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Lo scivolone su Eluana: rifiutato il minuto di silenzio
per commemorarne la scomparsa
È il 9 febbraio 2009. La vicenda di Eluana ha spaccato in due il
Paese. Durante la seduta del Consiglio comunale arriva la triste
notizia della morte della giovane Englaro. Al di là delle posizioni
favorevoli o contrarie all’eutanasia, la scomparsa di questa donna
rimasta in stato vegetativo per 17 anni rappresenta un dolore per
tutti. Proprio per questo, senza alcuno spirito polemico, la leghista
Silvia Lanzani chiede che il Consiglio comunale si fermi per
un minuto di silenzio al fine di commemorare la povera Eluana.
La risposta del Presidente del Consiglio Marco Brembilla lascia
tutti di ghiaccio: “È un momento di profondo dolore da parte di
tutti - dichiara - ma, nel rispetto delle sensibilità di ciascuno, non
ritengo opportuno procedere al minuto di silenzio, lascio alla riflessione
personale l’epilogo di questa drammatica vicenda”.
Brembilla tira dritto per “evitare strumentalizzazioni”, ma una
reazione, pur in termini pacati in segno di rispetto verso la morte
di Eluana, c’è lo stesso.
Le minoranze decidono infatti di abbandonare l’aula: “Si tratta di
un caso che ha colpito le coscienze di tutti - spiegano - e ritenevamo
meritasse un minuto di silenzio, indipendentemente dalle
posizioni dei singoli consiglieri: non volevamo alcuna politicizzazione
di questo episodio, ma di fronte a un dramma umano
senza precedenti come quello che si è consumato nei giorni
scorsi, rendere omaggio a Eluana era un atto doveroso”.
Una pagina nera, l’ennesima, del Consiglio comunale: per cercare
di evitare un’imbarazzante spaccatura all’interno della maggioranza,
dalle parti del centrosinistra non ci si è fatti scrupoli
nell’umiliare ancora di più la povera Eluana nel nome del più cinico
opportunismo.
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