Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
Livia era molto preoccupata di quello <strong>che</strong> stava accadendo e stretto un braccio a<br />
Matteo disse a voce più alta quello <strong>che</strong> aveva mormorato pri<strong>ma</strong>, nel raggiungere la<br />
zona industriale:<br />
“Matteo ! La <strong>ma</strong>nifestazione parte proprio dalla fabbrica in cui lavora mio padre!.<br />
Succede qualcosa di grave! Senti! Sta arrivando la Polizia!”.<br />
Qualcosa di grave stava proprio accadendo : le Guardie della fabbrica avevano<br />
avuto la peggio, nello scontro con il gruppo di operai particolarmente animosi e due<br />
di questi erano riusciti a bloccare una delle auto ed aprire la portiera posteriore.<br />
“Venite un po’ fuori,pescecani! Vogliamo <strong>che</strong> ci diciate subito quello <strong>che</strong> state<br />
facendo! Non ci porterete via il lavoro questa volta! Su, fuori! Fatevi vedere in<br />
faccia!”.<br />
Uno degli occupanti dell’auto, proprio quella dei pezzi grossi, era stato preso da un<br />
braccio e tirato a forza per farlo uscire. Il personaggio si dibatteva,faceva<br />
resistenza,urlava.<br />
Nessuno interveniva,però. I <strong>ma</strong>nifestanti erano solidali con i più battaglieri e<br />
volevano proprio sentire quello <strong>che</strong> avrebbe detto quel potente azionista, <strong>che</strong> stava<br />
per essere messo a loro confronto.<br />
Il personaggio faceva però una resistenza accanita . L’altro azionista, <strong>che</strong> gli era<br />
seduto accanto, lo teneva per le spalle e quindi gli operai, per riuscire a trascinar<br />
all’esterno quello <strong>che</strong> avevano preso per un braccio, dovettero addirittura buttarsi<br />
dentro l’auto in cui si scatenò un corpo a corpo furioso. Finalmente il <strong>ma</strong>lcapitato,<br />
con un ultimo strattone, venne portato all’esterno,in mezzo alla folla imprecante.<br />
L’azionista o amministratore <strong>che</strong> fosse,si dimenava e non staccava i piedi da terra,<br />
per impedire di essere trascinato in mezzo alla folla. Il cappello e la borsa gli erano<br />
caduti a terra ed il cappotto, per gli strattoni datigli al braccio, stava sfilandosi da<br />
una parte.<br />
La <strong>ma</strong>ssa, vedendoselo or<strong>ma</strong>i a pochi passi, aumentò le invettive,le urla e la propria<br />
fer<strong>ma</strong> richiesta :<br />
“Finalmente ti fai vedere,anonimo padrone! Ora devi parlar chiaro. Abbiamo il<br />
diritto di sapere quello <strong>che</strong> si tra<strong>ma</strong> alle nostre spalle. E’ il nostro lavoro <strong>che</strong><br />
produce per tutti, mentre voi pensate solo ai vostri interessi!”.<br />
Il poveraccio veniva spinto da tutte le parti e correva persino il pericolo di andare a<br />
finire sotto i piedi della folla.<br />
Qualcuno l’aveva preso per il collo e lo scuoteva come fosse una <strong>ma</strong>rionetta.<br />
La situazione era proprio pericolosa : da un momento all’altro poteva succedere<br />
l’irreparabile. La <strong>ma</strong>ssa era indignata ed inferocita nello stesso tempo.<br />
La Polizia non era in grado di intervenire : si trovava davanti una folla immensa,<br />
<strong>che</strong> le impediva di raggiungere le auto fer<strong>ma</strong>te dai lavoratori e l’azionista or<strong>ma</strong>i in<br />
ostaggio.<br />
Vi fu però chi comprese <strong>che</strong> la violenza in atto avrebbe potuto mettere in pericolo<br />
l’incolumità dell’ostaggio e vanificare il significato e lo stesso scopo della<br />
<strong>ma</strong>nifestazione.<br />
Non esitò un istante, quel lavoratore responsabile e si mise davanti, deciso, al<br />
gruppo <strong>che</strong> strapazzava l’azionista e fer<strong>ma</strong>mente lo fermò:<br />
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