Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli
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<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />
Si incamminava con la speranza in cuore verso l’Università,ogni <strong>ma</strong>ttina ed<br />
indugiava a volte sull’ingresso, fino a quando vedeva in lontananza Livia, <strong>che</strong><br />
arrivava.<br />
La prendeva poi per un braccio e se la portava con sé sullo stesso banco in cui un<br />
tempo l’aveva notata e le era stato accanto a lungo, pri<strong>ma</strong> di cercarla con gli occhi.<br />
Dallo stesso banco si era alzato per correrle dietro quel giorno, quando lei, per aver<br />
letto quell’avviso della segreteria <strong>che</strong> l’aveva sconvolta,aveva abbandonato la<br />
lezione pri<strong>ma</strong> <strong>che</strong> terminasse.<br />
All’uscita l’accompagnava fino all’autobus, <strong>ma</strong> pri<strong>ma</strong> ancora l’intratteneva nel bar<br />
in cui lei, il giorno in cui aveva avuto il coraggio di farsi conoscere, lei gli aveva<br />
confidato la sua preoccupazione di non poter continuare gli studi e lui si era offerto<br />
di aiutarla.<br />
La faceva rifocillare con uno spuntino e si faceva spiegare tante cose <strong>che</strong> lui non<br />
conosceva.<br />
Il giorno dopo <strong>che</strong> il padre gli aveva comunicato di aver trovato un’occupazione<br />
<strong>che</strong> faceva al caso della sua compagna, al suo, era invece stato lui a parlarle a<br />
lungo, spaziando in tanti argomenti <strong>che</strong> riteneva suo dovere portare a conoscenza di<br />
Livia.<br />
“ Sarai contenta,ora? Tieni questo biglietto. Troverai l’indirizzo del lavoro <strong>che</strong> ti<br />
attende ed il nome della persona <strong>che</strong> ti accoglierà”.<br />
Livia era commossa,quasi con le lacrime agli occhi.<br />
“Mio padre --pensò ---avrà un peso di meno e resisterà di più alla cattiva sorte cui<br />
vogliono condannarlo”.<br />
Le <strong>ma</strong>ncarono le parole, <strong>ma</strong> ringraziò il compagno stringendogli la <strong>ma</strong>no <strong>che</strong> aveva<br />
posato sul tavolo vicino alla sua.<br />
Non disse poi altro : aveva intuito <strong>che</strong> Matteo aveva tante cose da dirgli. Era giusto.<br />
Non sapeva nulla di quel giovane <strong>che</strong> era entrato nella sua vita da un momento<br />
all’altro, dopo <strong>che</strong> se l’era trovato sempre vicino, nel banco dell’aula, timido ed<br />
incapace di dirle una parola, an<strong>che</strong> la più banale.<br />
Non fu delusa,quel giorno. Matteo parlò ed a lungo.<br />
“Livia! Ti sarai chiesto come ho fatto a trovare da un giorno all’altro quello <strong>che</strong> ti<br />
era necessario, <strong>che</strong> non mi avevi nemmeno chiesto,<strong>ma</strong> <strong>che</strong> mi ero impegnato a farti<br />
avere.<br />
Il merito <strong>è</strong> di mio padre <strong>che</strong> ha delle conoscenze, <strong>che</strong> sono state utili.”<br />
“Sei troppo modesto Matteo. Hai il merito di aver convinto tuo padre ad aiutarmi.<br />
Non sarà stato facile : avrai pur dovuto chiarirgli il motivo <strong>che</strong> ti aveva spinto a<br />
spendere una parola per una compagna come me..<strong>che</strong> conoscevi appena..”.<br />
Livia non seppe andare avanti. Si era interrotta perché aveva capito <strong>che</strong> stava<br />
andando a toccare un qualcosa di intimo,<strong>che</strong> non conosceva neppure e <strong>che</strong> avrebbe<br />
dovuto tenere per sé.<br />
Un qualcosa <strong>che</strong> non conosco neppure! –si ripeté.<br />
Guardando però negli occhi Matteo, provò la stessa emozione <strong>che</strong> le aveva<br />
impedito di terminare la sua risposta.<br />
Cercò di rimediare al suo imbarazzo.<br />
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