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Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />

“Lasciatelo! La nostra lotta non ammette questi sistemi! Il nostro sindacato, ho il<br />

titolo di rappresentarlo, chiederà per do<strong>ma</strong>ni una riunione con la Direzione e le<br />

decisioni prese dall’Assemblea,statene certi,dovranno esserci chiarite.<br />

Ed allora sapremo come portare avanti la nostra lotta”.<br />

Si fece poi largo nel gruppo e raggiunto l’ostaggio convinse chi lo tratteneva a farlo<br />

risalire l’auto.<br />

Livia e Matteo pur osservando la scena da una certa distanza, sentirono nascere in<br />

loro,ad un certo punto,uno strano presentimento.<br />

Fecero allora il possibile per avvicinarsi alle auto, fissando i volti degli<br />

interessati,specialmente quelli dell’operaio <strong>che</strong> aveva fatto valere la propria<br />

autorità. Matteo fu il primo ad escla<strong>ma</strong>re:<br />

“Livia,<strong>ma</strong> quello <strong>è</strong> tuo padre !Pensa,<strong>è</strong> proprio lui!”.<br />

“Sì, hai ragione <strong>è</strong> lui! L’ho capito quando si <strong>è</strong> fatto conoscere: <strong>è</strong> lui infatti, il<br />

segretario del comitato sindacale della fabbrica!Ecco dove siamo venuti oggi!”.<br />

Ma le sorprese non erano finite per i due giovani,quel giorno.<br />

La Polizia, raggiunto il luogo dove si era svolto il dram<strong>ma</strong>tico scontro, fece<br />

allontanare la folla dalle due auto e volle accertarsi <strong>che</strong> il <strong>ma</strong>lcapitato azionista non<br />

avesse subito lesioni.<br />

I due giovani si erano avvicinati alle auto proprio nel momento in cui il personaggio<br />

contestato si voltava per rispondere alla Polizia.<br />

Matteo si trovò davanti,a poca distanza colui <strong>che</strong> proprio non se l’aspettava : suo<br />

padre, il signor Uberto Puricelli uno dei più importanti azionisti della fabbrica.<br />

“ Livia,guarda! E quello <strong>è</strong> mio padre !: l’azionista salvato da tuo padre!”.<br />

“ O il pescecane come lo chia<strong>ma</strong>vano quegli operai? – rispose Livia, tanto<br />

emozionata <strong>che</strong> non seppe trattenere uno scoppio di risa.<br />

Poco pri<strong>ma</strong> si era trattenuta dal piangere di gioia e d’orgoglio, nel vedere il padre<br />

<strong>che</strong> dimostrava la forza del suo senso di responsabilità, della serietà delle proprie<br />

idee. Ma lo scorgere un uomo col fiero cipiglio della potenza, col cappello in<br />

terra,scapigliato,col cappotto <strong>che</strong> pendeva tutto da una parte,le era sembrato<br />

veramente buffo.<br />

Tutto stava finendo per il meglio : il padre di Matteo fu aiutato a siste<strong>ma</strong>rsi il<br />

cappello,a raccogliere la borsa, a rassettarsi ed a risalire sull’auto dove l’attendeva<br />

l’altro eminente finanziere : il dr.Lorenzo Marcoli.<br />

La folla si diradò. Le auto dei potenti ripartirono . Gli operai si fer<strong>ma</strong>rono a<br />

commentare l’accaduto,a discutere sulle decisioni del’ Assemblea e poi, affissi<br />

<strong>ma</strong>nifesti ed appesi, ai cancelli della fabbrica ed ai pali della luce, cartelli invitanti<br />

allo sciopero dell’indo<strong>ma</strong>ni ed alla partecipazione dell’Assemblea, <strong>che</strong> si sarebbe<br />

tenuta in fabbrica, una buona parte degli operai tornò alle proprie case.<br />

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