04.06.2013 Views

Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />

Sacrificarsi,rinunciare a tante pretese, a pensare ai propri doveri, pri<strong>ma</strong> di agitarsi<br />

tanto. Se la prendono invece con me,con i miei soci e con tutti quelli <strong>che</strong> contano.<br />

Do<strong>ma</strong>ni l’Assemblea deciderà, <strong>è</strong> certo,di salvar la fabbrica ed i capitali <strong>che</strong> sono a<br />

rischio.<br />

E’ lo Stato <strong>che</strong> deve pensare a chi ri<strong>ma</strong>ne senza lavoro. Noi dobbiamo badare agli<br />

interessi generali ed ai nostri.<br />

Non possiamo certo buttare al vento il frutto di tanti sacrifici”.<br />

Matteo a questo punto si scosse. Quelle ipotesi sul pensiero del padre,erano<br />

veramente improntate a pessimismo. nero pessimismo.<br />

Se fosse quello, il senso del suo ragionamento, ci sarebbe d’aver paura – pensò--.<br />

Sarebbe vergognoso <strong>che</strong> si considerassero i lavoratori come semplici pedine da<br />

spostarsi da una parte all’altra,an<strong>che</strong> al di là dai confini della Patria, secondo la<br />

convenienza di pochi, in base ad una legge di mercato, di un mercato creatura di un<br />

siste<strong>ma</strong> economico perverso, escludente la solidarietà, for<strong>ma</strong>tosi necessariamente a<br />

causa dell’impazzare dello sfrenato individualismo,del cinico egoismo!”.<br />

Ma il giovane non ritenne saggio affrontare il padre sul terreno teorico, ideologico.<br />

Solo il richiamo alla coscienza,alla generosità,ai sentimenti inviolabili<br />

dall’egoismo,avrebbe potuto fare breccia nella rigida,dura, spessa incrostazione<br />

ideale del padre.<br />

“Mi chiedi cosa penso della classe operaia.<br />

Ma non hai pensato,papà,<strong>che</strong> quel tizio,come l’hai chia<strong>ma</strong>to, <strong>che</strong> ti ha liberato dalla<br />

morsa delle braccia dei più accesi <strong>ma</strong>nifestanti, non poteva <strong>che</strong> essere an<strong>che</strong> lui un<br />

operaio?<br />

Ed era an<strong>che</strong> del sindacato,come si <strong>è</strong> dichiarato e subito ascoltato.<br />

Ed allora cosa vuol dire ciò?<br />

Vuol dire <strong>che</strong> fosse comprensibile,u<strong>ma</strong>no, <strong>che</strong> il pericolo,minaccia in fin dei<br />

conti,di vedersi portar via la fabbrica, la ragione di vita, provocasse sdegno e<br />

spirito di rivalsa da parte degli operai. Operai <strong>che</strong> producono ric<strong>che</strong>zza di cui tu ed i<br />

tuoi simili ve ne appropriate.<br />

Le agitazioni sindacali,le proteste operaie,caro papà,non si svolgono in un<br />

laboratorio sotto controllo, <strong>ma</strong> nella viva realtà. E’ quindi prevedibile, quasi<br />

nor<strong>ma</strong>le, <strong>che</strong> qual<strong>che</strong> frangia della protesta tenda a sconfinare nell’eccesso,come<br />

nel caso <strong>che</strong> ha riguardato la tua persona.<br />

Succede però quasi sempre <strong>che</strong> nella classe stessa intervengano forze a riportare la<br />

lotta sulla strada <strong>ma</strong>estra e ad evitarne il fallimento.<br />

Lo comprendi questo,papà?”.<br />

Il padre,il finanziere, ri<strong>ma</strong>se quasi trasecolato dalla risposta del figlio.<br />

Da consu<strong>ma</strong>to e freddo calcolatore, riprese però subito l’energia <strong>che</strong> gli aveva<br />

sempre permesso di vincere,<strong>ma</strong> an<strong>che</strong> di sopraffare e do<strong>ma</strong>ndò a sua volta:<br />

“Un operaio, chi mi ha salvato? Chi lo può confer<strong>ma</strong>re ? E tu come fai ad esserne<br />

così sicuro?”.<br />

Si volse poi al figlio con un’espressione di sfida, per annullare col dubbio quella<br />

specie di sermone <strong>che</strong> si era sentito recitare.<br />

La risposta di Matteo fu fulminea e questa volta il padre, impallidito dalla<br />

sorpresa,non ebbe più parole.<br />

73

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!