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Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />

“ La sua Maria Antonietta <strong>è</strong> indubbiamente dello stesso stampo : soavemente<br />

affascinante per l’amorosa serietà <strong>che</strong> le si legge negli occhi. For<strong>ma</strong>no proprio una<br />

bella coppia i nostri eredi!”.<br />

Gli importanti <strong>ma</strong>riti, come tutti gli esponenti dell’alta finanza, erano invece<br />

stringati e freddi nel confidarsi,molto cautamente s’intende, i loro propositi.<br />

“Egregissimo Uberto --concluse così quella chiacchierata d’affari il potente<br />

Marcoli ----l’atmosfera politica <strong>è</strong> piuttosto irrequieta e la situazione sociale <strong>è</strong><br />

gra<strong>ma</strong> : se si opera con astuzia,in questo periodo, si possono raccogliere buoni<br />

frutti.<br />

E’ il momento di comprare a basso prezzo dove ci sono le condizioni di imporre le<br />

nostre offerte e di vendere quello <strong>che</strong> odora di bruciato.<br />

Sei d’accordo ? Uniamo le forze?”.<br />

“ Credo <strong>che</strong> tu m’abbia convinto : del resto abbiamo sempre operato sullo stesso<br />

terreno : le buoni occasioni le abbiamo sempre scovate ed ancor meglio sfruttate.<br />

Intesi allora.--- aggiunse poi abbassando la voce –se si uniranno an<strong>che</strong> i nostri figli<br />

chi potrà ostacolarci?”.<br />

Il Marcoli sorrise strizzando l’occhio, voltandosi discretamente verso Maria<br />

Antonietta <strong>che</strong> stava parlando con Matteo e, per sottolineare il suo accordo, strinse<br />

il braccio al suo collega d’affari.<br />

I convenevoli erano ancora in corso quando il cameriere avvisò <strong>che</strong> l’auto era<br />

pronta.<br />

I due finanzieri si strinsero calorosamente la <strong>ma</strong>no e si congedarono con le stesse<br />

parole:<br />

“Mi racco<strong>ma</strong>ndo,vediamoci presto : ce ne sono tante di questioni da definire!”.<br />

Le signore,invece <strong>che</strong> darsi la <strong>ma</strong>no si diedero un bacio sulle guance:<br />

“Cara Lea, se permetti ti do del tu. Mi farebbe piacere vederti presto, anzi ti attendo<br />

a casa mia dopo do<strong>ma</strong>ni. Maria Antonietta <strong>è</strong> libera quel giorno e ci sarà an<strong>che</strong> lei.<br />

Tu porterai con te Matteo,naturalmente,aggiunse,ammiccando sorridente con gli<br />

occhi”.<br />

“Cara Marisa,diamoci pure del tu,ne sono lieta.<br />

Ti ringrazio per l’invito. Ti darò confer<strong>ma</strong> do<strong>ma</strong>ni se verrò con Matteo.”.<br />

I due giovani si tennero invece un poco in disparte,indecisi se accodarsi ai padri,<strong>che</strong><br />

stavano scendendo la gradinata per raggiungere l’auto o stare accanto alle <strong>ma</strong>dri.<br />

Non pensarono neppure a salutarsi : erano turbati perché avevano intuito quello <strong>che</strong><br />

le <strong>ma</strong>dri stavano progettando nel loro conciliabolo riservato e con gli occhi puntati<br />

su di loro.<br />

“ Le amicizie,specie quelle <strong>che</strong> possono sfociare nell’intimità, ce le scegliamo noi –<br />

pensarono tutt’e due”.<br />

A Matteo,questa presa di posizione,trapelava persino dalla sua espressione e dal<br />

modo di comportarsi.<br />

Non si decideva neppure ad abbozzare almeno un convenzionale saluto a Maria<br />

Antonietta. An<strong>che</strong> la ragazza mostrava indifferenza e, per togliersi dall’imbarazzo,<br />

si affiancò alla <strong>ma</strong>dre,prendendole il braccio e si avviò con lei verso l’auto. Solo<br />

all’ultimo momento Matteo volle salvare la for<strong>ma</strong> e, raggiunta Maria Antonietta,le<br />

mise una <strong>ma</strong>no sulla spalla e le disse:<br />

“Lieto di averti conosciuta. Arrivederci!”.<br />

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