Ricchezza, povertà ma è l'amore che comanda - Pagine Ribelli

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04.06.2013 Views

Ricchezza, povertà, ma è l’amore che comanda Ecco il mio problema! Debbo proprio metterle a confronto queste due visioni della vita, rovistarle in tutte le soluzioni che ognuna impone o ha imposto o conta di imporre ai problemi fondamentali, che l’uomo deve affrontare per il presente e per un avvenire nell’interesse di tutti. E’ strano però. Cosa mi sta accadendo? Perché mi sento attratto dalla necessità di entrare in quella rappresentazione di verità che l’introdurmi nel mondo di Livia mi ha fatto conoscere? Che vi possa trovare sollievo all’abulia del mio spirito? Alla mia indifferenza per la privilegiata realtà in cui vivo? All’incapacità di far emergere e trasformare in degna ragion di vita, quell’energia ideale, che sento ancora schiava nell’anima mia? Non fu breve il tempo che Matteo,nell’inquietudine di quel giorno in cui prese coscienza di infrangere quella barriera di aride idee impostegli dalla sua classe sociale,dedicò a quelle riflessioni. Si rese conto di essersi votato alla febbrile ricerca di nuove verità e prese una saggia decisione : affrontare da quel momento ogni situazione, ogni evento, ogni problema, con la forza ideale che la conoscenza di Livia aveva fatto nascere in lui. Ritornò dalla madre che si rese conto, grazie al suo spirito indagatore, che al figlio quel giorno era senz’altro capitato qualcosa di nuovo, di imprevisto, che l’aveva evidentemente emozionato, turbato. Aveva infatti accolto in modo strano,quasi indifferente, la notizia che il padre gli avesse trovato una soluzione al problema che gli stava a cuore : quello di aiutare una sua compagna. Questo ragazzo è nell’età critica –pensò --- forse deve affrontare qualche difficoltà. Non gli manca nulla, ma certi modi di agire e di pensare, oggi in voga, possono averlo impressionato. La droga? Nemmeno pensarlo : l’educazione che ha avuto,che gli ho dato anch’io, l’ha reso certamente refrattario a certe tentazioni. Qualche nuova amicizia? Di quella compagna che gli sta a cuore? Non credo. Chi si innamora di solito è contento, anche se un poco trasognato. Questo nuovo cambiamento è poi recente,recentissimo : quando è uscito era tranquillo, come al solito. Ora lo vedo un po’ troppo pensoso,quasi in subbuglio. Occorre che gli stia addietro più del solito-- concluse - altrimenti se non si mette a posto, interviene suo padre che le questioni le prende di petto, troppo sul serio. Matteo andò a sedersi in poltrona, non proprio vicino alla madre e preso un giornale, si mise a leggere,o meglio a fingere di leggere. Non si sentiva ancora pronto ad affrontare una conversazione con lei . Aveva intuito che gli si sarebbero state rivolte domande indagatrici, con un sottofondo di insinuazioni e raccomandazioni, sempre dello stesso tipo : “ Qualcuno ti monta la testa,Matteo?Stai in guardia perché oggi all’Università c’è di tutto. Ai miei tempi vi si trovavano solo i giovani degni di continuare gli studi, i figli delle famiglie per bene, che ambivano di immettere nell’ industria del padre o in quella di stimati conoscenti, sempre della classe eletta, dei giovani ancor più preparati dei genitori e con un laurea che intimorisse gli invidiosi, i poveracci che volevano chissà cosa, forse impudentemente salire al nostro livello”. 34

Ricchezza, povertà, ma è l’amore che comanda Questa specie di litania,di sproloquio ---pensava ---non l’avrebbe certo messo in imbarazzo proprio ora che il travaglio spirituale degli ultimi giorni,la conoscenza di Livia e quelle prime verità apparsegli in un mondo che ancora non conosceva, avevano cominciato a modificare il suo modo di pensare. E’ vero,mamma –le avrebbe risposto—nell’Università c’è di tutto. Ci sono ancora i figli delle famiglie per bene, dalla borsa consistente, ma guarda caso ne ho trovato tanti altri che mi sembrano addirittura migliori, anche se devono far sacrifici per pagare le tasse. Guarda Livia,per esempio : ha studiato e studia non per salire al nostro livello o per far concorrenza a chissà chi,ma per migliorare la propria posizione, per sé stessa, ma più ancora per sostenere il padre che vive in cattive acque per merito della tua classe eletta. Nessuno mi monta la testa,mamma : è la mia testa che comincia a ragionare in modo diverso da quello in cui avete voluto sempre che ragionasse. E non mi pento,non mi preoccupo di questo cambiamento : sento solo la necessità di portarlo fino in fondo. Questi pensieri stabilizzarono quella salutare energia, che stava sempre più prendendogli il posto alle abituali apatia e sua introversione. Posò il giornale e da quel momento non abbassò più gli occhi davanti allo sguardo della madre. Non lo avrebbe poi più abbassato, anche davanti a quello del padre. A cena,quella sera,il padre gli comunicò la notizia: “Matteo,in quella nuova azienda di cui ti avevo parlato tempo fa e di cui faccio parte del consiglio di amministrazione, cercano una corrispondente a tempo parziale. Ho parlato del caso che ti interessa : la tua compagna di studi,se vuole,potrà presentarsi di mattina all’indirizzo, con il nominativo della persona cui dovrà rivolgersi, che ti lascerò sulla mia scrivania. Sarai contento,spero!” Il giovane,che si era in buona parte liberato dei pensieri che gli avevano arrovellato la mente fino a poco prima,rispose pacatamente e con contenuto entusiasmo: “ Ti ringrazio,papà. Riferirò quanto prima la buona notizia all’interessata. Penso che la proposta faccia al caso suo”. Non aveva aggiunto una parola di commento alla notizia, che invece gli aveva fatto tanto piacere. Non voleva dimostrare al padre che la cosa gli stesse troppo a cuore. Era meglio –pensava—dimostrarsi riservato,al meno per il momento. Sentiva il bisogno di riflettere ancora su tanti problemi che si era improvvisamente trovato davanti. Tanto più che intuiva che sarebbe arrivato il tempo, forse presto, di scontrarsi idealmente con i genitori. Congelò, pertanto,il suo atteggiamento così com’era apparso quella sera anche al padre,durante la cena e proseguì senza timori o remore nel suo addentrarsi in una nuova visione della realtà. 35

<strong>Ric<strong>che</strong>zza</strong>, <strong>povertà</strong>, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> l’amore <strong>che</strong> co<strong>ma</strong>nda<br />

Ecco il mio proble<strong>ma</strong>! Debbo proprio metterle a confronto queste due visioni della<br />

vita, rovistarle in tutte le soluzioni <strong>che</strong> ognuna impone o ha imposto o conta di<br />

imporre ai problemi fondamentali, <strong>che</strong> l’uomo deve affrontare per il presente e per<br />

un avvenire nell’interesse di tutti.<br />

E’ strano però. Cosa mi sta accadendo? Perché mi sento attratto dalla necessità di<br />

entrare in quella rappresentazione di verità <strong>che</strong> l’introdurmi nel mondo di Livia mi<br />

ha fatto conoscere?<br />

Che vi possa trovare sollievo all’abulia del mio spirito? Alla mia indifferenza per la<br />

privilegiata realtà in cui vivo? All’incapacità di far emergere e trasfor<strong>ma</strong>re in degna<br />

ragion di vita, quell’energia ideale, <strong>che</strong> sento ancora schiava nell’ani<strong>ma</strong> mia?<br />

Non fu breve il tempo <strong>che</strong> Matteo,nell’inquietudine di quel giorno in cui prese<br />

coscienza di infrangere quella barriera di aride idee impostegli dalla sua classe<br />

sociale,dedicò a quelle riflessioni.<br />

Si rese conto di essersi votato alla febbrile ricerca di nuove verità e prese una saggia<br />

decisione : affrontare da quel momento ogni situazione, ogni evento, ogni<br />

proble<strong>ma</strong>, con la forza ideale <strong>che</strong> la conoscenza di Livia aveva fatto nascere in lui.<br />

Ritornò dalla <strong>ma</strong>dre <strong>che</strong> si rese conto, grazie al suo spirito indagatore, <strong>che</strong> al figlio<br />

quel giorno era senz’altro capitato qualcosa di nuovo, di imprevisto, <strong>che</strong> l’aveva<br />

evidentemente emozionato, turbato.<br />

Aveva infatti accolto in modo strano,quasi indifferente, la notizia <strong>che</strong> il padre gli<br />

avesse trovato una soluzione al proble<strong>ma</strong> <strong>che</strong> gli stava a cuore : quello di aiutare<br />

una sua compagna.<br />

Questo ragazzo <strong>è</strong> nell’età critica –pensò --- forse deve affrontare qual<strong>che</strong> difficoltà.<br />

Non gli <strong>ma</strong>nca nulla, <strong>ma</strong> certi modi di agire e di pensare, oggi in voga, possono<br />

averlo impressionato.<br />

La droga? Nemmeno pensarlo : l’educazione <strong>che</strong> ha avuto,<strong>che</strong> gli ho dato anch’io,<br />

l’ha reso certamente refrattario a certe tentazioni.<br />

Qual<strong>che</strong> nuova amicizia? Di quella compagna <strong>che</strong> gli sta a cuore? Non credo. Chi si<br />

innamora di solito <strong>è</strong> contento, an<strong>che</strong> se un poco trasognato. Questo nuovo<br />

cambiamento <strong>è</strong> poi recente,recentissimo : quando <strong>è</strong> uscito era tranquillo, come al<br />

solito.<br />

Ora lo vedo un po’ troppo pensoso,quasi in subbuglio.<br />

Occorre <strong>che</strong> gli stia addietro più del solito-- concluse - altrimenti se non si mette a<br />

posto, interviene suo padre <strong>che</strong> le questioni le prende di petto, troppo sul serio.<br />

Matteo andò a sedersi in poltrona, non proprio vicino alla <strong>ma</strong>dre e preso un<br />

giornale, si mise a leggere,o meglio a fingere di leggere.<br />

Non si sentiva ancora pronto ad affrontare una conversazione con lei . Aveva intuito<br />

<strong>che</strong> gli si sarebbero state rivolte do<strong>ma</strong>nde indagatrici, con un sottofondo di<br />

insinuazioni e racco<strong>ma</strong>ndazioni, sempre dello stesso tipo :<br />

“ Qualcuno ti monta la testa,Matteo?Stai in guardia perché oggi all’Università c’<strong>è</strong><br />

di tutto.<br />

Ai miei tempi vi si trovavano solo i giovani degni di continuare gli studi, i figli<br />

delle famiglie per bene, <strong>che</strong> ambivano di immettere nell’ industria del padre o in<br />

quella di sti<strong>ma</strong>ti conoscenti, sempre della classe eletta, dei giovani ancor più<br />

preparati dei genitori e con un laurea <strong>che</strong> intimorisse gli invidiosi, i poveracci <strong>che</strong><br />

volevano chissà cosa, forse impudentemente salire al nostro livello”.<br />

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