metri ognuno.<br />

Ogni volume pesa otto chili e,<br />

quando è arrotolato, misura circa 35<br />

centimetri di diametro per 70 di lunghezza.<br />

Per arrotolarlo, si è usato un<br />

tipo di legno profumato molto prezioso,<br />

lavorato a mano. La cassa che<br />

contiene i 50 volumi è una preziosa<br />

opera artigianale con applicazioni in<br />

bronzo nei quattro angoli. Il lucchetto<br />

riproduce una antica scultura cinese<br />

che simbolizza la felicità, come a<br />

dire che il contenuto <strong>della</strong> cassa è la<br />

felicità dell’uomo.<br />

Tutti i particolari dell’opera hanno<br />

il loro significato. La tela di seta bianca<br />

simbolizza la sacralità e la purezza;<br />

il bordo di seta celeste rappresenta il<br />

Cielo, la seta verde che serve da copertina<br />

per i volumi arrotolati esprime<br />

la vitalità <strong>della</strong> terra creata dal Signore;<br />

la fascia di seta rossa (colore<br />

nazionale <strong>della</strong> Cina) con la quale sono<br />

legati i volumi è emblema <strong>della</strong> vita,<br />

<strong>della</strong> positività, dell’energia.<br />

ApostolAto MAriA reginA del terzo Millennio<br />

L’opera consiste nel portare di casa in<br />

casa un’icona con l’immagine del Cuore<br />

Immacolato di Maria, così come apparve<br />

a Fatima, che sarà accolta, ogni mese in un<br />

giorno stabilito da ciascuna famiglia partecipante.<br />

Per l’occasione si leggerà un brano<br />

del Vangelo, seguito da alcuni minuti<br />

di riflessione. Si reciterà il santo Rosario<br />

e finalmente si rinnoverà la consacrazione<br />

<strong>della</strong> famiglia a Gesù per mezzo di Maria.<br />

Circostanza propizia per invitare parenti,<br />

amici e vicini.<br />

Ogni gruppo di 30 famiglie che desiderano<br />

ospitare l’icona una volta al mese, richiede<br />

l’esistenza di un Coordinatore(trice),<br />

che riceve dal parroco un mandato in questo<br />

senso durante la cerimonia di consegna<br />

ufficiale dell’icona in chiesa. Chiunque<br />

può essere Coordinatore(trice), meglio<br />

una coppia di coniugi.<br />

Entri in contatto con noi pEr: Fax: 06 39 76 22 47 Ed E-mail: icona@araldi.org,<br />

lasciando il suo numEro tElEFonico. sarà da noi contattata.


“Io ero in<br />

prigione e siete<br />

venuti da Me”<br />

Attraverso i mezzi più inattesi, arriva alle prigioni la divulgazione<br />

del Rosario, accendendo una luce di speranza per coloro che si sono<br />

traviati e che vogliono ritornare sulla buona strada.<br />

Alcune lettere ricevute, manifestano in modo<br />

significativo questi sentimenti.<br />

“Il Signore deve darmi forza”<br />

A causa delle circostanze <strong>della</strong> vita,<br />

oggi mi trovo privata <strong>della</strong> mia libertà,<br />

a superare la nostalgia di mia<br />

madre e dei miei due figli. Ho con me<br />

il mio rosario, il libro “Preghiere di<br />

tutti i giorni” ed anche il mio calendario<br />

del 2006, nel quale segno tutti<br />

i giorni passati lontano dai miei figli.<br />

Ho divulgato il nome dell’Associazione<br />

qui dentro ed ho saputo che chi ne<br />

era interessata ha ricevuto una risposta<br />

da parte vostra. Solo Dio sa quanto<br />

sia difficile stare lontana dai miei<br />

figli! Ma sono sicura che il Signore mi<br />

darà la forza per vincere la battaglia.<br />

– P.M.S.<br />

“Ho chiesto di dare un’occhiata”<br />

Sto scontando una pena nel penitenziario<br />

di X... Qui ho conosciu-<br />

testimonianze<br />

to un ragazzo nelle mie stesse condizioni.<br />

Un giorno, l’ho visto leggere<br />

dei libretti che ho trovato interessanti<br />

e gli ho chiesto di farmi dare un’occhiata.<br />

Ho notato che si trattava <strong>della</strong><br />

storia dell’apparizione <strong>della</strong> Madonna<br />

di Fatima ai tre pastorelli, in Portogallo.<br />

Ma ciò che ha risvegliato di<br />

più il mio interesse è stato il fatto che<br />

il libretto ci insegna a pregare il rosario.<br />

Devo confessarvi che, nonostante<br />

mi dichiari cattolico, purtroppo non<br />

so pregarlo. Per questo vi sto scrivendo,<br />

chiedendo che, per favore, mi siano<br />

inviati i libricini <strong>della</strong> Madonna di<br />

Fatima. Molte grazie e che Dio vi benedica<br />

tutti. – J.V.S.<br />

“Sarà di grande utilità”<br />

Katsumassa Sakurata<br />

Sono in prigione, nel presidio di<br />

N... e vorrei, se fosse possibile, rice-<br />

vere qualche pubblicazione sulla Madonna<br />

di Fatima. Sarà molto utile qui<br />

in carcere qualsiasi tipo di materiale<br />

biblico, foglietti, libretti sulla Madonna,<br />

che ci portino un messaggio di pace<br />

e possano addolcire il nostro dolore<br />

e la nostra sofferenza. Molte grazie<br />

anticipatamente, di cuore. – I.P.L.<br />

“Solo la parola di Dio<br />

può darci conforto”<br />

Ho avuto il suo indirizzo attraverso<br />

un’amica che ho conosciuto in<br />

questo luogo orribile, infatti mi trovo<br />

in prigione. Mi piacerebbe chiederle<br />

un rosario. In questo posto solamente<br />

Gesù Cristo può aiutarci. Solo<br />

la parola di Dio può darci conforto.<br />

Concludo questa lettera aspettando<br />

con ansia una risposta, impaziente<br />

di ricevere un rosario. – L.T.S.<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina


Joaquin Matus<br />

Don Beppi e la “Vergine Brutta” – II<br />

B<br />

ene, ora possiamo continuare<br />

la storia di Don<br />

Beppi. Vi ho già raccontato<br />

di come egli era diventato<br />

parroco di quella<br />

piccola cittadina in mezzo alle montagne.<br />

In cima alla collina più alta si<br />

trovava la chiesa matrice, e sull’altare<br />

maggiore vi era una statua <strong>della</strong> Vergine,<br />

nota per non essere esattamente<br />

un modello di bellezza... Diciamo<br />

la verità: era brutta, anzi, proprio<br />

brutta. Trascorsero gli anni, e tutti gli<br />

sforzi di Don Beppi per sostituirla<br />

vennero frustrati. I fedeli l’apprezza-<br />

Salvami Regina · Marzo 2007<br />

storia Per bambini…o Per aduLti Pieni di Fede?<br />

Quando mancavano poco più di cento metri per<br />

raggiungere di nuovo le strade pavimentate del quartiere<br />

antico, avvenne il disastro...<br />

Mariana Morazzani Arráiz<br />

Vicepresidente Generale<br />

vano così tanto che il parroco non poteva<br />

più nemmeno far cenno all’ipotesi<br />

di toglierla dalla chiesa.<br />

Sembrava, allora, che Don Beppi<br />

avesse desistito, visto che non toccò<br />

più l’argomento. Invece per chi lo<br />

conosceva bene, questo suo atteggiamento<br />

rappresentava un cattivo segnale.<br />

Posso garantirvi che lui sapeva<br />

essere più testardo di tutti i suoi parrocchiani<br />

messi insieme.<br />

Per farla breve, arrivò il mese di<br />

agosto, e con questo la grande processione<br />

<strong>della</strong> Patrona, che percorreva<br />

le principali strade <strong>della</strong> cittadi-<br />

na, con tutto quanto si è soliti fare in<br />

queste occasioni: banda musicale, e<br />

confraternite varie. Era prevista perfino<br />

la partecipazione del prefetto.<br />

Una sera, durante una riunione<br />

con gli organizzatori, Don Beppi fece<br />

la seguente comunicazione:<br />

– Quest’anno estenderemo la processione<br />

alle case nuove, a nord <strong>della</strong><br />

città.<br />

– Ma il percorso diventa molto più<br />

lungo! – disse il signor Manuele, un<br />

barbuto commerciante.<br />

Essendo lui il capo dei caricatori<br />

del pesantissimo baldacchino, pre-


se paura immaginando la sua schiena<br />

piegata lungo tutto il percorso di alcune<br />

miglia, sotto il torrido sole estivo.<br />

– Signor Manuele – rispose Don<br />

Beppi – il tragitto sarà, effettivamente,<br />

molto più lungo, ma reputo <strong>della</strong><br />

massima importanza che la statua<br />

<strong>della</strong> Vergine estenda la sua benedizione<br />

al quartiere nuovo. Così, ho già<br />

parlato con Mantovani, che ci presterà<br />

il suo autocarro. Su questo monteremo<br />

il baldacchino e faremo tutto<br />

il percorso in modo degno...e senza<br />

rompere la schiena a nessuno.<br />

Si discusse ancora un po’ <strong>della</strong><br />

questione, ma, alla fine, tutti concordarono<br />

di buon grado. In verità, il signor<br />

Manuele fu molto sollevato con<br />

la storia dell’autocarro, perché questo<br />

lo avrebbe liberato dal sacrificio di<br />

prendersi sulle spalle il terribile peso.<br />

Così fu. Alcuni giorni prima <strong>della</strong><br />

processione, portarono l’autocarro<br />

al deposito dietro la sede parrocchiale.<br />

Era uno di quei vecchi e rudimentali<br />

veicoli anteguerra, coi pneumatici<br />

duri e le molle arcaiche. Ma, alla fine,<br />

ben agghindato coi fiori e ghirlande,<br />

nell’insieme risultò bello. L’unica<br />

cosa che stonava, evidentemente,<br />

era la statua. Uscendo alla luce del<br />

sole, nemmeno tutte le decorazioni<br />

che le avevano messo riuscivano a nascondere<br />

la sua bruttura. I confratelli<br />

guardavano di sottecchi il parroco,<br />

ma costui rimase zitto.<br />

– Che bello! Il prete ormai si è abituato<br />

alla Vergine Brutta!<br />

* * *<br />

Cominciò la processione. Tutto<br />

procedeva come al solito, ed il popolo<br />

seguiva contento, pregando e cantando.<br />

Ad un certo punto, come era<br />

stato combinato, il vecchio autocarro<br />

si avviò verso il quartiere nuovo.<br />

Lì non esistevano strade pavimentate,<br />

e i viottoli di nuda terra erano talmente<br />

pieni di buche e canaletti che<br />

molta gente vacillava nel procedere.<br />

Scivolando sulla ghiaia, l’autocarro si<br />

scuoteva come un bue selvatico e, durante<br />

il tragitto, lo sventurato Mantovani<br />

malediceva il momento in cui<br />

aveva dato il suo assenso all’azzardata<br />

idea di fare questa strada.<br />

Gli abitanti del quartiere nuovo si<br />

rallegravano per la considerazione di<br />

cui il parroco li aveva fatti oggetto e<br />

gioiosamente facevano cenni con i fazzoletti<br />

dai marciapiedi e dalle finestre.<br />

I partecipanti alla processione, tuttavia,<br />

temevano per la statua, che avanzava<br />

sballottata qua e là lungo l’accidentato<br />

percorso. Era tale l’apprensione, che<br />

un grande spazio vuoto si venne a poco<br />

a poco aprendo nella moltitudine intorno<br />

al baldacchino motorizzato. Don<br />

Beppi, nel frattempo, seguiva tranquillo<br />

e sicuro. La struttura in legno era<br />

stata saldamente fissata alla carrozzeria<br />

dell’autocarro, e non si scuoteva in<br />

nessuna occasione. Ma... come avrebbe<br />

potuto l’antichissima statua sopportare<br />

le forti e continue scosse?<br />

Continuava la recita del rosario, inframmezzata<br />

da canti. Con sollievo, il<br />

popolo già avvistava nuovamente, poco<br />

più avanti, le vie pavimentate. Quegli<br />

ultimi passi, tuttavia, erano i peggiori di<br />

tutti quanti. I fedeli pregavano a voce<br />

più alta, i musici suonavano con maggior<br />

vigore. Mantovani tentava a tutti<br />

i costi di guidare il suo vecchio veicolo<br />

sui punti meno accidentati. Don Beppi<br />

si manteneva in silenzio.<br />

Per farla breve, la Vergine Brutta non<br />

riuscì a superare quel fatidico tratto.<br />

Quando mancavano poco più di<br />

cento metri per raggiungere le strade<br />

buone del quartiere antico, l’autocarro<br />

derapò e si rovesciò in un grande<br />

fossato. La violenta caduta produsse<br />

nella vecchia statua l’effetto di<br />

un calcio di cavallo: essa si ruppe in<br />

mille pezzi, sollevando una nuvola di<br />

polvere e calcinacci.<br />

Un grande grido si alzò dalla moltitudine.<br />

Ma non fu soltanto per la distruzione<br />

<strong>della</strong> Vergine Brutta: disfatta<br />

la grossa buccia di malta, ne uscì<br />

scintillante una meravigliosa statua<br />

d’argento, con un aspetto così bello e<br />

innocente come quello di alcune famose<br />

opere d’arte medievali.<br />

Stupefatti, Don Beppi e i fedeli<br />

compresero in un istante il perché<br />

dell’esistenza del deforme pezzo di<br />

“scultura” che si era appena frantumata:<br />

in un passato remoto, in situazione<br />

di imminente pericolo, qualcuno<br />

aveva ricoperto in gran fretta la<br />

mirabile statua d’argento con quella<br />

pasta di argilla e gesso, per proteggerla<br />

dai barbari o dai ladri. E così<br />

“scolpì” la Vergine Brutta, la quale ebbe<br />

il merito di difendere, per secoli,<br />

dalla furia dei malfattori la preziosa<br />

statua d’argento, la Vergine Bella.<br />

Condotta trionfalmente in chiesa,<br />

la Vergine Bella fu solennemente intronizzata,<br />

in mezzo a canti ed esclamazioni<br />

<strong>della</strong> moltitudine entusiasta.<br />

* * *<br />

Contemplando la magnifica statua<br />

sull’altare, Don Beppi meditava:<br />

“Quante altre meraviglie avrà posto<br />

Dio nella Santa Chiesa, nascoste agli<br />

occhi degli uomini, per venire alla luce<br />

in tutto il loro splendore, al giusto<br />

momento?”<br />

La sera, tuttavia, prima di dormire,<br />

egli rievocò gli avvenimenti di<br />

quel giorno. In verità, tutto era stato<br />

pianificato da lui – le strade piene di<br />

buche, il vecchio autocarro dai pneumatici<br />

duri e le molle rotte – in modo<br />

che la statua andasse in pezzi. Alla<br />

mente gli venne lo scrupolo di aver<br />

fatto il bene, agendo in quella maniera.<br />

Si chiese di non aver forse commesso<br />

una mancanza, distruggendo<br />

deliberatamente una statua <strong>della</strong><br />

Vergine alla quale il popolo portava<br />

devozione, per quanto brutta essa<br />

fosse?<br />

Il giorno successivo, andò in chiesa<br />

di primo mattino ed ebbe la soddisfazione<br />

di vedere un grande numero<br />

di fedeli davanti alla statua recentemente<br />

scoperta. E due novità: molti<br />

fiori e una moltitudine di innocenti<br />

bambini che rivolgevano alla Madre<br />

di Dio le loro infantili preghiere.<br />

Questo tolse ogni scrupolo a Don<br />

Beppi: in fin dei conti – concluse – il<br />

tutto era stato opera <strong>della</strong> stessa Vergine<br />

Bella che, per mezzo del suo parroco,<br />

aveva scelto quel momento per<br />

rivelarsi ai suoi figli e al mondo.²<br />

Marzo 2007 · Salvami Regina 7


1. Domenica delle Palme, inizio<br />

<strong>della</strong> Settimana Santa.<br />

San Gilberto, vescovo (+1245).<br />

Costruì la Cattedrale di Dornoch,<br />

Scozia, e vari ospizi per i poveri.<br />

2. Beato Guglielmo Apor, vescovo<br />

e martire (+1945). Durante la Seconda<br />

Guerra Mondiale, quando era Vescovo<br />

di Györ, Ungheria, fu colpito<br />

a morte da alcuni soldati russi, mentre<br />

difendeva alcune ragazze rifugiate<br />

in un edificio <strong>della</strong> diocesi, e morì<br />

tre giorni dopo.<br />

3. San Sisto I, papa (+128). È<br />

stato il sesto papa dopo San<br />

Pietro.<br />

4. San Benedetto<br />

Massarari, religioso<br />

(+1589). Nacque a<br />

Messina, discendente<br />

da schiavi africani, fu<br />

chiamato “il moro” o<br />

“il nero”. Nell’Ordine<br />

dei Frati Minori,<br />

a Palermo, esercitò le<br />

funzioni di cuoco, superiore,<br />

maestro di novizi<br />

e di nuovo cuoco.<br />

5. Giovedì Santo, istituzione<br />

dell’Eucaristia.<br />

Santa Giuliana di Liegi, vergine<br />

(+1258). Religiosa agostiniana, molto<br />

devota al Santissimo Sacramento.<br />

Ebbe visioni e rivelazioni che portarono<br />

il Papa Urbano IV ad istituire la<br />

Solennità del Corpus Domini per tutta<br />

la Chiesa.<br />

6. Venerdì Santo, Passione del Signore.<br />

Sant’Eutichio, vescovo (+582). Patriarca<br />

di Costantinopoli, lottò coraggiosamente<br />

per l’ortodossia <strong>della</strong> fede.<br />

7. Sant’Enrico Walpole e Beato<br />

Alessandro Rawlins, sacerdoti e mar-<br />

tiri (+1595). Incarcerati, torturati e<br />

impiccati per il fatto di esercitare il<br />

ministero sacerdotale, durante il regno<br />

di Elisabetta I di Inghilterra.<br />

8. Domenica di Pasqua, Resurrezione<br />

del Signore.<br />

Sant’Amanzio di Como, vescovo<br />

(+449). Di origine inglese, fu Vescovo<br />

di Como, dove costruì una basilica<br />

in onore di San Pietro e San Paolo,<br />

per accogliere le reliquie dei due<br />

Apostoli, che aveva portato da Roma.<br />

David Domingues<br />

San Sisto I - Basilica di San Paolo<br />

Fuori le Mura, Roma<br />

9. Lunedì dell’Angelo. Si ricorda<br />

l’incontro dell’angelo con le donne<br />

accorse al sepolcro, dopo la Resurrezione.<br />

Santa Valdetrude (+688). Sorella<br />

di Santa Aldegunda, sposa di<br />

San Vincenzo Madelgario e madre<br />

di quattro santi. Di comune accordo<br />

con suo marito, che si fece monaco,<br />

entrò in un monastero da lei stessa<br />

fondato.<br />

10. San Fulberto, vescovo (+1029).<br />

Promosse la devozione alla Vergine<br />

Maria come Regina di Misericordia.<br />

11. Beata Elena Guerra, vergine<br />

(+1914). Fondò a Lucca, la Congregazione<br />

delle Oblate dello Spirito<br />

Santo per l’educazione <strong>della</strong> gioventù<br />

femminile.<br />

12. Beato Lorenzo, sacerdote (+<br />

sec. XIV). Religioso dell’Ordine di<br />

San Gerolamo, nel monastero di<br />

Belém, Portogallo. Con la sua esimia<br />

pietà, attirò molti penitenti che a lui<br />

ricorrevano.<br />

13. Beata Ida di Boulogne,<br />

vedova (+1113). Sposa<br />

di Eustachio II, Conte di<br />

Boulogne, educò pietosamente<br />

i suoi figli, tra<br />

i quali Goffredo di Buglione.<br />

Dopo la morte<br />

di suo marito, si dedicò<br />

interamente alle opere<br />

di pietà e di carità.<br />

14. Beata Isabella<br />

Calduch Rovira, vergine<br />

e martire (+1936). Religiosa<br />

Clarissa, molto devota<br />

al Santissimo Sacramento<br />

ed alla Vergine Maria, uccisa per<br />

odio alla fede durante la persecuzione<br />

religiosa in Spagna.<br />

15. Domenica <strong>della</strong> Divina Misericordia.<br />

Sant’Ortario, abate (+ sec. XI).<br />

Nel monastero di Landelle, Francia,<br />

condusse una vita di austerità e orazione<br />

e si prese cura dei poveri e degli<br />

infermi.<br />

16. San Turibio, vescovo (+ sec.<br />

V). Nato a Torino, divenne Vescovo di<br />

Astorga, Spagna. Combattè con tutte<br />

le forze l’eresia di Prisciliano, che si<br />

stava propagando in questo paese.


17. Beata Clara Gambacorti,<br />

religiosa (+1419). Rimase vedova<br />

molto giovane e fondò a Pisa<br />

il primo monastero domenicano<br />

di stretta osservanza, del quale fu<br />

eletta abbadessa. Diede generosa<br />

accoglienza nel monastero alla<br />

vedova e alle figlie dell’uomo<br />

che anni prima aveva assassinato<br />

suo padre e i suoi fratelli.<br />

18. San Giovanni Isauro, monaco<br />

(+ dopo il 842). Nell’isola di<br />

Egina, Grecia, difese fermamente<br />

il culto delle immagini sante.<br />

19. Sant’Elfego, vescovo e martire<br />

(+1012). Era Vescovo di Canterbury<br />

quando i normanni invasero<br />

l’Inghilterra. Siccome non volle<br />

abbandonare il suo gregge, fu imprigionato<br />

e barbaramente assassinato<br />

perché si rifiutò di pagare<br />

il proprio riscatto col denaro delle<br />

elemosine raccolte per i poveri.<br />

20. San Vione, vescovo (+804).<br />

Nacque nella Frigia e fu inviato<br />

dall’imperatore Carlo Magno ad<br />

evangelizzare la Sassonia. Nominato<br />

Vescovo di Osnabruck, affrontò<br />

molte fatiche per amore<br />

di Cristo.<br />

Sergio Hollmann<br />

21. Sant’Anselmo, vescovo e<br />

dottore <strong>della</strong> Chiesa (+1109).<br />

Sant’Apollonio, filosofo e martire<br />

(+185). Cittadino romano<br />

eminente, fu denunciato come<br />

cristiano e fece davanti al prefetto<br />

Perennio e al Senato di Roma<br />

un’insigne apologia del Cristianesimo.<br />

In seguito confermò col suo sangue<br />

la testimonianza <strong>della</strong> fede.<br />

22. III Domenica di Pasqua.<br />

San Maryahb (“Il Signore chiama”),<br />

martire (+341). Arcidiacono<br />

in Persia, ucciso durante la persecuzione<br />

del re Sapor II.<br />

23. San Giorgio, martire (+ sec.<br />

IV).<br />

San Giorgio - Vetrata <strong>della</strong><br />

Cattedrale di Colonia, Germania<br />

Sant’Adalberto, vescovo e martire<br />

(+997).<br />

Beata Teresa Maria <strong>della</strong> Croce (Teresa<br />

Manetti), vergine (+1910). Fondò<br />

a Campi Bisenzio, la Congregazione<br />

delle Carmelitane di Santa Teresa.<br />

24. San Fedele di Sigmaringa, sacerdote<br />

e martire (+1622).<br />

Beata Maria Elisabetta Hesselblad,<br />

vergine (+1957). Nata in una famiglia<br />

luterana <strong>della</strong> Svezia, si convertì a<br />

32 anni. Restaurò l’Ordine di Santa<br />

Brigida, molto impegnata nella<br />

contemplazione, nella carità verso<br />

i poveri e nell’unità dei cristiani.<br />

25. San Marco, Evangelista.<br />

San Erminio, abate e vescovo<br />

(+737). Impiegava il massimo<br />

sforzo nell’orazione e ricevette lo<br />

spirito di profezia.<br />

26. Beati Domenico e Gregorio,<br />

sacerdoti (+ sec. XIII). Due<br />

padri domenicani che percorsero<br />

insieme le terre di Aragona in<br />

Spagna, mendicando tutto il giorno<br />

il cibo e annunciando a tutti la<br />

Parola di Dio.<br />

27. Beata Caterina, vergine<br />

(+1565). Entrò nell’Ordine <strong>della</strong><br />

Penitenza di San Domenico e visse<br />

reclusa per 51 anni, dedita alla<br />

contemplazione delle cose divine.<br />

28. San Pietro Chanel, sacerdote<br />

e martire (+1841).<br />

San Luigi Maria Grignion de<br />

Montfort, sacerdote (+1716).<br />

Beata Maria Luisa di Gesù<br />

Trichet, vergine (+1759). Prima<br />

religiosa e prima superiora <strong>della</strong><br />

Congregazione delle Figlie <strong>della</strong><br />

Sapienza, fondata da San Luigi<br />

Maria Grignion de Montfort.<br />

29. IV Domenica di Pasqua.<br />

Santa Caterina da Siena, vergine<br />

e dottore <strong>della</strong> Chiesa (+1380).<br />

Sant’Ugo, abate (+1109). Resse<br />

per 61 anni il celebre monastero<br />

di Cluny, come zelantissimo custode<br />

e promotore <strong>della</strong> vita monastica.<br />

30. San Pio V, papa (+1572).<br />

Beata Paolina Von Mallinckrodt,<br />

Vergine (+1881). Fondò a Paderborn,<br />

Germania, l’istituzione delle<br />

Suore <strong>della</strong> Carità Cristiana. Dedicò<br />

la vita a prendersi cura dei bambini<br />

poveri e ciechi e ad aiutare i malati<br />

ed abbandonati.


Vista d’uccello<br />

Capita spesso di interpretare male la realtà.<br />

Infatti riteniamo che quanto più da vicino la<br />

analizziamo, più profondamente la<br />

conosciamo. Sarà vero?<br />

Q<br />

ualche tempo fa, ho<br />

ricevuto da un amico<br />

l’invito ad assistere<br />

a un documentario<br />

in video, una collezione<br />

di filmati aerei di alcune regioni<br />

dell’Europa. Il suo regista ha avuto<br />

il buon gusto di non fare molti commenti,<br />

limitandosi a dare brevi informazioni,<br />

soltanto il minimo indispensabile<br />

affinché lo spettatore potesse<br />

localizzarsi.<br />

0 Salvami Regina · Marzo 2007<br />

Padre Antonio Guerra<br />

Il film si intitolava in spagnolo, se<br />

non mi sbaglio, “A vista de pájaro”,<br />

cioè “Vista d’uccello”. Nome suggestivo<br />

e perfino poetico, che evoca la<br />

visione di una regione contemplata<br />

dall’alto, con gli occhi di un uccello.<br />

Nell’insieme, era un’opera molto<br />

felice. In alcune immagini la telecamera<br />

ha compiuto giri completi<br />

intorno alle evocative rovine di una<br />

plurisecolare abbazia, incorniciata da<br />

gradevoli coltivazioni di un verde vi-<br />

Val d’Orcia – Toscana<br />

vo e impeccabile. In un altro tratto,<br />

un prestigioso caseggiato abbellito da<br />

cipressi, emergeva come isola in mezzo<br />

alla foschia misteriosa di una mattina<br />

d’autunno.<br />

Degli amici che con me assistevano<br />

alla proiezione, alcuni sono nati<br />

nel Continente Europeo e altri vi sono<br />

vissuti per un tempo considerevole,<br />

quindi, spesso qualcuno riconosceva<br />

una regione che aveva avuto occasione<br />

di visitare e le sommarie spie-<br />

Foto: Getty Images


Foto: Getty Images<br />

gazioni del film erano completate dai<br />

commenti del piccolo gruppo di spettatori.<br />

Curiosamente, molte osservazioni<br />

manifestavano una sorpresa: “Oh,<br />

ma quella villa? Com’è bella vista<br />

dall’alto!” Oppure: “Pensavo di conoscere<br />

tanto bene questa città... ma,<br />

vista dall’alto, sembra un’altra, assume<br />

un’altra dimensione!”<br />

Infatti, la realtà considerata con<br />

“la vista d’uccello” è quasi sempre<br />

meravigliosa e sublime, mentre con<br />

“vista di uomo”, si trova frequentemente<br />

pregiudicata da una delle debolezze<br />

umane, che è quella di attaccarsi<br />

con facilità ai dettagli. La maggior<br />

parte delle volte, più che di aiutare<br />

a capirla, ciò distorce la realtà.<br />

In parole povere, si chiama “vista<br />

corta” o, se si vuole, mediocrità.<br />

Questa è una delle grandi fonti di attrito<br />

fra gli uomini, quando ognuno,<br />

attento solo all’esiguo spazio che riesce<br />

– o vuole- vedere davanti a sé,<br />

non comprende il procedimento dell’altro,<br />

anche stando a poca distanza.<br />

Potrebbero essere menzionati<br />

un’infinità di azioni malvagie che<br />

derivano da queste prospettive ristrette.<br />

Basti, qui, ricordarne una:<br />

le “viste corte” sono spesso in relazione<br />

ad una visione meramente<br />

materiale delle cose, senza considerare<br />

la realtà soprannaturale<br />

che sta al di sopra di tutto quanto<br />

vediamo intorno a noi. Dio ha creato<br />

l’universo come un grande e ammirevole<br />

insieme per glorificarLo.<br />

In lui, niente esiste senza che ci sia<br />

una ragion d’essere. Quando noi ci<br />

dimentichiamo di questo, corriamo<br />

il grave rischio di dimenticare la finalità<br />

<strong>della</strong> Creazione, primo passo<br />

per relegare all’oblio lo stesso<br />

Creatore.<br />

L’ipotetico uccello del documentario<br />

osservava dall’alto il panorama,<br />

nel quale le centinaia di piccole componenti<br />

formavano un insieme incantevole<br />

e meraviglioso. Anche noi, uomini,<br />

se ci sforziamo di analizzare<br />

tutto da un alto punto di osservazione<br />

– ossia, soprannaturale- potremo<br />

capire che perfino le cose più comuni<br />

e ordinarie acquistano importanza.<br />

Infatti, per chi ha fede, nulla è insignificante.<br />

Allora, non sarebbe salutare, oltre<br />

che più virtuoso, cercare sempre<br />

la “vista d’uccello”, invece di accontentarci<br />

e accomodarci alla prosaica<br />

e abituale “vista d’uomo”? ²<br />

Alicante – Spagna


Sergio Hollmann<br />

Maria Santissima<br />

del Buon Successo<br />

– Casa degli<br />

Araldi del Vangelo,<br />

Siviglia – Spagna<br />

Q<br />

uanta angoscia provava la Madre pietosa,<br />

nel vedere le pene di suo Figlio! Quale<br />

uomo non avrebbe pianto se avesse visto la<br />

Madre di Cristo in un così grande supplizio?<br />

(Stabat Mater, 4-5)

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