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Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />

“Scusami…. Sono Matteo <strong>ma</strong> non conosco il tuo nome…. Passiamo tanto tempo<br />

seduti nella stessa aula e per di più vicini e questa <strong>ma</strong>ttina sei uscita<br />

improvvisamente,correndo via. Mi faccio vivo solo per chiederti se hai bisogno di<br />

aiuto…comprendi?”.<br />

Livia non si fermò. Non rallentò nemmeno. Rispose senza nemmeno voltarsi:<br />

“Grazie,<strong>ma</strong> devo cavarmela da sola! Specialmente quando da certe situazioni posso<br />

tirarmi fuori solo io e nessun altro!<br />

Scusami,<strong>ma</strong> ho premura. Ciao”.<br />

La giovane continuò a correre e Matteo, con un coraggio insolito, le stette dietro.<br />

Lei si voltò, sempre correndo,infastidita da quell’inseguimento.<br />

Successe poi <strong>che</strong> dal cappotto , abbottonato appena, venisse fuori e cadesse a terra<br />

la lettera dell’amministrazione, <strong>che</strong> l’aveva tanto impressionata ed agitata.<br />

Matteo non si lasciò sfuggire l’occasione di esserle di qual<strong>che</strong> utilità e raccolse la<br />

lettera, <strong>che</strong> stava volando in mezzo alla strada. Notò, dall’intestazione, <strong>che</strong> era<br />

dell’amministrazione ed ricordò <strong>che</strong> lei aveva lasciato l’aula proprio dopo aver letto<br />

quella lettera.<br />

“Ecco, compagna. Non dirmi <strong>che</strong> non sia stato il riceverla, a scombussolarti in<br />

questo modo.”<br />

“ Può darsi,Matteo ---rispose Livia--- <strong>ma</strong> tu non puoi certo farci niente. Ti<br />

ringrazio,ciao. Ora lasciami andare…il mio nome <strong>è</strong> Livia, se vuoi saperlo”.<br />

Il coraggio di quel giovane, timido studente, ebbe un crescendo. Si era sentito<br />

chia<strong>ma</strong>re per nome e conoscere il suo : Livia.<br />

Fece poi quello <strong>che</strong> <strong>ma</strong>i sarebbe stato capace di fare: prese per un braccio la<br />

compagna e le impedì di continuare a correre.<br />

Lei reagì : cercò di liberarsi da quella stretta per continuare la sua corsa, <strong>ma</strong> ora<strong>ma</strong>i<br />

in Matteo co<strong>ma</strong>ndava una forza <strong>che</strong> gli arrivava da chissà dove o meglio <strong>che</strong><br />

esisteva già nel suo spirito senza ch’egli ne fosse conscio e <strong>che</strong> il vedere una<br />

compagna tormentata da qual<strong>che</strong> grave notizia, l’aveva fatta emergere, scuotendo la<br />

sua abituale abulia.<br />

“No, Livia! ---le disse con una certa decisione –fer<strong>ma</strong>ti. Ti accompagno. Non puoi<br />

scappare così ! Per rimediare a qual<strong>che</strong> disgrazia, occorre riflettere. E lo si deve fare<br />

con cal<strong>ma</strong>. E’ inutile mettersi a correre. Ma dove vuoi andare? Ti accompagno e<br />

penso di poter fare qualcosa per te”.<br />

La giovane cominciò a cedere. “ Un aiuto?—si disse—<strong>ma</strong> <strong>che</strong> aiuto può darmi<br />

questo tipo <strong>che</strong> studia come me,timido fra l’altro e <strong>che</strong> forse ha an<strong>che</strong> lui il<br />

proble<strong>ma</strong> di pagare le tasse?”.<br />

Si decise però di fer<strong>ma</strong>rsi e guardò in faccia Matteo.<br />

Si accorse <strong>che</strong> il suo compagno era cambiato,non sembrava nemmeno più lui. Non<br />

notava più la solita timidezza . Che strano! La sua espressione <strong>è</strong> quasi quella di uno<br />

<strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda! Non capisco.<br />

Ma an<strong>che</strong> in lei si verificò un cambiamento.<br />

E’ vero –pensò – pri<strong>ma</strong> di correre ancora <strong>è</strong> meglio riflettere. Non so nemmeno dove<br />

sto andando. Sono indecisa.<br />

Sì rivolse così a Matteo:<br />

“Tu vedi le cose facili,mi pare. Ma cosa faresti tu se ricevessi una letteraccia<br />

dall’Università? A chi ti rivolgeresti?”.<br />

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