Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
Vi <strong>è</strong> da pensare--- concluse Matteo la profonda riflessione --- <strong>che</strong> proprio i tiranni,i<br />
dittatori,i cultori di ogni for<strong>ma</strong> di potere, siano posseduti da questa forza <strong>ma</strong>lvagia.<br />
An<strong>che</strong> gli speculatori,gli usurai,i finanzieri?<br />
E’ questa una do<strong>ma</strong>nda tragica <strong>che</strong> mi faccio – seguitò a pensare--- : ho il terrore<br />
<strong>che</strong> an<strong>che</strong> mio padre ed i suoi simili, i Marcoli, per esempio,rientrino nel novero dei<br />
cultori del potere e quindi……<br />
Questo dubbio non <strong>è</strong> da oggi <strong>che</strong> mi assilla ---così continuò--- : <strong>è</strong> quasi un tarlo <strong>che</strong><br />
lavora nel mio cervello.<br />
Livia,forse,per la sua <strong>ma</strong>ncanza di pregiudizi e serenità di spirito, potrà aiutarmi a<br />
far abortire questa insopportabile,inquietudine,dell’ani<strong>ma</strong>.<br />
Dopo quella visita dei signori Marcoli e della loro figlia Maria Antonietta, Matteo<br />
rivide Livia tutte le <strong>ma</strong>ttine.<br />
Alla fine delle lezioni,i due si incamminavano in direzione della periferia e dopo un<br />
bel tratto di strada si sedevano in un caff<strong>è</strong> vicino alla fer<strong>ma</strong>ta dell’ autobus, <strong>che</strong><br />
Livia avrebbe dovuto prendere.<br />
Parlavano di tante cose, della loro vita,di quello <strong>che</strong> succedeva in quei tempi<br />
nell’attività politica, dell’economia, delle lotte sindacali in tante fabbri<strong>che</strong> in crisi.<br />
Un bel giorno Matteo cominciò a parlare delle questioni <strong>che</strong> gli stavano a cuore,del<br />
padre,della sua attività, della sua ascesa nel mondo industriale e finanziario.<br />
Naturalmente con un certo tatto e senza valutazioni eccessivamente negative, in<br />
quanto, grazie ai genitori e specialmente a lui, aveva vissuto in mezzo agli agi e<br />
potuto studiare,an<strong>che</strong> se in un’atmosfera famigliare piuttosto soffocante e priva di<br />
orientamenti inclini alla comprensione del mondo esterno ed alla solidarietà.<br />
Ma quello <strong>che</strong> gli interessava di più era una serena valutazione dell’attività del<br />
padre, con i riflessi <strong>che</strong> poteva avere nei confronti del mondo in cui operava.<br />
E se poi fosse emerso <strong>che</strong> per svolgere un’attività del genere fosse necessario essere<br />
sordi a qualsiasi proble<strong>ma</strong> di coscienza e cio<strong>è</strong> avere un animo più <strong>che</strong><br />
egoista,addirittura cinico e insensibile alle sofferenze altrui,allora,pur rispettando<br />
quell’esteriorità di amore filiale <strong>che</strong> il genitore mostrava verso di lui, si sarebbe<br />
decisamente rifiutato di intraprendere quel cammino verso il futuro <strong>che</strong> gli si voleva<br />
imporre, persino quello di scegliersi la moglie,probabilmente Maria Antonietta.<br />
Anzi,avrebbe senz’altro imboccato un’altra strada.<br />
Per confidare questi problemi, questi dubbi ed esprimere con chiarezza quali<br />
fossero le perplessità <strong>che</strong> lo angustiavano, Matteo dedicò più di uno degli abituali<br />
incontri con Livia.<br />
L’approfondimento dei vari problemi connessi all’interrogativo <strong>che</strong> pri<strong>ma</strong> aveva<br />
rivolto a sé stesso e <strong>che</strong> ora poneva a Livia,non poteva certo esaurirsi in breve<br />
tempo,<strong>ma</strong> doveva essere graduale e veramente chiarificatore.<br />
Cominciò ad intrattenere la compagna sulle motivazioni <strong>che</strong> avevano spinto l’uomo<br />
sulla via del progresso. Avrebbe potuto darsi lui stesso una risposta pertinente,<strong>ma</strong><br />
volle sentire quella della compagna.<br />
“Matteo, metti forse in dubbio <strong>che</strong> l’uomo non volesse liberarsi dalla totale<br />
soggezione alle forze della natura <strong>che</strong> lo rendevano, ai primi tempi della sua<br />
apparizione in terra, vulnerabile da qualsiasi evento naturale ? La motivazione <strong>è</strong><br />
chiara ed <strong>è</strong> consistita nella necessità di far qualcosa per ripararsi e sopravvivere”.<br />
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