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dicembre 2011 ∙ anno LX n°3
zio e, come se non bastasse, Imprese
italiane indebitate o sottoposte a
controllo estero, a pesanti processi
di riassetto societario e ad efficientamenti
eccessivi: la vicenda Edison/Edipower
o quella di EOn/Endesa
sono emblematiche di come
l’assenza di controllo e di indirizzo
consenta operazioni che distruggono
valore e posti di lavoro.
Ma anche la vicenda dell’Enel dovrebbe
indurre alla riflessione: da
“campione nazionale” a Player
internazionale, con un alto indebitamento
che non consente di
sviluppare la Rete di media e bassa
tensione, ritardando anche lo
sviluppo equilibrato attraverso le
Fonti Rinnovabili (in particolare
al Sud), e di riconvertire tanti
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impianti di Generazione destinati
alla chiusura. Insomma, una grande
Azienda che, in casa propria,
agisce ormai in piccolo. Il 2011, se
ce ne fosse stato bisogno, ha definitivamente
chiarito che il mondo
elettrico non è più un’isola felice,
dove il posto di lavoro è certo e per
sempre (compreso all’Enel), dove
ogni trattamento contrattuale va
difeso coi denti e ogni giorno.
Ed è per questo motivo che serve
più Sindacato elettrico, serve più
FLAEI-CISL. Mai come oggi il Lavoro
elettrico ha bisogno di essere
difeso, mai come oggi i Lavoratori
elettrici hanno bisogno di un Sindacato
che, fino all’ultimo, eserciti
il suo ruolo: contrattare, contrattare,
contrattare.