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Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />

Era ancora nel pieno della gioventù, quella donna ed aveva un aspetto nel<br />

complesso piacente : piuttosto alta,slanciata,dalle forme del corpo <strong>che</strong> davano il<br />

senso dell’armonia, non provocanti . Capigliatura folta, morbida, curata, ben<br />

pettinata.<br />

Il volto aveva una sua purezza e bellezza di linee.<br />

Gli occhi erano vivaci. La bocca piuttosto piccola,ben disegnata, <strong>che</strong> nel parlare e<br />

nel continuo sorridere,sembrava si spalancasse addirittura per mostrare una<br />

dentatura perfetta e bianchissi<strong>ma</strong>.<br />

Non aveva però una vera espressione quel viso.<br />

Aveva un certo <strong>che</strong> di artefatto, di innaturale, freddo e assieme un poco spiritato,<br />

quasi <strong>che</strong> fosse stato modellato senza alcuna originalità, avvalendosi di un<br />

determinato cliché.<br />

O forse erano gli occhi <strong>che</strong> erano sì vivaci,<strong>ma</strong> non dicevano nulla. In definitiva<br />

erano vuoti di sentimento.<br />

Matteo <strong>che</strong> aveva sempre sentito in sé ed ancora sentiva, una non comune esigenza<br />

non solo di spaziare con la mente sulla vastità dei problemi e dei misteri <strong>che</strong> hanno<br />

sempre affascinato la mente dell’uomo, <strong>ma</strong> di affrontarli an<strong>che</strong> senza timore e con<br />

grande impegno, si era subito reso conto di non aver nulla in comune con quella<br />

ricca ereditiera.<br />

Mantenne pertanto la conversazione con Maria Antonietta nei limiti delle banalità<br />

<strong>che</strong> non esigevano riflessioni particolari od esercizi di spirito critico, augurandosi in<br />

cuor suo <strong>che</strong> arrivasse il momento di congedarsi con gli illustri ospiti.<br />

L’ingresso nel grande salotto del cameriere e della cameriera, <strong>che</strong> in perfetta divisa<br />

posero su una grande tavolo diversi vassoi colmi di raffinati dolciumi ed il<br />

successivo invito rivolto agli ospiti di gradirli, prolungarono la durata di<br />

quell’incontro di due insigni famiglie.<br />

La dolcezza di quel campionario di pasticcini ed il brio provocato dai numerosi<br />

brindisi, favorirono l’intensificarsi dei conciliaboli sia delle signore <strong>che</strong> dei due<br />

importanti personaggi.<br />

Solo i due giovani erano contenuti nello scambio di idee.<br />

“ Cara signora Marcoli, come sono lieta di averla avuta mia ospite!. Vedrà <strong>che</strong> i<br />

nostri programmi andranno a buon fine”.<br />

La signora Lea alludeva all’amicizia dei due ragazzi, <strong>che</strong>, secondo lei, avrebbe<br />

dovuto in poco tempo divenire<br />

un legame sentimentale.<br />

Senza indesiderati sconfinamenti nella passione,si intende.<br />

Per unire due famiglie di alto rango dar spettacolo di cuori traboccanti di amore dei<br />

propri rampolli, non era proprio il caso.<br />

Anzi sarebbe stato inopportuno e degno del ceto piccolo borghese, sempre voglioso<br />

di far colpo sulla pubblica opinione.<br />

La signora Marcoli era pure lei molto lusingata dell’amicizia, <strong>che</strong> credeva nata sotto<br />

buoni auspici, della sua Maria Antonietta con quel giovane distinto di Matteo.<br />

E la confidò alla signora Lea, la sua soddisfazione.<br />

“Il suo Matteo,cara Lea,mi sembra proprio un ragazzo serio come lo erano i giovani<br />

ai nostri tempi.<br />

Studio,famiglia e senza tanti grulli in testa!”.<br />

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