Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
Non può certo passarle in mente <strong>che</strong> al di fuori del suo mondo,<strong>che</strong> <strong>è</strong> molto piccolo<br />
oltre a non aver ani<strong>ma</strong>,vi sia un altro mondo,immenso,pieno di sofferenze,di<br />
miseria,di morti violente,di contrasti impregnati d’odio,di disprezzo verso chi <strong>è</strong><br />
diverso per mille ragioni, a partire dall’aspetto esteriore, per nascita, per la sua<br />
fede,per gli usi,per la sua visione della vita , per il concetto dell’amore e avanti,a<br />
non finire.<br />
Speriamo almeno <strong>che</strong> conosca la bontà,l’abbia in sé e corrisponda a quella del<br />
prossimo.<br />
Si limitò a rispondere:<br />
“ Non lo dubito ed i miei hanno sempre fatto altrettanto. Bene, Maria Antonietta: ti<br />
avranno detto <strong>che</strong> io continuo gli studi. E tu come passi le giornate?”.<br />
Matteo aveva ritenuto opportuno di portare il discorso su argomenti non<br />
impegnativi. Se avesse infatti voluto attardarsi sull’approfondire quali fossero le<br />
idee buone e quelle cattive, sarebbe scivolato su un terreno favorevole a provocare<br />
dei contrasti d’opinione <strong>che</strong> desiderava evitare e <strong>che</strong> non sarebbero stati graditi ai<br />
genitori.<br />
Quella Maria Antonietta non gli sembrava proprio il tipo adatto ad affrontare<br />
argomenti di una certa serietà.<br />
Di quello <strong>che</strong> fa nella giornata non mi interessa proprio nulla -- pensò - stiamo<br />
comunque a sentire cosa dirà.<br />
“O Matteo,sapessi! La mia giornata <strong>è</strong> tanto piena <strong>che</strong> la sera sono stanca da morire:<br />
Dalle nove alle 12 del <strong>ma</strong>ttino sono impegnata a seguire un corso di disegno della<br />
durata di un’ora e poi un altro sulle creazioni della moda <strong>che</strong> termina a<br />
mezzogiorno.<br />
Una scappata in piscina ed alla una a pranzo dalla la zia <strong>che</strong> abita vicino.<br />
Alle tre lezione di inglese fino alle cinque e poi per finire debbo scappare in centro<br />
per la lezione di danza.<br />
E la sera cosa debbo fare ancora? Vedere un filmetto e poi finalmente un buon sono<br />
<strong>che</strong> mi ritempri.<br />
Cosa ne pensi? Scommetto <strong>che</strong> tu te la prendi con più cal<strong>ma</strong>? Non <strong>è</strong> forse così?”.<br />
Matteo non si aspettava certo <strong>che</strong> dalla bocca di quella ragazza, da cui era uscita<br />
una mitragliata di parole tutte dello stesso tono e con un sorriso <strong>che</strong> sembrava<br />
persino incollato sulle labbra tanto era sempre presente, venisse fuori qualcosa di<br />
buono,qual<strong>che</strong> idea.<br />
Abituato poi a conversare con Livia e a non ragionare <strong>ma</strong>i in superficie di qualsiasi<br />
proble<strong>ma</strong>, an<strong>che</strong> del più comune, gli sembrava quasi impossibile <strong>che</strong> un’altra<br />
ragazza,più o meno della stessa età, <strong>ma</strong> per il solo fatto <strong>che</strong> appartenesse ad un’altra<br />
classe sociale, usasse un linguaggio così diverso.<br />
L’una parlava in prevalenza di problemi da risolvere, di idee,di difficoltà, di<br />
ristrettezze,di gravi situazioni personali,l’altra si limitava a far la cronaca di una<br />
giornata facile,priva di difficoltà,di problemi da risolvere e poi solo di cose <strong>che</strong> le<br />
facevano piacere,di banalità.<br />
Del resto, ad osservarla bene,come lo stava facendo ora <strong>che</strong> se la trovava davanti,di<br />
quella Maria Antonietta non si poteva certo <strong>che</strong> avere un’impressione diversa da<br />
quella <strong>che</strong> si ricava poi nel sentirla parlare,nel muoversi.<br />
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