Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

Ricchezza, povertà, ma è l’amore che comanda
“ Papà,quel tizio che ti ha tirato fuori da una situazione precaria, era proprio un
operaio.
Un operaio che conosco molto bene e che apprezzo: il padre della mia compagna,di
Livia”.
Il padre si trovò davanti, ancora una volta, l’amore del figlio verso quella
compagna, quale inviolabile barriera per continuar ad imporre la morale che l’aveva
rigidamente orientato nella sua conquista di ricchezza e di potere.
Il suo concreto ragionare,questa volta rispettoso dell’eterna potente idea insita
nell’uomo, lo convinse allora che il vero amore comanda sempre, anche sulla
ricchezza e la povertà.
Ricompose quindi la sua battagliera espressione e rimase a lungo a riflettere nel suo
studio, Matteo invece,non si attardò molto a pensare.
La sua nuova visione ideale della vita, apparsagli il giorno in cui aveva cominciato
a comunicare spiritualmente con Livia, era ormai, limpidamente chiara.
L’Assemblea degli azionisti della “ Metallurgiche riunite”, sanzionò poi il
trasferimento all’estero della fabbrica, che riprese presto a produrre redditi.
Gli operai dovettero accontentarsi del sussidio della Cassa Integrazione e sopportare
duri sacrifici della cui durata non è possibile fare previsioni.
L’unione di Matteo e Livia non ebbe termine ed i due giovani affrontarono la vita
con le loro forze.
Il signor Uberto,il finanziere,rimase invece molto solo.
Nel suo orientamento ideale qualcosa si era cambiato.
Aveva cominciato a considerare, nel prendere decisioni, quello che le sue
operazioni avrebbero potuto provocare in coloro che ne venivano coinvolti.
indice
74