Tempi Bruni - LEGA NORD Blog - Sezione di Bergamo

Tempi Bruni a Bergamo
una cattolica convinta come la capogruppo della Margherita Fiorenza
Varinelli, nota sostenitrice negli anni scorsi del progetto
della Curia e della parrocchia di San Tomaso che con una pericolosa
e imbarazzante virata a 180 gradi si è messa a difendere
l’operato del suo assessore, dimostrando che probabilmente il potere
dà proprio alla testa.
Purtroppo per Trussardi, però, la Curia ha tranquillamente vinto
il ricorso al Tar contro il diniego dell’Amministrazione comunale
e ha dato il via alla realizzazione del progetto originario.
Rifondazione si scatena contro i cattolici in giunta
Forse perché pizzicato dalla figuraccia per la piazza di San Tomaso
o forse per far vedere agli elettori di Rifondazione Comunista
che il kompagno Rupert (questo è il nomignolo di battaglia
di Trussardi negli ambienti sinistroidi) in giunta conta qualcosina,
sta di fatto che nel luglio 2005 l’assessore all’Edilizia Privata
sferra un vero e proprio attacco contro il gracile e devoto vicesindaco
postdemocristiano Ebe Sorti Ravasio.
Ad accendere le polveri, forse inconsapevoli, perché ancora accovacciati
nella loro bambagia di ingenuità, o molto più probabilmente,
per dimostrare tutto il loro spessore di (pseudo) statisti
in erba, sono Maurizio Martina e Matteo Rossi, rispettivamente
segretario provinciale e cittadino dei Ds, il duo Gianni e Pinotto
della politica orobica.
I due, ignari che la coalizione su cui poggia Bruni è quel tantino
instabile, soprattutto su temi ideologici, la sparano grossa con una
lettera a L’Eco in cui, dopo aver pescato a piene mani nelle citazioni
di Giovanni Paolo II e Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento
dei Focolari, e dopo aver premesso che “il modello non
può essere l’unilateralismo di Bush e nemmeno quello di Zapatero”,
propongono di fare di Bergamo un “laboratorio di dialogo
tra laici e cattolici”, al fine di confrontarsi, con “un nuovo spirito
costituente”, sulle “grandi questioni come il governo delle bioscienze,
la pace, l’educazione e l’etica condivisa di un popolo”.
Da questa lettera scaturisce un dibattito che arriva a toni talmente
aspri da creare una crisi di giunta. Da un lato la Margherita, con la
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